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UNA RETE IN VIAGGIO. STORIE, IDEE, PROGETTI III EDIZIONE 2024 FOTOGRAFIA E ALTRI LINGUAGGI

 


Il programma di appuntamenti che vede i Soci di Rete Fotografia in dialogo tra loro e con altre istituzioni alla scoperta di connessioni inedite e nuovi punti d’incontro, ritorna e propone tre incontri di approfondimento sul rapporto tra Fotografia e altri linguaggi.


Continuano gli incontri di Una Rete in Viaggio. Storie, idee, progetti.

Prossimo appuntamento a Bergamo al Museo delle storie, martedì 23 aprile per parlare di connessioni possibili tra Fotografia e l’Architettura con Claudia Baroncini, Fondazione Alinari per la Fotografia, Silvia Giugno, Fondazione Dalmine, Daniela Pacchiana, Museo delle storie di Bergamo, Silvia Stener, Archivio Storico Assicurazioni Generali. Introduce e modera: Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia. Dal patrimonio storico-artistico e architettonico documentato da Alinari, in un’operazione di mappatura sistematica dei monumenti e delle architetture avviata già prima dell’Unificazione nazionale, alle testimonianze degli investimenti immobiliari di Assicurazioni Generali che contribuirono allo sviluppo e alla riqualificazione di diverse aree urbane, fino al rapporto centenario tra architettura e un’industria come la Dalmine che costruendo, progettando e disegnando lo spazio, ha condizionato il paesaggio non solo italiano.

Il rapporto tra fotografia e architettura passa anche attraverso le campagne di documentazione degli interventi di restauro di monumenti storici, come nel caso del Convento di San Francesco a Bergamo. Convento francescano dalla fine del Duecento, l’edificio ha una lunga storia, fatta di trasformazioni spesso legate a modifiche della destinazione d’uso: da convento a carcere - con le soppressioni degli ordini religiosi in epoca napoleonica -, e da carcere a scuola - con il Piano di Risanamento nel ventennio fascista -, fino alla destinazione museale negli anni Novanta del Novecento. Oggi il convento è sede del Museo della fotografia Sestini e di Bergamo 900 dove si svolge l’incontro.

Museo delle storie di Bergamo - Archivio fotografico Sestini

Il Museo delle storie di Bergamo è la rete dei musei storici della città. Un museo diffuso su sei tra i luoghi più affascinanti di Bergamo: la Rocca con al suo interno il Museo dell’Ottocento, il Campanone e il Palazzo del Podestà con il Museo del Cinquecento, il Museo Donizettiano, la Torre dei Caduti e il Convento di San Francesco. Proprio qui, nel novembre 2018 apre il Museo della fotografia Sestini. Il percorso museale, nato in collaborazione con SIAD Fondazione Sestini, ha il suo cuore pulsante nell’Archivio fotografico Sestini che oggi custodisce 18 fondi e più di un milione di immagini frutto dell’attività di fotografi amatori, studi professionali e collezionisti della città e del territorio. https://archivio.museodellestorie.bergamo.it/

Rete Fotografia, impegnata fin dalla sua fondazione nel 2011 nella promozione e valorizzazione della cultura fotografia a un pubblico non solo specialistico, offre anche quest’anno una inedita proposta di confronto e approfondimento condiviso. Dopo “Una Rete in Viaggio” seguirà, infatti, dal 11 al 20 ottobre 2024 la X edizione di “Archivi Aperti”.

Di seguito il calendario dei tre appuntamenti, che saranno trasmessi anche in streaming sul canale Youtube e sulla pagina Facebook di Rete Fotografia.

Lunedì 18 marzo 2024, ore 18

FOTOGRAFIA E CINEMA

Cineteca di Bologna | Cinema Lumière, Piazzetta Pier Paolo Pasolini, 2/b – Bologna

Con la partecipazione di Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia, Cineteca di Bologna, Ferrania Film Museum, Fondazione 3M, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Info www.cinetecadibologna.it

Introduce e modera:

Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia

Interventi di

Elena Correra e Rosaria Gioia, Cineteca di Bologna

Daniela Aleggiani, Fondazione 3M

Alessandro Bechis, Ferrania Film Museum

Claudia Colecchia, Responsabile Biblioteca e Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Maria Agostina Lavagnino, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia

