art week

 

 

Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023 

Tre giornate d'inaugurazione, dal 20 al 22 gennaio.

​Brescia celebra "Capitale italiana della cultura 2023" con tre giornate d'inaugurazione, dal 20 al 22 gennaio, pensate per coinvolgere istituzioni, associazioni, enti e fondazioni ma, soprattutto, i cittadini con due programmazioni parallele fra le due città.

Venerdì 20 gennaio, sarà dedicata alla cerimonia inaugurale che si terrà nel pomeriggio, in contemporanea, al Teatro Grande di Brescia e al Teatro Donizetti di Bergamo, collegati fra loro attraverso una regia televisiva, in modo da mantenere un dialogo costante tra i due palcoscenici. Oltre ai sindaci Emilio Del Bono e Giorgio Gori, e alle due assessore alla Cultura Laura Castelletti e Nadia Ghisalberti, sono stati invitati a partecipare anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Brescia e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a Bergamo.

Sabato 21 gennaio le iniziative inizieranno con la grande festa dedicata ai bambini. In piazza Loggia a Brescia, e in contemporanea in piazza Vittorio Veneto a Bergamo, migliaia di bambini delle scuole primarie si riuniranno per cantare la canzone originale della Capitale italiana della cultura 2023 “Crescere insieme". A Brescia, grazie alla collaborazione con la scuola di musica Musical-mente, hanno aderito alla chiamata 25 scuole. Oltre alla canzone della Capitale, i piccoli cantori eseguiranno anche l'inno d'Italia accompagnati sul palco da un ensemble musicale giovanile.

Nel pomeriggio, dalle 16, quattro cortei sfileranno dai punti cardinali di ciascuna città per convergere nel centro storico. A Brescia le sfilate partiranno da piazza Garibaldi, Campo Marte, piazzale Arnaldo e via Vittorio Emanuele II per confluire in simultanea in piazza della Loggia. I quattro cortei saranno condotti da un gruppo di bande musicali provenienti da numerosi paesi della provincia e verranno accompagnati da circa 150 ballerini iscritti a diverse scuole di danza bresciane. Una volta che i quattro flussi di persone saranno giunti in piazza della Loggia, i musicisti delle bande eseguiranno all'unisono l'Inno di Italia.

Dalle 17.30, Ambra Angiolini condurrà in piazza della Loggia un grande Galà-concerto gratuito, che vedrà susseguirsi sul palco alcuni tra i principali artisti e personaggi legati a Brescia. Grazie alla direzione artistica di Massimo Bonelli (dal 2015 organizzatore e direttore artistico del Concerto del Primo maggio di Roma), si esibiranno Francesco Renga, Fausto Leali, Frah Quintale, Coma_Cose, Mr.Rain ed altri artisti in via di definizione. Tra gli ospiti presenti ci saranno anche altri illustri cittadini bresciani, personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e dei nuovi media.

Dalle 20 piazza della Vittoria si trasformerà in una enorme videoinstallazione curata da Groupe F, collettivo artistico francese rinomato in tutto il mondo. Per l'inaugurazione della Capitale italiana della cultura 2023, Groupe F ha creato la produzione originale ASCENCIO, uno show che unirà danza, acrobazie, effetti pirotecnici, video e musica. Al termine della performance, in piazza della Vittoria resteranno attive fino alle 22.30 le videoinstallazioni.

La grande festa del sabato terminerà in piazza della Loggia con un secondo concerto gratuito, durante il quale si esibirà il meglio della scena musicale indipendente bresciana.

L'ingresso ai concerti in piazza Loggia e alla performance in piazza Vittoria è gratuito ma potrà avvenire solo in seguito alle necessarie verifiche di sicurezza previste.

Domenica 22 gennaio la festa si sposterà nei luoghi della cultura: musei, biblioteche, spazi espositivi saranno aperti gratuitamente o con speciali riduzioni per accogliere tutti. Anche i teatri della città saranno protagonisti di quest'ultima giornata di inaugurazione. Il Teatro Telaio, dalle 10 alle 18 al Canossa Campus di via San Martino della Battaglia, proporrà lo spettacolo/installazione “Arcipelago" dedicato alle famiglie. A2A e Centro Teatrale Bresciano proporranno Torneremo ancora – concerto mistico per Battiato, il nuovo progetto di Simone Cristicchi e Amara, che sarà al Teatro Sociale alle ore 17.30. L'intero ricavato della serata verrà devoluto al Banco dell'energia.

Dalle 18 alle 23, in piazza della Vittoria verrà riproposta in loop la videoinstallazione con tappeto sonoro creata da Groupe F.

