squilotti

 Giulio Squillacciotti. What Has Left Since We Left. Italia / Paesi Bassi, 2020. Still da video. Courtesy l'artista e Careof Milano (I), Kingswood Films (NL)

 

Prosegue la partecipazione della GAMeC ad ARTISTS’ FILM INTERNATIONAL - XIII EDIZIONE

L’edizione 2021 della rassegna sarà però ibrida, e prevedrà, ove possibile, anche la possibilità di fruizione in presenza nelle diverse realtà espositive nel mondo.

Prosegue la partecipazione della GAMeC ad Artists’ Film International, il prestigioso network dedicato alla videoarte, nato nel 2008 da un’iniziativa della Whitechapel Gallery di Londra, che coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni d’arte contemporanea internazionali – ad oggi oltre venti – e artisti provenienti da tutto il mondo.

Anche per questa tredicesima edizione continua il format inaugurato lo scorso anno, quando musei e istituzioni, chiusi a causa della pandemia, hanno promosso online le opere video selezionate dal network, attraverso i propri siti web e i propri canali social. L’edizione 2021 della rassegna sarà però ibrida, e prevedrà, ove possibile, anche la possibilità di fruizione in presenza nelle diverse realtà espositive nel mondo.

Come di consueto, ciascuna istituzione è stata invitata a segnalare un artista del proprio Paese e a presentare il suo lavoro attraverso un’opera video in relazione alla tematica proposta, che per questa edizione è la “Cura”.

Le curatrici Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni hanno selezionato per la GAMeC l’artista e filmmaker Giulio Squillacciotti (Roma, 1982) con What Has Left Since We Left (2020), che sarà visibile sul sito del museo dall’8 al 14 aprile, e nello Spazio Zero per tutta la durata della rassegna, appena le condizioni sanitarie consentiranno la riapertura dei musei.

Dal 15 aprile, e con cadenza settimanale, il sito della GAMeC ospiterà inoltre una selezione dei film proposti dalle altre istituzioni partecipanti: Whitechapel Gallery, Londra; Crawford Art Gallery, Cork; Museum of Modern Art, Varsavia; Istanbul Modern, Istanbul; Contemporary Art Centre - CAC, Vilnius; Bonniers Konsthall, Stoccolma; Ballroom Marfa, Marfa, Texas; Hammer Museum, Los Angeles; Fundación Proa, Buenos Aires.

Il lavoro di Giulio Squillacciotti muove i passi da eventi reali, indagini di carattere storico antropologico, luoghi attraversati o abbandonati che raccontano storie intime o collettive, per restituire narrazioni possibili a partire da prospettive soggettive, reperti, credenze religiose e cultura popolare. Usando il film, il documentario, l’audio e la scenografia, l’artista elabora una riflessione intorno alle tradizioni, inventate o mutate nel tempo, mescolando finzione e fatti storici.

All’artista sarà interamente dedicato Spazio Zero, la project room della GAMeC che ospiterà, alla sua prima proiezione in un’istituzione museale italiana, What Has Left Since We Left, un film prodotto da Careof e Kingswood Films, con il supporto di Italian Council e Limburg Film Fonds.

Con l’aiuto di un’interprete britannica, gli ultimi tre Paesi appartenenti all’Unione Europea, riuniti nella Sala del Trattato di Maastricht, tentano di superare il senso di perdita causato da un’Europa ormai disgregata. La conversazione permette ai loro legami politici e personali di intrecciarsi metaforicamente, costringendoli ad affrontare la loro crisi d’identità e riconoscere ciò che resta, ciò che non è più e ciò che potrebbe ancora essere la loro Unione.

Congiuntamente a What Has Left Since We Left verrà presentata anche una selezione di precedenti short film del regista: Scala C - Interno 8 (2017), La dernière image (2015) e Zimmerreise (2010), che costituiscono una trilogia intorno al tema dei luoghi, ora immaginati, ora abitati, ora abbandonati, ma pur sempre protagonisti e depositari di un vissuto. Mentre la macchina da presa si muove esplorando l’interno di un’abitazione, il piano completamente spoglio di un grattacielo e le sale di un museo d’arte moderna, le voci e le storie fuoricampo accompagnano il percorso visivo e ci parlano di relazioni e assenze.

Dopotutto cos’è l’Europa, se non l’interno 8 della scala C, dai confini arbitrari e allargati; un serbatoio di ideali, uno spazio di confronto su temi comuni, attenzioni e cure di diverse proporzioni ed esiti?

