art week

 

 

Padiglione Italia alla 14esima Gwangju Biennale 

La mostra dal titolo “Che cosa sogna l’acqua quando dorme? / What does water dream, when it sleeps?" presenta il lavoro di cinque artisti italiani: Camilla Alberti, Yuval Avital, Marco Barotti, Agnes Questionmark e Fabio Roncato.

L’Istituto Italiano di Cultura a Seoul sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia, presenta il primo Padiglione Nazionale Italiano alla Biennale di Gwangju, aperto al pubblico dal 7 aprile al 9 giugno 2023, presso il Dong-gok Museum of Art di Gwangju, Corea del Sud.

L’iniziativa è organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura a Seoul, in collaborazione con Il Dong-gok Art Museum, la Bomun Welfare Foundation, e la Biennale di Gwangju, è la prima nel suo genere, con il primo padiglione d’arte italiana in Corea.

La mostra dal titolo “Che cosa sogna l’acqua quando dorme? / What does water dream, when it sleeps?" è sotto la direzione artistica di Valentina Buzzi e la supervisione progettuale del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Michela Linda Magri, presenta il lavoro di cinque artisti italiani: Camilla Alberti, Yuval Avital, Marco Barotti, Agnes Questionmark e Fabio Roncato.

“Che cosa sogna l’acqua quando dorme? / What does water dream, when it sleeps?" riecheggia il tema principale della Biennale di Gwangju entro la quale si colloca: "Soft and weak like water" (soffice e debole come l’acqua) che ci propone di immaginare il nostro pianeta come un luogo di resistenza, convivenza, solidarietà e cura, pensando al potenziale trasformativo e riparatore dell'acqua come metafora, forza e metodo, celebrando un modello "liquido" di potere che porta avanti il cambiamento, non con un effetto immediato ma con resilienza e dolcezza pervasiva, attraversando divisioni e differenze strutturali.

A sua volta il Padiglione Italiano propone una discussione aperta su come nel passato, nel presente e nel futuro si sviluppino diverse interpretazioni del concetto di “costante divenire”, chiedendo di riflettere sui simbolismi che alimentano il nostro vocabolario immaginifico sul rapporto tra umanità e natura. Temi come la trasformazione, la sostenibilità, la coscienza ecologica, e l'armonia inter specie sono indagati attraverso la fantasia creativa dei cinque artisti presentati, ma anche attraverso un programma divulgativo e pubblico che vede le potenzialità sinergiche dell'arte visiva in dialogo con la conoscenza scientifica e il benessere sociale.

Fabio Roncato abbraccia il potenziale rivoluzionario dell'acqua nella sua installazione site-specific “Follow me” (2023). Prendendo spunto dal romanzo di Han Kang sulla Rivolta di Gwangju, “Human Acts” (Atti Umani), l'installazione rende omaggio ai 9 giorni della rivolta del maggio 1980 con un gruppo di nove vasi Onggi in gesso collocati nelle acque dei principali corsi d’acqua di Gwangju; il gesso così plasmato dall’acqua, diventa un'occasione di disvelamento del potenziale suggestivo dei processi di lenta erosione che innescano il cambiamento e l’evoluzione in nuove forme.

L'opera di Yuval Avital ci mette poeticamente di fronte a noi stessi, nudi, liberi da ogni sovrastruttura, e ci invita a prendere atto di una relazione interrotta. L'opera d'arte in vari media “Foreign bodies” (2017 – 2022) vede il corpo umano intromettersi, violare e rendere artificiale la natura, perdendo di conseguenza la sua unicità e diventando un elemento esterno al di fuori del regno naturale. Perdendo il nostro stato animale, siamo da tempo entrati in uno stato civile, allontanandoci sempre di più dalla nostra madre originaria. I danzatori che animano lo schermo, collocati nella purezza della natura, tesi e tremanti, incarnano le radici della nostra dissonanza.

