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MAXXI BVLGARI PRIZE: LA MOSTRA DEI FINALISTI ALESSANDRA FERRINI, SILVIA ROSI, NAMSAL SIEDLECKI

 

Gli artisti presentano le loro opere site specific per la terza edizione del premio che vede ancora insieme MAXXI e Bulgari nel sostegno ai giovani talenti nell’arte.

Con opere profondamente radicate nel presente, capaci di scardinare la Storia, la Società, la Natura, per comprendere al meglio una contemporaneità in costante evoluzione, Alessandra Ferrini (Firenze, 1984), Silvia Rosi (Scandiano – RE, 1992) e Namsal Siedlecki (USA, 1986) dal 24 giugno al 20 novembre 2022 sono i protagonisti della mostra, a cura di Giulia Ferracci, della terza edizione del MAXXI BVLGARI Prize, progetto che unisce il MAXXI e Bulgari nel sostegno e la promozione dei giovani artisti.

Allestita nella scenografica Galleria 5 al terzo piano del museo, la mostra presenta tre lavori pensati, prodotti e realizzati appositamente per il Premio, sulla base dei quali la stessa giuria internazionale che li ha scelti – composta da Hou Hanru, Direttore Artistico del MAXXI, Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte, Hoor Al Qasimi, Presidente e Direttrice Sharjah Art Foundation, Chiara Parisi, Direttrice Pompidou-Metz e Dirk Snauwaert, Direttore WIELS Contemporary Art Centre – decreterà il vincitore, la cui opera entrerà a far parte della collezione del MAXXI.

Dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI: “Il rapporto con la memoria personale e collettiva, con la storia, con la natura, sono temi diventati sempre più centrali alla luce delle profonde trasformazioni geopolitiche, sociali ed ecologiche cui stiamo assistendo, e il MAXXI BVLGARI Prize non poteva che rispecchiare tutto questo. Il Premio, che è uno degli appuntamenti più importanti per il Museo – sviluppato insieme a Bulgari nostro partner strategico dal 2018, azienda da sempre attenta alla ricerca e con cui condividiamo la missione di investire sulla creatività del nostro tempo – ci mette dietro allo sguardo dei giovani artisti lasciandoci intravedere il futuro e forse il modo migliore di affrontarlo. Benvenuti ai finalisti! È un piacere avervi al MAXXI”.

Dice Jean-Christophe Babin, CEO di Bulgari: “In un momento storico che ci vede attraversare incessanti cambiamenti, la riflessione dei finalisti sui concetti di identità, radici culturali e narrazione dei media fa scaturire un legame profondo tra dimensione personale e sfera collettiva. Sperimentando con linguaggi e materiali, i tre artisti varcano confini per ripensare appartenenze e provenienze in un’ottica di inclusività. Il nuovo appuntamento con il MAXXI BVLGARI Prize è come sempre ricco e stimolante e ci rende fieri più che mai di una partnership frutto di valori condivisi, che dà voce ai giovani talenti per renderli protagonisti del loro futuro.”

LA MOSTRA

La prima parte del percorso espositivo, all’ingresso della Galleria 5, accoglie lo spettatore in una Archive Room in cui, su pareti caratterizzate da un motivo che ricorda l’antica arte giapponese del Kintsugi, tre teche raccolgono materiali e appunti che hanno ispirato gli artisti nella realizzazione dei loro lavori.

Il percorso espositivo si apre con Gaddafi in Rome: Notes for a Film, di Alessandra Ferrini, una video installazione che, con l’approccio auto riflessivo tipico dell’essay film, analizza la prima visita ufficiale in Italia di Muammar Gheddafi nel 2009, per celebrare la firma del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia. Un accordo nato dalla necessità per l’Italia di assicurarsi l’approvvigionamento di carburante e di fermare il flusso dei migranti verso le coste del Sud, per il quale il nostro Paese ha dovuto piegarsi alla richiesta di un risarcimento per l’occupazione coloniale sotto forma di investimenti finanziari e infrastrutturali. Quello stesso trattato ha ratificato la politica dei respingimenti, ha causato la violazione dei diritti umani di tanti, ha dato origine ad accordi simili in UE.

Partendo dal meticoloso reportage realizzato in quei giorni di visita ufficiale dal quotidiano La Repubblica – occasione per l’artista di una riflessione sulle forme contemporanee di produzione e fruizione delle notizie – Gaddafi in Rome opera una vera e propria dissezione della “messa in scena” dell’evento, ispirandosi direttamente alla pratica delle dissezioni pubbliche nei Teatri Anatomici dal Medioevo in poi, di cui resta una citazione nella tenda che compone parte dell’allestimento, su cui è stampata l’immagine del Teatro Anatomico dell’Università di Padova (il più antico in Italia).

