Morella Goccia leggero

 

Fulvio Morella porta la tornitura del legno nell'arte contemporanea

Il suo progetto Square the Circle è in mostra (virtualmente) alla mostra di Ventura Projects "Channelling Change: Inside A Designer’s Brain".

Fulvio Morella porta la tornitura del legno nell'arte contemporanea. Il suo progetto Square the Circle è in mostra (virtualmente) fino al 30 giugno alla mostra di Ventura Projects "Channelling Change: Inside A Designer’s Brain" all'interno della Virtual Design Festival promossa da Dezeen. Pochi gli italiani in protagonisti di questa prima edizione del Festival virtuale del design che sostituisce il Salone del Mobile per quest'anno. Fulvio Morella è stato selezionato da Cramum insieme a Ventura Projects per "esser riuscito a portare la secolare arte della tornitura nell'arte e nella contemporaneità". 
Con questo progetto di Fulvio Morella Cramum porta avanti la riflessione sull'intimo rapporto tra materia, arte e design che ha visto tra i precedenti artisti selezionati e supportati Maestri del calibro di Laura de Santillana per il vetro (da Gaggenau DesignElementi di Milano nel 2019) e di Franco Mazzucchelli per il PVC (da Ventura Centrale e Gaggenau DesignElementi di Milano nel 2018).

In inglese con l'espressione "square the circle" si intende il tentativo di unire elementi ritenuti tanto diversi da non poter coesistere. Fulvio Morella, caratterizzato dall'unione di una forte ricerca tecnica a un'estetica essenziale e minimalista, ha lavorato per unire elementi inediti e ritenuti "impossibili" nel settore della tornitura: queste nuove opere sono tutti esemplari unici, sculture che prendono la forma di piatti in legno torniti, che invece di essere rotondi sono quadrati. Ogni opera di questo ciclo è caratterizzata dall'inserimento di elementi circolari in metallo (acciaio marino e rame). Il risultato finale è una fusione di opposti tanto innovativa, quanto ipnotica: la brillantezza dei metalli, tagliati al laser e lucidati a mano dell'artista, risalta sulle essenze dei legni rari e pregiati, riflettendo in modo caleidoscopico lo spettatore e le venature del legno. Il quadrato e il cerchio, come nell'Uomo Vitruviano di Leonardo, trovano in queste opere una quadratura e un forte senso di armonia. Alla fine tutto è diverso, ma nulla stona e nulla è in eccesso. Qualcosa di nuovo è nato per sempre: "il cerchio quadrato".

 

Germano Celant

 

Morto Germano Celant, il critico dell’Arte povera: ucciso dal Coronavirus

Germano Celant è stato autore di oltre cinquanta pubblicazioni, tra cataloghi, approfondimenti sul lavoro di singoli artisti o scritti teorici come Conceptual Art, Arte Povera, Land Art del 1970.

Germano Celant è morto a 80 anni. È stato uno dei più celebri storici dell’arte contemporanea italiano. Nato a Genova nel 1940, si è spento all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato perché contagiato dal Covid-19. La notizia è stata confermata da fonti museali e vicine al critico. Germano Celant era noto per essere il fondatore di Arte Povera, movimento artistico basato sulla riappropriazione del rapporto Uomo-Natura, sull’immanenza, sull’importanza del gesto artistico, in opposizione a un’arte patinata e consumista che stava prendendo piede alla fine degli anni ’60, quando si affermò 

Nel corso della sua lunga carriera il critico d'arte ha collaborato molto anche con gli artisti americani, diventando uno dei maggiori esperti della scena californiana. Negli anni Novanta divenne tra i più noti curatori del mondo e venne nominato direttore della 47 Biennale di Venezia. Attualmente era il curatore della Fondazione Prada e della Fondazione Emilio Vedova. Aveva collaborato nel 2015 con Expo per l’area Food in Art. Altre importanti rassegne furono da lui realizzate al Centre Pompidou, a Londra e a Palazzo Grassi. Tra le sue ultime mostre la magnifica retrospettiva su Jannis Kounellis a Venezia e quella su Vedova a Palazzo Reale a Milano. Celant è stato autore di oltre cinquanta pubblicazioni, tra cataloghi, approfondimenti sul lavoro di singoli artisti o scritti teorici come Conceptual Art, Arte Povera, Land Art del 1970.

