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 Emilio Vedova. Il caffeuccio veneziano, 1942. Olio su tela, 43,2x55 cm. Photo: Studio Vandrasch. Courtesy Collezione Giuseppe Iannaccone

 

Collezione Giuseppe Iannaccone alla Galleria d’Arte Moderna di Roma con la mostra "L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano" 


In esposizione circa 130 opere per ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con particolare riferimento alle personalità e ai gruppi attivi principalmente a Roma, Milano e Torino


Una delle stagioni più originali della cultura artistica italiana della prima metà del XX secolo è rappresentata dall’espressionismo degli anni Venti-Quaranta che, pur sviluppato in gruppi più o meno definiti e longevi, ha apportato alla ricerca artistica un contributo di fondamentale rilievo. A questa esperienza estetica e poetica a cavallo fra le due guerre è dedicata la mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano, ospitata dal 6 luglio 2024 al 2 febbraio 2025 alla Galleria d’Arte Moderna e ideata in vista della celebrazione del centenario della stessa Galleria (1925-2025).

Il progetto espositivo “L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano” è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con la Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano. A cura di Arianna Angelelli, Daniele Fenaroli e Daniela Vasta. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Con il contributo tecnico di Open Care – Servizi per l’Arte.

La mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano alla Galleria d’Arte Moderna riflette su alcune delle più importanti personalità che, in percorsi individuali o in seno a gruppi codificati, hanno declinato nell’Italia degli anni Venti-Quaranta la proposta di un linguaggio spiccatamente antiaccademico, incentrato sulla trascrizione del dato soggettivo interiore, un colore antinaturalistico e ribelle, un’idea di forma deviante rispetto al canone “classico” di bellezza. Per questi artisti non è importante la rappresentazione asettica delle cose, la mera “trascrizione” del dato percepito dai sensi, ma piuttosto l’esternazione delle proprie visioni interiori, la “interpretazione” di quel dato. Espressionismo deriva dal latino exprimĕre, composto da ex e premĕre, cioè, premere fuori, spremere, esternare attraverso il filtro soggettivo. Su questa base ecco che i ritratti non tendono più verso l’esattezza fotografica, che sul paesaggio si deposita uno sguardo inquieto e la città diventa scenario di visioni allucinate e oniriche, mentre gli oggetti delle nature morte sembrano metafore enigmatiche. Forme deformanti e colori ribelli, aggressivi e spregiudicati, offrono alle idee un adeguato strumento linguistico.

Grazie al dialogo fra la collezione della Galleria d’Arte Moderna, le opere provenienti da altre collezioni capitoline (Musei di Villa Torlonia, Casa Museo Alberto Moravia) e le opere provenienti dalla prestigiosa Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano, mai esposta nella Capitale, sarà possibile ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con particolare riferimento alle personalità e ai gruppi che hanno avuto come centro d’azione le città di Roma, Milano e Torino.

Saranno presenti anche le due più recenti acquisizioni della Collezione Giuseppe Iannaccone e cioè gli oli su tela, entrambi del 1929, Nudo sdraiato di Gigi Chessa e Figura in blu (e vaso verde) di Francesco Menzio. La Collezione Giuseppe Iannaccone, specializzata non solo nell’arte contemporanea ma anche nell’arte italiana fra le due guerre, è unica nel panorama italiano e internazionale: nata dalla passione collezionistica di Giuseppe Iannaccone, la raccolta illustra la stagione dell’espressionismo italiano degli anni Venti-Quaranta, con una predilezione, cioè, per quei gruppi che hanno costruito una proposta artistica “neoromantica” alternativa e successiva alla stagione neo-classica del Novecento sarfattiano e di Valori Plastici.

Gli artisti in mostra: Afro, Arnaldo Badodi, Mirko Basaldella, Renato Birolli, Domenico Cantatore, Bruno Cassinari, Gigi Chessa, Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Nino Franchina, Nicola Galante, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Mazzacurati, Roberto Melli, Francesco Menzio, Ennio Morlotti, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Aldo Salvadori, Aligi Sassu, Scipione (Gino Bonichi), Emilio Sobrero, Luigi Spazzapan, Filippo Tallone, Fiorenzo Tomea, Arturo Tosi, Ernesto Treccani, Italo Valenti, Emilio Vedova, Alberto Ziveri.

Il percorso espositivo inizia naturalmente da Roma, con la Scuola di via Cavour e alcune delle personalità che via via hanno definito variamente la “scuola romana” e le sue peculiarità tecniche e tematiche, non ultima quella del tonalismo. In origine l’incontro fra i giovani Scipione e Mafai, cui presto si avvicina la Raphaël, dà l’avvio a una pittura visionaria e onirica, animata da colori accesi e drammatiche lumeggiature, nutrita dall’ammirazione per Goya, El Greco, Bosch, ma anche per i moderni Kokoschka, Chagall, Derain, Dufy. Roberto Longhi, recensendo la mostra del gruppo nella primavera del 1929, individua chiaramente nel sodalizio di via Cavour le derivazioni espressioniste francesi. Altri artisti si uniscono a una nuova e variegata koiné “neoromantica”, tra cui Mazzacurati, Pirandello, De Pisis, Melli, Afro, Mirko, Guttuso, Ziveri.

