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Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino XXXII edizione, 2022 Natur-Park Schöneberger Südgelände e la natura urbana berlinese

 

Hanno messo al centro dell’edizione 2022 questo grande parco pubblico, situato nella parte sud-est del quartiere di Schöneberg.

Al Natur-Park Schöneberger Südgelände e al formarsi di una “natura urbana berlinese” che esso rappresenta viene dedicata la trentaduesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, istituito e organizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche dal 1990.

Le ricerche e le attività del Premio, rivolte annualmente a un luogo, e al suo paesaggio, ritenuto particolarmente denso di valori di natura, di memoria e di invenzione, hanno messo al centro dell’edizione 2022 questo grande parco pubblico, situato nella parte sud-est del quartiere di Schöneberg, aperto ufficialmente per la prima volta nel 1999 ma con una storia molto più lunga: il parco è frutto del lungo periodo di abbandono di un’immensa area ferroviaria e del successivo riconoscimento del luogo come espressione di una “natura urbana berlinese”, punto d’incontro tra le aspirazioni degli abitanti, la cultura contemporanea del paesaggio e l’affermazione di una profonda attenzione ecologica per la città.

Si tratta di un grande spazio pubblico che ha contribuito a rinnovare la concezione di parco urbano, caratterizzato dalla commistione di strutture ferroviarie abbandonate, grandi estensioni di vegetazione, che in gran parte si è deciso di assecondare nella sua crescita spontanea, interventi artistici che ne accompagnano la visita e il godimento, sottolineando il dialogo tra i segni della presenza umana e il divenire della natura.

Il Natur-Park Südgelände, con la sua lunghezza di 1,7 chilometri, fa parte di una più ampia successione di parchi pubblici che la città ha realizzato, da nord a sud, a partire da una costellazione di “vuoti” che si è saputo interpretare come un intero paesaggio. Un “brano di natura urbana” e un laboratorio nel quale s’incontrano le sperimentazioni dell’ecologia, vi si confrontano e convergono istanze sociali diverse, si mettono in atto nuovi metodi nella cura e nel governo dello spazio urbano.

La storia del Natur-Park Schöneberger Südgelände è intimamente legata a quella della città della Berlino del dopoguerra, città isolata e divisa, e quindi all’interruzione delle sue attività ferroviarie e industriali, al progressivo smantellamento delle linee e abbandono degli impianti, dal quale prende avvio un processo di riappropriazione del suolo da parte della natura. Successivamente, il disegno dei futuri assetti infrastrutturali conduce all’idea di occupare gli spazi del Südgelände con una nuova stazione merci meridionale fino a quando, dal 1980 in poi, si fa strada un’inversione di sguardo grazie all’emergere di una coscienza ecologica che segnala l’importanza di questo sito per il suo valore naturalistico e per le sue potenzialità sociali in relazione alla vita quotidiana dei cittadini.

La cessione dell’intera area al Senato di Berlino e la gestione, dal 1986, da parte di Grün Berlin, segna l’avvio di un grande cantiere sperimentale al quale partecipano ecologi, associazioni ambientaliste e cittadini comuni, gli studi di pianificazione del paesaggio Planland e ÖkoCon e il gruppo di artisti Odious, insediato nel parco. A partire dal luogo, in una condizione immersiva tra la presenza invadente della natura e le “rovine” di un paesaggio abbandonato, i diversi attori trovano un modus operandi che conduce all’esperienza viva del Natur-Park Schöneberger Südgelände.

I principali momenti pubblici del Premio Carlo Scarpa 2022 si svolgeranno nel mese di maggio:

Venerdì 13 maggio alle 18 sarà aperta negli spazi Bomben di Treviso la mostra dedicata al Natur-Park Schöneberger Südgelände, nel cui contesto sarà anche proiettato il film documentario sul luogo, prodotto dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e diretto dal regista Davide Gambino, e sarà disponibile, in italiano e in inglese, il volume collettivo Natur-Park Schöneberger Südgelände e la natura urbana berlinese, a cura di Patrizia Boschiero, Thilo Folkerts, Luigi Latini (coedizione Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga, Treviso 2022). La mostra sarà aperta fino a domenica 31 luglio.

Sabato 14 maggio, dalle 9.30 alle 13.30, si terrà nell’auditorium della Fondazione Benetton a Treviso un convegno pubblico internazionale dedicato al luogo e ai temi di questa edizione del Premio, che, coordinato da Patrizia Boschiero e Luigi Latini, vedrà la partecipazione di Klaus Duschat, Thilo Folkerts, Ingo Kowarik, Norbert Kühn, Anna Lambertini, Rita Suhrhoff.

