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Nasce la Fondazione Galleria Milano

 


Inaugura con la mostra Alexander e Sasha Brodsky. 


Piazza senza nomeDopo quasi due anni di lavoro e preparativi, apre la Fondazione Galleria Milano. La Fondazione si pone una doppia finalità: da una parte la tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della storica Galleria Milano; dall’altra, la promozione di ricerche contemporanee, nazionali e internazionali, attraverso mostre, performance, momenti di incontro e approfondimento, oltre ad attività educative e formative.

Questo doppio approccio è rispecchiato anche dall’architettura della sede, collocata in un cortile di un classico palazzo di Milano Sud, in un quartiere in grande espansione dove si trovano altre realtà artistiche e culturali di rilievo. Strutturata su due piani, il piano superiore ospita un ampio spazio espositivo illuminato da grandi finestre in legno, mentre al piano inferiore si trova un’ulteriore saletta espositiva, una vasta biblioteca, l’archivio storico della Galleria Milano e una raccolta di materiali di più di mille artisti che hanno fornito e condiviso nei decenni documentazione e cataloghi inerenti alla propria attività. La Fondazione non limiterà i suoi obiettivi alla conservazione dell’archivio preesistente, ma si impegnerà nell’offrire competenze e servizi per la conservazione e promozione di ulteriori archivi di artisti e di realtà legate all’arte contemporanea attraverso il progetto Archivi Riuniti.

La Fondazione affonda le sue radici nella Galleria Milano, tra le gallerie d’arte moderna e contemporanea più longeve sul territorio nazionale. Una prima apertura della Galleria Milano avvenne infatti per volontà di Enrico Somarè nel 1928, esperienza che si concluse, dopo vicende travagliate, nel giro di un decennio a causa dello scoppio

del conflitto bellico. Nel 1964 venne riaperta in via della Spiga e fu l’inizio di una lunga avventura sotto la direzione, dal 1965 al 2019, di Carla Pellegrini Rocca. La gallerista compì scelte coraggiose e lungimiranti, essendo tra le prime ad esporre nel nostro paese la Pop Art inglese, l’Azionismo viennese, il gruppo Gutai giapponese, artisti tedeschi allora emergenti tra cui Georg Baselitz, Joseph Beuys e Blinky Palermo, ma anche autori statunitensi ai tempi poco noti come Ed Ruscha, Fred Sandback, Bob Graham, Kenneth Price, Joe Goode. Attraverso le oltre trecentocinquanta mostre tenutesi prima in via della Spiga, poi nel palazzo nobiliare di via Manin/via Turati, sede della galleria dal 1973 al 2022, furono dedicate mostre agli aspetti meno noti delle Avanguardie storiche e dell’Astrazione, e furono stretti sodalizi durati decenni con Vincenzo Agnetti, Gianfranco Baruchello, Valentina Berardinone, Antonio Calderara, Vincenzo Ferrari, Enzo Mari, Davide Mosconi, Grazia Varisco e Luigi Veronesi, tra gli altri.

Dal 2019, anno della scomparsa della gallerista, le è succeduto il figlio Nicola Pellegrini, affiancato da Baldo Pellegrini, Toni Merola e Bianca Trevisan. Nel giro di tre anni la galleria ha rinnovato la sua vocazione alla ricerca e allo sperimentalismo, con mostre di Pierluigi Fresia, Dario Bellini, Francesco Voltolina, Giovanni Oberti, Daniela Comani, Dario Bellini, Enzo Mari, Riccardo Arena, Betty Danon, Cesare Viel, Shusaku Arakawa, oltre a mostre collettive come Autoprogettazione durante la chiusura per la pandemia del 2020 e l’ultimo saluto alla sede di via Manin/via Turati, Here Between Not-Yet and No-More. Nuova linfa è stata data anche all’attività editoriale, grazie alla collaborazione con Humboldt Books e Kunstverein Publishing.

A distanza di quasi due anni dalla sua chiusura, la Fondazione Galleria Milano, grazie alla volontà di Nicola Pellegrini insieme a Bianca Trevisan e Giovanni Oberti, raccoglie questa ampia eredità, proponendosi come un punto di riferimento per la produzione culturale e la ricerca. Il legame con la città di Milano e il suo territorio rimane saldo, impegnandosi in un dialogo costruttivo con le istituzioni, grazie al confronto con i musei, altre realtà culturali, Università e Accademie di Belle Arti. La Fondazione Galleria Milano è un ente non-profit privato.

