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 WHITE CARRARA023. STILL LIV(F)E. Le forme della scultura

Direzione artistica di Claudio Composti.

A Carrara (MS), città frequentata nei secoli da scultori di tutto il mondo per il marmo statuario delle Apuane e le maestranze altamente specializzate, fino al 1 ottobre 2023 va in scena la settima edizione di White Carrara, manifestazione che coinvolge l’intero centro storico con sculture e installazioni di artisti nazionali e internazionali nelle strade e nelle piazze.

Spazio dunque alla scultura in tutte le sue forme, ma anche alla fotografia d’autore, capace di vedere e raccontare la versatilità del marmo e dell’arte tridimensionale. White Carrara, sotto la direzione artistica di Claudio Composti, cresce e si rinnova, articolandosi in due progetti paralleli che, come indicato dal titolo STILL LIV(F)E, giocano sul tema della trasformazione dal blocco non lavorato - STILL LIFE - alle varie forme della scultura contemporanea, STILL ALIVE. Una scultura viva, in movimento, interpretata anche dall’obiettivo di cinque autori contemporanei.

Nel centro storico della capitale mondiale del marmo, sono dislocate le sculture di Sergi Barnils, Mattia Bosco, Stefano Canto, Michelangelo Galliani, MOG, Mikayel Ohanjanyan e Quayola, unitamente ad un’opera storica di Giò Pomodoro, collocata di fronte all’Accademia di Belle Arti di Carrara, in dialogo con le giovani promesse della scultura contemporanea.

A Palazzo Binelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara (Via Verdi, 7), è allestita la mostra Visioni plastiche. Le forme della scultura, che interpreta il tema della scultura attraverso le fotografie di Bruno Cattani, Giacomo Infantino, Simon Roberts, Carolina Sandretto, Dune Varela.

È inoltre possibile assistere alla proiezione di due cortometraggi: a Palazzo Binelli, Landscape as Performance di Andrea Botto, che fa dell’esplosione la sua cifra linguistica, riportando alla mente dei cittadini momenti storici del recente passato; in esposizione permanente al mudaC │ Museo delle Arti Carrara, Il Capo di Yuri Ancarani, un documentario eroico che racconta, attraverso il solo linguaggio del corpo, riti, poteri e tradizioni dell’escavazione della montagna.

«Quanto è cambiato il concetto di scultura con l’avvento della tecnologia? - si chiede il direttore artistico Claudio Composti. Quanto i canoni classici sono stati stravolti dall’utilizzo di nuovi materiali, che esulano dal marmo, intervenendo sull’arte plastica con supporti video, fotografici o robotici? Dove termina la definizione di scultura e inizia quella di installazione? A queste domande, si cerca di rispondere con otto scultori, dal Maestro Giò Pomodoro fino ad artisti contemporanei riconosciuti sulla scena italiana e internazionale, che attraverso le loro opere mettono in evidenza quanto sia eterogeneo il linguaggio della scultura, che si usi il marmo o qualunque altro materiale o medium volto a plasmare la forma».

Una disamina sullo stato della scultura contemporanea che si completa con la mostra di Palazzo Binelli, in cui la fotografia, per sua natura votata a disegnare con la luce e a lavorare sulla profondità di campo, offre una ulteriore visione e interpretazione plastica dell’opera scultorea, che va oltre la semplice documentazione.

«Locale e internazionale, luogo d’arte e luogo del saper fare, bella e suggestiva tanto nella polvere dei laboratori quanto nelle sale delle gallerie e dei musei: Carrara è tutto questo e tanto altro ancora, è una città la cui storia è ben più grande dei propri confini geografici e che ha nel suo marmo molto più di un motivo d’orgoglio», dichiara Serena Arrighi, sindaca del Comune di Carrara. «Il marmo per chi è nato all’ombra delle Apuane è passato, presente e futuro, è lavoro e tradizioni secolari, è lo sfondo quotidiano della nostra vita. Il marmo di Carrara però esercita da sempre un fascino incredibile anche sugli artisti di tutto il mondo grazie ai suoi tanti bianchi diversi, con le loro venature, macchie e ‘perfette imperfezioni’, ma anche con la sua capacità di mutare forma sotto il tocco sapiente di chi arriva a conoscerne i segreti. Questa manifestazione nasce dalla volontà di unire tutte queste sensibilità mettendo il marmo al centro della città e portandovi le opere di grandi artisti. Il risultato è una proposta di grande livello culturale, ma allo stesso tempo alla portata di tutti e che resterà allestita nelle piazze cittadine per tutta l’estate diventando suggestivo scenario per numerose iniziative».

