Mostre

 

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 Giuseppe Pellizza da Volpedo:, Ricordo di un dolore (Ritratto di Santina Negri), 1889. Olio su tela, cm 106 x 79,5. Bergamo, Accademia Carrara Bergamo, su concessione di Fondazione Accademia Carrara

 

STATI D’ANIMO. Arte e psiche tra Previati e Boccioni

Una rassegna che posa uno sguardo nuovo sull’arte italiana di fine Ottocento.

Dal 03 Marzo al 10 Giugno a Ferrara presso il Palazzo dei Diamanti sarà visibile la mostra Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni la quale si propone di posare uno sguardo nuovo sull’arte italiana di fine Ottocento. Nella rassegna verrà infatti indagata per la prima volta la poetica degli stati d’animo e con essa uno dei fondamentali apporti del nostro paese all’arte moderna. Dipinti manifesto come Ave Maria a trasbordo di Giovanni Segantini, Maternità di Gaetano Previati, il trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni e altri importanti opere dell’arte italiana e internazionale tra Otto e Novecento, conducono i visitatori in un viaggio nei territori dello spirito.

Si tratta di un momento decisivo per l’avvento della modernità che vede scienza e arte impegnate come mai prima nell’indagine della psiche, e gli artisti nella sfida di creare un nuovo alfabeto visivo capace di portare nell’opera la materia mutevole e inafferrabile degli stati d’animo. Tra di loro figurano i protagonisti della scena artistica dell’epoca, dai maestri del simbolismo e divisionismo, come Segantini, Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, a uno scultore originale come Medardo Rosso, fino ai capofila dell’avanguardia futurista, Balla, Carrà e soprattutto Boccioni, che seppe raccogliere il testimone dalla generazione precedente e creare un linguaggio dirompente che pone «lo spettatore nel centro del quadro», per trascinarlo nella dinamica delle emozioni e nella polifonia della metropoli moderna.

In questo progetto Gaetano Previati, artista di punta delle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, occupa un posto del tutto particolare: come affermava lo stesso Boccioni «con lui le forme cominciano a parlare come musica, i corpi aspirano a farsi atmosfera, spirito e il soggetto è già pronto a trasformarsi in istato d’animo». La mostra nasce proprio dalla volontà di approfondire e mettere in risalto il fondamentale ruolo giocato dall’artista ferrarese nel creare un ponte tra l’eredità dell’Ottocento e le avanguardie artistiche del nuovo secolo.

L’esposizione Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni è frutto di un lavoro di scavo delle fonti e di revisione critica condotto dai curatori della mostra e da un comitato scientifico composto da studiosi di fama internazionale, affiancati dagli autorevoli specialisti che collaborano al catalogo. Grazie al sostegno di grandi musei europei e americani e collezionisti privati è stato possibile ottenere prestiti del tutto eccezionali, dalla Beata Beatrix di Dante Gabriel Rossetti delle National Galleries of Scotland al Fugit Amor del Musée Rodin, dal pellizziano Ricordo di un dolore dell’Accademia Carrara alla Risata di Boccioni proveniente dal MoMA, e raggiungere l’obiettivo ambizioso di rileggere da un punto di vista inedito quel cruciale passaggio di secolo.

Il percorso segue i passi degli artisti nella ricerca di un alfabeto delle emozioni, muovendo dal verismo psicologico per addentrarsi in un processo di rarefazione formale che approda alla sintesi astrattiva e dinamica della pittura di stati d’animo futurista. L’allestimento, a cura dello Studio Ravalli, che già aveva progettato con successo quello realizzato in occasione dell’esposizione dedicata all’Orlando furioso, gioca un ruolo importante nel racconto della mostra: è stato infatti studiato per creare uno spazio sospeso e immateriale immerso nell’oscurità, in modo da esaltare il potere di suggestione di dipinti e sculture, e favorire un loro rapporto diretto con l’osservatore. In questo contenitore rarefatto la narrazione scaturisce dal cortocircuito visivo tra le opere esposte e immagini, suoni, filmati che fotografano la temperie fin de siècle, tra positivismo e irrazionalismo. Opere chiave della scena italiana e internazionale tra Otto e Novecento dialogheranno con le “interferenze” offerte dall’immaginario scientifico e culturale del tempo in un racconto tematico che attraversa gli stati d’animo: dalla melanconia all’abbandono nella rêverie, dall’abisso della paura alla liberazione delle pulsioni sessuali e degli istinti aggressivi, fino al rapimento estatico dell’amore e alla sublimazione nei sentimenti di pace e armonia universale, per chiudere sulle note frenetiche ed esaltanti prodotte dall’esperienza della città contemporanea.

