Giorgio Marconi e Mario Schifano, Studio Marconi, Milano 1966 Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati.
Fondazione Marconi e GióMARCONI presentano Mario Schifano TUTTO nelle carte…
Giorgio Marconi e Mario Schifano, Studio Marconi, Milano 1966 Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati.
Fondazione Marconi e GióMARCONI presentano Mario Schifano TUTTO nelle carte…
Furla Series - Suzanne Jackson. Somethings in the World, 2023. Installation view of the exhibition promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan. Ph. Andrea Rossetti / Héctor Chico. Courtesy Fondazione Furla
Furla Series Suzanne Jackson. Somethings in the World
La Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta di Barga rende omaggio a Swietlan Nicholas Kraczyna
Maestro incisore apprezzato a livello internazionale, che dal 1973 ha fatto del borgo medievale il suo buon retiro nei mesi estivi.
La mostra "Kraczyna 50 anni a Barga", in programma dal 2 luglio al 3 settembre 2023 presso gli spazi della Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta di Barga (LU), rende omaggio a Swietlan Nicholas Kraczyna, maestro incisore apprezzato a livello internazionale, che dal 1973 ha fatto del borgo medievale il suo buon retiro nei mesi estivi.
Promossa dal Comune di Barga, in collaborazione con Fondazione Giovanni Pascoli e Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta, con il patrocinio della Regione Toscana e il sostegno di Villa Pascoli Onlus, l’esposizione sarà inaugurata domenica 2 luglio alle ore 17.00, alla presenza dell’artista.
Il percorso espositivo comprende circa 100 opere che spaziano dal 1973 al 2023, tutte dedicate alla città di Barga e al paesaggio della Garfagnana. Soprattutto incisioni - acqueforti, acquetinte, puntesecche e plurilastre - ma anche dipinti ad olio su tela, sempre a tema barghigiano, che si affiancano alla consueta produzione dell’artista, legata alla mitologia, alla musica e al folklore. Un percorso artistico lungo 50 anni che raffigura la cittadella da diversi punti di vista; dall’iconico manifesto della Barga 1974 ad una Barga sognata, onirica, fino alle recentissime puntesecche, dove le figure femminili si fondono alla lussureggiante vegetazione che circonda uno dei borghi più belli d’Italia.
Le opere di Kraczyna si possono trovare in raccolte private e gallerie di tutto il mondo, nonché nella collezione dei disegni e stampe degli Uffizi. Padre dell’incisione a colori su più lastre, Kraczyna ha tenuto corsi nelle scuole e nelle università, tra cui il seminario intensivo che per venticinque anni ha animato l’estate barghigiana.
«Non sono un paesaggista - dichiara Kraczyna -, realizzo paesaggi molto personali, legati alla vita privata, al sentire. Dal manifesto commissionato da Bruno Sereni nel 1974, fino alle incisioni a colori e alle colline che ho dipinto per due anni affacciandomi alla stessa finestra, ho inseguito la magia di Barga, dove ogni cosa non richiede di essere semplicemente vista ma vissuta».
Nel corso della mostra, la facciata del Teatro dei Differenti sarà interessata da una imponente installazione temporanea realizzata a partire dalle opere di Kraczyna: una combinazione dell’iconico Castello di Barga con il personaggio di Icaro, più volte dipinto dall’artista. Sono inoltre previsti due ulteriori momenti espositivi: dal 30 giugno al 12 luglio 2023 presso la Galleria Comunale di Barga, dove l’artista presenterà alcune opere preparatorie con funzione didattiva, e dal 23 settembre al 31 ottobre 2023 presso la Fondazione Giovanni Pascoli a Castelvecchio Pascoli (LU), nella Casa Museo del Poeta Giovanni Pascoli.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da maria pacini fazzi editore con testi del Sindaco Caterina Campani, del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Consigliere Regionale Valentina Mercanti, di Andrea Marcucci, del Presidente della Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta Alberto Giovannetti, del Presidente della Fondazione Giovanni Pascoli Alessandro Adami e del professor Umberto Sereni.