Alle 20, al Teatro Grande, la giornata e l'intera inaugurazione si chiuderanno con il concerto dell'orchestra swing The Swingin' Hermlins, realizzato in collaborazione con 1000 Miglia.

 



art week

1948 FAULHORN (BERNA)

 

Amgest SA inaugura la nuova sede a Lugano presentando una retrospettiva dello storico fotografo svizzero Kurt Ammann 

Il racconto di Kurt Ammann, nella selezione curata da Angelica Moschin, vuole essere innanzitutto un’ode alla Svizzera.

In occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi di lavoro nel prestigioso Palazzo Ransila I (Viale Pretorio 9) prevista per il 12 gennaio 2023, Amgest SA ha deciso di collaborare con l’Archivio del grande fotografo svizzero Kurt Ammann, scomparso lo scorso ottobre a Milano, per omaggiarne l’opera ed esporne una ventina di scatti, proprio nella serata inaugurale alla quale parteciperanno oltre un centinaio di ospiti.

Posizionandosi strategicamente in un settore, quello del wealth management, sempre più sensibile alle potenzialità comunicative dell’arte e alla bellezza di questi patrimoni culturali, Amgest SA manterrà l’esposizione delle opere a disposizione degli appassionati per tutto il 2023 (visite solo su invito privato).

 

ASW GRIGIONI SVIZZERA 1948 2

ASW, GRIGIONI, SVIZZERA, 1948.

 

Il racconto di Kurt Ammann, nella selezione curata da Angelica Moschin in collaborazione con Amgest SA, vuole essere innanzitutto un’ode alla Svizzera, che sia di Ammann che di Amgest è patria e matrice culturale. Protagonisti degli scatti esposti sono i suoi inconfondibili paesaggi alpestri, i Boy Scout svizzeri, i pastorelli sostenuti dalla Croce Rossa, i sorrisi sani dei ragazzi cresciuti in una natura ancora incontaminata. Testimone oculare di una società in ripresa dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, Ammann è stato in grado di cogliere, con l’energia tipica delle giovani generazioni, la ritrovata joie de vivre delle persone che, passate attraverso il dolore del conflitto da poco concluso, si aprivano finalmente a un futuro carico di speranze e aspettative.

Lo stile netto ed essenziale, l’eleganza formale e il rigore compositivo dei suoi lavori concorrono ad ascrivere il fotografo nella corrente elvetica della migliore fotografia d’autore, che ha esercitato un’influenza mondiale al pari del design e dell’architettura. La cura maniacale della prospettiva, l’uso sapiente della luce, la pratica in camera oscura, e poi il talento e l’inquadratura sorprendente: quella di Amman è un’arte minuziosa ma anche la poesia e la gentilezza con cui ritrae situazioni e soggetti che a lui si concedono con un atto di fiducia.

 

KURT AMMANN PORTRAIT

KURT AMMANN PORTRAIT, copyright Claudio Moschin.

Kurt Ammann (Berna, 1925 - Milano, 2022) ha vissuto e lavorato a Parigi, Monaco di Baviera e Berna. Come inviato dell’ONU ha trascorso due anni in Corea del Sud e Giappone. In qualità di fotoreporter ha realizzato reportage in tutta Europa, Nord e Sud America e Canada. Nel 1956 tiene un’esposizione personale a Toronto (Canada), presso il Royal Ontario Museum. Seguono diverse mostre itineranti nelle principali città dell’America del Nord. Nel 2017 la galleria 29 Arts In Progress di Milano gli dedica un’esposizione personale. Nel 2018 partecipa ad una mostra collettiva a Legnano, presso il Palazzo Leone da Perego. Nel 2022 le sue opere vengono esposte a Palazzo Pirelli (Milano) in una mostra intitolata “Youth - l’età dell’innocenza”, patrocinata dal Consolato generale di Svizzera a Milano e successivamente a Venezia a Palazzo Trevisan degli Ulivi. Fra le testate internazionali su cui ha pubblicato si annoverano Weltwoche, Du, Annabelle, Schoener Wohnen, Grazia, Time, Life. Le sue pubblicazioni editoriali includono Un peu de Brasil di Maurice Sandoz e le Berlitz Guides su Puerto Rico, Virgin Islands, Hawaii e Sicilia. La monografia retrospettiva dell’autore, Kurt Ammann - Photoreporter since 1948, è pubblicata da Chimera Editore.

https://kurtammann.it/

Si ringrazia l’archivio d’artista, nella persona di Fausto Fabiano, per la preziosa collaborazione e il prestito delle opere.

