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La città invisibile di Veronica Gaido al Consolato Generale d’Italia a New York

Veronica Gaido inaugura nella splendida cornice del Consolato Generale d’Italia “Invisible City”, la sua prima mostra in America, dove rappresenta la propria meditazione impressionistica sui misteri nascosti dei paesaggi urbani.

La scelta della metropoli non è casuale: Guardando le città, ho immaginato che i palazzi avessero un'anima e che venisse fatta intravedere solo a pochi, io sono uno dei fortunati” - afferma Veronica Gaido.

La mostra è curata da Maria Vittoria Baravelli: “La mostra di Veronica Gaido è un’ottima occasione per riflettere e parlare della cultura italiana che continua ad ispirare il mondo intero. “Le città invisibili” un richiamo all’architettura, alla fotografia ed alla letteratura da cui il titolo è un chiaro omaggio ad Italo Calvino nei 100 anni della sua nascita”.

Nel capolavoro di Italo Calvino, da cui prende il nome la mostra, Marco Polo descrive a Kublai Khan le città che ha incontrato nelle sue mostre lontane mentre i due siedono in un giardino. E mentre quest'ultimo "non crede necessariamente a tutto" dice Marco Polo, ascolta con grande interesse le descrizioni fantastiche, che sono forse inventate o forse esprimono le possibilità illimitate di ciò che una città potrebbe essere.

Allo stesso modo, le fotografie di Veronica Gaido, sebbene tecnicamente di edifici - costruiti con vetro, pietra, acciaio e altri materiali tangibili - sono creazioni di luce, tempo ed emozione.

Visto attraverso il suo obiettivo, il solido diventa fluido, il fisso si mette in movimento.

La fotografa in un lungo percorso di esplorazione e meditazione si è avvicinata alle sue città - tra cui New York, Tokyo, Miami e Milano - come una serie di luoghi intrecciati, immaginandosi, come Marco Polo, un viaggiatore che vive l'inaspettato, rimanendo aperto alle storie e alle melodie suggerite dalle architetture. "Quando fotografo un edificio o una città, cerco di vedere il movimento dinamico all'interno, quasi come se fossero corpi viventi”, ribadisce Veronica Gaido.

Attraverso il suo processo, i bordi duri vengono ammorbiditi, il gioco di luci crea qualcosa di più umano e simbolico sia storico sia moderno.

Nel descrivere il suo lavoro, lo storico dell'arte Philippe Daverio ha affermato che: “le foto di Veronica Gaido aprono un dialogo giocoso con la luce che si evolve in orizzonti sorprendenti e inaspettati"; definendone” epifania”, il risultato che ne è seguito.

Ogni capitolo del romanzo di Calvino descrive una città diversa, 55 in tutto. Allo stesso modo, ciascuna delle fotografie della Gaido descrive un aspetto di una metropoli ed in entrambi le cose non sono sempre come appaiono ma infinitamente più complessi.

In un luogo, ad esempio, Calvino ha descritto "una città di tristezza", eppure questo luogo infelice "contiene una città felice ignara della sua esistenza". Una simile, sottile corrente sotterranea di estremi e meravigliose contraddizioni caratterizza il lavoro dell’artista Veronica Gaido.

"Siamo entusiasti di ospitare questa mostra personale della talentuosa fotografa italiana Veronica Gaido - afferma Fabrizio Di Michele, Console Generale d'Italia a New York- “Nel centenario della nascita di Italo Calvino, le sue opere impressioniste riescono a cogliere l'anima stessa delle “città invisibili” su cui ha puntato. Ciò è particolarmente vero per New York, la cui atmosfera dinamica sembra emergere dall'intreccio di luci, colori e grattacieli”.

La curatrice Maria Vittoria Baravelli afferma infine “Veronica Gaido per raccontare il proprio punto di vista sul mondo, utilizza il mezzo fotografico come fosse un pennello. Grazie alla tecnica della lunga esposizione, il fluire della realtà prende vita nella fotografia. Una vita filamentosa, non perfettamente a fuoco ma senza fine”.

È possibile visitare la mostra su appuntamento dal 9 maggio al 30 luglio 2023.