Commenta il Sindaco Caterina Campani: «Siamo onorati di essere promotori di questo evento in quanto Kraczyna è ambasciatore di eccellenza della nostra città; anche grazie alle sue opere oggi il Borgo è conosciuto oltre i confini nazionali. La stagione artistica barghigiana conta oltre quattordici esposizioni temporanee, nonché la presenza di gallerie d’arte private nel centro storico della città. Un programma che crediamo possa collocarsi tra i più ricchi e interessanti a livello regionale».
La Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta (Via del Pretorio 35, Barga) è aperta al pubblico da lunedì a venerdì con orario 16.30-20.00, sabato e domenica ore 10.00-13.00 e 16.30-20.00. Ingresso gratuito. Per informazioni: www.comune.barga.lu.it.
Swietlan Nicholas Kraczyna è un pittore e incisore di origine russa, cresciuto in Polonia e Germania, educato negli Stati Uniti e residente a Firenze dal 1964. Da quando si è diplomato alla Rhode Island School of Design nel 1962, Kraczyna ha tenuto oltre 150 mostre personali in cinque continenti. Dopo aver conseguito la laurea in Belle Arti nel 1964, si è trasferito a Firenze, dove vive tuttora. Nel 1967 ha ricevuto il premio Fiorino d'Oro di Firenze, la più alta onorificenza conferita a un residente della città, per le sue fotografie dell’alluvione di Firenze del 1966. Dal 1968 ha cominciato ad istituire dipartimenti di incisione e ad insegnare nei college e nei programmi di studio all’estero intorno a Firenze, iniziando con il Rosary College Graduate School of Fine Arts (Villa Schifanoia), dove ha insegnato fino al 1983. Nello stesso periodo, dal 1973 al 1980, è stato tecnico di stampa presso Marino Marini a Roma, periodo in cui sviluppa, affina e perfeziona la sua personale tecnica di incisione a colori su più lastre. A partire dagli anni ‘70, ha insegnato, tenuto conferenze e dato dimostrazioni sulla propria tecnica presso università e scuole d’arte negli Stati Uniti, in Inghilterra, Italia, Messico, Colombia ed ex Cecoslovacchia. Nel 1982, ha co-fondato la Scuola Internazionale di Alta Incisione "Bisonte" a Firenze, dove per dieci anni è stato direttore artistico, insegnando tecniche di incisione a colori. Nel 1994 ha istituito un nuovo corso, "Art on Paper" (che incorpora le tre discipline del disegno, della pittura e dell’incisione), presso il Sarah Lawrence College di Firenze, dove ha insegnato fino al 2016. Nel 1998 ha allestito uno studio di incisione nel campus della Syracuse University di Firenze, dove ha tenuto anche un corso di disegno fino al 2023. È stato Artist in Residence presso Dartmouth College di Hannover, NH (1988); Palacky University di Olomouc, CZ (1992); Syracuse University di Syracuse, NY (2007-2008). A partire dal 1995 e fino 2020, Kraczyna ha tenuto un seminario intensivo sull’incisione a colori su più lastre ogni estate nel suo studio di Barga, paese con cui ha un forte legame affettivo e professionale dall’estate del 1973.
Vivan Sundaram, Sisters Apart, dalla serie "Re-Take of Amrita", 2001 - Stampa inkjet ai pigmenti, 38 x 36,5 cm
Courtesy dell’artista & sepiaEYE - Collezione Fondazione di Modena – FMAV.
FMAV Fondazione Modena Arti Visive inaugura la mostra collettiva "Come tu mi vuoi"
Prende in prestito, e omaggia, il titolo dell’opera teatrale scritta da Luigi Pirandello nel 1929, per indagare il senso delle relazioni che entrano in gioco in un’immagine tra soggetto rappresentato e autore che lo rappresenta.
FMAV Fondazione Modena Arti Visive inaugura a Palazzo Santa Margherita, la mostra collettiva Come tu mi vuoi, ideata dalla classe di ICON 2022 - Corso per curatori dell’immagine contemporanea della Scuola di alta formazione di FMAV, che, a conclusione del percorso formativo, ha avuto l’opportunità di confrontarsi con le opere dei grandi artisti delle prestigiose collezioni gestite e valorizzate da FMAV.