In questi quattro luoghi si confrontano altrettante tipologie di soggetti in rapporto all’ambiente in cui sono inseriti.

In Scala C - Interno 8, attraverso lo scorrere dei messaggi in una segreteria telefonica, si racconta la storia di Fulvio Pesarini e Livia Bellagamba, un amore non consumato tra la polvere e la penombra di un appartamento di Roma, vuoto e “abbandonato”, in cui tutto risulta immobile ma curato, protetto e in ordine, e in cui risuona la voce di Fulvio.

In La dernière image, un unico piano sequenza restituisce le stanze di un museo deserto, all’apparenza in stato d’abbandono, in cui una voce femminile narra vicende legate a un altro abbandono, quello di una persona con la quale ha condiviso tempo e spazi.

Infine, in Zimmerreise, una donna vaga per il diciannovesimo piano di un edificio in un’anonima città industrializzata. Attraverso una serie di indicazioni ricevute tramite corrispondenza epistolare, le è stato indicato come dipingere un paesaggio immaginario, in cui incontrare l’autore di quelle lettere.

 

 

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 Contemporanee/Contemporanei, intallation view Polo Santa Marta UNIVR, courtesy AGI Verona.

 

 "Its dark materials" incontri e confronti sull'arte contemporanea

Un ciclo di incontri a cura di Monica Molteni e Luca Bochicchio promosso da CONTEMPORANEA piattaforma multidisciplinare sui linguaggi della contemporaneità.

Inizierà il 15 aprile il ciclo di incontri settimanali Its dark materials, una rassegna dedicata ai molti lati oscuri dell'arte contemporanea, a partire dalla sua indeterminatezza rispetto ai canoni di classificazione, conservazione e interpretazione adottati tradizionalmente dalla storia e dalla critica d'arte, nonché dalla museologia e dalle scienze del restauro.

Its dark materials è promosso da Contemporanea, la piattaforma multidisciplinare sui linguaggi della contemporaneità sviluppata a partire dalla mostra Contemporanee/Contemporanei allestita nel polo Santa Marta e in altri spazi dell'università di Verona.

Il ciclo prevede sette incontri, a cura di Monica Molteni, docente di Storia delle tecniche artistiche e del restauro, e Luca Bochicchio, direttore del Muda di Albissola Marina e assegnista di ricerca di Storia dell'arte contemporanea, entrambi del dipartimento di Culture e civiltà dell'ateneo di Verona. Il focus di questi incontri è orientato sulle problematiche conservative, diagnostiche e fruitive di opere d'arte e architettura contemporanee, dagli anni Trenta del Novecento a oggi. Ospiti della rassegna saranno alcuni tra i più importanti studiosi italiani, impegnati nella ricerca a livello internazionale. 

Dal 15 aprile al 27 maggio, un incontro a settimana affronterà problematiche conservative, diagnostiche e fruitive di opere d'arte e architettura contemporanee, dagli anni Trenta del Novecento a oggi, con ospiti della rassegna saranno alcuni tra i più importanti studiosi italiani, impegnati in ricerche internazionali. I temi trattati sono vari, si parte, per citarne solo alcuni, da una riflessione sul rapporto tra scienza e arte contemporanea con Antonio Sgamellotti, Accademico dei Lincei, che interverrà a conclusione del contributo di Letizia Monico, ricercatrice del Cnr-Scitec di Perugia, sul degrado dei gialli nei Girasoli di Van Gogh e nell'Urlo di Munch. Della conservazione e fruizione delle opere architettoniche si parlerà con Andrea Canziani, architetto del ministero della Cultura, e Patrizia Moretti, ricercatrice dell'Università della Svizzera Italiana. Le diverse problematiche conservative delle opere d'arte contemporanea ambientate nello spazio saranno al centro degli interventi di due esperte restauratrici dell'Opicificio delle Pietre dure di Firenze, Shirin Afra e Chiara Gabbriellini e di Francesco Tedeschi, docente di Storia dell'arte contemporanea dell'Università Cattolica di Milano.

Interessante anche l'appuntamento del 20 maggio, dedicato alle attività di manutenzione e restauro delle opere della Collezione Agi Verona presenti al Polo universitario Santa Marta, frutto di una convenzione tra ateneo e AGI Verona. Insieme ad Andrea Toniutti, docente di Restauro dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Verona, e Luca Bochicchio, interverranno due giovani studiose dell'Accademia e dell'Università di Verona: Giulia Passerini e Silvia Concari.