Sollevando temi come il rapporto tra velocità di comunicazione e reale comprensione di eventi geopolitici complessi, la spettacolarizzazione mediatica degli eventi, il travagliato rapporto dell’Italia con il suo passato coloniale, Gaddafi in Rome è un invito a una riflessione più ampia, che non da soluzioni, ma lascia agli spettatori lo spazio per trarre le proprie conclusioni.

Il percorso continua con Nuovo Vuoto di Namsal Siedlecki, un viaggio metaforico nato dall’interesse dell’artista per gli spazi vuoti all’interno delle sculture in bronzo fuse a cera persa.

Partendo da una di queste forme interiori – ricavata da una mano bronzea comprata online – Siedlecki parte alla ricerca della “scultura originaria” che la custodiva. Tramite scansioni in 3D e ricomposizioni vettoriali, e grazie all’uso di tecnologie robotiche, l’artista realizza 6 opere composte da una scultura e il suo plinto, ogni volta in materiali diversi. La prima – in gesso e cemento – rappresenta la condizione attuale dell’Umanità, artefice di uno sfrenato sfruttamento della Natura. La seconda, realizzata in legno di Cirmolo con un plinto in marmo simile a un abbeveratoio forato, mostra la mano nel suo primo stadio di mutazione, mentre la terza, composta da una stufa in terracotta su cui posa una mano in gres, rappresenta la trasformazione della materia, di cui le pratiche di lavorazione dell’argilla sono esempio perfetto. La fase della sintesi è rappresentata dalla quarta scultura, una colonna in polistirolo e una mano in poliuretano azzurro, materiali artificiali nati dalla conoscenza dell’uomo. Nella quinta scultura su un basamento in alluminio realizzato da un programma di intelligenza artificiale, si torna al materiale originario, il bronzo, per scoprire una versione primordiale della forma, cambiata dalle esperienze del viaggio compiuto; stessa forma presentata dalla sesta e ultima opera, realizzata senza plinto, in vetro soffiato, pronta ad accogliere il futuro.

Il mancato intervento dell’uomo ha lasciato ogni volta, nelle forme generate dalle macchine, errori che ne hanno trasformano le successive realizzazioni: un modo per l’artista di rappresentare la sequenza di esperienze che ci ha portato a essere quello che siamo. Solo nella consapevolezza del passato, infatti, è possibile iniziare un nuovo percorso di coesistenza.

Conclude la mostra l’opera Teacher Don’t Teach Me Nonsense (2022) di Silvia Rosi, artista italo-togolese che ha trovato nella fotografia una pratica di ricerca sulla memoria, per comprendere come ricordiamo e perché dimentichiamo.

La sua ricerca, che attraverso video e fotografie affronta la storia della sua famiglia e la sua eredità identitaria, in questa occasione si esprime in un progetto dedicato alle lingue Ewe e Minà, un tempo parlate in Ghana e Togo. Nonostante il tentativo operato dai colonialisti di lingua francese e tedesca di sradicarle attraverso l’alfabetizzazione delle popolazioni autoctone, l’ewe ha resistito nei secoli grazie alle famiglie, a numerosi studi linguistici, e a pratiche artigianali che vedevano inserite frasi in ewe come decorazione dei tessuti degli abiti. Il lavoro di Rosi, composto da tre gruppi fotografici e video, mette in evidenza l’importanza della lingua nel processo di affermazione identitaria di una popolazione e degli individui, e riflette su questioni strutturali normalizzate dai processi coloniali avvenuti in Togo, sottolineando come la politica linguistica metta in luce tutta l’ambiguità del progetto coloniale di conversione delle popolazioni autoctone.

I FINALISTI

Alessandra Ferrini (Firenze, 1984) vive e lavora a Londra. Artista, ricercatrice, educatrice italiana con base a Londra, il suo lavoro si sviluppa attraverso l’utilizzo e la combinazione di diversi linguaggi espressivi, dall’immagine in movimento all’installazione e alla performance. La ricerca di Ferrini è radicata sullo studio del post colonialismo, pratiche storiografiche, processi di archiviazione e analizza criticamente le relazioni tra Italia, regione mediterranea e continente africano.

