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 La mostra "AVEVO 20 ANNI" & IL 6° PREMIO CRAMUM

Saranno in mostra a Varedo le opere di artisti internazionali fuori concorso insieme a quelle di dieci giovani artisti finalisti, tra i quali il 15 settembre verrà selezionato il vincitore.

Cuore del progetto CRAMUM sarà la mostra "AVEVO 20 ANNI" per cui dal 15 al 30 settembre saranno in mostra a Varedo le opere di artisti internazionali fuori concorso - Ivan Barlafante, Alberto di Fabio, Daesung Lee (Corea del Sud - Stati Uniti), Giulia Manfredi, Franco Mazzucchelli, Marcello Morandini, Francesca Piovesan, Zheng Rong (Cina) e Maria Wasilewska (Polonia) - insieme a quelle di dieci giovani artisti finalisti, tra i quali il 15 settembre verrà selezionato il  vincitore/la vincitrice: Yuting Cheng (Cina), Rob van den Berg (Paesi Bassi), Francesco Fossati, Marta Galbusera, Ryts Monet, Noa Pane, Maria Teresa Ortoleva, Diego Randazzo, Marika Ricchi, Andreas Senoner.

Il tema del futuro, del tempo che passa e a cui l’uomo cerca di opporsi è tra i temi principali della mostra. Per sempre di Francesca Piovesan (foto) riflette ad esempio sulla rincorsa umana all’eternità, al "per sempre". Un tatuaggio è uno dei modi attraverso cui l'essere umano cerca di far permanere su di sé qualcosa che lo accompagni “per sempre”. Invece in alcuni punti del corpo, come sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi, anche i tatuaggi posso svanire quasi  completamente in breve tempo. Giulia Manfredi con Psicomanzie – scelta anche come copertina del libro che completa la mostra "Avrò sempre vent'anni 1968 - 2018" - rappresenta invece il tentativo dell’uomo di ordinare la realtà e sopravvivere alla propria finitezza, almeno con le opere e con il ricordo. Il marmo, scolpito su disegni e mappe di giardini all’italiana, racchiude ali di farfalle, provenienti da collezioni dismesse e abbandonate di insetti. Infine da segnalare tra le 25 opere in mostra quelle di due grandi maestri dell'arte contemporanea italiana: Franco Mazzucchelli (foto Bifacciale n4) e Marcello Morandini. Le opere recenti di questi
Maestri sono state selezionate in quanto testimoni del fatto che l'età anagrafica non incide sulla creatività. Come ricorda il curatore Sabino Maria Frassà "Siamo in una società che rifiuta l'idea di maturità, credendola in antitesi con la capacità di essere creativi. Eppure Maestri di un tempo come Fontana o di oggi come Mazzucchelli, che ha concepito a 80 anni un intero ciclo di sculture inedite rivoluzionarie (i Bifacciali - nella foto e presentati a giugno al Gaggenau Hub di Milano per la prima volta) dimostrano che la vera arte contemporanea non è una questione anagrafica. L'arte che rimarrà è l'arte che riesce a esser contemporanea al di là del proprio tempo".
Il giorno dell'inaugurazione sarà anche proclamato il vincitore del premio CRAMUM al quale sarà dato il cubo di marmo di Candoglia - simbolo del Premio e offerto dalla veneranda Fabbrica del Duomo. Al vincitore verrà data la possibilità di partecipare a un percorso biennale di mostre e pubblicazioni, per un reale avvio e rinforzo della propria carriera artistica. Tale percorso di concluderà con una monografia e una mostra personale presso lo Studio Museo Francesco Messina.