La partecipazione alle conferenze, moderate da Luca Bochicchio e Monica Molteni, sarà aperta al pubblico, con l'intento di alimentare un dibattito trasversale sugli argomenti trattati.

Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile sul sito di Contemporanea

Tutti gli incontri si terranno alle 17.30 in modalità webinar al link 

https://univr.zoom.us/s/86123556439 e live sul canale Facebook Contemporanea

incontri e confronti sull'arte contemporanea

Inizierà il 15 aprile il ciclo di incontri settimanali Its dark materials, una rassegna dedicata ai molti lati oscuri dell'arte contemporanea, a partire dalla sua indeterminatezza rispetto ai canoni di classificazione, conservazione e interpretazione adottati tradizionalmente dalla storia e dalla critica d'arte, nonché dalla museologia e dalle scienze del restauro.

Its dark materials è promosso da Contemporanea, la piattaforma multidisciplinare sui linguaggi della contemporaneità sviluppata a partire dalla mostra Contemporanee/Contemporanei allestita nel polo Santa Marta e in altri spazi dell'università di Verona.

 

Il ciclo prevede sette incontri, a cura di Monica Molteni, docente di Storia delle tecniche artistiche e del restauro, e Luca Bochicchio, direttore del Muda di Albissola Marina e assegnista di ricerca di Storia dell'arte contemporanea, entrambi del dipartimento di Culture e civiltà dell'ateneo di Verona. Il focus di questi incontri è orientato sulle problematiche conservative, diagnostiche e fruitive di opere d'arte e architettura contemporanee, dagli anni Trenta del Novecento a oggi. Ospiti della rassegna saranno alcuni tra i più importanti studiosi italiani, impegnati nella ricerca a livello internazionale.

 

Dal 15 aprile al 27 maggio, un incontro a settimana affronterà problematiche conservative, diagnostiche e fruitive di opere d'arte e architettura contemporanee, dagli anni Trenta del Novecento a oggi, con ospiti della rassegna saranno alcuni tra i più importanti studiosi italiani, impegnati in ricerche internazionali. I temi trattati sono vari, si parte, per citarne solo alcuni, da una riflessione sul rapporto tra scienza e arte contemporanea con Antonio Sgamellotti, Accademico dei Lincei, che interverrà a conclusione del contributo di Letizia Monico, ricercatrice del Cnr-Scitec di Perugia, sul degrado dei gialli nei Girasoli di Van Gogh e nell'Urlo di Munch. Della conservazione e fruizione delle opere architettoniche si parlerà con Andrea Canziani, architetto del ministero della Cultura, e Patrizia Moretti, ricercatrice dell'Università della Svizzera Italiana. Le diverse problematiche conservative delle opere d'arte contemporanea ambientate nello spazio saranno al centro degli interventi di due esperte restauratrici dell'Opicificio delle Pietre dure di Firenze, Shirin Afra e Chiara Gabbriellini e di Francesco Tedeschi, docente di Storia dell'arte contemporanea dell'Università Cattolica di Milano.

 

Interessante anche l'appuntamento del 20 maggio, dedicato alle attività di manutenzione e restauro delle opere della Collezione Agi Verona presenti al Polo universitario Santa Marta, frutto di una convenzione tra ateneo e AGI Verona. Insieme ad Andrea Toniutti, docente di Restauro dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Verona, e Luca Bochicchio, interverranno due giovani studiose dell'Accademia e dell'Università di Verona: Giulia Passerini e Silvia Concari.

 

La partecipazione alle conferenze, moderate da Luca Bochicchio e Monica Molteni, sarà aperta al pubblico, con l'intento di alimentare un dibattito trasversale sugli argomenti trattati.

 

Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile sul sito di Contemporanea

Tutti gli incontri si terranno alle 17.30 in modalità webinar al link

https://univr.zoom.us/s/86123556439

e live sul canale Facebook Contemporanea

 

 

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"Simmetrie Asimmetriche", la prima mostra del ciclo "Paròla", presso "Studiolo" di De Pietri Artphilein Foundation

La mostra inaugura il nuovo spazio espositivo Studiolo di De Pietri Artphilein Foundation. 