Martedì 23 aprile 2024, ore 17.30

FOTOGRAFIA E ARCHITETTURA

Museo delle storie di Bergamo | Piazza Mercato del Fieno, 6 – Bergamo

Con la partecipazione di Archivio Storico Assicurazioni Generali, Fondazione Alinari per la Fotografia, Fondazione Dalmine, Museo delle storie di Bergamo

Per prenotarsi in presenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Saluti istituzionali:

Roberta Frigeni, Direttore scientifico del Museo delle storie di Bergamo

Introduce e modera:

Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia

Interventi di

Claudia Baroncini, Fondazione Alinari per la Fotografia

Silvia Giugno, Fondazione Dalmine
Daniela Pacchiana, Museo delle storie di Bergamo

Silvia Stener, Archivio Storico Assicurazioni Generali

Martedì 7 maggio 2024, ore 18

FOTOGRAFIA E MUSICA

Gallerie d’Italia – Torino, Museo di Intesa Sanpaolo | Piazza S. Carlo, 156 – Torino

Con la partecipazione di Archivio Lelli & Masotti, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia, Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Fondazione Pirelli.

Per prenotarsi in presenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Interventi di

Serena Berno, Vicepresidente di Rete Fotografia, Archivio Storico Intesa San Paolo

Mila Forlani, Fondazione Pirelli

Silvia Lelli, Archivio Lelli e Masotti

Agostina Lavagnino, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia

 



 

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UNA RETE IN VIAGGIO. STORIE, IDEE, PROGETTI III EDIZIONE 2024 FOTOGRAFIA E ALTRI LINGUAGGI

 


Il programma di appuntamenti che vede i Soci di Rete Fotografia in dialogo tra loro e con altre istituzioni alla scoperta di connessioni inedite e nuovi punti d’incontro, ritorna e propone tre incontri di approfondimento sul rapporto tra Fotografia e altri linguaggi.


Continuano gli incontri di Una Rete in Viaggio. Storie, idee, progetti.

Prossimo appuntamento a Bergamo al Museo delle storie, martedì 23 aprile per parlare di connessioni possibili tra Fotografia e l’Architettura con Claudia Baroncini, Fondazione Alinari per la Fotografia, Silvia Giugno, Fondazione Dalmine, Daniela Pacchiana, Museo delle storie di Bergamo, Silvia Stener, Archivio Storico Assicurazioni Generali. Introduce e modera: Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia. Dal patrimonio storico-artistico e architettonico documentato da Alinari, in un’operazione di mappatura sistematica dei monumenti e delle architetture avviata già prima dell’Unificazione nazionale, alle testimonianze degli investimenti immobiliari di Assicurazioni Generali che contribuirono allo sviluppo e alla riqualificazione di diverse aree urbane, fino al rapporto centenario tra architettura e un’industria come la Dalmine che costruendo, progettando e disegnando lo spazio, ha condizionato il paesaggio non solo italiano.

Il rapporto tra fotografia e architettura passa anche attraverso le campagne di documentazione degli interventi di restauro di monumenti storici, come nel caso del Convento di San Francesco a Bergamo. Convento francescano dalla fine del Duecento, l’edificio ha una lunga storia, fatta di trasformazioni spesso legate a modifiche della destinazione d’uso: da convento a carcere - con le soppressioni degli ordini religiosi in epoca napoleonica -, e da carcere a scuola - con il Piano di Risanamento nel ventennio fascista -, fino alla destinazione museale negli anni Novanta del Novecento. Oggi il convento è sede del Museo della fotografia Sestini e di Bergamo 900 dove si svolge l’incontro.

Museo delle storie di Bergamo - Archivio fotografico Sestini

Il Museo delle storie di Bergamo è la rete dei musei storici della città. Un museo diffuso su sei tra i luoghi più affascinanti di Bergamo: la Rocca con al suo interno il Museo dell’Ottocento, il Campanone e il Palazzo del Podestà con il Museo del Cinquecento, il Museo Donizettiano, la Torre dei Caduti e il Convento di San Francesco. Proprio qui, nel novembre 2018 apre il Museo della fotografia Sestini. Il percorso museale, nato in collaborazione con SIAD Fondazione Sestini, ha il suo cuore pulsante nell’Archivio fotografico Sestini che oggi custodisce 18 fondi e più di un milione di immagini frutto dell’attività di fotografi amatori, studi professionali e collezionisti della città e del territorio. https://archivio.museodellestorie.bergamo.it/

Rete Fotografia, impegnata fin dalla sua fondazione nel 2011 nella promozione e valorizzazione della cultura fotografia a un pubblico non solo specialistico, offre anche quest’anno una inedita proposta di confronto e approfondimento condiviso. Dopo “Una Rete in Viaggio” seguirà, infatti, dal 11 al 20 ottobre 2024 la X edizione di “Archivi Aperti”.