AMGEST SA

Fondata nel 2006, Amgest è una società di asset management indipendente basata a Lugano, Svizzera, che offre servizi di gestione patrimoniale e consulenza in materia di investimenti, rivolti a high-net-worth individuals, clienti istituzionali e Family Office. Amgest SA è autorizzata alla gestione patrimoniale e alla consulenza finanziaria da parte di FINMA ai sensi delle norme LSerFI, LIsFI e LRD. E’ inoltre membro dell’Associazione Svizzera di Gestori di Patrimoni/ASG e affiliato all’organismo di vigilanza AOOS (Società anonima svizzera di vigilanza).

https://amgest.ch/

 



art week

 VEGA (Francesca Pionati e Tommaso Arnaldi) FLORILEGIO, 2021 Video Vincitore della Undicesima edizione del Premio Fabbri per le Arti Contemporanee, sezione Arte Emergente.

 

IL COLLETTIVO VEGA E SILVIA BIGI VINCONO L'UNDICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO FABBRI PER LE ARTI CONTEMPORANEE 

La manifestazione, curata da Carlo Sala, è promossa da Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la città di Pieve di Soligo.

Sabato 26 novembre 2022 si è svolta la cerimonia premiazione degli artisti vincitori e menzionati del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee. La manifestazione, curata da Carlo Sala, è promossa da Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la città di Pieve di Soligo.

A vincere per la sezione “Arte emergente” dell’undicesima edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee è il collettivo VEGA (composto da Tommaso Arnaldi e Francesca Pionati) con il lavoro FLORILEGIO del 2021. Gli autori si sono appropriati sul web di una serie di filmati d’archivio che delineano una sorta di immaginario collettivo odierno attraverso le sequenze di funerali, battesimi o baby shower che costituiscono dei nuovi riti contemporanei della cultura consumista. Questo magma visivo è stato alterato attraverso una visione fatta di primi piani che annullano i contesti, e permettono di intravedere solo alcuni elementi simbolici come i fiori o una serie di movimenti che danno corpo a una pluralità di istanze, dalla gioia alla follia. Nell’opera video gli artisti hanno voluto riferirsi al pensiero di Ernesto De Martino, mettendo in scena in chiave performativa dei riti funebri descritti dal grande antropologo e ponendo così una riflessione su come queste azioni possano essere portatrici di memoria.

La prima menzione della giuria è andata ad Andrea Bocca (Crema, 1996) per Osvaldo (2022), un’opera capace di rileggere, in chiave critica e ironica, la tradizione del design modernista. L’autore, nella sua scultura, ha ripreso e alterato il celebre appendiabiti AT16 di Osvaldo Borsani mutandone le fattezze: l’oggetto ha perso così la sua aura iconica attraverso nuove forme che mettono in crisi la funzionalità originale. Questo appare evidente in alcuni elementi, come i pomelli – dove dovrebbero essere appesi gli abiti – che sono rivolti verso il basso, innescando così una sensazione di straniamento. Roberto de Pinto (Terlizzi, 1996) con Prima prova d’incastro (2022) si aggiudica la seconda menzione, testimoniando anche quest’anno una forte vivacità delle opere pittoriche candidate al premio. Il mondo figurativo dell’artista è popolato da giovani uomini che compiono gesti minimi, allusivi, dove non accade quasi nulla, ma capaci di creare una tensione erotica sottesa. Le loro pelli brune e i loro lineamenti hanno dei tratti marcati che richiamano alla mente tutta una serie di raffigurazioni visive antiche della cultura mediterranea. I giovani raffigurati si pongono in modo ambiguo al nostro sguardo, perché, se da un lato, sembrano volersi celare sotto le foglie di un salice, dall’altro innescano un gioco di occhiate complici e voyeuristiche con il fruitore. L’ultima menzione è andata al lavoro Supports (The Botanic Garden of the University of Warsaw, 2) di Agnieszka Mastalerz (Łódź, 1991) realizzato tra il 2020 e il 2022.  Durante una passeggiata nel giardino botanico di Varsavia l’artista è stata attratta da una serie di strutture in acciaio destinate a far crescere le piante. Queste, con le loro forme sintetiche e instabili, sembravano già di per sé delle sculture, composizioni autoriali fatte di linee che lo sguardo dell’artista ha saputo cogliere ed enfatizzare.