La mostra inaugurale, visibile fino al 8 giugno, sarà dedicata a un progetto nato dal dialogo tra l’architetto-artista russo Alexander Brodsky e il figlio Sasha Brodsky, artista visivo, stampatore e musicista che vive e lavora a Brooklyn, New York. Lo spazio espositivo della Fondazione Galleria Milano ospiterà una grande installazione in terra cruda, alla quale il visitatore potrà accedere solo attraverso le finestre presenti sulle pareti dell’installazione stessa. Questa l’ambientazione: in uno scenario urbano, in una grande piazza anonima, si stagliano uno in fila all’altro tre alti obelischi. Intorno una folla di persone fa riflettere sulla solitudine all’interno di un contesto collettivo solo all’apparenza, perché non fa altro che disvelare il solipsismo dell’individuo. Alle pareti dello spazio espositivo saranno presenti disegni e incisioni in dialogo con l’installazione, in un incontro e compenetrazione tra arte visiva e architettura che è la cifra distintiva della ricerca di entrambi gli artisti.

Si tratta di un gioco di scatole cinesi, un’architettura a matrioska che presenta un gioco di prospettive quasi vertiginoso: uno spazio (la città immaginata dagli autori) dentro a un altro spazio (l’installazione in terra cruda) dentro a un altro spazio, quello della Fondazione. A sua volta la Fondazione, le cui ampie finestre invitano subito lo spettatore a guardare all’interno, si trova all’interno di uno spazio connotato, quello di un classico cortile milanese, che nelle sue caratteristiche dialoga con il quartiere e la città in cui si trova, in un momento di forte cambiamento ed espansione. Un cambiamento che è globale, perché riguarda l’epoca storica veloce e contraddittoria nella quale viviamo, contraddizione di cui i Brodsky, tra Russia e New York, rappresentano una evidente incarnazione; che è specifico, della città di Milano, la cui “invenzione” comunicativa, citando Lucia Tozzi, ha acuito la forbice sociale. E infine è personale, perché la Fondazione Galleria Milano vive un passaggio volto alla conservazione del passato e dell’operato di Carla Pellegrini e Toni Merola, ma guarda al futuro, alla ricerca e alla sperimentazione con impegno.

Alexander Brodsky (Mosca, 1955) è un artista e architetto russo, riconosciuto a livello internazionale per il suo ruolo centrale nella cosiddetta “architettura di carta” del concettualismo moscovita. I suoi progetti, spesso utopici, sono riconosciuti anche come “architettura dell’immaginazione”. Tra le mostre personali si ricordano, tra le altre, quelle al Museo MACRO di Roma (2023-2024), alla Pushkin House (2017) e alla Calvert 22 Gallery (2013) di Londra (2017), al RISD Museum della University of Rhode Island di Providence (2016) e allo Strelka Institute di Mosca (2012). La Galleria Milano gli ha dedicato personali nel 2002, nel 2006 e nel 2010. Tra i numerosi premi e riconoscimenti, il Premio Innovazione (2012), il Premio Kandinskyj (2010), il Premio Milano, Museo del Presente, Milano (2001) e, con Ilya Utkin, il concorso di design East Meets West, Jacob K. Avits Convention Center, New York.

Sasha Brodsky (Mosca, 1995) è un artista visivo, stampatore e musicista che vive e lavora a New York sin dai suoi studi alla School of Visual Arts (2014-2018). Brooklyn, in particolare, è al centro del suo immaginario: i suoi personaggi sono spesso solitari, complessi, inseparabili dall’architettura che circonda e plasma le loro vite. Ha avuto mostre personali alla Galerie Lazarew di Parigi (2023), alla Triumph Gallery (2021) e alla Roza Azora Gallery (2019 e 2017) di Mosca, alla Sunny’s di New York (2018).

 



 

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NEW PROJECT: Fondazione Nicola Trussardi | ITALIA 70 - I NUOVI MOSTRI 

 


La Fondazione Nicola Trussardi riporta l’arte nelle strade di Milano diffondendo centinaia di immagini realizzate da 70 artisti. 