Silvia Rosi (Scandiano -RE, 1992) vive e lavora tra Londra e Modena. Artista visiva e fotografa italo-togolese, il lavoro di Silvia Rosi si concentra sul tema delle origini e sulle caratteristiche personali, storiche e sociali che determinano l’identità di un individuo. Attraverso il genere dell’autoritratto, Rosi recupera l’esperienza della sua famiglia attualizzando storie, ricordi e tradizioni antiche. Ispirate all’eredità togolese, le sue opere privilegiano il mezzo fotografico e l’immagine in movimento combinata con frammenti testuali.

Namsal Siedlecki (Greenfield - USA, 1986) vive e lavora a Seggiano (GR). Siedlecki pone al centro del suo lavoro la trasformazione costante della materia, naturale e artificiale, esaltandone le infinite qualità espressive e semantiche. Storie di rituali, memorie e tradizioni antiche ispirano la particolare tecnica ed estetica delle sue opere, sculture e installazioni in cui il processo di manipolazione, controllo e cambiamento dei materiali evoca la questione ancestrale del rapporto tra l’uomo e la natura.

STORIA DEL PREMIO

Nato nel 2000 come Premio per la Giovane Arte, il Premio costituisce il punto di partenza e la nascita della Collezione del MAXXI Arte. Negli anni, è stato un importante trampolino di lancio per molti artisti.

Sono 42 quelli che, dal 2001 al 2018, hanno preso parte alle precedenti 10 edizioni, tra questi, Mario Airò, Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Stefano Arienti, Micol Assaël, Rosa Barba, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Rossella Biscotti, Ludovica Carbotta, Patrizio Di Massimo, Bruna Esposito, Lara Favaretto, Piero Golia, Adelita Husni-Bey, Avish Khebrehzadeh, Liliana Moro, Marinella Senatore, Nico Vascellari, Vedovamazzei, Francesco Vezzoli, Zapruder e molti altri.

Nel 2018 la prima edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, è stata vinta da Diego Marcon, finalista insieme a Talia Chetrit e Invernomuto, la cui opera Calendoola: SURUS è stata acquisita grazie al contributo degli Amici del MAXXI. L’edizione del 2020 ha visto la vittoria di Tomaso De Luca finalista insieme a Giulia Cenci e Renato Leotta.

 



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Stephen Kent, WILTED VASE I (COCKTAIL HOUR), 2021, gesso, resina, pigmenti, acrilico, 51 x 41 x 4 cm, foto Jens Ziehe.

 

"Texture of the Contemporary" Veronika Hapchenko, Stephen Kent, Shinoh Nam, Lena Valenzuela

 

Nata dall’esigenza di esplorare nuovi linguaggi guardando al lavoro di un gruppo di giovani artisti internazionali, la mostra presenta un’inedita selezione di dipinti, sculture ed installazioni site-specific in rapporto allo spazio della galleria.

A day, a livelong day, is not one thing but many. It changes not only in growing light toward zenith and decline again, but in texture and mood, in tone and meaning, warped by a thousand factors of season, of heat or cold, of still or multi winds (..)

La galleria Renata Fabbri arte contemporanea è lieta di presentare Textures of the Contemporary dal 22 giugno al  17 settembre 2022, una mostra collettiva a cura di Marlene A. Schenk e Valeria Schäfer che riunisce per la prima volta in Italia i lavori di quattro artisti: Veronika Hapchenko (Kyiv, 1995), Stephen Kent (Harrisburg, Pennsylvania, 1985), Shinoh Nam (Seoul, 1993) e Lena Valenzuela (Amburgo, 1989). Nata dall’esigenza di esplorare nuovi linguaggi guardando al lavoro di un gruppo di giovani artisti internazionali, la mostra presenta un’inedita selezione di dipinti, sculture ed installazioni site-specific in rapporto allo spazio della galleria.

Textures of the Contemporary si interroga sul concetto di adattamento, dell’“adattare” e dell’“adattarsi”, attraverso l’osservazione di forme che mutano e che invadono gli spazi. Partendo dalla definizione di texture – da leggere come aspetto, trama, consistenza di una superficie o di una sostanza – le opere esposte in mostra indagano le molteplici declinazioni di questo concetto, mettendolo in relazione con lo spazio espositivo. L’intento è di creare un’allusione, anche in senso fisico, a quegli istanti onirici che caratterizzano la nostra esistenza, fatta di momenti fugaci e inafferrabili.

Proprio come questi attimi, le opere in mostra dialogano con lo spazio sfidando ciò che è noto e familiare, integrandosi nell’ambiente oppure modificandolo. Attraverso l’utilizzo di molteplici media e linguaggi espressivi, esse ambiscono a interrompere strutture discorsive consolidate, offrendo all’osservatore punti di vista differenti, mai scontati e alternativi. Negli spazi della galleria, i lavori di Veronika Hapchenko, Stephen Kent, Shinoh Nam e Lena Valenzuela mostrano il loro potenziale nel rappresentare una visione in continua evoluzione, introducendo nuovi ambienti in spazi familiari.