«White Carrara2023, con le sue istallazioni diffuse, farà da cornice agli eventi della stagione estiva, portando maggior interesse per la città e la sua creatività», prosegue Gea Dazzi, assessore alla Cultura. «Carrara è da sempre fucina d’arte e i carrarini sono orgogliosi di questo genius loci legato alla scultura e alla pietra scolpita che ci hanno reso e ci rendono grandi nel mondo».

L’edizione 2023 di White Carrara è organizzata dal Comune di Carrara, in collaborazione con IMM CarraraFiere e Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, con il patrocinio di Regione Toscana, il sostegno di Fondazione Marmo Onlus (main sponsor), la compartecipazione di Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e il supporto dei partner tecnici Cave Michelangelo, Henraux S.p.A., Robotor, Successori Adolfo Corsi, E.R.P. Massa Carrara S.p.A. Prestatori: Cris Contini Contemporary, Galleria Materia, Gradina Gallery, MARCOROSSI artecontemporanea, mc2gallery, SECCI GALLERY. La direzione del progetto è affidata a Cinzia Compalati, direttore del settore Cultura e Turismo del Comune di Carrara.

La mostra di Palazzo Binelli sarà visitabile fino al 16 luglio 2023 nei seguenti giorni e orari: da lunedì a venerdì ore 9.30-12.30 e 15.30-17.30, sabato e domenica ore 18.00-22.00. Ingresso gratuito. Dal 21 luglio al 1 ottobre 2023 l’esposizione Visioni plastiche. Le forme della scultura sarà trasferita presso l’ex Ospedale San Giacomo. Per informazioni: www.whitecarrara.it

 



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Milo Spaggiari - Comizi d’amor proprio, 2023 - Serie di 6 fotografie e 6 interviste. Primo Premio

 

 PREMIO DAVIDE VIGNALI: PROCLAMATI I VINCITORI DELL'EDIZIONE 2022/23

Il premio, che promuove la creatività dei giovani talenti del territorio, nasce nel nome di Davide Vignali, ex studente del Venturi scomparso prematuramente nel 2011.

Il Premio Davide Vignali, promosso da Fondazione Modena Arti Visive, dalla Famiglia Vignali e dall'IIS Venturi di Modena, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, annuncia i vincitori dell'edizione 2022/2023.

Il premio, che promuove la creatività dei giovani talenti del territorio, nasce nel nome di Davide Vignali, ex studente del Venturi scomparso prematuramente nel 2011. Nello stesso anno, grazie all’impegno della famiglia, che ha raccolto un desiderio espresso dalle professoresse Antonella Battilani e Maria Menziani, è nato il concorso che ne celebra la memoria, la grande umanità, il desiderio di conoscenza. Ad affiancare fin da subito la famiglia in questa impresa c’è FMAV Fondazione Modena Arti Visive, che in 12 anni di attività del Premio ha coinvolto 1036 ragazzi sostenendo non solo lo sviluppo della ricerca artistica legata all’immagine contemporanea, ma anche la crescita di un’ampia rete di scambio tra scuole, studenti e docenti.

Alla giuria di questa edizione hanno presto parte l'artista Marina Caneve, Doriano Vignali e Marisa Spallanzani, genitori di Davide, Maria Menziani, docente dell'IIS Venturi di Modena, Sergio Marrone, docente dell'IIS Blasie Pascal di Reggio Emilia, Paola Micich, graphic designer, Daniele De Luigi di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e Anita Schulte-Bunert, vincitrice del Premio Vignali 2021-22.