Informazioni e prenotazioni
tel. 0532 244949 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | www.palazzodiamanti.it

 

collezione maramotti

 

Sally Ross | Painting Piece-By-Piece

Nella prima mostra europea la pittrice americana presenta cinque grandi opere dal 2013 al 2015 acquisite dalla Collezione Maramotti

Nella sua prima mostra europea Painting Piece-By-Piece la pittrice americana Sally Ross presenta cinque grandi opere dal 2013 al 2015, recentemente acquisite dalla Collezione Maramotti.
Le opere in mostra dal 4 marzo al 29 luglio rivelano i loro componenti e le loro combinazioni, il pensiero e il lavoro manuale sottesi alla loro realizzazione, pur conservando una qualità enigmatica, al contempo elusiva e diretta.

La base su cui poggia il lavoro di Ross è il luogo reale in cui dà vita alla creazione artistica: lo studio, e in particolare il pavimento dello studio, su cui le opere sono inizialmente assemblate, come mappe che si disperdono in diverse direzioni, con frammenti di tela cuciti tra loro come in una sorta di trapunta cubista.
È un paesaggio che l’artista osserva dall’alto e compone pezzo dopo pezzo. I lavori spesso presentano una tridimensionalità, non solo nel caso delle protrusioni sculturali di alcuni dipinti, ma anche dei blocchi che ne delineano le superfici.
Il materiale vero, ad esempio un pezzo di flanella a scacchi verde e nera della sua stessa giacca, entra nella tela, la completa come la tessera di un puzzle; il materiale, reale anziché dipinto, suggerisce un trompe-l’oeil al contrario.

Alcune parti sono composte da pattern creati e stampati dall’artista stessa, come squame di pesce o venature del legno, o appropriate da materiali esistenti, le righe delle lenzuola o gli intrecci di una sedia da giardino, per esempio.
È presente anche una sorta di “action-writing”, delle marcature che introducono l’atto del disegnare. L’artista combina oggi liberamente pittura, stampa, collage, scultura, disegno.
Nonostante la natura giocosa e performativa del suo lavoro, non c’è alcuna celebrazione del colore. La palette di Ross tende a tonalità sobrie e riflessive, dal bianco e grigio sfumati al marrone e nero terrosi, i colori fuoriescono dalle assi del pavimento di legno e dai mattoni della vecchia rimessa che è il suo studio ormai da molti anni.

L’opera di Ross è al contempo radicata nel presente e atemporale. Davanti ai suoi quadri, vengono subito alla mente artisti in una sorta di passaggio dagli anni ’50, ’60 e ’70, fino a noi: Anni Albers, Lee Bontecou, Alberto Burri, Franz Kline, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Cy Twombly, Alan Shields; ma la qualità organica delle sue opere, soprattutto esposte in Italia, può evocare la tradizione dell’Arte Povera.
I “combines” di Ross rianimano un periodo di esplorazione in cui l’arte in generale e la pittura in particolare immaginavano di poter essere qualcosa di diverso, qualunque cosa. Nonostante i ripetuti annunci sulla morte della pittura già alla fine degli anni ’60, il suo lavoro propone che è ancora possibile, che ancora esiste. L’autentica pratica dell’arte come esperimento non appartiene al passato, è anzi uno dei segni più visibili che per gli artisti, e per noi, questo ha un futuro oltre una perpetua fase finale, che la pittura resta connessa alla sua storia e va avanti. 

