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Yuval Avital, Senza titolo - Ink series, 2021. Courtesy l’artista.

 

FMAV Fondazione Modena Arti Visive inaugura tre nuove mostre 

Un incontro tra talenti emergenti, sperimentazione ed esperienza ludica.

Al via la stagione primaverile di FMAV Fondazione Modena Arti Visive, giovedì 23 marzo 2023 dalle ore 18, con l'inaugurazione di tre nuove mostre diffuse negli spazi di Palazzo Santa Margherita e della Palazzina dei Giardini, in un incontro tra talenti emergenti, sperimentazione ed esperienza ludica.

Si parte con il progetto About birds di Yuval Avital, a cura di Elisa Camesasca, nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita. La mostra nasce in stretta correlazione con la prima esecuzione assoluta dell’omonima opera icono-sonora ideata da Avital nel corso del primo lockdown, e che avrà luogo al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena il 24 marzo. Per rielaborare e riconnettersi all’esperienza vissuta da tutti nel 2020, nel giugno 2022 Avital si autoreclude per una settimana con tre musicisti dell’Ensemble Meitar in un’antica villa sui colli modenesi. Qui crea una performance che la mostra restituirà attraverso fotografie, immagini e video proiezioni derivate da un’applicazione generativa programmata dall’artista appositamente per il progetto, che condurranno il pubblico lungo un percorso immersivo e inusuale in un viaggio profondo e onirico nell’universo dell’artista.

Sempre a Palazzo Santa Margherita trova spazio Mécaniques Discursives. Don't follow the guide!, una mostra a cura di Francesca Fontana, che presenta una selezione di opere nate dalla collaborazione tra il videografo franco-svizzero Yannick Jacquet (1980) e l’incisore belga Fred Penelle (1976 - 2020) realizzate a partire dal 2011 per differenti sedi espositive in tutto il mondo e facenti parte del progetto artistico Mécaniques Discursives. Il progetto è supportato da Fédération Wallonie-Bruxelles. La poetica del duo mette in relazione due epoche tra loro lontane, quella di Gutenberg e quella dei Big Data, prendendo le mosse dalle antiche tecniche incisorie ed estrapolandole dal proprio contesto tradizionale mediante proiezioni sui muri, oggetti riciclati, mosaici di disegni e installazioni tridimensionali. Il risultato è un sorprendente universo connotato da iconografie immaginifiche e collisioni temporali, un labirinto narrativo in cui la regola è una sola: Don’t follow the guide!

Il progetto proseguirà idealmente dal 19 maggio al Museo della Figurina, con una esposizione del solo Yannick Jacquet in continuità con la ricerca cominciata con Penelle, che presenterà un’installazione site-specific in cui le figurine di fine Ottocento e inizio Novecento dialogheranno con proiezioni e video, dando vita ad una scenografia ibrida che pone in relazione il teatro delle ombre, gli alfabeti non verbali, il pre-cinema e i social network contemporanei.

Ultimo appuntamento alla Palazzina dei Giardini con la mostra Is this real? L'arte nell'epoca della Game Engine Culture mostra collettiva a cura di Valentino Catricalà.

Il nostro accesso alle informazioni è sempre più mediato da processi di Game Engine, i quali, da un processo digitale sono diventati dei veri e propri processi culturali. Oltre la semplice questione del gioco o del videogioco, il Game Engine rappresenta un nuovo orizzonte culturale che apre importanti questioni sociali e filosofiche. La mostra vuole indagare questi temi attraverso il lavoro degli artisti, che da anni e in anticipo rispetto ai tempi hanno esplorato e rielaborato questo territorio. Il concept, nato presso la MODAL Gallery di SODA (School Of Digital Arts) di Manchester, è qui ampliato attraverso nuove linee di riflessione. Alla questione dell’immagine, saranno affiancate opere di sound art, robotica e machine learning degli artisti AUDINT, Joshua Citarella & Jacob Hurwitz-Goodman, Federica Di Pietrantonio, DIS, Alexandra Daisy Ginsberg, Auriea Harvey, Mishka Henner, Oliver Laric, Donato Piccolo, Quayola, Jakob Kudsks Steensen.

