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 Martina Magnani, Educati ad essere perfetti, 2022, Liceo R. Corso, Correggio (RE). 3° premio al concorso Premio Davide Vignali 2022. Courtesy l’artista.

 

PREMIO DAVIDE VIGNALI, MINECRAFT E IOCOSE. Tre mostre all’insegna della giovane arte 

Incontro tra talenti emergenti, sperimentazione ed esperienza ludica. 

FMAV Fondazione Modena Arti Visive inaugura il 25 novembre 2022 (fino al 26 febbraio 2023) con tre importanti mostre diffuse negli spazi di FMAV Palazzo Santa Margherita e della Palazzina dei Giardini, in un incontro tra talenti emergenti, sperimentazione ed esperienza ludica.

Si parte con la mostra dell’undicesima edizione del Premio Davide Vignali promosso da FMAV insieme alla Famiglia Vignali e all’Istituto d’Arte Venturi di Modena, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, con l’obiettivo di sostenere la creatività dei giovani talenti del territorio. Nato nel nome di Davide Vignali, ex studente dell’Istituto d’Arte Venturi di Modena scomparso prematuramente nel 2011, l’iniziativa ha visto partecipare ben 127 studenti per l’edizione 2021/2022 ed ha premiato:  Anita Schulte-Bunert (IIS Blaise Pascal, Reggio Emilia), 1° premio per Se dici che mi vedi meglio significa che non sto abbastanza male; Sara Ori (IIS Venturi, Modena) 2° premio per Persone normali; Martina Magnani (Liceo Corso, Correggio (RE)) 3° premio per Educati ad essere perfetti; Rebecca Felicelli e Sofia Kalfus (IIS Venturi, Modena) Premio Venturi per Become adult; Martina Bellapianta (IIS Venturi, Modena) Menzione speciale per Empatia; Gloria Venturelli (IIS Venturi, Modena) Menzione speciale per Non l’ho fato a posta. Scopri di più sulla mostra

Sempre a Palazzo Santa Margherita, al Museo della Figurina, apre Minecraft Museum Adventure – Viaggio nel mondo della figurina, a cura di Francesca Fontana e Lorenzo Respi. Creato nel 2009 dallo sviluppatore svedese Markus Persson, detto “Notch”, Minecraft è il videogioco più venduto al mondo.

Grazie alle meccaniche del gioco, Minecraft è considerato un utile mezzo di apprendimento e uno strumento per sviluppare la creatività, la logica, il pensiero computazionale e le capacità di problem solving. Attraverso le collezioni e i materiali conservati al Museo della Figurina - connessi al concetto di edutainment, dal momento che lo scopo della figurina era insegnare qualcosa in maniera divertente - è stato sviluppato insieme a Future Education Modena un progetto per la ricostruzione del Museo all’interno di Minecraft (Java Edition), con gli obiettivi di amplificare l’esperienza museale utilizzando il videogioco, coinvolgere i più giovani nella visita al museo e integrare l’esperienza analogica e quella digitale. Scopri di più sulla mostra

La Palazzina dei Giardini ospita invece la IOCOSE. Loops & Vectors, la prima mostra personale in un’istituzione museale del collettivo artistico IOCOSE, a cura di Francesca Lazzarini e Daniele De Luigi. Fondato nel 2006 da Matteo Cremonesi, Filippo Cuttica, Davide Prati e Paolo Ruffino, il collettivo pone al centro del proprio lavoro la ricerca di tracce lasciate nel presente dai fallimenti delle narrazioni sul futuro della tecnologia. Attraverso una lettura poetica e surreale dei miti del progresso, IOCOSE produce nuove interpretazioni degli immaginari, le iconografie e le retoriche sull’innovazione tecnologica. Fin dagli inizi, con atteggiamento ironico e visionario, il collettivo ha fatto della provocazione, del gioco, della Science Fiction le strategie centrali della propria pratica “indirizzata a esplorare in modo critico le narrazioni dominanti sul progresso tecnologico e sul futuro e a renderne palesi contraddizioni e fallimenti". 

