Nasce lo studio BIPART dell'avvocato Gilberto Cavagna

 
      
 danna pelli
 
 

L'avvocato Gilberto Cavagna ci racconta la sua nuova avventura.

By Camilla Delpero   

 

Come nasce BIPART.

Aprire una società tutta mia è un progetto che esiste da tempo, dapprima era un’aspirazione, ma le cose migliori capitano da sole e questa lo è stata. Dopo anni di collaborazioni in strutture internazionali con i loro pregi (come il confronto con l’esterno e con i colleghi di ogni livello) c’era il desiderio di seguire i miei clienti più personalmente, fattore che in strutture più grandi purtroppo spesso si dirada. Da questo desiderio, condiviso successivamente dagli stessi clienti, grazie a progetti più continuativi e di crescita comune, è nata l’idea di potermi dedicare autonomamente. BIPART (www.bipartlaw.com) è l’acronimo di Beyond Intellectual Property and ART law, nel nome sono presenti le due anime dello studio: la proprietà intellettuale e il diritto dell’arte. Tuttavia, volevo che leggendo il nome dello studio comparisse anche la parola “PART”, ossia l’essere parte del nostro cliente e dalla sua parte. L’aspirazione dello studio è proprio quella di comprendere e tradurre le esigenze del cliente e di impostare al meglio le sue problematiche in tema di proprietà industriale e diritto dell’arte. Anche l’occasione di collaborare con Expo Milano 2015 ha rappresentato l’opportunità di occuparmi di queste tematiche e confrontarmi direttamente con clienti, controparti e di mettermi in gioco in prima persona, nonostante lavorassi per una grande struttura.

Quindi è un progetto che aveva da tempo?

È da un po’ che desideravo mettermi in proprio in quanto, come ho accennato, avevo la voglia di andare dal cliente, seguirlo di persona passo passo, magari rinunciando alle certezze di una struttura più grande, ma con più autonomia e partecipazione. È venuto naturale seguire questa strada.

 

tondo giallo

 

Come mai ha deciso di specializzarsi in proprietà intellettuale e diritto dell’arte?

Come tutte le scelte sono loro che scelgono te. Ho avuto la fortuna all’inizio della carriera di collaborare con uno studio che, tra i primi, aveva costituito un dipartimento dedicato all’arte e di approfondire, a fianco di professionisti qualificati, le tematiche relative a questo settore. In questi primi anni di lavoro ho studiato come un pazzo per recuperare le conoscenze specialistiche necessarie nel diritto dell’arte, che non era presente nei piani di studi universitari, appassionandomi a tutto tondo sia al diritto dell’arte che, più in generale, a tutta la proprietà intellettuale. Mi piace ancora molto occuparmi infatti anche di marchi, di design e quant’altro, di tematiche legate alla parte di creazione dell’ingegno, vederle realizzate e correttamente valorizzate.

Cos’è la bellezza

È la capacità di provocare un sorriso, con una risposta più immediata è qualcosa che ti scalda e ti arricchisce, non è necessariamente uguale per tutti.

Le maggiori sfide e soddisfazioni in questo ruolo?

Dal mio punto di vista devo dire che credo nella specializzazione, alla lunga è premiante. È sempre più difficile fare l’avvocato generalista. Se vuoi fare bene qualcosa devi approfondire e conoscere il mercato, le tematiche. Auguro a tutti i giovani avvocati di specializzarsi in quello che più piace così da apportare un valore aggiunto notevole. Mi piace approfondire, entrare nella materia, cercare campi nuovi da approfondire .

La rivista si chiama Quid Magazine. Dove lo intravede il quid che rende unica ogni cosa.

Penso che si debba lanciare il cuore al di là dell’ostacolo, il quid è come si vivono le cose e bisogna viverle con entusiasmo e non stare mai fermi. Bisogna muoversi per far emergere il bello. L’essere proattivi verso ogni sfida è trovare il quid, se ci si ferma non succede nulla.