Dall’8 aprile 2024 e per le successive due settimane – in concomitanza con miart, l’Art Week e la Design Week – con il progetto ITALIA 70 – I NUOVI MOSTRI, a cura di Massimiliano Gioni, la Fondazione Nicola Trussardi riporta l’arte nelle strade di Milano diffondendo centinaia di immagini realizzate da 70 artisti.
 
Era il 2004 quando, con I NUOVI MOSTRI – UNA STORIA ITALIANA, la Fondazione aveva disseminato tra le strade di Milano, dal centro alla periferia, centinaia di poster realizzati da sedici giovani artisti italiani: un’antologia di sguardi sull’Italia e la sua mutevole identità che diventò un’irriverente occupazione degli spazi pubblici.
 
A vent’anni da quell’esperimento pionieristico – tra le prime incursioni con cui la Fondazione Nicola Trussardi iniziava a portare l’arte contemporanea nei luoghi più inaspettati della città – la Fondazione torna a quel format coinvolgendo questa volta 70 artisti che operano in Italia, tra grandi maestri e talenti emergenti, per un intervento di arte pubblica che sviluppa ed espande l’idea di museo mobile con cui la Fondazione Nicola Trussardi trasforma da tempo la città in un grande palcoscenico per l’arte contemporanea.
 
I 70 artisti coinvolti sono stati invitati dalla Fondazione a produrre ognuno un’immagine inedita o a scegliere un’opera speciale da riprodurre su centinaia di manifesti: tutte le immagini realizzate saranno dunque protagoniste di una massiccia campagna di affissioni pubbliche che tappezzerà le strade e le piazze e che coinvolgerà addetti ai lavori e curiosi in una caccia al tesoro da un estremo all’altro della città, disegnando una nuova mappa di Milano, dal Cimitero Monumentale al Centro Storico, da City Life a Porta Romana.
 
Insieme, le immagini di ITALIA 70 compongono una collezione temporanea di arte a cielo aperto: un museo metropolitano, nascosto tra le comunicazioni commerciali, che riflette i desideri e inquietudini dell’Italia di oggi.
 
ITALIA 70 – I NUOVI MOSTRI è: Yuri Ancarani, Giulia Andreani, Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti, Marina Apollonio, Stefano Arienti, Micol Assaël, Vanessa Beecroft, Marco Belfiore, Elisabetta Benassi, Ruth Beraha, Simone Berti, Tomaso Binga, Monica Bonvicini, Lupo Borgonovo, Chiara Camoni, Ambra Castagnetti, Guglielmo Castelli, Maurizio Cattelan, Giulia Cenci, Francesco Clemente, Danilo Correale, Roberto Cuoghi, Enrico David, Patrizio di Massimo, Binta Diaw, Sara Enrico, Chiara Enzo, Alessandra Ferrini, Linda Fregni Nagler, Giuseppe Gabellone, Elisa Giardina Papa, Piero Golia, Massimo Grimaldi, Petrit Halilaj, Adelita Husni Bey, Luisa Lambri, Armin Linke, Lorenza Longhi, Marcello Maloberti, Margherita Manzelli, Diego Marcon, Masbedo, Jacopo Miliani, Daniele Milvio, Alek O., Adrian Paci, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Diego Perrone, Alessandro Pessoli, Gabriele Picco, Paola Pivi, Maria Rapicavoli, Michele Rizzo, Pietro Roccasalva, Giangiacomo Rossetti, Andrea Salvino, Arcangelo Sassolino, Alessandro Sciarroni, Marinella Senatore, Elisa Sighicelli, Rudolf Stingel, Grazia Toderi, Patrick Tuttofuoco, Grazia Varisco, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli, Sislej Xhafa, Shafei Xia.
 
ITALIA 70 – I NUOVI MOSTRI fa parte di una serie di incursioni realizzate dal 2013 dalla Fondazione Nicola Trussardi in occasione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano: progetti speciali, mostre temporanee, performance e interventi pop-up che hanno portato a Milano artisti internazionali, tra cui Darren Bader, Jeremy Deller, Agnes Denes, Gelitin, Sarah Lucas, Ibrahim Mahama e Stan VanDerBeek.
 
