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 Marclay basel 2018 photo Daniel Spehr

CHRISTIAN MARCLAY - Concerto Spaziale

Il Museo del Novecento e Fondazione Furla presentano "Concerto Spaziale" con Okkyung Lee e Luc Müller

In occasione della ventitreesima edizione di miart e dell’Art Week milanese, Museo del Novecento e Fondazione Furla presentano Concerto Spaziale, la performance di Christian Marclay appositamente ideata per l’ultimo appuntamento di Furla Series #01 - Time after Time, Space after Space in Sala Fontana.

Artista, musicista e compositore, Christian Marclay ha iniziato a intrecciare performance, suono e arte visiva alla fine degli anni Settanta, quando scandagliava il supporto fisico del disco per creare successivamente assemblaggi surreali e giochi visivi di parole, elementi divenuti subito ricorrenti nella sua produzione artistica. Da quel momento Marclay è diventato un virtuoso della tecnica del collage che applica tuttora a diversi livelli in sculture, installazioni e video, così come nella musica, nel cinema e nella performance. Componendo e sperimentando, ha creato negli anni quel “teatro del suono trovato” di influenza duchampiana che ha ispirato un’intera generazione di musicisti e artisti.

Dal 2011 Marclay ha messo da parte dischi in vinile e giradischi per concentrarsi unicamente sui suoni e la loro acustica naturale, in reazione alla percezione comune per cui ogni suono è mediato e amplificato. Usando come “strumenti” musicali oggetti quotidiani, l’artista porta la nostra attenzione sulle potenzialità sonore che tali oggetti hanno.

In Sala Fontana, Marclay presenta Concerto Spaziale, una performance musicale basata sull’improvvisazione in cui i suoni di strumenti si fondono con quelli riprodotti attraverso l’utilizzo, la percussione e lo sfregamento di svariati oggetti rinvenuti durante il suo soggiorno a Milano. Insieme a lui performano Okkyung Lee, violoncellista sudcoreana, e Luc Müller, percussionista svizzero, dando vita a una composizione senza regole prestabilite, in cui lo spazio stesso viene attivato dai performer mentre stimoli acustici e visivi si intrecciano tra loro. A differenza della musica concreta dove i suoni sono registrati e distorti durante la riproduzione – attraverso il rallentamento, l’accelerazione o l’amplificazione – Marclay crede nel naturale potenziale acustico di qualsiasi oggetto, che quindi non richiede di essere amplificato. Musicista senza strumenti, esegue un concerto in cui ogni rumore è musica.

Christian Marclay. Concerto Spaziale

con Okkyung Lee e Luc Müller

14 aprile 2018

Ingresso ore 20.00, con inizio performance ore 20.30

Sala Fontana, Museo del Novecento, Milano

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento posti

 

 

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PSST…A PLAY ON GOSSIP

Aprile 2018

 

Mercoledì 4 aprile e venerdì 20 aprile presso la Fondazione Guliani di Roma si teranno due serate di performance, gesti, atti dal vivo a cura di Adrienne Drake, Ilaria Gianni e Arnisa Zeqo.  Le serate si svolgeranno dalle 18:00 alle 21:30.

 

 

 

 

di maggio

 

Elisabetta Di Maggio, Greetings from Venice

Elisabetta Di Maggio all’Event Pavilion del T Fondaco dei Tedeschi, Venezia dal 6 aprile al 25 novembre 2018

Dal 6 aprile l’Event Pavilion di T Fondaco dei Tedeschi presenta Greetings from Venice, un’installazione site-specific dell’artista Elisabetta Di Maggio, a cura di Chiara Bertola. Dopo il successo di pubblico ottenuto dall’opera di Fabrizio Plessi Under Water e dall’installazione Waterbones di Loris Cecchini, lo spazio dedicato alle proposte culturali – all’interno del nuovo lifestyle department store di DFS nel cuore di Venezia – torna all’arte contemporanea con un allestimento evocativo e profondo, dove la bellezza suggestiva e ipnotica del lavoro manuale dell’artista si intreccia con spunti di riflessione sul tempo e sulla natura delle relazioni.

Con questo terzo allestimento, il gruppo DFS conferma la sua volontà di far tornare il T Fondaco dei Tedeschi alla sua antica vocazione di luogo in cui convergono e si intrecciano cultura e commercio, tradizioni secolari e contemporaneità, visitatori locali e internazionali.