L’itinerario espositivo prosegue con alcuni dei protagonisti del gruppo dei Sei di Torino (1929-31), «una pattuglia giovane di anni e giovane di spirito» riunita attorno al carisma di Felice Casorati e alle personalità di Edoardo Persico e Lionello Venturi. Attraverso le opere di Chessa, Galante, Levi, Menzio, e inoltre di artisti come Spazzapan e Sobrero, vicini al sodalizio, si esplora

una pittura di chiara ispirazione “francofona”, incentrata sul colore, ispirata dalle ricerche impressioniste e postimpressioniste d’oltralpe.

Il percorso si conclude con il gruppo Corrente, protagonista dal 1938, a Milano, di un vigoroso e appassionato espressionismo lirico. Il gruppo di giovani artisti coordinati da Edoardo Persico (Badodi, Birolli, Cassinari, Sassu, Treccani, Valenti e molti altri – come Manzù, Fontana, Tomea, Cantatore, Franchina – che partecipano più o meno assiduamente alle attività della rivista e della Bottega omonime) esprimono una pittura inquieta ed emozionata, capace di «parlare alla gente di cose vive».

Il dialogo fra la collezione della Galleria d’Arte Moderna e la Collezione Giuseppe Iannaccone illumina l’una e l’altra di reciproche inedite reinterpretazioni, confermando come l’arte italiana fra le due guerre, tutt’altro che affetta da provincialismo, abbia intessuto feconde e proficue interazioni con gli orizzonti europei. Gli espressionisti italiani, in piena sintonia con le tendenze internazionali ma allo stesso tempo consapevoli dello specifico della tradizione nazionale, hanno dato luogo a un lessico originale e franco, capace di interpretare con efficacia le inquietudini del loro tempo.

Con la mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano si rinnova inoltre l’impegno della Sovrintendenza Capitolina nel rendere accessibili le esposizioni temporanee. La mostra è infatti progettata per essere fruibile dal più ampio pubblico possibile: per le persone con disabilità visiva è stato infatti elaborato un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo con traduzioni in braille e relative audiodescrizioni.

 



 

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DEDICATE TO MUSIC INNER AND OUTER FREEDOM ENERGY AND DREAMING OF LIFE ROOMS OF MEMORY Fotografi di moda e Dj dialogano tra fotografia, musica, arte e design 

 


Alcuni fotografi di moda e Dj dialogano tra fotografia, musica, arte e design. Un nuovo format espositivo che invita i visitatori a esperienze sensoriali, in un gioco di contaminazioni artistiche.


L’Ex Palazzo Municipale di Pietrasanta ospita dal 21 luglio al 18 agosto 2024 DEDICATE TO MUSIC, un progetto espositivo ideato e a cura di Barbara Giovannetti che coinvolge alcuni fotografi di moda e Dj che dialogano tra fotografia, musica, arte e design. Un nuovo format espositivo che invita i visitatori a esperienze sensoriali, in un gioco di contaminazioni artistiche.

La mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Pietrasanta, coinvolge alcuni tra i fotografi di moda: Andrea Varani, Lorenzo Marcucci, Alberto Setti, Annalisa Ceccotti, Carlo Gianni e Mattia De Nardis che sono stati invitati attraverso le loro opere a esprimere il loro concetto di MUSICA.

Alberto Setti

I protagonisti, provenienti da luoghi e con esperienze professionali molto diverse, hanno creato le opere lasciandosi ispirare dalla forma musicale prescelta. È stato infatti chiesto loro di selezionare dei Dj e produttori musicali a loro affini, la cui musica è riprodotta nelle sale in filodiffusione. Il visitatore ha quindi modo di muoversi tra le stanze ROOMS OF MEMORY dell’Ex Palazzo Municipale di Pietrasanta, ammirando le fotografie dei sei artisti e lasciandosi coinvolgere dalla musica. Durante la mostra vengono riprodotti in filodiffusione sample tracks di ogni Dj, dando la possibilità di un ascolto globale durante la visione delle opere. Chi vuole invece immergersi totalmente nella percezione di ogni fotografo può entrare in ogni stanza e tramite un Qr code ascoltare con le cuffie l’intera playlist.

Annalisa Ceccotti

Il progetto espositivo prevede inoltre che in ogni sala vengano esposti dei pezzi di design. Per l’occasione sono state inoltre coinvolte quattro gallerie tra Pietrasanta e Firenze: Cantierenove - Associazione Culturale, Deodato Arte, Futura Art Gallery e Street Levels Gallery, per rappresentare la propria “visione artistica” e i visitatori potranno trovare delle opere d’arte all’interno delle stanze.

Il mondo del fashion è influenzato dai fenomeni più attuali e significativi nei campi dell’arte, del design, dello spettacolo, della musica e della comunicazione.