La Fondazione Nicola Trussardi è un’istituzione no profit privata, che, come un museo mobile, riscopre luoghi dimenticati e spazi simbolici della città di Milano, invitando gli artisti più importanti del panorama internazionale a reinventare la città, immaginando nuovi usi per palazzi, piazze, chiese, monumenti e altri edifici emblematici di Milano. Le sue attività sono rese possibili grazie alla generosità delle socie fondatrici e di un gruppo di sostenitrici che ne supporta i progetti. 
Dal 2003 – con la presidenza di Beatrice Trussardi e con la direzione artistica di Massimiliano Gioni – la Fondazione Nicola Trussardi ha prodotto opere d’arte pubblica, mostre temporanee, incursioni, performance e interventi pop-up di celebri artisti internazionali tra cui Allora & Calzadilla, Darren Almond, Pawel Althamer, John Bock, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Jeremy Deller, Agnes Denes, Elmgreen and Dragset, Urs Fischer, Fischli e Weiss, Cyprien Gaillard, Gelitin, Ragnar Kjartansson, Sarah Lucas, Ibrahim Mahama, Diego Marcon, Paul McCarthy, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Anri Sala, Tino Sehgal, Stan VanDerBeek e Nari Ward, oltre a presentare grandi mostre a tema a Palazzo Reale e alla Triennale.

 



 

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Evan Roth, Mondi distorti, 2023-24, FMAV Palazzo Santa Margherita (Modena). ph ©R.P. Guerzoni

  

 
AL FMAV IL NUOVO CICLO: "L'ARTE, NOI E LA TECNOLOGIA" 


Riparte la seconda edizione del ciclo di lezioni aperte su arte contemporanea e innovazioni tecnologiche.


Dopo il grande successo della prima edizione, torna il ciclo di lezioni aperte dedicato al rapporto tra l’arte contemporanea e le innovazioni tecnologiche del mondo in cui stiamo vivendo. Oggi, più che mai, le interconnessioni tra questi ambiti sono molteplici e mutevoli: le tecnologie digitali sono al contempo strumento di creazione artistica e mezzo della sua fruizione, oltre che stimolo per una riflessione sulla nostra condizione postumana, tra cyborg e antropocene.   

Indagare queste relazioni risulta di fondamentale importanza non solo per comprendere le ultime tendenze della ricerca artistica nelle Media Arts, ma anche per acquisire indispensabili strumenti di lettura della nostra società iper-tecnologica, immaginando nuovi scenari futuribili e possibili rapporti con le macchine intelligenti.

Venerdì 19 gennaio, ore 18, si parte con il primo appuntamento Mondi Distorti. Sistemi di rappresentazione digitale con l'artista Evan Roth, protagonista della mostra omonima a Palazzo Santa Margherita (fino all'11 febbraio 2024).

Com’è cambiata la nostra rappresentazione del mondo nel Terzo Millennio? Se prima ci affidavamo alla cartografia per “trovare la strada”, oggi ci affidiamo al web e alla tecnologia. Ma il modo in cui disegniamo il paesaggio intorno a noi è davvero corretta? I sistemi di rappresentazione utilizzati, oggi come nel corso della storia, affondano le loro radici in una serie di pregiudizi e di distorsioni che sono profondamente legati alle strutture di potere, eppure ci affidiamo ciecamente a questi sistemi per muoverci nel mondo.

Le distorsioni nella rappresentazione del reale e nel mondo delle reti sono al centro della ricerca dell’americano Evan Roth, che lavora con la fotografia, il video, l’installazione e la pittura. Con base a Berlino, la sua ricerca visualizza, archivia e sfida la nostra percezione di aspetti tipicamente invisibili delle tecnologie di comunicazione in rapida evoluzione. Analizzando gli usi non intenzionali di strumenti e tecnologie, il suo lavoro affronta gli effetti personali e culturali che circondano questi cambiamenti. 

Il ciclo si inserisce nella programmazione di Modena-City of Media Arts e si terrà presso AGO Modena Fabbriche Culturali (Largo di Porta Sant’Agostino 228, Modena), nella sala ex Cappella, all’interno degli spazi di Future Education Modena.

L’ingresso è libero, fino a esaurimento posti. 

Grazie alla collaborazione con MEMO-Comune di Modena gli incontri sono validi come esperienza formativa per gli insegnanti di ogni ordine e grado. L’Ordine degli architetti di Modena inoltre riconosce i crediti formativi agli architetti iscritti all’ordine che partecipano alle lezioni. 

