Mostre

 


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  1. Sidsel Meineche Hansen,SECOND SEX WAR ZONE(dettaglio), 2016. Courtesydell’artista; e Rodeo Gallery, Londra/Pireo.7. Carolyn Lazard,In Sickness and Study, (2015-in corso). Vedutadell’installazione nella mostra “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis.Foto: Bobby Rogers.EN1. Trisha Baga,Mollusca & The Pelvic Floor, 2018. Installation view in “The BodyElectric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo: Bobby Rogers.2. Martine Syms,Notes on Gesture, 2015. Video still. Single channel video (color,sound), 10:27 minutes, loop. Image copyright: Martine Syms. Courtesy of the artist,and Bridget Donahue, New York City.3. View of the exhibition “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis, 2019.Photo: Bobby Rogers4. Ed Atkins,Happy Birthday!!, 2014. Video still. HD video, sound; 6:32min.Courtesyof the artist; and Cabinet, London.5. Sondra Perry,Graft and Ash for a Three Monitor Workstation, 2016.Installation view in “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo:Bobby Rogers.6. Sidsel Meineche Hansen,SECOND SEX WAR ZONE(detail), 2016. Courtesy ofthe artist; and Rodeo Gallery, London/Piraeus.7. Carolyn Lazard, installation view ofIn Sickness and Study, (2015-present) in
     
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    “The Body Electric,” Walker Art Center, Minneapolis. Photo: Bobby Rogers.
     
 
 
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 Max Burchartz, Lotte (Eye), 1928, Stampa alla gelatina ai sali d’argento, 30.2 x 40 cm The Museum of Modern Art, New York, Thomas Walther Collection. Acquired through the generosity of Peter Norton © 2021, ProLitteris, Zürich. Digital Image © 2021 The Museum of Modern Art, New York/Scala, Florence

 

Capolavori della Fotografia Moderna 1900-1940: La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York

Per la prima volta in Europa la collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art di New York. 

Dal 25 aprile al 1 agosto 2021 il MASI Lugano espone per la prima volta in Europa la collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art di New York. La straordinaria selezione di oltre duecento capolavori della fotografia della prima metà del XX secolo rivela come i fotografi attivi in questo periodo storico, grazie alla loro esuberante creatività e alle radicali sperimentazioni, abbiano superato di volta in volta i limiti delle capacità espressive della fotografia, rendendola il mezzo espressivo più importante nell’ambito delle arti visive della nostra epoca.

Le potenzialità creative della fotografia non sono mai state esplorate così intensamente come nella prima metà del XX secolo. Non solo i fotografi, ma anche molti artisti figurativi, sia in Europa sia negli Stati Uniti, hanno sperimentato le possibilità di questo medium di recente invenzione e hanno ideato e sviluppato tecniche e metodi che ancora oggi costituiscono le basi per le più recenti tendenze della fotografia. Ciò non vale solo per l’impiego della fotografia nel giornalismo, in architettura, nella moda e in pubblicità: l’utilizzo di elementi fotografici nelle arti figurative ha conosciuto una straordinaria diffusione proprio in questi decenni.

La selezione di oltre duecento fotografie della collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art di New York che il MASI espone per la prima volta in Europa, offre una visione senza uguali di questo sviluppo. Tra il 1977 e il 1997 il collezionista Thomas Walther ha raccolto le migliori stampe d’epoca ancora esistenti dei più importanti esponenti dei movimenti modernisti così come una sorprendente selezione di immagini di professionisti meno conosciuti attivi prima della seconda guerra mondiale, riunendole in una collezione unica al mondo che il MoMA ha potuto acquisire nel 2001 e nel 2017.

Scattate in città, in campagna, in studio oppure realizzate per le esposizioni storicamente più significative o per pubblicazioni d’avanguardia, queste opere hanno un unico comune denominatore: le radicali innovazioni con le quali i più importanti fotografi del tempo hanno definito e esplorato le loro visioni moderniste. Accanto a immagini iconiche di fotografi americani come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, André Kertész e August Sander, la Collezione Walther valorizza in particolare il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jacobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy e molte altre.

L’esposizione presenta inoltre capolavori della fotografia del Bauhaus (El Lissitzky, Lucia Moholy, László Moholy-Nagy) del costruttivismo (Aleksandr Rodchenko, El Lissitzky) e del surrealismo (Man Ray, Maurice Tabard, Raoul Ubac) e più di cento opere di altri rappresentanti delle avanguardie fotografiche evidenziando come la fotografia abbia conquistato la propria posizione centrale nel campo delle arti visive.