Silvia Bigi (Ravenna, 1985) è la vincitrice della sezione “Fotografia contemporanea” con Are you nobody, too? (2022), un lavoro che unisce immagine e video, per porre una riflessione attorno al concetto di identità. L’opera è germinata dall’unica fotografia esistente della prozia dell’autrice, Irma, una donna affetta da disturbi mentali a causa dei quali è stata in parte allontanata dalla vita pubblica e familiare. All’interno dell’installazione, l’immagine vernacolare prende vita attraverso un’applicazione che idealmente dà voce alla donna facendole leggere una serie di testi di grandi poetesse e scrittrici – come Anne Sexton, Marina Cvetaeva, Gaspara Stampa, Mary Shelley, Sylvia Plath, Emily Dickinson e Virginia Woolf – tutte accomunate dall’aver sofferto di patologie come depressione, schizofrenia o bipolarismo. Questa polifonia di voci che si sprigionano dal volto della protagonista dell’opera, sembra scontrarsi con l’addomesticamento e la normatività sociale a cui è stata soggetta portando a riflettere sul concetto di sanità mentale e più in generale di diversità. Claudia Amatruda si è aggiudicata la menzione della giuria con Gigante (2020), un lavoro in bilico tra fotografia e performance, dove l’autrice indaga la sua condizione di persona affetta da una rara malattia degenerativa. Il corpo diventa così un terreno di comprensione di se stessi e della relazione con gli altri, dove il privato diventa collettivo, ma anche uno spigoloso campo di battaglia; le immagini sono il punto di sintesi formale di una pluralità di istanze tra speranza, consapevolezza e dolore.  La seconda menzione va al lavoro You Would Wear It as Pajamas and Even to Go Out With It Before Breakfast (2021) di Anaïs Horn (Graz, 1981). Anche in questo lavoro si parte dalla condizione personale dell’artista, ovvero una sindrome che durante l’adolescenza ha paralizzato la sua mano destra; questo avvenimento è il pretesto per realizzare una riflessione più ampia su temi come la conoscenza del proprio corpo, la malattia, la disabilità e le relazioni tra persone, specie in un periodo come quello degli ultimi anni dove i contatti sociali si sono attenuati a causa della pandemia di Covid-19. Il lavoro si presenta come un’opera dove la fotografia assume una forma espansa e tridimensionale attraverso le fattezze di un kimono costellato da una serie di immagini stampate su seta. L’ultima menzione va al collettivo Tetau (composto da Beatrice Zito ed Edoardo Montaccini) per il lavoro del 2021. La loro videoinstallazione porta a riflettere sulla presenza quotidiana di una pluralità di apparati legati al visivo. Quest’ultimi, nell’opera degli autori, si neutralizzano vicendevolmente attraverso un reciproco puntamento: gli strumenti che dovevano realizzare una ripresa oggettiva, o una trasmissione di informazioni, si ritrovano così a generare una forma aniconica e instabile che fa perdere ogni certezza e apre a una pluralità di significati.  

I vincitori hanno ricevuto un premio acquisto di 5.000 euro e i loro lavori sono entrati a far parte della collezione della Fondazione Francesco Fabbri Onlus, che li custodirà a Casa Fabbri, il centro residenziale teatro di numerosi eventi. I lavori finalisti rimarranno esposti fino al 18 dicembre nella mostra collettiva di Villa Brandolini.

La composizione delle Giurie del Premio ha potuto annoverare autorevoli critici e curatori: per la sezioneArte Emergente Lorenzo Balbi, Rossella Farinotti, Antonio Grulli, Angel Moya Garcia; per la sezioneFotografia contemporanea Daniele De Luigi, Francesca Lazzarini, Elisa Medde e Mauro Zanchi, con la partecipazione ad entrambe di Carlo Sala, curatore del Premio.

Il Premio è promosso dalla Fondazione Francesco Fabbri in collaborazione con la Città di Pieve di Soligo e il patrocinio della Regione del Veneto. È inserito nel palinsesto regionale RetEventi Cultura Veneto 2022 per la Provincia di Treviso; con il patrocinio di LandscapeStories e Lago Film Fest.

 

 



art week

 

DIRETTA STREAMING Prevenzione del rischio in musei, depositi ed archivi. Prospettive per una gestione sostenibile da Open Care - Servizi per l'Arte 

Il convegno intende condividere esperienze tra operatori del settore ed evidenziare come l’integrazione di know-how e competenze possa rappresentare un valore aggiunto.

La sicurezza all'interno di depositi e archivi si consegue grazie ad un insieme di azioni preventive che riguardano molteplici aspetti: dalla progettazione degli spazi e degli impianti alla distribuzione dei beni in base alle esigenze conservative e di movimentazione.

L’approccio da adottare è quindi un approccio interdisciplinare che riguarda competenze di conservazione, valutazione, logistica e project-management.

Organizzare o riorganizzare i depositi con questi obiettivi e questa consapevolezza può consentire di ridurre il rischio e di impostare azioni di prevenzione e di disaster recovery mirate ed efficaci.

