Non esiste evoluzione, tutto è già scritto 

      cescon4 min 
  Omar Galliani. Foto Piero Fanizzi
 

Credo nella sopravvivenza del “segno” ... La mia opera è solitaria, isolata, è ciò a cui aspiro quando sto realizzando una grande opera. Intervista a Omar Galliani in occasione della mostra conclusa a Palazzo Reale.


By Camilla Delpero

 

Quanto lavoro c’è stato dietro all’esposizione "Diacronica" a Palazzo Reale? Alcune sue impressioni del risultato ottenuto.

"Diacronica " nasce da un tempo lungo, il tempo della mia opera che si dispone all’interno di un grande spazio che ho svuotato da ogni barriera interna per privilegiare le opere e la luce che le illumina. Il lavoro si è concentrato soprattutto nella scelta delle opere e la loro collocazione , il loro reperimento, la campagna fotografica, ecc. Il risultato è sulle pareti di Palazzo Reale, non posso aggiungere altro. Si dimentica sempre qualcosa lungo il viaggio se si hanno tanti chilometri alle spalle anche se "Diacronica" credo sia giunta ad un traguardo eloquente.

Quanto è importante la tecnica in un presente dove sembra perduta?

La tecnica ha un ruolo importante nel mio lavoro anche se non è la sola componente fondamentale. È fondamentale il controllo degli strumenti, il pioppo, la grafite, la musica e il tempo. La digitalizzazione del mondo dell’Arte appiattisce il risultato omologando i linguaggi e le tecniche di riproduzione. La mia scelta operativa è atemporale sostenuta dalla consapevolezza effimera dell’esistente di cui anche il metaverso è vittima designata. Credo nella sopravvivenza del “segno”. Nulla evolve, tutto è già detto, già scritto, già disegnato mentre cerchi affannosamente la novità fine a se stessa, non esiste evoluzione nell’arte, l’arte di ieri è l’arte di oggi salvo poi mutarne le date con il mutare del tempo ma i contenuti sono sempre gli stessi.

 

Veduta della mostra Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso Palazzo Reale Milano 2023 Ph. Luca Trascinelli 10

Veduta della mostra Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso Palazzo Reale Milano 2023 Ph. Luca Trascinelli.

 

Un insegnamento che vuole veicolare ad un giovane artista?

Guardare il meno possibile fuori dalla finestra tenendo fermo il proprio progetto di individualità.

I suoi disegni uniscono in modo unico bellezza e spiritualità. Cos’è la bellezza? È la spiritualità?

La bellezza è spesso frutto di un singolo attimo codificato da traiettorie del saper vedere, del saper sentire , nient’altro. La spiritualità non va cercata , non esiste una tecnica o una guida per individuarla , devi sentirla già essere dentro di te, non la puoi programmare.

Il viaggio arricchisce, l’ha portato anche nella sua arte. Un artista quando viaggia osserva e modifica ciò che vede con il proprio background oppure si apre e assorbe ciò che arriva?

Puoi sempre essere in viaggio ma non accorgerti che stai arrivando da qualche parte . Si può restare sempre fermi e viaggiare ovunque senza biglietto di andata e ritorno con grandi vantaggi, primo fra tutti la tua gravità.… è bello lasciarsi andare e raccogliere dal viaggio quei segni che aggiungono desiderio, visione, polarità creative altrimenti celate dalla continuità del fare nel proprio spazio circoscritto dalle abitudini e dalle ripetizioni. Contaminarsi lungo la strada che si percorre questo è importante.

La rivista si chiama Quid Magazine, perché vuole indagare il quid che rende uniche le cose. Dov’è per lei il quid? In un’opera d’arte o nella sua vita?

Il Quid è l’anteporre la propria unicità all’omologazione. L’opera si deve manifestare non cercare. Il mio Quid è l’unicità nel divenire , l’indeterminato che si fa opera e chiede spazio. Uno spazio che non spiega , uno spazio mutevole e inarrestabile dato dall’opera.

L’Oriente in che modo ha influenzato la sua arte? Il modo di approcciarsi all’immagine, all’arte stessa oppure lo stile di vista in genere?

L’oriente come l’occidente è in sofferenza . Quello che ho raccolto in Oriente non appartiene più ai templi, ai Buddha , ai Lingam cosparsi di latte rancido o petali di frangipane ma piuttosto ad un grande frullatore in cui si fonde la storia, le religioni, i paesaggi, i volti di un umanità frettolosa. In India in una cavità di un albero ho trovato un bramino che cantava un Mantra, davanti a lui stava crescendo un building di 80 piani, teneva in mano una ciotola di rosso vermiglio e con l’indice mi ha segnato la fronte.

 

Veduta della mostra Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso Palazzo Reale Milano 2023 Ph. Luca Trascinelli 6

Veduta della mostra Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso Palazzo Reale Milano 2023 Ph. Luca Trascinelli.

 

Nel mondo ora sembrano dominare le etichette e nello stesso tempo si vogliono annullare, l’arte è soggetta a questa apparenza? Riesce a non essere al servizio della politically correct oppure no?

Vivo al di fuori della politically correct dell’arte pur rimanendo coinvolto nel movimento delle opere attraverso musei, gallerie e collezioinisti. La mia opera è solitaria, isolata, è ciò a cui aspiro quando sto realizzando una grande opera . Le dimensioni delle mie opere sono spesso esagerate , lo sono affinchè restino custodite nel mio studio. Il tempo veloce del sistema dell’arte cancella le proprie tracce in breve tempo, io credo ancora nella differenza e unicità dell’opera. Il tempo sarà l’unico giudice delle mie opere.