Come tu mi vuoi prende in prestito, e omaggia, il titolo dell’opera teatrale scritta da Luigi Pirandello nel 1929, per indagare il senso delle relazioni che entrano in gioco in un’immagine tra soggetto rappresentato e autore che lo rappresenta. Protagonista del dramma Pirandelliano è “L’Ignota”, una giovane donna che conosciamo solo attraverso la visione stereotipata dei personaggi che incrociano la sua strada che la identificano in base alla costruzione sociale che vorrebbero lei fosse. La sua vera identità e soggettività, come anche il suo nome, restano inafferrabili e ambigui per l’intera opera. Come nel dramma, la mostra propone una riflessione sulla originaria ambivalenza del senso dell’identità, che si viene sempre a costituire all’interno di un processo relazionale, e della sua rappresentazione in forma di immagine.
Il percorso di mostra sviluppa questi temi in due grandi sezioni attraverso opere fotografiche, video e disegni di vari artisti nazionali e internazionali selezionati dalla collezioni FMAV per l’occasione. Tutte le opere esposte mettono in discussione la capacità della fotografia, del disegno e del video, di parlare di se stessi, cioè di essere meta immagini, svelando i meccanismi sottesi alla loro costituzione. Con ironia e sfida Come tu mi vuoi pone la possibilità per i soggetti di assumersi il potere di ridefinire le forme tradizionali della rappresentazione, oltre i canoni e le convenzioni rintracciabili nella cultura visuale e nell’immaginario collettivo.
Per l’edizione 2022 hanno partecipato ad ICON – Corso Curatori: Federica Benedetti, Sara Carbone, Lucia Cavallo, Sibylle Ciarloni, Gabriella Esposito, Cristina Lanzafame, Beatrice Puddu, Chiara Spaggiari, Asia Tituri.
La Scuola di alta formazione di Fondazione Modena Arti Visive è considerata un punto di riferimento nel panorama culturale italiano ed europeo con una specializzazione in campo artistico e curatoriale, vanta un ampio network di collaborazioni internazionali ed un parterre di docenti di altissimo livello provenienti da tutto il mondo. Dal 2011 la Scuola propone un modello di formazione innovativo, in circolarità e sinergia con le altre attività di FMAV Fondazione Modena Arti Visive, offrendo agli studenti l’opportunità di Visiting Professor con i protagonisti delle esposizioni prodotte dall’istituzione, di realizzare essi stessi delle mostre e di confrontarsi con il grande patrimonio delle collezioni di FMAV. Tutto questo avviene a Modena, una città a misura di studente, sede di importanti realtà innovative della scena creativa italiana.
Milo Spaggiari - Comizi d’amor proprio, 2023 - Serie di 6 fotografie e 6 interviste. Primo Premio
PREMIO DAVIDE VIGNALI: PROCLAMATI I VINCITORI DELL'EDIZIONE 2022/23
Il premio, che promuove la creatività dei giovani talenti del territorio, nasce nel nome di Davide Vignali, ex studente del Venturi scomparso prematuramente nel 2011.
Il Premio Davide Vignali, promosso da Fondazione Modena Arti Visive, dalla Famiglia Vignali e dall'IIS Venturi di Modena, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, annuncia i vincitori dell'edizione 2022/2023.
Il premio, che promuove la creatività dei giovani talenti del territorio, nasce nel nome di Davide Vignali, ex studente del Venturi scomparso prematuramente nel 2011. Nello stesso anno, grazie all’impegno della famiglia, che ha raccolto un desiderio espresso dalle professoresse Antonella Battilani e Maria Menziani, è nato il concorso che ne celebra la memoria, la grande umanità, il desiderio di conoscenza. Ad affiancare fin da subito la famiglia in questa impresa c’è FMAV Fondazione Modena Arti Visive, che in 12 anni di attività del Premio ha coinvolto 1036 ragazzi sostenendo non solo lo sviluppo della ricerca artistica legata all’immagine contemporanea, ma anche la crescita di un’ampia rete di scambio tra scuole, studenti e docenti.