 



 

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CICLO DI EVENTI COLLATERALI ALLA MOSTRA "INDIA OGGI. 17 FOTOGRAFI DALL'INDIPENDENZA AI GIORNI NOSTRI"

 


Al Magazzino delle Idee, fino al 18 febbraio 2024, ERPAC FVG presenta un ciclo di sette eventi collaterali. 


Nell’ambito del progetto espositivo India oggi. 17 fotografi dall’Indipendenza ai giorni nostri, a cura di Filippo Maggia, in corso al Magazzino delle Idee fino al 18 febbraio 2024, ERPAC FVG presenta un ciclo di sette eventi collaterali. 

EVENTI DI GENNAIO:

PRIMO APPUNTAMENTO (dedicato ai bambini)

Mercoledì 17 gennaio 2024 ore 17.00

INCONTRIAMOCI A BASSA VOCE. SPECIALE INDIA

Nati per Leggere propone un appuntamento straordinario a tema India, rivolto a famiglie con bambini dai 3 anni. Alle letture seguirà una visita guidata alla mostra “a misura di bambino”.

L’incontro è organizzato in collaborazione con Erpac FVG e con la BibliotEqua dell’associazione Senza Confini Brez Meja, punto lettura Mamma Lingua e della Biblioteca Diffusa del Comune di Trieste.

L’incontro è a ingresso libero su prenotazione obbligatoria con messaggio (preferibilmente Whatsapp) al numero 3493256747 indicando nome ed età del/la bambino/a e nome del genitore o altro adulto accompagnatore.

SECONDO APPUNTAMENTO (laboratorio)

Venerdì 19 gennaio 2024 ore 17:00

PROFUMO D’ORIENTE

Leggenda racconta che esistesse una pianta in India in grado di emanare il suo profumo fino a cinque campi di distanza, ovviamente appannaggio dei re locali. I sovrani, quando decidevano di mostrarsi in pubblico, usavano far versare sulla loro strada profumi di ogni sorta da coppe d’oro e d’argento, per manifestare il lusso.

Questo laboratorio avrà per tema le spezie indiane e sarà un'esperienza sensoriale durante la quale sarà possibile assistere alla creazione di fragranze orientali storiche, tipicamente indiane. Verrà approfondita la storia della nascita dei profumi in India, partendo proprio dalla materia prima di maggior conoscenza e utilizzo: le spezie.

Laboratorio in collaborazione con Via delle spezie

Laboratorio + ingresso mostra 15€ a persona – solo laboratorio 10 € a persona

Il laboratorio è previsto per un numero limitato di persone, per questo consigliamo la prenotazione via email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al numero 040. 3774783

TERZO APPUNTAMENTO (laboratorio)

Venerdì 26 gennaio ore 17.00

UN TE' A MUMBAI

Il rituale del Masala Chai, tè speziato tipico dell'India, risale ad almeno 5000 anni fa. Nato come una bevanda medicinale a base di tè nero Assam e spezie, è uno dei più antichi rimedi ayurvedici dalle proprietà principalmente purificanti, riscaldanti ed energizzanti.

È però intorno al 1823 che la Compagnia Britannica delle Indie Orientali ne promuove il consumo in larga scala per contrastare il monopolio cinese.

In questo incontro i partecipanti saranno letteralmente trasportati in un viaggio sensoriale completo attraverso la cultura del tè indiano, dove ogni sorso racconta una storia millenaria di tradizione e cura di sè.

Saranno approfondite durante l'evento in particolar modo le storia, le origini, le proprietà ed alcune curiosità delle spezie utilizzate nella preparazione.

Durante l’evento sarà presente anche una tatuatrice che potrà decorerare con un tatuaggio all’henné le persone interessate.

Laboratorio in collaborazione con Via delle spezie

Laboratorio + ingresso mostra 15€ a persona – solo laboratorio 10€ a persona

Il laboratorio è previsto per un numero limitato di persone, per questo consigliamo la prenotazione via email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al numero 040. 3774783

QUARTO APPUNTAMENTO (proiezione film)

Mercoledì 31 gennaio ore 17.30

SALAAM BOMBAY!

Proiezione del film SALAAM BOMBAY! di Mira Nair (India, 1988, 113').

In versione originale con i sottotitoli in italiano a cura dell'associazione Casa del Cinema di Trieste.

Presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al 41º Festival di Cannes, vincitore del premio Caméra d'or come miglior opera prima, candidato all'Oscar al miglior film in lingua straniera.