L’artista interdisciplinare Marco Barotti costruisce la sua installazione di scultura sonora cinetica “Clams” (2019), sulla proprietà delle conchiglie di rilevare naturalmente sostanze inquinanti, fungendo da sistemi di filtrazione. Attingendo dati dai sensori di qualità dell'acqua e trasformandoli in suoni e movimento, l'opera d'arte offre un paesaggio sonoro microtonale in continua evoluzione in cui ogni mollusco robotico canta una melodia che descrive metaforicamente lo stato delle nostre acque circostanti. “Clams” ci invita a considerare il nesso simbiotico uomo-natura-tecnologia come fortemente interconnesso, e le possibilità che esso potrebbe comportare. Allo stesso tempo, come le sirene, l'opera suona una melodia instabile alimentata dalle nostre stesse azioni. A noi sono date le redini: siamo i direttori della nostra orchestra.

Partendo dal centro delle nostre rovine – dove nostro significa tutti gli esseri viventi e non viventi – Camilla Alberti ipotizza la possibilità di un nuovo quadro post-antropocentrico, in cui l'immaginario dei mostri possa aprire lo scenario contemporaneo verso l'accettazione della complessità, ibridazione e continua metamorfosi. Protagonisti di una nuova mitologia ibrida, gli esseri scultorei presentati al padiglione sono il risultato di un processo di archeologia urbana, attraverso il quale oggetti abbandonati, rifiuti industriali ed elementi antropici vengono raccolti sulle coste della Corea. I cinque corpi scultorei di “Learning in dis-binding” (2023), che incarnano la rielaborazione dell'individualità a favore della pluralità, prendono vita grazie al lavoro collettivo condotto con gli studenti del Seoul Institute of the Arts, istituzione che grazie alla collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura a Seoul ha ospitato l’artista dal Gennaio 2023 in residenza nel campus ad Ansan.

Continuando il filo conduttore dell'ibridazione, torniamo a guardare l'acqua ancora una volta, invitati da Agnes Questionmark in un viaggio attraverso un'investigazione acquatica dell'essere umano dove il corpo e la coscienza fanno parte non solo di un processo fenomenologico ma anche di una ricerca più approfondita sull'ontologia di tutte le cose viventi. Attraverso l'atto di resistenza e resilienza contro il corpo umano, Agnes Questionmark annuncia la nascita di nuove specie, il cui genere e identità umana sono ancora non identificabili. Oltre alla scultura “Draco Piscis”, nei giorni di inaugurazione del padiglione l’artista presenterà la performance “Drowned in Living Waters” in un acquario realizzato ad hoc.

Camilla Alberti, Yuval Avital, Marco Barotti, Agnes Questionmark e Fabio Roncato appartengono tutti ad una generazione di artisti italiani attenta alle questioni legate ai cambiamenti socio-culturali e ambientali contemporanei: il padiglione affronta da diversi punti di vista questi temi, attraverso i loro lavori, ma anche attraverso uno scambio cross-culturale veicolato dai programmi di residenze, e da un programma pubblico per diversi utenti ed età, che offrirà agli spettatori sia esperienze sia fisiche che digitali grazie all’importante contributo del partner Particle.

Info

Gwangju Biennale Foundation

Gwangju Metropolitan City

Organizzato da

Italian Cultural Institute

Bomun Welfare Foundation

Dong-gok Art Museum

Supportato da

Ambasciata d’Italia in Corea

Fondazione Quadriennale di Roma

European Media Art Platform, Co-founded by the European Union

Partners

Institutional Partner - Seoul Institute of the Arts Digital & Experience Partner - Particle

