CASCINA I.D.E.A

 

CASCINA I.D.E.A. programma 2021

Primo appuntamento a maggio 2021 con Dolls and Goddesses, mostra personale di Vanessa Safavi.

  1. Gió Marconi ha il piacere di annunciareCielo digiugno, la prima personale di Enrico David in galleria.Il percorso espositivo, palesando una personalissima declinazione alla leggerezza coniugata a una grande sete diorizzonte, nasce in parte a seguito dell’esperienza di Venezia, nel senso che i materiali originari, note, bozze edisegni che normalmente generano tutta l’opera di David sono stati pensatieappuntati durante il periodo diconcepimento dei contributi per il Padiglione Italia della 58° Biennale.Cielo digiugnomarca una soglia nellapratica di Enrico David: è la prima volta che una sua mostra si compone esclusivamente di lavori grafici, di “inizi”e di “indizi” che in altre circostanze vengono poi tramandati inmedia e linguaggi differenti. La loro sequenza,oscillando tra approssimazione e distanza, l’affondare e il sorvolare, sottolinea la posizione di Enrico David comepittore e ha comepretesto un’esteriorità fatta di aria e atmosfera, di pulviscolo e luce, di vento calante e primobuio. Il sole e la luna e il campo largo. L’osservare diventa un qualcosa che equivale al sedersi su una zolla di terrao su un’impossibile panca ad aspettare un resto irriducibile. Ecco allora che l’orizzonte è quell’utopia che comescriveva Edoardo Galeano è piuttosto una tensione, ci si vorrebbe avvicinare ma lei si sposta sempre più in là e inpratica serve solo a questo, a permetterci semplicemente di continuare ad andarle incontro.La mostra si compone essenzialmente di tre nuclei di dipinti. Le opere che occupano le pareti più corte dellospazio costituiscono una sorta di parentesi e, una dirimpetto all’altra, ne racchiudono icontenuti.Il fraternosilenzio del fango(2020) eZattera viva(2020) sono due tele di grandi dimensioni che, come in un’architettura,costituiscono la struttura portante per gli altri lavori e rappresentano i tralicci su cui il resto si inceppa. E ancora,aquiloni che si impigliano nell’aria, in una luce non più trasmettitrice di materia e con l’eterno sogno dellamalinconia si abbandonano alla caducità, ozattere, il cui il colore si fonde e si dissolve con la consuetaintonazione riflessiva e meditativa, che tengono insieme terra e cielo, ciò che è materiale con ciò che non hacorpo e rischia di andare perduto. Le piccole tele sono invece quasi degli studi, composizioni visive che come inuna sorta di acrostico esplorano le possibilità del dipingere, omeglio, del come fare della pittura nel modo menopittorico possibile.Bassa marea al molo,Fossa madre,Cielo trema o niente, oPunti di fiamma,Salvezza trovata in cielotutti del2020, comeCielo di giugnoche da il titolo alla mostra, sono tele in cui l’immagine succede in un tempo piùrapido, con il gesto vivo di un qualcosa che accade o che sta per accadere, momenti che girano in tondo per poiricadere su se stessi seminando segni di sentimento. Sono immagini scultoree che fanno riferimento ad elementidi natura quali l’erba, le canne di bambù o il fango, materiali frequenti nella pratica di Enrico David. Le pareti dellospazio sono dipinte dello stesso colore naturale della tela, una modalità per cercare in maniera artificiale lamaterialità o l’assenza di materialità della superficie che accoglie i dipinti.Cielo di giugno, cielo di Acrab, la “signora del blu”, al di là della scorsa primavera mai vissuta, oltre lo scontro trala caducità umana e l’impassibile ciclicità della natura, al dì la di questo lungo inverno, l’estate non sopravviveall’estate e ciò che resta è una strana e disagiante tenerezza.Enrico David (n. 1966, Ancona, Italia) vive e lavora a Londra.Tra le suemostre più recenti:Gradations of Slow Release,MCA, Chicago,Hirshhorn Museum and SculptureGarden, Washington (2019);58°Biennale di Venezia, Padiglione Italia a cura di Milovan Farronato, Venezia (2019);Fault Work, Sharjah Art Foundation, Sharjah (2016);Autoparent, Lismore Castle Arts, Lismore(2016); TheHepworth Wakefield, West Yorkshire (2015); Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2015); UCLA Hammer Museum,Los Angeles (2013);55°Biennale di Venezia a cura diMassimilano Gioni, Venezia (2013);Head Gas, NewMuseum, New York (2011);Repertorio Ornamentale, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2011);How DoYou Love Dzzzzt by Mammy?, Museum für Gegenwartskunst, Basilea (2009);Bulbous Marauder, Seattle ArtMuseum, Seattle (2008);Ultra Paste, ICA, Londra (2007)e50°Biennale di Venezia a cura diFrancesco Bonami,Venezia (2003).
     