Di seguito il calendario dei tre appuntamenti, che saranno trasmessi anche in streaming sul canale Youtube e sulla pagina Facebook di Rete Fotografia.

Lunedì 18 marzo 2024, ore 18

FOTOGRAFIA E CINEMA

Cineteca di Bologna | Cinema Lumière, Piazzetta Pier Paolo Pasolini, 2/b – Bologna

Con la partecipazione di Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia, Cineteca di Bologna, Ferrania Film Museum, Fondazione 3M, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Info www.cinetecadibologna.it

Introduce e modera:

Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia

Interventi di

Elena Correra e Rosaria Gioia, Cineteca di Bologna

Daniela Aleggiani, Fondazione 3M

Alessandro Bechis, Ferrania Film Museum

Claudia Colecchia, Responsabile Biblioteca e Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Maria Agostina Lavagnino, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia

Martedì 23 aprile 2024, ore 17.30

FOTOGRAFIA E ARCHITETTURA

Museo delle storie di Bergamo | Piazza Mercato del Fieno, 6 – Bergamo

Con la partecipazione di Archivio Storico Assicurazioni Generali, Fondazione Alinari per la Fotografia, Fondazione Dalmine, Museo delle storie di Bergamo

Per prenotarsi in presenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Saluti istituzionali:

Roberta Frigeni, Direttore scientifico del Museo delle storie di Bergamo

Introduce e modera:

Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia

Interventi di

Claudia Baroncini, Fondazione Alinari per la Fotografia

Silvia Giugno, Fondazione Dalmine
Daniela Pacchiana, Museo delle storie di Bergamo

Silvia Stener, Archivio Storico Assicurazioni Generali

Martedì 7 maggio 2024, ore 18

FOTOGRAFIA E MUSICA

Gallerie d’Italia – Torino, Museo di Intesa Sanpaolo | Piazza S. Carlo, 156 – Torino

Con la partecipazione di Archivio Lelli & Masotti, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia, Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Fondazione Pirelli.

Per prenotarsi in presenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Interventi di

Serena Berno, Vicepresidente di Rete Fotografia, Archivio Storico Intesa San Paolo

Mila Forlani, Fondazione Pirelli

Silvia Lelli, Archivio Lelli e Masotti

Agostina Lavagnino, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia

 



 

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A Milano alla Galleria Nuages i ritratti in bianco e nero di Claudio Moschin 


Un libro edito sempre da Nuages dal titolo Le vite degli altri: perchè oltre che radunare molti di questi “scatti fotografici”, nel libro ad ogni personaggio è stato accostato un breve “racconto d vita” spesso ricco di aneddoti e curiosità.


Dal 9 al 30 marzo la Galleria Nuages di Milano (via del Lauro 10) apre una mostra con i ritratti in bianco e nero che Claudio Moschin, giornalista e fotografo, inviato freelance della RSI Televisione Svizzera, ha “scattato” ad attori e attrici, registi, scrittori, fotografi di moda e di guerra, illustratori, poeti e sempre dopo l'intervista televisiva. Sono fotografie il più naturali possibili, realizzate in più di 20 anni di lavoro, che raccontano proprio “quel momento e quell'incontro”.

A corredo della mostra, anche un libro edito sempre da Nuages dal titolo Le vite degli altri: perchè oltre che radunare molti di questi “scatti fotografici”, nel libro ad ogni personaggio è stato accostato uno stralcio di quella sua intervista, un breve “racconto d vita” spesso ricco di aneddoti e curiosità.

Nella sua carriera giornalistica (iniziata nella carta stampata e poi arrivata in televisione) Claudio Moschin ha realizzato servizi, inchieste, reportage premiati in diversi Festival internazionali, e ha incontrato, intervistato e fotografato centinaia di personaggi del mondo della cultura e dell'arte. Quanto alle sue immagini, sono state pubblicate sempre da numerose riviste cartacee e online (Style Magazine, Sette, IoDonna, Il Fotografo, Di Più, Weekend, Hestetika, Voce di New York).  