 

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LEGACY, RICCARDO BERETTA INSTAGRAM SHOW & CAMPAGNA A SCOPO BENEFICO

A causa dell'emergenza si è ripensato al format della mostra. Ogni giorno un post presenterà il progetto e le opere incluse nella mostra, accompagnate da una breve descrizione e da un esclusivo racconto dell’artista.

LOCONTE&PARTNERS studio tributario e legale e punto di riferimento nel settore wealth management per la gestione e pianificazione del patrimonio, ha il piacere di annunciare la mostra dell’artista Riccardo Beretta dal titolo Legacy, realizzata in collaborazione con la galleria Francesca Minini e il supporto tecnico di Art Defender Insurance.
Inizialmente pensata per gli spazi fisici dello studio di Milano, l’emergenza COVID-19 ha comportato la necessità di ripensare – almeno momentaneamente – il format della mostra, individuando una modalità alternativa di esposizione: nasce così la presentazione del progetto come Instagram show nel profilo @loconteandpartners, dove portare avanti l’hashtag #lartenonsiferma.
Ogni giorno un post presenterà il progetto e le opere incluse nella mostra, accompagnate da una breve descrizione e da un esclusivo racconto dell’artista.
In parallelo alla mostra, un'iniziativa benefica: l’artista, in collaborazione con Loconte&Partners, ha deciso di realizzare una serie di disegni inediti, che saranno acquistabili a un prezzo minimo di 200 euro, ma all’acquirente verrà lasciata la possibilità di destinare all’iniziativa una cifra più generosa, qualora volesse sostenerla maggiormente. 

Il ricavato della vendita, al netto delle spese di spedizione, sarà destinato al sostegno dell’Ospedale di Piacenza “Guglielmo da Saliceto”. Le opere verranno presentate nelle storie giornaliere del profilo @loconteandpartners Ogni opera nasce appositamente come risposta al momento che stiamo vivendo: i disegni, tratti dal libro di G. Bachelard “La terra e il riposo”, sono stati realizzati nell’originale font inventato dallo stesso artista Fontaine
(2009) e selezionati con l'idea che possano illuminare visioni di conforto o riflessioni, in chiunque voglia identificarsi in essi, e accoglierli emotivamente.
La mostra inaugura una serie di iniziative di Loconte&Partners come soggetto attivo nel sistema arte italiano.
Il nuovo dipartimento di Art Advisory va a completare l’offerta dei servizi wealth dello studio e si propone di assistere collezionisti e operatori nell’acquisizione, gestione, protezione e pianificazione del valore dei beni artistici o da collezione, rispondendo così in maniera unitaria alle esigenze di chi si muove nel mondo dell’arte per passione, lavoro e/o investimento.

LA MOSTRA
Il titolo Legacy indica un dialogo, un “legame”, un lineage, da cui nasce quell’ispirazione che indica la via per una continua evoluzione nella produzione creativa. Così per gli artisti, come in tante storie di imprenditori e family business.
Curata dalla consulente d’arte dello studio, Elisa Carollo, la mostra vede, infatti, al centro 6 piccoli colorati arazzi, della serie pressoché inedita MUSEUM arazzetti (2011 - ongoing), dove l’artista sceglie appunto di “legarsi” ad artiste precorritrici nella storia dell’arte: Anni Albers, Anna Maria Maiolino, Maria Lai, Georgia O’Keeffe e Jay DeFeo.
Altre opere altresì incluse sono invece più astratte, dove macchie di candeggina e pennellate di pigmento puro dipingono un depositarsi incontrollato di esperienze accidentali, metafora del processo di costruzione, e di cancellazione, delle nostre memorie. In Car nous sommes où nous ne sommes pas #01 (2018), un verso di poesia illumina sulla trama del tessuto improvvise possibilità narrative.
Infine, il tondo realizzato in bassorilievo negativo su Rose window (White) I (2015), condivide con le altre la stessa attenzione al materiale e alla  lavorazione del tutto artigianale, ma al contempo non lontana dagli insegnamenti del Bauhaus.
Artigianali e concettuali, le opere di Riccardo Beretta hanno qualcosa di intimo e personale, quasi domestico, ma sono al contempo capaci di instaurare un dialogo con dimensioni temporali ed esistenziali più profonde e universali. Una legacy, appunto, del tutto particolare, che le connette a un'identità della tradizione artigianale italiana, ma anche alla tradizione artistica internazionale.
La realizzazione di questa mostra/preview digitale non escluderà la realizzazione fisica dell’esposizione, che verrà organizzata non appena la situazione sanitaria del paese lo consentirà.

