Allo scoccare di Artissima 2019, Ilaria Bonacossa si racconta a Quid Magazine

 

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Ilaria Bonacossa, SilviaPastore, 2017
 
 

"Artissima, una piattaforma dinamica, capace di illustrare le ultime tendenze e trasformazioni del mondo dell'arte contemporanea." Intervista alla Direttrice di Artissima 2019 Ilaria Bonacossa.

By Camilla Delpero

 

L'ambiente fieristico è lo specchio dell'andamento del mercato dell'arte. Oppure è un mondo parallelo, funzionale solo a un certo tipo di mercato?

Il sistema fieristico nel suo complesso è uno specchio fedele del mercato dell'arte, ma come tutti gli specchi ciascuna fiera offre un punto di vista specifico. Artissima in particolare vuole essere lo specchio delle gallerie che fanno ricerca e che sostengono il lavoro degli artisti. In questo senso la fiera, anche a livello di collezionismo, ha un pubblico specifico, curioso e appassionato, pronto a scommettere e che si fida della competenza scientifica della fiera e del lavoro di ricerca che svolge costantemente per far sì che le proposte riunite negli spazi dell’Oval siano sempre di grande qualità.

Come nasce Ilaria Bonacossa?

Ilaria Bonacossa nasce a Milano. Appassionata di arte e di letteratura contemporanea, dopo la laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, studia negli Stati Uniti dove si rafforza il suo desiderio di lavorare nel campo dell’arte e a contatto con i giovani artisti. Collabora prima con gallerie e poi per molti anni con diversi musei e istituzioni quali la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, dove si è fatta le ossa grazie a Francesco Bonami e Patrizia Sandretto, poi al Museo di Villa Croce a Genova, un format sperimentale di museo pubblico sostenuto da fondi privati dove presenta mostre che le rimangono nel cuore come Susan Philipsz, Alberto Tadiello, Mark Handforth o A Constructed World. Ilaria Bonacossa ha poi l’occasione di dirigere Artissima e si appassiona a questa differente modalità che è una fiera, rendendola una piattaforma dinamica, capace di illustrare le ultime tendenze e trasformazioni del mondo dell'arte contemporanea.

 

1. IlariaBonacossa Ph Giorgio Perottino 2019

IlariaBonacossa Ph Giorgio Perottino 2019

 

Come possiamo capire il reale andamento di mercato di un artista?

In realtà non credo esista un reale andamento di mercato, ne esistono diversi: esiste l'andamento che un artista ha nella cerchia dei suoi estimatori, nel suo paese, nell’area in cui ha studiato e dove comincia lavorare, esiste l’andamento internazionale e infine il più facile da tracciare, quello dei risultati delle aste. In realtà per gli artisti emergenti è più interessante guardare lo sviluppo della loro carriera, invece che fermarsi alle quotazioni commerciali: con quali curatori lavorano, in quali istituzioni fanno mostre, a quante biennali internazionali vengono invitati. Questa lettura forse presenta in maniera più lucida l’idea di un percorso di un artista rispetto a un taglio puramente commerciale. I prezzi infatti non sempre hanno una crescita parallela al successo espositivo di un artista, soprattutto se lavora con la performance, le videoinstallazioni o altri media “immateriali”... Viceversa, non necessariamente la crescita delle quotazioni rispecchia immediatamente la crescita della carriera che può invece avvenire in una fase più avanzata.

 

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Artissima Fair, Photo: Perottino – Piva – Bottallo / Artissima

 

Quali sono i sui progetti futuri? Per la nuova edizione di Artissima?

La nuova Artissima si articola intorno alla dicotomia desiderio/censura con molteplici progetti. Ci sarà una mostra dedicata al desiderio intitolata Abstract Sex: We don't have any clothes, only equipment, curata da Guido Costa e Lucrezia Calabró Visconti e ospitata negli spazi della boutique di Jana in centro città. Alle OGR – Officine Grandi Riparazioni presentiamo Artissima Telephone, ideale continuazione dell’indagine sul suono iniziata lo scorso anno con Artissima Sound. In fiera la novità di quest’anno è Hub Middle East, un focus su una regione importante per gli sviluppi del mondo dell'arte contemporanea, un’area complessa e piena di contraddizioni in cui però sono nate opere e carriere di artisti geniali. Ospiteremo dodici gallerie provenienti da quest’area geografica insieme a numerosi collezionisti e curatori. Ci saranno anche due momenti di talk, il primo sul collezionismo e sulle istituzioni d’arte in Medio Oriente, il secondo sulla rappresentazione araba alla Biennale di Venezia 2019. Ricco anche il programma delle visite guidate a tema, oltre agli ormai tradizionali Walkie Talkies by Lauretana, una serie di conversazioni a due con collezionisti e curatori per scoprire come visitano una fiera. E per i visitatori più giovani, gli artisti Ornaghi & Prestinari svilupperanno Sopra Sopra, un progetto in cui bambini lavoreranno a un'opera corale. Per la prossima Artissima 2020 abbiamo molte idee, ma ancora tutte da valutare perché finché non concludi il lavoro su una fiera nel concreto, non puoi cominciare a lavorare su quella successiva.

