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100 PROGETTI (E 145 MOSTRE) IN 19 ANNI  


La conferenza stampa sarà anche l’occasione per delineare le prospettive di sviluppo del MUSEC e, in particolare, per illustrare i progetti espositivi in cantiere nel prossimo quinquennio.


Per una volta, diamo i numeri. I numeri della nostra breve ma intensa storia. I numeri che testimoniano il lavoro, la passione e la dedizione con cui un piccolo gruppo ha fatto grande un Museo.
L’apertura dell’ultima esposizione sull’India, I carri degli dèi, ha permesso al Museo delle Culture di Lugano (MUSEC) di raggiungere un traguardo importante e significativo: il centesimo progetto interamente ideato, curato e realizzato dall’équipe di Villa Malpensata.
Non la centesima mostra - perché le esposizioni generate da questi 100 progetti sono state, dal 2005 a oggi, molto più numerose, ovvero 145 - ma il centesimo progetto, immaginato e completato dal MUSEC per essere presentato sulla scena locale, su quella nazionale e su quella internazionale.
In conferenza stampa il presidente della Fondazione culture e musei Roberto Badaracco e il direttore del MUSEC Francesco Paolo Campione ripercorreranno una storia ricca di immagini e di aneddoti, e presenteranno ai giornalisti tutti i numeri di un’avventura davvero inimmaginabile quando, all’inizio del 2005, fu avviato il rilancio del Museo delle Culture extraeuropee che aveva allora sede all’Heleneum.
La conferenza stampa sarà anche l’occasione per delineare le prospettive di sviluppo del MUSEC e, in particolare, per illustrare i progetti espositivi in cantiere nel prossimo quinquennio.
Le aree principali dei futuri progetti del Museo, oltre alle arti etniche e orientali, sono oggi l’arte contemporanea, l’arte infantile, la fotografia
musec dell’esotismo e, non ultimo, il tema del primitivismo nell’arte del Novecento, su cui il MUSEC ha lavorato a lungo, costruendosi una forte credibilità attraverso ricerche e progetti propri e originali.

 



 

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Art Talk: “Il restauro nell’Arte Contemporanea: Come approcciarsi?”


Con l’intento di promuovere e sostenere l’attività culturale della città, l’associazione GAL vuole affrontare una tematica delicata ma che ritiene essere di fondamentale importanza e interesse. 


L'ASSOCIAZIONE GAL - Gallerie d'Arte di Lugano è lieta di invitare al secondo appuntamento del progetto Art Talk: “Il restauro nell’Arte Contemporanea: Come approcciarsi?” che si terrà mercoledì 28 febbraio alle ore 17.30 presso la sala conferenze del MUSEC – Museo delle Culture di Lugano sito nella storica Villa Malpensata sul lungolago.

Con l’intento di promuovere e sostenere l’attività culturale della città, l’associazione GAL vuole affrontare una tematica delicata ma che ritiene essere di fondamentale importanza e interesse. Sebbene infatti il restauro e la ricostruzione di opere e installazioni dopo la morte degli autori sia un vasto e intricato argomento, è utile e valido che il pubblico e i collezionisti necomprendano il giusto approccio salvaguardando così le loro opere e scoprendo quanto lavoro, rispetto e conoscenza si celi in queste complesse pratiche.     

Al fine di creare un incontro chiaro, approfondito e preciso, che esamini l’argomento a 360 gradi, saranno presenti quattro relatori riconosciuti a livello internazionale per la loro grande esperienza e professionalità:

Rosalia Pasqualino di Marineo, Direttrice della Fondazione Piero Manzoni

Alessandra Pozzati in rappresentanza dell’Archivio Ugo Mulas

Barbara Ferriani, restauratrice

Adriano Sala, avvocato luganese specializzato di diritto dei beni culturali

I loro quattro interventi analizzeranno dunque il tema sotto tre punti di vista: quello del restauratore, inteso come figura di riferimento sia per la ricostruzione che per i restauri dell’opera d’arte, che lavora attraverso una ricerca tecnico-scientifica; quello legale, attraverso l’analisi delle leggi che regolamentano il diritto d’autore; ed infine quello dell’archivio d’artista, che determina i confini morali e ideologici nel pieno rispetto dell’autore.  

L'evento è gratuito e aperto a tutti, fino ad esaurimento posti. 
Per l’occasione il Musec offre la possibilità di accedere gratuitamente anche alle mostre in corso.