L’ARTISTA
Riccardo Beretta (1982) vive e lavora a Milano. Formatosi fra l’Accademia di Brera di Milano e l’Universität der Künste di Berlino, ha presto incontrato il gradimento del pubblico entrando in importanti collezioni come quella del Museo d’arte della Svizzera Italiana (MASI), Lugano, Deutsche Bank Collection, Putignano (BA), e quella di BACO – Arte Contemporanea di Bergamo.
Fra i solo show più importanti: Replaced Memories II, AZB Residency, Zurigo (2019); Replaced Memories I, Villa Ruffieux, Sierre (2019); Paravento Playground, Francesca Minini; Rose Windows, curata da Stefano Raimondi allo Spazio ALT - Arte Contemporanea, Alzano Lombardo (2016); Terrasanta Relief, Plutschow Gallery, Zurigo (2015); Exploiting me - Set Sound Session al MACRO, Roma (2013); Donnerwetter, ZERO…
(2012) legata all’omonima performance eseguita alla Galleria d’Arte Moderna di Milano lo stesso anno.
Numerose sono poi le sue partecipazioni a progetti collettivi anche in ambito museale come: Noi e il MASI, donazione Giancarlo e Danna Olgiati, al MASI di Lugano (2018); Art or Sound, curata da Germano Celant alla Fondazione Prada - Ca’ Corner della Regina, Venezia e Fuoriclasse presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano (2012).
Oltreoceano il suo lavoro è stato esposto nella collettiva ESTATE: a project by Lucie Fontaine, presso la Marianne Boesky Gallery, New York, USA (2012) oltre ad aver partecipato sempre con Lucie Fontaine a PERFORMA 09 New York e No Soul for Sale - A Festival Of Independents, X INITIATIVE, New York, mentre dei lavori permanenti decorano la Buccellati townhouse in Upper East Side, New York.

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LOCONTE&PARTNERS studio legale e tributario lancia un nuovo servizio di Art Advisory

Il servizio di Art Advisory si propone di assistere collezionisti e operatori nell’acquisizione, gestione, protezione, pianificazione del valore dei beni artistici o da collezione e nello sviluppo di attività in ambito culturale.

LOCONTE&PARTNERS studio legale e tributario, punto di riferimento nel settore wealth management e nella gestione e pianificazione del patrimonio, lancia un nuovo servizio di Art Advisory.

Andando a completare la propria offerta nell’ambito wealth, il servizio di Art Advisory si propone di assistere collezionisti e operatori – artisti, family offices, fondazioni, galleristi, istituzioni bancarie, istituzioni culturali, società fiduciarie e trust – nell’acquisizione, gestione, protezione e pianificazione del valore dei beni artistici o da collezione, come poi nello sviluppo di attività e iniziative filantropiche nell’ambito culturale.
Potendo contare sull’unicità del proprio approccio olistico all’attività di gestione e pianificazione dei patrimoni, lo Studio offre congiuntamente anche un servizio di consulenza legale e fiscale riguardo tali beni, rispondendo così in maniera unitaria alle esigenze di chi si muove nel mondo dell’arte per passione, lavoro e/o investimento.