(…) And as a day changes so do its subjects, bugs and birds, cats, dogs, butterflies, and people. John Steinbeck: The Winter of Our Discontent (1961)

Stephen Kent (Harrisburg, Pennsylvania, 1985) vive e lavora a Berlino. Ha conseguito il Master in Fine Arts presso la Cranbrook Academy of Art di Detroit e il Bachelor in Fine Arts presso la Pennsylvania State University. Ha recentemente esposto presso: Elephant Kunsthall (Norvegia), Good Weather Gallery (USA), galleria LVL 3 (Chicago), Haverkampf Leistenschneider Galerie (Berlino), galleria Szydlowski (Varsavia) e Die Brücke Museum (Berlino). I suoi mosaici sono stati pubblicati sui quotidiani “Der Tagespiegel” e “Chicago Tribune”.

Shinoh Nam (Seoul, Corea del Sud, 1993) vive e lavora fra Düsseldorf e Berlino. Sta terminando gli studi in Fine Arts presso l’Universität der Künste di Berlino, dove è allievo di Monica Bonvicini, con uno studio in Architettura presso la Kunstakademie di Düsseldorf con l’architetta Donatella Fioretti. Ha precedentemente conseguito la laurea in Photography & Visual Media presso la Sangmung University di Seoul. Le sue opere sono state esposte presso: Sejong Center, Seoul; Gallery Einstosz, Düsseldorf; Arts Centre Dresden - Schimmel project; Gallery 062, Chicago; Open White Gallery, Berlino; Bloom, Düsseldorf; Gallery Reinraum e.V, Düsseldorf; Artspace SOMA, Berlino; KARMA International, Zurigo; Nadan, Berlino; presso il dipartimento culturale dell'ambasciata della Repubblica di Corea a Berlino e presso Neue Kunstverein, Dessau.

Veronika Hapchenko (Kyiv, 1995) vive e lavora a Cracovia. Ha conseguito il Master in Fine Arts all’Accademia di Belle Arti di Cracovia dopo aver studiato scenografia alla National University of Cinema and Television di Kyiv. Ha esposto in mostre personali presso: Import Export (Varsavia); Nanazenit (Varsavia); i gallery (Cracovia), Baszta Gallery, Dworek Białoprądnicki Cultural Center (Cracovia). Tra le mostre collettive: Fondazione Gierowski (Varsavia); Galleria Krupa (Breslavia); Rundgang, Accademia di Belle Arti di Vienna; Cracow Art Week KRAKERS (Cracovia) e Galeria Atelier II (Cracovia).

Lena Valenzuela (Amburgo, 1989) vive e lavora a Berlino. Attualmente frequenta il Master in Fine Arts presso l’Universität der Künste di Berlino. Ha precedentemente conseguito la laurea in Design presso l’Hochschule für Künste Bremen di Brema. Tra le mostre collettive: MISA, König Galerie (Berlino, 2022); Fasting of My Fantasies, ACUD Galerie (Berlino, 2002); Emergency Gathering. Brave for love and the people fleeing Ukraine by P.L.U.R, ACUD MACHT NEU (Berlino, 2022); Rebound, Künstlerhaus Sootbörn, (Amburgo, 2021); Let's See if This Works, Zirkus Schatzinsel (Berlino, 2021); Mit Haut und Haaren, Raum für Sichtbarkeit (Berlino, 2021). Animation of Dead Material, Künstlerhaus Bethanien (Berlino, 2020).

 



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Premio Arte: Sostantivo Femminile 2022 XIV edizione

 

Il premio giunge alla sua quattordicesima edizione e celebra l’impegno, la creatività e l’estro di otto donne che hanno saputo arricchire il panorama artistico e culturale del nostro paese.

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea torna ad ospitare l’appuntamento dedicato alle donne e al loro prezioso contributo in molteplici discipline.

Il Premio Arte: Sostantivo Femminile, promosso dalla Presidente dell’Associazione A3M - Amici dell'Arte Moderna a Valle Giulia Maddalena Santeroni e dalla Direttrice della Galleria Nazionale Cristiana Collu, giunge alla sua quattordicesima edizione e celebra l’impegno, la creatività e l’estro di otto donne che hanno saputo arricchire il panorama artistico e culturale del nostro paese.