 



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"BRACHA’s Lecture. Incontro con Bracha L. Ettinger" alla Fondazione Antonio Dalle Nogare 

Proponendosi come la terza delle attivazioni previste a cadenza periodica nel programma pubblico Fondazione Live.

Nel contesto della mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022, la Fondazione Antonio Dalle Nogare presenta, il 17 marzo alle ore 20.00, BRACHA’s Lecture. Meeting with Bracha L. Ettinger. L’evento, introdotto dai curatori della mostra Cristiana Perrella e Andrea Viliani, sarà preceduto alle ore 19.00 da una visita alle mostre in corso.

Proponendosi come la terza delle attivazioni previste a cadenza periodica nel programma pubblico Fondazione Live, l'evento contribuisce ad attivare la mostra attraverso la condivisione pubblica di linguaggi non solo scritti e raffigurati ma anche agiti dal vivo e in tempo reale, attraverso il corpo e il pensiero. Attivandosi quindi periodicamente, la mostra si riconfigura anche come un'analisi del confine in continua ridefinizione fra parola e immagine, opera e documento, mostra e azione, autore/autrice e fruitore/fruitrice.

Dedicato all'artista, filosofa e teorica femminista Bracha L. Ettinger / BRACHA (Tel Aviv, 1948), l’incontro permetterà di approfondire il concetto di matrixial insieme ad altri neologismi e costrutti sintattici del vocabolario espressivo proposto da Ettinger nei suoi saggi, la cui rilevanza risiede nel passaggio che ha contribuito a determinare nel pensiero occidentale contemporaneo, ancora prevalentemente patriarcale, connettendo pensiero femminista e riflessioni sulla nuova episteme digitale. La Fondazione presenterà inoltre, fino al 3 giugno, una selezione di taccuini e disegni, Bracha’s Notebooks and Drawings – A selection.

Con il gentile sostegno della Provincia autonoma di Bolzano, Bertoldo s.r.l. e Bin Pittore Maler S.a.s.

Info

17.03.2023 ore 20.00

Visita guidata gratuita alle mostre in corso ore 19.00

Entrata libera & light dinner - Fondazione Antonio Dalle Nogare, Rafensteiner Weg 19, Bolzano, Italia

 



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Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta "Open Studio #2" LA NEGAZIONE DELLA FORMA. Arnaldo Pomodoro tra minimalismo e controcultura 

Il secondo appuntamento con le mostre allestite nello studio di Arnaldo Pomodoro si concentra sugli anni americani dell’artista, tra il 1966 e il 1970.

Torna alla Fondazione Arnaldo Pomodoro Open Studio, il ciclo di mostre allestite nello studio del Maestro nate con lo scopo di riscoprire e approfondire temi e periodi particolari del percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, esponendo opere, documenti e materiali d’archivio originali.

Da domenica 12 marzo fino al 28 maggio 2023 la mostra La negazione della forma. Arnaldo Pomodoro tra minimalismo e controcultura, a cura di Federico Giani, punta i riflettori sul quinquennio 1966-1970, una stagione di grande vivacità e interesse. Sono gli “anni americani” di Pomodoro – vissuti a cavallo tra l’Italia e gli Stati Uniti, con incarichi di insegnamento a Stanford e Berkeley – durante i quali l’artista sviluppa un’inedita sperimentazione formale, influenzata da fenomeni come il minimalismo, e partecipa da protagonista a iniziative di controcultura, che intendono cioè aprire nuovi spazi di pratica politica e culturale.

La mostra è suddivisa in sei sezioni, ciascuna delle quali indaga un aspetto specifico del lavoro o della vita di Pomodoro, e presenta circa quaranta operesculture, grafiche, multipli, disegni, modelli eprototipi – alcune delle quali riscoperte e restaurate per l’occasione, altre concesse in prestito da collezionisti privati e da istituzioni come Collezione Intesa Sanpaolo e Museo Magi ‘900 – Pieve di Cento (BO). Il racconto del contesto e delle vicende che vedono protagonista il Maestro è affidato a una selezione di fotografie, filmati e materiali d’archivio e a un gruppo di opere di artisti americani – colleghi e studenti nei campus – con i quali Pomodoro stringe amicizia in quegli anni, come Harold Paris, Sue Bitney, William T. Wiley, Stephen Laub e Arlo Acton.