Aurélie Nemours e Carey Young, due donne appartenenti a generazioni diverse, le quali - seppure con tecniche, modalità di rappresentazione, finalità e messaggi differenti – entrambe invitano lo spettatore a riflettere sull’utilizzo delle parole in arte, quelle stesse parole che condizionano la vita di tutti noi.

Il libro d’artista Symmetrie di Aurélie Nemours (datato 1982) rappresenta appieno l’apice del suo percorso artistico: l’approdo al quadrato. Dopo aver sperimentato altre linee e forme geometriche, tra gli anni 1965-1970, l’artista ha voluto concentrarsi esclusivamente sul quadrato, nel quale ravvisa l’espressione universale, l’esclusione e l’inclusione, materiale ed immateriale, di ‘tutto’: il brutto e il bello, il facile e il difficile, l’effimero e l’imperituro, l’essenziale e l’elaborato, la linea, il cerchio e tutti i colori, l’essere, l’avere, il dare, la giovinezza, la vecchiaia, la morte… Come Aurélie Nemours spiega nel suo poema di accompagnamento alle grafiche di Symmetrie, il nero comprende tutto, il bianco dà tutto e il colore è offerta. E alla fine, per Aurélie Nemours, tutto torna in un’instabile simmetria cosmica.

Appartenente ad un’altra generazione e ben lontana dalle attese e dai propositi sbocciati tra gli anni ’60 e ’70 del ventesimo secolo, Carey Young dà una lettura più disincantata e eminentemente politica dell’utilizzo della parola. Per le sue esplorazioni artistiche impiega dispositivi e linguaggi propri di altre discipline, quali ad esempio l’economia, il diritto, le scienze, il marketing, la retorica politica. Nella sua opera in mostra Obsidian Contract (2010) Carey Young presenta un contratto stampato al contrario e riflesso in uno specchio nero, strumento evocativo di una lunga tradizione di stregoneria e allusione all’occulto di molte culture. Soltanto nella visione effimera delle parole riflesse nello specchio lo spettatore coglie il contenuto del contratto, ovvero la metamorfosi dell’illecito nel lecito, in un’assurda manipolazione di quanto è vietato nella ‘vera’ sfera pubblica in consentito nella rifrazione dello specchio.

Entrambe le artiste lanciano un messaggio forte, uno stimolo alla riflessione sul mondo nella sua completezza con particolare accento agli opposti, quasi a volerci confondere su ciò che dovrebbe e ciò che non dovrebbe essere. Il messaggio di Aurélie Nemours è apparentemente più rassicurante, sebbene la simmetria da lei invocata sia implicitamente fragile e effimera; le parole di Carey Young sono aspramente inquietanti e non concedono alcun conforto al suo messaggio apocalittico. A noi trovare una soluzione per destreggiarci in questo mondo permeato da simmetrie asimmetriche.
Biografie
Aurélie Nemours (29 ottobre 1910 - 27 gennaio 2005) è stata una pittrice parigina che ha realizzato dipinti geometrici astratti ed è stata fortemente influenzata da De Stijl, o neoplasticismo.
Prima di ogni sviluppo, ha realizzato misurazioni, studi, schizzi e disegni. Poi è passata all'essenziale, bianco e nero o colore; per lei il colore è "pura energia". Dopo un apprendistato, ha sviluppato la sua visione in vari studi e in particolare in Fernand Léger. Ispirata da Léger, Nemours ammorbidisce i suoi bordi di forme e linee, impregnando le sue tele con la sensualità dell'atto pittorico stesso. Ha lavorato in bianco e nero e colori audaci e ha affinato il suo vocabolario visivo su piani orizzontali e verticali, angoli retti, linee, rettangoli e, infine, il quadrato, la sua rappresentazione ideale dell'armonia universale. Lavora così in serie dal 1965 al 1970: il quadrato diventa la dimensione chiave del suo lavoro. Sebbene abbia smesso di dipingere nel 2002, è onorata ora e in futuro dagli artisti che hanno lavorato in modo coerente e innovativo nel campo del pensiero affermando la propria visione.
Carey Young (nata nel 1970, vive e lavora a Londra) ha sviluppato la sua pratica artistica da una fertilizzazione incrociata di discipline tra cui economia, diritto, politica, scienza e comunicazione. Gli strumenti e il linguaggio di questi diversi campi fungono da materiale per le sue installazioni, performance, testi e fotografie, nonché per video in cui si sviluppano relazioni assurde tra l'interprete o i soggetti e la retorica del discorso politico, commerciale o legale. Recentemente, ha esplorato le relazioni tra legge, genere e cinema, in particolare con l'installazione video Palais de Justice (2017), in cui l'artista ha filmato di nascosto donne giudici che lavoravano presso il tribunale principale del Belgio.