 



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Copertina di Sistema di identificazione Olivetti (“Libri Rossi”), progetto di Clino Trini Castelli, Perry King, Hans von Klier, Direzione Relazioni Culturali e Disegno Industriale Olivetti, luglio 1972 (© ECAL / Niccolò Quaresima).

 

Fondazione Ragghianti presenta "DESIGN OLIVETTI 1970-1990 Santiago Miranda e Pier Paride Vidari" 

Un pomeriggio di studi per ripercorrere il fenomeno Olivetti nel suo insieme, la sua storia imprenditoriale e la pluralità dei suoi approcci creativi grazie al contributo di intellettuali e progettisti.

Famosa in tutto il mondo per le macchine per scrivere, l’azienda Olivetti è stata allo stesso tempo innovativa e complessa, materiale e immateriale, e per questo caratterizzata da molteplici identità: tutt’oggi il marchio Olivetti è sinonimo di impresa italiana caratterizzata da una corporate identity fortemente riconoscibile a livello mondiale.

Venerdì 4 novembre alle ore 17 la Fondazione Ragghianti presenta il pomeriggio di studio Design Olivetti 1970-1990. Santiago Miranda e Pier Paride Vidari, per ripercorrere il fenomeno Olivetti nel suo insieme, cogliendone i tratti caratterizzanti in rapporto alla storia imprenditoriale e alla pluralità di approcci creativi derivanti dal contributo di intellettuali e progettisti interni ed esterni alla struttura aziendale.

L’incontro fa parte del progetto di ricerca interdisciplinare promosso dall’ECAL / École cantonale d’art de Lausanne e dall’Università degli Studi di Ferrara, in collaborazione con istituzioni culturali come la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti e l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea.

Partecipano, in conversazione con Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti, il designer Santiago Miranda e l’architetto Pier Paride Vidari, già docente al Politecnico di Milano, entrambi consulenti della Olivetti negli anni Settanta e Ottanta. Insieme a loro Davide Fornari dell’ECAL / École cantonale d’art de Lausanne, Daniela Smalzi dell’Università degli Studi di Firenze e Davide Turrini dell’Università degli Studi di Ferrara. Conclude l’incontro la scrittrice e giornalista Maria Pace Ottieri, figlia di Ottiero Ottieri, intellettuale che negli anni Cinquanta lavorò nell’ufficio per la selezione del personale della Olivetti, e che scrisse di questa esperienza nel romanzo Donnarumma all’assalto(1959): un nuovo contributo per comprendere e storicizzare l’àmbito intellettuale da cui trasse origine la sezione Corporate Image, Design e Attività Culturali Olivetti dopo la morte di Adriano Olivetti.

Dopo il convegno internazionale svoltosi a Ferrara, Venezia e Bologna (12-14 dicembre 2019) e il volume Identità Olivetti. Spazi e linguaggi 1933-1983, edito da Triest Verlag (Zurigo, 2022), Design Olivetti 1970-1990. Santiago Miranda e Pier Paride Vidari segna un’ulteriore tappa di un progetto di ricerca che ha esplorato numerosi settori, partendo dall’architettura e dal design di prodotto della Olivetti (terreni soltanto in parte indagati dagli studi), per spaziare poi a settori legati alla promozione dell’immagine e all’innovativo linguaggio della comunicazione visiva e dell’interaction design.

Vasto interesse hanno rivestito le attività culturali e formative promosse dalla Olivetti: le ricerche si sono in particolare indirizzate verso le iniziative temporanee per attività promozionali di mostre tecniche, allestimenti fieristici e progetti di comunicazione site specific, che, per il loro carattere transitorio, rischiavano l’oblio e la perdita di memoria: i nuovi studi si sono dunque focalizzati sull’analisi delle tracce tangibili ancora presenti e sulla loro valorizzazione attraverso un adeguato processo di studio e di storicizzazione.