Alle ore 17 di sabato 14 maggio si terrà, nel Teatro Comunale di Treviso, la cerimonia pubblica con la consegna del sigillo simbolo del Premio, che quest’anno sarà affidato alla paesaggista Rita Suhrhoff (Grün Berlin, responsabile del parco), allo scultore Klaus Duschat (collettivo artistico Odious) e all’ecologo e pianificatore Ingo Kowarik, le tre figure che, insieme, maggiormente esprimono i valori e gli insegnamenti che il Comitato scientifico della Fondazione Benetton ha riconosciuto nel Natur-Park Schöneberger Südgelände: un luogo che rappresenta la capacità di trasformare un’idea di natura urbana in luogo di vita e forma di cittadinanza, che è frutto di esperienze condivise, punto d’incontro tra conoscenze diverse e grandi capacità di ascolto, tra ambiente sociale e dibattito culturale.

Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino – così intitolato in onore di Carlo Scarpa (1906-1978), architetto e inventore di giardini – è un lavoro di ricerca, una campagna di studio, cura e divulgazione promossa e organizzata ogni anno, dal 1990, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, e rivolta a un luogo del mondo, scelto in quanto ritenuto particolarmente denso di valori di natura, di memoria e di invenzione, e individuato a seguito di momenti di confronto, ricerche specifiche, viaggi di studio e approfondimento.

La campagna del Premio Carlo Scarpa consiste in una serie di attività ritenute utili per la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione del luogo designato. In particolare comprende: la cura e pubblicazione di un libro in italiano e in inglese, la produzione di un film documentario, la realizzazione di una mostra, l’organizzazione di uno o più incontri di studio e di una cerimonia pubblica nel corso della quale viene consegnato alle figure maggiormente rappresentative dei valori del luogo il riconoscimento simbolico costituito dal “sigillo” disegnato da Carlo Scarpa.

Comitato scientifico e coordinamento del Premio

Luigi Latini, architetto, Università Iuav, Venezia (presidente);

Giuseppe Barbera, agronomo, Università degli Studi, Palermo;

Hervé Brunon, storico del giardino, CNRS, Centre André Chastel, Parigi;

Thilo Folkerts, architetto paesaggista, 100Landschaftsarchitektur, Berlino;

Anna Lambertini, architetto, paesaggista, Università di Firenze;

Monique Mosser, storica dell’arte, Scuola superiore di architettura, Versailles;

Joan Nogué, geografo, Università di Girona;

José Tito Rojo, botanico, Università di Granada.

 

Le attività del Premio Carlo Scarpa sono coordinate da Patrizia Boschiero e da Luigi Latini.

Iniziativa culturale con il patrocinio di: UNISCAPE; Ministero della cultura; Regione del Veneto; Città di Treviso.

 



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FONDAZIONE BURRI RIAPERTURA SPAZI MUSEALI DEGLI EX SECCATOI

Riaprono, dopo due lunghi anni di intensi e studiati lavori di risistemazione, riqualificazione e di restauro, gli Ex Seccatoi del Tabacco.  

In occasione del 170esimo anniversario della nascita del Maestro Alberto Burri riaprono, dopo due lunghi anni di intensi e studiati lavori di risistemazione, riqualificazione e di restauro, gli Ex Seccatoi del Tabacco.

Alla presenza degli organi statutari della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, presidente e comitato esecutivo, composto da Bruno Corà, Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri, la sede espositiva è stata presentata, completamente musealizzata e rinnovata, alla stampa e alle autorità. Sold out per le prenotazioni private dei cittadini in visita nella giornata di domenica 13 marzo: oltre 450 le persone che hanno contattato la biglietteria di Palazzo Albizzini per prenotare una visita, gratuita, in anteprima. Già storicamente importanti per la loro storia, il loro legame con la città e per le opere ospitate negli undici capannoni, ora la sede espositiva degli ex Seccatoi del Tabacco ha raggiunto il suo apice grazie ad un attento lavoro di musealizzazione voluto e realizzato dalla Fondazione Burri sotto l’attenta guida dell’architetto Tiziano Sarteanesi, coordinatore generale del progetto e dei lavori, e della sua equipe tecnica formata dall’architetto Cristian Beccafichi, gli ingegner Luca Marioli e Ciro Colcelli, il geologo Milko Mattiacci, il perito industriale Marco Biccheri ed il geometra Giovanbattista Francioni.

Dieci i milioni di euro investiti dalla Fondazione Burri in sette anni di lavori, dal 2015 al 2022. Si è iniziato con la riqualificazione del piano sottostante e i risanamenti esterni, costati circa 5,7 milioni di euro. Due milioni e mezzo circa di euro sono stati investiti per la nuova area, inaugurata nel 2019 e, all’incirca altrettanti per il restyling del piano superiore con importanti lavori climatici, sulla pavimentazione, e di manutenzione delle opere.