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, include un saggio critico di Sarah Hermanson Meister, Curatrice del Dipartimento di Fotografia, The Museum of Modern Art, New York, brevi introduzioni alle sezioni della mostra e riproduzioni delle opere presentate. La pubblicazione è disponibile in inglese e italiano.

Mostra organizzata dal Museum of Modern Art, New York a cura di Sarah Meister, curatrice del Dipartimento di Fotografia, The Museum of Modern Art, New YorkQuentin Bajac, direttore del Jeu de Paume, Parigi e Jane Pierce, assistente alla ricerca, Carl Jacobs Foundation, The Museum of Modern Art, New York. Coordinamento e sviluppo del progetto al MASI: Francesca Bernasconi e Ludovica Introini.

 

 


 

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 Luigi Pericle, Senza titolo (Matri Dei d.d.d.), 1966, tecnica mista su masonite. Collezione Biasca-Caroni. Foto © Marco Beck Peccoz.

 

"Luigi Pericle. Ad astra" al MASI di Lugano

Il progetto è stato elaborato in collaborazione con l’Archivio Luigi Pericle e il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona. 

Dal 18 aprile al 5 settembre 2021 il Museo d'arte della Svizzera italiana presenta la prima retrospettiva in Svizzera del pittore e disegnatore Luigi Pericle (1916–2001). Il progetto è stato elaborato in collaborazione con l’Archivio Luigi Pericle e il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona. A vent’anni dalla morte dell’artista, l’esposizione ripercorre il lavoro di ricerca artistica e spirituale di Pericle grazie a un’accurata selezione di dipinti, disegni, schizzi, documenti e scritti.

L’esposizione del MASI a Palazzo Reali si articola in cinque sezioni, che delineano l’orizzonte spirituale e artistico di Luigi Pericle. Si riaccendono così i riflettori su un artista che certo studia il passato, ma è rigorosamente contemporaneo nella sua pittura, e nel suo vocabolario si dimostra all’altezza dell’astrazione lirica della seconda École de Paris e dell’arte informale. Molteplici sono le suggestioni di artisti quali Jean Dubuffet, Henri Michaux, Hans Hartung, Pierre Soulages, Maria Helena Vieira da Silva, Julius Bissier e altri che si bilanciano in una sintesi artistica estremamente individuale; in particolare i disegni a china raggiungono un grado virtuosistico di profondità meditativa.

L’esposizione al MASI documenta inoltre il contesto spirituale dell’arte di Luigi Pericle, i suoi studi di calligrafia, astrologia, teosofia, filosofia Zen, ma anche del canone universale della storia dell’arte. 

 

 

Crampi eterna pazienza comunicato ITA finale 1

 

 

 Crampi di eterna pazienza alla Artphilein Library di Lugano

Una mostra organizzata da De Pietri Artphilein Foundation e ospitata da Artphilein Library dal 2 aprile al 14 maggio 2021.

Il 2 aprile 2021 Gianfranco De Pietri ha compiuto 85 anni. L’interesse di Gianfranco per l’arte – anche e soprattutto contemporanea - in tutte le sue complesse declinazioni, trova origine e fondamento nel libro antico, tra i primi oggetti da lui collezionati nel suo ultrasessantenne percorso di appassionato e impegnato collezionista e sostenitore dell’arte. Negli anni Gianfranco, assieme alla moglie Caterina, ha così promosso e supportato artisti, editori, mostre, iniziative, dapprima come privato, poi con la De Pietri Artphilein Foundation, da lui costituita 15 anni fa. Oltre a promuovere le molteplici forme di espressione artistica, la nostra fondazione ha dedicato una particolare attenzione al libro contemporaneo: si è dotata di una propria casa editrice – Artphilien Editions –, ha aperto spazi per presentazioni e mostre di libri, e così di seguito. Tra i propositi, fortemente auspicati e realizzati recentemente citiamo ad esempio l’apertura della nostra biblioteca pubblica, Artphilein Library, dedicata ai libri di e sulla fotografia contemporanea.