 



 

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Fotografo sconosciuto, Ritratto di Gerda Taro, Fronte di Guadalajara, Luglio 1937, © International Center of Photography.

 

 
I Giovedì in CAMERA - LA RAGAZZA CON LA LEICA  


Helena Janeczek, autrice del romanzo che ha raccontato la vita di Gerda Taro, dialoga con il direttore artistico di CAMERA
Walter Guadagnini, co-curatore della mostra Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra.


Vincitore nel 2018 del Premio Strega, del Premio Bagutta e finalista al Premio Campiello, La Ragazza con la Leica di Helena Janeczek è la biografia romanzata della vita di Gerda Taro, protagonista insieme a Robert Capa della mostra La fotografia, l’amore, la guerra: un percorso in 120 scatti per raccontare il rapporto professionale e sentimentale tra i due fotografi, tragicamente interrotto dalla morte della Taro nel 1937, a soli 27 anni (CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, 14 febbraio – 2 giugno 2024, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi. Press preview martedì 13 febbraio).

Giovedì 15 febbraio 2024 dalle 18.30 il Centro ospita l’incontro dell’autrice del romanzo, in dialogo con Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA e co-curatore della mostra.

«Così era finita Gerda Taro, per non aver voluto abbandonare il fronte quando non c’era più nessuna speranza, ed era rimasta ferita a morte come tanti altri, in una strada polverosa; lasciò nelle sue foto testimonianza dell’enorme delitto che era stata la guerra. Aveva dedicato la sua splendida vita a un degno compito, a una giusta causa persa.»

La Ragazza con la Leica racconta la vita di questa ragazza ribelle, l'amore con Robert Capa, l'avventura di fotografare e la gioia di vivere nella Parigi degli anni Trenta. Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna.

Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera da una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. È autrice di Lezioni di tenebra, Premio Bagutta opera prima, Le rondini di Montecassino, finalista al Premio Comisso e vincitore del Premio Napoli, del Premio Sandro Onofri e del Premio Pisa e La ragazza con la Leica, Premio Strega 2018, Premio Bagutta, Selezione Premio Campiello. Tutti i suoi libri sono editi da Guanda.  

 



 

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Inchiesta sulle arti lontane - Francesco Paolo Campione dialoga con Paride Pelli  


L'Inchiesta sulle arti lontane è un testo fondamentale per comprendere l'evoluzione del giudizio espresso dalla civiltà europea sulla creatività delle culture non-occidentali. 


Giovedì 8 febbraio alle ore 18:30, Francesco Paolo Campione, Direttore del MUSEC, dialoga con Paride Pelli, Direttore del Corriere del Ticino, sui contenuti del volume Inchiesta sulle arti lontane scritto da Félix Fénéon e di cui il direttore del MUSEC ha curato l’edizione critica.
L'Inchiesta sulle arti lontane è un testo fondamentale per comprendere l'evoluzione del giudizio espresso dalla civiltà europea sulla creatività delle culture non-occidentali. Si tratta di un'antologia: diciannove pareri richiesti a intellettuali ed esperti d'arte, di diversa origine ed estrazione, sul significato e sul valore delle arti etniche. Le stesse che, all'inizio del Novecento, erano entrate a far parte del novero delle nuove fonti prese in considerazione dagli artisti delle avanguardie per rivoluzionare la grammatica dei loro linguaggi espressivi.
Pubblicata fra novembre e dicembre 1920, in tre successivi fascicoli della rivista «Le Bulletin de la vie artistique», l'Inchiesta fu concepita sulla scorta di uno scarno ma acuto questionario ideato da Félix Fénéon (1861- 1944), giornalista, critico, letterato, collezionista, mercante d'arte e anarchico militante, attore di primo piano della scena culturale parigina a cavallo dei due secoli. Per ingentilire il testo e per arricchirlo di un essenziale contrappunto visivo, Fénéon scelse accuratamente ventinove illustrazioni che costituiscono, nel loro insieme, una sorta di narrazione parallela.
L’edizione, oltre a rivelare una vivace varietà di punti di vista, vero e proprio specchio della mentalità di un'epoca, permette al lettore di addentrarsi criticamente nella scoperta della straordinaria ricchezza ideologica, storica e culturale che s'intravvede fra le righe dei vari testi.