Liliana Segre

Senatrice

Ilaria Capua

Accademica

Francesca Mannocchi

Giornalista

Francesca Dego

Violinista

Francesca Montinaro

Scenografa

Dacia Maraini

Scrittrice

Liliana Moro

Artista

Laura Delli Colli

Giornalista

La cerimonia di premiazione si svolgerà nella Sala delle Colonne martedì 21 giugno alle ore 18.00 alla presenza del giornalista e saggista Marco Damilano, l'attore Alessandro Preziosi, lo storico dell’arte e saggista Costantino D’Orazio,  la Presidente di Acea Spa Michaela Castelli, e Francesco Carderi, Ufficio Stampa Terna Spa, insieme a molti altri esponenti della cultura e della divulgazione italiana.

La Galleria Nazionale, per l’occasione, prevede l’apertura serale straordinaria fino alle ore 22.00, con l’ultimo ingresso alle ore 21.15.

Sarà possibile visitare le mostre in corso: INTERTWINGLED The Role of the Rug in Arts, Crafts and Design, a cura di Martí Guixé e Inga Knölke, che espone in un suggestivo dialogo oltre 80 opere di pittura, fotografia, design e artigianato; la mostra VASCO BENDINI. OMBRE PRIME, a cura di Bruno Corà, che rende omaggio un protagonista della pittura informale italiana nel centenario dalla nascita; Chiara Bettazzi. Surplace, a cura di Saretto Cincinelli, che presenta per la prima volta sotto forma di unica e inedita installazione le opere fotografiche dell’artista, nella sua personale rilettura della “natura morta”; il progetto espositivo di Antonello ViolaAperto confine sulla Gorgone di Sartorio, corpus di opere nato dal confronto dell’artista con il capolavoro La Gorgone e gli Eroi di Giulio Aristide Sartorio; l’installazione site specific realizzata per la Galleria dal titolo Roberto Almagno. Plasmare il disegno, rappresentativa del lavoro di trasformazione operato sui materiali naturali che l’artista conduce da anni.

 



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La Nona edizione del Premio Cramum si sposta al Mercato Centrale Milano 

 

Annunciati i nomi dei 10 artisti finalisti, i premi e le date.

Cramum, in collaborazione con Mercato Centrale Milano, presenta la 9° edizione del Premio Cramum per l'arte contemporanea in Italia con i nomi dei dieci finalisti, che saranno in mostra dal 9 al 17 settembre negli spazi di Mercato Centrale (in via Giovanni Battista Sammartini 2),  al fianco di altrettanti artisti di fama internazionale. Chi vince potrà intraprendere un percorso di mostre e riceverà il “cubo”, simbolo del premio, quest'anno realizzato dalla Marini Marmi in Ceppo di Gré. Grazie alla nuova collaborazione con ArtBite verrà assegnato anche il Premio Speciale Bite&Go&Cramum.  

Cramum e Mercato Centrale Milano annunciano l'avvio di una nuova collaborazione che renderà possibile ai clienti e ai viaggiatori in transito per la Stazione Centrale di Milano di scoprire, oltre ai prodotti degli artigiani del cibo, anche la migliore arte contemporanea, protagonista a settembre della Nona edizione del Premio Cramum.

Il Direttore del Premio Sabino Maria Frassà ha introdotto così la collaborazione: "Cramum da anni sostiene con partner di livello le eccellenze artistiche italiane. L'obiettivo è avvicinare il grande pubblico alle avanguardie dell'arte contemporanea e dare la possibilità ai migliori giovani artisti di far conoscere il proprio lavoro. La scelta di collaborare con Mercato Centrale Milano va in questa direzione: uno spazio di 4.500 mq distribuiti su due piani all'interno della monumentale Stazione Centrale di Milano. Una piazza ideale delle meraviglie del nostro paese in cui il cibo di qualità e la cultura da oggi riusciranno ancora di più a dialogare a tutti i livelli”.
 
Domenico Montano, Direttore Generale di Mercato Centrale, commenta: "La nostra collaborazione si colloca nel quadro di un progetto che caratterizza fin dall’inizio l’attività del Mercato Centrale e che parte dall’idea, molto semplice, che i luoghi della vita e i luoghi dell’arte non devono più rimanere separati. Nel nostro tempo, l’arte non è un’esperienza privilegiata, a cui si accede nei recinti protetti dei musei e delle gallerie, ma è una scoperta che viene a cercarci, vuole raggiungerci nei luoghi sociali, ci chiede di essere pronti e aperti in ogni momento a un dialogo con le forme, le immagini, le situazioni che possono introdurre nella nostra vita di lavoro, di svago e di relazioni, il fermento di un pensiero critico, lo stimolo di una percezione diversa".