Il progetto CRAMUM 2018 è reso possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Varedo, Fondazione La Versiera 1718, Fondazione Cure Onlus e ha ottenuto numerosi patrocini tra cui Veneranda Fabbrica del Duomo, Regione Lombardia, Consolato di Polonia in Italia, Console Generale del Regno dei Paesi Bassi a Milano, Istituto Confucio Università degli Studi di Milano, Ama Nutri Cresci, Associazione FAS; Studio Museo Francesco Messina e Ventura Projects.
Il Comitato scientifico, cuore del progetto, vede infine l’adesione di giornalisti, esperti, collezionisti e galleristi: Ettore Buganza, Cristiana Campanini, Leonardo Capano, Anna d’Ambrosio, Camilla Delpero, Raffaella Ferrari, Maria Fratelli, Rose Ghezzi, Giuseppe Iannaccone, Hervé Lancelin, Angela Madesani, Isabella Maffeis, Emanuele Magri, Fiorella Minervino, Michela Moro, Annapaola Negri-Clementi, Rischa Paterlini, Alberto Puricelli, Fulvia Ramogida, Iolanda Ratti,
Michela Rizzo, Donatella Ronchi, Mario Francesco Simeone, Alba Solaro, Luca Tommasi, Massimiliano Tonelli, Carlotta Gaia Tosoni, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti.

IL VOLUME "AVRO' SEMPRE VENT'ANNI 1968 -2018"

Il 7 settembre è stato presentato in anteprima il libro CRAMUM 2018. Il saggio, intitolato "Avrò sempre vent'anni 1968 - 2018" (edito Quinlan e curato da Sabino Maria Frassà), riflette sul passare del tempo e sull'inquietudine giovanile a cinquant'anni dai motivi studenteschi del 1968. Il libro sviluppa un'attenta analisi su tale tema attraverso il connubio filosofa-arte, affiancando alle riflessioni di noti intellettuali - Eugenio Borgna, Raffaella Ferrari, Stefano Ferrari, Sabino Maria Frassà, Chiara Saraceno, Nicla Vassallo - le oltre 20 opere selezionate per la mostra di Varedo.
Alcune anticipazioni dal libro:
Proprio la rivoluzione artistica di Lucio Fontana è alla base del volume "Avrò sempre vent'anni 1968 - 2018". Come scrive Sabino Maria Frassà "L’arte di Fontana è l’emblema di una rivoluzione diversa, in grado di costruire e di andare oltre a ciò che era stato, senza rinnegarlo o distruggerlo... Il suo tagliare la tela - emblema stesso di tutta l’arte precedente - è stato sì una rivoluzione, ma una rivoluzione “genuina”, non spinta da alcun narcisistico intento di piacere, quanto dalla voglia di creare il futuro: “tutti hanno pensato che io volessi distruggere: ma non è vero io ho costruito, non distrutto”. In quei tagli non collassa infatti l’universo, ma passa la luce, l’infinito. Quello che colpisce oggi è che Lucio Fontana sia riuscito in questa rivoluzione in età adulta (aveva 58 anni)... Merita infatti ripensare lo stereotipo per cui la creatività e la capacità di rivoluzionare la realtà siano proprie esclusivamente dei giovani e che siano condizionate negativamente dal passare del tempo. Non solo molti studi evidenziano l’infondatezza di tale generalizzazione, ma è facile comprendere come anche una facile intuizione creativa non sia sufficiente a cambiare la realtà. Sembra strano, ma per fare le rivoluzioni ci vuole tempo, altrimenti si corre il rischio di cambiare tutto per non cambiare nulla... Heideger riteneva che la stabilità privi la presenza del suo carattere essenziale e non avendo - ancora - sconfitto i confini temporali dell’esistenza umana, siamo sicuri che questa smania di presente, di persistere giovani immobili e immutati non ci stia in fondo condannando all’oblio? All’assenza di futuro? Forse vivere l’instabilità determinata dal passare del tempo e il concedersi tempo per nascondersi, pensare, provare e sbagliare in modo autonomo sono la vera perversione rivoluzionaria oggi."
 

 

PASCALI Super

 

 Convegno e presentazione del libro SUPER. Pino Pascali e il sogno americano

Una mostra che si focalizza su un artista ticinese proponendo una rassegna di opere quali dipinti, sculture e installazioni.

Martedì 11 settembre 2018, alle ore 17.30, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita il convegno e la presentazione del libro SUPER. Pino Pascali e il sogno americano di Roberto Lacarbonara e Giuseppe Teofilo, edito da Skirà (2018).