Il Primo Premio è stato vinto da Milo Spaggiari con la serie “Comizi d’amor proprio”, un racconto fotografico che si pone come obiettivo quello d’indagare la relazione dei giovani con il proprio corpo. Ispirato al documentario Comizi d'amore di Pier Paolo Pasolini, il progetto esplora il tema dell’autoerotismo e si articola in 6 fotografie e altrettante interviste, che raccolgono le voci e le esperienze di persone che rivendicano la possibilità di aver un rapporto sano e libero con il proprio corpo.

A Iacopo Verri è andato il Secondo Premio con la serie di fotografie in bianco e nero “L’araba fenice” che prende spunto da una frase di Pablo Neruda: "Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno." per descrivere la fiducia verso il futuro di chi è consapevole che il fallimento può rappresentare un trampolino di lancio verso una vita migliore, ribellandosi al rischio di esserne fagocitati e di rimanere bloccati a crogiolarsi nel fallimento.

“Memorie del passato” di Camilla Bondioli si è aggiudicato il Terzo Premio. Sono immagini dell’archivio di famiglia che raccontano la vita dei nonni, composte fino a ricrearne i volti “poiché se devo pensare ad una vita piena di ricordi la voglio pensare in un’ottica di condivisione.”, afferma l'autrice.

Premio Venturi per Roxana Gabriela Martau grazie al suo video di animazione dal titolo “Se spegni la luce, mi noti” in cui l’autrice ha voluto affrontare il tema della depressione. Infine, due menzioni speciali a Benevelli Federica per “Mi dissocio” e Diamante Soncini per “Il nostro futuro”.

Le opere dei giovani artisti saranno incluse in una mostra presso FMAV – Palazzo Santa Margherita che inaugurerà il 15 settembre 2022 (fino al 5 novembre 2023) e nella pubblicazione che l’accompagnerà. L’esposizione si articola come una versione condensata di vari racconti, frammenti, esplorazioni e interrogativi delle nuove generazioni che stanno cercando di affermare, non senza difficoltà, la propria identità. Immagini che sono storie intime e profonde, domande, ansie, provocazioni, dubbi, affetti, sogni, riflessioni autentiche che cercano un dialogo con lo spettatore.

Insieme alle opere dei vincitori, la mostra includerà anche alcuni dei migliori lavori selezionati dalla giuria fra le candidature arrivate: Argnani Raffaele, IIS Venturi, Modena; Corsini Valentina, IIS Blaise Pascal, Reggio Emilia; Gagliumi Davide, IIS Venturi, Modena; Luppi Chiara, IIS Venturi, Modena; Lusuardi Alberto, Liceo Chierici, Reggio Emilia; Mastria Sara, IIS Venturi, Modena; Munari Emma, IIS Blaise Pascal Reggio Emilia; Serafini Greta, IIS Venturi, Modena; Suarez Nicolò, IIS Venturi, Reggio Emilia.

Il Primo Premio, del valore di 1000 euro, è assegnato dalla famiglia Vignali; il Secondo Premio consiste nella possibilità di partecipare ad un corso breve o ad un workshop nell’offerta di Fondazione Modena Arti Visive; il Terzo Premio consiste in un buono libri del valore di 150 euro da spendere nel bookshop di FMAV; infine, il Premio Venturi di 500 euro è assegnato dalla famiglia Vignali e conferito ad una/uno studente dell’Istituto Modenese.

 



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Apre Sot Glas, opera delle artiste Ana Shametaj e Giuditta Vendrame

Sot Glas è stato ambientato nei cinquecento metri di tunnel di Kleine Berlin con un significato ben preciso: quello di richiamare le atmosfere e le caratteristiche di un luogo oscuro. 

Le vicende di un confine tormentato come quello orientale racchiuse in un bunker della Seconda guerra mondiale e raccontate attraverso suoni, silenzi, luci e ombre.

E’ l’installazione chiamata Sot Glas (unione del termine friulano sot, sotto, con la parola slovena glas, voce), che sarà visitabile dall’8 all’11 giugno nelle gallerie sotterranee di Kleine Berlin, di fronte al civico 11 di via Fabio Severo, a Trieste.

Mercoledì 7 giugno c’è stata un’anteprima con autorità e stampa, a cui hanno preso parte Giorgio Rossi, assessore a Politiche della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste, Nicoletta Romeo, direttrice del Trieste Film Festival. Il progetto è stato commissionato da Fosbury Architecture per il Padiglione Italia della 18. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, dove le due ideatrici, la filmmaker e regista teatrale triestina Ana Shametaj e l'artista friulana con studio a Rotterdam Giuditta Vendrame, ne hanno presentato un estratto sonoro fruibile fino a novembre 2023.

