Alla Galleria Doris Ghetta Martina Steckholzer ci mostra le sue opere
Figurativo e astratto dialogano entrambi all'insegna della non finitezza.
By Camilla Delpero
Martina Steckholzer, Detached Head. Brooke's Monkey Puzzle. Varnished pigment on canvas, 160x140cm2020. Courtesy the artist and Galleria Doris Ghetta.
Cosa porti in fiera, raccontaci la tua poetica in breve.
Porto quattro serie di lavori recenti, una parte figurativa e un’altra astratta, lavori spaziali. Ho sempre questi due aspetti nei miei lavori e desidero farli dialogare assieme. Queste pitture sono due di una serie di tre, qui sono partita da un lavoro di un pittore del 1600, di studi sugli animali, mi è piaciuto questo lavoro progettuale non finito. Ho preso questo elemento per definire la mia pittura che vuole rimanere vulnerabile e aperta alle novità. Una seconda serie di piccoli lavori su carta "Uschbeti" li ho visti al Kunst Historische Museum a Vienna dove vivo e lavoro e sono delle piccole figure che i parenti donano ai morti per la vita nell’al di là. Poi due serie di pitture astratte realizzate nel mese passato sono partita da un modello della Secessione che è un istituzione a Vienna, un modello tagliato in due esposto in permanenza, mi è piaciuta la superfice e ne ho fatto il mio discorso pittorico.
Martina Steckholzer Inv. Nr.3. Uschbeti 2021. Varished Pigment on Paper 22x14cm. Courtesy the artist and Galleria Doris Ghetta.
Cos’è la bellezza?
La bellezza è una cosa che non si può tenere che viene e subito dopo passa. Se viene è fantastico e a volte succede.
La rivista si chiama Quid Magazine, quella scintilla che rende unica qualsiasi cosa. Dove la intravedi?
Forse la ritrovo nel discorso della serendipity; un momento di sorpresa per una cosa sconosciuta che che ti fa andare oltre il sentimento che provi in quel momento. Lo trovo nell’arte in generale.
Martina Steckholzer, Artissima 2021, Galleria Doris Ghetta.