Corso executive in Gestione dei patrimoni: La cultura finanziaria come mezzo di autotutela
L’Executive Course in Gestione dei Patrimoni intende sensibilizzare le giovani generazioni e in particolare le donne sull'importanza di una partecipazione consapevole e informata alle decisioni finanziarie, fornendo le competenze per gestire risparmi e investimenti.
La capacità di risparmio degli italiani è notoriamente un elemento di solidità che concorre alla stabilità del nostro Paese. Non sempre, però, si associa all’attitudine alla pianificazione in ottica di investimento per il futuro. Secondo l’Ocse, quando si tratta di competenze finanziarie, solo un 30% della popolazione possiede un’adeguata alfabetizzazione finanziaria e in questo l'Italia si colloca al 25° posto su 26 Paesi esaminati. Se la scarsa competenza in materia di investimenti è riscontrabile in generale, lo è in particolar modo nelle donne. Secondo gli ultimi studi della Banca d'Italia, l’universo femminile dispone di minori conoscenze finanziarie rispetto agli uomini e, in base l’indagine Pisa 2018 dell'Ocse, l'Italia è tra i Paesi Ocse in cui il gender gap nell'alfabetizzazione finanziaria comincia già a 15 anni.
Cos’è l’educazione finanziaria
L’educazione finanziaria è la capacità di comprendere e applicare nella propria vita varie competenze finanziarie in modo efficace. Sono incluse la gestione delle finanze personali, la gestione dei debiti, dei prestiti, la pianificazione previdenziale, la conoscenza degli strumenti a disposizione dell’investitore, delle caratteristiche, dei rischi, dei costi, dell’efficienza o meno degli stessi. L’educazione finanziaria serve a mettere in atto azioni concrete per rispondere alle seguenti domande: Come posso risparmiare di più? Riuscirò a sostenere le rate del mutuo quando andrò in pensione? Se mi succedesse qualcosa la mia famiglia riuscirebbe a cavarsela economicamente? Se mio marito dovesse mancare saprei gestire gli investimenti? Quando andrò in pensione quello che avrò mi basterà? Quanto mi servirà per mandare mio figlio all’università? Se dovessi ammalarmi avrò le risorse per curarmi o per sostenere il costo di una persona che mi assista? L’educazione finanziaria riguarda le spese quotidiane, la gestione dei debiti e degli imprevisti ma anche i nostri progetti futuri. Serve a compiere scelte informate, a comprendere a chi chiedere consulenza. Questa conoscenza è indispensabile per relazionarci con chi offre servizi e soluzioni finanziarie e a scegliere con cura chi potrà assisterci nelle soluzioni di investimento più adatte ai nostri interessi e obiettivi di vita.
Competenze finanziarie: a chi servono?
Servono a tutti. Tutti abbiamo dei progetti e abbiamo bisogno di raggiungerli; tutti abbiamo bisogno di proteggerci e tutelarci da eventi avversi; tutti invecchieremo e abbiamo bisogno di vivere bene senza rinunce quando saremo anziani.
Donne e competenze finanziarie
Il rapporto tra donne e denaro è ancora culturalmente problematico: parlarne è considerato volgare e poco educato. Un tabù che l’economista Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics all’ Università Sapienza di Roma affronta nel suo libro “Le signore non parlano di soldi” (Fabbri editori). Il divario nell’educazione finanziaria fa parte di una questione culturale che riguarda i privilegi accordati a uomini e donne nella società. Le donne non potevano aprire un conto corrente in Germania fino al 1958, in Francia fino al 1965 e in Spagna fino al 1975. E ancora oggi il 37% delle donne italiane non ha un conto corrente nominativo.
Secondo l’Ocse, il 22% delle donne è in una condizione di dipendenza economica e i dati della ricerca condotta da Ipsos in collaborazione con UniCredit “L’approccio degli italiani alla finanza: educazione e alfabetizzazione tra donne e uomini”, ci dicono che solo una donna su quattro sarebbe in grado di fare scelte finanziarie in autonomia, soprattutto tra le più giovani.