Sound Partner

Bang & Olufsen Vivienne Oh / Fabriano

F&B Partner - Illy, Acqua Lauretana Insurance - Artdefender

Supervisione progettuale

Michela Linda Magri, Direttore Istituto italiano di cultura a Seoul

Curatore e Direttore artistico

Valentina Buzzi

Assistenti curatori

Sofia Baldi Pighi Elisa Carollo

Pavilion Coordinator

Kim Soyoung

Visual Identity & Graphic Design

Roberto Vito d’Amico

Exhibition Design

MotoElastico

Social Media Manager

Anna Chiara Venturini

Media Partners

May Communication & Events

 

 

 



art week

 Patrizio di Massimo, Caro Milovan, figlio delle stelle e della luna, figlio degli astri scuri che circondano la terra, il tuo sguardo cerca sempre più in là e non sa accontentarsi, il tuo destino è riletto e riletto ogni volta perché ti dobbiamo far compiere un gesto altro, che non ti aspetti, che noi sappiamo tu devi fare. Caro Milovan, tu svegliati dal torpore maleodorante delle insolite abitudini, svegliati dal rammarico e dalla cupidigia, svegliati ora perché il sogno è tuo amico, il sogno è tuo fratello, il sogno è tuo, per sempre sempre sempre, 2023, olio su lino, 41 x 33 cm (44 x 37 cm circa incorniciato). Ph. Eleonora Agostini, Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara

 

Vistamare presenta "Alea iacta est" a cura di Milovan Farronato 

Per il suo rientro in Italia, Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici hanno invitato il curatore a raccontare l’esperienza degli anni londinesi attraverso i rapporti con  gli artisti che più hanno segnato il suo percorso.

Vistamare è lieta di presentare dal 16 marzo al 29 aprile 2023 Alea iacta est, una mostra collettiva a cura di Milovan Farronato. Per il suo rientro in Italia, Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici hanno invitato il curatore a raccontare l’esperienza degli anni londinesi attraverso i rapporti con 15 artisti che più hanno segnato il suo percorso.

Inserite in un originale dispositivo narrativo che si rifà alla lettura dei Tarocchi, le opere in mostra, tra nuove e recenti produzioni, conducono lə spettatorə all’interno di un articolato sistema di relazioni artistiche e personali intessute da Milovan Farronato nel corso dell’ultimo decennio londinese, dal 2013 al 2020.

Alea iacta est raccoglie le opere di quindici artisti selezionati tra coloro con i quali il rapporto del curatore è stato più avvincente, duraturo e sfaccettato in un ventaglio di stimolanti occasioni: Enrico David (1966, Ancona), Patrizio di Massimo (1983, Jesi), Anthea Hamilton (1978, Londra), Celia Hempton (1981, Stroud, UK), Camille Henrot (1978, Parigi), Maria Loboda (1979, Cracovia), George Henry Longly (1978, Londra), Goshka Macuga (1967, Varsavia), Lucy McKenzie (1977, Glasgow), Paulina Olowska (1976, Danzica), Christodoulos Panayiotou (1978, Limassol, Cipro), Eddie Peake (1981, Londra), Sagg Napoli (1991, Napoli), Prem Sahib (1982, Londra) e Osman Yousefzada (1977, Birmingham).

Il dado è tratto, le carte sono state estratte e posizionate correttamente sul tavolo. Ognuna corrisponde a un presagio, un monito o un’enigmatica indicazione. Predisposte nello spazio espositivo come Tarocchi, le opere assecondano le traiettorie più consuete di una lettura profetica. A destra si colloca il mazzo di carte non svelate, mentre a sinistra sono disposte una accanto all’altra le quatto influenze esterne. Al centro, a disegnare una croce, si trovano quelle che rappresentano lə richiedente, il suo presente e il suo futuro, la risposta al quesito che pone e in conclusione il suggerimento che il mazzo spontaneamente intende offrire. Se le opere o gli assemblaggi di opere costituiscono gli arcani, la galleria rappresenta lo spazio tridimensionale dove prendono posizione per una inedita, quanto puntuale, lettura. E come in tutti i giochi di carte, anche il caso assume un ruolo centrale, intervenendo nella disposizione e negli abbinamenti.