Il format proposto a Pietrasanta, ne assorbe i temi portanti ed estende la loro influenza nella fotografia. L’obiettivo della curatrice Barbara Giovannetti è infatti quello di eliminare le barriere tra le diverse discipline.

 

DEDICATE TO MUSIC

INNER AND OUTER FREEDOM ENERGY AND DREAMING OF LIFE ROOMS OF MEMORY

Fotografi di moda e Dj dialogano tra fotografia, musica, arte e design

A cura di Barbara Giovannetti

21 luglio – 18 agosto 2024

Opening: sabato 20 luglio dalle 19.00

Ex Palazzo Municipale - Piazza Matteotti, Pietrasanta (LU)

Orari: venerdì – sabato – domenica dalle 19.00 alle 23.00

Per info mostra: Centro Culturale “Luigi Russo” | Tel: 0584/795500

Ingresso gratuito

 



 

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Close up, 2020, Nevercrew.

 

L'arte urbana al Lugano LongLake Festival

 


Fra le proposte non poteva mancare l’urban art con il cantiere di iniziative artistiche Arte Urbana Lugano (AUL), che ha lo scopo di mettere in relazione il pubblico con lo spazio urbano. 


A Lugano è in corso il Lugano Longlake Festival, in cui più di 300 eventi trasformano la città, fino al 28 luglio, in un palcoscenico a cielo aperto. Fra le proposte non poteva mancare l’urban art con il cantiere di iniziative artistiche Arte Urbana Lugano (AUL), che ha lo scopo di mettere in relazione il pubblico con lo spazio urbano. Durante il festival, verranno realizzate nuove opere che andranno ad accrescere il percorso proposto dallo Street Art Tour. Fra queste quella dei famosi street artist italiani Sten Lex. Il 18 e 19 luglio verrà inoltre proposta una passeggiata artistica con il  Teatro Danzabile, una compagnia di teatro inclusiva.

Girando fra le vie di Lugano, è facile imbattersi in qualcuna delle opere di arte urbana realizzate a partire dal 2010 nell’ambito del cantiere di iniziative artistiche Arte Urbana Lugano (AUL) della Città di Lugano. Tutti i progetti – realizzati negli anni principalmente durante il LongLake Festival dove AUL ha avuto origine – hanno lo scopo di mettere in relazione il pubblico con lo spazio urbano.

Lo Street Art Tour

Volete scoprire Lugano da un altro punto di vista? Non dovete fare altro che mettervi delle scarpe comode e munirvi di spirito di osservazione perché con Street Art Tour in città di cose da vedere e raccontare ce ne sono molte. Sarà possibile scoprire tutte le opere prodotte negli anni da Arte Urbana Lugano (AUL) e da privati, che hanno saputo ridisegnare i luoghi urbani rivelando lo straordinario che si cela nel quotidiano. Un percorso adatto a tutti che si sviluppa soprattutto nel centro cittadino ma non solo. Nel sito arteurbana.ch attraverso la mappa è possibile scoprire il descrittivo delle opere e vedere dove sono situate di modo da organizzarsi in autonomia il proprio tour.

Le nuove realizzate durante il LongLake Festival

Sono due i nuovi progetti che si potranno scoprire durante il festival. Dal 15 al 28 luglio, il duo di artisti italiani Sten Lex realizzerà un intervento artistico sul muro a pettine che separa il Lido di Lugano da Via Foce. L’opera è un’astrazione geografica, una composizione che rimodula i confini geografici e ne crea di nuovi; il murales riprende sia la cartografia e sia il concetto di spartito e di componimento musicale, sottolineando nel contempo la cadenza ritmica dei pilastri stessi. Gli street artist italiani Sten Lex, noti a livello internazionale, sono stati tra i primi a utilizzare la tecnica dello stencil in ambito di street art, i due artisti hanno uno stile in bianco e nero, quasi grafico, che nel corso degli anni si è fatto sempre più astratto; il duo lavora con matrici incollate alle pareti, che vengono dipinte e talvolta lasciate alla mercé delle intemperie, in modo che l’opera si sveli da sola con il passaggio del tempo.

Per la seconda opera, intitolata Interazione urbana, cinque allieve del corso di Pittore di scenari del CSIA, sotto la supervisione del professore Mauro Zanolari e del pittore ticinese Marco Scorti, hanno elaborato una proposta, che è stata poi realizzata dagli studenti del CSIA insieme ai docenti presso il palazzo delle ex scuole di Viganello. Il progetto – nato dalla volontà di sensibilizzare non solo i giovani, ma l’intera comunità sull’importanza dell’uso dei mezzi pubblici di trasporto in un’ottica di sviluppo sostenibile – è promosso da Trasporti Pubblici Luganesi (TPL) in collaborazione con il Centro Scolastico per le industrie artistiche (CSIA) e Arte Urbana Lugano (AUL). Lugano. Un messaggio importante, espresso dalla prospettiva dei giovani.         