Le opere esposte:
Aurélie Nemours
Symmetrie
Editions Fanal
1982
48/50 (50: 1-48 + 9 HC: I-IX)

Carey Young
Obsidian Contract
2010
specchio nero, velcro, lettere pre-spaziate adesive
Aurélie

Info
Aperto il giovedì dalle ore 11:00 alle 17:00 venerdì su appuntamento scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Via Ferruccio Pelli, 13 CH-6900 Lugano

 

 

fond pini

 

Alla FONDAZIONE ADOLFO PINI: Flavio Favelli e Francesca Guerisoli "Conversazione"

Il primo incontro organizzato da Fondazione Pini su Clubhouse metterà in dialogo l’artista e la studiosa sui temi della mostra Vita d’artista, in corso fino al 7 maggio.

In attesa di poter riaprire gli spazi ottocenteschi di Corso Garibaldi a Milano, la Fondazione Adolfo Pini rafforza la propria vocazione alla ricerca e alla sperimentazione esplorando gli spazi virtuali di Clubhouse. Giovedì 8 aprile alle ore 18.00 apre una room per ospitare la conversazione tra Flavio Favelli e Francesca Guerisoli.

L’artista e la studiosa si confronteranno sui temi affrontati da Vita d'Artista, il progetto espositivo site-specific prodotto dalla Fondazione per la sua sede, in corso fino al 7 maggio 2021, portando in luce dinamiche e riflessioni caratteristiche della poetica di Favelli, come la relazione tra le dimensioni familiare, sociale, storica e la contemporaneità.

Le opere esposte in Vita d’Artista, attraverso oggetti d’arredamento o di uso comune, rimandano sia all’estetica borghese degli ambienti familiari in cui è cresciuto, sia a quella del consumo prodotto dall’industria e dalla pubblicità. Nelle sue opere – collage, sculture, ambienti – i materiali vengono assemblati dando vita a sovrapposizioni di senso che non snaturano gli oggetti ma ne amplificano il valore simbolico: oggetti di una quotidianità passata ma presente ancora oggi attraverso il filtro della memoria e del ricordo.

Organizzata in tre capitoli, la conversazione tra Favelli e Guerisoli includerà incursioni nella sfera privata dell'artista, con aneddoti e collegamenti diretti tra la sua vita e le opere realizzate per la Fondazione.

Flavio Favelli (Firenze, 1967) dopo la laurea in Storia all'Università di Bologna, ha esposto con progetti personali al MAXXI di Roma, al Centro Pecci di Prato, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, alla Maison Rouge di Parigi e al 176 Project Space di Londra. Ha partecipa alla mostra “Italics” a Palazzo Grassi nel 2008 e a due Biennali di Venezia: la 50°, a cura di Francesco Bonami, e la 55°, al Padiglione Italia a cura di Bartolomeo Pietromarchi.

Francesca Guerisoli (Genova, 1980), Ph.D, si occupa di storia e critica d'arte contemporanea e di museologia, con un particolare interesse verso le nuove tendenze artistiche. È docente presso l'Università di Milano-Bicocca ed è direttrice artistica di Fondazione Pietro e Alberto Rossini, per cui cura il programma espositivo incentrato su nuove produzioni e mostre di artisti del '900. Ha pubblicato numerosi saggi sulle ricerche artistiche più attuali e collabora attivamente con “Il Sole 24 Ore”.

 

 

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Nella primavera del 2020 riprende Connessioni Inventive

Un progetto inedito di committenza e produzione di conversazioni digitali realizzato in collaborazione tra due istituzioni italiane di arte e cultura contemporanee, il MAN Museo d'Arte della Provincia di Nuoro e Fondazione ICA Milano.

Dopo l’avvio nella primavera del 2020 riprende Connessioni Inventive, un progetto inedito di committenza e produzione di un calendario di conversazioni digitali pensate come momenti di formazione e approfondimento, realizzato in collaborazione tra due istituzioni italiane di arte e cultura contemporanee, il MAN Museo d'Arte della Provincia di Nuoro e Fondazione ICA Milano.

