art week

 

Fondazione Adolfo Pini presenta È SOLO IN SEGUITO CHE SI RIESCE A DARE LA SENSAZIONE DELL'IMMENSITÀ

Racconteranno al pubblico come attraverso testi critici e un ricco repertorio di immagini, questo libro restituisca i molteplici progetti d'arte contemporanea nelle prestigiose stanze della casa-museo.

La Fondazione Adolfo Pini è lieta di presentare "È solo in seguito che si riesce a dare la sensazione dell'immensità", il suo ultimo progetto editoriale dedicato all'arte contemporanea, realizzato in collaborazione con Boîte Editions. Sabato 20 novembre alle ore 17.00, Adrian Paci, curatore del volume, Silvia Bolamperti, responsabile dei progetti culturali della Fondazione, con Gabi Scardi, curatrice di diverse mostre all'interno di questo percorso, racconteranno al pubblico come attraverso testi critici e un ricco repertorio di immagini, questo libro restituisca i molteplici progetti d'arte contemporanea che hanno trovato spazio nelle prestigiose stanze della casa-museo di Corso Garibaldi 2.

Artisti nazionali e internazionali, nonché giovani emergenti, dal 2016 sono stati invitati a un confronto con un luogo così profondamente connotato e con la presenza, ancora pulsante, del pittore Renzo Bongiovanni Radice, i cui dipinti campeggiano sulle pareti della casa-studio e le cui parole, da cui deriva il titolo del libro, riflettono le nobili intenzioni dell'attività promossa dalla Fondazione. Il volume è articolato in tre sezioni: la prima dedicata alle mostre monografiche ospitate nel piano nobile della Fondazione, una seconda dedicata alle mostre ospitate nella Galleria e una ampia sezione che testimonia il ricco ciclo di incontri con studenti delle accademie promossi dalla Fondazione.

 



art week

 © Sophie Taeuber-Arp, Strasburgo 1926/27. Fondazione Marguerite Arp, Locarno

 

Matinée dedicata a Sophie Taeuber-Arp “Le tue lettere sono un grande confronto per noi…” Sophie Taeuber-Arp e i suoi collezionisti

L’incontro di sabato 4 sarà l’occasione privilegiata di approfondire la figura di Sophie Tauber-Arp.

Sabato 4 dicembre 2021, ore 11:00 - LAC Lugano Arte e Cultura

Interverranno: Tobia Bezzola, direttore Museo d’arte della Svizzera italiana, Simona Martinoli, direttrice Fondazione Marguerite Arp, Walburga Krupp autrice, co-curatrice della mostra Sophie Taeuber-Arp al MoMA New York, Cristina Foglia giornalista, leggerà alcune lettere di Sophie Taeuber-Arp ai collezionisti Annie e Oskar Müller-Widmann.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. È consigliata la prenotazione su www.edu.luganolac.ch.

Il 2021 è l'anno che segna la riscoperta a livello internazionale dell’artista svizzera Sophie Taeuber-Arp; il suo lavoro è stato omaggiato da tre grandi retrospettive al Kunstmuseum di Basilea, alla Tate Modern di Londra e, dal 21 novembre, al MoMA di New York in cui sono esposte diverse opere provenienti dalla Fondazione Marguerite Arp. Nell’anno in corso, la Fondazione Marguerite Arp, Locarno, cura la pubblicazione del volume Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann, in coedizione con le Edizioni Casagrande (italiano) e  Scheidegger & Spiess, Zurigo (tedesco e inglese).

L’incontro di sabato 4 sarà l’occasione privilegiata di approfondire la figura di Sophie Tauber-Arp grazie agli interventi di Tobia Bezzola, direttore del MASI Lugano, Walburga Krupp, autrice e co-curatrice della mostra Sophie Taeuber-Arp: Living Abstraction, Simona Martinoli, direttrice della Fondazione Marguerite Arp, e le letture della giornalista Cristina Foglia.

Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann è il primo volume della nuova collana “Scritti della Fondazione Marguerite Arp”. La pubblicazione rende accessibili per la prima volta al pubblico le lettere e le cartoline che Sophie Taeuber-Arp scrisse a Annie e Oskar Müller-Widmann, i suoi primi collezionisti. La corrispondenza riguarda il lavoro artistico suo e del marito Jean Arp; si intravede sullo sfondo la scena artistica – in particolare parigina – negli anni delle avanguardie. Con il consolidarsi dell’amicizia, si svelano in queste lettere aspetti più privati della vita della coppia di artisti, ad esempio il loro modo di affrontare le difficoltà intervenute con l’occupazione tedesca della Francia nel 1940. Tutte le cartoline illustrate e alcune lettere sono riprodotte in facsimile. Le 35 missive inviate tra il 1932 e il 1942 sono introdotte da un saggio di Walburga Krupp, la maggiore studiosa di Sophie Taeuber-Arp, autrice anche del saggio introduttivo e dei commenti, e da una prefazione di Simona Martinoli, direttrice della Fondazione Marguerite Arp. Arricchiscono il volume un indice dei nomi, fotografie d’archivio in parte inedite e riproduzioni di opere citate nelle lettere.

Sophie Taeuber-Arp

Sophie Taeuber-Arp (19.01.1889 Davos – 13.01.1943 Zurigo) si forma alle scuole di arti e mestieri a San Gallo e Monaco di Baviera, dove si specializza in design tessile e scultura in legno alla scuola Debschitz. Nel 1914 si stabilisce a Zurigo e frequenta corsi di danza espressiva di Rudolf von Laban. Insieme al suo futuro marito Jean/Hans Arp, è attiva nel movimento Dada. Dal 1916 al 1929 insegna disegno tessile e ricamo alla Scuola di arti applicate a Zurigo. Negli anni ’20 si dedica all’architettura d’interni a Strasburgo. Nel 1929 abbandona il suo lavoro a Zurigo e si trasferisce con Arp a Meudon, nei pressi di Parigi. Prima che le truppe tedesche invadano Parigi, fugge nel sud della Francia. Nel 1943 Sophie Taeuber-Arp muore tragicamente a causa di un incidente domestico nella casa degli amici artisti Max e Binia Bill a Zurigo. Pioniera dell'astrazione, Sophie Taeuber-Arp è stata una delle artiste moderne più poliedriche realizzando opere profondamente innovative in molte discipline. Insegnante di arti applicate e creatrice di tessuti e oggetti, fu anche designer e architetta, come pure editrice di riviste. L’artista svizzera, il cui volto è noto a molti per la sua presenza sulla banconota da 50 franchi per diversi decenni, è ormai riconosciuta come una figura centrale delle avanguardie del XX secolo.

Fondazione Marguerite Arp

La Fondazione Marguerite Arp è stata creata nel 1988 da Marguerite Arp-Hagenbach, vedova di Jean Arp. Ha sede nella casa-atelier dell’artista a Locarno-Solduno e custodisce gran parte della collezione di Jean e Marguerite Arp, un archivio e una biblioteca, e si definisce come centro di studi sull’opera di Jean Arp e di Sophie Taeuber-Arp. Il complesso storico, che comprende la casa-atelier e il parco con le sculture, nel 2014 si è arricchito grazie ad un importante ampliamento: su progetto degli architetti Annette Gigon e Mike Guyer è stato realizzato un edificio che dispone di un deposito d’arte concepito secondo i più moderni parametri di conservazione e di uno spazio espositivo.

 



art week

Rosa in mano, Nevine Mahmoud, Margherita Raso con Derek MF di Fabio. Installation view. Courtesy gli artisti; Fanta-MLN, Milano; Soft Opening, Londra. Foto Andrea Rossetti.

 

 

Ascolto collettivo di Cuscino  alla Fondazione Arnaldo Pomodoro

L'opera sonora realizzata da Derek MF Di Fabio per la mostra Rosa in mano, a cura di Eva Fabbris, sarà presentata nella sua versione completa dopo l'anticipazione di settembre.

Domenica 21 novembre alle 14:30 e alle 16:30, in occasione dell'apertura straordinaria degli spazi della Fondazione Arnaldo Pomodoro, sarà possibile partecipare all'ascolto collettivo di Cuscino. L'opera sonora realizzata da Derek MF Di Fabio per la mostra Rosa in mano, a cura di Eva Fabbris, sarà presentata nella sua versione completa dopo l'anticipazione di settembre.

Cuscino è una playlist di tracce audio che può fungere da audioguida della mostra; allo stesso tempo può essere fruita come una sua versione sonora da ascoltare a distanza.