La passeggiata artistica

Il 18 e 19 luglio alle ore 17:30 e alle 20:00 a partire dal Vicolo Crocicchio Cortogna e fino a Via Foce, attraverso una passeggiata teatrale aperta a tutti, si potranno conoscere alcune delle opere di arte urbana presenti a Lugano. Il Teatro Danzabile attraverso il progetto Bestiale! accompagnerà il pubblico in un percorso poetico-performativo alla scoperta di una selezione di opere di arte urbana legate tra loro da un tratto comune: l'animalità. La passeggiata sarà accessibile anche alle persone con disabilità motorie e uditive. Una performer tradurrà in lingua dei segni italiana. Al termine del percorso ogni partecipante riceverà un buono bibita per Lugano Marittima, dove potrà ristorasi. L’evento è gratuito ma è necessaria l’iscrizione su my.lugano.ch o tramite l’App MyLugano.

Alcune proposte artistiche dedicate alle famiglie

Quest’anno il Villaggio Family - un ambiente di gioco sicuro e accogliente per bambini e famiglie situato all’interno del Palazzo dei Congressi e nel giardino adiacente del Parco Ciani – ospiterà, per tutto il periodo del festival, l'esposizione fotografica itinerante a cura di Pro Familia Svizzera Italianadal titolo Famiglie - esplorando il passato, immaginando il futuro. Presso l'Asilo Ciani invece, fino al 21 luglio, l’Associazione Casa dos Curumins sarà presente con l’esposizione Cores do Brasil e organizzerà alcuni laboratori.

L’artista Yuri Catania invece ha proseguito il viaggio sulla facciata del Palazzo dei Congressi – dove lo scorso settembre ha realizzato l’opera di street art partecipativa “LVGA/XY Astro Flowers” – con l’intervento partecipativo realizzato tra l’11 e il 14 luglio, LVGA/XY Astro Lake, ispirato all’ambiente lacustre. Il murales con l'astronauta Claude Niccolier e i fiori del Parco Ciani, per volontà dell'artista si immerge così negli abissi del Lago di Lugano alla scoperta di un mondo sommerso con sirene astronauta e pesci locali, in una sorta di parallelo con il mondo spaziale già rappresentato. L'idea di Catania è di portare l'esplorazione tra lo spazio, la natura e la tecnologia, che ha ispirato la precedente opera, in un luogo altrettanto sconosciuto e misterioso come il fondale del lago di Lugano, dove gli elementi fortemente distinguibili sono la flora e la fauna locali, rappresentati in una situazione favoleggiante, astratta e colorata.

Integrati all’offerta di LongLake Festival, anche alcuni eventi a cura del MASI e di LAC edu il 16, 19 e 23 luglio. I bambini, accompagnati dagli adulti, potranno visitare la mostra Calder, Sculpting Time presso la sede del MASI al LAC e in seguito si terrà un laboratorio creativo. Il laboratorio è gratuito. Iscrizioni: luganolac.ch

Gli sponsor e i partner

LongLake Festival è una manifestazione organizzata dalla Divisione eventi e congressi della Città di Lugano, in collaborazione con Lugano Region e AIL. Si ringraziano per l’importante sostegno alla manifestazione Repubblica e Cantone Ticino - DECS / Fondo Swisslos, il media partner RSI Radiotelevisione Svizzera, il digital media partner TIO e il partner tecnico Emme.

Per ulteriori informazioni

Città di Lugano Eventi e congressi

Comunicazione e marketing t. +41 58 866 74 46

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. longlake.ch

 



 

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Corso executive in Gestione dei patrimoni: La cultura finanziaria come mezzo di autotutela 


L’Executive Course in Gestione dei Patrimoni intende sensibilizzare le giovani generazioni e in particolare le donne sull'importanza di una partecipazione consapevole e informata alle decisioni finanziarie, fornendo le competenze per gestire risparmi e investimenti.


La capacità di risparmio degli italiani è notoriamente un elemento di solidità che concorre alla stabilità del nostro Paese. Non sempre, però, si associa all’attitudine alla pianificazione in ottica di investimento per il futuro. Secondo l’Ocse, quando si tratta di competenze finanziarie, solo un 30% della popolazione possiede un’adeguata alfabetizzazione finanziaria e in questo l'Italia si colloca al 25° posto su 26 Paesi esaminati. Se la scarsa competenza in materia di investimenti è riscontrabile in generale, lo è in particolar modo nelle donne. Secondo gli ultimi studi della Banca d'Italia, l’universo femminile dispone di minori conoscenze finanziarie rispetto agli uomini e, in base l’indagine Pisa 2018 dell'Ocse, l'Italia è tra i Paesi Ocse in cui il gender gap nell'alfabetizzazione finanziaria comincia già a 15 anni.