Sot Glas è stato ambientato nei cinquecento metri di tunnel di Kleine Berlin con un significato ben preciso: quello di richiamare le atmosfere e le caratteristiche di un luogo oscuro come l’inconscio della storia collettiva delle comunità che hanno vissuto in questa regione di confine. «Un confine doloroso - spiegano le due artiste Shametaj e Vendrame - che allo stesso tempo divide ed è punto di contatto e di contaminazione con altre culture. Oggi la frontiera italo-slovena si manifesta per le comunità di migranti che quotidianamente in auto o a piedi lo attraversano come ultima tappa della rotta balcanica».

Sot Glas affronta e interroga la nozione di confine politico guardando alla musica come a uno sconfinamento e a un paesaggio. La drammaturgia sonora reinterpreta i canti popolari transfrontalieri in chiave anti filologica, spaziando da canti di migrazione e abbandono a canti “maccheronici” (in due o più lingue), storicamente non trascritti e archiviati, in quanto considerati pratiche che eludono la costruzione dell'identità nazionale.

Chi avrà modo di visitare l’installazione, quindi, potrà immergersi in tutta una serie di richiami storici, sociologici, emotivi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che i suoni e le luci di Sot Glas rievocheranno in loro. Un vero e proprio «labirinto fisico, linguistico e musicale» destinato a sorprendere, a colpire e soprattutto a restare nella memoria.

«Abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto - ha affermato l’assessore Rossi - innanzitutto per giocare di sponda con la Biennale di Venezia, prendendo spunto dal titolo della mostra allestita nel Padiglione Italia, poi perché a proporla sono due giovani artiste, e infine perché si tratta di un’idea originale, che andava alla ricerca di canti, culture e tradizioni popolari fondendoli con l’arte. Questo è il percorso che deve fare Trieste - ha aggiunto - prendendo in mano l’apertura dei confini e superare i conflitti ideologici che ancora esistono. Le nuove generazioni devono essere capaci di fare un passo in avanti andando oltre le fratture della storia e pensare in grande». Romeo ha sottolineato «la capacità delle due artiste di raccontare un mondo difficile, quello di confine, andando oltre ogni tipo di cliché e riuscendo a trasformare un luogo come Kleine Berlin in un prodotto artistico».

L’installazione sarà visitabile da giovedì 8 a domenica 11 giugno, dalle 17 alle 21.

L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione al link https://www.eventbrite.it/e/biglietti-sot-glas-636384913407. Nelle giornata di sabato e domenica, il coreografo Piero Ramella proporrà un intervento performativo in cammino, da piazza della Libertà d’Italia al Passo di Bottazzo, fino al confine invisibile con la Slovenia. Il percorso proposto si tende tra due poli significativi della storia ufficiale e sotterranea, presente e passata, di Trieste in quanto luogo di frontiera, bandiera e naufragio delle narrazioni identitarie nazionali, europee e occidentali (per prenotarsi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o camminateperformativesotglas.eventbrite.it).

Il progetto si è sviluppato grazie agli incubatori Kokoschka Revival, Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival, con la coorganizzazione del Comune di Trieste, con la collaborazione di Casa della Musica, Club Alpinistico Triestino, e con il sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia, Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, Creative Industries Fund NL, Inps – Fondo PSMSAD, Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, Fondazione Pietro Pittini, Opificio Neirami.

 



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Fondazione La Quadriennale di Roma e Museo Nazionale Romano presentano QUORUM Un festival d’arte contemporanea

La manifestazione è una tre giorni di laboratori, talk, performance, mostre, proiezioni, musica, con la partecipazione di operatori delle arti visive e il coinvolgimento del pubblico. 

La Quadriennale di Roma e il Museo Nazionale Romano presentano QUORUM. Un festival d’arte contemporanea, in programma da venerdì 9 a domenica 11 giugno 2023 al Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano a Roma.

