Costantino Nivola e Bona de Mandiargues alla 60. Biennale Arte di Venezia
La mostra ospitata nel Padiglione Centrale della Biennale vede Nivola inserito all’interno della sezione dedicata alla diaspora degli artisti italiani, che riunisce opere di 40 autori allestite in uno spettacolare allestimento basato su uno storico progetto di Lina Bo Bardi, architetta italiana trasferitasi in Brasile.
Il Museo Nivola è lieto di annunciare la partecipazione di Costantino Nivola e di Bona de Mandiargues alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia curata da Adriano Pedrosa, che si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre 2024.
Nonostante la sua fama internazionale come scultore per l’architettura, durante la sua vita Nivola non prese mai parte alla Biennale di Venezia: nel 1947, quando un critico di primo piano come Ludovico Ragghianti gli propose di parteciparvi, l’artista, in quel periodo impegnato nei suoi primi esperimenti con i linguaggi modernisti, dichiarò con la sua proverbiale modestia di non sentirsi ancora pronto.
Neppure in seguito avrebbe mai esposto in quello che resta il più importante forum internazionale per l’arte contemporanea. Nivola arriva a Venezia oggi, a più di 25 anni dalla sua morte: Adriano Pedrosa, curatore della 60ma edizione della Biennale, lo ha infatti incluso tra gli artisti della mostra principale della rassegna, Stranieri ovunque / Foreigners everywhere.
Dedicata al tema dell’estraneità (del migrante e dell’esule come, in senso esistenziale, dell’artista e di ogni uomo o donna in generale), la mostra ospitata nel Padiglione Centrale della Biennale vede Nivola inserito all’interno della sezione dedicata alla diaspora degli artisti italiani, che riunisce opere di 40 autori allestite in uno spettacolare allestimento basato su uno storico progetto di Lina Bo Bardi, architetta italiana trasferitasi in Brasile.
Nivola sarà presente con un rilievo preparatorio per la decorazione dello showroom Olivetti a New York, l’opera che gli diede la fama nel 1954, ricostruita nel Museo di Orani in una memorabile mostra del 2022. Proveniente dalla collezione del Museo Nivola, il rilievo testimonia la prima applicazione all’architettura della tecnica del sandcasting (la realizzazione di sculture da una matrice di sabbia bagnata), inventata dall’artista.
Nella stessa sezione di Stranieri ovunque sarà presente anche Bona de Mandiargues, artista surrealista riscoperta dal Museo Nivola con la mostra Bona de Mandiargues. Rifare il mondo (prorogata fino al 2 marzo 2024), realizzata in partnership con il programma Ars/Arte Condivisa della Fondazione di Sardegna e in sinergia con la seconda edizione del simposio Contemporanea, da questo organizzato.
Bona de Mandiargues, nata a Roma nel 1926 e trapiantata a Parigi nel 1950, rappresentò tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta un tramite importante tra l’Italia e la Francia. Venezia era uno dei suoi luoghi d’elezione, dove possedeva una casa ereditata dallo zio Filippo De Pisis (figura di primo piano dell’arte italiana di inizio Novecento, anch’esso presente in questa edizione della Biennale); Bona ritorna adesso nella città lagunare come una dei protagonisti di una mostra che ha tra i suoi temi chiave quello della ricerca sui materiali tessili, da lei esplorato a partire dal 1958 in una felice serie di assemblaggi di stoffe. Uno di questi è Toro nuziale del 1958, l’opera con cui figurerà a Venezia e che è adesso esposta nella mostra di Orani.
“Per il museo Nivola - afferma Giuliana Altea, presidente della Fondazione Nivola - la presenza alla Biennale 2024 di Costantino Nivola e di Bona de Mandiargues è una significativa conferma dell’importanza dello scultore cui il museo è dedicato, così come dello sforzo costante di ricerca e approfondimento dell’arte del Novecento e contemporanea che ha riportato alla luce l’opera di un’artista del valore di Bona de Mandiargues.”
“L’attenzione rivolta dalla Biennale alle figure di Nivola e di Bona - dice Luca Cheri, direttore del Museo Nivola - ci sprona a continuare nella politica che abbiamo intrapreso, da un lato di valorizzazione della figura di Costantino Nivola e del suo ruolo internazionale, dall’altro di indagine delle esperienze più significative dell’arte del nostro tempo così come del passato recente.”
“Constatiamo con piacere - osserva Franco Carta, direttore di Ars/Arte condivisa - che la nostra collaborazione con la Fondazione Nivola, attiva ormai da alcuni anni, continua a dare buoni frutti. L’inclusione di Bona de Mandiargues nella Biennale 2024 sancisce la riscoperta di un’artista di grande interesse che finora era stata dimenticata.”