I segreti contenuti in alcune opere piegate e riverse sul pavimento di Christodoulos Panayiotou configurano il mazzo non svelato, mentre i contributi inediti di Patrizio di Massimo, Anthea Hamilton, George Henry Longly, Lucy McKenzie le quattro influenze esterne. Quale ruolo è stato invece assegnato dal caso agli altri partecipanti - Enrico David, Celia Hempton, Camille Henrot, Maria Loboda, Goshka Macuga, Paulina Olowska, Eddie Peake, Sagg Napoli, Prem Sahib e Osman Yousefzada? Sarà stato veramente il caso a dettare le regole del gioco o, come sostiene Stéphane Mallarmé, le coincidenze sono sempre guidate e quindi anche Farronato ha tirato il dato più volte per trovare la soluzione più benevola? In fondo come afferma la scrittrice britannica Jeanette Winterson: “l’autobiografia è solo arte e menzogna”.

Milovan Farronato  è stato curatore del Padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia nel 2019. Ha diretto il Fiorucci Art Trust fino al 2021. Ha sviluppato il progetto di residenza itinerante Roadside Picnic e, dal 2011 fino al 2019, il festival annuale Volcano Extravaganza, nato a Stromboli e poi migrato prima a Napoli nel 2017, a Dhaka, Bangladesh, nel 2018 e nel Parco Archeologico di Pompei nel 2019. Con Paulina Olowska ha dato vita al simposio Mycorial Theatre tenutosi nel 2014 a Rabka, Polonia, e nel 2016 a São Paulo, Brasile. Ha collaborato con le Serpentine Galleries per le Magazine Sessions (2016). Farronato ha ideato The violent No!, parte del programma pubblico della 14. Biennale di Istanbul nel 2015. Dal 2005 al 2012 Farronato è stato direttore dell’organizzazione noprofit Viafarini e curatore al DOCVA Documentation Centre for Visual Arts di Milano. Dal 2006 al 2010 è stato Curatore Associato della Galleria Civica di Modena e, dal 2008 al 2015, docente di Cultura Visiva al claDEM dell’Università IUAV. Tra le esposizioni curate: Nightfall, con Fernanda Brenner e Erika Verzutti, Mendes Wood DM Bruxelles (2018); Nick Mauss, Illuminated Window, La Triennale e Torre Velasca, Milano (2017); la prima personale di Lucy McKenzie in Italia, La Kermesse Héroïque alla Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2017); Si Sedes Non Is  alla The Breeder Gallery, Atene (2017); Prediction da Mendes Wood DM, São Paulo, (2016); la mostra personale di Peter Doig alla Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2015); la personale di Christodoulos Panayiotou al Kaleidoscope Project Space, Milano (2014) e  Arimortis  al Museo del Novecento, Milano (2013), co-curata con Roberto Cuoghi. Farronato è stato membro del team curatoriale del IV Dhaka Art Summit ed è parte del Comitato di Sviluppo della Chisenhale Gallery a Londra. 

OPENING

Mercoledì 15 marzo, 19 - 21

Vistamare Milano - via Spontini 8

www.vistamare.com

 



art week

Claudia Cantoni, Incontro tra micro e macro mondo, Digital painting, with inserted photographs by Ester Piovesana, 2022, Fine art print on acrylic glass – edition of 3 + 1EC Variable dimensions.

 

"Art & Science. Visions on cellular morphogenesis" a Villa Saroli di Lugano per la settimana mondiale del Cervello 

La mostra di Claudia Cantoni e Ester Piovesana è a cura di Viviana Vergerio Guerra.