 

 

Fra i ritratti presenti nelle pagine del libro (poco meno di una sessantina) e tutti gli altri che in più arrichiscono anche la mostra, si fa davvero un viaggio nel tempo e nella memoria: un viaggio dove si racconta molto cinema, con i ritratti di Bernardo Bertolucci e Bruno Bozzetto, Maurizio Nichetti e John Turturro, Toni Servillo e Stefano Accorsi, Laura Morante e Alessandro Preziosi,  Christian De Sica e Mario Monicelli, Carlo Verdone e Jerry Calà, Franca Valeri e Valentina Cortese, Werner Herzog e Giuliano Gemma.  Ma in questo viaggio c'è anche molta letteratura (Dario Fo, Alda Merini, Andrea Camilleri, Luis Sepulveda, Giorgio Faletti, Amelie Nothomb, Marco Buticchi), molto teatro e tv (Margherita Palli, Luca Ronconi, Ferruccio Soleri, Arnoldo Foà, Andre Ruth Shammah, Gianfranco Jannuzzo, Alberto Patrucco, Piero Chiambretti, Davide Mengacci); arte e design (Italo Rota, Emiliano Ponzi, Nicola Magrin, Massimo Fenati, Staino, Silver, Claudio Villa, Gipi, QuentinBlake, Altan, Mattotti); e anche un pizzico di musica (Iva Zanicchi, Paolo Conte). E non potevano certo mancare alcuni ritratti e relative interviste con i più grandi (e spesso inavvicinabili) fotografi, come i “mitici“ Greg Gorman, Michel Comte, Mario Testino, Gian Paolo Barbieri, Rankin, come il “re dei paparazzi” Ron Galella, e i maestri del reportage Gianni Berengo Gardin, Mauro Galligani, Ferdinando Scianna e Mario Dondero.

 

ANDREA CAMILLERI

 



 

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MILANO DESIGN FILM FESTIVAL 11a edizione Direzione Artistica di Cristiana Perrella  


5 giorni di manifestazione, 3 sedi, oltre 30 titoli in programma e 5 premi. Con i ritratti di grandi progettisti, i racconti del passaggio generazionale, la Green Architecture, le esperienze con il cibo e la moda etica, MDFF11 presenta molte première assolute e italiane.


Abitando le sedi di Triennale Milano, Anteo Palazzo del Cinema,Fondazione dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, torna dal 6 al 10 marzo 2024 Milano Design Film Festival, la kermesse che dal 2013 racconta, attraverso il cinema nelle sue varie forme, le concezioni più contemporanee del design e dell’architettura italiani e internazionali.

Con la direzione artistica di Cristiana Perrella, l’undicesima edizione presenta un ricco programma con proiezioni, presentazioni e panel , per offrire a un pubblico diventato sempre più ampio, una lettura del design da prospettive inedite.

Come in ogni edizione il mondo raccontato dal Festival supera le questioni estetiche e funzionali per abbracciare quelle sociali, politiche, etiche e ambientali, innescando relazioni con discipline affini e generando un sistema di pensiero che aiuta a comprendere la società che viviamo e a delineare soluzioni concrete e innovative per viverci meglio.

“Il mondo del progetto è infatti da tempo in grande trasformazione, sempre più interessato a proporre modelli, a costruire scenari, piuttosto che a fare cose, a restituire e interpretare la complessità dell’ecosistema in cui viviamo prima che a immetterci nuovi prodotti. Molti designer oggi condividono un atteggiamento critico nei confronti delle dinamiche che sostengono un’economia di consumo e le sue conseguenze geopolitiche e propongono esempi di circolarità e integrità, rendendo attraente e auspicabile una visione costruttiva e rigenerativa del futuro, aiutandoci a pensare e ad affrontare il cambiamento necessario in un’epoca segnata da profonde crisi. – Spiega Cristiana Perrella – I film in programma in MDFF 11 restituiscono in modo sempre più preciso questa trasformazione, anche quando guardano al passato, raccontano storie che parlano di futuro, visioni e personaggi che hanno saputo andare oltre il loro tempo, oltre gli steccati della loro disciplina”.

Oltre 30 titoli tra film, documentari, corto e lungometraggi, video d’arte e storie di progettisti di ieri e di oggi, il programma 2024 racconta architettura e design non solo attraverso i film in concorso della SELEZIONE UFFICIALE – scelti dal Comitato di selezione grazie a una open call internazionale – e di MDFF STUDENT AWARD, ma anche attraverso film fuori concorso di grande fascino.