La manifestazione è una tre giorni di laboratori, talk, performance, mostre, proiezioni, musica, con la partecipazione di operatori delle arti visive e il coinvolgimento del pubblico. L’obiettivo è quello di individuare percorsi e azioni di sistema che possano migliorare il tessuto connettivo nell’arte italiana contemporanea.

L’accesso è libero fino ad esaurimento posti.

Quorum, prodotto dalla Quadriennale in collaborazione con il Museo Nazionale Romano, vuole essere un’opportunità di incontro per interrogarsi sul senso delle discipline culturali e sul loro rapporto con la società, nella consapevolezza che dalla capacità di saper costruire in modo funzionale questa dialettica si definisce lo stato di salute intellettuale di un paese e di una generazione. Obiettivo della tre giorni non è quello di dare risposte, ma calcolare la giusta traiettoria di domande per meglio mettere a fuoco le tante questioni che si pongono nel rapporto vitale tra cultura e cittadinanza.

Quorum rientra nel programma per i 95 anni della Quadriennale in occasione del 150° anniversario dalla proclamazione di Roma Capitale, per il quale la Fondazione ha ricevuto un sostegno da parte di Presidenza del Consiglio - Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali ed internazionali.

 



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Summer Wheat. Kiss and Tell alla Fondazione Mudima

La prima personale italiana dell’artista statunitense Summer Wheat (1977, USA).

La Fondazione Mudima di Milano presenta dal 9 giugno al 14 luglio 2023 “Kiss and Tell”, la prima personale italiana dell’artista statunitense Summer Wheat (1977, USA).

Le dodici opere tattili esposte in mostra, tutte di grandi dimensioni e in parte inedite, sono realizzate con una tecnica completamente nuova creata dall’artista che si colloca all’intersezione tra pittura, disegno e scultura, belle arti e artigianato.

Nota per i suoi dipinti dai colori vibranti e per le installazioni avvolgenti, Wheat rappresenta la storia dell’Uomo, nelle sue esperienze individuali e collettive e nelle diverse manifestazioni dell’esistenza – come il lavoro, il tempo libero, le relazioni, la politica – attingendo a una molteplicità di fonti: le tradizioni artistiche dei nativi americani, l’arte antica e gli arazzi medievali, le incisioni rinascimentali e le astrazioni moderniste. Nelle sue vedute, ciascuno, indipendentemente dallo status sociale, occupa uno spazio uguale e condiviso che unito a uno spiccato senso dell’umorismo sovverte le strutture gerarchiche convenzionali e gli stereotipi con l’obiettivo di mettere in primo piano le figure femminili e rimetterne a fuoco le storie.

Il nucleo di opere esposto alla Fondazione Mudima è il frutto di un processo che utilizza la pittura come materiale plastico simile all'argilla. Wheat, infatti, dipinge il supporto dal retro, premendo il colore acrilico attraverso sottili fogli di rete di alluminio nei quali la pittura trapassa e si rapprende in una superficie strutturata che la rende simile a un arazzo. Ruolo fondamentale è affidato all'uso espressivo del colore e all’originale metodo di costruzione del dipinto che integra vari strumenti, dalle dita alle siringhe, ai raschietti di plastica, agli accessori per la decorazione di torte. 

Le donne, protagoniste dei lavori, sono rappresentate non attraverso canoni di genere, ma ponendole nei ruoli che tradizionalmente sono assegnati agli uomini. Ritratte come cacciatrici o pescatrici che insieme lavorano, si sostengono e si aiutano, le figure femminili di Wheat sono donne di potere, che hanno il controllo completo di ciò che le circonda, del loro corpo e della loro mente: basti osservare la posizione, simile a una figura yoga, in cui sono rappresentate che lascia presumere che siano dotate di grande forza, fisica e mentale. In tali opere, della serie Vanity – New Green, Ruby, Special Purple, Magenta (2022, acrilico e gouache su rete di alluminio, 73x119 cm) –, il soggetto è sempre lo stesso eccetto che per i colori, acidi e vivaci, che cambiano di opera in opera: una sorta di rispecchiamento che avviene non solo tra le opere, ma anche dentro ciascuna opera, poiché è sempre presente uno specchio nel quale il soggetto si riflette: «L’immagine ripetuta – spiega nel suo testo in catalogo Erin Dziedzic – richiama apparentemente i ritratti in serie di Warhol, di cui viene però superata la pratica meccanicistica a favore di una rappresentazione del sé che rimane fedele a se stessa pur cambiando ogni giorno.»