La mostra Art & Science. Visions on cellular morphogenesis, di Claudia Cantoni e Ester Piovesana a cura di Viviana Vergerio Guerra, sarà inaugurata a Villa Saroli il prossimo 15 marzo 2023, in concomitanza con le iniziative promosse durante la settimana Mondiale del Cervello (Brain Awareness Week). La mostra è realizzata con il patrocinio del Neurocentro della Svizzera italiana dell’Ente Ospedaliero Cantonale, in collaborazione con l’Ideatorio dell’Università della Svizzera Italiana e il supporto di IBSA Foundation for scientific research e di Banca Stato.

La mostra Art & Science. Visions on cellular morphogenesis, è un ambizioso progetto nato con l’intento di fare conoscere, attraverso l’arte, gli orizzonti della ricerca neuroscientifica. Un’idea sviluppata anche per accrescere la sensibilità intorno ad argomenti, quali le malattie neurodegenerative e i processi legati all’invecchiamento, che riguardano tutti noi molto da vicino.

La mostra nasce dalla collaborazione tra Claudia Cantoni, un’artista formatasi in Arti grafiche e Archeologia e la scienziata Ester Piovesana, specializzata in Biotecnologie e Neuroscienze, entrambe affascinate dalla bellezza astratta esercitata da entità cellulari analizzate al microscopio, manifestazioni di gravi patologie, e dalla comune attitudine di operare in maniera partecipata confrontandosi con esperienze diverse. L’arte e la scienza diventano un tutt’uno, due realtà valorizzate attraverso una coraggiosa sperimentazione artistica, che unisce immagini di cellule cerebrali ottenute nelle ricerche in laboratorio da Ester Piovesana, con quelle surreali, realizzate da Claudia Cantoni.

La mostra, curata da Viviana Vergerio Guerra, che si sviluppa negli ambienti espositivi di Villa Saroli e la Limonaia della Villa, è un’installazione divisa in due parti, una composta da diciotto dipinti realizzati con la tecnica mista di acrilico e olio e fotografie stampate su tela, fruibili presso la Limonaia, l’altra, in Villa, dagli stessi soggetti realizzati digitalmente e impressi su vetro acrilico, accompagnati da un video timelapse amplificando la dimensione multimediale dell’esposizione.

Le immagini iniziali, che derivano dall’osservazione di cellule neuronali e della loro mutazione dovuta all’interazione con speciali sostanze coloranti usate nella ricerca microbiologica, vengono inglobate nel lavoro artistico da Claudia Cantoni, secondo un approccio che vuole fare leva sulla percezione visiva. La fase intermedia del processo, è quella digitale, per ogni opera è stato creato un video che mostra il procedimento creativo con lo scopo di permettere all’osservatore di essere totalmente immerso in ogni fase processuale, stimolando la comprensione globale e di conseguenza il coinvolgimento, che trova riscontro visivo ed emotivo nei dipinti eseguiti manualmente su tela dall’artista.

Il reperto scientifico scelto rappresenta una fondamentale fase embrionale di un processo interattivo, un tassello che diviene parte di un tutto, o meglio una parte che contiene già un tutto, colto e sviluppato dall’artista attraverso la propria immaginazione. L’artista crea nuovi mondi fantastici, scenari naturali differenti, come fondali marini e panorami montuosi, restituendo anche gli stati mentali che insorgono tra la veglia e il sogno. Centrale per l’artista è la natura, per lei preziosa fonte di ispirazione che nell’opera si manifesta in tutti i suoi aspetti, sia nella dimensione nobile e maestosa che in quella minacciosa e inquietante, unendo il particolare con il generale, il micro con il macrocosmo, il tangibile e l’intangibile. Un modo di agire, strettamente legato ai nuclei narrativi iniziali, generatori di nuove e più grandi storie.

La mostra è accompagnata da un catalogo, con immagini delle opere, curato da Viviana Vergerio Guerra. I proventi delle opere e del catalogo venduti saranno devoluti alla ricerca scientifica.

L’esposizione avrà luogo a Lugano presso le sedi di Villa Saroli e della Limonaia dal 16 marzo al 13 aprile 2023. Dalle 10.00 alle 18.00.