MDFF 11 prende il via mercoledì 6 marzo alle 20.00 all’Anteo Palazzo del Cinema entrando subito nel vivo della SELEZIONE UFFICIALE: una opening night dedicata alla premièr eassoluta di Green Over Gray. Emilio Ambasz di Mattia Colombo e Francesca Molteni, alla presenza degli autori l’architetto argentino Emilio Ambasz e l’architetto e storico dell'architetturaFulvio Irace. Attraverso la figura di Ambasz e grazie ad alcuni dei suoi più significativi progetti realizzati tra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Duemila, il documentario racconta la rivoluzione della Green Architecture e le responsabilità dell’Architettura nei confronti di una progettazione che assicuri il welfare dei diversi ecosistemi che abitiamo.

Giovedì 7 e venerdì 8 marzo dalle 15.00 fino a sera all’Anteo Palazzo del Cinema – nelle sale Rubino e President – si susseguono le proiezioni dei film della SELEZIONE UFFICIALE. Particolare attenzione è stata rivolta a quelle produzioni recenti capaci di mostrare visioni inedite del design e di indagare il linguaggio dell’immagine in movimento come elemento di ricerca progettuale.

Molti i filoni di ricerca rintracciabili tra i film in programma: l’architettura indiana viene analizzata in The Sense of Tuning di Bêka & Lemoine, (Francia, India, 2023, 98’), un'esperienza cinematografica performativa capace di restituire l'alchimia e l’intimità dell’incontro tra Bijoy Jain, fondatore dello Studio Mumbai in India, e i due autori, e in The Promise – Architect BV Doshi di Jan Schmidt-Garre, (Germania, 2023, 90’) film che racconta uno degli architetti più influenti del XX secolo in India e vincitore del Premio di Architettura Pritzker nel 2018; l’architettura museografica è centrale per Depot - Reflecting Boijmans di Sonia Herman Dolz (Paesi Bassi, 2023, 86’), che analizza l’esperienza del Depot Boijmans Van Beuningen, il primo deposito museale completamente accessibile al pubblico, e per In The Mood For Art di Michael Schindhelm (Svizzera, 2023, 53’), che esplora la meraviglia architettonica del museo M+, progettato da Herzog & de Meuron e che ospita la collezione più significativa al mondo di arte contemporanea cinese.

Sono moltissimi i ritratti di progettisti, da Alvaro Siza Vieira: A Tribute to the Master Architect di Augusto Custodio (Portogallo, Brasile, 2023, 61’), che svela la vita e l'opera rivoluzionaria dell’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira, a György Kepes. Interthinking Art + Science di Márton Orosz (Ungheria, Canada, 2023, 96’), documentario che costituisce la prima indagine completa sulla vita di György Kepes, precursore dell'arte multimediale.

In alcune pellicole è centrale il passaggio generazionale e lo sguardo dei figli sui padri: in Radical Landscape, di Elettra Fiumi (Italia, Svizzera, 2022, 87’), la regista racconta, dalla prospettiva di figlia, la figura di Fabrizio Fiumi, uno dei fondatori del gruppo 9999 che contribuì a definire la scena dell'architettura radicale; Ask the Sand, di Vittorio Bongiorno (Italia, 2022, 60’), è il viaggio di un padre e di un figlio alla ricerca di Arcosanti, la città utopica costruita nel 1970 nel deserto dell'Arizona dall'architetto italiano Paolo Soleri, allievo di Frank Lloyd Wright; Skin of Glass, di Denise Zmekhol (Stati Uniti, Brasile, 2023, 90’), è la storia della più grande favela verticale di San Paolo, una torre di di 25 piani progettata da Roger Zmekhol, padre della regista, nel 1968 divenuta oggetto di occupazioni da parte di movimenti che lottano per il diritto alla casa.

