NUOVA EDIZIONE DEL PREMIO "IRINOX SAVE THE FOOD"
MIA FAIR 2023 - Intervista al curatore Claudio Composti.
By Camilla Delpero
Nuova edizione del premio Irinox Save the Food ci descrivi brevemente l’edizione di quest’anno?
Anche quest'anno la call ha portato alla selezione di 15 progetti dedicati alla interpretazione del soggetto cibo. Ho diviso in due macro gruppi gli artisti, da una parte chi ha messo in scena il cibo in qualche modo interpretandone forme, colori e simbologie; dall'altro ho unito gli artisti che lo mostrano chiaramente legandosi a tematiche care anche allo sponsor IRINOX, quindi lo spreco, il cibo come valore e interpretato nelle sue forme più genuine.
Qual è la differenza, se c’è, con l’edizione dello scorso anno? La particolarità, con lo chiamo io il quid, di questa nuova edizione?
Non c'è un quid diverso, quanto una conferma delle mille modalità e visioni che gli artisti hanno per interpretare una tematica così importante che fa parte della cultura umana al di là dell'aspetto nutrizionale. È sempre interessante vedere nuovi modi di guardare una cosa conosciuta e consumata quotidianamente che troppe volte sprechiamo e sottovalutiamo in ogni senso, non capendo l'importanza e il privilegio che godiamo ogni giorno a poterne usufruire. Mi sembra comunque che tutti gli artisti, per quanto diversi, funzionino tutti bene in dialogo tra loro.
Com’è stato il tuo rapporto con gli artisti? È stata difficile la scelta delle opere? Hai dovuto guidare gli artisti stessi oppure ti sei lasciato sorprendere?
Non c'è modo di interagire con tutti ovviamente: le dinamiche di selezione non lo permettono, quindi ci si affida innanzitutto alle proprie impressioni e valutazioni a distanza e poi, se c'è modo, si incontrano anche gli artisti e inizia uno scambio creativo e nutriente, appunto, che porta anche a discutere e modificare l'installazione dei lavori in base anche alle necessità espositive, come avvenuto ad esempio con Maria Giovanna Giugliano, con cui abbiamo deciso di installare le foto in maniera diversa rispetto al progetto iniziale. È fondamentale il rapporto tra curatore e artista.
Ci puoi parlare brevemente anche dell’esposizione da te curata al Laboratorio Aperto del Complesso di San Paolo?
La mostra dei 15 finalisti dal MIA si sposterà come l'anno scorso all'ex convento San Paolo nel cuore di Parma in occasione di CIBUS OFF. Gli spazi dell'ex convento come la sala delle colonne, che affaccia sul chiostro e il lungo corridoio al primo piano, sono luoghi suggestivi e permettono di esporre al meglio le opere dei finalisti e devo dire che, ogni volta, le installazioni ovviamente si valorizzano e alle volte sembrano opere diverse rispetto a quelle viste in fiera, anche grazie al fascino della location che una fiera non può avere.