Gli Ex Seccatoi del Tabacco sono sempre più legati a Città di Castello grazie anche alla scelta della Fondazione Burri di coinvolgere negli importanti lavori quasi esclusivamente ditte del territorio: Cesa di Falcini, l’impresa edile Epi Simone, CMM Monaldi, per impianti elettrici e speciali la Ilce, per la tinteggiatura Vincenzo Vandini, per i montaggi e l’allestimento Piero ed Emanuela Apolli con la collaborazione di Atlante Servizi Culturali, I Guzzini, sponsor tecnico, hanno curato il progetto illuminotecnico fornendo tutti i corpi illuminanti. La ditta spoletina TecnoReco si è occupata della manutenzione delle opere on tecniche non invasive.

“Un ambiente nato non per essere un museo, oggi finalmente rientra in una musealizzazione moderna e riconosciuta. – ha detto il presidente della Fondazione Burri, Bruno Corà, in conferenza stampa - Una sede come questa, dà orgoglio alla Fondazione e ci permette di poter dialogare con tutti i più grandi musei del mondo. Sono veramente pochissimi nel mondo i musei d'artista, cioè dedicati ad un solo artista, in una città: e Città di Castello può vantare un percorso museale che inizia da Palazzo Albizzini che non teme paragoni con nessuno. Quella di oggi – ha aggiunto Corà - è una giornata particolare e molto emozionante: ogni volta che percorriamo le sale degli Ex Seccatoi del Tabacco è una nuova emozione dettata soprattutto della capacità titanica dell'artista alla quale non ci si abitua mai. Osservare le opere di Burri all’interno di questa sede espositiva lascia sempre stupore e meraviglia. E’ questo un patrimonio che ci invidia il mondo intero”. Più tecniche le parole dell’architetto Tiziano Sarteanesi che, dopo aver riepilogato la storia “capannoni” nati per lavorare l’essicazione del tabacco, si è soffermato sugli importanti lavori svolti nel corso di questi sette anni.

“In questi anni la Fondazione Burri ha elaborato un vasto progetto di bonifica, riqualificazione, ripristino, restauro e implementamento degli spazi espositivi degli edifici degli Ex Seccatoi. – ha spiegato Sarteanesi – Mediante due specifiche fasi di elaborazione di un’unica idea progettuale, gli undici Seccatoi sono stati sottoposti ad una profonda opera di bonifica, prima rivolta al loro piano seminterrato e successivamente al piano rialzato. E’ stato adottato un sistema di drenaggi diffusi e canalizzazioni di allontanamento per caduta, in modo da stabilire il livello della falda acquifera formatasi sotto il pavimento e renderlo costante rispetto ad ogni evento atmosferico. Si è poi proceduto alla realizzazione di un nuovo solaio con intercapedine aerata”. Sono stati compiuti anche interventi di carattere statico nelle fondazioni e sull’imposta dei pilastri aumentando la stabilità generale del complesso.

“Sul piano rialzato, all’interno degli ambienti, lo stesso Burri aveva progettato delle pareti perimetrali in cartongesso imbiancate: su di esse sviluppò il percorso espositivo a noi tutti noto. Si tratta dei grandi cicli pittorici, Il Viaggio (1979), Orsanmichele (1980), Sestante (1982), Rosso e nero (1983-1984), T Cellotex (1975 – 1984), Annottarsi (1985 – 1987), Non ama il Nero (1988), Grandi Neri (1988 – 1990), Metamorfotex (1991) e Nero e Oro (1992 – 1993). Il nuovo progetto di musealizzazione dei Seccatoi – ha precisato l’architetto Sarteanesi – ha mantenuto le medesime pareti decise da Burri e la medesima disposizione e successione di opere. Una particolare attenzione è stata riservata agli impianti di climatizzazione e di illuminazione mediante l’uso di tecnologia a led che restituiscono le giuste cromie delle opere pur conservando le apparecchiature originali volute da Burri”. Inoltre Tiziano Sarteanesi ha sottolineato che “l’intero museo degli Ex Seccatoi è stato cablato con rete wi-fi e fibra ottica, telecamere e impianti audio, adeguati alle ultime tecnologie per ogni tipo di necessità comunicativa, culturale e di sicurezza”.

Un plauso per gli importanti lavori appena conclusi lo ha fatto il sindaco Luca Secondi in coro con l’assessore alle Politiche Culturali Michela Botteghi. “Significative coincidenze rendono ancora più importante la giornata odierna di riapertura al pubblico degli ex seccatoi dopo due anni di lavori di risistemazione, riqualificazione e di restauro, a partire dalla data 12 marzo giorno di nascita del maestro e riconferma del professor Bruno Corà alla presidenza della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri assieme al consiglio in parte rinnovato con la designazione dei membri di spettanza pubblica e non. Una riconferma prestigiosa quella del professor Corà che ha guidato fino ad ora con grandissima competenza, passione e senso di appartenenza alla comunità tifernate un organismo unico in Europa, che può vantare un numero di opere d’arte contemporanea di valore artistico e culturale immenso che fa onore alla città, alla regione all’Italia nel mondo. – prosegue il primo cittadino - La città, ne sono sicuro, nutre una forte aspettativa nei confronti di questo nuovo consiglio della Fondazione, aspettativa legata in primo luogo alla non procrastinabile realizzazione di Piazza Burri e ad un impegno condiviso nel diffondere l’arte del grande maestro sia sul piano internazionale che a livello locale nella nostra comunità, rendendo l’artista tifernate una presenza forte e condivisa nella memoria  cittadina come un patrimonio culturale che ci appartiene”.