 

 Michele Spanghero Smart Phone RGB 30x22cm 300dpi

Michele Spanghero, Smart Phone, 2019, File audio, 4'33'' loop, Courtesy the artist and Galerie Alberta Pane Paris, Venezia and Galerie Mazzoli
Berlin, Modena, Düsseldorf

 

Qual è il progetto che intimamente l'ha maggiormente soddisfatta? Al di là dello spessore dell'evento ecc. Parliamo di qualità intrinseca...

Non so se esiste una qualità intrinseca di un progetto diversa dalla sua qualità estrinseca. È difficile parlare di quelli che mi hanno maggiormente soddisfatto, cambio idea spesso… Sicuramente la prima mostra che ho curato, una mostra di disegni alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; oppure la personale di Susan Philipsz con opere sonore diffuse per la città di Genova e nei palazzi storici di via Garibaldi. Poi Artissima ovviamente: la sfida di prendere in mano una fiera e renderla un evento sempre più vivo sia a livello commerciale che culturale nel panorama internazionale, è stata una grande soddisfazione. Riguardo ai progetti di quest’edizione nello specifico, sicuramente Artissima Telephone, curata con Vittoria Martini, è una mostra a cui tengo molto. L'idea che a partire da una call alle gallerie si siano trovate così tante opere pensate per essere fruite al telefono o che raccontino il telefono e il suo uso, è davvero eccezionale.

L'arte concettuale, la bellezza, come possiamo “giustificarla” ai meno esperti?

L’arte concettuale in realtà non ha bisogno di giustificazioni. Concettuale non vuol dire difficile né necessariamente minimale, ma si riferisce a un’opera in cui l’idea è centrale e non solo la materia o la tecnica. Tutte le grandi opere lo sono state in qualche modo. Non nascondo che personalmente mi emoziono davanti a cose apparentemente criptiche, perché mi lascio trasportare dalle immagini e abbasso quelle barriere critiche e difensive che non ci permettono di stupirci ed essere sedotti.

Maiolino Anna Maria

Anna Maria Maiolino [Back to the Future 2010], E o que sobra, 1974, Digital image, black and white, 72 x 152 cm, Courtesy Galleria Raffaella Cortese, Milano

 

Come pensa che andrà a svilupparsi il mondo dell'arte, l'Italia può ancora considerarsi un paese ''emergente'' da questo punto di vista?

Il mondo dell’arte è in un momento di trasformazione e ripensamento. Assistiamo alla polarizzazione tra i grandi player, vere e proprie multinazionali dell’arte, e gallerie, artisti e collezionisti che lavorano in maniera più puntuale e privata. È come se l’arte stesse entrando nella sua era hollywoodiana e chi ne rimane escluso, rimane in qualche modo esterno o “precario”… Ma nel mondo del cinema oltre a Hollywood continuano a esistere piattaforme di ricerca come il Sundance, l’arte deve solo assestarsi su queste polarità diverse.

Torino sta aumentando le sue proposte artistiche secondo lei è competitiva con Milano? Che cosa le manca o cosa ha in più?

Io vivo a Milano e lavoro a Torino. Questo ossessivo bisogno di paragonare e mettere in relazione due città per loro natura così diverse non lo capisco. Ho piuttosto l’impressione che insieme il famoso MITO possa essere un polo creativo d’eccellenza europea. Nessuno paragona Santa Monica a Los Angeles, ma quando viaggia, va a visitarle entrambe!

 

Lai Maria

Maria Lai [Back to the Future 2010], Tela cucita, 1974, Mixed media, 78.5 x 82.5 cm, Courtesy the artist and Galerie Isabella Bortolozzi, Berlin

 

La rivista si chiama Quid Magazine in quanto vuole indagare sul quid del processo artistico. Per Ilaria Bonacossa, dove la intravede quella scintilla che qualifica l'arte come tale?

Il Quid è quella speciale qualità che continuo a cercare nel lavoro degli artisti e che in realtà non si può definire... È quel qualcosa che rende uno specifico quadro, video, foto o scultura indimenticabile e unico oltre che portatore di molteplici messaggi.

 

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Treccani Arte, Artissima 2018, Photo: Perottino – Piva – Bottallo / Artissima