Cos’è l’educazione finanziaria

L’educazione finanziaria è la capacità di comprendere e applicare nella propria vita varie competenze finanziarie in modo efficace. Sono incluse la gestione delle finanze personali, la gestione dei debiti, dei prestiti, la pianificazione previdenziale, la conoscenza degli strumenti a disposizione dell’investitore, delle caratteristiche, dei rischi, dei costi, dell’efficienza o meno degli stessi. L’educazione finanziaria serve a mettere in atto azioni concrete per rispondere alle seguenti domande: Come posso risparmiare di più? Riuscirò a sostenere le rate del mutuo quando andrò in pensione? Se mi succedesse qualcosa la mia famiglia riuscirebbe a cavarsela economicamente? Se mio marito dovesse mancare saprei gestire gli investimenti? Quando andrò in pensione quello che avrò mi basterà? Quanto mi servirà per mandare mio figlio all’università? Se dovessi ammalarmi avrò le risorse per curarmi o per sostenere il costo di una persona che mi assista? L’educazione finanziaria riguarda le spese quotidiane, la gestione dei debiti e degli imprevisti ma anche i nostri progetti futuri. Serve a compiere scelte informate, a comprendere a chi chiedere consulenza. Questa conoscenza è indispensabile per relazionarci con chi offre servizi e soluzioni finanziarie e a scegliere con cura chi potrà assisterci nelle soluzioni di investimento più adatte ai nostri interessi e obiettivi di vita.

Competenze finanziarie: a chi servono?

Servono a tutti. Tutti abbiamo dei progetti e abbiamo bisogno di raggiungerli; tutti abbiamo bisogno di proteggerci e tutelarci da eventi avversi; tutti invecchieremo e abbiamo bisogno di vivere bene senza rinunce quando saremo anziani.
Donne e competenze finanziarie
Il rapporto tra donne e denaro è ancora culturalmente problematico: parlarne è considerato volgare e poco educato. Un tabù che l’economista Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics all’ Università Sapienza di Roma affronta nel suo libro “Le signore non parlano di soldi” (Fabbri editori). Il divario nell’educazione finanziaria fa parte di una questione culturale che riguarda i privilegi accordati a uomini e donne nella società. Le donne non potevano aprire un conto corrente in Germania fino al 1958, in Francia fino al 1965 e in Spagna fino al 1975. E ancora oggi il 37% delle donne italiane non ha un conto corrente nominativo.
Secondo l’Ocse, il 22% delle donne è in una condizione di dipendenza economica e i dati della ricerca condotta da Ipsos in collaborazione con UniCredit “L’approccio degli italiani alla finanza: educazione e alfabetizzazione tra donne e uomini”, ci dicono che solo una donna su quattro sarebbe in grado di fare scelte finanziarie in autonomia, soprattutto tra le più giovani.
Gli ultimi dati emersi dalla ricerca condotta da Mastercard con Banca d’Italia ci dicono che 7 donne su 10 dichiarano che uno dei loro obiettivi principali sia diventare economicamente indipendente. Sempre il 70% delle donne dichiara di avere ancora una scarsa conoscenza finanziaria. Le donne poi guadagnano quasi il 13% in meno degli uomini, hanno pensioni inferiori ma soprattutto vivono più a lungo. Per via del divario retributivo e del cosiddetto longevity risk, le donne hanno l’80% di probabilità in più di andare in pensione in condizioni di povertà. Va pertanto promossa tra le nuove generazioni una narrazione in cui si spiega alle ragazze che le competenze finanziarie sono alla base del processo di empowerment e che sono fondamentali per compiere scelte più autonome e informate soprattutto alla luce di una serie di sfide.

Sfida 1: Rischio longevità

Il rischio di longevità è legato all'incremento dell'aspettativa di vita. In una società di persone che vivono e sono attive sempre più a lungo bisogna iniziare a pensare quanto prima alla protezione della salute e della situazione previdenziale attraverso i propri risparmi. Con il calo
delle nascite e della spesa sanitaria da parte dello Stato sarà il contributo dei nostri investimenti a finanziare la nostra pensione e le cure mediche private. Il rischio è che affidandosi alla sola previdenza pubblica non si riesca a mantenere un adeguato tenore di vita al termine del percorso lavorativo, soprattutto per le categorie meno protette come gli autonomi, le partite iva, le donne o i creativi. È importante considerare questo rischio nelle scelte di risparmio e investimento per evitare di trovarsi in difficoltà finanziarie negli ultimi anni di vita. In altre parole, è fondamentale avere competenze finanziarie per pianificare fin da giovani scelte finanziarie e previdenziali per garantire una vecchiaia  finanziariamente sicura.

Sfida 2: Asimmetrie informative

Il mercato finanziario offre una vasta gamma di prodotti e servizi per investire o indebitarsi senza che a ciò corrisponda una reale capacità da parte del risparmiatore di valutare quello che sta acquistando. In finanza c’è infatti una grande asimmetria informativa tra chi offre servizi e prodotti finanziari e chi li domanda con la spiacevole conseguenza che il venditore può offrire buoni o cattivi investimenti allo stesso prezzo, senza che ciò venga percepito ex ante dal compratore. Un insufficiente livello di conoscenze finanziarie ci rende più vulnerabili e incapaci di valutare in modo oggettivo le proposte finanziarie. Attraverso le competenze finanziarie è possibile scegliere i prodotti più in linea con i propri obiettivi evitando così di acquistare prodotti rischiosi, costosi o inefficienti. Questo tema si riflette anche nell’imprenditoria. Il fatto di avere scarse competenze finanziarie è una minaccia allo sviluppo delle PMI e al delicato tema del passaggio generazionale.