Ma non è finita. Dopo sette anni di lavori si guarda ancora al futuro con importanti progetti pronti per la realizzazione: “Sono già pronti i fotovoltaici. – ha annunciato Sarteanesi . Inoltre nei due capannoni esterni c’è il progetto della realizzazione di un bunker che accolga in sicurezza per le opere, un laboratorio di restauro e un altro dove vorremmo impiantare la didattica, rivolta non solo alle scuole del territorio, ma che coinvolgerà anche altre realtà come l'Università Sapienza di Roma. Infine, con l’acquisto da parte della Fondazione di una palazzina adiacente il perimetro dell’ampio giardino della struttura, c’è il progetto di realizzare un punto di ristoro importante”.

Tante le autorità arrivate a Città di Castello in occasione del taglio del nastro: la governatrice della Regione dell’Umbria, Donatella Tesei, Dirigente del Servizio Musei, Archivi e Biblioteche della Regione Umbria, Antonello Pinna, la coordinatrice ICOM Regione Umbria, rappresentanti della Soprintendenza ai Beni Culturali dell’Umbria il vescovo diocesano, monsignor Domenico Cancian, rappresentanti delle forze dell’ordine tra cui, dal nucleo per la tutela patrimonio culturale dell’Umbria il Tenente Colonnello Guido Barbieri.

Da martedì 15 marzo sarà, dunque, possibile visitare, oltre che la sede espositiva di Palazzo Albizzini, anche quella degli Ex Seccatoi del Tabacco con i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18,30. Sabato e domenica, e giorni festivi, invece, nell’orario continuato 10 – 18. Chiuso il lunedì, ad eccezione dei giorni prefestivi. Come sempre, nel rispetto delle vigenti normative, si consiglia la prenotazione contattando la Biglietteria di Palazzo Albizzini al numero 0759554649. 

 



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Il Museo Bagatti Valsecchi presenta "Miss me"

Performance musicale, unica e inedita, del musicista e produttore Emiliano Pepe che, con pianoforte e voce, accompagna il pubblico in un viaggio estremamente coinvolgente attraverso melodie e immagini.

Mercoledì 16 marzo 2022 alle ore 19.30, per il cartellone Stasera al Museo. Nel segno delle donne, il Museo Bagatti Valsecchi ospita un evento speciale: Miss me, performance musicale, unica e inedita, del musicista e produttore Emiliano Pepe che, con pianoforte e voce, accompagna il pubblico in un viaggio estremamente coinvolgente attraverso melodie e immagini.

Per la prima volta il Museo Bagatti Valsecchi ospita una esibizione di questo genere, in cui la musica sperimentale dell’artista, prende forma attraverso un’esibizione di pura improvvisazione pianistica. Emiliano Pepe lasciandosi ispirare dalla tematica della rassegna – ossia le donne - sulla base di Miss me, una delle tracce del nuovo album Self Magic che ha consacrato alla ricerca dell’auto–cura, propone un’esperienza immersiva nella quale celebrare la propria parte femminile come forma d’arte evolutiva. Miss me richiama infatti la sua parte “Miss”, e vuole glorificarla in virtù dell’abbattimento del confine tra maschile e femminile, dimostrando quanto sia inutile, da parte degli uomini, voler esibire a tutti i costi la propria virilità attraverso il possesso.

“Quando si parla di ispirazione e gusto mi piace attingere dal mondo femminile e maschile cercando di trascendere il concetto di ‘confine’ per arrivare ad un’idea di anti-modello totalmente inclusiva. All the Loves I Respect”

Attraverso il suono, le parole e le immagini che accompagneranno le melodie, sarà possibile vivere una sensazione di totale coinvolgimento, in un viaggio sonoro unico e tridimensionale.

L’evento si inserisce all’interno del cartellone “Stasera al Museo”, diciannove eventi di musica e teatro, che da marzo a dicembre prenderanno vita nel Salone d’Onore del Museo, tutti legati da un fil rouge che vede protagoniste diverse figure femminili declinate in vari ambiti del sapere: donne artiste e storiche dell’arte, musiciste, scienziate, donne a cui la storia ha riservato un posto speciale ma anche donne comuni, a cui questa rassegna vuole rendere omaggio.