Nello specifico lo Studio offre consulenza su questioni relative a: vendita e acquisto in Italia e all’estero; contratti di compravendita e relativa attività di due diligence; donazioni, eredità, atti di liberalità e passaggi generazionali; esportazione e importazione temporanea o definitiva; costituzione di fondazioni, archivi e trust; contratti di trasporto, assicurazione, deposito e noleggio contratti di prestito per mostre ed eventi; sponsorizzazioni culturali e altre forme di mecenatismo; creazione, gestione e valorizzazione di collezioni private e corporate; art lending; pianificazione fiscale del patrimonio artistico; fiscalità e gestione dell’investimento in opere d’arte e beni da collezione; antiriciclaggio; frode, contraffazione, plagio; tutele giuridiche per l’autenticità di opere d’arte e diritto di seguito; valutazione del patrimonio (inventari, analisi scientifiche, perizie); protezione del valore del patrimonio (logistica, assicurazione, conservazione); valorizzazione del patrimonio e sviluppo di progetti filantropici; il tutto anche mediante servizi fiduciari e di trust.
Il ruolo e l’impegno dello Studio nel mondo dell’arte è stato già inaugurato l’anno scorso con la pubblicazione del libro “COLLECTING Art - Guida NON artistica per collezionisti e appassionati”, un progetto editoriale realizzato con il supporto di Milano Finanza e Class Editori, con l’intento di offrire al collezionista, sia esso neofita o esperto, una guida pratica e accessibile che esamina tutti i profili legali e fiscali che caratterizzano il complesso e affascinante mondo del mercato dell’arte. Il volume è altresì arricchito dal contributo di autorevoli professionisti del settore arte.

Ora dalle parole Loconte&Partners passa però ai fatti, essendosi dotato di un team specializzato e avendo strutturato un modello di servizio per rispondere alle esigenze diversificate e assai specifiche del settore arte. Al lancio stampa seguiranno una serie di eventi di rilievo e iniziative nel settore, primo fra tutti il consueto appuntamento del Wealth&Coffee, questa volta organizzato con Sotheby’s Italia, già pianificato per le scorse settimane ma rinviato a causa della nota situazione sanitaria e che verrà riprogrammato appena il contesto generale lo consentirà. In tale occasione Stefano Loconte,
fondatore e managing partner di Loconte&Partners, si confronterà con il direttore di Sotheby’s Italia sul tema “Il mercato dell’arte tra passione, diritto e fisco. Trend e evoluzione di mercato”.

Tale appuntamento sarà poi seguito, sempre compatibilmente con la situazione sanitaria del Paese, ad aprile dalla mostra “Legacy” con le opere dell’artista Riccardo Beretta (7 Aprile-16 maggio, inaugurazione 7 Aprile ore 19.00) realizzata presso la sede milanese dello Studio, in collaborazione con la galleria Francesca Minini di Milano e il supporto tecnico di Art Defender Insurance.

Tale mostra andrà ad inaugurare un ciclo di iniziative, prima a Milano e successivamente in tutta Italia, volte a presentare Loconte&Partners come soggetto attivo nel sistema arte italiano e a dimostrarne l’impegno nel settore arte e cultura.
Fra questi, anche un intervento pubblico durante l’art week milanese, realizzato da un importante nome della scena dell’arte contemporanea italiana. Maggiori informazioni verranno rivelate nel momento in cui sarà possibile, sempre in funzione del contesto generale, programmare il tutto.

Lo Studio Loconte&Partners nasce nel 1996 dall’iniziativa di Stefano Loconte, fondatore e attuale managing partner dello studio. Con sedi a Milano, Bari, Londra, New York, Padova e Roma, rappresenta oggi una realtà consolidata nel panorama della consulenza d’affari sia di natura legale che fiscale. La specificità di soluzioni accanto ai valori umani e professionali contraddistinguono l’essenza dello studio, il cui obiettivo primario è, infatti, quello di offrire ai clienti efficienza e competenza associando alle tradizionali practice i più moderni metodi organizzativi, operativi e consulenziali. La personalizzazione dei servizi nonché l’approfondita conoscenza degli strumenti normativi, di matrice nazionale e internazionale, convivono in un’unica struttura al fine di garantire un’elevata prestazione professionale.