Nel cinquantesimo anniversario della scomparsa dell'artista, 11 settembre 1968, e di quel Sessantotto che definiva i termini di una rivoluzione dell'immaginario europeo ed occidentale, SUPER rappresenta l'occasione per riflettere sulle trasformazioni sociali e culturali intercorse in mezzo secolo, ricorrendo agli aneddoti, alle immagini e alle storie di Pino e dei suoi compagni di strada. “SUPERMAN”, “SUPERMARKET”, “SUPERSTAR”, “SUPER POWER”. L’affermazione dell’immaginario americano, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, si misura con l’ostentazione di un’egemonica
superiorità, non solo economica e politica, ma anche e soprattutto culturale.
Nel bozzetto Super dei primi anni Sessanta, Pino Pascali, da sempre affascinato dall’immaginario pop statunitense – specie nei ripetuti e dichiarati omaggi a Jasper Johns – sembra tracciare i segni distintivi della cultura visuale americana, anticipando molti dei processi della progressiva influenza postcoloniale in tutto l’Occidente.
Questo volume racconta le vicende di quel bozzetto a pastello, oggetto di un attento restauro, e ne offre una riattualizzazione in grado di ricostruire il problematico “sogno americano” preconizzato dallo stesso Pascali: ne deriva una straordinaria narrazione allegorica che tiene insieme il dollaro e i simboli della democrazia americana, lo zio Sam di I Want You e quello evocato da Bob Dylan, il western e le armi, la Coca-Cola e la pubblicità, la letteratura di Foster Wallace, il jazz di Billie Holiday, il teatro dei Living Theatre e l’immaginario cinematografico, fino a raccordare, con ironica preveggenza, la parabola del potere federale da Abraham Lincoln a Donald J. Trump.

Info pubblico

Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

viale delle Belle Arti, 131 – 00197 Roma

dal martedì alla domenica 8.30 – 19.30

ultimo ingresso 18.45

T +39 06 3229 8221 

lagallerianazionale.com

 

1 Collezione Roberto Casamonti foto Neri Casamonti

 Collezione Roberto Casamonti - foto Neri Casamonti

Collezione Roberto Casamonti

Al Palazzo Bartolini Salimbeni di Firenze ci sono stati oltre 14.000 visitatori nei primi 5 mesi di apertura

In appena 5 mesi dall’apertura, il 25 marzo scorso, la Collezione Roberto Casamonti in Palazzo Bartolini Salimbeni a Firenze ha raggiunto i 14.000 visitatori. Un successo inaspettato di pubblico e non solo, visto l’eco che ha avuto sulla stampa nazionale e internazionale che ha portato ospiti illustri del modo della cultura - direttori di musei, critici, curatori e collezionisti – ad ammirare questa eccezionale selezione di opere che Roberto Casamonti ha raccolto in 40 anni con passione e istinto e che rappresentano l’evoluzione storico artistica che attraversa per intero il XX secolo.

In così breve tempo, la Collezione è già segnalata su importanti guide turistiche come quelle della Routard e della Lonely Planet, a testimonianza di come sia stata identificata da subito come uno dei luoghi fondamentali del circuito dei musei e delle fondazioni dedicati all’arte moderna e contemporanea di Firenze.

Roberto Casamonti che, grazie a questa  scelta di aprire al pubblico la sua raccolta privata, è stato insignito dal sindaco Dario Nardella del Fiorino d’Oro, è molto colpito dai risultati ottenuti. “Quando ho deciso di voler condividere con la città di Firenze, alla quale sono da sempre affettivamente legato, la mia collezione, non avrei mai pensato di ottenere un successo così immediato – afferma. Il pubblico, sia fiorentino che non, si è rivelato molto sensibile e attento, percependo questo spazio espositivo come un nuovo polo culturale che va a integrare la proposta delle altre istituzioni museali presenti. Sono commosso dai moltissimi messaggi di ringraziamento che molti visitatori lasciano scritti nel libro delle presenze all’ingresso del Palazzo”.