Ideata dal nuovo Conservatore Antonio D’Amico, Stasera al Museo rappresenta un unicum tra le proposte culturali dei musei milanesi, con l’obiettivo di mettere in luce l’identità di una Casa Museo che, nata a metà Ottocento come dimora di incontri e ricevimenti, è oggi un museo aperto per accogliere il pubblico non solo per ammirare le collezioni permanenti, ma anche per assistere a rappresentazioni teatrali e concerti dal vivo.

 



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 Alberto Loro, Venere, 2019, olio su tela e telina, 70x70 cm courtesy Alberto Loro.

 

Alberto Loro. FUORI DALL'ANGOLO da Spazio Orso 16

La mostra dell’eclettico artista milanese in esposizione con 21 dipinti.  

Alberto Loro presenta Fuori dall’angolo. Da giovedì 24 marzo al 1° aprile allo Spazio Orso 16 sarà possibile visitare la mostra dell’eclettico artista milanese in esposizione con 21 dipinti a cura di Vera Canevazzi e Caterina Frulloni.

Fuori dall’angolo è un percorso attraverso gli ultimi lavori di Alberto Loro, una mostra articolata nei due piani dello Spazio Orso 16: il luminoso piano terra, rischiarato dalle grandi finestre che si affacciano sul giardino interno e il piano interrato dall’atmosfera raccolta, con i mattoni a vista e le volte a botte.

Alberto Loro è l’inventore e il creatore di particolari quadri ad angolo, tridimensionali, per i quali viene soprannominato “l’Angolista”. Le sue opere sono il frutto di un lavoro di sperimentazione e relazione tra mitologia, design e architettura. 

Eclettico e poliedrico Alberto Loro – che ogni mattina indossava giacca e cravatta presso una delle sedi di Intesa Sanpaolo di Milano, dove occupava la poltrona di direttore – ha ottenuto con le sue opere numerosi riscontri non solo all’interno di importanti collezioni d’arte, ma anche tra privati e noti stilisti di alta moda.

Per Giovanni Paolo II realizzò due mitrie ed un piviale studiando l’iconografia cristiana, mentre nell’aprile 2007 il Pontefice Benedetto XVI ha indossato, durante la messa in Coena Domini, la sua mitra di foggia classica e il Velo omerale. In onore di Papa Francesco ha anche realizzato un piviale contro le guerre.

Perché sì, Alberto Loro è un artista a tutto tondo: costumista teatrale, disegnatore di pellicce, illustratore. Una vocazione artistica decisamente controcorrente. “Mentre facevo carriera in banca disegnavo pellicce e costumi teatrali”, ha dichiarato in una passata intervista.

Ma è l’angolo il suo tema più caro.

L’angolo è luogo prospettico, polisemantico: può essere spazio intimo di riflessione, nido, riparo, ma anche vicolo cieco o luogo di abbandono per gli oggetti dimenticati. Fuori dall’angolo c’è il riscatto, la crescita. Alberto Loro attraverso i suoi quadri si pone come un tramite, un mezzo per farci entrare in contatto con la nostra realtà interiore. La destinazione finale del percorso nel quale ci accompagna siamo noi stessi. I suoi quadri altro non sono che un messaggio di riscatto.

Un tema caro all’artista che adesso abbandona i suoi dipinti angolari per cedere il passo a rigorose cromie quadrate dove la sovrapposizione centrale di quadrati più piccoli, talvolta centrati, talvolta ruotati alla maniera di rombi, conferisce una piacevole dimensione di sorpresa. Le sue tele restano oggetti-evento, consapevoli dell’eredità rigorosa e plastica dell’Op Art, delle sperimentazioni del Bauhaus e soprattutto della pittura oggetto italiana, che pur incorporano una variante emotiva, immediata e imprevista, un angolo che si piega. Che ci lascia uscire fuori per ciò che siamo.