 
 
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Il nuovo progetto di Nicoletta Rusconi Art Projects, ispirato a un rinnovato rapporto con la Natura, alla sperimentazione e alla contaminazione tra discipline, presenta nuove mostre, installazioni site specific e collaborazioni. Primo appuntamento a maggio 2021 con Dolls and Goddesses, mostra personale di Vanessa Safavi.

Aperta nell’estate 2020 come evoluzione di Cascina Maria – primo esperimento di residenza d’artista ideato nel 2017 da Nicoletta RusconiArt Projects – CASCINA I.D.E.A. annuncia la programmazione 2021 per gli spazi di questo complesso rurale immerso nella campagna piemontese e trasformato in luogo dedicato all’arte e agli artisti, sempre all’insegna della sperimentazione e del dialogo tra discipline diverse.

Con Dolls and Goddesses, mostra personale di Vannessa Safavi (Losanna, 1980) che prenderà forma dalla residenza dell’artista all’interno della cascina tra aprile e maggio 2021, dal 16 maggio 2021 inaugurano le nuove attività espositive, che proseguono a settembre 2021 con la mostra di Thomas De Falco (1982), artista in residenza da giugno 2021.

Dolls and Goddesses esplora, con umorismo e senso di provocazione, l'addomesticamento degli stereotipi di genere, analizzando le possibilità scultoree della rappresentazione del corpo e mettendo in discussione la relazione con la malattia, la sessualità e l'identità.

In mostra una serie di ceramiche smaltate che rappresentano seni di donne: opere ispirate agli ex voto, offerte votive che, in diverse culture e religioni, rappresentano frammenti di corpo di cui si chiede la guarigione. Accanto a queste, una serie di nuovi lavori realizzati combinando dettagli di mani – unghie, dita – in ceramica smaltata e grandi dipinti in silicone.

Nel corso del 2021 alcune collaborazioni con artisti e gallerie porteranno negli spazi della cascina nuove opere e installazioni, come i lavori di Paul Gees e Marco Andrea Magni con Loom Gallery, e le opere di Paolo Parisi con BUILDING Gallery.

Gli spazi esterni di Cascina I.D.E.A., caratterizzati dagli interventi permanenti site specific di Letizia Cariello e Giulia Dall'Olio, insieme a Country Unlimited – il grande spazio esterno in cui gli artisti presentano sculture e installazioni pensate per l’ambiente – restituiscono ulteriormente non solo la volontà di allontanarsi da modalità tradizionali delle istituzioni per le arti visive e quella di essere un luogo di reale sperimentazione e libertà, ma anche il senso di “fucina” di questo spazio, capace di creare una relazione osmotica tra contenitore e contenuto.

Espressione dell’anima della sua ideatrice Nicoletta Rusconi, collezionista e mecenate il cui percorso nel sistema dell’arte è in continua evoluzione, Cascina I.D.E.A. è sostenuta da un’associazione composta da critici, collezionisti, studiosi, che la affiancano nella gestione di nuovi progetti come l’edizione pugliese di Cascina I.D.E.A. che vedrà la luce a giugno del 2021 con la residenza del duo artistico Genuardi/Ruta..

“Cascina I.D.E.A. con i suoi progetti sottolinea continuamente la sua evoluzione, la volontà di sostenere la pura sperimentazione, sciogliendo i confini tra le discipline, ospitando esperimenti artistici – sottolinea Nicoletta Rusconi. Questi spazi rurali riportano gli artisti en plein airo ffrendo un'alternativa valida ai white cube, perché oggi più che mai un ritrovato rapporto con la Natura può fornire nuovi stimoli e dar vita a forme dai nuovi significati.”