La presentazione della nuova collaborazione è anche l'occasione per annunciare i nomi dei dieci artisti finalisti del Premio, protagonisti dal 9 al 17 settembre della mostra LA CADUTA che si terrà al Mercato Centrale di Milano curata dal direttore del Premio Sabino Maria Frassà.
I dieci artisti finalisti, tutti under 40, sono: Marta Abbott (Repubblica Ceca), Anouk Chambaz (Svizzera), Benedetto Ferraro, Gaetano Frigo, Simone Giai, Rossana La Verde, Giovanni Longo, Martina Merlini, Giulia Nelli, Lucrezia Zaffarano.
Al fianco di questi giovani finalisti anche dieci artisti fuori concorso di fama internazionale: Letizia Cariello, Stefano Cescon (vincitore premio Cramum precedente edizione), Franco Fontana, Franco Guerzoni, Peggy Kliafa (Grecia), H.H. Lim (Cina), Franco Mazzucchelli, Fulvio Morella, Luca Pignatelli e Francesca Piovesan.

Al vincitore/vincitrice va: un percorso di mostre, che culminerà con la mostra personale allo Studio Museo Francesco Messina, oltre al “Cubo Cramum”, simbolo del premio, quest'anno realizzato dalla Marini Marmi in Ceppo di Gré. Grazie alla nuova collaborazione con ArtBite verrà assegnato anche il Premio Speciale Bite&Go&Cramum.

Constatato l'elevato numero di iscrizioni e l'elevata qualità dei progetti proposti, Cramum ha voluto nominare, come da bando, anche dieci "Artisti in Evidenza", che si sono distinti per l'innovatività formale e sostanziale del progetto artistico proposto. Le loro opere, anche se non in mostra, saranno pubblicate all'interno del libro del Premio Cramum 2022.
I dieci "Artisti in Evidenza Cramum 2022" sono: Francesco Angioloni, Rossella Barbante, Gabriele Biondi, Nicolò Bruno, Mattia Ferretti, Deborah Graziano, Maria Palena, Vale Palmi, Mila Sambre, Andrea Schifano. 

Il Comitato Scientifico, cuore della giuria del Premio Cramum, decreterà il vincitore/la vincitrice il giorno dell'inaugurazione della Mostra il 9 settembre 2022. Oltre agli artisti fuori concorso fanno parte del Comitato noti galleristi, giornalisti, collezionisti e intellettuali: Marzia Apice, Valentina Ardia, Elsa Barbieri, Loredana Barillaro, Giorgia Basili, Giulia Biafore, Ettore Buganza, Cristiana Campanini, Valeria Cerabolini, Jacqueline Ceresoli, Carolina Conforti, Stefano Contini, Camilla Delpero, Riccardo Fausone, Chiara Ferella Falda, Raffaella Ferrari, Antonio Frassà, Maria Fratelli, Rosella Ghezzi, Pier Luigi Gibelli, Luca Gibello, Luca Gracis, Riccarda Grasselli Contini, Alice Ioffrida, Maddalena Labricciosa, Angela Madesani, Achille Mauri, Marco Miglio, Fabio Muggia, Annapaola Negri-Clementi, Antonella Palladino, Arianna Panarella, Rischa Paterlini, Ilenia e Bruno Paneghini, Federico Pazzagli, Fulvia Ramogida, Iolanda Ratti, Francois-Laurent Renet, Giulia Ronchi, Elisabetta Roncati, Nicoletta Rusconi, Alessandro Scarano, Massimiliano Tonelli, Carolina Trabattoni, Francesca Tribò, Patrizia Varone, Valeria Vaselli, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti, Emanuela Zanon. Il direttore del Premio presiede e coordina il Comitato senza possibilità di voto.

Questa edizione del Premio Cramum è resa possibile grazie alla collaborazione di Cramum con: Mercato Centralanche, Istituto Confucio dell'Università degli Studi di Milano, Associazione Marmisti della Regione Lombardia, Marini Marmi Srl, Studio Museo Francesco Messina, The Art Talk, ArtBite, Cantina Giacinto Gallina e Ama Nutri Cresci.

CRAMUM
CRAMUM è un progetto non profit che dal 2012 sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel Mondo. Il nome è stato scelto proprio perché significa “crema” la parte migliore (del latte) in latino, lingua da cui deriva l’italiano e su cui si è plasmata la nostra cultura. Cramum promuove attivamente mostre e progetti culturali volti a valorizzare Maestri dell’arte contemporanea non ancora noti al grande pubblico, sebbene affermati nel mondo dell’arte. Dal 2013 promuove l'omonimo premio vinto negli anni anche da Daniele Salvalai, Francesca Piovesan, Matteo Fato e Giulia Manfredi.
Dal 2014, sotto la direzione artistica di Sabino Maria Frassà, Cramum intraprende con successo un piano di sviluppo di progetti di Corporate Social Responsibility in ambito artistico, ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana nel 2015.