Il dialogo tra Francesco Paolo Campione e Paride Pelli, permetterà di apprezzare l’acume e la vivacità di un dibattito d’idee tuttora di grande attualità, che rispecchia la complessità delle interazioni tra «noi» e gli «altri». 

Félix Fénéon, Inchiesta sulle arti lontane, edizione critica a cura di Francesco Paolo Campione (Ibis, 2022)

Il volume è in vendita al bookshop del MUSEC a CHF 20.
Entrata libera. Segue un aperitivo.


MUSEC | Museo delle Culture
Villa Malpensata (via Giuseppe Mazzini 5/Riva Caccia 5)

 



 

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Costantino Nivola e Bona de Mandiargues alla 60. Biennale Arte di Venezia  


La mostra ospitata nel Padiglione Centrale della Biennale vede Nivola inserito all’interno della sezione dedicata alla diaspora degli artisti italiani, che riunisce opere di 40 autori allestite in uno spettacolare allestimento basato su uno storico progetto di Lina Bo Bardi, architetta italiana trasferitasi in Brasile.


Il Museo Nivola è lieto di annunciare la partecipazione di Costantino Nivola e di Bona de Mandiargues alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia curata da Adriano Pedrosa, che si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre 2024.

Nonostante la sua fama internazionale come scultore per l’architettura, durante la sua vita Nivola non prese mai parte alla Biennale di Venezia: nel 1947, quando un critico di primo piano come Ludovico Ragghianti gli propose di parteciparvi, l’artista, in quel periodo impegnato nei suoi primi esperimenti con i linguaggi modernisti, dichiarò con la sua proverbiale modestia di non sentirsi ancora pronto.

Neppure in seguito avrebbe mai esposto in quello che resta il più importante forum internazionale per l’arte contemporanea. Nivola arriva a Venezia oggi, a più di 25 anni dalla sua morte: Adriano Pedrosa, curatore della 60ma edizione della Biennale, lo ha infatti incluso tra gli artisti della mostra principale della rassegna, Stranieri ovunque / Foreigners everywhere.

Dedicata al tema dell’estraneità (del migrante e dell’esule come, in senso esistenziale, dell’artista e di ogni uomo o donna in generale), la mostra ospitata nel Padiglione Centrale della Biennale vede Nivola inserito all’interno della sezione dedicata alla diaspora degli artisti italiani, che riunisce opere di 40 autori allestite in uno spettacolare allestimento basato su uno storico progetto di Lina Bo Bardi, architetta italiana trasferitasi in Brasile.

Nivola sarà presente con un rilievo preparatorio per la decorazione dello showroom Olivetti a New York, l’opera che gli diede la fama nel 1954, ricostruita nel Museo di Orani in una memorabile mostra del 2022. Proveniente dalla collezione del Museo Nivola, il rilievo testimonia la prima applicazione all’architettura della tecnica del sandcasting (la realizzazione di sculture da una matrice di sabbia bagnata), inventata dall’artista.

Nella stessa sezione di Stranieri ovunque sarà presente anche Bona de Mandiargues, artista surrealista riscoperta dal Museo Nivola con la mostra Bona de Mandiargues. Rifare il mondo (prorogata fino al 2 marzo 2024), realizzata in partnership con il programma Ars/Arte Condivisa della Fondazione di Sardegna e in sinergia con la seconda edizione del simposio Contemporanea, da questo organizzato.

Bona de Mandiargues, nata a Roma nel 1926 e trapiantata a Parigi nel 1950, rappresentò tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta un tramite importante tra l’Italia e la Francia. Venezia era uno dei suoi luoghi d’elezione, dove possedeva una casa ereditata dallo zio Filippo De Pisis (figura di primo piano dell’arte italiana di inizio Novecento, anch’esso presente in questa edizione della Biennale); Bona ritorna adesso nella città lagunare come una dei protagonisti di una mostra che ha tra i suoi temi chiave quello della ricerca sui materiali tessili, da lei esplorato a partire dal 1958 in una felice serie di assemblaggi di stoffe. Uno di questi è Toro nuziale del 1958, l’opera con cui figurerà a Venezia e che è adesso esposta nella mostra di Orani.

“Per il museo Nivola - afferma Giuliana Altea, presidente della Fondazione Nivola - la presenza alla Biennale 2024 di Costantino Nivola e di Bona de Mandiargues è una significativa conferma dell’importanza dello scultore cui il museo è dedicato, così come dello sforzo costante di ricerca e approfondimento dell’arte del Novecento e contemporanea che ha riportato alla luce l’opera di un’artista del valore di Bona de Mandiargues.”