All’interno di questo filone d’indagine si innesta il forte interesse legato alle testimonianze dirette dei protagonisti di questa stagione olivettiana: sia nel convegno sia nel volume sono state raccolte numerose interviste a coloro che facevano quotidianamente parte del mondo Olivetti, in qualità di addetti alle vendite o di incaricati della formazione della Olivetti, ma anche di progettisti e designer coinvolti in prima persona nel processo creativo dei prodotti aziendali.

 



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MUSEO ETTORE FICO presenta Il vuoto addosso di Ruben Montini 

La nuova azione sarà un tentativo, estremo come è nella natura della sua pratica performativa, di ricostruire l’immagine di quell’abbraccio che nel 2015 l’aveva stretto fino allo sfinimento.

Il Museo Ettore Fico presenta Il vuoto addosso, la nuova performance di Ruben Montini con un testo a cura di Elsa Barbieri. La performance si terrà sabato 5 NOVEMBRE alle ore 12.00. 

Sette anni dopo Think of me, sometimes, realizzata insieme all’ex compagno, l’artista tedesco Alexander Pohnert, Ruben Montini torna al Museo Ettore Fico con Il vuoto addosso, reenactment della precedente performance.

La nuova azione sarà un tentativo, estremo come è nella natura della sua pratica performativa, di ricostruire l’immagine di quell’abbraccio che nel 2015 l’aveva stretto fino allo sfinimento.

Ruben Montini è anche tra gli artisti in mostra in ECLETTICA!, visitabile al MEF fino al 18 dicembre, con l’opera “Agli amanti…e anche a quelli d’Italia”. La bellezza e la fragilità di un oggetto come il tappeto, simboleggiano l’usura dei rapporti umani interpersonali. La sua vicinanza alla terra e alla “polvere” ricordano che tutto un giorno ritornerà a far parte della grande Madre Terra. La gradevolezza della lana evoca il calore familiare, ma la frase che domina l’opera spalanca una voragine sull’ignoto: Cosa resta di noi?

Ruben Montini (Oristano, 1986), vive e lavora a Torino.

Muovendosi tra la performance e la creazione di opere tessili, tra azioni fisiche e collettive, Ruben Montini articola un pensiero complesso che se da un lato si fa lieve e romantico, dall’altro è una delle voci narranti delle battaglie odierne della comunità LGBTQ+. Performance dopo performance, il suo corpo tende sempre di più a diventare un simulacro di segni e tracce di ciò che le persone LGBTQ+ soffrono ancora oggi all'interno della società contemporanea. Montini è anche impegnato in progetti corali che coinvolgono il pubblico nella costruzione di monumenti temporanei e di rituali che diventano memoriali effimeri per la minoranza della sua comunità. Il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni nazionali e internazionali: Fondazione Miniartextil, Como; NOMUS, The New Art Museum, Danzica; Gallerie delle Prigioni, Treviso; Kunsthalle Bratislava; Casino Luxembourg Forum d’art contemporain, Lussembugo; GAMeC, Bergamo; FdG Projects, Bruxelles; CRUCE Arte y Pensamiento, Madrid; Museum Arnhem, Olanda; Villa Adriana, Tivoli; Aleš South-Bohemian Gallery, Hluboká nad Vltavou; Fondazione MACC, Calasetta; Dům umění města Brna, Brno; MKC, Split; MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro; Museum Europäischer Kulturen, Berlino; Museum for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia; Centre of Contemporary Art, Torùn; Museo Ettore Fico, Torino; Oratoire du Louvre, Parigi; Castello di Rivoli, Torino.