Roberto Dossi – poeta, artista e tipografo – ha voluto comporre e dedicare a Gianfranco, al quale è legato da una lunga e intensa amicizia, un poema, in cui rendere testimonianza della passione e dell’interesse di Gianfranco per i libri, ritornando ai primordi del suo percorso, ovvero ai manoscritti miniati: Crampi di eterna pazienza (2013). Questo poema narra della fatica, della solitudine, dei dubbi, delle difficoltà degli scribi che, in scriptorium spesso gelidi, con paziente e laboriosa dedizione, scrivevano, copiavano e abbellivano i testi, preservandone l’esistenza e consentendone la diffusione.
Roberto Dossi ha composto e stampato tipograficamente a mano Crampi di eterna pazienza con caratteri Bodoni corpo 28, su carta Graphia naturale di 310 grammi, in 37 esemplari, in formato 40 x 30.5 cm. Ciascun esemplare è accompagnato di tre opere originali a tecnica mista di Oliana Spazzoli (1943) ed contenuto in un cofanetto telato con chiusura a magneti.
Roberto Dossi, nato nel 1974, poeta ed editore, vive a Merate. Dopo aver lavorato come fabbro, l’incontro nel 1993 con Gian Carlo Bulli, Alberto Casiraghi e Alda Merini, segna la scelta di dedicarsi interamente alla poesia, seguendo le orme dei “migliori fabbri”, vivendo del proprio lavoro poetico. Dal settembre del 2003 ha dato vita alla casa editrice Quaderni di Orfeo.

Oliana Spazzoli è nata a Forlì nel 1943 e ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Ravenna. Artisticamente si è formata con alcuni maestri di pittura e di scultura operanti in Romagna, tra cui Umberto Folli, Vittorio D'Augusta, e Gianantonio Bucci. A partire dai primi anni '80 ha esposto in tutta Italia: Milano, Roma, Venezia, Catania, Forlì, e Bologna. Numerose le sue partecipazioni con designer e architetti, ed importanti le fertili collaborazioni con poeti italiani e stranieri per la realizzazione di libri d'artista, contando tra i suoi interlocutori Alda Merini, Roberto Dossi, Kenneth White, Maddalena Bolis, Vanessa Sorrentino, Nicoletta Conti e Valerio Magrelli.

Info
Aperto il giovedì dalle ore 11:00 alle 17:00 venerdì su appuntamento scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Via Ferruccio Pelli, 13 CH-6900 Lugano

 

 

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Gió MARCONI presenta Matthew BRANNON

La terza personale con la galleria.

Gió Marconi ha il piacere di annunciare "Cold Shoulders / Foreign Affairs / Seafood Dinners / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Very Long Terminal.", la terza personale di Matthew Brannon con la galleria dal 8 aprile - 28 maggio 2021.

Ho realizzato questa mostra durante l'anno surreale che è stato il 2020. Ho immaginato un aereo sospeso a mezz’aria sopra una città in un qualche momento durante il secolo scorso. Leggero come una piuma, pesante come una balena. Ogni opera mostra il sedile di un passeggero invisibile. È il set di una produzione teatrale dopo che lo spettacolo è finito e le telecamere sono spente. È quel momento in cui ti svegli appena prima di ricordarti tutto quello che devi fare. È il centro di un libro che ho scritto molto tempo fa. È uno spazio in cui puoi entrare. Il mondo fluttuante.

- Matthew Brannon, New York City, marzo 2021

Eccolo. In mezzo all'oceano. Sterile come la luna. Giù per miglia sotto l'acqua fredda e pesante. Dove vivono pochi pesci e ci sono meno piante che in un deserto. Solo rocce molto vecchie grandi come montagne. Ci vuole un grande dispiego di forze per spingere l’aereo verso il basso e c’è bisogno di luci come quelle che si usano nei grandi stadi, eppure tutto quello che vedi è nero. Come guidare in un temporale in un incubo nello spazio siderale. E poi è lì. Come un serpente di proporzioni preistoriche. Il cobra più grande del mondo. Capace di divorare persone a bocconi. Scintillante ma morto. Un’enorme prolunga che attraversa i continenti. È il cavo di rete. E tu fai quello che devi. Quello che hai sempre sognato da quando è iniziato. Un modo per salvare il mondo. Un modo per fermare tutta la follia, la distorsione e l'impossibilità. E quando le enormi tenaglie del velivolo iniziano ad incidere l’esterno, è come se sentissi le urla di tutte quelle case piene di tutti quei dispositivi acquistati online e totalmente dipendenti da questo stesso sangue che ora stai interrompendo. Ogni gigantesco taglio nel cavo cancella miliardi di e-mail, messaggi di testo, download, caricamenti e streaming ed evaporano persino e-mail cancellate da tempo. E poi, come il suono di un ghiacciaio che si spezza o di un crack in un bicchiere di vino in una stanza vuota, è finita. E la tensione tira entrambe le estremità del cavo a migliaia di miglia di distanza. Sarà più facile ricostruirne uno che ricollegarle.