 



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RE-THINK THE CITY Dibattito e progetti di arte pubblica per la valorizzazione della città 

Un’occasione per condividere esperienze e riflettere sul ruolo dell’arte nella valorizzazione e nel dialogo con lo spazio pubblico. 

Mercoledì 30 novembre 2022, alle ore 19.00, la Fondazione Arnaldo Pomodoro invita il pubblico all’incontro RE-THINK THE CITY. Dibattito e progetti di arte pubblica per la valorizzazione della città: un’occasione per condividere esperienze e riflettere sul ruolo dell’arte nella valorizzazione e nel dialogo con lo spazio pubblico.

All’incontro intervengono: Carlotta Montebello e Federico Giani, rispettivamente segretario generale e curatore della Fondazione Arnaldo Pomodoro; Matteo Pacini, curatore e ideatore del ciclo espositivo Orizzonte degli Eventi; l’artista Matteo Mezzadri, protagonista dell’esposizione RETHINK THE CITY a Malpensa; Luciano Bolzoni, responsabile Art&Cultural Projects SEA Milan Airports; Ilaria Morganti di Itinerari Paralleli.

Modera la tavola rotonda Claudio Nelli di Urbanfile.

Con l’organizzazione di questo dibattito, i comodati a breve e lungo termine, l’adesione al progetto degli Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia e altri progetti in corso di definizione, la Fondazione Arnaldo Pomodoro continua ad affermare come la fruizione pubblica dell'arte oggi non possa essere pensata e attuata al di fuori di una prospettiva integrata di rigenerazione territoriale e sociale, per la quale le istituzioni culturali possono avere un importante ruolo promotore.

 



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Andrea Bowers, Another Kind of Strength (after Alessandra Chiricosta’s book “Un altro genere di forza”, 2019) (detail), 2022. Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milano / New York. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla.

 

Fondazione Furla e GAM - Galleria d’Arte Moderna presentano il PUBLIC PROGRAM della mostra FURLA SERIES - ANDREA BOWERS. Moving in Space without Asking Permission 

Il programma prosegue giovedì 24 novembre con il talk della filosofa e antropologa Federica Riva

In occasione della mostra di Andrea Bowers, Moving in Space without Asking Permission, Fondazione Furla e GAM - Galleria d’Arte Moderna, Milano presentano una serie di incontri, conferenze, workshop per approfondire i temi della mostra e le questioni che da sempre l’artista affronta nel suo lavoro: parità di genere, ambientalismo, autonomia corporea e dialogo tra le esperienze femministe di ieri e di oggi.

Il primo appuntamento del Public Program è una conferenza di Alessandra Chiricosta, filosofa e attivista che studia e insegna l’esercizio delle arti marziali come strumento di auto consapevolezza corporea e di rottura rispetto agli stereotipi di genere. La sua ricerca ha ispirato Andrea Bowers nella creazione di alcuni dei lavori in mostra. Venerdì 11 novembre alle ore 18 presso la GAM di Milano, Chiricosta parte dai contenuti del suo libro, Un altro genere di forza, per esplorare la possibilità di altre forme in cui la forza può essere concepita ed espressa, superando il nesso tra “genere” e “forza”.

Alessandra Chiricosta propone al pubblico anche la partecipazione a un laboratorio che si terrà il giorno successivo, sabato 12 novembre, presso la sede milanese dell’Unione Femminile Nazionale: una lezione performativa di autocoscienza combattente femminista, la stessa documentata dal video di Andrea Bowers In the Ballroom - Overcoming the Myth of Masculine Force (2022), prodotto in occasione della mostra. Nel laboratorio i partecipanti avranno modo di sperimentare come la “debolezza” dei corpi femminili e femminilizzati non sia un elemento naturale, ma il risultato di condizionamenti culturali e come la “forza” possa essere non solo sopraffazione, ma anche una equilibrata commistione di cura e combattimento, assertività ed empatia.