APPROFONDIMENTI

ALBERTO LORO

Alberto Loro vive e lavora a Milano. Dopo il diploma in design presso l’Istituto Tecnico Marangoni e in modellismo industriale presso l’Istituto Secoli, Loro diventa costumista teatrale, disegnatore di pellicce e illustratore. Nella sua creatività eclettica lavora trasversalmente nell’ambito della moda, dell’arte e del design: tra il 2001 e il 2013 disegna per i tre Santi Padri due Piviali, tre Mitrie e il Velo Omerale per la Coena Domini. Dal 2004 inizia a esporre le sue opere con continuità e a prendere parte a diverse attività artistico-culturali, con la prima mostra personale nella galleria di Jean Blanchaert a Milano e la partecipazione alla collettiva Sul filo della lana, a cura di Philippe Daverio (Biella, Ex Lanificio Pria). Nel 2005 partecipa alla collettiva ESSERCI a cura di Philippe Daverio, nel padiglione off della LII edizione della Biennale di Venezia (Venezia, chiesetta di San Gallo), che poi diventerà esposizione itinerante fino al 2007. In quell’anno Alberto Loro partecipa nuovamente al progetto, esponendo una sua opera 7x13 presso l’Ex Lanificio Pria di Biella; da segnalare inoltre l’esposizione Rigorismo (Milano, 2011) presso la Lattuada Gallery, dove le opere di Loro vengono accostate a quelle di Fontana, Scheggi, Castellani, Bonalumi, Pinelli. La stessa esposizione viene poi ospitata nel 2015 presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York. Tra le principali mostre personali si ricordano: The Corner, Galleria d’arte Il Mappamondo (Milano, 2010); I miti, Lattuada Gallery (Milano, 2014); Un angolo contro, Spazio Ridotto dell'Hotel Bauer  (Venezia; in seguito Teatro Franco Parenti, Galleria Glauco Cavaciuti, Milano, 2015-2016) curata da Giacomo Nicolella Maschietti; The Ugly, The Unloved, The Unwanted curata da Giacomo Nicolella Maschietti, Spazio Natta (Como, 2017), Dimore all’angolo, Villa di Corliano (San Giuliano Terme, 2018); La Mitologia di un angolo, Istituto Auxologico (Milano, 2019). Nel 2012 viene invitato dal Governo dell'Azerbaijan come unico artista italiano nell’ambito del Terzo Concorso Internazionale a Baku, dove dipinge una delle dodici Maiden Tower in scala, proseguendo la collaborazione con la commissione di un’opera per la First Lady Mehriban Aliyeva e con la realizzazione della mascotte per i primi European Games a Baku. Le sue opere si trovano in prestigiose collezioni pubbliche e private, tra cui l’Istituto Italiano di Cultura a New York, i Musei Vaticani, il Heydar Aliyev Center a Baku e il Museo di Arte contemporanea di Nocciano (PE).

VERA CANEVAZZI

Vera Canevazzi è una Art Consultant e curatrice indipendente di Milano. Si è formata come storica dell’arte, specializzandosi in arte rinascimentale, presso l’Università degli Studi di Milano e la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze. Ha lavorato con diverse istituzioni culturali e gallerie d’arte in Italia e all’estero, tra cui il Chelsea Art Museum, la galleria Lia Rumma e la galleria Mimmo Scognamiglio. Nel 2012 ha collaborato all’apertura della Cortesi Gallery (Lugano, Londra, Milano), che ha diretto fino al 2017; mentre nel 2018 apre lo studio milanese Vera Canevazzi Art Consulting: un’attività rivolta a privati, aziende, gallerie, artisti e studi di Interior design e architettura. Diventa docente all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia nel 2019, è inoltre Lecturer presso il Master di Economia e Management dell’Arte e della Cultura della 24Ore Business School e presso il Master di Arts Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2020 è perito tecnico per il Tribunale di Milano, nel 2020 autrice del volume “Professione Art Consultant”, edito da FrancoAngeli. 

CATERINA FRULLONI

Caterina Frulloni ha conseguito la laurea triennale in Filosofia Estetica all’Università degli Studi di Firenze, dopo un periodo di ricerca alla Eberhard Karls Universität di Tübingen (DE) sulla nozione romantica di Ideale. È stata co-curatrice del progetto espositivo annuale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano tra il 2019 e il 2020, dove ha acquisito la laurea magistrale in Filosofia Estetica. Ha frequentato il Master Specialistico in Arts Management and Administration alla SDA Bocconi e dal 2020 collabora come curatrice e consulente d’arte con artisti emergenti e diverse realtà, tra cui lo studio milanese Vera Canevazzi Art Consulting. Da febbraio 2021 fa parte del dipartimento di Sales and Operation di Weng Contemporary (CH).

SPAZIO ORSO 16

Lo spazio Orso 16 è uno spazio polifunzionale dedicato alle esposizioni di arte, design e moda. Si trova nel cuore di Brera all’interno di un palazzo storico in Via dell’Orso, nello stesso cortile che ha visto nascere una delle realtà più interessanti del panorama dell'arte milanese, la Galleria Francesca Kaufmann (oggi kaufmann repetto).

 



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Gian MariaTosatti Foto Andrea Veneri

 

Fondazione La Quadriennale di Roma: presentata la programmazione 2022-2024

L’anniversario coincide con uno snodo particolare della vita dell’Istituzione e imprime uno slancio alla revisione delle sue attività, in una logica di continuo rinnovamento e ampliamento della portata della sua azione.

Lunedì 7 marzo 2022, Umberto Croppi, Presidente, e Gian Maria Tosatti, Direttore artistico, hanno presentato la programmazione 2022-2024 della Fondazione La Quadriennale di Roma in occasione dei 95 anni della Quadriennale (1927-2022). L’anniversario coincide con uno snodo particolare della vita dell’Istituzione e imprime uno slancio alla revisione delle sue attività, in una logica di continuo rinnovamento e ampliamento della portata della sua azione.