 

 



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Alessandra Ferrini vince la terza edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE 

L’opera di Alessandra Ferrini è stata scelta dalla giuria per “la sua capacità di rappresentare i fatti controversi della storia geo-politica contemporanea"

Alessandra Ferrini (Firenze 1984) con l’opera Gaddafi in Rome: Notes for a Film vince la terza edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, il progetto che unisce nel sostegno e la promozione dei giovani artisti, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e Bulgari, maison da oltre 130 anni emblema di eccellenza italiana. L’opera entrerà a far parte Collezione del MAXXI Arte.

Silvia Rosi (Scandiano – RE, 1992) vince il Premio del pubblico per Teacher Don’t Teach Me Nonsense.

La cerimonia di premiazione si è svolta martedì 25 ottobre all’Auditorim del MAXXI, preceduta da un talk tra la curatrice della mostra Giulia Ferracci e i 3 artisti finalisti Alessandra Ferrini, Namsal Siedlecki e Silvia Rosi.

Alla premiazione hanno partecipato Jean-Christophe Babin, CEO di Bulgari, Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, Hou Hanru, Direttore artistico del MAXXI, Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte, il giurato Dirk Snauwaert, Direttore WIELS Contemporary Art Centre.

La giuria internazionale, composta da Hoor Al Qasimi, Presidente e Direttrice Sharjah Art Foundation; Chiara Parisi, Direttrice Pompidou-Metz; e Dirk Snauwaert, Direttore WIELS Contemporary Art Centre; da Hou Hanru e Bartolomeo Pietromarchi ha scelto Gaddafi in Rome: Notes for a Film di Alessandra Ferrini “per la sua capacità di rappresentare i fatti controversi della storia geo-politica contemporanea, sfidando le formule ufficiali e canonizzate delle narrazioni storiche e giornalistiche. In particolare, per la forza e l’equilibrio nell’analizzare i materiali documentari come fotografie, testi e film, ricomponendoli in una nuova narrazione, che riflette sul ruolo della ricerca come essenziale per una dichiarazione in difesa dei diritti umani e della cittadinanza globale nell’epoca post-coloniale”.

Per la capacità di affrontare temi quali la provenienza, discendenza e memoria in una prospettiva contemporanea tra lirismo e ironia. Il premio del pubblico va a Silvia Rosi, il cui lavoro Teacher Don’t Teach Me Nonsense ha raccolto oltre il 55% delle preferenze.

Dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI: “Complimenti ai tre finalisti, scelti dalla giuria internazionale “per la capacità di esprimere attraverso diversi canoni estetici e sperimentali e un uso innovativo dei mezzi espressivi l’urgenza di immaginare un altro futuro”. E complimenti alle due vincitrici Alessandra Ferrini e Silvia Rosi. Il Premio unisce il museo nazionale delle arti contemporanee a un’eccellenza del made in Italy nel mondo come Bulgari e, proprio grazie a questa collaborazione consolidata e strategica, negli anni è cresciuto, si è rafforzato assomigliando sempre di più ai grandi premi internazionali come il Turner Prize nel Regno Unito e il Premio Duchamp in Francia. MAXXI BVLGARI Prize è un’occasione importante per gli artisti di mostrare il loro talento e per il pubblicio di scoprirlo. E per tutti noi di riflettere attraverso l’arte cheaccende il nostro pensiero critico, ci parla di libertà, di memoria, di ricchezza nella diversità, di necessario rispetto per la Natura e per l’Umanità. Ci parla della strada da intraprendere”.

Dice Jean-Christophe Babin, CEO di Bulgari: “Questa terza edizione conferma il ruolo del MAXXI BVLGARI PRIZE come momento di primaria importanza nella scena artistica italiana e internazionale. La mostra e il Premio danno visibilità alle idee di giovani artisti che con la loro poetica ci invitano ad andare oltre i confini della nostra personale visione del mondo per riflettere sui concetti di identità ed appartenenza. Dalle loro opere scaturisce lo stimolo a misurarci con il cambiamento, ma anche a governarlo secondo un sistema di valori condiviso.”

