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Materia Prima - La ceramica dell’arte contemporanea a Montelupo Fiorentino

Prosegue fino al 30 giugno il progetto espositvo a cura di Marco Tonelli

 

Sculture in città

Bertozzi & Casoni, Loris Cecchini, Ugo La Pietra, Hidetoshi Nagasawa

Le opere che inaugurano il 2 giugno 2016, ore 18.30

Bertozzi & Casoni (Paolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni) sono di fatto gli unici degli artisti coinvolti in Sculture in città ad utilizzare esclusivamente la ceramica, senza per questo essere definiti ceramisti. Grazie all’uso iperrealistico, ironico, di citazione e invenzione, le loro opere occupano ampi spazi, che l’arte contemporanea, sempre più specialistica, difficilmente riesce a contenere. A Montelupo, in via Giro delle Mura, hanno deciso di lavorare su un clichè tradizionale del territorio, come il grande orcio di terracotta, sul quale innestano scarti del mondo contemporaneo, da taniche di olio lubrificante a uno pneumatico di tir, sì da fare da drammatico coperchio del vaso e dare corpo a un ideale recupero archeologico. Queste inserzioni di scarti sono i segni tipici delle loro opere, dedicate in una sorta di epopea del trash al degrado dei nostri tempi, a tutto ciò che pur nella sua bellezza è destinato a corrompersi e morire.

Loris Cecchini, sperimentando tecniche inedite per la terracotta, ha sfidato i limiti di lavorazione della ceramica proponendo un uso più “avanzato” delle tradizionali metodologie. Partendo dall’idea originaria di una spugna naturale, ha realizzato, in Piazza Centi, una grande struttura molecolare e modulare ricoperta di vernici nanotecnologiche, posta su una base in vetroceramico bianco, da cui fuoriescono elementi metallici, in grado di assorbire e purificare l’aria. “Metaforicamente - afferma Cecchini - mi piace pensare che la struttura in acciaio che penetra e dilaga organicamente il blocco ceramico, diventi un diagramma visivo dell’espansione e del comportamento invisibile ad occhio nudo, dell’azione particellare data dalle vernici purificanti”.

Ugo La Pietra, nel corso della sua carriera, ha realizzato molteplici ceramiche legate ai luoghi con cui si è messo in diretta relazione, confrontandosi con lo spazio vivibile, urbano e territoriale. A Montelupo La Pietra ha scelto di collocare il suo intervento proprio davanti al Museo della Ceramica, dove ha creato un’ulteriore porta d’ingresso: un colonnato leggero formato da sei alte strutture verticali sostenute da grandi vasi, simbolo del territorio di Montelupo Fiorentino, decorate con motivi e colori tratti direttamente dalla tradizione locale, che riprendono il disegno della facciata del museo nella disposizione e nelle dimensioni delle sue steli. Un velario che filtra lo spazio del museo con quello della città.

Quella di Hidetoshi Nagasawa, Due giardini e cinque alberi, in Piazza 8 Marzo, è una scultura in fieri, abitabile, che delimitata uno spazio chiuso e aperto al tempo stesso, secondo quella logica di hortus conclusus, di “luogo” per eccellenza che contraddistingue molte delle grandi installazioni dell’artista, come i suoi giardini in muratura a Certaldo, a Brighisella, presso la Collezione Gori a Celle o la Villa Medicea La Magia a Quarrata. Un luogo a metà tra spazio di contemplazione e spazio da vivere, che verrà messo a disposizione del pubblico. L’opera si compone di una doppia cella a incastro, di circa settanta metri quadrati per un’altezza di un metro e sessanta, le cui pareti sono ricoperte di frammenti di terracotta, secondo un processo di stratificazione che ricorda la composizione degli antichi muri. Agli angoli della struttura ci sono altrettante piante dai frutti commestibili: melograno, ulivo, vite, palma da dattero, fico. Vista la natura edilizia complessa di questa struttura, la fine della sua realizzazione andrà oltre lo svolgimento della rassegna.

Queste 4 grandi opere vanno a completare il percorso inaugurato il 19 marzo scorso. In quell’occasione erano stati presentati i progetti di Gianni Asdrubali, Lucio Perone e Fabrizio Plessi.

Asdrubali ha realizzato suo grande muro al limite degli argini del fiume Pesa, una vera e propria parete di dodici metri di lunghezza per tre di altezza, composta da formelle quadrate di 60 cm, dipinta col tipico colore zaffera che contraddistingue tante ceramiche smaltate rinascimentali della zona e che si confà a un pittore gestuale come lui. Fabrizio Plessi, nella Fornace storica ora nel complesso del Palazzo Podestarile, ha riprodotto in terracotta una trentina di monitor di un televisore degli anni Cinquanta (archeologia esso stesso), come fossero reperti di uno scavo del futuro. L’artista che si contraddistingue per l'uso della tecnologia e della video-installazione, di cui è uno dei pionieri in Italia fin dagli anni Settanta, non ha voluto qui utilizzare alcun apparato tecnologico ma interpretare il senso stesso del titolo della rassegna Materia Prima alla lettera, declinandolo all'iconografia tipica delle sue opere. Lucio Perone, il più giovane dei sette artisti, è intervenuto sul pozzo dei Lavatoi, luogo a cui si fa risalire la storia della ceramica di Montelupo. Qui ha ricostruito una sorta di scavo ideale, un gran mucchio di vasi che emergono dal pozzo stesso e un uomo in terracotta smaltata, inginocchiato in una posa a metà tra preghiera e scavo, che tra i detriti emersi prende tra le mani un frammento, come fosse una reliquia, l’inizio di una nuova storia.

Materia Prima, la ceramica dell’arte contemporaneaè un  progetto a cura di Marco Tonelli, organizzato dalla Fondazione Montelupo onlus e sostenuto del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, nell'ambito di Cantiere Toscana Contemporanea promosso dalla Regione Toscana.