 



art week

 

Museo City 2023: ULTIMI POSTI per il laboratorio a cura di WAAM 

Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck in occasione di Museo City 2023 presenta "Ogni cipolla è un universo". 

Con piacere l’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck invita a partecipare al Laboratorio per adulti Ogni cipolla è un universo. Proiezioni di luce attraverso la materia a cura di WAAM che si terrà sabato 4 marzo dalle ore 16.00 alle 17.30.

Bucce di cipolle diventeranno paesaggi, minuscoli oggetti si trasformeranno in mondi da attraversare: i partecipanti di questo workshop si ispireranno all’immaginario dell’artista belga Pharaildis Van den Broeck per creare delle composizioni con frammenti trovati in archivio, che saranno inseriti nei vetrini delle diapositive. Una volta proiettati, come nelle “Proiezioni dirette” di Bruno Munari, gli oggetti daranno vita a composizioni astratte, mondi da esplorare e nei quali immergersi.

Il workshop è aperto a tutti, dai 16 anni in su, è gratuito e con prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Durante i giorni di Museo City, l’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck è aperto e visitabile, dal giovedì al sabato, dalle 14.00 alle 19.00.

Pharaildis Van den Broeck (Opwijk 1952 – Milano, 2014) è stata la prima fashion designer belga a collaborare con una casa di moda italiana. Diplomatasi al Dipartimento Moda dell’Accademia di Belle Arti di Anversa, inizia la sua carriera con alcune importanti Maison italiane, tra cui Versace, Trussardi e Missoni. Nel 1994 conclude il capitolo della moda e si dedica alla pittura, passione di tutta la vita.

Nel 2008 si stabilisce nell’Atelier di Via Bragadino 2, oggi sede del suo Archivio e luogo di ricerche e iniziative culturali.

 

Archivio Atelier

Pharaildis Van den Broeck

Via Marco Antonio Bragadino 2 | Milano

E. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

M. +39 348 7097090

www.aapvdb.org

 



art week

Sebastiano Sofia, The mermaid, oil on canvas, 2022, 150 (h) x 180 (l) x 4(w) cm Videoinsight® Collection, Boccanera Gallery.

 

La Fondazione Videoinsight® lancia un' Open Call intitolata “HATER” 

L'Open Call, con successiva Mostra, è finalizzata alla Prevenzione, alla Cura della violenza verbale, dell’aggressività, dell’odio, dell’arroganza, della prevaricazione, dell’invidia, della distruttività relazionale.

La Fondazione Videoinsight® - Istituzione italiana no-profit, che ha come mission la Prevenzione, la Promozione e la Cura del Benessere Psicofisico attraverso il Metodo Videoinsight®, l’integrazione innovativa e scientificamente sperimentata di Arte Contemporanea, Psicologia e Medicina - lancia oggi (20.02.2023) una Open Call intitolata “HATER”.

Il progetto affronta il più che mai attuale fenomeno degli “HATER”: persone che usano la rete, i social network, per esprimere odio o per incitare all’odio verso qualcuno o qualcosa. Nascosti sotto nickname, gli “odiatori” avvelenano le conversazioni con i loro commenti improntati a un odio violento e immotivato. Il loro atteggiamento costante di disprezzo e di provocazione, inquina le comunicazioni, causa malessere psicofisico, minaccia la salute, danneggia le relazioni umane.

L'Open Call, con successiva Mostra, è finalizzata alla Prevenzione, alla Cura della violenza verbale, dell’aggressività, dell’odio, dell’arroganza, della prevaricazione, dell’invidia, della distruttività relazionale.

Gli Artisti che desiderano candidare un’Opera d'Arte potranno inviare un'immagine con  i relativi dati di Courtesy, entro il 16.04.2023, a Beatrice Ferrari (indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Le Opere scelte dalla Giuria nella prima selezione saranno mostrate in occasione di  The Phair @thephair_photoartfair / Torino Photo Days dal 4 al 7 maggio 2023. 