La Collezione di opere d'arte italiane e straniere è allestita al Piano Nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni, lo storico edificio, capolavoro architettonico rinascimentale opera di Baccio d’Agnolo che si affaccia sull’asse visuale che congiunge piazza Santa Trinita con la prestigiosa via Tornabuoni. Fino a marzo 2019, è esposto il primo nucleo composto da circa un centinaio di opere che vanno dagli esordi del Novecento sino agli anni Sessanta: Fattori, Boldini, Balla, Viani, Sironi, Severini, Marini, Morandi, de Chirico, Savinio, Prampolini, Casorati, Magnelli, Licini, Picasso, Leger, Soutine, Klee, Chagall, Ernst, Kandinsky, Hartung, Fautrier, Matta, Lam, Dorazio, Accardi, Afro, Vedova, Capogrossi, Burri, Klein, Fontana, Castellani, Manzoni e numerosi altri in un percorso che attraversa 5 magnifiche sale.

Alcune di queste opere, lasceranno momentaneamente la Collezione perché richieste da importanti musei internazionali come Concetto spaziale, attese, di Lucio Fontana del 1965 che andrà al Metropolitan Museum of Art di New York a inizi 2019 per una grande mostra sull’artista.

Roberto Casamonti e Sonia Zampini, storica dell’arte a cui è stata affidata la direzione della Collezione, stanno elaborando un programma di appuntamenti per l’autunno-inverno 2018 che prevede presentazioni di libri e incontri su temi legati alla storia del Novecento, finalizzati a valorizzare il dialogo tra le arti.

A primavera del 2019, sarà presentata la seconda parte con capolavori che partono dalla fine del 1960 ai nostri giorni, da Alighiero Boetti a Anselm Kiefer, a Jean-Michel Basquiat, da Jannis Kounellis a Tony Cragg, a Bill Viola, giusto per fare qualche nome. Anche questa sezione, come il catalogo pubblicato per l’occasione, sarà curata dal critico Bruno Corà.

L’Associazione per l’Arte e la Cultura, denominata “Collezione Roberto Casamonti” informa inoltre che da settembre 2018, come già annunciato nell’occasione dell’inaugurazione, sarà introdotto un biglietto d’ingresso. La Collezione aderisce inoltre al progetto FIRENZECARD pass museale della città.

Informazioni e prenotazioni: www.collezionecasamonti.com |tel. 055.602030

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Orari di apertura pubblico: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica dalle ore 11.30 alle ore 19.00, ultimo ingresso alle 18.30.


Oltre 14.000 visitatori nei primi 5 mesi di apertura

 

2Continuum locandina

 

CONTINUUM. Lo spirito di un luogo

Artisti italiani e tedeschi in dialogo con Villa Nigra

A Miasino, sulle colline che circondano il Lago d’Orta, c’è Villa Nigra, una delle più belle dimore storiche di tutto il Nord Italia. Nove importanti artisti contemporanei, cinque tedeschi e quattro italiani, fanno dialogare le proprie opere con gli ambienti dimenticati e riscoperti della villa. Un continuum narrativo e artistico tra opere d’arte contemporanea e stanze affrescate del Sei-Settecento.

Inaugura venerdì 6 luglio la mostra Continuum. Lo spirito di un luogo. E Villa Nigra muove i primi passi per trasformarsi in polo culturale d’eccellenza. L’esposizione è organizzata da Asilo Bianco in collaborazione con l'associazione tedesca Lo spirito del lago che, dopo vent’anni di attività artistica sull'Isola Bella, si sposta nel Cusio e dialoga con l’Associazione Culturale fondata da Enrica Borghi. 

La mostra sarà visitabile dal 7 al 29 luglio, dal giovedì alla domenica, dalle 14 alle 18.