Nella serie Lovers, sempre in mostra a Milano, l’attenzione è posta sulle relazioni amorose tra uomo e donna. Lo spazio pittorico viene interamente riempito dalla coppia rendendo palpabile l’idea di uno spazio intimo, di un abbraccio stretto. In Jelly Beans, monumentale opera di 173x358 cm, si riconoscono due figure impegnate in un abbraccio e un bacio; attorno a loro, dei bambini galleggiano, teneramente e ironicamente, come gelatine, in ciò che può sembrare un giardino o un cielo notturno.

L’arte di Summer Wheat privilegia l'intuizione e l'esperienza vissuta rispetto alla ragione e alle logiche convenzionali, destabilizzando i confini tra figura e paesaggio, rappresentazione e astrazione, arte e artigianato.

Completa la mostra un catalogo edito da Mudima, con un testo critico di Erin Dziedzic.

 



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FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA DI LODI 2023 XIV EDIZIONE

833 fotografi da 40 paesi diversi e 5 continenti, oltre 900 progetti candidati, oltre 13.000 le foto ricevute.

Questi i primi numeri della XIII edizione del World Report Award|Documeting Humanity, il concorso indetto dal Festival della Fotografia Etica di Lodi, in programma dal prossimo 30 settembre al 29 ottobre.

La giuria composta da Amanda Voisard, photo editor al The Washington Post, Dominique Hildebrand, photo editor del National Geographic, Lynden Steele,  direttore di fotogiornalismo al Missouri School of Journalism’s Reynolds Journalism Institute e Direttore del POYi, Alberto Prina e Aldo Mendichi, coordinatori del Festival, ha selezionato gli 80 finalisti delle varie sezioni del World Report Award, i cui vincitori assoluti verranno decretati il 30 giugno.

Il concorso si suddivide nelle categorie Master (10 finalisti), Spotlight (10 finalisti), Short Story (10 finalisti), Student (10 finalisti), Single Shot (quest’anno 40 finalisti invece di 30 vista l’alta qualità delle candidature). Cinque percorsi diversi, per narrazione e modalità espositiva, ma con lo stesso comune obiettivo: raccontare la società contemporanea e la sua complessità attraverso il potere della fotografia e la sensibilità dei migliori fotoreporter internazionali.

Si possono scoprire tutti i finalisti a questo LINK.

Anche in questa edizione FUJIFILM Italia è Award Sponsor del concorso con l’intento di sostenere il diffondersi della cultura dell’immagine. FUJIFILM Italia è da sempre in prima linea per rimarcare il valore della fotografia, per la sua capacità di raccontare la collettività e la realtà che ci circonda. Con il suo supporto, avvalora e incoraggia il grande impegno che il Festival mette ogni anno in campo per celebrare la fotografia, necessaria espressione umana.

Accanto alle mostre del World Report Award si articoleranno altri momenti importanti del Festival, in programma dal 30 settembre al 29 ottobre, con la cronaca dei fatti e le storie più rilevanti dell'ultimo anno che troverà spazio nella sezione Uno Sguardo sul Mondo; lo Spazio approfondimento, con il reportage relativo a un long term project; lo Spazio no-profit, che dà voce alle organizzazioni umanitarie e ai loro progetti attraverso una Open Call che sarà aperta sino al 30 giugno.

Ma ci sarà anche spazio a incontri, workshop, letture portfolio, videoproiezioni, visite guidate, presentazioni di libri, progetti educational per gli studenti e numerosi altri eventi che indagano il rapporto tra etica, comunicazione e fotografia.

Contemporaneamente al Festival si svolgerà FFE – OFF, un circuito di mostre fotografiche, esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città.

L’appuntamento quindi è al 30 giugno per scoprire i vincitori del World Report Award, e conoscere il programma definitivo che caratterizzerà la XIV edizione di uno dei più importanti festival di fotografia europei.

Info: www.festivaldellafotografiaetica.it