LA STRATEGIA DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE

Dopo la Quadriennale d’arte 2021, il Consiglio di amministrazione della Fondazione, presieduto da Umberto Croppi e composto da Lorenzo Micheli Gigotti, Fabio Mongelli, Valentina Tanni, ha deciso di utilizzare il triennio 2022-2024 come opportunità per consolidare l’identità di Quadriennale come ente di ricerca sulle arti visive in Italia del XX-XXI secolo e come ente promotore degli artisti italiani nel nostro Paese e all’estero, secondo alcune linee di indirizzo precise: mappatura e promozione dell’arte emergente; iniziative di formazione; rapporti stabili di collaborazione con istituzioni all’estero; comunicazione, ricerca e formazione relative al mondo delle tecnologie digitali e di rete.

Nel solco delle scelte operate per il precedente triennio, il Cda ha voluto dotare la Fondazione di un Direttore artistico, per dare continuità e coerenza alle attività. Ma ha ritenuto di mantenere fuori dalla programmazione 2022-2024 la Quadriennale d’arte per concentrare lo sguardo sull’intera gamma di strumenti e servizi con i quali si può estrinsecare la missione di Quadriennale, con l’attivazione di tutte le leve del suo statuto.

La progettazione e la realizzazione del programma 2022-2024 sono state affidate a Gian Maria Tosatti, selezionato tramite bando pubblico e nominato direttore artistico della Fondazione fino a settembre 2024.

«Siamo molto contenti di presentarci oggi con un programma ambizioso e con attività già in essere», dichiara Umberto Croppi, che prosegue: «Questo grazie al costante sostegno dei nostri partecipanti, Ministero della Cultura, Regione Lazio, Comune di Roma. Desideriamo inoltre esprimere la nostra gratitudine ai prestigiosi partner istituzionali: la Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha dato un fondamentale contributo alla produzione, e Treccani, con cui abbiamo rinnovato intese sempre più integrate».

IL METODO E I CONTENUTI DELLA PROGRAMMAZIONE

Gian Maria Tosatti ha ideato per il 2022-2024 un percorso unitario e organico, strutturato in pratiche operative che non sono concepite come progetti a sé stanti, ma sono pensate come ingranaggi interdipendenti di un unico meccanismo. Questo percorso ha l’obiettivo di fare di Quadriennale un luogo di riflessione radiante per ricerche, indagini e approfondimenti sull’arte italiana.

L’articolazione del percorso prevede progetti e iniziative che intendono sviluppare una conoscenza analitica soprattutto delle generazioni artistiche emerse in Italia dopo il 2000 e stimolare un dibattito critico sulle vicende recenti e recentissime dell’arte italiana nel più ampio contesto internazionale.

In questo ambito, è data un’attenzione prioritaria alle attività di ricerca e di documentazione – attraverso iniziative editoriali, studio visit, borse di studio, networking interuniversitario – ma è previsto anche un consistente programma pubblico fatto di mostre, festival, appuntamenti. Continuativi saranno il confronto e la collaborazione con realtà all’estero, incentrati sull’aggiornamento professionale e sul sostegno agli artisti.

La realizzazione del programma 2022-2024 prevede il coinvolgimento, come consulenti, di oltre una ventina tra curatori e storici dell’arte selezionati dal Direttore artistico e ciascuno attivo su uno o più specifici progetti. Molte delle attività, inoltre, mantengono una porta aperta al possibile contributo di proposte provenienti dal mondo dell’arte, specialmente giovane.

«La mia direzione artistica intende contribuire alla massima evoluzione degli strumenti di cui dispone la Quadriennale nel suo statuto» afferma Tosatti, che prosegue: «Spero di riuscire a disegnare con le attività condotte in questo triennio un profilo che collochi Quadriennale in una posizione che oggi è davvero necessaria nel nostro sistema culturale. Penso che l’arte italiana abbia bisogno di una istituzione scientifica che porti avanti con costanza, metodo e credibilità indagini critiche sulla scena contemporanea italiana. E mi auguro che i primi passi che già stiamo muovendo, cercando di essere collettori fra intelligenze e istituzioni del nostro territorio nazionale, possano incoraggiare una sempre maggiore connessione di tutti gli organi del nostro sistema culturale».

Centrale e trasversale alla programmazione continua a essere l’Archivio Biblioteca della Quadriennale-ArBiQ, diretto da Assunta Porciani. Nel prossimo triennio, l’ArBiQ conoscerà un particolare impulso, indirizzato a potenziare gli strumenti di tutela e di valorizzazione dei fondi documentari della Quadriennale sull’arte italiana del XX-XXI secolo, con interventi che accresceranno l’offerta di contenuti online e saranno accompagnati da inediti format comunicativi rivolti agli istituti scolastici.