IL MERCATO CENTRALE           
Il Mercato Centrale, ideato da Umberto Montano con il gruppo Human Company guidato da Claudio Cardini e la sua famiglia, nasce come un nuovo modo di comunicare, sentire e vivere il cibo. Il progetto ha saputo generare a Firenze, a Roma, a Torino e a Milano un nuovo linguaggio che fa della semplicità il suo punto di forza. Gli artigiani con le loro botteghe sono il cuore del progetto: nessuno sa raccontare meglio ogni singolo prodotto e ne conosce alla perfezione le qualità e i punti di forza.

 

 



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The rooom ospiterà la presentazione della rivista digitale ArtOnWorld

 

L’evento è un’occasione per conoscere la produzione di cataloghi digitali a carattere internazionale e della rivista ArtOnWorld. 

Giovedì 16 giugno alle ore 18 the rooom (Palazzo Aldrovandi Montanari, Bologna) ospiterà la presentazione della rivista digitale ArtOnWorld alla presenza di Carmela Brunetti, Editore e Direttore Responsabile della testata Artonworld.com, di Marco Tina, CEO di the rooom, di Giorgia Sarti, socia e Cultural Curator di the rooom, il Docente universitario e Avvocato dell’Arte Giulio Volpe e l’artista e arte terapeuta internazionale Mona Lisa Tina.

Sono presenti, fra gli ospiti, noti artisti internazionali come l’israeliana Inbal Kristin, e le artiste italiane Federica Nobili, Rita Vitali Rosati, Maria Chiara Zarabini, il docente di Storia dell’Arte Contemporanea Andrea Del Guercio e l’esperta di Marketing Sensoriale Marina Montalto da Milano.

La sede di the rooom, all’interno dello storico Palazzo Aldrovandi Montanari, ospita la presentazione sia della rivista artonworld.com sia del libro Dalla Naftalina alla luna scritto dall’artista e scrittrice marchigiana Rita Vitali Rosati, edito da Affinità Elettive. Il libro sarà presentato sempre il 16 giugno alle ore 18,30 con la partecipazione dell’autrice.

L’evento è un’occasione per conoscere la produzione di cataloghi digitali a carattere internazionale e della rivista ArtOnWorld. Gli invitati possono inoltre ammirare la mostra fotografica dell’artista Gianluca Chiodi, intitolata “HEARTH”, presentata l’11 maggio 2022 in occasione di ArteFiera e aperta fino al 30 giugno 2022. La mostra rientra nel progetto culturale sulla sostenibilità di cui the rooom, società benefit, si fa promotore.

Media partner della rivista e dell’evento l’ufficio stampa Culturalia diretto da Norma Waltmann.

Note informative sull’azienda the rooom 

THE ROOOM, concept agency con sede nell’affascinante cornice di Palazzo Aldrovandi Montanari, offre servizi di comunicazione alle imprese sui temi legati alla sostenibilità ambientale, all’innovazione e alla responsabilità sociale. THE ROOOM è uno spazio di contaminazione tra sfere economiche e creative che prende vita attraverso una programmazione di iniziative multidisciplinari ed eventi sui temi della sostenibilità. Incontri aperti alla partecipazione attiva e alla condivisione di innovazione in cui le persone e le imprese possono trovare ispirazione creativa e consapevolezza.

Note informative su ArtonWorld 

ArtOnWorld è una nuova casa editrice multimediale e digitale nata a Roma nel 2020, fondata e diretta dalla storica dell’arte e giornalista Carmela Brunetti, già direttrice responsabile della rivista cartacea Arte Contemporanea News di Roma. Oggi la Brunetti riesce a portare avanti questa azienda, che si identifica nel settore dell’editoria indipendente e sostenibile, grazie alla collaborazione di professionisti e docenti universitari: Giulio Volpe avvocato dell’arte, Roberto Anchisi esperto del comportamento umano e psicoterapeuta, Luca Ticini neuroscienziato, Maria Ernesta Leone Neurologa scrittrice, Andrea Del Guercio docente di arte contemporanea a Brera, la storica dell’arte Francesca Boschetti dei Musei Vaticani, Meeleng da Singapore artista e gallerista, Bill Claxton esperto di certificati digitali, l’artista e arte terapeuta Mona Lisa Tina, Noemi Adabbo Digital Marketing, e uffici stampa internazionali come Culturalia, Nadine Dinter da Berlino e molti altri.

