marina abramovic relation in space jpg

Marina Abramović and Ulay, Relation in Space, 1976

 

Corpo a corpo | Body to Body alla Galleria Nazionale di Roma

Dal 22 giugno al 24 settembre 2017 presso la sala Aldrovandi, a cura di Paola Ugolini

Claudio Abate, Marina Abramović e Ulay, Renate Bertlmann, Tomaso Binga, Claire Fontaine, Chiara Fumai, Silvia Giambrone, Goldschmied & Chiari, Sanja Iveković, Ketty La Rocca, Valentina
Miorandi, Gina Pane, Suzanne Santoro, Alice Schivardi, Francesca Woodman. 

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura mercoledì 21 giugno alle ore 19.30 la mostra Corpo a corpo a cura di Paola Ugolini.

La mostra analizza quel preciso momento in cui il lavoro degli artisti è caratterizzato dall’appropriazione di nuovi linguaggi che spaziano dalla danza all’evento, dall’happening al teatro, dalla pittura alla musica, dalla teoria alla scultura, dal cinema al video. All’interno di queste complesse vicende culturali, la mostra vuole ritagliare soltanto l’ambito in cui l’artista, lasciate le tradizionali forme dell’arte, utilizza il corpo come mezzo espressivo. Un momento cruciale che copre i due decenni ’60 e ’70, anni di presa di coscienza e di autodeterminazione in cui si collocano le ricerche sperimentali che hanno declinato in vario modo le istanze femministe di alcune artiste come Marina Abramović, Tomaso Binga, Sanja Iveković, Ketty la Rocca, Gina Pane, Suzanne Santoro e Francesca Woodman e pioniere nella danza come Trisha Brown, Simone Forti e Yvonne Rainer negli scatti di Claudio Abate.

Negli ultimi anni il linguaggio del corpo è stato ripreso da artiste italiane dell’ultima generazione come la coppia formata da Eleonora Chiari e Sara Goldschmied, Chiara Fumai, Silvia Giambrone, Valentina Miorandi e Alice Schivardi - e del collettivo artistico con base a Parigi Claire Fontaine. Tutte hanno riattualizzato l’eredità ricevuta da chi le ha precedute, realizzando una serie di opere che compenetrano le ragioni dell’estetica con quelle della politica. Il loro lavoro ravviva quei caratteri che la critica americana Lucy Lippard riconosceva come contributo del femminismo all’interno della vicenda artistica degli anni ’70: un’arte che fosse “esteticamente e socialmente efficace allo stesso tempo” caratterizzata “da un elemento di divulgazione e da un bisogno di connessione di là dal procedimento e del prodotto”.

Ancora oggi la fotografia, il gesto e l’azione performativa sono gli strumenti ideali usati all’inizio degli anni ’60 dalle artiste per continuare lo scardinamento del linguaggio e dei mezzi espressivi classici e sottolinearne l’inadeguatezza. Il linguaggio verbale, infatti, spesso si è rivelato insufficiente per definire stati d’animo complessi. Per questo motivo la sua destrutturazione visiva, attraverso il collage e il video, è ancora fondamentale per esprimere sentimenti e punti di vista difficili da indagare con altri mezzi espressivi.
Il catalogo, con testi istituzionali del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini e della Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Cristiana Collu e saggi di Paola Ugolini, Massimo Mininni e Carla Subrizi, è edito da Silvana Editoriale.

Informazioni
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
viale delle Belle Arti, 131 – Roma
T +39 06 3229 8221
orari di apertura
dal martedì alla domenica: 8.30 – 19.30
ultimo ingresso 18.45
biglietto intero: € 10,00
biglietto ridotto: € 5,00