Intervista alla vincitrice del nono Premio Cramum
Intervista all'artista Giulia Nelli, la quale ha vinto grazie alle opere Madre terra e Terra nera, esposte al Mercato centrale di Milano.
By Camilla Delpero
Come nasce Giulia Nelli artista?
Ho sempre, sin da piccola, partecipato a corsi di disegno e poi ho frequentato il Liceo Artistico a indirizzo tradizionale, che mi ha permesso di conoscere le diverse tecniche. Lo sviluppo espressivo è avvenuto all’Accademia di Brera, dove ho iniziato a sperimentare molti materiali fino a quando ho incontrato e scelto il collant
Parlaci dell’opera che hai presentato e che va vinto la nona edizione del Premio Cramum.
Per la nona edizione del Premio Cramum ho avuto l’occasione di presentare due opere: Madre terra, 2019 e Terra nera, 2022. Madre Terra è una delle prime opere del progetto Humus che si interroga su nuove modalità di convivenza tra gli uomini che, superato il fascino del gigantismo in ambito industriale, agricolo e urbano, sappiano integrare senza soluzione di continuità ogni elemento della cultura, dell’economia, dell’urbanistica e della tecnologia nella vita simbiotica della terra. La scelta del suolo deriva dal fascino esercitato da un linguaggio che parla di cooperazione e offre un nuovo punto di vista su come portare avanti la sfida per la sopravvivenza prendendosi cura dell’habitat e della capacità riproduttiva della terra. Allo stesso tempo la metafora del viaggio nel sottosuolo, già utilizzata dal romanzo utopico ottocentesco, ben si presta a immaginare possibili soluzioni, almeno sul piano della fantasia e del desiderio. Portare in primo piano ciò che sta sotto di noi, come in Madre terra, è anche un invito a soffermarsi sull’importanza dei valori profondi che sostengono una comunità e che la rendono forte e resiliente. L’opera Terra nera, più recente, è stata realizzata in continuità con il progetto, in stretto dialogo con Madre terra, e al tempo stesso legata alla tematica proposta dal curatore Sabino Frassà per la mostra LA CADUTA. Infatti, l’opera trae origine dalla considerazione di quanto sia difficile per l’uomo affrontare la complessità del proprio mondo interiore e sottolinea l’importanza di fermarsi – come fa il protagonista di “La Caduta” di Camus – e riavvolgere all’indietro il nastro della propria vita, ma anche di accettare il fatto che il percorso dell’esistenza non possa che essere un alternarsi di successi e di fallimenti, un susseguirsi di progressi ma anche di rallentamenti, di fratture e di solitudini.
Giulia Nelli - Madre terra 2019 sfondo neutro.
Qual è la tua poetica? Come mai usi sempre collant e in particolare usi il nero?
La mia poetica è incentrata sul complesso intreccio di legami che vanno a costituire l’identità di una persona e che si sviluppano dalle relazioni con il territorio di origine e con le persone che compongono la comunità di riferimento. Mi interessa analizzare la relazione di ciascun uomo con l’ambiente naturale e sociale, nella convinzione che sia necessario ricostruire i legami che, resi liquidi dai nuovi mezzi di comunicazione, necessitano di trovare nuovo senso nella vita reale. Dei collant mi ha fin da subito affascinato la rottura, la smagliatura e la duttilità del materiale. Il materiale mi consente di esaltare il ruolo del gesto e della manualità, in quanto il tessuto dei collant viene smembrato, trasformato quasi a non identificarsi e ricondotto all’elemento basilare, il filo, che viene lavorato per costruire nuovi equilibri e armonie. Nel mio lavoro utilizzo principalmente il nero perché voglio creare segni morbidi e allo stesso tempo incisivi, forti e drammatici che siano in contrasto con il bianco in un gioco di vuoti e pieni. Un segno nero che penso sia ancora più d’impatto nelle installazioni, grazie alla maggiore matericità del lavoro, ottenuta dall’assemblamento di pezzi di collant lasciati integri, e al gioco di trasparenze sviluppato nello spazio, dato dall’accostamento di collant di den differenti.
Hai un maestro a cui ti ispiri?
Sono per me Grandi Maestri Emilio Scanavino e Alberto Burri.
Giulia Nelli - La vita sotto - installazione 01.
Cos’è l’arte contemporanea?
L’arte contemporanea è la grande occasione di essere vicini ai drammi di tutti i giorni delle persone, di quindi poter raccontare il mondo interiore e l’opera possa così far riflettere e scaturire domande. Come afferma Kandinsky, ogni arte è figlia del proprio tempo ed oggi più che mai l’arte può aiutare a capire il momento presente a patto che i fruitori siano disposti a mettere in gioco le proprie emozioni.
Cos’è la bellezza per te?
Anche se in questo momento storico non è facile vedere la bellezza, per me vive nelle cose ed esperienze semplici e vere. È armonia ed eleganza. Penso che per saperla cogliere nelle situazioni di tutti i giorni sia necessario uno sguardo attento sul presente e un cuore sereno.
Giulia Nelli - Vite sospese - 2022.
La rivista si chiama Quid Magazine perché vuole indagare il quid, quella scintilla che rende un’opera d’arte tale. Tu nella tua poetica dove intravedi la scintilla che ti permette di creare e/o che rende un’opera per te tale?
La scintilla che mi permette di creare può nascere dalle storie o situazioni di vita quotidiana. Alcuni spunti nascono da elementi della natura che mi colpiscono improvvisamente quando passeggio o quando vedo documentari. Altri nascono dallo studio del lavoro di altri artisti o da scene di cronaca.