I 95 ANNI DELLA QUADRIENNALE E IL SIGNIFICATO DELL’ANNIVERSARIO

Le attività della nuova programmazione decorrono nel 2022 sotto gli auspici dell’anniversario dei 95 anni della Quadriennale (1927-2022). L’anniversario ha fornito una cornice di forte valenza simbolica per la revisione delle attività e lo stimolo propulsivo alla partenza della programmazione, i cui progetti di analisi, studio, promozione dell’arte italiana del XX-XXI secolo si sviluppano nel primo anno e mezzo sotto il suo denominatore.

A partire dal 2022, la Quadriennale intraprende un cammino che ha l’obiettivo di rafforzarne la percezione di istituzione di riferimento per l’arte contemporanea italiana. La Quadriennale si presenta con un’identità visiva che marca questo passaggio e l’accompagnerà d’ora in poi. Il nuovo segno è proprio di una Istituzione consapevole della sua importante storia, di cui l’Archivio Biblioteca è memoria vivente, proiettata a dare ancora più incisività al proprio ruolo. La rinnovata identità visiva di Quadriennale, sviluppata da Studio FM Milano, si declinerà in tutti i progetti e nella loro comunicazione, a partire dal sito internet istituzionale.

LA PRODUZIONE

Nel triennio 2022-2024 il budget complessivo della programmazione si attesta su € 1.500.000,00.

L’avvio e lo sviluppo delle attività sotto l’insegna dei 95 anni di Quadriennale, nel 2022 e nel primo semestre 2023, hanno potuto contare, in occasione del 150° anniversario della proclamazione di Roma capitale d’Italia, su un contributo di € 600.000,00 della Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. A questi si aggiungono € 180.000,00 di risorse proprie dell’Istituzione.

Per la successiva fase del triennio, parallelamente al varo della Quadriennale d’arte 2025, la Fondazione, all’esito di monitoraggi intermedi, costruirà le partnership necessarie per il proseguimento dei progetti, sempre su base compartecipativa. Nel corso di tutto il triennio, la Fondazione intende creare una vera e propria community trasversale che possa partecipare a una serie di attività organizzate dalla Fondazione e divenirne il primo bacino di confronto e dialogo.

In questa formula rivisitata, il programma di membership Amici della Quadriennale non si rivolgerà solo a collezionisti e a mecenati, ma a chiunque sia interessato ad approfondire e a seguire da vicino l’arte contemporanea. Per questo motivo, le quote di iscrizione al programma sono estremamente democratiche e, in generale, non sono da considerarsi come quote di sostegno, ma come contributo per la partecipazione a programmi di formazione che l’Istituzione mette a disposizione della propria community.

 



art week

 

 

TEFAF tornerà a Maastricht nel giugno 2022

È rinomata in tutto il mondo perché organizza la più importante fiera mondiale di arte, antiquariato e design, che copre oltre 7.000 anni di storia dell'arte.

TEFAF (The European Fine Art Foundation) tornerà a Maastricht nel giugno 2022 per ospitare la prossima puntata di TEFAF Maastricht.

TEFAF è rinomata in tutto il mondo perché organizza la più importante fiera mondiale di arte, antiquariato e design, che copre oltre 7.000 anni di storia dell'arte. Con un impegno per l'eccellenza e rigorosi standard di controllo, la fiera riunisce le più importanti gallerie del mondo ed espone la più straordinaria varietà di capolavori di diverse aree collezionistiche: dipinti di antichi maestri, oggetti d'antiquariato, reperti e arti decorative, arredo, arte moderna e contemporanea, ceramica, vetro, argento, tessuti, arazzi, antichità, gioielli, sculture, libri, manoscritti, armi e armature, arte asiatica e arte oceanica ed etnografica, solo per citarne una selezione.

I biglietti saranno disponibili su https://www.tefaf.com/fairs/tefaf-maastricht/visit

QUANDO:

da venerdì 24 a giovedì 30 giugno 2022

DOVE:                                

MECC Maastricht

Forum 100, 6229 GV Maastricht, Paesi Bassi

ORARIO:                            

venerdì 24 giugno 2022, solo su invito 10:00 – 19:00

Sabato 25 giugno 2022, su invito fino alle 10:00 – 14:00, aperto al pubblico 14:00 – 19:00

Domenica 26 giugno 2022, dalle 10:00 alle 19:00

Lunedì 27 giugno 2022, dalle 10:00 alle 19:00

Martedì 28 giugno 2022, dalle 10:00 alle 19:00

Mercoledì 29 giugno 2022, dalle 10:00 alle 19:00

Giovedì 30 giugno 2022, dalle 10:00 alle 19:00

SITO WEB: www.tefaf.com/fairs/tefaf-maastricht