 

talbot

 

Emma Talbot è la vincitrice dell'ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women

Talbot trascorrerà una residenza di sei mesi in Italia nel 2020 durante la quale avrà l’opportunità di realizzare un nuovo corpus di opere che saranno esposte nel 2021 alla Whitechapel Gallery e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia.

Max Mara, Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti sono lieti di annunciare che Emma Talbot è la vincitrice del Max Mara Art Prize for Women.

Il Max Mara Art Prize for Women è aperto ad artiste con base nel Regno Unito che non hanno ancora esposto le proprie opere in una mostra antologica. Questo prestigioso premio biennale istituito nel 2005 è l’unico riconoscimento per le arti visive dedicato ad artiste nel Regno Unito. In quanto vincitrice del Premio, Talbot trascorrerà una residenza di sei mesi in Italia nel 2020, organizzata a misura del suo progetto, durante la quale avrà l’opportunità di realizzare un nuovo corpus di opere che saranno esposte nel 2021 alla Whitechapel Gallery e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia.

Iwona Blazwick, OBE, direttrice della Whitechapel Gallery, ha annunciato che Emma Talbot è la vincitrice dell’ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women durante la cerimonia che si è tenuta presso la Whitechapel Gallery di Londra. Talbot è stata scelta da una giuria di esperte del mondo dell’arte presieduta da Blazwick e composta dalla gallerista Florence Ingleby, dall’artista Chantal Joffe, dalla collezionista Fatima Maleki e dalla critica d’arte Hettie Judah, tra una rosa di finaliste di cui facevano parte Allison Katz, Katie Schwab, Tai Shani, e Hanna Tuulikki.

Emma Talbot (nata nel 1969 nel Regno Unito) vive e lavora a Londra. La sua attività nell’ambito del disegno, della pittura, dell’installazione e della scultura esplora un paesaggio interiore fatto di pensieri, emozioni e storie personali. Queste esperienze individuali sono poi proiettate nel contesto di narrazioni più ampie, evidenziando tematiche contemporanee diffuse. Le sue opere sono spesso disegnate a mano o dipinte su seta o su altre basi tessili e comprendono parti scritte dall’artista stessa o riprese da altre fonti. Si occupano del personale in quanto entità politica, della politica sociale, del genere, del mondo naturale e del nostro rapporto intimo con la tecnologia e il linguaggio.

La sua proposta vincente per il Max Mara Art Prize for Women propone temi fortemente radicati come il potere, la governance, gli atteggiamenti riguardo alla natura e alle rappresentazioni delle donne visti attraverso una lente squisitamente personale. Il punto di partenza scelto dall’artista è il dipinto Le tre età della donna (1905) di Gustav Klimt, che raffigura una donna anziana nuda in piedi e a capo chino, come a trasmettere un senso di vergogna. Talbot avrà l’opportunità di vedere da vicino il dipinto, che si trova presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, durante la sua residenza in Italia. Nell’opera proposta per il Premio, Talbot intende animare la figura della donna anziana come soggetto dotato di volontà, capace di superare una serie di prove simili alle dodici fatiche di Ercole. Attraverso queste fatiche moderne, Talbot investirà la donna del potenziale necessario a ricostruire la società contemporanea, contrastando una visione negativa dell’invecchiamento, oggi prevalente.

Nel corso della residenza di sei mesi appositamente organizzata per lei dalla Collezione Maramotti, che si svolgerà più avanti quest’anno, Talbot soggiornerà a Roma, a Reggio Emilia e in Sicilia per compiere una ricerca dedicata alla mitologia classica, all’artigianato tessile e alla permacultura.

La residenza prenderà avvio a Roma, dove l’artista sarà ospitata per due mesi dalla prestigiosa accademia di ricerca The British School at Rome. Dedicandosi particolarmente ai miti sorti intorno a Ercole, studierà i disegni dell’arte vascolare etrusca quali potenti veicoli della mitologia classica.