LA MOSTRA

La prima opera che si incontra è quella di Alessandra Ferrini, Gaddafi in Rome: Notes for a Film, una video installazione che, partendo dal reportage realizzato in quei giorni dal quotidiano La Repubblica, analizza la prima visita ufficiale in Italia di Muammar Gheddafi nel 2009, per la firma del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia. Gaddafi in Rome è un invito a riflettere sul rapporto tra il ruolo dell’informazione e la comprensione di eventi geopolitici complessi, analizza il rapporto dell’Italia con il suo passato in una prospettiva contemporanea.

Nuovo Vuoto di Namsal Siedlecki è un’installazione scultoria composta da 6 mani, ciascuna realizzata con un materiale e forma diversi, come anche i plinti su cui poggiano (gesso e cemento, legno di Cirmolo, gres, poliestirolo, poliuretano azzurro, bronzo, vetro soffiato). La ricerca dell’artista, infatti, è caratterizzata da un interesse particolare alla manipolazione e all’evoluzione della materia, al suo passaggio da uno status a un altro. Come un moderno alchimista, Siedlecki si confronta con un’ampia varietà di elementi e di soluzioni tecniche volte loro per raccontare il processo di trasformazione di un corpo.

Conclude il percorso espositivo l’opera Teacher Don’t Teach Me Nonsense di Silvia Rosi, artista italiana di origini togolesi, che fa della fotografia una pratica di ricerca sull’identità e sulla memoria. Il suo lavoro ricostruisce la storia della sua famiglia e la sua eredità identitaria attraverso il recupero di eventi di vita quotidiana. In quest’opera, composta da tre nuclei fotografici e video e da un’installazione audio, l’artista mette in evidenza l’importanza della lingua nel processo di affermazione identitaria e riflette sulle conseguenze degli eventi coloniali avvenuti in Togo, anche sul fronte linguistico.

STORIA DEL PREMIO

Nato nel 2000 come Premio per la Giovane Arte, il Premio costituisce il punto di partenza e la nascita della Collezione del MAXXI Arte. Negli anni, è stato un importante trampolino di lancio per molti artisti.

Sono 42 quelli che, dal 2001 hanno preso parte alle precedenti 10 edizioni, tra questi, Mario Airò, Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Stefano Arienti, Micol Assaël, Rosa Barba, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Rossella Biscotti, Tomaso De Luca, Ludovica Carbotta, Patrizio Di Massimo, Bruna Esposito, Lara Favaretto, Piero Golia, Adelita Husni-Bey, Avish Khebrehzadeh, Liliana Moro, Marinella Senatore, Nico Vascellari, Vedovamazzei, Francesco Vezzoli, Zapruder e molti altri.

Nel 2018 la prima edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, è stata vinta da Diego Marcon, finalista insieme a Talia Chetrit e Invernomuto, la cui opera Calendoola: SURUS è stata acquisita grazie al contributo degli Amici del MAXXI. L’edizione del 2020 ha visto la vittoria di Tomaso De Luca finalista insieme a Giulia Cenci e Renato Leotta.

 



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Artissima 2022 PROGETTI SPECIALI IN FIERA 

Quest'anno la fiera propone nuovi progetti speciali in fiera realizzati in collaborazione con i propri partner e importanti istituzioni culturali.

Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino propone quest’anno nuovi progetti speciali in fiera realizzati in collaborazione con i propri partner e importanti istituzioni culturali.

In fiera, dal 4 al 6 novembre 2022, saranno presentati: un nucleo di opere fotografiche realizzate da Gregory Crewdson per le Gallerie d’Italia – Torino; la nuova edizione del progetto per i piccoli visitatori della fiera, Artissima Junior; un rinnovato dialogo con Jaguar; le AudioGuide, che accompagneranno il visitatore in visita alla fiera; la presentazione delle opere dei vincitori della terza edizione del Torino Social Impact Art Award; il progetto A SUD, con l’obiettivo di valorizzare l’attività di gallerie, fondazioni e istituzioni artistiche provenienti dal sud d’Italia.

