ordine e metodo

 

La Galleria Milano presenta DANIELA COMANI Ordine e metodo

L'artista il cui lavoro si concentra sulle radici dell’identità, da ricercarsi nella memoria collettiva e personale. 

La Galleria Milano è lieta di annunciare una personale di Daniela Comani, artista il cui lavoro si concentra sulle radici dell’identità, da ricercarsi nella memoria collettiva e personale. Il titolo della mostra è una citazione dal film Les Carabiniers di Godard (1963), dove in una lunga scena due soldati tornano dai loro viaggi per il mondo con solo una valigia piena di cartoline.

In galleria sarà presentato il suo recente progetto Planet Earth: 21st Century (2019), che prende origine dal materiale visivo fornito dalle applicazioni Apple Maps Flyover e Google Earth VR. Comani, attraverso queste app, compie un viaggio virtuale, facendo planare il suo sguardo sulle città, sulle architetture e sui luoghi di maggiore interesse storico-culturale, immortalandoli con screenshot virati in bianco e nero. Il risultato di questo volo virtuale sono 360 cartoline con strade, edifici e monumenti di diverse città del mondo.

Le fotografie aeree, attraverso il (mass)medium delle cartoline, hanno iniziato a riscontrare successo già nell’Ottocento, per diventare estremamente diffuse per tutto il XX secolo. Ora Comani, ricollegandosi a quell’iconografia, propone siti e strutture antiche e recenti, immortalando il nuovo paesaggio urbano e, attraverso di esso, una parte della storia dell’umanità.

Se la sala principale vedrà dunque la grande installazione di Planet Earth, nella seconda sala sarà invece diffusa l’installazione sonora Sono Stata Io. Diario 1900-1999 (66’, 2002/2011), una narrazione personalizzata e rivista, sotto forma di reenactment, degli eventi del XX secolo. Anche in questo caso si tratta di un viaggio: dal 1° gennaio al 31 dicembre sono rievocati gli avvenimenti che hanno contribuito a cambiare la storia del Novecento, trascritti in prima persona come si trattasse di un diario personale. L’io narrante assume così sia il ruolo di vittima che di artefice.

Nello studio, infine, saranno allestite alcune fotografie dalla serie 1975-Diario di strada (2017): l’autrice, da bambina, durante i viaggi in macchina con i suoi genitori da Bologna verso l’Alto Adige, riempiva le sue agende annotando sistematicamente le targhe delle automobili incrociate, segnando la città d’immatricolazione, il produttore e la marca. Decenni dopo, dal ritrovamento di una di quelle agende (del 1975, da cui il titolo), è nato il progetto, che ripropone le pagine del diario insieme alle fotografie dei modelli delle auto citate, prevalentemente italiane, nella marca ma anche nelle targhe. Ciò che emerge è quindi un’immagine di un mondo pre-globalizzato, diverso da quello attuale, scavando ancora una volta nelle nostre radici attraverso uno studio storico-sociale.

La mostra, realizzata in collaborazione con la Galleria Studio G7 di Bologna, è accompagnata da un inedito libro d’artista presentato per la prima volta alla Galleria Milano, edito da Humboldt Books e finanziato dal Senato per la Cultura di Berlino: si tratta di un foto-atlas di 800 pagine, dal titolo Planet Earth: 21st Century, contenente 360 fotografie e un testo critico di Vera Tollman.