© Fondazione Marconi | Lucio Del Pezzo, A Juan Gris, 1978, inchiostro e acquarello su carta, 26,5 x 37,5 cm.
Studio Marconi '65 omaggia Lucio Del Pezzo
La prima personale in Italia dell’artista newyorchese.
Studio Marconi ’65 dal 23 settembre al 30 ottobre 2020 ricorda Lucio Del Pezzo, recentemente scomparso, con una selezione di suoi disegni e opere grafiche.
Particolarmente intensa è stata la collaborazione di questo artista con Giorgio Marconi: iniziata nel 1965 con la prima partecipazione alla mostra inaugurale di Studio Marconi, è passata attraverso le più recenti esposizioni del 2009 e 2014 alla Fondazione Marconi, per concludersi con l’ultimo omaggio a lui dedicato dalla galleria di via Tadino 17, in occasione di miart 2018.
Napoletano per nascita e formazione, Lucio Del Pezzo si trasferisce a Milano dal 1960, dove partecipa al clima culturale della città. Sono gli anni cruciali della sua carriera, in cui è presente alla Triennale di Milano (1964) e alla Biennale di Venezia (1964 e 1966) e nel giro di pochi anni il suo lavoro acquista un respiro internazionale.
Elaborate con accenti originali e con il gusto e la manualità dell’artigiano, le sue opere mostrano uno stile inconfondibile in cui convivono componente ludica e spirituale. Ognuna delle sue pitture-oggetto è accuratamente progettata: emblemi figurali, come triangoli, cerchi, coni, bersagli, birilli, frammenti di cornicioni denotano l’intento dell’artista di dare un peso determinante all’elemento iconico. Ne deriva una continua tensione tra l’aspetto giocoso, di divertissement beffardo, e quello strutturale, morfologico e compositivo.
Le opere qui raccolte per ricordare questo protagonista della nostra storia e della scena artistica contemporanea, scomparso lo scorso 11 aprile, sono comprese tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta e presentano gli stessi caratteri distintivi dei più noti “quadri-oggetto” di Del Pezzo.
In apparenza semplici e istintive, ma in realtà complesse e piene di contrasti, sono perlopiù realizzate a inchiostro e matita su carta, talvolta con collage e interventi all’acquarello e traboccano di elementi disparati e ricorrenti, segni di un linguaggio inconfondibile attraverso il quale l’universo fantasioso di Del Pezzo continua a esprimersi e a raccontare nuove storie, sempre in bilico tra gioco e metafisica.