Il programma prosegue giovedì 24 novembre con il talk della filosofa e antropologa Federica Riva Ecofemminismo in movimento, dedicato alle origini dell’ecofemminismo e alle sue trasformazioni, e si chiude giovedì 1 dicembre con Le carte delle donne, un incontro, moderato dalla storica Maria Canella, con i rappresentati degli archivi presenti in mostra: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Kuliscioff e Unione Femminile Nazionale. Prendendo spunto dal modo in cui Bowers si relaziona ai materiali d’archivio e li incorpora all’interno del proprio lavoro, la conferenza propone una più generale riflessione su come attualizzare l’approccio alle fonti storiche per proporre nuove letture della storia di genere. Entrambi gli incontri si svolgono alla GAM di Milano.

Tutti gli appuntamenti del Public Program sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.

Moving in Space without Asking Permission è la prima mostra in un’istituzione italiana dell’artista e attivista americana Andrea Bowers, ed offre un’esperienza immersiva all’interno del suo lavoro e del suo impegno nella lotta per la parità di genere e per l’emancipazione della donna, attraverso una ricerca che combina pratica estetica e impegno politico.

Furla Series è il progetto che a partire dal 2017 vede Fondazione Furla impegnata nella realizzazione di mostre in collaborazione con importanti istituzioni d'arte italiane, con un programma tutto al femminile pensato per dare valore e visibilità al contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea.

Il Public Program della mostra di Andrea Bowers è realizzato con il supporto di Deloitte.

 



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Luigi Ghirri, Modena, 1973. Collezione Galleria Civica, Fondo Franco Fontana, Comune di Modena – FMAV Fondazione Modena Arti Visive. © Eredi Luigi Ghirri 

 

Luigi Ghirri e Oscar Goldoni a Modena: una città per la fotografia 

Un incontro per rendere omaggio a due figure fondamentali della storia artistica della nostra città: Oscar Goldoni e Luigi Ghirri.

FMAV presenta mercoledì 16 novembre, alle ore 18, presso e in collaborazione con AGO - Modena Fabbriche Culturali e FEM Future Education Modena, un incontro per rendere omaggio a due figure fondamentali della storia artistica della nostra città: Oscar Goldoni e Luigi Ghirri, entrambi scomparsi prematuramente nel 1992. 

Nato a Modena nel 1942, Oscar Goldoni è stato per un trentennio l’anima della Sala di Cultura, poi Galleria Civica, facendone un perno della vita culturale cittadina e una protagonista della scena artistica nazionale, grazie a un’attività espositiva lungimirante e innovativa. A metà degli anni Settanta, l’amicizia e la comune passione per la fotografia spingono Goldoni e Ghirri a un sodalizio per promuovere la cultura fotografica, che porta la Galleria Civica a dedicare stabilmente un proprio spazio espositivo - una saletta in Piazza Grande - alla fotografia, caso più unico che raro per un’istituzione pubblica italiana.

La programmazione coniuga maestri del passato (da Rodchenko a Sander, da Brandt a Doisneau), ricognizioni storiche (la FSA, la fotografia francese, il pittorialismo) storia locale e ricerca contemporanea, proseguendo fino ai primi anni Ottanta. Ghirri, in particolare, invita a esporre giovani fotografi, spesso alla loro prima mostra, che sarebbero diventati maestri riconosciuti: tra gli italiani, si susseguono Salbitani, Vimercati, Chiaramonte, Leonardi, Barbieri, Cresci, Guidi, Basilico, Castella.

Ghirri riesce a promuovere la sua idea di fotografia come sguardo sull’esterno ma anche ricerca sul linguaggio, e Modena diventa una delle capitali della fotografia italiana, ospitando anche, nel 1979, il convegno sulla fotografia come bene culturale. L’esperienza della sezione fotografica della Galleria Civica rappresenta un episodio eccezionale in cui si gettano le basi della fotografia contemporanea italiana. 

L'evento, ad ingresso libero fino a esaurimento posti, rientra nelle iniziative collaterali alla mostra Luigi Ghirri e Modena. Un viaggio a ritroso, in corso fino al 20 novembre 2022 negli spazi di FMAV Palazzo Santa Margherita.

Incontro con Olivo Barbieri e Franco Guerzoni
Conduce Michele Smargiassi
Mercoledì 16 novembre 2022, ore 18
Sala ex Cappella negli spazi FEM - Future Education Modena
presso AGO Modena Fabbriche Culturali
ingresso libero