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Cristiano Tassinari, Africanella, 2016, neon light tubes, power transformator, 50 x 45. 9 cm, edition of 5

 

Critica in Arte al museo d'Arte di Ravenna

Dal 20 novembre all'8 gennaio 2017, a cura di Claudio Spadoni e Davide Caroli.

Il Museo d’Arte della città di Ravenna, dal mese di novembre fino a gennaio 2016, propone per l'ottavo anno il progetto espositivo Critica in Arte realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e con il generoso sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Critica in Arte vuole avere una valenza "militante" promuovendo un appuntamento autunnale, durante il quale tre giovani critici presentano il lavoro di tre giovani artisti in una mostra allestita negli spazi del MAR.
Critica in Arte intende far luce sulle promesse della critica attualmente attiva in Italia e dedita specificatamente alle espressioni artistiche delle ultime generazioni. Per questa edizione sono stati invitati a partecipare al progetto Daniele Torcellini, curatore indipendente e professore; Roberta Pagani, curatrice indipendente; Davide Caroli, curatore del MAR di Ravenna.
Le sezioni della mostra saranno accompagnate da tre monografie presentate dai rispettivi artisti e critici, i tre cataloghi saranno poi riuniti in un unico cofanetto.

Il percorso espositivo si apre con l’intervento di Cristiano Tassinari (Forlì, 1980; vive e lavora a Berlino), a cura di Roberta Pagani.
Nel 2016 parlare di Europa significa sventolare una bandiera con stelle sbiadite, di Paesi le cui identità di colonizzatori si confondono con quella di una popolazione impreparata a essere colonizzata, soggetta a transumanze politiche, economiche, sociali, la cui unità è un paravento dietro cui accalcare vecchie contraddizioni. In questa dispersione di coordinate geografiche, Cristiano Tassinari intuisce traiettorie, svela gli stereotipi e propone esercizi di addensamento, senza nulla escludere. Procedendo alla maniera di un “flaneur”, entra ed esce nel paesaggio che lo circonda in un processo di auto-dispersione.
Con la mostra 55m2 it’s our home! la storia dell’Italia più recente fa un balzo nel passato e poi nel futuro fino ad espandersi oltre i perimetri nazionali e quelli domestici.

Le sale centrali, a cura di Davide Caroli, sono dedicate al lavoro di Enrico Tealdi (Cuneo, 1976) che presenta una selezione dei suoi più recenti lavori, caratterizzati da un senso di "sospensione", quasi una tensione, quella che si sente nel momento in cui tutto può accadere o dove tutto si è compiuto.
La pittura si e' fatta avara di dettagli, ma ricca di suggestioni, quasi un atmosfera metafisica, dove la visione di luoghi vuoti e' il racconto di una presenza che sta per arrivare o è andata per sempre.
Tealdi dipinge silenzi e frammenti di un racconto in cui tutto è avvolto in un atmosfera di mistero, sono immagini di silenzio e quasi ambigue, e sono il risultato di una tecnica fatta di pazienza e di un susseguirsi scrupoloso di diverse fasi di lavoro.
L'allestimento pensato per le sale del MAR, rarefatto e suggestivo, vuole sottolineare questa caratteristica di sospensione temporale del racconto per far restare anche noi in attesa di questa presenza che incombe.

Il percorso di Critica in Arte si conclude con le opere del gruppo CaCO3 (Âniko Ferreira da Silva, Ravenna 1976, Giuseppe Donnaloia, Martina Franca, 1976, e Pavlos Mavromatidis, Kavala, Grecia, 1979), e la cura di Daniele Torcellini. In quella personale riformulazione delle possibilità del linguaggio del mosaico nella contemporaneità che il gruppo porta avanti dal 2006, attraverso una ricerca che indaga l'organizzazione formale e cromatica della materia - apparenza, consistenza, movimento, durata - quale riflesso di procedure ripetitive di lavoro, tra casualità e controllo, tra concetto e manufatto, la natura dell’oggetto scivola inesorabilmente in una ambiguità circoscritta dai poli odierni di de-materializzazione e iper-presenza, arte e design. La mostra di CaCO3 vuole porsi come dispositivo di indagine, a scatole cinesi, sui modi e le forme in cui il contesto attribuisce significato agli oggetti che vi sono inclusi, presentando l’astrazione di due ambienti di esistenza delle opere, lo studio in cui sono realizzate e il soggiorno di una abitazione in cui possono essere collocate, nell’ambito di una rassegna di mostre personali, all’interno di un museo.

Orari mostra: da martedì a domenica e festivi: 9-18; chiuso lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio
aperture festive: 26 dicembre, 6 gennaio
Ingresso: gratuito