All’interno dello spazio reinterpretato dall’artista proseguiranno le attività culturali promosse dal T Fondaco dei Tedeschi: concerti, incontri letterari, performance di danza contemporanea e videoproiezioni, organizzate in collaborazione con le istituzioni culturali di Venezia.

Aperto gratuitamente al pubblico tutti i giorni, l’Event Pavilion ospiterà l’installazione Greetings from Venice di Elisabetta Di Maggio fino al 25 novembre 2018.

 

 

 

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Renato Guttuso: Fiasco, candela e bollitore 1940-41 olio su tela 54x73

 

LA COLLEZIONE ROBERTO CASAMONTI

Un nuovo luogo dedicato all’arte moderna e contemporanea in uno spazio collocato al Piano Nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni

Dal mese di marzo 2018 Firenze avrà un nuovo luogo dedicato all’arte moderna e contemporanea in uno spazio collocato al Piano Nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni. Lo storico edificio, capolavoro architettonico rinascimentale opera di Baccio d’Agnolo, si affaccia sull’asse visuale che congiunge piazza Santa Trinita con la prestigiosa via Tornabuoni.

L’antica dimora – attentamente restaurata – accoglierà la selezione delle opere che Roberto Casamonti, nella sua lunga attività nel mondo dell’arte, ha raccolto per costituire il corpus principale della propria Collezione.
I dipinti e le sculture esposte sono il frutto di anni di appassionate ricerche che danno vita ad un assieme in grado di rappresentare l’eccezionale evoluzione storico artistica che attraversa per intero il XX secolo.

“La Collezione, con le sue dotazioni in permanenza, si appresta a qualificarsi – sottolinea il critico Bruno Corà – come una delle maggiori raccolte d’arte moderna e contemporanea aperte al pubblico esistenti in Italia. La scelta di offrire questa sua Collezione a fiorentini e turisti – evidenzia ancora il curatore scientifico della Collezione – si esprime come un autentico gesto mecenatizio (…) l’atto di riconoscenza di un cultore appassionato d’arte, per la città che lo ha seguito nel corso della sua attività professionale e della sua stessa vita”.

Per precisa scelta dell’Associazione Culturale, appositamente costituita per gestire e animare questo nuovo spazio culturale, il pubblico potrà ammirare le opere esposte accedendovi gratuitamente, su semplice prenotazione.

La Collezione di opere d’arte italiane e straniere si articola in due grandi nuclei: il primo considera opere di artisti agli esordi del Novecento e sino ai primi anni Sessanta, il secondo, dal 1960 ai nostri giorni.
In Palazzo Bartolini Salimbeni, la Collezione sarà proposta per sezioni. Il primo nucleo, dal 24 marzo 2018 e sino alla primavera del ’19 e, a seguire, il secondo.
Al primo appartengono capolavori di Fattori, Boldini, Balla, Viani, Sironi, Severini, Marini, Morandi, de Chirico, Savinio, Prampolini, Casorati, Magnelli, Licini, Picasso, Leger, Soutine, Klee, Chagall, Ernst, Kandinsky, Hartung, Fautrier, Matta, Lam, Dorazio, Accardi, Afro, Vedova, Capogrossi, Burri, Klein, Fontana, Castellani, Manzoni, Lo Savio e numerosi altri.

L’Associazione per l’Arte e la Cultura, denominata “Collezione Roberto Casamonti” si propone l’obiettivo di organizzare mostre ed eventi multidisciplinari finalizzati a valorizzare il dialogo tra le arti con la sola motivazione di animare il dibattito culturale che interessa l’arte moderna e contemporanea.

“La nascita dell’Associazione – evidenzia Roberto Casamonti –sancisce il punto di arrivo di una lunga storia che attraversa e caratterizza la mia famiglia, raccontandosi oggi per mezzo del linguaggio vivo dell’arte. Ho pensato di voler condividere con la città di Firenze, alla quale sono da sempre affettivamente legato, la mia collezione per poter fare in modo che i valori di cui l’arte è portatrice possano essere condizioni non esclusive ma pubblicamente condivise. Sono fortemente convinto del potenziale educativo dell’arte, in grado di strutturare ed educare il pensiero, l’animo e la consistenza del nostro vivere. Perché anch’io sono convinto che la bellezza sia in grado di salvare il mondo, come affermava Dostoevskij”.
La direzione è stata affidata a Sonia Zampini, storica dell’arte e da anni collaboratrice della galleria Tornabuoni Arte.