Il convegno intende condividere esperienze tra operatori del settore ed evidenziare come l’integrazione di know-how e competenze possa rappresentare un valore aggiunto per soggetti pubblici e privati che gestiscono collezioni d’arte o archivistiche.

 

Convegno - mercoledì 30 novembre 2022 - ore 16.00

Open Care - Servizi per l'Arte

Sala Carroponte

via Piranesi 10 Milano

 

I POSTI IN PRESENZA PER L'EVENTO SONO ESAURITI

Per seguire il convegno in DIRETTA STREAMING:

https://www.youtube.com/watch?v=D61j9wNFkqo

 

PROGRAMMA

16.00 Saluti istituzionali - Marica Mercalli, DGS MIC, Massimo Cruciotti, SOS Archivi

16.15 Francesca Peyron - Mazzini Lab Srl Benefit

Gestione dei rischi per il patrimonio culturale nei tempi del cambiamento climatico

16.30 Elena Verticchio - Mazzini Lab Srl Benefit

Il progetto CHARISMA, Cultural Heritage Academy for Risk Management

16.45 Isabella Villafranca Soissons - Open Care - Servizi per l'Arte

Approccio integrato per la progettazione e la gestione dei depositi – valutazione, conservazione e logistica

17.00 Lorenzo Bruschi, Maria Bombelli - Open Care - Servizi per l'Arte

Una collezione bancaria: valutazione economica e dello stato conservativo

Studio di fattibilità della riconversione di un cinema in deposito per l’arte

17.15 Dino Menichetti, FERCAM

Il progetto FERCAM Echo Labs: obiettivi globali di crescita sostenibile

17.25 Cristina Ferretti - MUSEION Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano

Il Piano di Sicurezza ed Emergenza di MUSEION

17.45 Marco Valle - AIPAI

La mitigazione e l’analisi del rischio preventiva: la consulenza a seguito di sinistro nel settore dell’Arte e dei Beni Culturali

17.55 Daniela Aleggiani - Fondazione 3M, Paolo Mazzoni - 3M Italia

Un archivio fotografico dalla Ferrania alle 3M

Soluzioni tecnologiche 3M per la protezione e sicurezza del patrimonio artistico

 



art week

Andrea Grotto (Schio, 1989) Sotto sinistra scoperta, 2016 olio su tela cm 135 x 174 Credits: Nashira Gallery

 

Nasce a Milano NASHIRA GALLERY una nuova galleria d’arte contemporanea che mette in dialogo artisti affermati con giovani emerge 

Far incontrare e dialogare le opere della Collezione 54, importante raccolta d’arte privata, con i lavori di giovani promesse dell’arte contemporanea.

Nashira Gallery è una nuova galleria d’arte, sita a Milano in via Vincenzo Monti 21, nata dall’idea di Ludovica Bifulco con un obiettivo ben preciso: far incontrare e dialogare le opere della Collezione 54, importante raccolta d’arte privata, con i lavori di giovani promesse dell’arte contemporanea.

“La mia idea è quella di dare vita a uno spazio accogliente, famigliare e aperto a tutti, dove oltre ad ammirare e conoscere da vicino il bello dell’Arte, ci si possa sentire a casa e conoscere nuovi artisti emergenti che, per l’occasione, saranno tenuti per mano dai Grandi”, sottolinea la gallerista.

Nashira aspira a diventare un punto di riferimento in città per l’arte contemporanea e ultra-contemporanea, vuole essere un mentor per gli artisti emergenti e un compagno di viaggio per il pubblico di collezionisti interessati a scoprire questo particolare segmento artistico. Per queste ragioni Nashira ha deciso di trarre il proprio nome da una stella della costellazione del Capricorno, segno guida della galleria, il cui significato in lingua araba è “Portatrice di Buona Novella”.

L’obiettivo di Ludovica Bifulco è di “dar vita a uno scambio dinamico tra culture, generazioni e tecniche espressive differenti riunite sotto un’unica stella, quella dell’Arte.” 

L’arte contemporanea, nella sua più ampia accezione, è ciò che il visitatore troverà da Nashira. La proposta offerta da Ludovica Bifulco è volutamente eterogena, ospitando opere pittoriche e scultoree, ma anche lavori su carta e fotografie o, ancora, installazioni di video-arte e arte digitale, fino alla più recente crypto arte.

Per poter adempiere al meglio al proprio ruolo, lo spazio inaugura con una collettiva dal titolo “PROFEZIA”, visitabile per tre mesi fino al 24 febbraio 2023.