L’importanza della formazione. L’Executive Course in Gestione dei Patrimoni 

Sulla base di queste evidenze, emergono l’opportunità e la sfida di avvicinare la finanza alle giovani generazioni e al mondo delle donne. Entrambi avvertono il bisogno di formazione su contenuti specifici: non solo la scelta di prodotti di risparmio e investimento, ma anche di criteri per valutare la qualità dei prodotti e la solidità del proponente. Per questo motivo l’Università IULM ha progettato un percorso formativo per rafforzare le competenze finanziarie, indirizzato a tutti coloro che quotidianamente hanno a che fare con scelte economiche. L’Executive Course in Gestione dei Patrimoni, diretto da Alessia Zorloni, intende sensibilizzare le giovani generazioni e in particolare le donne sull'importanza di una partecipazione consapevole e informata alle decisioni finanziarie, fornendo competenze, metodi e strumenti per gestire risparmi e investimenti. L’obiettivo del corso è quello di fornire ai partecipanti le conoscenze di base sul funzionamento dei mercati finanziari per investire in maniera consapevole.

Il programma online in partenza dal 15 ottobre 2024 sarà articolato in 20 incontri della durata di un’ora e 30 ciascuno e prevede una visita alla Borsa Italiana.

Programma | Scheda di iscrizione

 



 

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 Monika Emmanuelle Kazi Foto Pauline Humbert.

 

Monika Emmanuelle Kazi con Mimesis of Domesticity al Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano Sede Palazzo Reali 


L'artista ha creato al piano terra del palazzo un nuovo gruppo di installazioni che evoca un interno domestico. Come tipico nella sua pratica, l’ambiente domestico è utilizzato come un dispositivo per evocare memorie legate alla personale esperienza diasporica e alla più ampia storia coloniale.


Il 26 maggio prossimo inaugura a Palazzo Reali “Mimesis of Domesticity”, la mostra di Monika Emmanuelle Kazi, vincitrice dell’edizione 2024 del Bally Artist Award. Per l’occasione, l’artista ha creato nella storica Sala Mattoni al piano terra del palazzo un nuovo gruppo di installazioni che evoca un interno domestico. Come tipico nella sua pratica, anche per il progetto al MASI l’ambiente domestico è utilizzato da Kazi come un dispositivo per evocare memorie legate alla personale esperienza diasporica e alla più ampia storia coloniale.

Nata a Parigi nel 1991, Monika Emmanuelle Kazi è cresciuta tra la Francia e la Repubblica del Congo, prima di trasferirsi a Ginevra, dove attualmente risiede. La sua pratica, in cui si riflette la sua identità diasporica, si concentra sull’esplorazione delle impronte e memorie lasciate dal corpo negli ambienti domestici, intesi come spazi privati e al tempo stesso politici. Un’attenzione, quella per gli interni domestici, che Kazi porta con sé anche grazie alla formazione come interior designer: con sguardo attento, l’artista riconosce così negli ambienti costruiti convinzioni e idee da mettere in discussione. Nelle sue opere – che alternano scrittura, performance, video e installazioni – oggetti ordinari e luoghi conosciuti diventano quindi campi d’indagine in cui ricercare tracce che possono rivelare radici di appartenenza, intime credenze e prospettive sul mondo, in definitiva, storie che si ripetono e che cambiano.

È un mobilio essenziale quello che occupa la sala di Palazzo Reali per il progetto di Kazi. Come suggerisce il titolo della mostra, “Mimesis of Domesticity”, chi osserva si trova davanti a un ambiente domestico suggerito da suppellettili comuni: composizioni di vasi, una lampada, piatti e bicchieri di cristallo, conservati a terra o su antichi mobili. Sono, questi, objets trouvé, oggetti ordinari che l’artista ha recuperato e successivamente inciso con il nitrato d’argento. Al posto dell’acqua, a colmare bicchieri, coppe e vasi ci sono infatti immagini di corpi e istantanee di vita vissuta che, come spesso accade nella pratica di Monika Emmanuelle Kazi, intrecciano la sua storia personale con tematiche storiche e politiche più vaste.

Nelle scene, che grazie al processo chimico appaiono sul vetro, immagini dall’archivio personale dell’artista si mescolano con elementi mitici e vicende collettive, in particolare con l’iconografia della Dea Fortuna e i motivi riprodotti sulle banconote francesi “CFA”. Originariamente acronimo di “Colonie Francesi d’Africa” e successivamente di “Comunità Finanziaria Africana”, la sigla indica la valuta in uso nella Repubblica del Congo. In mostra, le vecchie banconote diventano cimeli dall’infanzia dell’artista. Al contempo, esse si rivelano come strumenti di dominazione coloniale funzionali all’imposizione di uno stile di vita e di un sistema di codici ben determinato. “Gli intimi recessi dello spazio domestico diventano i luoghi delle invasioni più intricate della storia” recita una frase del teorico postcoloniale indiano Homi K. Bhabha, che sintetizza efficacemente l’approccio di Kazi.