Krishna (Shafiq Syed), dieci anni, arriva clandestinamente a Bombay per tentare di guadagnare del denaro. Piombato nel degrado di uno dei quartieri più malfamati della megalopoli indiana, si fa assumere come venditore di tè e inizia a vivere per strada: verrà a contatto con drammatiche realtà, in una vera e propria lotta per la sopravvivenza.

Lungometraggio d'esordio della regista Mira Nair, autrice del soggetto originale. L'influenza neorealista, che già si scorge dalla maggior parte delle riprese in esterni, offre una visione cruda della condizione dell'infanzia in India: il percorso solitario del piccolo Krishna è un condensato di gravi tematiche legate ai problemi del paese, quali la sconcertante povertà, la violenza, la droga, il lavoro e la prostituzione minorile. L'intento autoriale non è di denuncia: la Nair mira a fornire uno sguardo disincantato sui riti quotidiani di un'enorme fetta della popolazione rappresentata dal mondo dei minori, privati troppo presto della loro purezza e dell'ingenuità.

Evento a cura dell’associazione Casa del Cinema di Trieste.

Ingresso alla proiezione del film gratuito fino ad esaurimento posti.

EVENTI FEBBRAIO

  • 04/02 INDIA POP UP ORE 14:30
  • 07/02 APPUNTI PER UN FILM SULL'INDIA ORE 17:30
  • 14/02 LUNCHBOX ORE 17:30

 



 

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ADI DESIGN INDEX 2023 - SELEZIONE PREMIO COMPASSO D’ORO, PREMIO ECCELLENZE DEL DESIGN NEL LAZIO 2023

 


Installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022.


ADI Design Index 2023 seleziona per il Compasso d’oro 2024 FRAMMENTO FATICA N.26 di Daniele Puppi, installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022. Nella serata inaugurale della mostra, per questo progetto la Carla Fendi Foundation riceverà inoltre il PREMIO ECCELLENZE DEL DESIGN NEL LAZIO 2023 che viene conferito ad Aziende/Organizzazioni/ Fondazioni/Associazioni/Istituti/Università/Scuole di design che hanno sede nel Lazio, pubblicati nell’ADI Design Index.

Dal 27 novembre al 2 dicembre il video di FRAMMENTO FATICA N. 26 di Daniele Puppi, installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022, sarà in mostra a Roma presso lo Spazio WeGil, hub culturale della Regione Lazio gestito da LAZIOcrea. L’esposizione raccoglie oltre 120 lavori preselezionati da ADI Design Index per l’edizione 2024 del Compasso d’Oro 2024.

Frammento Fatica n. 26 è un lavoro fotografico tridimensionale realizzato dall’artista nel 2004, rielaborato concettualmente per diventare un wall-drawing di grandi dimensioni che, come richiesto dal progetto della Fondazione, ha coperto per tutta la durata del Festival la facciata del Teatro Caio Melisso. Il prezioso teatro seicentesco affacciato sulla piazza del Duomo di Spoleto richiedeva importanti interventi di restauro di cui la Fondazione ha supportato i lavori nel corso di cinque anni. In seguito a questo importante contributo il teatro è stato ribattezzato Teatro Caio Melisso - Spazio Carla Fendi.

“Arte e design sono da sempre nel DNA della Carla Fendi Foundation, in particolare nei progetti pensati e commissionati per Spoleto Festival dei Due Mondi, il prestigioso festival culturale interdisciplinare di cui la Fondazione è Main Sponsor da molti anni” dichiara Maria Teresa Venturini Fendi, Presidente della Carla Fendi Foundation. “La gigantesca mano che Frammento Fatica n.26 riproduce mi ha fatto subito pensare ad un gesto di protezione e cura nei confronti di un prezioso bene culturale del passato a cui la Fondazione è particolarmente legata. Sono convinta che un’opera site-specific elaborata per avere una forte relazione con un dato contesto storico possa inserirsi positivamente e con grande impatto visivo e concettuale nel design urbano, anche in un’antica città d’arte come Spoleto, e apprezzo che le intenzioni, il significato e l’estetica contemporanea di questo progetto siano stati compresi e selezionati per ADI Design Index” aggiunge Maria Teresa Venturini Fendi.