Continuum mira a indagare l'anima invisibile delle stanze abbandonate di Villa Nigra. Si tratta di un dialogo che il presente instaura con il passato, nella continuità spazio-temporale degli ambienti storici della villa. Il tema della rinascita fa da filo conduttore alle installazioni che spaziano tra scultura, disegno, video-proiezioni e interventi site-specific. In mostra opere di Enrica Borghi, Antonella Aprile, Fausta Squatriti, Angelo Molinari, Harald Fuchs, Birgit Kahle, Gereon Krebber, Maik+Dirk Löbbert, Frauke Wilken.

Si tratta di un dialogo costante e diretto tra arte e ambiente circostante, quel continuum che rievoca l'approccio della Biennale del 1978 curata da Germano Celant. La collocazione delle installazioni negli spazi di Villa Nigra – per dirla con le parole di Celant – crea "un senso di reciprocità basato su una mutualità reale, in cui l'arte crea uno spazio ambientale, nella stessa misura in cui un ambiente crea l'arte. [...] Si crea un continuum tra immagine, superficiale e volumetrica, e contesto dato, in cui l'osmosi muta a causa delle differenti condizioni ambientali" (Ambiente/Arte. Dal Futurismo alla Body Art, La Biennale di Venezia, 1978).

"La rinascita di un bene-faro come Villa Nigra – dichiara Enrica Borghi, la presidente di Asilo Bianco – può far rinascere un intero territorio e una comunità. Dopo gli anni di spopolamento di tanti piccoli comuni del Cusio assistiamo a una nuova ricerca di identità di questi luoghi meravigliosi, passando per turismo, arte e cultura. Villa Nigra inizia a essere veramente il simbolo di questo processo".

La mostra Continuum rappresenta un’ulteriore apertura internazionale nel percorso artistico di Asilo Bianco a Villa Nigra, iniziato nel 2008 con alcuni artisti svedesi. La nuova collaborazione italo-tedesca vuole essere anche un buon auspicio per il futuro dell’Europa. Un messaggio politico dove è l’arte a essere linguaggio universale e privilegiato, ponte tra culture.

Il vernissage è in programma per venerdì 6 luglio alle ore 18.30. Il musicista Riccardo Sinigaglia, docente di composizione elettronica al Conservatorio di Milano, suonerà per l’occasione dal loggiato di Villa Nigra.

Continuum è uno degli eventi che inaugura le attività di valorizzazione del bando di Fondazione Cariplo "Villa Nigra. Cultura e Impresa per lo sviluppo di un territorio liquido".

 

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OLTRE ALBERS

Due appuntamenti durante i quali fotografi, artisti e grandi viaggiatori approfondiranno le diverse tematiche della mostra spaziando dal foto-racconto di viaggio fino al rapporto tra fotografia e architettura

Due appuntamenti durante i quali fotografi, artisti e grandi viaggiatori approfondiranno le diverse tematiche della mostra (Josef Albers in Messico, a cura di Lauren Hinkson visibile fino al 3 settembre 2018), spaziando dal foto-racconto di viaggio fino al rapporto tra fotografia e architettura, offrendone una lettura personale e inedita. Gli incontri si svolgono due volte al giorno secondo il calendario a seguire, e sono aperti al pubblico gratuitamente, previo acquisto del biglietto d’ingresso.

5 luglio, ore 12.30 e 15.00 - Giovanna Silva, Narratives/Relazioni. Viaggiare coi libri.

Giovanna Silva vive e lavora a Milano. Dal 2005 al 2007 ha collaborato con la rivista “Domusˮ mentre dal settembre 2007 al settembre 2011 è stata photoeditor della rivista “Abitareˮ. Ha fotografato Renzo Piano e Zaha Hadid per i numeri speciali di “Abitareˮ. Ha pubblicato Desertions (2009), Orantes (2011); Narratives/Relazioni: Baghdad, Green Zone, Red Zone, Babylon (2012); Narratives/Relazioni: Libya: Inch by Inch, House by House, Alley by Alley (2014); Syria: a Travel Guide to Disappearance (2015), Afghanistan Orh- (2017), Good Boy (2016), Walk Like an Egyptian (2017). Ha partecipato alla 14. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia con il progetto Nightswimming, Discotheques in Italy from the 1960s Until Now. Insegna documentazione fotografica alla Naba di Milano e al master di fotgrafia dello Iuav di Venezia. Ha fondato la rivista "San Rocco" e la casa editrice Humboldt Books.