Gregory Crewdson. Eveningside Intesa Sanpaolo, main partner di Artissima per il terzo anno, presenta in fiera in uno spazio dedicato un nucleo di opere fotografiche originali realizzate da Gregory Crewdson (Brooklyn, 1962), su committenza di Intesa Sanpaolo, nell’ambito della mostra Eveningside (alle Gallerie d’Italia – Torino, dal 12 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023) ed entrate a far parte della Collezione di Intesa Sanpaolo.

Artissima Junior

Artissima e Juventus riconfermano per il quarto anno la loro collaborazione e presentano una nuova edizione di Artissima Junior, il progetto dedicato ai giovani visitatori della fiera coinvolti in un’esperienza artistica immersiva e partecipata. Artissima Junior è la prima iniziativa speciale della fiera interamente dedicata ai bambini tra i 6 e gli 11 anni che diventano protagonisti di un’operazione creativa.

La quarta edizione di Artissima Junior vede l’artista Giovanni Ozzola (Firenze, 1982) di galleria Continua (San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Havana, Roma, Sao Paulo, Paris, Dubai) concepire e guidare “BRILLA. Una costellazione”, un progetto che diventa un’opera d’arte collettiva al cui centro c’è una riflessione sul concetto di unicità.

L’artista, accompagnando i bambini in un parallelismo con le stelle, inviterà i giovani partecipanti a comprendere quanto siano unici e quanto la loro identità e diversità sia fondamentale per il futuro della nostra società. L’artista stesso, al termine dei quattro giorni di laboratorio, lascerà un gesto autorale sull’opera andando a comporre delle magiche costellazioni, frutto dei legami tra le stelle di ogni bambino partecipante.

“BRILLA. Una costellazione” è anche un art book che accompagnerà i bambini alla scoperta di loro stessi attraverso il gioco, per comprendere come la creatività possa essere una magica chiave di lettura della realtà.

Giovanni Ozzola ha inoltre creato appositamente per Artissima Junior Torino ventisei nove (2022), una nuova opera realizzata all’interno dell’Allianz Stadium di Juventus. L’artista metterà a disposizione di ogni partecipante una stampa della fotografia così che ognuno possa diventare un piccolo collezionista d’arte contemporanea.

Colored by Carioca An Alchemic Experience by Jaguar

Jaguar, dopo essere stata nelle precedenti edizioni protagonista di un eccezionale tour alla scoperta di nuovi talenti dell’arte, conferma il dialogo con Artissima. In fiera, uno stand immersivo coinvolgerà il pubblico in un’esperienza visiva capace di raccontare la trasformazione che il brand, connotato dallo spirito pionieristico di sempre, ha già iniziato guardando al 2025 e a una nuova identità come luxury brand totalmente elettrico. Il brand promuoverà, inoltre, la presenza della filosofa americana L.A.Paul, autrice del saggio “Transformative Experience”, che sarà protagonista di un talk al Meeting Point della Fiera, approfondendo il concetto della “transformative experience” nel mondo dell’arte. Tema cardine di questa edizione di Artissima, il racconto dell’esperienza trasformativa, trova punti di incontro con il percorso di trasformazione intrapreso da Jaguar.

AudioGuide

In un’ottica di ampliamento dell’offerta digitale della fiera, Artissima ha individuato l’ambito audio/podcast come direttrice di sviluppo e integrazione del proprio ecosistema per l’anno 2022, proponendo delle “AudioGuide” che possano accompagnare il visitatore in una visita autonoma e personale della fiera. Le AudioGuide, pubblicate sulla piattaforma artissima.art, sono raggiungibili da ogni visitatore in qualunque momento dell’evento, a partire dal 4 novembre fino al 6 novembre. Collegandosi al sito di Artissima con il proprio device smartphone, il visitatore potrà scegliere la propria visita guidata, iniziando il suo percorso in fiera secondo la narrazione proposta dalla viva voce dei mediatori professionisti di Arteco. I percorsi sono in lingua italiana, affiancati da una traduzione con trascrizione.