Cuore pulsante dell’esposizione e inizio ideale del percorso è la video-opera sonora del noto artista sudafricano William Kentridge (Johannesburg, 1955) dal titolo Waiting for the Sibyl.

Nella mitologia greco-romana, la figura della Sibilla era la sacerdotessa del dio Apollo dotata di virtù profetiche che, interrogata, trascriveva gli oracoli su foglie di quercia. I vaticini, disperdendosi e ruotando al vento dell’antro di Cuma, confondevano i destini, diventando simbolo di incertezza e del tempo incontrollabile che fluisce, muta e ritorna.

Il lavoro di Kentridge è presentato insieme alle opere di altri tre artisti, anch’essi, sudafricani e parte della Collezione 54: Wim Botha (Pretoria, 1974), Teresa Kutala Firmino (Pomfret, 1993) e Mafafo Kimathi (Kimberly, 1984). A questi si uniscono le creazioni di due giovani artisti italiani: il pittore Andrea Grotto (Schio, 1989) e il pittore-scultore Andreas Zampella (Salerno, 1989).

L’allestimento scompone idealmente l’opera di Kentridge nei lavori degli altri artisti: “Il sipario verde” di Zampella, “La Sibilla” di Kimathi e, ancora, “I vaticini” indossabili di Grotto accompagnano il visitatore in un percorso immersivo ed esperienziale verso la visione e le atmosfere coinvolgenti del capolavoro del maestro sudafricano.

In un mondo sempre più variegato e complesso, c’è sempre più bisogno di figure guida.

Quali migliori profeti degli artisti e delle loro profezie visive?

Nashira Gallery non è una semplice galleria espositiva, Nashira vuole essere un luogo dinamico con un occhio sempre rivolto al contemporaneo e al futuro. Per questo, nell’arco dei tre mesi in cui sarà possibile visitare la mostra PROFEZIA, gli spazi della galleria ospiteranno alcuni Special Project a tema per approfondire, anche, in maniera inaspettata la figura del “profeta” con l’obiettivo di giungere all’identificazione del suo corrispettivo contemporaneo e per rispondere al quesito: “Chi sono i profeti di oggi?”.

Al termine della collettiva, con cui la galleria ha deciso di inaugurare il suo percorso artistico e la sua attività, Nashira ha già pianificato la programmazione di due mostre personali e progetti site-specific dedicate ai due giovani artisti selezionati: Andreas Zampella e Andrea Grotto.

PROFEZIA 

Dal 24 novembre 2022 al 24 febbraio 2023

La mostra sarà aperta al pubblico dal mercoledì al venerdì, dalle ore 17 alle 19.30.

Sabato dalle ore 14 alle 17.

 



art week

 

Nello spazio maria calderara di Milano si apre la mostra "Luca e Rosa. Opere filmiche di Patella e Foschi" 

Luca Maria Patella e Rosa Foschi sono marito e moglie, legatissimi, artisti entrambi, ispirazione l'uno per l'altro in uno scambio continuo e un intreccio inestricabile di arte e vita. 

Lo spazio maria calderara di Milano (Via Lazzaretto, 15) si apre ancora una volta all'arte contemporanea offrendo alla città la mostra Luca e Rosa. Opere filmiche di Patella e Foschi (1965-1971+2000), a cura di Bruno di Marino ed Elio Grazioli. L'esposizione sarà inaugurata giovedì 24 novembre 2022 alle ore 18.30, con una presentazione critica dei curatori.

Luca Maria Patella (Roma ,1934) e Rosa Foschi (Urbino, 1943) sono marito e moglie, legatissimi, artisti entrambi, ispirazione l'uno per l'altro in uno scambio continuo e un intreccio inestricabile di arte e vita. La mostra Luca e Rosa vuole rendere loro omaggio attraverso i film realizzati nel periodo iniziale della loro attività, ovvero la seconda metà degli anni '60. Un periodo questo in cui i due artisti sperimentano con più mezzi espressivi, dalla fotografia alla performance, dall'incisione ai sistemi di multiproiezione con slide, dal film fino al videotape e all'installazione audio, secondo un'estetica fortemente innovativa che, difficilmente situabile all'epoca nelle categorie più consolidate, apriva la strada a una concezione intermediale dell'arte oggi di grande attualità.

