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Amore, chiodi e filo blu per andare oltre. Letizia Cariello - Letia protagonista della mostra "Vibrazioni" al Gaggenau di Milano 


 L’arte di LETIA diventa così una forma di catarsi, a partire dal processo creativo delle opere che avviene quasi in uno stato di concentrazione e trance in cui l’artista indaga la relazione fra spazio interno e spazio esterno.


Il Gaggenau DesignElementi Hub si trasforma per questo nuovo percorso espositivo in un teatro di connessioni fatto di opere mistiche e trascendenti, che danno vita a un vero e proprio canto d’amore dell'artista per l'intera umanità. Come spiega il curatore della mostra Sabino Maria Frassà "L'arte per Letizia Cariello - Letia non può che essere un "canto d'amore" perché la vita stessa in fondo non è altro che amore, quel magico legarsi all'altro da sé per aspirare e tendere insieme all'infinito. Solo attraverso la condivisione l'essere umano può aspirare all'armonia. Letizia Cariello negli anni ha tradotto questa sorta di mantra in forme d'arte sempre più trascendenti e mistiche. L'amore non è per l'artista una forma di stasi contemplativa, ma una tensione, un faticoso riuscire a condividere l’energia e vibrare all'unisono con gli altri. Protagonista della sua arte è sempre di più la fusione con l'altro da sé, il riconoscersi nella visione d'insieme piuttosto che nella soggettività."

L'amore è perciò inteso quale sovversione, scuotimento interiore, tensione verso l’altro, e mai come stasi contemplativa. Il concetto di movimento si configura in questo percorso - così come nell’intera produzione dell’artista, persino nelle più monumentali installazioni - come un elemento imprescindibile. Non a caso la forma più ricorrente nelle opere è quella circolare: tutto scorre e si trasforma, senza limiti o direzioni prestabilite.  In questo universo di infinite possibilità, l’artista ricostruisce connessioni e relazioni altrimenti perdute. Il suo segno raccoglie e assembla tracce di vita, attraversa gli oggetti quotidiani riconoscendo ogni sentimento, anche la sofferenza, come valore esperienziale e passaggio esistenziale da cui trarre insegnamento. L’arte di LETIA diventa così una forma di catarsi, a partire dal processo creativo delle opere che avviene quasi in uno stato di concentrazione e trance in cui l’artista indaga la relazione fra spazio interno e spazio esterno, immateriale e contingente, sfidando sempre di più se stessa, anche a livello fisico.

Ne è un chiaro esempio la serie dei "Calendari", che Cariello realizza registrando su supporti circolari in marmo, rame e acciaio una sequenza di numeri e lettere che rappresentano le iniziali delle date in cui intraprende l’esercizio performativo di concentrazione-meditazione sul tempo e sulla sua reale esistenza.

A fianco dei "Calendari", la mostra ospiterà anche il ciclo dei “Gates”, in cui un’infinita corda di lana si avvolge attorno a un disegno di chiodi sempre visibili, dando vita una finestra simbolica verso l'altrove. Protagonista di questa serie è il blu indaco, un chiaro riferimento ai Sacri Chiodi e al colore attribuito dall'Antico Testamento e dalla tradizione bizantina e ortodossa alla Madonna e alla Maddalena, figura amatissima dall’artista; ma non mancano anche richiami espliciti alle geometrie buddiste. In questo senso l'arte di LETIA non assume mai connotati religiosi, quanto piuttosto spirituali.

“Le opere di Letizia Cariello - LETIA si integrano nello spazio Gaggenau, raccontandolo,” commenta il curatore della mostra Sabino Maria Frassà.  “Il chiodo è così il punto di partenza tanto per Gaggenau quanto per l’artista: da questo piccolo elemento in ferro, prodotto nel 1683, ha origine la storia che ha portato il brand tedesco a essere oggi sinonimo di design tecnologico minimalista. Allo stesso modo i chiodi sono l'origine e i punti saldi delle trame dei famosi “Gates” realizzati dall'artista per raccontare l'amore universale che ci lega tutti. Il ciclo di opere in mostra “Calendari” completa questa visione raccontando l’importanza di essere al di là del tempo, del fatto che passato, presente e futuro coesistono in ogni istante. Cos’è l’essere umano se non una forza vitale, pura energia al di là del tempo, che si esprime in tutta la sua potenza grazie al vivere con e per gli altri?” .

È una pratica di LETIA quella di prendersi cura, sanare le ferite, dare forma all’amore. Dai “Calendari” ai “Gates”, tutte le sue opere sono sempre il risultato della fusione armonica di singoli elementi che non si mescolano o si annientano, ma vibrano della propria potenza in comunione con il tutto: lettere, numeri, ricami, gesti, chiodi brillano coralmente nell'armonia che caratterizza il gesto artistico di Letizia Cariello. Frassà perciò conclude spiegando come "L'arte di Letizia Cariello – Letia tende perciò a coincidere e dare vita alla Parola Buona, un tratto tangibile segnato, se non addirittura disegnato, dall’artista sulla materia, al fine di smuovere l’energia interiore che in tutti noi sembra essere sopita: in questo senso le opere di Cariello possono essere intese come una preghiera per l'umanità, una traccia per comprendere che l'amore esiste e che possiamo-dovremmo perderci in esso".

Per maggiori informazioni: https://www.gaggenau.com/it/experience/inspiration/progetto-arte/letizia-cariello