Elementi apparentemente antitetici convivono in “Mimesis of Domesticity”, in cui il concetto di casa inteso come spazio di produzione e perpetuazione di identità si innesta anche su un elemento fluido come l’acqua. L’acqua è, infatti, una presenza costante nello spazio espositivo: tanto negli interventi site specific sul pavimento, quanto nella traccia sonora The seed (2017). Qui lo scorrere dell’acqua si alterna e si sovrappone alla voce dell’artista mentre racconta la cronaca di una vita vegetale attraverso i piccoli gesti quotidiani di attenzione e cura che le vengono rivolti. Il loop sonoro ricalca la ciclicità e lo scorrere inesorabile del tempo, fornendone al tempo stesso un antidoto: l’attenzione e l’affezione nella conservazione degli oggetti che ci circondano. Lo stesso atteggiamento di conservazione, meticoloso e preciso, caratterizza il gesto artistico di Kazi. Con “Mimesis of Domesticity” l’artista guarda ai temi di sostenibilità, conservazione e attenzione non solo nell’intimità dello spazio domestico, ma all’interno del nostro milieu sociale, culturale e politico. Un concetto di sostenibilità che va inteso in senso lato come forza di preservare un’identità autentica, capace di resistere di fronte ai capricci e ai rivolgimenti della ruota della Fortuna.

L’artista

Monika Emmanuelle Kazi è nata nel 1991 a Parigi (Francia) ed è cresciuta tra Pointe-Noire (Repubblica del Congo) e Parigi. Oggi vive e lavora a Ginevra. Dopo aver studiato design d’interni, ha studiato belle arti presso la HEAD-Genève e si è laureata con lode nel 2021. Tra le mostre personali e bi-personali più recenti, PHILIPPZOLLINGER (Zurigo, 2024); TunnelTunnel (Losanna, 2023); Kunsthalle Friart Fribourg (2022); Villa du Parc (Annemasse, 2022); PHILIPPZOLLINGER (Zurigo, 2022); WallStreet (Fribourg, 2021); sic! Elephanthouse (Lucerna, 2021) e presso HIT (Ginevra, 2019). Ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui FRAC Champagne-Ardenne (Reims, 2024); AlteFabrik (Rapperswil, 2024); Publiek Park (Anversa, 2023); Forde (Ginevra, 2022); Centre d’Art Contemporain (Ginevra, 2021); Futura (Praga, 2021); Limbo Space (Ginevra, 2020) e Le Kabinet (Bruxelles, 2018). Nel 2021, Kazi ha ricevuto il premio Kiefer Hablitzel e il premio HEAD-Galerie. Nel 2022, Kazi ha completato una residenza presso La Cité des Arts di Parigi.

Bally Artist Award

Istituito nel 2008, il Bally Artist Award è un premio che la Bally Foundation assegna ogni anno ad artiste e artisti svizzeri o residenti in Svizzera con un’attenzione particolare all’intersezione tra savoir-faire e natura. Dal 2021, grazie a una rinnovata e più intensa collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera italiana, le opere dell’artista vincitore/vincitrice del premio vengono acquisite dalla Fondazione per entrare a far parte delle prestigiose collezioni del MASI che inoltre ospita una mostra personale di due mesi nella sede di Palazzo Reali. Per il premio 2024, il MASI e la Bally Foundation hanno invitato cinque figure molto stimate della scena artistica internazionale a curare la selezione degli artisti e delle artiste partecipanti: Céline Kopp (direttrice di Le Magasin - CNAC, Grenoble), Noah Stolz (curatore indipendente), Marc-Olivier Wahler (direttore del Musée d’art et d’histoire di Ginevra), Pedro Wirz (vincitore del Bally Artist Award 2023), Maja Wismer (responsabile del settore arte contemporanea del Kunstmuseum di Basilea). Gli artisti e le artiste nominate hanno quindi presentato un portfolio che è stato esaminato da una giuria composta da Nicolas Girotto e Vittoria Matarrese, rispettivamente presidente e direttrice della Bally Foundation, Tobia Bezzola, direttore del MASI, Julian Fronsacq, curatore capo del Mamco Ginevra, e Valentine Umansky, curatrice alla Tate Modern, Londra. La giuria ha attribuito il premio all’unanimità, pur rilevando la grande qualità e la diversità delle candidature. 

 



 

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UNA RETE IN VIAGGIO. STORIE, IDEE, PROGETTI III EDIZIONE 2024 FOTOGRAFIA E ALTRI LINGUAGGI

 


Il programma di appuntamenti che vede i Soci di Rete Fotografia in dialogo tra loro e con altre istituzioni alla scoperta di connessioni inedite e nuovi punti d’incontro, ritorna e propone tre incontri di approfondimento sul rapporto tra Fotografia e altri linguaggi.


Continuano gli incontri di Una Rete in Viaggio. Storie, idee, progetti.