 



art week

Copertina della X Edizione del Premio Cramum realizzata a partire dall'opera (fuori concorso) di Francesca Piovesan "Mezzobusto 02112021, serie Aniconico,  impronte di corpo, nastro adesivo, nitrato d'argento, carta 74x74 cm, 2021.

 

"EROI?" Presentato il bando del X Premio Cramum Are you #retiforart ? 

Un'edizione speciale ricca di nuove collaborazioni alla volta di un modello di reale responsabilità sociale grazie a un ruolo sempre più forte dei soggetti privati. 

Il Premio Cramum per l'arte in Italia celebra i 10 anni con un'edizione speciale ricca di nuove collaborazioni alla volta di un modello di reale responsabilità sociale grazie a un ruolo sempre più forte dei soggetti privati. Gli artisti sono invitati a riflettere sul significato di essere eroi oggi, ovvero sull'evoluzione della rappresentazione dell'essere umano nella società contemporanea.

SCARICA IL BANDO

Al Mercato Centrale Milano è stato presentato il bando della Decima Edizione del Premio Cramum per giovani artisti aperto sino al 30 giugno 2023.

Il Premio, nato nel 2012 per colmare il gap generazionale dell'arte, cresce e cambia pelle per essere sempre più un talent program per individuare e sostenere i migliori artisti in Italia: dopo la collaborazione con il Comune di Milano in fase di completamento, coerentemente con la propria vocazione di CSR (corporate social responsibility), il Premio guarda con sempre maggiore attenzione al ruolo dei soggetti privati. "In un contesto di risorse pubbliche sempre più contingentate a fronte di sempre maggiori cogenti sfide, il soggetto privato in tutte le sue forme è chiamato a giocare un inedito ruolo, a fare la differenza anche nell'arte" introduce il direttore del Premio Cramum, Sabino Maria Frassà, che aggiunge "il mio ringraziamento va perciò oltre che a tutti i giurati - collezionisti e giornalisti - alla Reti SpA, al Mercato Centrale, all'Associazione Marmisti della Regione Lombardia e all' Istituto Confucio Università degli Studi di Milano per aver reso possibile questa edizione così speciale. Scopo del Premio Cramum, giunto alla sua decima edizione, sarà quello di analizzare attraverso l'arte contemporanea l'essenza stessa dell'essere umano, il suo essere in fin dei conti un "eroe sopravvissuto". Ciò apre il premio Cramum a riflettere sulla (auto) rappresentazione stessa dell'essere umano nell'arte con e in tutte le sue forme ed espressioni. Siamo felici perciò che ad accompagnare i giovani finalisti in tale ambizioso compito saranno non solo aziende e istituzioni d'eccellenza, ma anche l'arte di Francesca Piovesan, nominata Artista Maestro dell'Anno e ambasciatrice stessa del Premio, da lei vinto nel 2015. L'artista ha quindi realizzato la copertina del Premio rielaborando la propria opera "Mezzobusto 02112021".

--

COSA CAMBIA?

La finale del Premio Cramum sarà ospitata a gennaio 2024 all'interno della mostra "Eroi?" a Busto Arsizio presso il Campus di Reti SpA, società leader nella consulenza IT e sede della prestigiosa collezione d'arte del fondatore dell'azienda Bruno Paneghini e di sua moglie Ilenia. Bruno Paneghini, oggi Presidente della Reti SpA, introduce la collaborazione con il Premio Cramum spiegando che "Sono convinto che il bello, di cui l'arte è massima espressione, sia un elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile tanto del lavoro quanto della società in ogni suo aspetto. Perciò non posso che essere orgoglioso che Reti SpA possa accogliere la X Edizione del Premio Cramum, progetto che ho seguito da semplice spettatore prima di entrare in Giuria insieme a mia moglie nella precedente edizione. La mostra finale sarà ospitata all'interno del Campus Reti nato nel 2017 quale spazio eclettico e polifunzionale, progettato seguendo i più innovativi criteri di building automation. Il Premio Cramum e la sua visione sempre più volta all'essere un talent program sposano pienamente l'animo stesso del Campus che intendo innanzi tutto quale strumento per individuare, sostenere e preparare l'eccellenza in ogni sua forma attraverso un percorso di mutua e continua crescita."