Alla giuria di questa edizione hanno presto parte l'artista Marina Caneve, Doriano Vignali e Marisa Spallanzani, genitori di Davide, Maria Menziani, docente dell'IIS Venturi di Modena, Sergio Marrone, docente dell'IIS Blasie Pascal di Reggio Emilia, Paola Micich, graphic designer, Daniele De Luigi di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e Anita Schulte-Bunert, vincitrice del Premio Vignali 2021-22.
Il Primo Premio è stato vinto da Milo Spaggiari con la serie “Comizi d’amor proprio”, un racconto fotografico che si pone come obiettivo quello d’indagare la relazione dei giovani con il proprio corpo. Ispirato al documentario Comizi d'amore di Pier Paolo Pasolini, il progetto esplora il tema dell’autoerotismo e si articola in 6 fotografie e altrettante interviste, che raccolgono le voci e le esperienze di persone che rivendicano la possibilità di aver un rapporto sano e libero con il proprio corpo.
A Iacopo Verri è andato il Secondo Premio con la serie di fotografie in bianco e nero “L’araba fenice” che prende spunto da una frase di Pablo Neruda: "Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno." per descrivere la fiducia verso il futuro di chi è consapevole che il fallimento può rappresentare un trampolino di lancio verso una vita migliore, ribellandosi al rischio di esserne fagocitati e di rimanere bloccati a crogiolarsi nel fallimento.
“Memorie del passato” di Camilla Bondioli si è aggiudicato il Terzo Premio. Sono immagini dell’archivio di famiglia che raccontano la vita dei nonni, composte fino a ricrearne i volti “poiché se devo pensare ad una vita piena di ricordi la voglio pensare in un’ottica di condivisione.”, afferma l'autrice.
Premio Venturi per Roxana Gabriela Martau grazie al suo video di animazione dal titolo “Se spegni la luce, mi noti” in cui l’autrice ha voluto affrontare il tema della depressione. Infine, due menzioni speciali a Benevelli Federica per “Mi dissocio” e Diamante Soncini per “Il nostro futuro”.
Le opere dei giovani artisti saranno incluse in una mostra presso FMAV – Palazzo Santa Margherita che inaugurerà il 15 settembre 2022 (fino al 5 novembre 2023) e nella pubblicazione che l’accompagnerà. L’esposizione si articola come una versione condensata di vari racconti, frammenti, esplorazioni e interrogativi delle nuove generazioni che stanno cercando di affermare, non senza difficoltà, la propria identità. Immagini che sono storie intime e profonde, domande, ansie, provocazioni, dubbi, affetti, sogni, riflessioni autentiche che cercano un dialogo con lo spettatore.
Insieme alle opere dei vincitori, la mostra includerà anche alcuni dei migliori lavori selezionati dalla giuria fra le candidature arrivate: Argnani Raffaele, IIS Venturi, Modena; Corsini Valentina, IIS Blaise Pascal, Reggio Emilia; Gagliumi Davide, IIS Venturi, Modena; Luppi Chiara, IIS Venturi, Modena; Lusuardi Alberto, Liceo Chierici, Reggio Emilia; Mastria Sara, IIS Venturi, Modena; Munari Emma, IIS Blaise Pascal Reggio Emilia; Serafini Greta, IIS Venturi, Modena; Suarez Nicolò, IIS Venturi, Reggio Emilia.
Il Primo Premio, del valore di 1000 euro, è assegnato dalla famiglia Vignali; il Secondo Premio consiste nella possibilità di partecipare ad un corso breve o ad un workshop nell’offerta di Fondazione Modena Arti Visive; il Terzo Premio consiste in un buono libri del valore di 150 euro da spendere nel bookshop di FMAV; infine, il Premio Venturi di 500 euro è assegnato dalla famiglia Vignali e conferito ad una/uno studente dell’Istituto Modenese.
Summer Wheat. Kiss and Tell alla Fondazione Mudima
La prima personale italiana dell’artista statunitense Summer Wheat (1977, USA).