I tre film di Luca Maria Patella (Terra Animata, SKMP2 e Vedo, Vado!) costituiscono una sorta di trilogia, realizzata tra il 1967 e il 1969, in cui l'artista, adoperando anche tecniche di animazione (oggetti e pixillation), opera una riflessione comportamentale e linguistica sulla vita e sull'arte, mediante microazioni e micronarrazioni. Terra Animata (1967) è oggi internazionalmente considerata un'anticipazione della Land Art in ambito filmico. Vedo, Vado! (1969) ne è l'estensione a 360 gradi, un'opera come Patella teorizzava da allora e per sempre che doveva articolare tutti i livelli, dalla scienza alla tecnica, all'estetica, alla semiotica, alla vita quotidiana. In essa la collaborazione di Luca e Rosa è esplicitamente tematizzata. SKMP2 (1968) è il capolavoro di tutta un'attività filmica di Patella che oggi verrebbe situata nella docu-finzione, documentazione pensata ed elaborata come opera autonoma (il titolo è acronimo di Sargentini, Kounellis, Mattiacci, Pascali, Patella).

A questi film di Luca Maria Patella, si intrecciano tre cortometraggi di Rosa Foschi, Ma Femme (1969), Amour du Cinéma (1970, regia di Rosa Foschi con la collaborazione di Luca Maria Patella) e L'amor di Don Perlimplino per Belisa nel giardino (1971), dove il collage pitto-fotografico e il lettering danno vita mediante la truka (una macchina da presa verticale che produce effetti speciali e animazioni) a un piccolo universo denso di citazioni iconografiche e contaminazioni letterarie. In tutti e tre la presenza di Luca è costante e il tema stesso di tutti è dichiaratamente l'amore che da relazione tra innamorati si amplia in amore per il cinema, per l'arte, per la vita.

Gli accostamenti e i rimandi tra i film "animano", danno anima all'insieme e restituiscono un'immagine se non inedita comunque poco evidenziata dell'opera di entrambi e, di nuovo, del loro rapporto, ovvero, di nuovo, del senso dell'arte per questa coppia inossidabile.

A questi sei film dello scambio si aggiunge Glovis, un film inedito che Luca Maria Patella ha realizzato nel 2000 assemblando materiali vari del 1973, 1983 e 1994. Subito dopo il titolo - che allude alla lunetta affrescata Vertumno e Pomona del Pontormo nella villa medicea di Poggio a Caiano, in cui compare proprio la parola "Glovis", da leggersi al contrario come "Si volg(e)" - vi sono due diciture ulteriori che indicano bene la natura polimorfa e psico-scientifica del cortometraggio: "Minerale, animale, digitale" e "Materiali/Psichici". All'interno vi sono sequenze di un altro film dell'artista, il mai completato esperimento comportamentale Lu' capa tella, con Carlo Cecchi e Marino Masè. Glovis è, insomma, un mix tra il film d'artista e il documentario, con la voce dell'artista che commenta alcuni suoi lavori (per esempio le foto stenopeiche di Montefolle), sintetizzando in poco più di un quarto d'ora la sua attività poliedrica di alchimista dell'immagine.

I film e i cortometraggi saranno proiettati grazie alla disponibilità della Fondazione Cineteca di Bologna Archivio Film. L'esposizione sarà visitabile fino al 7 dicembre 2022, da lunedì a venerdì con orario 18.30-21.00. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 02 6705211, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.mariacalderara.it.

Luca Maria Patella (Roma, 1934) è uno dei più significativi artisti italiani. Ha compiuto studi classici, artistici (anche con S.W. Hayter a Parigi), scientifici (con E. Riesz a Montevideo) e psicologici (con E. Bernhard). Artista ricercatore, utilizza e sperimenta vari mezzi espressivi (fotografia, cinema, grafica, azione, ambiente, testi scritti, installazioni sonore, ecc.). Nel campo del cinema aderisce alla Cooperativa del Cinema Indipendente nel '67 e, in quello stesso periodo, realizza alcuni cortometraggi per la Corona cinematografica. In seguito - insieme alla moglie Rosa Foschi - Patella insegna media (fotografia, cinema) e realizza film d'animazione. Ha pubblicato numerosi libri e creato installazioni multimediali, brevettando anche particolari dispositivi per la comunicazione audiovisiva, come, ad esempio, sistemi di dissolvenza per la proiezione di diapositive. Tra i suoi film ricordiamo: Ritratto tecnico naturalista (1964), Tre e basta (1965), Fanimesto-manifesto, oggettivo-razionale, soggettivo-irrazionale (1965-66), Chi mi pettina? (1967), Terra Animata (1967), Piove! (1967, realizzato per "Ambiente proiettivo animato"), Intorno fuori (1967), SKMP2 (1968), Vedo, Vado! (1969), Sram & Cram (1974). Numerosi e in gran parte ancora da restaurare, i suoi videotapes e le sue videoinstallazioni, in cui il medium elettronico interviene parzialmente a circuito chiuso o in situazioni ambientali e interattive: Preghiere marziane (1970), Pianta parlante con Luca (1971), Arte della conoscenza dialettica (1974), Grammatica dissolvente - Gazzùff! Avventure & cultura (1974-75), Luca Patella e il test Lüscher dei colori (1974), Porci in alto non è il caso (1977). Tra le ultime mostre: Ambienti Protettivi Animati, MACRO, Roma (2015); partecipazione all'esposizione Renverser ses yeux, autour de l'Arte povera 1960 - 1975, Jeu de Paume, Parigi (2022).