“L’attenzione rivolta dalla Biennale alle figure di Nivola e di Bona - dice Luca Cheri, direttore del Museo Nivola - ci sprona a continuare nella politica che abbiamo intrapreso, da un lato di valorizzazione della figura di Costantino Nivola e del suo ruolo internazionale, dall’altro di indagine delle esperienze più significative dell’arte del nostro tempo così come del passato recente.”

“Constatiamo con piacere - osserva Franco Carta, direttore di Ars/Arte condivisa - che la nostra collaborazione con la Fondazione Nivola, attiva ormai da alcuni anni, continua a dare buoni frutti. L’inclusione di Bona de Mandiargues nella Biennale 2024 sancisce la riscoperta di un’artista di grande interesse che finora era stata dimenticata.”

 



 

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Ernst Scheidegger, Allieva della scuola di danza di Madame Rousanne, Parigi, 1955 © Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Zürich

 
PROGRAMMA ESPOSITIVO 2024  


Il MASI Lugano inaugura la stagione espositiva 2024 con un omaggio a un artista svizzero che ha scritto un importante capitolo della storia della fotografia, Ernst Scheidegger.


Il MASI Lugano inaugura la stagione espositiva 2024 con un omaggio a un artista svizzero che ha scritto un importante capitolo della storia della fotografia, Ernst Scheidegger. L’attenzione alla grande fotografia si apre a uno sguardo internazionale in autunno con la personale dedicata a Luigi Ghirri e incentrata sul tema del viaggio, reale e immaginario. “Calder: Sculpting Time” presenterà per la prima volta a Lugano l’opera di uno degli artisti più innovativi del ventesimo secolo, Alexander Calder.

Guarda invece alla ricerca contemporanea più attuale la mostra dell’artista svizzero Shahryar Nashat. L’intensa stagione 2024 si chiude in autunno con nuovo approfondimento sulla storia dell’arte del Cantone Ticino e delle collezioni museali con l’esposizione “Da Davos a Obino. Ernst Ludwig Kirchner e gli artisti del gruppo Rot-Blau”.

Il MASI apre la stagione 2024 con una mostra omaggio a un grande artista svizzero, Ernst Scheidegger (Rorschach, 1923 – Zurigo, 2016). L’esposizione, in collaborazione con il Kunsthaus Zürich e la Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, viene proposta sulla scia delle attività per il centenario della nascita del fotografo che ha scritto un importante capitolo della storia della fotografia internazionale. Attivo come fotoreporter e collaboratore della rinomata agenzia Magnum Photos e assiduo frequentatore della scena artistica d’avanguardia parigina, Scheidegger è noto per i ritratti d’artista – tra cui quelli diventati iconici di Alberto Giacometti, amico di una vita. La mostra al MASI ripercorre la produzione del fotografo svizzero attraverso una selezione di scatti giovanili del decennio 1945 -1955, perlopiù inediti, e i celebri ritratti d’artista, che saranno in dialogo con una selezione di opere delle artiste e degli artisti di volta in volta immortalati. La mostra “Faccia a faccia. Giacometti, Dalí, Miró, Ernst, Chagall. Omaggio a Ernst Scheidegger” sarà aperta al pubblico dal 18.02 al 21.07.2024.

Il focus sulla grande fotografia si apre a uno sguardo internazionale nell’autunno 2024 con la personale dedicata a Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Roncocesi, 1992), a poco più di trent’anni dalla sua prematura scomparsa. “Luigi Ghirri - Il viaggio. Fotografie 1970-1991” è il titolo dell’esposizione che mette in luce, attraverso circa 150 stampe, le diverse prospettive del fotografo italiano sul viaggio, inteso non solo come esperienza, ma anche come dimensione immaginaria. In questo senso, accanto alle mete turistiche, spesso immortalate fuori stagione, la mostra presenterà anche fotografie di mappe, atlanti, immagini pubblicitarie e cartoline attraverso un percorso espositivo concepito come un libero labirinto che si dipana tra le “geografie sentimentali” di uno dei pionieri della fotografia del novecento (dal 08.09.2024 al 26.01.2025).