Fuori concorso e in mostra ci sarà un unico artista, l' "Artista Maestro dell'anno". Il direttivo del Premio Cramum ha selezionato Francesca Piovesan quale Artista Maestro dell'anno per il forte e originale contributo allo sviluppo di una matura analisi della rappresentazione del corpo umano nell'arte contemporanea". Le opere di Francesca Piovesan dialogheranno con i finalisti (under 40), selezionati attraverso il bando (scarica il bando).

I PREMI

Grazie alla Reti SpA, al vincitore/vincitrice spetterà oltre al cubo in marmo, simbolo del premio, un budget di 2500 euro per realizzare una propria mostra personale al Mercato Centrale Milano, che si conferma partner strategico del Premio Cramum, dopo aver ospitato la precedente mostra della finale nel 2022. Elisabetta Giusta, responsabile dei progetti culturali per Mercato Centrale, commenta così la nuova forma di collaborazione: “Come Mercato Centrale condividiamo la sostanza del Premio Cramum, non solo nella promozione del contenuto artistico, ma anche in quanto piattaforma per dare spazio alle idee delle nuove generazioni con il supporto dei grandi navigati, che si ritrova al Mercato nella selezione degli artigiani del cibo. L’evoluzione della nostra collaborazione che ci porterà ad ospitare la mostra personale del prossimo vincitore, è la naturale trasformazione di un rapporto che è nato virtuoso con fondamenti, visioni e obiettivi comuni”.

Alla fine della mostra sarà assegnato anche il Premio Speciale Reti for Art pari a un massimo di 2500 euro per l'acquisizione da parte di Bruno e Ilenia Paneghini di un'opera dei finalisti che entrerà a far parte in modo permanente della loro Collezione presso la Reti SpA. L'opera verrà selezionata dalle "persone che vivono e lavorano nello spazio".

--

LA GIURIA

La giuria che valuterà gli artisti finalisti si apre sempre di più ai collezionisti, che affiancano vecchi e nuovi nomi del giornalismo di settore e di cultori della materia: Marzia Apice, Valentina Ardia, Elsa Barbieri, Loredana Barillaro, Giuseppe Casarotto, Jacqueline Ceresoli, Carolina Conforti, Paola Coppola, Camilla Delpero, Riccardo Fausone, Raffaella Ferrari, Antonio Frassà, Rosella Ghezzi, Pier Luigi Gibelli, Gian Luca Granziera, Maddalena Labricciosa, Veronica Lempi, Andrea Margaritelli, Ilaria Mauri, Marco Miglio, Annapaola Negri-Clementi, Arianna Panarella, Ilenia e Bruno Paneghini, Federico Pazzagli, Francois-Laurent Renet, Giulia Ronchi, Elisabetta Roncati, Alessandro Scarano, Carolina Trabattoni, Massimiliano Tonelli, Valeria Vaselli, Maurizio Zanella, Emanuela Zanon.

A questi giurati si aggiungono Francesca Piovesan e cinque "Maestri Amici", artisti di chiara fama, che da anni sostengono e sono vicini al premio Cramum: Letizia Cariello, Alberto Di Fabio, H.H. Lim, Franco Mazzucchelli, Fulvio Morella.

Come da tradizione il direttore del Premio Cramum, Sabino Maria Frassà, presiederà la giuria senza possibilità di voto, salvo caso di parità.