Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro. Installation view at GAM Galleria d'arte Moderna. Credits Teo Finazzi
"Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro" alla GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano
Una mostra che racconta la storia e le idee di un architetto e designer visionario, capace di prevedere e anticipare futuri traguardi del design, della tecnologia e della società contemporanea.
Nel 1954 installa alla Triennale di Milano le Edicole Televisive, dove apparecchi Zenit diffondevano immagini e le persone potevano seguire trasmissioni informative; appassionato di jazz, insieme agli artisti Enrico Baj e Sergio Dangelo, arreda lo storico Jazz Club Santa Tecla con un collage di manifesti e manichini disintegrati che pendevano dal soffitto: comincia così il percorso straordinario di Joe Colombo (1930 – 1971) - sempre alla ricerca di nuove tecnologie e materiali, al confine tra formazione artistica e industriale - non a caso definito il profeta del design.
A lui e alla sua incontenibile fantasia proiettata nel futuro, è dedicata la mostra CARO JOE COLOMBO, CI HAI INSEGNATO IL FUTURO a cura di Ignazia Favata e organizzata da Suazes con la Galleria d’Arte Moderna di Milano e l’archivio Joe Colombo, che dal 24 maggio al 4 settembre 2022 porta nelle sale della GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano l’evoluzione della sua storia e il suo costante interesse verso nuove forme di progresso.
Il percorso espositivo parte dalle prime esperienze degli Anni Cinquanta, dall’adesione al Movimento Arte Nucleare e la prima progettazione della Città Nucleare in cui troviamo già una città residenziale e una sotterranea con automobili, servizi, magazzini e metropolitana.
La morte del padre e il suo necessario coinvolgimento nell’azienda di famiglia, lo portano a un cambiamento radicale con l’abbandono del mondo artistico e l’incontro con quello industriale, ma l’esperienza si rivela cruciale per Colombo, che impara tecniche costruttive, di produzione e incontra i nuovi materiali plastici. Dopo qualche anno, infatti, cede l’attività e apre il suo primo studio a Milano.
Gli anni Sessanta si aprono con il premio IN-ARCH per il controsoffitto in metacrilato nell’Albergo Continental a Platamona in Sardegna (1964), e la progettazione con il fratello Gianni della sua prima lampada Acrilica per O-Luce con cui vince la medaglia d’oro alla XIII Triennale di Milano (1964).
La capacità di astrazione sviluppata nei primi anni di attività e la successiva concretezza sviluppata nel suo periodo aziendale, lo portano a proporre oggetti di design con forme e materiali nuovi e con idee innovative sui modi di vivere del futuro.
La passione per la meccanica, il suo non sentirsi vincolato dai contesti architettonici che lui immagina sempre più piccoli e trasformabili, insieme ai suoi studi di ergonomia e psicologia, lo portano a realizzare progetti radicalmente innovativi come il Sistema Programmabile per Abitare, monoblocchi polifunzionali come la MiniKitchen per Boffi ed il Box 1 per La Linea arrivando anche a proporre Habitat Futuribili come Visiona 1 per Bayer, il Total Furnishing Unit per MOMA, o la sua stessa casa in Via Argelati a Milano.
La mostra è accompagnata dal catalogo Joe Colombo. Designer. Catalogo Ragionato 1962 – 2020, edito da Silvana Editoriale.
Joe Colombo definito nel 2000 come “il profeta del design” da Stefano Casciani e Anna Del Gatto in una trasmissione televisiva della RAI, è nato nel 1930 a Milano dove concluderà la sua significativa pur breve carriera di designer a soli 41 anni.
Nel periodo in cui è studente all’Accademia d’Arte di Brera e al Politecnico di Milano, si dedica all’Arte Nucleare e frequenta gli artisti Enrico Baj e Sergio Dangelo e dal 1951 partecipa alle varie mostre del Movimento Nucleare. Nel 1954 fa parte del Comitato esecutivo Mac Espace con Bruno Munari e Gillo Dorfles. Nello stesso anno partecipa alla X Triennale di Milano con due allestimenti, uno per le Ceramiche di Albisola e l’altro per l’installazione di EDICOLE TELEVISIVE di apparecchi Zenit. Era appassionato di montagna, di musica Jazz e di automobili. Sciava a livello professionale e frequentava il Jazz Club Santa Tecla che aveva arredato insieme a Baj e Dangelo con un “collage” costituito da manifesti della pittura nucleare e da manichini disintegrati che uscivano perpendicolari dalle pareti e dal soffitto. Riprende la sua carriera, dopo una breve attività nell’industria paterna a causa della morte di suo Padre nel 1959, con l’apertura del suo primo studio e dal 1962 inizia l’attività di designer con la lampada ACRILICA l’unico progetto in collaborazione con suo fratello Gianni.