Gli ultimi dati emersi dalla ricerca condotta da Mastercard con Banca d’Italia ci dicono che 7 donne su 10 dichiarano che uno dei loro obiettivi principali sia diventare economicamente indipendente. Sempre il 70% delle donne dichiara di avere ancora una scarsa conoscenza finanziaria. Le donne poi guadagnano quasi il 13% in meno degli uomini, hanno pensioni inferiori ma soprattutto vivono più a lungo. Per via del divario retributivo e del cosiddetto longevity risk, le donne hanno l’80% di probabilità in più di andare in pensione in condizioni di povertà. Va pertanto promossa tra le nuove generazioni una narrazione in cui si spiega alle ragazze che le competenze finanziarie sono alla base del processo di empowerment e che sono fondamentali per compiere scelte più autonome e informate soprattutto alla luce di una serie di sfide.
Sfida 1: Rischio longevità
Il rischio di longevità è legato all'incremento dell'aspettativa di vita. In una società di persone che vivono e sono attive sempre più a lungo bisogna iniziare a pensare quanto prima alla protezione della salute e della situazione previdenziale attraverso i propri risparmi. Con il calo
delle nascite e della spesa sanitaria da parte dello Stato sarà il contributo dei nostri investimenti a finanziare la nostra pensione e le cure mediche private. Il rischio è che affidandosi alla sola previdenza pubblica non si riesca a mantenere un adeguato tenore di vita al termine del percorso lavorativo, soprattutto per le categorie meno protette come gli autonomi, le partite iva, le donne o i creativi. È importante considerare questo rischio nelle scelte di risparmio e investimento per evitare di trovarsi in difficoltà finanziarie negli ultimi anni di vita. In altre parole, è fondamentale avere competenze finanziarie per pianificare fin da giovani scelte finanziarie e previdenziali per garantire una vecchiaia finanziariamente sicura.
Sfida 2: Asimmetrie informative
Il mercato finanziario offre una vasta gamma di prodotti e servizi per investire o indebitarsi senza che a ciò corrisponda una reale capacità da parte del risparmiatore di valutare quello che sta acquistando. In finanza c’è infatti una grande asimmetria informativa tra chi offre servizi e prodotti finanziari e chi li domanda con la spiacevole conseguenza che il venditore può offrire buoni o cattivi investimenti allo stesso prezzo, senza che ciò venga percepito ex ante dal compratore. Un insufficiente livello di conoscenze finanziarie ci rende più vulnerabili e incapaci di valutare in modo oggettivo le proposte finanziarie. Attraverso le competenze finanziarie è possibile scegliere i prodotti più in linea con i propri obiettivi evitando così di acquistare prodotti rischiosi, costosi o inefficienti. Questo tema si riflette anche nell’imprenditoria. Il fatto di avere scarse competenze finanziarie è una minaccia allo sviluppo delle PMI e al delicato tema del passaggio generazionale.
L’importanza della formazione. L’Executive Course in Gestione dei Patrimoni
Sulla base di queste evidenze, emergono l’opportunità e la sfida di avvicinare la finanza alle giovani generazioni e al mondo delle donne. Entrambi avvertono il bisogno di formazione su contenuti specifici: non solo la scelta di prodotti di risparmio e investimento, ma anche di criteri per valutare la qualità dei prodotti e la solidità del proponente. Per questo motivo l’Università IULM ha progettato un percorso formativo per rafforzare le competenze finanziarie, indirizzato a tutti coloro che quotidianamente hanno a che fare con scelte economiche. L’Executive Course in Gestione dei Patrimoni, diretto da Alessia Zorloni, intende sensibilizzare le giovani generazioni e in particolare le donne sull'importanza di una partecipazione consapevole e informata alle decisioni finanziarie, fornendo competenze, metodi e strumenti per gestire risparmi e investimenti. L’obiettivo del corso è quello di fornire ai partecipanti le conoscenze di base sul funzionamento dei mercati finanziari per investire in maniera consapevole.
Il programma online in partenza dal 15 ottobre 2024 sarà articolato in 20 incontri della durata di un’ora e 30 ciascuno e prevede una visita alla Borsa Italiana.