By Camilla Delpero
La rivista si chiama Quid Magazine in quanto vuole indagare sul quid di ogni processo: artistico, mentale, ecc. Per Alessia Zorloni dove risiede questa scintilla?
Il quid è qualcosa di indeterminato, di indefinibile, che fa la differenza. Penso che un artista di successo abbia alcune caratteristiche. Per prima cosa sia in grado di dare una lettura personale della contemporaneità che lo circonda. Mi ha colpito a tal proposito un’intervista dell’artista Anish Kapoor in cui diceva: "Non sono interessato in quello che conosco già. Il lavoro di un artista non ha a che fare con quello che già conosciamo, ma nel condurci in un viaggio alla scoperta di qualcosa di misterioso". Un artista di successo è mosso da passione e quella passione te la trasmette in primo luogo con i suoi lavori. Anche la determinazione è importante, per portare avanti con convinzione e nel tempo la sua ricerca. Infine un artista di successo è sempre più un imprenditore, capace di gestire risorse economiche, persone e idee. Come vediamo quel quid ha che fare con innovazione, passione, determinazione e imprenditorialità. Questi gli ingredienti importanti, necessari per eccellere in qualunque settore.
Se parliamo di percorsi fondamentali, quali sono le tappe che un artista non deve sottovalutare per consolidare la propria reputazione?
Credo che sia molto importante lavorare con gallerie serie, capaci di valorizzare la produzione e di creare un percorso professionale a lungo termine. Non dobbiamo dimenticare che la valorizzazione nel mercato dell’arte contemporanea dipende molto dal contesto in cui i lavori vengono presentati. Presentare le opere in un ristorante di un amico o in una galleria in Piazza Belgioioso a Milano fa una grande differenza. Quindi il contesto è importantissimo e non è assolutamente da sottovalutare.
Secondo lei come si formano le quotazioni degli artisti nel mercato dell’arte?
Ci sono molti fattori da tenere in considerazione. La reputazione di un artista è sicuramente importante ed è costruita dalle informazioni che i critici, i curatori e i galleristi forniscono e la cristallizzazione di questa contribuisce alla creazione del brand dell’artista. Un altro fattore determinate ai fini della valutazione di un’opera d’arte è il periodo in cui è stata prodotta. Sono molto più quotati i lavori della fase più creativa di un artista, sia rispetto al suo percorso di ricerca, che in rapporto alla nascita di tendenze significative. La storia dell’autore dell’opera è importante, ma ancor di più lo è la storia dell’opera stessa. Se un’opera è stata esposta in mostre di rilievo o proviene da una collezione importante il suo valore sarà maggiore. Anche le condizioni di conservazione sono fondamentali e la valutazione cambia enormemente se un’opera è in buone o cattive condizioni. La valutazione di un’opera segue criteri rigorosi e la casa d’aste Sotheby’s ha creato una serie intitolata “The Value of Art” dove questi criteri vengono approfonditi.
Oggi ci sono molti artisti che dopo una formazione accademica e tanta gavetta non riescono ad affermarsi, forse perché messi in disparte da un sistema troppo rigido, che nella maggior parte dei casi ne sottovaluta la produzione. Il mondo dell'arte è o non è un "paese per vecchi"?
Secondo me non è un paese per vecchi in quanto ci sono artisti e curatori giovani; è sicuramente un mercato esclusivo, dove le dinamiche di potere hanno un ruolo significativo.
Parliamo di archivi, a quale punto della carriera andrebbe fatto?
È una tematica attuale soprattutto perché uno dei maggiori limiti del mercato dell'arte moderna e contemporanea è la questione legata all’autenticità delle opere. Per tutelare la propria produzione e i propri collezionisti, molti artisti costituiscono un archivio delle loro opere quando sono ancora in vita, spesso connesso alla costruzione di cataloghi ragionati e al rilascio di certificati d’autenticità. Gerhard Richter, il più quotato artista vivente, è stato tra i primi artisti a capire l’importanza della realizzazione di un sito web che rappresentasse una fonte ufficiale per i dati anagrafici, per la rassegna stampa e l'archivio delle sue opere.
Ci sono degli artisti che preferisce maggiormente?
Ci sono tanti artisti che collezionerei se non avessi limiti di budget... Mi piacciono molto i dipinti di Urs Fisher, i lavori di Christopher Wool, i neon di Tracey Emin o le fotografie di Vik Muniz. Ma anche tanta scultura. Adoro la complessità di Louise Nevelson, la poesia di Fausto Melotti e la geometria di Antony Gormley.