L'opera di Derek MF Di Fabio - editata da m e sonorizzata da Charlotte Simon - nasce da un laboratorio di scrittura condotto presso la Casa di Reclusione di Vigevano tra febbraio 2020 e settembre 2021, sia in presenza che in forma epistolare.

Oggetto al centro del laboratorio sono state le sculture Nevine Mahmoud e Margherita Raso, esposte in mostra in Fondazione e metaforicamente portate in carcere da Di Fabio attraverso immagini e racconti.

Nelle parole dell'artista "il workshop propone la scultura ai partecipanti come somma di gesti e decisioni da indagare attraverso narrazioni e l'invocazione di ciò che è altro. Il tema è il rapporto materiale e sensibile con qualcosa che non è presente, la relazione fisica con la memoria".

ASCOLTA LE TRACCE DI CUSCINO

Domenica 21 novembre lo spazio espositivo della Fondazione è aperto dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 18.

L'ascolto collettivo della versione completa di Cuscino avverrà in due momenti, alle 14:30 e alle 16:30.

Rosa in mano resta aperta al pubblico fino al 17 dicembre 2021

 



art week

 

 

LA PERSONALE DI SIMONE D’AURIA “MY WORLD” INAUGURA LA GALLERIA SPIRALE MILANO | ART&CO

Una delle personalità artistiche più interessanti del panorama creativo internazionale che ha pensato per l’appuntamento a una mostra/installazione che occupi i diversi livelli in cui si sviluppa la galleria.

Dal 18 novembre 2021, il cuore di Milano si arricchisce di un nuovo luogo espositivo: SPIRALE MILANO e ART&CO, in via Moneta 1.

L’evento inaugurale è My World, la personale di Simone D’Auria (Bergamo, 1976), una delle personalità artistiche più interessanti del panorama creativo internazionale che ha pensato per l’appuntamento a una mostra/installazione che occupi i diversi livelli in cui si sviluppa la galleria.

La mostra, in programma fino al 29 gennaio 2022, promossa e organizzata da Spirale Milano e Art&Copresenta 60 opere capaci di esplorare la ricerca più recente dell’autore bergamasco di nascita, ma milanese di adozione, tratte da alcuni dei suoi cicli più famosi.

A partire dal progetto Spoon, la serie di cucchiai giganti (alti oltre 150 cm) che richiamano Claes Oldenburg, realizzati in plastica riciclata, simbolo della rigenerazione dei materiali inquinanti presenti nei mari e negli oceani. Con Spoon, D’Auria si concentra sul rapporto dell’individuo con il mondo, approfondendo il tema della fame, intesa come fame di vita, di pensiero, di libertà, di esperienze, di apertura verso gli altri.

“L’arte di D’Auria è una pratica pop e ben si intenda non “popolare” nella sua versione dispregiativa – chiarisce Milovan Ferronato nel suo testo in catalogo -, bensì di accorta rilettura del sostrato sociale. Il concetto di artigiano è stato per molti anni desueto e di poco appeal, e invece nell’ultimo periodo ha ritrovato, oserei dire finalmente, il suo agognato riconoscimento. Essere artigiani delle proprie opere, come lo è nel caso di D’Auria, significa conoscere il valore plastico della materia, accudirlo al fine di plasmarlo. Significa, in poche parole, essere degli scultori”.

Naturale evoluzione di Spoon è la creazione dei dipinti di Mr. Spoon (che in mostra occuperanno un’intera parete), un personaggio-icona dotato di una propria dimensione artistica che vive all’interno di capolavori come la Danza di Matisse, l’Urlo di Munch, o di opere di autori quali Magritte, Banksy, Jeff Koons, Keith Haring e molti altri ancora.

Il percorso espositivo prende in considerazione anche il progetto solidale che D’Auria ha sviluppato in collaborazione con la Zoological Wildlife Foundation di Miami, nel quale ha fatto interagire alcuni animali, come tigri, scimpanzé, con alcune sue sculture come Tank o WOW, realizzate per sensibilizzare la salvaguardia delle specie animali in pericolo di estinzione.

Il tema della difesa della natura è molto presente nei lavori di D’Auria. Un esempio è la scultura Good boy, che verrà esposta per la prima volta, dove uno squalo addenta un globo che rappresenta la terra, o Moby sbang, una balena stilizzata dalle superfici specchianti.