I manufatti tessili occupano un ruolo centrale nell’opera di Talbot che, nel corso della sua permanenza a Reggio Emilia, avrà l’opportunità unica di acquisire nuove abilità in questo tipo di produzione, collaborando con artisti locali al fine di apprendere la tessitura a intarsio, una tecnica di maglieria jacquard utilizzata per creare motivi multicolori della quale si servirà per produrre l’opera finale. Una serie di ulteriori viaggi previsti a Milano, Como, Firenze e Prato le consentirà di approfondire le tradizioni della pittura su seta, principalmente tra le case di moda italiane e con particolare riferimento alle stampe futuristiche anni Sessanta.

A Catania Talbot potrà approfondire diverse epoche storiche attraverso visite ad antichi siti archeologici ed esplorando il terreno vulcanico, per dare forma a una rappresentazione del paesaggio che potrà essere inclusa nell’opera che realizzerà. Studierà anche la tecnica della permacultura, una pratica molto seguita nell’ambito dell’agricoltura siciliana che offre la possibilità di convivere in modo etico e sostenibile con la terra. Nel corso del soggiorno a Catania l’artista raccoglierà materiali che potrà utilizzare direttamente in studio, sviluppando il lavoro in parallelo alla sua ricerca.

Emma Talbot ha affermato: “Questo premio giunge in un momento cruciale che mi appare incredibilmente appropriato, dato che solo di recente ho iniziato a concentrarmi a tempo pieno sulla mia pratica artistica dopo aver lavorato per molti anni come insegnante per sostenere la mia famiglia, essendo una madre single. Il Max Mara Art Prize for Women mi aiuterà a trarre il maggior beneficio possibile da questa importante transizione. Essendo giunta nel momento ideale, questa incredibile e generosa opportunità di concentrarmi totalmente sul mio lavoro e di intraprendere una lunga ricerca con esperienze di prima mano costituirà una vera e propria svolta nella mia vita”.

Iwona Blazwick ha affermato: “Emma Talbot crea disegni radiosi e sculture policrome in scala epica e combina parole e immagini per esprimere il lirismo e il dolore della soggettività. Siamo tutti emozionati di conoscere l’impatto che l’esperienza italiana avrà sull’estetica visionaria della vincitrice di questa edizione del Max Mara Art Prize!”.

Luigi Maramotti ha dichiarato: “Sono davvero orgoglioso della lunga collaborazione con Whitechapel Gallery e dell’amicizia che mi lega alla sua direttrice, Iwona Blazwick. Emma Talbot ha ideato un progetto molto originale che speriamo trarrà vantaggio dalle incredibili potenzialità che l’Italia offre, dall’immersione approfondita nella storia dell’arte, dalle tecniche tessili e dalla diversità dei territori: tutti elementi cruciali per la sua futura impresa. Non vediamo l’ora di accoglierla in Italia e alla Collezione Maramotti”.

The Twin Bottles

 

Helidon Xhixha e Giacomo “Jack” Braglia presentano l’opera  The Twin Bottles: Message in a Bottle

The Twin Bottles: Message in a Bottle è un’installazione ambientale site-specific pensata appositamente per abitare in acqua, ma anche itinerante perché capace di adattarsi continuamente all’ambiente che la ospita.

Sono state presentate al Principato di Monaco, presso lo Yacht Club de Monaco MarinaThe Twin Bottles: Message in a Bottle, le due grandi sculture metalliche dal cuore ambientalista.

Il progetto The Twin Bottles: Message in a Bottle, - promosso dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia -, nasce dall’incontro tra lo scultore internazionale Helidon Xhixha ed il giovane fotografo svizzero Giacomo “Jack” Braglia. Uniti dalla volontà di lanciare un forte messaggio di denuncia dell’inquinamento dei mari a causa della dispersione della plastica, per dare forma alla loro visione i due artisti hanno deciso di fondere le loro tecniche artistiche, - plasmare l’acciaio e la fotografia 3D - nella progettazione di una grande installazione ambientale che riproduce, in scala aumentata, due bottiglie schiacciate che galleggiano a pelo d’acqua come rifiuti abbandonati; una modellata nell’acciaio inox dallo scultore Helidon Xhixha e poi lucidata a specchio, l’altra rivestita da immagini fotografiche di rifiuti plastici scattate dal fotografo Giacomo “Jack” Braglia.