La Fondazione Mudima di Milano presenta dal 9 giugno al 14 luglio 2023 “Kiss and Tell”, la prima personale italiana dell’artista statunitense Summer Wheat (1977, USA).
Le dodici opere tattili esposte in mostra, tutte di grandi dimensioni e in parte inedite, sono realizzate con una tecnica completamente nuova creata dall’artista che si colloca all’intersezione tra pittura, disegno e scultura, belle arti e artigianato.
Nota per i suoi dipinti dai colori vibranti e per le installazioni avvolgenti, Wheat rappresenta la storia dell’Uomo, nelle sue esperienze individuali e collettive e nelle diverse manifestazioni dell’esistenza – come il lavoro, il tempo libero, le relazioni, la politica – attingendo a una molteplicità di fonti: le tradizioni artistiche dei nativi americani, l’arte antica e gli arazzi medievali, le incisioni rinascimentali e le astrazioni moderniste. Nelle sue vedute, ciascuno, indipendentemente dallo status sociale, occupa uno spazio uguale e condiviso che unito a uno spiccato senso dell’umorismo sovverte le strutture gerarchiche convenzionali e gli stereotipi con l’obiettivo di mettere in primo piano le figure femminili e rimetterne a fuoco le storie.
Il nucleo di opere esposto alla Fondazione Mudima è il frutto di un processo che utilizza la pittura come materiale plastico simile all'argilla. Wheat, infatti, dipinge il supporto dal retro, premendo il colore acrilico attraverso sottili fogli di rete di alluminio nei quali la pittura trapassa e si rapprende in una superficie strutturata che la rende simile a un arazzo. Ruolo fondamentale è affidato all'uso espressivo del colore e all’originale metodo di costruzione del dipinto che integra vari strumenti, dalle dita alle siringhe, ai raschietti di plastica, agli accessori per la decorazione di torte.
Le donne, protagoniste dei lavori, sono rappresentate non attraverso canoni di genere, ma ponendole nei ruoli che tradizionalmente sono assegnati agli uomini. Ritratte come cacciatrici o pescatrici che insieme lavorano, si sostengono e si aiutano, le figure femminili di Wheat sono donne di potere, che hanno il controllo completo di ciò che le circonda, del loro corpo e della loro mente: basti osservare la posizione, simile a una figura yoga, in cui sono rappresentate che lascia presumere che siano dotate di grande forza, fisica e mentale. In tali opere, della serie Vanity – New Green, Ruby, Special Purple, Magenta (2022, acrilico e gouache su rete di alluminio, 73x119 cm) –, il soggetto è sempre lo stesso eccetto che per i colori, acidi e vivaci, che cambiano di opera in opera: una sorta di rispecchiamento che avviene non solo tra le opere, ma anche dentro ciascuna opera, poiché è sempre presente uno specchio nel quale il soggetto si riflette: «L’immagine ripetuta – spiega nel suo testo in catalogo Erin Dziedzic – richiama apparentemente i ritratti in serie di Warhol, di cui viene però superata la pratica meccanicistica a favore di una rappresentazione del sé che rimane fedele a se stessa pur cambiando ogni giorno.»
Nella serie Lovers, sempre in mostra a Milano, l’attenzione è posta sulle relazioni amorose tra uomo e donna. Lo spazio pittorico viene interamente riempito dalla coppia rendendo palpabile l’idea di uno spazio intimo, di un abbraccio stretto. In Jelly Beans, monumentale opera di 173x358 cm, si riconoscono due figure impegnate in un abbraccio e un bacio; attorno a loro, dei bambini galleggiano, teneramente e ironicamente, come gelatine, in ciò che può sembrare un giardino o un cielo notturno.
L’arte di Summer Wheat privilegia l'intuizione e l'esperienza vissuta rispetto alla ragione e alle logiche convenzionali, destabilizzando i confini tra figura e paesaggio, rappresentazione e astrazione, arte e artigianato.
Completa la mostra un catalogo edito da Mudima, con un testo critico di Erin Dziedzic.