Rosa Foschi si diploma al Corso superiore di grafica pubblicitaria dell'Istituto d'Arte di Urbino, città dove è nata nel 1943. Trasferitasi a Milano, si occupa di pubblicità, cinema e fotografia. A Roma, tra il 1967 e il 1971, frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia. In questi anni collabora con la Corona Cinematografica, realizzando una serie di cortometraggi tra cui Un bosco magico (1967), Amour du Cinéma (1969), Ma Femme (1970), Amore e Psiche (1978), partecipando a numerosi festival tra cui Oberhausen, Annecy e il festival dei Popoli a Firenze. Ha collaborato inoltre a Sram & Cram (1973) realizzato dal marito Luca Patella, nei cui film Terra Animata (1967), SKMP2 (1968) e Vedo, Vado! (1969), compare in veste di interprete-performer. Come pittrice e fotografa dal 1986 ha realizzato diverse personali ed esposto in mostre collettive. Foschi ha inoltre pubblicato diversi libri di poesie (Wit, esterno interno fuori, 1997; Wood Note, 2004). Ha inoltre realizzato una trentina di libri-opera, esemplari unici in formati e tecniche diverse. Tra le sue mostre principali ricordiamo: Rosa Foschi: esterno, interno, fuori, MLAC, Roma 1999; La magia della Polaroid. Gli autori italiani interpretano il mito, Centro Italiano della Fotografia d'Autore, Bibbiena (AR), 2009; Il paesaggio italiano 1950-2000, Palazzo della Provincia, Pordenone 2010; Photosensibilité, Hybrida, Roma, 2010; Donne & Fotografia, Chiesa di San Francesco, Udine 2017-2018; L'immediatezza del presente, Chiesa di San Lorenzo, San Vito sul Tagliamento 2018; Polaroid Rosa & Film Foschi, Galleria Il Ponte, Firenze 2019; partecipazione all'esposizione Vita nuova, Nouveaux enjeux de l'art en Italie, Wiei at Mamac, Nizza (2022).

Maria Calderara fonda a Venezia il brand omonimo nel 1985. Unendo la sua passione per l'arte alla sua formazione in architettura realizza linee di abbigliamento e di gioielli con tagli rigorosi e concettuali. Le sue creazioni si trovano negli showroom di Milano e Parigi e vendute in tutto il mondo. spazio maria calderara prende vita nel cuore di Milano, tra Porta Venezia e Piazza della Repubblica, in una ex fonderia sapientemente restaurata, attraverso un dialogo continuo fra Maria e gli architetti Berselli Cassina Associati. L'architettura industriale unita alle linee minimal crea un luogo iconico, già sede della galleria Stain, che oggi si offre alla città come uno spazio polivalente e multidisciplinare in cui investigare letteratura, video e arti visive, specchio delle passioni e dello spirito curioso e ricercatore della sua fondatrice. Tra le principali esposizioni, si segnalano: Ryan Mendoza - Fear in a time of superheroes, con Galleria Massimo Minini, 2004; Andy Warhol - Illustrations for Fashion Magazines 1951-1963, a cura  di Giorgio Maffei e Paola Varello, 2015, in occasione dei trent'anni dello spazio; Oscar Santillán - The Messenger, a cura di Simone Menegoi, con Galleria Mazzoli, 2015; Processo alla natura, 2018, con Galleria Umberto di Marino; Gianni Pettena - …Per Immagini e per Parole…, con Galleria Giovanni Bonelli, 2022; Luca e Rosa. Opere filmiche di Patella e Foschi (1965-1971+2000), a cura di Bruno di Marino ed Elio Grazioli, 2022. spazio maria calderara ha inoltre ospitato alcune iniziative editoriali: il dialogo tra Angela Vettese e Marco Senaldi per la presentazione dei rispettivi libri Desiderio e Duchamp. La scienza dell'arte (2017) e Postmedia Parole, tre giorni di incontri con gli autori della casa editrice Postmedia Books, che in vent'anni di attività ha pubblicato oltre 330 titoli sulla comunicazione visiva (2022). Per ulteriori informazioni: https://www.mariacalderara.it/spazio-maria-calderara.