L'essenza delle cose, quel veicolo potentissimo che concretizza l'ispirazione

ELISABETTA FRANCHI
 

La stilista Elisabetta Franchi ci parla del suo mondo, un luogo dove determinazione, talento e cura del dettaglio diventano stile

By Redazione

Le sue creazioni rispecchiano i tempi moderni, la sua visione del mondo, oppure sono un modo per evadere e “disegnare” un dimensione, che seppur condivisibile, rimane personale?
Le mie creazioni non hanno un’ispirazione precisa, traggo spunto da ogni elemento, anche quello più semplice, che fa scattare la mia creatività. Ad ogni collezione cerco sempre qualcosa di nuovo, mi lascio la stagione passata alle spalle e mi dedico a idee sempre diverse; sicuramente tutte le donne sono per me muse ispiratrici per ogni collezione passata e futura.


In questa nuova collezione presentata a Milano ho notato che c’è una predilezione delle paillettes e del colore rosa nudo, azzurro pastello e di un certo stile country. Ci parli di questo nuovo percorso.
La nuova collezione ELISABETTA FRANCHI SS18 è ambientata nell’epoca di fine ‘800: i colori polverosi del bianco, avorio, rosa antico richiamano la naturalezza e allo stesso tempo i ricami importanti di pizzi, perle, nastri e paillettes vanno ad impreziosire i tessuti leggeri e impalpabili che caratterizzano la collezione. A quel tempo le donne iniziavano a cercare la propria libertà e indipendenza e di pari passo va l’abbigliamento che abbandona i colori più scuri e i tessuti pesanti per lasciare spazio a quelli più chiari, in linea con la palette scelta.

 

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Elisabetta Franchi... che donna è?
Elisabetta Franchi è mamma, imprenditrice e soprattutto non dimentica mai di essere donna. Determinata e decisa lotto e sempre ho lottato per ottenere quello che desideravo e non ho mai permesso a nessuno di ostacolare la mia voglia di coronare i miei sogni.


La moda è una forma d’arte, una forma di comunicazione, quale compito lei pensa che la moda debba assolutamente assolvere e quale invece no.
La moda è un modo di comunicare sé stessi, la propria essenza e un veicolo di informazione potentissimo. Attraverso la moda mostro me stessa, e allo stesso tempo utilizzo questo mezzo per trasmettere il rispetto per l’ambiente e per il mondo degli animali. Comunico il mio amore per loro e cerco di dar loro una voce. Essere alla moda non deve per forza comportare uno sfruttamento di queste creature indifese che colpa non hanno.


È una stilista di successo, i suoi negozi sono presenti nelle principali metropoli mondiali, come l’arte cambia a seconda della cultura in cui si trova, lo stile cambia “adeguandosi” alla cultura del posto oppure rimane invariato?
Espandersi implica uno studio attento e profondo del territorio in cui si vuole arrivare: i miei negozi si sposano perfettamente con l’ambiente che li ospita e cerco di mantenere i miei tratti distintivi in modo da portare un po’ della mia storia in ogni paese.

 

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Ci parli della sua poetica e del suo modo di creare una collezione. Segue un procedimento ben preciso?
Faccio andare la mente senza crearmi alcuna barriera e traggo da ogni piccolo dettaglio ispirazione.

Pensa al colore di un tessuto, come una seconda pelle, o come prolungamento di un qualcosa di più profondo? Quali sono i colori che predilige?
Prediligo l’avorio, il nero e la gamma dei cipria.

Ci racconta un episodio significativo sulla sua formazione o carriera?
Nella mia carriera l’episodio più significativo è sicuramente l’esordio durante la Fashion Week con la Spring Summer 2015. È stato un passo importante che mi ha permesso di essere conosciuta globalmente e di affermare la mia identità. Ogni sfilata è emozionante così come una sfida, ma la prima è difficile da dimenticare.

La rivista si chiama Quid Magazine, vuole indagare sul quid del processo creativo, quando una realizzazione, un progetto, si può definire portatore di un quid?
Quando un progetto si realizza grazie ad impegno e passione allora è portatore di un quid e lo è anche una realizzazione che lascia un'impronta in chi lo osserva o nel mio caso lo indossa.

 

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