Non mancano le esperienze dal taglio sociale come The Architects of Hope: The First Steps of Rebuilding Ukraine, di Paul Thomas (Ucraina, 2023, 60’),  film che segue da vicino i principali studi di architettura ucraini impegnati nella ricostruzione delle città devastate dal conflitto in corso, e Where we grow older, di Daniel Schwartz (Canada, 2023, 30’), documentario che esplora come la crescente popolazione anziana stia ridefinendo costrutti architettonici; la moda e il suo impatto sull’ambiente sono analizzati in Fashion Reimagined,di Becky Hutner (Regno Unito, Stati Uniti, 2022, 110’), che racconta l’incredibile esperienza della fashion designer Amy Powney del suo brand Mother of Pearl, precursore di un cambiamento sociale e Tactile Afferents, di Formafantasma e Joanna Piotrowska (Italia, 2022, 6’), un viaggio alla ricerca della sostenibilità nell'industria della lana che passa dal tatto  tatto e dai gesti  come modalità di comunicazione tra esseri umani e animali;  non ultima l’esperienza con il cibodi Food & Design, di Mu-Ming Tsai , (Taiwan, 2023, 56’), film che offre una prospettiva inedita sul significato e sulle possibilità creative legate al cibo.

Il programma comprende anche talk, presentazioni con gli autori e momenti di approfondimento sui temi dei film come quello dedicato al design degli ambienti di lavoro a cura di DEGW con laproiezione di DEGW 50 anni – il FILM  – venerdì 8 marzo alle 17.00 in Sala Astoria – seguita da un panel dal titolo Un “posto” tra architettura e cinema in cui interverranno Franco Guidi, AD e partner di Lombardini22, Juri Franzosi, DG di Lombardini22, Alessandro Adamo, direttore di DEGW e partner di Lombardini22, Michele Calzavara, architetto e curatore, Gianluca Vassallo, regista.

I film della SELEZIONE UFFICIALE concorrono alla vittoria di quattro premi: AFA – Architecture Film Award, organizzato in collaborazione con la Fondazione dell'Ordine degli Architetti P.P.C della Provincia di Milano (FOAM), che mira a promuovere film sull'architettura e sul paesaggio e, novità dell’edizione 2024, DFA – Design Film Award nuovo premio che celebra i film che esplorano il mondo multiforme del design, mettendone in evidenza le intersezioni con la cinematografia. Ogniuno di questi premi verrà assegnato alla categoria Feature (i lungometraggi) e Short (i cortometraggi), da due giurie internazionale di esperti: Beyer Thomas con Adrian Dorschner, Claudia Clemente e Francesca Iovene per AFA, Marco Rainò, Federica Sala e Dino Vannini per DFA.

Nel corso delle giornate del 7 e 8 marzo, le proiezioni dei film in concorso saranno inframezzate dai 5 migliori short film (max. 90”) realizzati da studenti di Università, Accademie e Istituti di Design e ricevuti attraverso una open call e selezionati per l’MDFF STUDENT AWARD. Tema di quest’anno What Really Matters/Cose che contano, un invito a descrivere attraverso brevi clip video gli oggetti indispensabili per chi oggi ha vent’anni. Una giuria di esperti composta da Nina Bassoli, Beatrice Marchi, Sara Ricciardi assegnerà il premio al migliore short film .

A completare il programma  due speciali proiezioni fuori concorso: l’attesissimo film High & Low – John Galliano, di Kevin Macdonald (Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, 2023, 116’) in programma per venerdì 8 marzo alle 21.30 all’Anteo Palazzo del Cinema e la première della versione restaurata de L’Inhumaine di Marcel L’Herbier (Francia, 1924, 135’) con sonorizzazione live di Lorenzo Senni, evento di chiusura ad invito sabato 9 marzo alle 19.00 nel Salone d’Onore di Triennale Milano.

Presentato per la prima volta in Italia dopo l’anteprima alla Festa del cinema di Roma lo scorso ottobre, High & Low  è un'analisi sincera e intelligente della rapida ascesa, della caduta e della recente rinascita dell’enfant terrible della moda John Galliano. Le interviste con i suoi amici più cari, i familiari più stretti e con celebrità come Naomi Campbell, Penélope Cruz, Anna Wintour, insieme al racconto di John Galliano stesso, ritraggono l'uomo dietro il genio nella sua ricerca di redenzione.

Concepito come prologo all'Esposizione internazionale delle arti decorative di Parigi nel 1925, mostrando il meglio della produzione francese in pittura, scultura, architettura, musica e moda, L’inhumaine è testimonianza visiva di uno dei periodi artistici più grandiosi di Parigi e uno dei massimi esempi in cui la sintesi di tutte le arti si manifesta attraverso il cinema.  Realizzato in occasione del centenario della sua uscita, il restauro del film vede l’uso del negativo originale in nitrato, scansionato a una risoluzione 4K, e il ripristino dei colori originali. In occasione di MDFF 11 L’inhumaine viene proiettato straordinariamente con sonorizzazione dal vivo del musicista Lorenzo Senni, protagonista indiscusso della nuova generazione di producer europei.