Informazioni e prenotazioni:

www.collezionecasamonti.com
tel. 055.602030
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Orari di apertura pubblico: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica dalle ore 11.30 alle ore 19.00, chiusura biglietteria ore 18.30

 

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Diego Marcon, Il malatino (film frame), 2017 Lavoro prodotto per la quinta edizione di Museo Chiama Artista, promosso da DGAAP - MiBACT e AMACI

 

PUBLIC PROGRAM

La nuova piattaforma di incontri, presentazioni, dibattiti e conferenze aperte al pubblico. Una delle maggiori novità della programmazione del 2018 della GAMeC.

Dal 12 marzo è partito Public Program, la nuova piattaforma di incontri, presentazioni, dibattiti e conferenze aperte al pubblico che costituisce una delle maggiori novità della programmazione del 2018 della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.

Nato dalla collaborazione tra la GAMeC e l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, il progetto coinvolgerà numerosi protagonisti del panorama artistico nazionale e internazionale, andando a definirsi come uno strategico punto di convergenza tra le politiche formative dell’istituto bergamasco e le attività della Galleria sul fronte dell’aggiornamento e della mediazione.

Un programma che durante la prima parte del 2018 sperimenterà il format dell’“artist talk”, aprendosi al contributo di autori di generazioni e provenienze diverse coinvolti nell’attività delle due istituzioni, e che nella seconda parte dell’anno – in occasione della mostra Black Hole. Arte e matericità tra informe e invisibile e in concomitanza con l’apertura del nuovo anno accademico – avrà invece carattere interdisciplinare e rifletterà, in maniera trasversale, sul tema della materia e sul rapporto tra arti visive e scienza.

Venerdì 16 marzo, alle ore 11:00, Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985) si confronterà invece con Fabiola Naldi nelle aule dell’Accademia.

Per l’occasione, dalle 15:00 alle 18:00 lo Spazio Caleidoscopio della GAMeC ospiterà

Il malatino (2017) il film di animazione in 16mm che Diego Marcon ha realizzato per la quinta edizione di Museo Chiama Artista.

Il progetto, promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e da AMACI – Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, è nato per sostenere attivamente il sistema del contemporaneo nel nostro Paese, attraverso la commissione ad artisti italiani di nuove opere che verranno presentate all'interno della rete museale.

PUBLIC PROGRAM 2018

Incontri aperti al pubblico.

Ingresso gratuito.

Sedi

GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Spazio ParolaImmagine

Via San Tomaso 53 – Bergamo

Tel. 035 270272

gamec.it

 

Accademia di Belle Arti G. Carrara

Piazza Giacomo Carrara, 82/d – Bergamo

Tel. 035 399563

accademiabellearti.bg.it

 

 

ITALO ZANNIER

 

Neorealismo e fotografia - conferenza con Italo Zannier

Un viaggio per immagini nel Neorealismo, con il più illustre storico italiano della fotografia.

Martedì 27 febbraio alle ore 18 siterrà la conferenza Neorealismo e fotografia nell'ambito della mostra Schegge di periferie. Il neorealismo a Milano - Fotografie di Nino De Pietro. Un viaggio per immagini nel Neorealismo, con il più illustre storico italiano della fotografia.

Critico appassionato, filologo attento, collezionista, direttore di riviste e saggista Italo Zannier fa il suo ingresso nel mondo della fotografia da fotografo nel 1952, due anni prima di iniziare anche l’attività critica. Zannier fotograferà ininterrottamente fino al 1976, anno del terribile terremoto friulano, dopo il quale si dedicherà esclusivamente alla storia della fotografia. Sul versante del Neorealismo il contributo del giovane Italo è precoce: grande appassionato del cinema di quegli anni, dopo essersi cimentato con alcuni cortometraggi in Super 8, passa definitivamente alla pratica fotografica a cui assocerà presto anche una lucida critica redigendo nel 1955 il manifesto del “Gruppo friulano per una nuova fotografia”. Zanier ha il merito di aver promosso, tra i primi in Italia, una fotografia non più rivolta esclusivamente alla ricerca del bello e all’immagine estetizzante fine a se stessa, ma con un approccio innovativo che entra nell’anima della gente e della terra e ne restituisce una visione precisa, senza sconti, distaccata e partecipe allo stesso tempo. Le sue immagini sono un patrimonio prezioso perché testimoniano l’evoluzione della società, dapprima friulana e poi, con l’incedere della globalizzazione, italiana ed europea