La rassegna presenta inoltre alcune sculture in fibra di vetro della serie Fuck-Tank, nella quale, con il suo spirito dissacrante, D’Auria crea dei piccoli carri armati in fibra di vetro, le cui forme non convenzionali diventano uno strumento per proteggersi dalle sfide quotidiane dell’esistenza.

Al piano ipogeo della galleria, una sala farà dialogare gli acrilici su tela della serie Sorry Fontana, che interpreta i famosi tagli dell’artista italo-argentino, con la scultura di Pinocchio che pende dal soffitto.

Per tutta la durata della mostra, gli ambienti di Spirale Milano saranno avvolti dalla colonna sonora composta appositamente da Matteo Rigamonti, musicista, produttore, ingegnere del suono e DJ.

Accompagna la mostra, un volume (Skira) con testo di Milovan Farronato.

 



art week

 

 OGR Torino e Fondazione CRT insieme a The European Cultural Foundation presentano The European Pavilion 

Una nuova iniziativa artistica per immaginare il futuro dell'Europa OGR.

OGR Torino e Fondazione CRT, insieme a The European Cultural Foundation, presentano The European Pavilion. Il progetto, ideato da The European Cultural Foundation e sviluppato in collaborazione con Fondazione Camargo, Fondazione Kultura Nova e con il sostegno di Fondazione CRT, accoglie molteplici punti di vista sull'Europa e su un futuro comune sviluppati attraverso il pensiero critico e la ricerca artistica. The European Pavilion non è uno spazio fisico, ma un movimento culturale che promuove collaborazioni trans-locali e trans-nazionali stimolando curiosità, interesse e creatività attraverso le frontiere, i settori e le generazioni. 

Nel corso del 2021, OGR Torino e Fondazione CRT, insieme a The European Cultural Foundation, hanno deciso di aderire a The European Pavilion, promuovendo una condivisione critica, creativa e costruttiva.

"OGR Torino e Fondazione CRT – nell'ambito della collaborazione con The European Cultural Foundation – aderiscono al progetto The European Pavilion e aggiungono un importante tassello al proprio impegno per immaginare non solo l'Europa di domani, ma soprattutto quella di oggi. Sviluppo sostenibile, cittadinanza attiva, investimenti sul capitale umano e attenzione ambientale sono elementi essenziali per il futuro dell'Europa, in sintonia con i valori racchiusi nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite" – dichiara Massimo Lapucci, Segretario Generale di Fondazione CRT e CEO di OGR Torino.

"Con The European Pavilion vogliamo creare nuove opportunità di scambio e condivisione, una piattaforma inedita in cui ricerca artistica e responsabilità sociale si uniscono per avvicinare le persone al di là di confini geografici, sociali e generazionali". L'iniziativa, oltre a sviluppare prospettive inedite e audaci su un futuro europeo, mira ad avvicinare l'Europa alle comunità locali. Con questo obiettivo The European Pavilion nasce come collettivo di padiglioni che riflette e affronta alcune delle sfide più urgenti della contemporaneità, legate al futuro dell'alimentazione, alla gestione dei rifiuti, allo stato della democrazia, alla necessità di ascoltare la voce di chi è emarginato, per delineare insieme una nuova traiettoria proiettata verso il futuro.  Fondamenta del progetto, la convinzione che l'Europa abbia bisogno di un padiglione – un rifugio, una casa – dove poter essere re-immaginata.  Perché non esiste un padiglione europeo sui palcoscenici dei grandi eventi culturali, quali biennali o fiere internazionali, i cui modelli continuano a favorire punti di vista nazionali e competitività diffusa?

The European Pavilion risponde a questa domanda, unendo una moltitudine di approcci e visioni sull'Europa. Il primo incontro in OGR Torino è l'occasione per presentare progetti sviluppati a Venezia, Palermo, Milano e Lubiana ai quali sarà possibile partecipare nel corso del 2021, e iniziative in programma nel 2022.