Il progetto, promosso da Lauretana, rientra negli sviluppi di Artissima Digital powered by Fondazione Compagnia di San Paolo.

Torino Social Impact Art Award

Torino Social Impact Art Award è un progetto che ha l’obiettivo di favorire talenti emergenti dal background multiculturale e migratorio, ideato e curato da Artissima, in collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo, e promosso da Torino Social Impact. I due vincitori della terza edizione del bando – Federico Pozuelo (Madrid, 1992) e Natália Trejbalová (Košice, Slovacchia, 1989) – sono stati ospitati nel capoluogo piemontese presso Combo, guidati e supportati da Treti Galaxie - Matteo Mottin e Ramona Ponzini, per realizzare due opere video ispirate al tema del bando 2022, Ribellioni e rinascite: il potenziale creativo del confronto: un invito a riflettere sul tema del conflitto sociale nelle sue diverse manifestazioni e forme latenti; un fenomeno tangibile e concreto che ha sempre trovato nell’arte un mezzo espressivo pacifico, ma al tempo stesso dal forte potenziale di denuncia.

I video prodotti nel periodo di residenza sono presentati ad Artissima. Federico Pozuelo presenta Burden of Proof, opera in cui l’artista costruisce una storia sui possibili modi in cui i pregiudizi alimentano il nostro agire, influenzando e alterando la maniera in cui interpretiamo i fatti. Nel video, due personaggi stanno lavorando alla costruzione della scena di un crimine: mentre disseminano prove e ricreano la traiettoria di un proiettile, dai loro dialoghi emerge un confronto tra razionalità e magia, irrazionalità e scienza, pensiero moderno e violenza politica.

Under the Never Ground è un viaggio nelle viscere di Torino in cui Natália Trejbalová presenta un’inedita prospettiva sulla dimensione ipogea della città. Girato nella Fortezza Sotterranea del Pastiss, il video incarna la possibilità di una doppia lettura tipica della fantascienza: nell’opera, i cunicoli costruiti nel XVI Secolo progressivamente mutano in architetture fantastiche, a riflettere e condensare il cambio di prospettiva e di immaginario che da sempre i luoghi sotterranei suggeriscono.

A SUD

Il progetto A SUD nasce dalla volontà di Artissima di valorizzare l’attività di gallerie, fondazioni e istituzioni artistiche provenienti dalle aree meridionali e insulari d’Italia, per contribuire a rafforzare l’attenzione sul bacino mediterraneo come luogo di elaborazione artistica e incubatore di nuove prospettive creative. Il progetto A SUD è un invito che Artissima rivolge al proprio pubblico a riguardare attraverso le istituzioni artistiche le specificità dei luoghi, nel senso di avere riguardo per loro e tornare a osservarli, riconsiderando le carte geografiche per scorgere nuove connessioni, prossimità e risorse.

I protagonisti di A SUD per l’edizione 2022 sono:

Fondazione Merz/ZACentrale

La Fondazione Merz intitolata a Mario Merz, nasce come centro d’arte contemporanea nel 2005 a Torino, con l’intento di ospitare mostre, eventi, attività educative e portare avanti la ricerca e l’approfondimento dell’arte. In occasione di Artissima 2022 Fondazione Merz riconferma il progetto “ad occhi chiusi…”, nato nel 2021 dalla collaborazione con la fiera, che mira a selezionare l’artista internazionale che meglio rispecchia le attività di ricerca della Fondazione sulla giovane arte del mediterraneo.