Accompagna la mostra un catalogo con un testo di Mario Diacono e una conversazione fra Sally Ross e Bob Nickas

Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione permanente:
giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 25 aprile, 1° maggio

Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia
Tel. +39 0522 382484
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
collezionemaramotti.org 

 

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Gino Rossi a Venezia

Dialogo tra le collezioni della Fondazione Cariverona e Ca' Pesaro

Dal 23 febbraio al 20 maggio, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro dedica una mostra a Gino Rossi, artista tra i più interessanti dell’avanguardia veneziana che proprio a Ca’ Pesaro ha trovato il suo centro nei primi anni del ‘900.

Curata da Luca Massimo Barbero ed Elisabetta Barisoni, "Gino Rossi a Venezia" vuole restituire la forza e l’ampiezza dell’innovazione nata e cresciuta a Ca’ Pesaro dal 1908 fino ai primi anni Venti, attraverso lo sguardo di uno dei suoi protagonisti.

La mostra s’inserisce all’interno di un rinnovato interesse per la figura di questo artista, a 70 anni dalla sua scomparsa.

Il percorso espositivo, che si svilupperà negli ambienti espositivi al secondo piano del museo, si svilupperà intorno ad alcuni capolavori di Gino Rossi, realizzati nel corso di una carriera artistica breve eppure intensissima: alle opere di Ca’ Pesaro si affiancherà il nucleo di significativi lavori raccolti e conservati nella collezione di Fondazione Cariverona.

L’esposizione, che è organizzata in collaborazione con BARCOR17, sarà inoltre arricchita da un catalogo edito da Marsilio (Venezia, 2018), con i testi dei curatori, Luca Massimo Barbero ed Elisabetta Barisoni, cui si affiancheranno le schede delle opere e un saggio di Nico Stringa, che a Gino Rossi ha dedicato una lunga e approfondita ricerca filologica e storica.

 

Adele Ceraudo La pietà 2012 collezione Le affinità elettive 2011 2013 disegno a bic su carta Fabriano cm 48x33

 Adele Ceraudo, La pietà, 2012, collezione Le affinità elettive, 2011-2013, disegno a bic su carta Fabriano, cm 48x33

 

Nel nome della madre. Adele Ceraudo

L'esposizione a cura di Daniela Wollmann è dedicata al tema della femminilità con oltre cinquanta opere

La personale di Adele Ceraudo al Pan, Palazzo delle Arti di Napoli dal 24 febbraio al 19 marzo ripercorre attraverso una selezione di oltre 50 opere i momenti salienti dei 10 anni di attività dell'artista che si esprime attraverso molteplici linguaggi.
Tema dell'esposizione, curata da Daniela Wollmann, è la femminilità che caratterizza da sempre la ricerca artistica di Adele Ceraudo. La sua arte è un messaggio sociale, l'artista infatti pone al centro della sua opera la figura della donna di cui descrive tutte le caratteristiche, sia quelle legate alla gioia, alla positività, alla seduzione fino ad arrivare agli aspetti più tragici legati alla violenza e al dolore.
In mostra sono esposti disegni, opere a tecnica mista, fotografie - di medie e grandi dimensioni - affiancati da video e installazioni. In occasione dell'inaugurazione e nel corso di tutta la rassegna (da mercoledì a sabato) verrà eseguita dall'artista la performance intitolata "Da Madonna a donna".
Accompagna la mostra un catalogo con testi della curatrice Daniela Wollmann, di Gianpasquale Greco e Luigi Polillo.

Promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, la mostra è organizzata in collaborazione con l'Assessorato alla cultura e turismo del comune di Napoli, dall'associazione culturale CreativiATTIVI/rivoluzionART, nell'ambito dell'iniziativa "la bottega delle sensazioni", idea, progetto e curatela di Daniela Wollmann.

 

viaggioin italia

 

Beat Generation. Ginsberg, Corso, Ferlinghetti. Viaggio in Italia

La mostra fotografica e documentaria presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a cura di Enzo Eric Toccaceli

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal 16 febbraio al 2 aprile presenta la mostra fotografica e documentaria Beat Generation. Ginsberg, Corso, Ferlinghetti. Viaggio in Italia, a cura di Enzo Eric Toccaceli, che ripercorre le tappe di un movimento che ha fatto storia.