Prossimo appuntamento a Bergamo al Museo delle storie, martedì 23 aprile per parlare di connessioni possibili tra Fotografia e l’Architettura con Claudia Baroncini, Fondazione Alinari per la Fotografia, Silvia Giugno, Fondazione Dalmine, Daniela Pacchiana, Museo delle storie di Bergamo, Silvia Stener, Archivio Storico Assicurazioni Generali. Introduce e modera: Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia. Dal patrimonio storico-artistico e architettonico documentato da Alinari, in un’operazione di mappatura sistematica dei monumenti e delle architetture avviata già prima dell’Unificazione nazionale, alle testimonianze degli investimenti immobiliari di Assicurazioni Generali che contribuirono allo sviluppo e alla riqualificazione di diverse aree urbane, fino al rapporto centenario tra architettura e un’industria come la Dalmine che costruendo, progettando e disegnando lo spazio, ha condizionato il paesaggio non solo italiano.

Il rapporto tra fotografia e architettura passa anche attraverso le campagne di documentazione degli interventi di restauro di monumenti storici, come nel caso del Convento di San Francesco a Bergamo. Convento francescano dalla fine del Duecento, l’edificio ha una lunga storia, fatta di trasformazioni spesso legate a modifiche della destinazione d’uso: da convento a carcere - con le soppressioni degli ordini religiosi in epoca napoleonica -, e da carcere a scuola - con il Piano di Risanamento nel ventennio fascista -, fino alla destinazione museale negli anni Novanta del Novecento. Oggi il convento è sede del Museo della fotografia Sestini e di Bergamo 900 dove si svolge l’incontro.

Museo delle storie di Bergamo - Archivio fotografico Sestini

Il Museo delle storie di Bergamo è la rete dei musei storici della città. Un museo diffuso su sei tra i luoghi più affascinanti di Bergamo: la Rocca con al suo interno il Museo dell’Ottocento, il Campanone e il Palazzo del Podestà con il Museo del Cinquecento, il Museo Donizettiano, la Torre dei Caduti e il Convento di San Francesco. Proprio qui, nel novembre 2018 apre il Museo della fotografia Sestini. Il percorso museale, nato in collaborazione con SIAD Fondazione Sestini, ha il suo cuore pulsante nell’Archivio fotografico Sestini che oggi custodisce 18 fondi e più di un milione di immagini frutto dell’attività di fotografi amatori, studi professionali e collezionisti della città e del territorio. https://archivio.museodellestorie.bergamo.it/

Rete Fotografia, impegnata fin dalla sua fondazione nel 2011 nella promozione e valorizzazione della cultura fotografia a un pubblico non solo specialistico, offre anche quest’anno una inedita proposta di confronto e approfondimento condiviso. Dopo “Una Rete in Viaggio” seguirà, infatti, dal 11 al 20 ottobre 2024 la X edizione di “Archivi Aperti”.

Di seguito il calendario dei tre appuntamenti, che saranno trasmessi anche in streaming sul canale Youtube e sulla pagina Facebook di Rete Fotografia.

Lunedì 18 marzo 2024, ore 18

FOTOGRAFIA E CINEMA

Cineteca di Bologna | Cinema Lumière, Piazzetta Pier Paolo Pasolini, 2/b – Bologna

Con la partecipazione di Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia, Cineteca di Bologna, Ferrania Film Museum, Fondazione 3M, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Info www.cinetecadibologna.it

Introduce e modera:

Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia

Interventi di

Elena Correra e Rosaria Gioia, Cineteca di Bologna

Daniela Aleggiani, Fondazione 3M

Alessandro Bechis, Ferrania Film Museum

Claudia Colecchia, Responsabile Biblioteca e Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte

Maria Agostina Lavagnino, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia

Martedì 23 aprile 2024, ore 17.30

FOTOGRAFIA E ARCHITETTURA

Museo delle storie di Bergamo | Piazza Mercato del Fieno, 6 – Bergamo

Con la partecipazione di Archivio Storico Assicurazioni Generali, Fondazione Alinari per la Fotografia, Fondazione Dalmine, Museo delle storie di Bergamo

Per prenotarsi in presenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Saluti istituzionali:

Roberta Frigeni, Direttore scientifico del Museo delle storie di Bergamo

Introduce e modera:

Fabrizio Trisoglio, Presidente Rete Fotografia

Interventi di

Claudia Baroncini, Fondazione Alinari per la Fotografia

Silvia Giugno, Fondazione Dalmine
Daniela Pacchiana, Museo delle storie di Bergamo

Silvia Stener, Archivio Storico Assicurazioni Generali

Martedì 7 maggio 2024, ore 18

FOTOGRAFIA E MUSICA

Gallerie d’Italia – Torino, Museo di Intesa Sanpaolo | Piazza S. Carlo, 156 – Torino

Con la partecipazione di Archivio Lelli & Masotti, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia, Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Fondazione Pirelli.

Per prenotarsi in presenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Interventi di

Serena Berno, Vicepresidente di Rete Fotografia, Archivio Storico Intesa San Paolo

Mila Forlani, Fondazione Pirelli

Silvia Lelli, Archivio Lelli e Masotti

Agostina Lavagnino, Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) – Regione Lombardia