 

 

Camogli 2019

 

"RIVIERA" di Gianpiero Fanuli negli spazi del PHOS Centro Fotografia di Torino

La mostra è a cura di Maria Ares Chillon in collaborazione con ARES CONTEMPORARY.

PHOS Centro Fotografia Torino è lieto di presentare RIVIERA una mostra di Gianpiero Fanuli a cura di Maria Ares Chillon in collaborazione con ARES CONTEMPORARY. Sarà visibile dal 12 Aprile al 31 Maggio 2021.

Le immagini si aprono ai ricordi. Richiedono una ripresa, quel ritornare a ritroso con la mente al proprio vissuto. Alla propria storia. Alla propria infanzia. Al sole estivo della riviera. Ai giorni spensierati e felici. Ai respiri di sale. Alle voci di amicizie e di giochi. Noi siamo il ricordo che ricordiamo. L’invito è nel riportare in presenza, nel riattualizzare un vissuto miscelato a nuove immagini. La ricchezza è nell’immaginazione che si ravviva. Il desiderio è nel risveglio dell’uomo segreto che è in noi.

Al contempo, l’opera di Gianpiero Fanuli propone un vedere in trasparenza. Oltre l’istante. L’intenzione è di toccare, con la sensibilità che gli è propria, quel rapporto dell’uomo con lo spazio che incide sull’identità. L’indagine si concentra sull’abitare. Sul rapporto essenziale dell’uomo con lo spazio, in quel suo trattenersi che è rimanere. L'abitare come modo d’essere dell'uomo nel mondo implica l'idea di un tempo che permane. Il paesaggio non solo accoglie singoli istanti, ma dispiega le modalità dell’esistenza. Il luogo si scopre scenario di una messa in scena che richiama, come nel teatro, il persistere di un’azione compositiva. Ruoli e maschere. Architetture e dialoghi. La Polaroid così realizzata pone degli accenti. Offre delle pause. Fa spazio – dentro l’inesorabile scorrere del tempo –. Per non disperdere. Per non lasciar andare. Per poter comprendere. Quest’iconografia mediterranea costringe tutti noi a un ulteriore ascolto.

Marine, porticcioli, piazzette assolate. C’è un’adesione a quella vita che, manifestazione, è racconto e vissuto. La capacità dell’autore, di colui che esce dalle circostanze, è nel rendere astratta la scena indagata. Nel rendere icona uno scampolo di vita rivelata. È nel gioco dell’attesa e del recupero che si consuma l’azione del fotografo. Un fare che ammette, nel mondo, il proprio mondo. Inutile, dunque, la ricerca di un’assoluta corrispondenza. Di una fredda registrazione. Ogni immagine di Gianpiero Fanuli è, primariamente, contaminazione. È illusione. In questo sta la sua bellezza.

Giovanni Pelloso     

Biografia

Gianpiero Fanuli (1977 Mesagne, Italia). Vive e lavora a Milano.Nel suo lavoro cerca la dimensione dello spazio sia esso urbano che umano, mantenendo uno sguardo più iconografico e plastico che illustrativo, enfatizzato anche dall’utilizzo di fotocamere analogiche Polaroids. Ha collaborato con riviste ed esposto in varie collettive e Personali in Italia ed all’ estero, come: Fotofever Brussels, Fotofever Carousel du louvre Paris, Mia photo fair a Milano, The Others Torino Art Verona, Arte Fiera Bologna. Espone in diverse collettive, tra le altre: Some Body to Love curata da Claudio Composti presso la Galleria Mc2gallery di Milano, Strumenti di un Rito Esistenziale, curata da Marco Albertaro e Riccardo Costantini allo spazio Gf Contemporary di Torino. Espone con la Personale Gentleman Take Polaroids con la Galleria Riccardo Costantini Contemporary di Torino. Collabora e ha partecipato con suoi lavori e Portfolios su diverse riviste come: il Fotografo, Art & Law, Perimetro.