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OGR Torino, Sarah Sze, METRONOME, ph Andrea Rossetti for OGR Torino.

 

Sarah Sze e Sara Enrico alle OGR di Torino


Il curatore Samuele Piazza ci racconta la genesi dei progetti e il lavoro creativo delle artiste esposte per questa settimana dell'arte torinese.


Dal 3 novembre le OGR inaugurano due esposizioni Metronome di Sarah Sze e Tainted Love Sara di Enrico.

Nel Binario 1 lo spettatore, appena varca la soglia, viene immerso nell'opera di Sarah Sze, il cui nome deriva dal suono del metronomo che rintocca durante l'intera visita. L'opera fa parte di una serie di lavori che Sarah porta avanti da diversi anni che si chiamano “segna tempo”. Qualsiasi opera d’arte è un segna tempo, un'indicazione sia a livello ideale, sia livello materico, del tempo. Quest'opera è una time capsule di maggio 2023. Le immagini proiettate sulla superfice creano una temporalità non lineare. Sono tutti esperimenti filmici di cosa voglia dire analizzare una temporalità: geologica, naturale, del fare.

In mostra veniamo bombardati dalle immagini come nella realtà di tutti i giorni, proiettate su fogli di carta strappata. Sarah ragiona su cos’è oggi l’immagine, su come ci relazioniamo ad essa, su come memorizziamo i dati, su come diamo per scontato che le immagini si stiano smaterializzando erroneamente; l’immagine diventa scultura come appare in mostra, ma la scultura è anche un device che permette la fruizione dell'immagine. Da anni l'artista lavora con le immagini video, di cui non conosciamo le fonti, che vengono trattate come se fossero un altro oggetto ritrovato.

 

 

OGR Torino Sara Enrico, Tainted Lovers, ph Andrea Rossetti for OGR Torino.

 

Sponstandoci al Binario 2 intravediamo le sculture cerulee di Sara Enrico tutte nuove produzioni tranne quella esposta alla scorsa Biennale di Venezia. Queste opere continuano ad avere tutte lo stesso titolo “Jumpsuit Theme”. Sono il risultato di calchi fatti in tessuto tecnico dentro cui versa cemento e pigmento; tecnica che va contro la tradizione scultorea del calco tradizionale rigido. Il risultato finale è una scultura con cui l’artista ha raggiunto una tale perfezione nella scelta dei materiali in cui si possono intravedere le cuciture e le cerniere del tessuto stesso. Questi corpi ottenuti, che noi riconosciamo come tali, ma che forse non lo sono nemmeno più, si sviluppano in orizzontalità, sono quasi immersi in uno spasmo; da un lato attraenti per questa piacevolezza visiva del colore, per queste pieghe apparentemente soffici, ma dall'altro ingannevoli perché duri come il cemento.

Passando oltre troviamo un lavoro che si chiama Camerino (2023). C’è sempre l'idea di cambiamento esemplificata dal nome della scultura come luogo in cui si entra in un modo e si esce in un altro. Continua a permanere una relazione con l’abito come nuova pelle o come elemento che crea un'architettura attorno al corpo. Lavora a una riflessione sul nostro stare nel mondo, su quanto il design del corpo e dello spazio influiscano su quello che è la nostra percezione di noi stessi, dell’altro e dell’ambiente costruito. Se immaginassimo abiti diversi probabilmente il nostro modo di relazionarci a ciò che sta intorno sarebbe diverso.

 

OGR Torino, Sara Enrico, Tainted Lovers, ph Andrea Rossetti for OGR Torino.

 

In fondo alla sala si stagliano un gruppo di lavori dal titolo Cell Keepers (2023), realizzati in gomma piuma rivestiti in un tessuto tecnico su cui l’artista interviene con delle scansioni, il risultato è una manipolazione che crea una seconda pelle, delle squame che possono creare repulsione o fascinazione per corpi in formazione o frammenti di una deflagrazione. Il tessuto li rende oggetti minacciosi, sono strutture estremamente astratte, ma anche embrioni in movimento. C'è un elemento esterno, visibile che è una struttura di titanio la quale interviene sorreggendo e schiacciando l'elemento quasi come uno scheletro, rafforzando l’idea di un cyborg in formazione.  

In fine abbiamo avuto l'opportunità di chiedere al curatore della mostra Samuele Piazza dove intravedesse il quid in questi due progetti espositivi: "C'è una citazione che mi piace molto di Barnett Newman che dice: la scultura è quella cosa in cui inciampi per vedere bene un quadro. Secondo me è interessante vedere come la scultura oggi ponga delle risposte a delle domande molto cocenti. Nel caso di Sarah Sze direi che è interessante vedere come la sua scultura sia proposta come elemento mobile, in contrasto con l'idea di staticità. Nelle opere esposte nel Binario 2 di Sara Enrico è evidente invece come la scultura sia in qualche modo un veicolo ravvicinato di cosa sia il corpo, andando verso una creazione di corpi artificiali. C'è una relazione sempre più stretta tra cosa significa corporeità e trasformazione.

Infine cos’è per te Samuele la bellezza? La bellezza sia affinità tra fini e mezzi.