La proiezione nel Salone d’Onore di Triennale Milano seguirà la premiazione di AFA – Architecture Film Award e DFA – Design Film Award per le categorie Feature e Short, e di MDFF Student Award, prevista alle 18.00. La serata, su invito, vedrà la possibilità di accesso anche ai primi 100 abbonati al Festival che si registreranno alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Per la giornata di chiusura del festival, domenica 10 marzo dalle 15.00 alle 21.00, alla Fondazione dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, saranno proiettate le repliche dei film vincitori.

MDFF 11 conferma inoltre il progetto MDFF Around The World , con l'obiettivo di portare il Festival e il dibattito sul design in nuovi e sempre più ampi contesti internazionali, e allo stesso tempo attivare sinergie locali. Sono ormai numerose, infatti, le collaborazioni con gli Istituti Italiani di Cultura, le Università, le Design Week e varie Istituzioni sia pubbliche sia private.

Anche per questa edizione prosegue il sostegno di The Good Life Italia come Media Partner.

 



 

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 Enrico Polato e la curatricd Manuela Lietti. Photo by Riccardo Banfi.

 

CAPSULE VENICE - Apre a Venezia la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai

 


A curare il programma di Capsule Venice sarà Manuela Lietti, curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. 


Ha scelto di inaugurare nell'Anno del Drago Capsule Venice, la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai. Fondata nel 2016 dal gallerista italiano Enrico Polato, nel distretto centrale della Concessione Francese a Shanghai, la galleria lavora principalmente con artisti emergenti cinesi e internazionali che con le loro pratiche stanno contribuendo ad arricchire le dinamiche dell'arte a livello globale. 

In uno spazio fuori dal tempo, tra il canale e un giardino privato, la nuova sede realizzerà un programma annuale a cura di Manuela Lietti strutturato in parallelo alla Biennale Arte 2024.

Enrico Polato, professionista nell’ambito dell’arte contemporanea con un’esperienza ventennale in Cina – tuttora cuore pulsante e quartiere generale della galleria – ha individuato negli spazi di Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani a Dorsoduro la sede veneziana della galleria per il 2024: un ampio edificio con finestre che affacciano da un lato sul canale, dall'altro su un giardino, un'area verde sospesa nel tempo che ben si presta ad accogliere mostre ed eventi culturali divenendo così un crocevia di esperienze. 

A curare il programma di Capsule Venice, strutturato in parallelo alla 60. Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia, sarà Manuela Lietti , curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. Laureata in Lingue e Civiltà Orientali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e in Storia e Critica dell'Arte Cinese presso l’Accademia di Arte e Design dell’Università Tsinghua a Pechino, Manuela ha una ricca esperienza nella gestione di progetti con musei e gallerie in Cina e all’estero.

"Nell’ottobre 2016, nel cuore della zona residenziale della Concessione Francese a Shanghai e immersa nel verde lussureggiante di un’oasi senza tempo, Capsule Shanghai ha aperto la prima mostra collettiva con otto artisti, When We Become Usdichiara Enrico Polato –. Dedita alla promozione di artisti emergenti, la galleria si è posta sin dall’inizio come un centro di scambio e dialogo tra professionisti del mondo dell’arte, realizzando nel corso di sette anni oltre quaranta mostre, partecipando ad altrettante fiere d’arte, instaurando rapporti solidi e duraturi con collezionisti e istituzioni, lanciando la carriera di una nuova generazione di artisti in Cina nonché nel resto del mondo. Il nuovo progetto a Venezia – Capsule Venice – nasce dalla volontà di crescere con i nostri artisti in un contesto internazionale che favorisca nuove sinergie e che ci permetta di condividere con il pubblico la visione della galleria e la nostra ambizione."

Sabato 24 febbraio 2024 appuntamento con la prima mostra di Capsule Venice: When We Become Us², con opere di 29 artisti internazionali.