Guarda invece alla ricerca contemporanea più attuale la mostra dell’artista svizzero “Shahryar Nashat. Streams of Spleen” che al MASI presenterà un'installazione immersiva di grande impatto. Per il progetto espositivo, concepito per la sala ipogea, l’artista stravolgerà completamente lo spazio museale e la sua atmosfera intervenendo sul pavimento, sui pilastri, sulle luci e sulle pareti della sala. Tra le opere esposte saranno presenti sculture inedite e un video su uno schermo integrato nell’architettura. Nashat (Ginevra, 1975) ama intervenire sugli spazi per creare un ambiente multisensoriale coeso e nelle sue opere sperimenta spesso con materiali non convenzionali, come la gomma uretanica, le resine o il gel lucido. Al centro della ricerca dell’artista c'è il corpo umano, nelle sue interazioni e sensazioni, nella sua fragilità e resilienza. In un momento storico in cui le tecnologie filtrano gran parte della nostra esperienza corporea, il lavoro di Nashat è estremamente stimolante perché, partendo da interventi sulla percezione fisica, riesce a innescare una riflessione sulla condizione umana (dal 17.03 al 18.08.2024).

La mostra "Calder. Sculpting Time" esplorerà l'impatto profondo e trasformativo di uno degli artisti più rivoluzionari del XX secolo attraverso un focus mirato. Alexander Calder (Lawnton, Pennsylvania, 1898 – New York, 1976) ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura, introducendo la quarta dimensione del tempo nell'arte con i suoi leggendari "Mobiles" - termine coniato da Marcel Duchamp che in francese si riferisce sia al "movimento" che al "motivo"  - ed esplorando i volumi e i vuoti nei suoi stabiles, come Jean Arp battezzò i suoi oggetti stazionari. La mostra comprenderà oltre trenta capolavori realizzati tra il 1930 e il 1960 - gli anni più innovativi e prolifici di Calder - dalle prime astrazioni o sphériques a una magnifica selezione di mobiles, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni. Sculpting Time presenterà anche un'ampia serie di "Constellations" di Calder, un termine proposto da Duchamp e James Johnson Sweeney per gli amati oggetti dell'artista realizzati in legno e filo metallico nel 1943, un periodo in cui la lamiera scarseggiava a causa della Seconda guerra mondiale.

La mostra è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Favorita (dal 05.05 al 06.10.2024).

Anche nel 2024 il MASI continua a dare spazio alla creazione contemporanea svizzera. Durante l’estate, da giugno ad agosto, si svolgerà a Palazzo Reali la mostra del vincitore o della vincitrice del Bally Artist Award, il premio che ogni anno la Fondazione Bally, in collaborazione con il MASI, assegna a un artista o un’artista attivi sul territorio elvetico. Da ottobre 2024 a gennaio 2025 le sale del LAC ospiteranno invece la mostra dell’artista Johanna Kotlaris (Zurigo, 1988), vincitrice per il Ticino del Premio Culturale Manor 2024, che concepirà un progetto espositivo per l’occasione.

L’intensa stagione 2024 si chiude in autunno con nuovo approfondimento sulla storia dell’arte del Cantone Ticino e delle collezioni del museo. La mostra “Da Davos a Obino. Ernst Ludwig Kirchner e gli artisti del gruppo Rot-Blau” presenta l’opera di Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938) e mette in luce, in particolare, l’influenza che egli ha avuto sulla generazione di giovani artisti svizzeri nello sviluppo del loro linguaggio pittorico e scultoreo di matrice espressionista. La selezione di una ventina di dipinti di Kirchner, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private svizzere ed europee, intende così contestualizzare una importante pagina della storia artistica locale e nazionale (dal 17.11.2024 al 23.03.2025).

Programma espositivo 2024

Faccia a faccia. Giacometti, Dalí, Miró, Ernst, Chagall. Omaggio a Ernst Scheidegger

MASI | LAC

18.02 – 21.07.2024

Shahryar Nashat. Streams of Spleen

MASI | LAC

02.04 – 15.10.2023

Calder. Sculpting Time

MASI | LAC

05.05 – 06.10.2024

Bally Artist Award 2024

MASI | Palazzo Reali

giugno – agosto 2024

Luigi Ghirri

Il viaggio. Fotografie 1970-1991

MASI | LAC

08.09.2024 – 26.01.2025

Da Davos a Obino. Ernst Ludwig Kirchner e gli artisti del gruppo Rot-Blau

MASI | LAC

17.11.2024 – 23.03.2025