IMMAGINI DAL FRONTE La Grande Guerra 1914-1918 nell’archivio della Biblioteca
La prima linea e soprattutto la vita quotidiana nelle retrovie, sono i protagonisti della mostra fotografica “Immagini dal fronte”.
I momenti significativi della Grande Guerra, la prima linea e soprattutto la vita quotidiana nelle retrovie, sono i protagonisti della mostra fotografica “Immagini dal fronte” presentata alla Fondazione Luciana Matalon di Milano in collaborazione con la Fondazione Cesare Pozzo per la mutualità dal 3 al 29 maggio 2022.
Un’ampia selezione di oltre 120 fotografie inedite appartenenti a un fondo fotografico posseduto dalla Biblioteca dei trasporti e della mutualità Cesare Pozzo viene esposta per la prima volta e documenta non solo un momento storico di cruciale importanza e, oggi, di stringente attualità, ma anche la nascita in Italia di un genere fotografico: quello del fotogiornalismo.
L’esposizione è pensata per rendere il più possibile fruibile il patrimonio fotografico della Biblioteca Cesare Pozzo in modo che il pubblico ne possa apprezzare appieno la portata di testimonianza storica: per questo, dei 121 scatti, buona parte è esposta in originale, le altre fotografie sono riprodotte in ingrandimenti che, da un lato, ne rendono maggiormente leggibili i dettagli, dall’altro, evitano l’usura delle fragili stampe originali, in equilibrio tra valorizzazione e conservazione.
La scelta della definizione temporale – la Grande Guerra 1914-1918 – così come quella dell’allestimento e della ripartizione tematica denotano la volontà, da parte delle curatrici Eleonora Belloni e Alessandra P. Giordano, di evitare ogni attribuzione di guerra “nostra”: infatti nonostante le foto ritraggano in gran parte terreni di guerra sul fronte italiano, quella che viene raccontata non è una guerra italiana, ma la Grande Guerra, il primo, e purtroppo non ultimo, conflitto globale e totalizzante di un “secolo breve” che ha visto l’umanità impegnata più a distruggere che a costruire.
Le foto presenti in mostra sono suddivise in tre sezioni tematiche: “La prima linea”, “Il fronte”, “Oltre i confini”. A queste si aggiunge una sezione di foto del fotografo “ufficiale” della Grande Guerra, Luca Comerio. Un focus è inoltre dedicato al tema dei trasporti con alcune immagini dei treni impiegati nella condotta di materiali e, talvolta, dei caduti.
La paternità delle immagini, a cui è stato possibile risalire grazie ai timbri presenti sul retro delle fotografie, rimanda in gran parte alle Sezioni fotografiche e cinematografiche del Regio esercito italiano e del Comando supremo, ma vi sono anche immagini scattate da laboratori fotografici privati.
L’intero corpus fotografico ruota attorno a due grandi tematiche: da una parte la guerra combattuta in prima linea, dall’altra la quotidianità al fronte. Posizioni di attacco e linee di resistenza avanzata, vedette e prigionieri, rifugi, trincee, momenti di azione che si alternano a momenti di attesa; e poi, il “dopo”, le distruzioni lasciate dal conflitto, le rovine, ciò che resta di città e stabilimenti produttivi dopo che la guerra ha esercitato tutta la sua forza distruttiva.
Non manca un piccolo nucleo di immagini dedicato agli strumenti materiali della guerra, armi e munizioni, a ricordare come la Prima Guerra Mondiale fu anche la prima guerra che si avvantaggiò di tecniche e tecnologie in gran parte nuove, frutto di circa un secolo di sviluppo tecnologico e industriale che aveva investito l’intero mondo occidentale. Furono proprio queste capacità belliche, insieme a quella di mobilitare uomini e risorse, che avrebbero indirizzato le sorti del conflitto contribuendo a ridisegnare il nuovo ordine mondiale.
La vita, poi, di ogni giorno scandita da visite ufficiali, adunate, distribuzione di doni, ma anche momenti più “privati”: la toelettatura, l’ora del rancio, la scrittura delle lettere a casa, la partecipazione a una funzione religiosa.
«I due temi – raccontano le curatrici – si intrecciano fino a essere spesso allineati su un confine quasi impercettibile: il concetto di prima linea, una città distrutta dai bombardamenti, una donna che nel fango scava una trincea, sono tutti effetti di una guerra, al pari di un corpo di un’artiglieria in azione, il “prima” e il “dopo”, non sono altro che facce di quella stessa capacità che un conflitto ha di produrre distruzione, morte, lacerazioni e macerie».
Accompagna la mostra un catalogo edito da Fondazione Matalon, con una prefazione di Stefano Maggi e testi di Eleonora Belloni e Alessandra P. Giordano.
A completamento del progetto espositivo, la Fondazione Luciana Matalon presenta un calendario di appuntamenti collaterali:
- sabato 14 maggio, ore 16, incontro di approfondimento “Grande Guerra e trasporti”, su prenotazione fino a esaurimento posti: l'incontro si focalizzerà sui cambiamenti prodotti dalla guerra in termini di mezzi (treni, biciclette, trasporto motorizzato leggero e pesante, trasporto aereo) e infrastrutture (reti stradali e rete ferrata, porti e aeroporti), ma anche di produzione industriale legata al settore della mobilità. Tra i relatori sarà presente il Prof. Andrea Giuntini, docente di storia economica all’università di Modena e Reggio Emilia;
- sabato 21 maggio, ore 18, concerto da camera “Musica di Guerra e Musica di Pace dalla Belle Epoque al primo dopoguerra”, su prenotazione fino a esaurimento posti: la soprano Raffaella Lee e il duo pianistico Sugiko Chinen e Luca A.M. Colombo interpretano brani dell'epoca a cavallo della Prima guerra mondiale e ispirati al tema della dialettica fra guerra e pace che trascende da quel periodo storico per spingersi fino alla nostra attualità. In programma musiche di J.S. Bach, V. Bellini, C. Debussy, F. Poulenc, M. Ravel, O. Respighi, F.P. Tosti e canzoni napoletane del primo dopoguerra.