Tra queste, la nuova commissione artistica a Ludovica Carbotta e il programma di talk Next in Europe promossi da OGR Torino per contribuire attivamente e coinvolgere il pubblico nella riflessione sul concetto di sentimento europeo avviata da The European Pavilion, e affrontare insieme alcune delle questioni più urgenti per il continente. Hanno aderito al progetto The European Pavilion le seguenti organizzazioni che operano in campo artistico e culturale in diversi Paesi europei: ARNA (Svezia), Brunnenpassage (Austria), L'Internationale (una confederazione di sette musei europei), State of Concept (Grecia), Studio Rizoma (Italia), EUpavilion (Italia/Svizzera), Studio Wild (Olanda). Il video della presentazione è disponibile sul canale YouTube di ECF.

 



art week

 Fondazione Adolfo Pini presenta DI RADICI E FREQUENZE - Memorie di un attraversamento

Nell'ambito di Casa dei Saperi il programma di approfondimento della Fondazione dedicato quest’anno al tema delle Radici

Grazie al contributo dei partecipanti dall’11 gennaio all’ 11 febbraio 2022, l’artista presenterà una mostra negli spazi della Fondazione.

Il programma di incontri e attività di Fondazione Pini Casa dei Saperi dedicato quest’anno al tema delle Radici – intese come elemento naturale ma anche come metafora sociale – dedica il prossimo appuntamento, sabato 11 oppure domenica 12 dicembre, al laboratorio DI RADICI E FREQUENZE: memorie di un attraversamento con l’artista Laura Cionci.

Laura Cionci (Roma, 1980), utilizza esperienze oniriche per affrontare le inquietudini contemporanee, e in questo laboratorio guiderà i partecipanti in due momenti: un laboratorio collettivo a dicembre 2021 e una mostra negli spazi della Fondazione a gennaio 2022.

DI RADICI E FREQUENZE: memorie di un attraversamento prende avvio come una performance collettiva, un’esperienza di introspezione profonda attraverso cui l’artista sollecita l'immaginario dei partecipanti. I loro racconti saranno raccolti e confluiranno in un progetto espositivo sonoro ospitato dall’11 gennaio all’11 febbraio 2022 alla Fondazione Pini.

Nella sua ricerca Laura Cionci cerca un sistema di cura fuori dagli schemi convenzionali sovraccarichi: un avvicinamento al “mondo di sotto” aiutato dalle frequenze di un tamburo, un viaggio che lega esperienze personali a simbologie naturali attraverso un particolare stato di coscienza.

Partendo da un’esperienza di introspezione profonda che sollecita l'immaginario collettivo, l’artista crea un legame tra gli spazi della Fondazione e i suoi ospiti sognatori, in un intervento all’apparenza, invisibile agli occhi.

Come sottolinea la curatrice del progetto, Valeria Cantoni Mamiani: “Il tamburo che Laura Cionci utilizzerà come dispositivo è una chiave che apre le porte dell'immaginazione attiva dove si annidano i nostri pensieri, desideri e i nostri sé. Potremo fare un'esperienza creatrice molto speciale che darà vita poi a racconti identitari che saranno protagonisti di un itinerario sonoro attraverso le stanze e gli oggetti della casa di Bongiovanni Radice che racconteranno nuove storie.”

A gennaio i racconti dei partecipanti diventano paesaggi sonori che abitano le stanze della Fondazione, i suoi oggetti, i suoi angoli, intrecciando le memorie della casa alle narrazioni emerse durante il laboratorio. Sarà così possibile visitare e riscoprire la Fondazione Pini partecipando a una mostra che immerge il pubblico in un viaggio fantastico nato dall’immaginazione dei sognatori di DI RADICI E FREQUENZE.

Sotto la direzione di Valeria Cantoni Mamiani coadiuvata da un team curatoriale composto da Sonia D’Alto, Elisa Gianni, Itamar Gov, Cristina Travanini, Casa dei Saperi è uno spazio di riflessione ideato nel 2018, che offre al pubblico un programma disegnato da sguardi trasversali, aperti al nuovo e al cambiamento.

Laura Cionci (Roma, 1980) è un’artista e performer. La sua ricerca coltiva pratiche esperienziali per lo sviluppo di processi creativi volti a riarticolare le potenzialità energetiche umane in relazione alla biodiversità e al territorio. Il suo lavoro è stato presentato in varie sedi istituzionali, musei e gallerie tra Australia, Italia e Sud America. Il suo primo libro, Stato di Grazia, è stato pubblicato nel 2020 da postmedia books.