"Venezia è il luogo in cui tutto è iniziato – prosegue Enrico Polato la città in cui ho studiato cinese e che ha alimentato la mia passione per la Cina, per la sua arte e per la sua cultura. La prima mostra di Capsule Venice, dal titolo When We Become Us² , si presenta come una versione potenziata della mostra inaugurale tenutasi a Shanghai nel 2016, e omaggia quell’indimenticabile giornata in cui con i nostri artisti siamo diventati parte di un’esperienza collettiva. Ho voluto fortemente iniziare con questa mostra: esprime la nostra identità appieno, presenta un ampio spaccato sul nostro programma. Questa introduzione al lavoro di ventinove artisti legati alla galleria da rapporti di collaborazione professionale ma anche di amicizia è la perfetta trasposizione dell’essenza e dello spirito di cooperazione sottesi a Capsule."

 



 

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 Enrico Polato e la curatricd Manuela Lietti. Photo by Riccardo Banfi.

 

CAPSULE VENICE - Apre a Venezia la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai

 


A curare il programma di Capsule Venice sarà Manuela Lietti, curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. 


Ha scelto di inaugurare nell'Anno del Drago Capsule Venice, la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai. Fondata nel 2016 dal gallerista italiano Enrico Polato, nel distretto centrale della Concessione Francese a Shanghai, la galleria lavora principalmente con artisti emergenti cinesi e internazionali che con le loro pratiche stanno contribuendo ad arricchire le dinamiche dell'arte a livello globale. 

In uno spazio fuori dal tempo, tra il canale e un giardino privato, la nuova sede realizzerà un programma annuale a cura di Manuela Lietti strutturato in parallelo alla Biennale Arte 2024.

Enrico Polato, professionista nell’ambito dell’arte contemporanea con un’esperienza ventennale in Cina – tuttora cuore pulsante e quartiere generale della galleria – ha individuato negli spazi di Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani a Dorsoduro la sede veneziana della galleria per il 2024: un ampio edificio con finestre che affacciano da un lato sul canale, dall'altro su un giardino, un'area verde sospesa nel tempo che ben si presta ad accogliere mostre ed eventi culturali divenendo così un crocevia di esperienze. 

A curare il programma di Capsule Venice, strutturato in parallelo alla 60. Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia, sarà Manuela Lietti , curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. Laureata in Lingue e Civiltà Orientali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e in Storia e Critica dell'Arte Cinese presso l’Accademia di Arte e Design dell’Università Tsinghua a Pechino, Manuela ha una ricca esperienza nella gestione di progetti con musei e gallerie in Cina e all’estero.

"Nell’ottobre 2016, nel cuore della zona residenziale della Concessione Francese a Shanghai e immersa nel verde lussureggiante di un’oasi senza tempo, Capsule Shanghai ha aperto la prima mostra collettiva con otto artisti, When We Become Usdichiara Enrico Polato –. Dedita alla promozione di artisti emergenti, la galleria si è posta sin dall’inizio come un centro di scambio e dialogo tra professionisti del mondo dell’arte, realizzando nel corso di sette anni oltre quaranta mostre, partecipando ad altrettante fiere d’arte, instaurando rapporti solidi e duraturi con collezionisti e istituzioni, lanciando la carriera di una nuova generazione di artisti in Cina nonché nel resto del mondo. Il nuovo progetto a Venezia – Capsule Venice – nasce dalla volontà di crescere con i nostri artisti in un contesto internazionale che favorisca nuove sinergie e che ci permetta di condividere con il pubblico la visione della galleria e la nostra ambizione."

Sabato 24 febbraio 2024 appuntamento con la prima mostra di Capsule Venice: When We Become Us², con opere di 29 artisti internazionali.

"Venezia è il luogo in cui tutto è iniziato – prosegue Enrico Polato la città in cui ho studiato cinese e che ha alimentato la mia passione per la Cina, per la sua arte e per la sua cultura. La prima mostra di Capsule Venice, dal titolo When We Become Us² , si presenta come una versione potenziata della mostra inaugurale tenutasi a Shanghai nel 2016, e omaggia quell’indimenticabile giornata in cui con i nostri artisti siamo diventati parte di un’esperienza collettiva. Ho voluto fortemente iniziare con questa mostra: esprime la nostra identità appieno, presenta un ampio spaccato sul nostro programma. Questa introduzione al lavoro di ventinove artisti legati alla galleria da rapporti di collaborazione professionale ma anche di amicizia è la perfetta trasposizione dell’essenza e dello spirito di cooperazione sottesi a Capsule."