ArtonWorld realizza cataloghi per tutte le ricerche artistiche, monografie di artisti, e cataloghi di design, architettura, scienze e finanza. Ogni tre mesi è pubblicata online la rivista internazionale di arte e finanza artonworld.com, che conta più di 10.000 visualizzazioni al giorno nel mondo, presentando ai lettori il giornalismo indipendente e approfondito: elemento fondamentale che può aiutare una società a crescere libera da pregiudizi e onestà intellettuale. All’interno della rivista si trattano gli argomenti più importanti del nostro tempo e si raccontano storie che altrimenti non sarebbero raccontate. L’obiettivo finale è quello di raggiungere sempre più lettori inquinando il meno possibile.

 



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"Palma Bucarelli. 1961 Viaggio in America" di Mariastella Margozzi

 

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta il volume di Mariastella Margozzi dal titolo Palma Bucarelli. 1961 Viaggio in America, edito da De Luca Editori d’Arte. 

Mercoledì 15 giugno, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta il volume di Mariastella Margozzi dal titolo Palma Bucarelli. 1961 Viaggio in America, edito da De Luca Editori d’Arte.

Il volume racconta la figura di Palma Bucarelli attraverso il corredo di lettere e testimonianze raccolte durante un suo viaggio in America nel 1961. Una donna capace di indirizzare la propria vita con sempre maggiore consapevolezza verso la certezza di poter contare in un campo della Storia, che per lei è stato la storia dell’arte. Lo sguardo sempre rivolto all’orizzonte, più prossimo ma anche più lontano, ha fatto di questa donna una antesignana di comportamenti sociali all’avanguardia, che oggi non stupiscono, ma che nel tempo da lei vissuto erano segnali di insofferenza per una società in cui per una donna era difficile ambire ad una identità professionale nella quale poter emergere.

L’amore assoluto di Palma era la sua professione, la “sua” Galleria. La Storia, come la sua avvenenza, le fu senz’altro amica: responsabile di un museo in giovane età, ma anche in un periodo di ricostruzione generale del Paese, di innovazione e crescita, di confronto internazionale, di aspirazioni e nutrite speranze di poter far parte di un progetto dal respiro più grande rispetto al ristretto panorama italiano.

Il Diario di viaggio in America racchiude un’esperienza unica e audace, che Palma sceglie di affrontare per crescere professionalmente e come persona. La affronta da sola, buttandosi a capofitto in un mondo che ammira ma non sente suo, con l’obbligo morale di voler portare l’Italia fuori dai suoi confini e, probabilmente, rendendosi conto solo in parte che in realtà l’America aveva già invaso i suoi, quelli della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e quelli dell’arte italiana.

In un coro di voci, scambi epistolari e testimonianze - in primo luogo la corrispondenza con Giulio Carlo Argan e con Paolo Monelli – viene raccontata la storia del viaggio, ripercorrendo anche a ritroso i rapporti con le istituzioni museali americane per la circuitazione di mostre di grande rilievo di arte americana. Si racconta il tentativo di coinvolgimento di Walter Gropius in un progetto di ampliamento della Galleria, intuito come essenziale già a metà del secolo scorso. Si tratta di informazioni, testimonianze, memorie che germogliano dal Diario e inseriscono il monologo intimo di quell’esperienza nel mondo reale in cui Palma viveva e lavorava, dando conto degli intrecci e della complessità di una piccola ma significativa storia all’interno della storia dell’arte italiana del secolo scorso.

Mariastella Margozzi, storica dell’arte, ha lavorato per oltre vent’anni alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, occupandosi di arte italiana e straniera del XX secolo, in particolare di grandi artisti, quali De Chirico, Sironi, Guttuso, Modigliani, Klee, Giacometti, ma anche dei movimenti d’avanguardia, come il Futurismo, la Metafisica, l’Arte programmata e cinevisuale.

È stata conservatrice delle collezioni di pittura e scultura del XX secolo della Galleria Nazionale e curatrice di importanti mostre, anche internazionali. Ha approfondito la storia culturale della Galleria attraverso lo studio degli Archivi storico e bioiconografico, interessandosi particolarmente ai decenni della direzione di Palma Bucarelli, della quale ha curato anche la mostra monografica in occasione del centenario della nascita (Il Museo come Avanguardia, 2009).

Da più di trent’anni nei ruoli dell’odierno Ministero della Cultura, è attualmente dirigente dei Musei statali della città di Roma.