26 luglio, ore 12.30 e 15.00 Alessandra Chemollo, Spazio, Luce, Tempo. Per una sintesi del visibile.

Alessandra Chemollo si è laureata presso l'Università di Architettura IUAV di Venezia nel 1995, con una tesi sulla relazione tra architettura e fotografia .

La riflessione sulla rappresentazione dell'opera architettonica si sviluppa nel suo lavoro professionale e nei progetti autonomamente prodotti, senza soluzione di continuità. Ha realizzato progetti fotografici a illustrazione di numerosi testi monografici, approfondendo specifiche modalità di lettura dell'opera architettonica a partire da assunti documentari, grazie alla stretta collaborazione con gli storici dell'architettura - a partire dall'esperienza con Manfredo Tafuri. Nella sua trentennale esperienza professionale, spazia dall’architettura storica a quella contemporanea e sviluppa ambiti teorici con finalità didattica e curatoriale. Vive a Venezia.

Peggy Guggenheim Collection, Dorsoduro 701, 30123 Venezia

Tel. 041.2405411 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

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Without Frontiers – Lunetta a colori  Capitolo III -  JOYS “TSUNAMY”

Dal 18 al 24 giugno 2018, ha preso il via con Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 ed è parte integrante del Festival “Mantova Cambia” promosso dal Comune di Mantova

Si è conclusa la prima fase del terzo capitolo di “Without Frontiers – Lunetta a colori” promosso dal Comune di Mantova, a cura di Simona Gavioli e Giulia Giliberti e in collaborazione con l’associazione culturale torinese “Il Cerchio e le Gocce". L’evento, di arte urbana e arte pubblica, che si svolge a Mantova nel quartiere Lunetta, iniziato ad aprile per proseguire anche nella settimana dal 18 al 24 giugno 2018, ha preso il via con Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 ed è parte integrante del Festival “Mantova Cambia” promosso dal Comune di Mantova.

In questa prima fase “Aspettando Without Frontiers – Lunetta a colori – Una nuova pelle” l’artista protagonista dei lavori è stato JOYS che dal 26 aprile al 2 maggio 2018 ha trasformato in una vera e propria opera d’arte la facciata del palazzo di Viale Piemonte situato all’ingresso del quartiere Lunetta di Mantova.

Il suo lavoro, dal titolo “TSUNAMY”, è di circa 826 mq ed è la seconda opera più grande dell’artista JOYS. La monumentalità di TSUNAMY appare subito visibile agli occhi dei passanti in quanto, rispetto ad altri lavori dell’artista, è possibile ammirare frontalmente la murata nella sua maestosa totalità.

La scelta del nome “TSUNAMY” è data da un evento verificatosi l’ultimo giorno di lavoro, mentre JOYS si trovava sull’elevatore e stava ritoccando gli ultimi dettagli dell’opera di Lunetta. Dall’alto gli è scivolato un bidone di colore turchese che cadendo ha sbattuto su un muretto schizzando come uno TSUNAMY (la Y identifica il nome JOYS) sulla pavimentazione ma soprattutto su un’anziana signora che è diventata essa stessa un’opera d’arte dell’artista.

colori usati da JOYS hanno una funzione molto importante nella monumentalità del suo lavoro poiché il turchese che bacia il cielo e il verde che dialoga con la vegetazione sottostante permettono all’opera di estendersi all’infinito, creando un continuum con gli elementi naturali che circondano il palazzo. Le linee che compongono forme geometriche, tipiche del suo stile, sono marcate dal colore nero e dialogano armonicamente con l’architettura dell’edificio.

Joys, che nasce come writer, evolve il suo stile rimanendo sempre fedele alla scena alla quale è legato: creando un’evoluzione del suo lettering, ossia lo studio e la rielaborazione del suo nome d’arte J O Y S, anche sul muro di Lunetta si può scorgere, con un occhio attento, il nome dell’artista.