Saranno esposte circa 200 fotografie in bianco e nero realizzate dallo stesso curatore, tutte inedite e tutte acquisite dalla Galleria Nazionale, nell’ambito di una nuova politica istituzionale, che dedica alle fonti una serie di iniziative, che traggono origine dagli archivi documentari e fotografici recentemente acquisiti o conservati nella Galleria.

Le fotografie, corredate da un apparato di circa 600 documenti (prime edizioni, vinili, manifesti, inviti, locandine, ritagli stampa), descrivono gli ultimi viaggi in Italia di tre dei più importanti esponenti della Beat Generation, che si recarono in Italia diverse volte in occasione di incontri e performance: Allen Ginsberg, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti, il più longevo dei tre artisti, ormai quasi centenario. In un arco di tempo che prende avvio dalla fine degli anni Settanta per concludersi negli anni più recenti, Enzo Eric Toccaceli ha seguito e fotografato Ginsberg, Corso e Ferlinghetti in tutte le loro peregrinazioni nelle grandi città e capitali dell’arte: da Milano a Venezia, Roma, Firenze, per giungere fino allo Stretto di Messina.

Attraverso le fotografie, ma anche attraverso i documenti, i manifesti, gli articoli e varie rarità e curiosità, l’autore descrive in una sorta di moderno grand tour il viaggio in Italia dei tre poeti, in un appassionante racconto tra arte, cronaca e storia. L’idea della mostra ha preso avvio nel 2017, nel ricordo di Allen Ginsberg, a venti anni dalla sua morte e nel solco delle celebrazioni per il centenario della nascita di Fernanda Pivano, amica e traduttrice dei tre poeti, la prima a parlare in Italia della Beat Generation e a farla conoscere in tutte le sue svariate sfaccettature ad un ampio pubblico di tutte le età. 

L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da una conversazione in cui Mita Medici, Maria Anita Stefanelli e Carlo Massarini condivideranno con il pubblico i ricordi, la poesia e la conoscenza della Beat Generation, attraverso testimonianze e letture dei tre personaggi. 

Coordina Claudia Palma, Direttrice dell’Archivio Bioiconografico e dei Fondi Storici della Galleria Nazionale. 

Mita Medici è cantante e attrice dalla fine degli anni Sessanta, quando era conosciuta come la “ragazzina del Piper”, simbolo di una gioventù libera e sfrenata. Popolarissima come soubrette di “Canzonissima”(1973-1974), ha recitato, cantato e ballato in teatro, al cinema, in televisione.

Maria Anita Stefanelli è professore associato di poesia e letteratura teatrale angloamericana all’Università di Roma Tre e “visiting fellow” al Trinity College Dublin. Si è occupata di Whitman e Dickinson, di William Carlos Williams e altri modernisti, della poesia visiva di Kenneth Patchen, di Lawrence Ferlinghetti e dei City Lights Pocket Poets, delle sperimentazioni teatrali degli anni Sessanta, oltre ai classici O’Neill, Miller, Albee e Tennesse Williams.

Carlo Massarini è un giornalista, fotografo, conduttore televisivo e radiofonico. Nei primi anni Settanta è fra i conduttori di “Per voi giovani” e “Popoff”, trasmissioni di musica rock su Radio Rai. Scrive inoltre per “Popster” e “Rolling Stone”, e dal 1981 al 1984 è autore e presentatore di “Mister Fantasy”, trasmissione di Rai Uno dedicata alla videoarte e al videoclip. Ha diretto le trasmissioni “Non necessariamente” e “Mediamente” dedicate alle nuove tecnologie. Attualmente, conduce “Ghiaccio Bollente” su Rai5.

Enzo Eric Toccaceli è autore di numerosi libri e curatore di mostre. Ha collaborato con la cattedra di “Storia e critica del cinema” di Mario Verdone. Ha collaborato con giornali, riviste e radio e ha frequentato personaggi come John Cage, Julian Beck, Judith Malina, Allen Ginsberg, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti, Anne Waldman, John Giorno, Ed Sanders.

 

Informazioni

Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

viale delle Belle Arti 131, Roma

Ingresso disabili Via Gramsci 71

 

orari di apertura

dal martedì alla domenica: 8.30 – 19.30

ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura

 

biglietti

intero: € 10,00

ridotto: € 5,00