Questa selezione chiude, insieme con quella del 2022, un ciclo particolarmente importante di ADI Design in preparazione dell’ XXVIII edizione del Compasso d’Oro, che si terrà nel 2024 nel 70° anniversario dell’istituzione del premio, nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per dare un riconoscimento alla scelta dei migliori prodotti e servizi di tutti i settori del design e della creatività italiana.

Durante la serata di presentazione svoltasi lo scorso 6 novembre nella sede di ADI DESIGN Museum a Milano è stato presentato il nuovo Comitato scientifico, il gruppo ristretto di esperti che coordina il lavoro di selezione dell’Osservatorio permanente del Design, oggi composto da Laura Badalucco, Makio Hasuike, Domenico Sturabotti, Laura Traldi, Francesco Zurlo. Dal 1999 l’Osservatorio va alla ricerca del miglior design in tutto il territorio italiano e l’apertura nel 2022 dell’ADI DESIGN Museum ha reso disponibile alla consultazione diretta dei ricercatori e all’interesse del pubblico generale la collezione di tutti i prodotti premiati dal Compasso d’Oro dal 1954.

 



 

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Fondazione Pastificio Cerere e Centrul de Interes pesentano Perspectiva Cluj Traiettorie dinamiche dal Centrul de Interes 


Immaginare futuri possibili: nuovi paradigmi. Venerdì 17 novembre presso Cuoa Business School l’ultimo appuntamento del ciclo Art 4 a Better Future.


La Fondazione Pastificio Cerere e il Centrul de Interes (Cluj-Napoca, Romania) presentano la collettiva Perspectiva Cluj. Traiettorie dinamiche dal Centrul de Interes a cura di Gaia Bobò e Marcello Smarrelli, realizzata con il supporto della Fondazione Culturale Intact. La mostra sarà aperta al pubblico da giovedì 16 novembre 2023 a sabato 27 gennaio 2024.

Il percorso espositivo presenta una selezione di opere, alcune delle quali appositamente prodotte per gli spazi della Fondazione, realizzate da Radu Abraham & Ovidiu Leuce, Delia Avram, Sasha Bandi, Mathias Bar, Andrei Budescu, Ana Horhat & Vlad Sulea e Florin Ștefan. La mostra è il risultato della ricerca condotta dai due curatori durante la residenza svolta a Cluj-Napoca a luglio del 2023, nel corso della quale hanno avuto la possibilità di incontrare artiste/i, architette/i e designer collegati a vario titolo al Centrul de Interes, un polo culturale polifunzionale da anni estremamente attivo nella scena di Cluj, cittadina divenuta particolarmente nota per la Scuola di Pittura, interna all’ Accademia di Belle Arti, in cui si sono formati artisti del calibro di Victor Man e Adrian Ghenie.

Caratterizzato da un taglio interdisciplinare, il progetto è mirato a restituire diverse possibili visioni della città di Cluj-Napoca e della sua variegata e sorprendente produzione artistica che la rende una realtà di grande rilievo nel panorama culturale europeo. Ne emerge un percorso intergenerazionale, particolarmente incentrato sulla pittura, attraverso il confronto tra i lavori di Delia Avram (1980), Mathias Bar (1997), Sasha Bandi (1989) e Florin Ștefan (1968) ma anche segnato dalla volontà di evidenziare un’attitudine collaborativa tra artisti, architetti paesaggisti e designer impegnati a vario titolo nella definizione di progettualità e prospettive future. È il caso della collaborazione tra lo scultore Ovidiu Leuce (1981) e il designer Radu Abraham (1989), o ancora tra l’architetta paesaggista Ana Horhat (1980) e il graphic designer Vlad Sulea (1980).

La risonanza tra la storia e le attività della Fondazione Pastificio Cerere e quelle del Centrul de Interes, nonché il loro ruolo nella produzione e promozione della scena culturale del territorio, costituisce un’occasione di riflessione sui centri di produzione artistica considerati “punti panoramici” privilegiati per l’osservazione della città come ecosistemi in evoluzione. Allo stesso tempo, questa esperienza si pone quale passaggio iniziale di un processo volto a favorire lo scambio e la reciproca conoscenza delle scene artistiche delle città di Roma e Cluj-Napoca.

Inoltre, nel 2024 è prevista la pubblicazione di un volume che approfondirà i punti di intersezione della progettazione dei due centri culturali, in particolare con un focus analitico sulle ricerche delle artiste e degli artisti del Centrul de Interes.