La sua formazione artistica e l’esperienza di dirigente industriale lo aiuta a stabilire un rapporto approfondito tra il mondo del design e quello della produzione industriale.
L’interesse verso nuove forme di espressione, senza le costrizioni imposte dagli schemi tradizionali e la costante ricerca (nel campo) delle nuove tecnologie e materiali, sono tangibili tra le numerose testimonianze dell’originalità nel campo del design e dell’Architettura. Nel 1963 riceve il premio IN-ARCH per l’arredamento di un albergo in Sardegna e nell’anno successivo alla XIII Triennale riceve una medaglia d’oro per l’ACRILICA e due medaglie d’argento per il COMBI-CENTER e la MINI-KITCHEN.
Basandosi sul rapporto uomo-oggetto e uomo-habitat suggerisce i nuovi modi di abitare come il progetto dell’appartamento sperimentale del gruppo DOMUS RICERCA, di cui fa parte nel 1966 all’Eurodomus 1, ed il SISTEMA PROGRAMMABILE PER ABITARE alla XIV Triennale nel 1968.
Queste proposte vengono poi sviluppate negli Habitat Futuribili, VISIONA 1 progettato per conto della Bayer al Salone Interzum di Colonia nel 1969 e il TOTAL FURNISHING UNIT in occasione della mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMa di NewYork nel 1972.
Tra i premi importanti ricordiamo: il Compasso d’Oro per la lampada SPIDER e quello per il CANDYZIONATORE della Candy; l’International Design Award per la COUPE’ e la SPRING, entrambe prodotte da O-Luce; il premio Tecnhotel per la sedia UNIVERSALE della Kartell e il premio SMAU per il carrello BOBY di B-Line.
Molte sue opere sono state esposte e fanno parte delle collezioni dei più importanti
Musei di tutto il mondo.
La catalogazione e l’archiviazione dei lavori di Joe Colombo avviene nel 1968 con l’ingresso nello studio dell’Arch. Ignazia Favata che organizzerà anche lo sviluppo dei lavori e la loro presentazione alla committenza. Viene subito creato uno schedario con i riferimenti dei lavori: numero di codice, data, titolo, nome del committente, tipologia del prodotto, numero di disegni, presenza di schizzi, pubblicazioni, mostre, premi, foto personali e foto di prodotti, di realizzazioni, ecc. Da allora lo schedario è stato digitalizzato, e sono stati aggiunti: libri con pubblicazioni e libri monografici, mostre collettive e monografiche, riedizioni e nuove produzioni su schizzi originali.
Tra i libri monografici ricordiamo: “Joe Colombo Designer 1930-1971” di Ignazia Favata del 1988; “Joe Colombo: lighting design–interior design” di Marco Romanelli del 2002; “Joe Colombo- I maestri del design” collana diretta da Andrea Branzi del 2011; “Joe Colombo- Protagonisti del Design” collana diretta da Vando Pagliardini del 2013; “Joe Colombo. Soluzioni globali e futuribili dell’habitat-Lezioni di architettura e design” collana diretta da Alessandra Coppa del 2016; “Joe Colombo. Designer.
1962-2020” di Ignazia Favata edito da Silvana Editoriale del 2021. Tra le principali mostre monografiche ricordiamo: “L’opera di Joe Colombo” alla 15a Triennale di Milano nel 1973, “Joe Colombo” al Musée d’Art Moderne a Lille métropole del 1984; “I Colombo” alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea dell’Accademia Carrara di Bergamo del 1995; “Joe Colombo” al 35° Salone del Mobile del 1996 per il COSMIT; mostra itinerante “Joe Colombo. Inventing the future” organizzato dal Vitra Design Museum al Triennale di Milano, a Weil am Rhein, alla Manchester Art Gallery, al Musée des Arts Décoratifs-Louvre, di Parigi, al Landesmuseum Joanneum di Graz, al Grassimuseum di Leipzig, 2005-2009.