The Twin Bottles: Message in a Bottle è un’installazione ambientale site-specific pensata appositamente per abitare in acqua, ma anche itinerante perché capace di adattarsi continuamente all’ambiente che la ospita, in uno scambio reciproco che produce ogni volta una nuova opera d’arte, rinnovandone il significato simbolico. Dopo la sua presentazione avvenuta a Venezia il 20 luglio 2019, in Canal Grande di fronte a Ca’ Vendramin Calergi – dove l’opera è stata esposta fino al 1 settembre -, grazie al suo messaggio di straordinaria attualità e alla grande attenzione ricevuta dai media nazionali ed internazionali, l’installazione The Twin Bottles: Message in a Bottle è divenuta il simbolo della lotta contro la plastica nei mari. Ospitata nel prestigioso giardino della Triennale Milano dal 16 ottobre al 15 dicembre 2019, in occasione della presentazione dei risultati del quinto Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile condotto da LifeGate, oggi l’opera approda al porto di Monaco, nel Mar Mediterraneo. Collocata nello spazio acqueo dello Yacht Club de Monaco, l’installazione ambientale di Helidon Xhixha e Giacomo “Jack” Braglia farà da cornice alla Monaco Ocean Week (dal 22 al 27 marzo) promossa dal Principato di Monaco, una settimana dedicata alla conservazione dell’ecosistema marino e allo sviluppo sostenibile dell’economia “blu”. La scultura di Helidon Xhixha e la fotografia di Giacomo “Jack” Braglia si uniscono in un progetto ambizioso e provocatorio che denuncia la situazione di allarme ambientale attuale, facendosi testimoni del presente in cui vivono. Un compito che oggi più che mai spetta all’arte, chiamata ad esercitare ancora la sua funzione sociale.

Un messaggio da UBS Monaco

L’opera "Twin Bottles" richiama l’attenzione sul problema molto drammatico dell’inquinamento dei mari a causa della dispersione della plastica. Un tema che UBS sostiene fortemente tramite Global Sustainable Actions (Azioni Sostenibili Globali) e Investment solutions (soluzioni di investimento). UBS è impegnato a muovere la società verso un futuro più positivo attraverso diverse iniziative istituzionali, quale #TOGETHERBAND.

Biografie

Helidon XHIXHA nasce a Durazzo (Albania) nel 1970, in una famiglia di artisti. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Tirana, si trasferisce in Italia per continuare gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), dove si laurea nel 1999. L’anno precedente, grazie ad una borsa di studio, frequenta la Kingston University di Londra, dove affina le sue tecniche di incisione, scultura e fotografia e sperimenta l’utilizzo di nuovi materiali come l’acciaio inossidabile, che diventerà poi il materiale privilegiato intorno al quale ruoterà la sua ricerca artistica. La visione e la tecnica innovativa di Xhixha si traducono in un’arte pubblica monumentale che ridefinisce il rapporto tra la scultura e l’ambiente circostante, ridefinendo i confini stessi della scultura contemporanea. Tra le mostre e i progetti più importanti, la partecipazione nel 2015 alla 56ma Biennale di Venezia con Iceberg: una scultura galleggiante in acciaio inox che ondeggiava sulle acque del Canal Grande per parlare del tema del riscaldamento globale e del suo impatto sulla città di Venezia, catalizzando l’attenzione del pubblico e della stampa internazionale. Nell’ottobre dello stesso anno, il progetto Everlasting all’aeroporto di Milano Malpensa, una risposta contemporanea all’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. Nel 2016, la mostra personale Shining Rock nella città di Pietrasanta (LU) e la partecipazione alla prima edizione della Biennale del Design di Londra, dove l’artista e premiato con la Public Medal per la migliore installazione, allestita alla Somerset House. Nel 2017 In Ordine Sparso, una grande mostra monumentale realizzata all’interno dei Giardini di Boboli e Gallerie degli Uffizi di Firenze su invito del direttore Eike Schmidt, ed il progetto espositivo VolareArte presso l’aeroporto Galileo Galilei di Pisa. Nel 2019 due grandi mostre a cielo aperto: Lugano: Riflessi di Luce, a cura di Eike Schmidt, un percorso di venti sculture monumentali diffuse tra lungolago e centro città di Lugano, e STEEL AND STONE. The Energy of Matter, a cura di Beatrice Audrito, un dialogo tra marmo e acciaio sul lungomare di Forte dei Marmi. A luglio dello stesso anno, il progetto The Twin Bottles: Message in a Bottle, realizzato insieme al fotografo Giacomo “Jack” Braglia e presentato a Venezia, in Canal Grande, di fronte a Ca’ Vendramin Calergi dove galleggiavano due grandi bottiglie d’acciaio per lanciare un messaggio di denuncia contro l’inquinamento dei mari a causa della plastica. L’installazione è stata successivamente ospitata nel prestigioso giardino della Triennale Milano da ottobre a dicembre 2019. Le opere di Helidon Xhixha sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero.