Fondazione Oelle

La Fondazione Oelle, Mediterraneo Antico, viene costituita nel 2017 ad Aci Castello, in provincia di Catania, da Ornella Laneri, imprenditrice, e Carmelo Nicosia, fotografo, con lo scopo di valorizzare il panorama culturale siciliano, “Isola Sicilia”. In occasione di Artissima 2022, Fondazione Oelle lancia l’innovativo progetto ISOLA SICILIA 2022, un format esperienziale dedicato agli “artisti naviganti” del terzo millennio atto a valorizzare la ricerca artistica contemporanea indirizzata al campo delle arti visive, fotografia, video, sound art e altro: azioni intese come attraversamenti culturali in Sicilia.

Fondazione Paul Thorel

La Fondazione Paul Thorel nasce a Napoli nel 2014 per volontà dell’artista Paul Thorel (Londra 1956-Napoli 2020), al fine di tutelare, conservare e promuovere la sua opera e, al tempo stesso, sostenere la creatività contemporanea con speciale riguardo ad arte, fotografia e nuovi media. A quasi due anni dalla scomparsa di Paul Thorel la Fondazione, da lui voluta e che porta il suo nome, ha deciso di organizzare una serie di iniziative che ricordino il suo lavoro d’artista e il generoso sostegno alla pratica fotografica che ha da sempre caratterizzato la sua vita. In tal senso la Fondazione sarà presente ad Artissima con uno stand dedicato alla figura dell’artista e alla sua collezione di opere d’arte – antiche, moderne e contemporanee – e promuoverà il lancio di un premio annuale per artisti che operano con il linguaggio fotografico, il Premio Paul Thorel, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia, che vedrà in giuria Luigi Fassi, direttore di Artissima.

 



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Annuncio del vincitore e cerimonia di premiazione della terza edizione del maxxi bvlgari prize 

L’annuncio del vincitore del Premio, la cui opera entrerà a far parte della collezione del Museo, e la cerimonia di premiazione si svolgeranno martedì 25 ottobre al MAXXI a partire dalle 18.00.

Alessandra Ferrini (Firenze, 1984), Silvia Rosi (Scandiano – RE, 1992) e Namsal Siedlecki (USA, 1986) sono i protagonisti della mostra della terza edizione del MAXXI BVLGARI Prize, progetto che unisce il MAXXI e Bulgari nel sostegno e la promozione dei giovani artisti.

L’annuncio del vincitore del Premio, la cui opera entrerà a far parte della collezione del Museo, e la cerimonia di premiazione si svolgeranno martedì 25 ottobre al MAXXI a partire dalle 18.00.

PROGRAMMA

Ore 18:00 | Galleria 5 | Talk tra Giulia Ferracci, curatrice della mostra, e gli artisti finalisti del Premio.

Ore 18.40 | Lobby del Museo | Photocall

Ore 19.00 | Auditorium del Museo | Cerimonia di Premiazione

Ore 19.30 I Brindisi nella Lobby del Museo.

 

Intervengono:

Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI

Jean-Christophe Babin, CEO Gruppo Bulgari

Hou Hanru, Direttore artistico del MAXXI,

Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte

Chiara Parisi, Direttrice Pompidou-Metz, Dirk Snauwaert, Direttore WIELS Contemporary Art Centre, membri della Giuria

Saranno presenti gli artisti Alessandra Ferrini, Silvia Rosi, Namsal Siedlecki

Allestita nella scenografica Galleria 5 al terzo piano del museo, la mostra presenta tre lavori pensati, prodotti e realizzati appositamente per il Premio, sulla base dei quali la stessa giuria internazionale che li ha scelti – composta da Hou Hanru, Direttore Artistico del MAXXI, Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte, Hoor Al Qasimi, Presidente e Direttrice Sharjah Art Foundation, Chiara Parisi, Direttrice Pompidou-Metz e Dirk Snauwaert, Direttore WIELS Contemporary Art Centre – decreterà il vincitore.

Tutte le opere sono profondamente radicate nel presente, capaci di scardinare la Storia, la Società, la Natura, per comprendere al meglio una contemporaneità in costante evoluzione.