Giacomo “Jack” Braglia è un giovane artista e fotografo svizzero (nato a Lugano nel 1996) che vive a Londra. Jack ha collaborato con fotografi svizzeri e con un fotografo della rivista National Geographic, e nonostante la giovane età, ha già presentato mostre personali a Londra, Venezia e Cortina d’Ampezzo con la Galleria d’Arte Contini, ed anche partecipato ad ArtRooms a Londra. Attraverso la sua passione per immagini, fotografia e l’arte Jack ha trovato un nuovo modo di usare la macchina fotografica e creare conversazioni tra il mondo esterno e le sue emozioni interiori. Rende le foto 3-D utilizzando materiali e forme diverse come gesso, alluminio, ferro e acciaio per costruire diverse forme ispirate al periodo ellenico e più recentemente scudi e sfere. Con le sue fotografie 3-D è in grado di inviare un messaggio molto forte e di creare sentimenti profondi in ogni persona che osserva le sue opere. In 2019, Jack ha presentato le sue opere #MayYouLiveToHelpWalkers alla 58ma Biennale di Venezia al Padiglione della Repubblica Araba Siriana (11 maggio – 24 novembre), attraverso le quali, grazie alla sua esperienza di viaggi e di volontariato in Africa, analizza i contrasti del nostro tempo ed in particolare, l’importanza del problema irrisolto dell’emigrazione che affligge molte zone del mondo segnatamente l’Africa, il Medio Oriente e la Siria. L’"#" è presente come didascalia in tutti i lavori precedenti di Jack che quale Millennial si rifà alle tecnologie come uso quotidiano e non come dipendenza. #MayYouLiveToHelpWalkers è un grido immaginario per far capire al pubblico la necessità di trovare un aiuto a casa loro di milioni di “Walkers” che camminando lasciano i loro paesi di origine verso mete di aiuto per un miglior presente e futuro. Nel 2019, Jack e lo scultore Helidon Xhixha hanno voluto lanciare un importante messaggio ambientalista, presentando prima in Canal Grande a Venezia, e successivamente nel Giardino della Triennale Milano, due grandi sculture metalli che raffiguranti due bottiglie galleggianti, The Twin Bottles: Message in a Bottle, per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento nei mari del mondo causata dalle innumerevoli bottiglie in plastica gettate ogni giorno da consumatori superficiali e da gestori di rifiuti irresponsabili. La bottiglia di Jack in acciaio, rivestita dalle sue fotografie che ritraggono il fenomeno dell’inquinamento, lascia una forte impronta, con l’intento di sensibilizzare le persone ad un uso più consapevole e limitato della plastica. Nel novembre 2019, il Visvamitra Award Internazionale 2019, Eccellenza in Arte viene assegnato a Giacomo “Jack” Braglia, a Siracusa, Sicilia.