Obiettivo di questa seconda serie del progetto è continuare a dare impulso a un percorso di promozione di conoscenza umanistica in termini interdisciplinari. La prima serie ha generato idee e riflessioni che hanno trovato sviluppo e rilancio in più occasioni, come nel caso del volume “Dopo le crisi 1973, 2001, 2008, 2020” (Edizioni Lettera Ventidue, 2021) dove, in dialogo con Federica Doglio, Mirko Zardini ha rielaborato in forma scritta la conversazione presentata per Connessioni Inventive a giugno 2020.

In un momento di intensa riflessione civile sul ruolo e potenzialità delle produzioni teoriche in ambito culturale, MAN e ICA proseguono il programma di lecture digitali per offrire un contributo di ricerca analisi e interpretazione affidato a voci italiane autorevoli nei loro ambiti di operatività.

Nel progetto Connessioni Inventive, MAN e ICA condividono un piano di specifiche committenze a ricercatrici e ricercatori italiani attivi in Italia e all’estero e provenienti da campi diversi e tra loro interrelati: l’ambito dell’indagine, ampio e versatile, propone contenuti in campo filosofico, sociale e artistico.  Seguendo l'ispirazione della tradizione latina del sapere aude, il coraggio di conoscere, ripresa nel XVIII secolo come un asse fondativo della cultura critica europea, le due istituzioni avviano con Connessioni Inventive un percorso finalizzato a ispirare un'idea di conoscenza come scelta di consapevolezza e di sviluppo di sé.

Connessioni Inventive nasce come risposta alla necessità per una istituzione culturale di intercettare e individuare contenuti appropriati con il tempo che viviamo, unitamente a nuove e fertili modalità di condivisione. Esigenza che MAN e ICA interpretano come una opportunità progettuale a lungo termine e non occasionale, per contribuire a stabilire un processo di produzione teorica e culturale a tutti accessibile ma senza rifiutare il confronto con la complessità.

Connessioni Inventive è un progetto ideato e curato da Luigi Fassi e Alberto Salvadori.

Ogni incontro sarà fruibile in diretta streaming sulla pagina Facebook di MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro (@museoman) e sull’account Instagram di ICA (@ica_milano), il giovedì alle ore 18.00 nelle date indicate. I contributi saranno successivamente disponibili sul canale Youtube dedicato (Connessioni Inventive) e sui siti delle rispettive istituzioni www.museoman.it e www.icamilano.itv al fine di costituire un archivio accessibile in ogni momento.

Calendario appuntamenti:

Giovedì 15 aprile, ore 18.00 - Lisa Bortolotti, I deliri: riflessioni etiche e filosofiche.

Giovedì 22 aprile, ore 18.00 - Vittorio Bufacchi, La violenza: un concetto multidimensionale

Giovedì 29 aprile, ore 18.00 - Alessandra Fussi, Le emozioni umane nelle interazioni con i robot

Giovedì 6 maggio, ore 18.00 - Federico Cugurullo, Città intelligenti o città mostruose?

Giovedì 13 maggio, ore 18.00 - Anna Marmodoro, Il potere della bellezza

Giovedì 20 maggio, ore 18.00 - Roberto Dainotto, L'Africa in casa di Ernesto de Martino

Giovedì 27 maggio, ore 18.00 - Achille Varzi, Che cos'è una città?

Giovedì 3 giugno, ore 18.00 - Linda Bertelli, Taci, anzi scrivi. Linguaggio e gesto della trasformazione in Carla Lonzi

 

 

miart2021 NL Header animato ITA

 

miart presenta DISMANTLING THE SILENCE dal 17 al 19 settembre

La campagna trae il titolo dall’omonima raccolta di poesie di Charles Simić pubblicata nel 1971 e che proprio quest’anno compie 50 anni.

Dismantling the Silence è il titolo della campagna visiva di miart 2021, la venticinquesima edizione della fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano organizzata da Fiera Milano e diretta per il primo anno da Nicola Ricciardi, che avrà luogo in forma ibrida, fisica e digitale, dal 17 al 19 settembre.

La campagna trae il titolo dall’omonima raccolta di poesie di Charles Simić – poeta, traduttore e accademico statunitense di origine serba, vincitore del Premio Pulitzer nel 1990 – pubblicata nel 1971 e che proprio quest’anno compie 50 anni.

Dismantling the Silence, smantellare il silenzio, è la risposta che miart si propone di dare a un mondo dell’arte che sta attraversando una fase di profonda trasformazione e che — dopo quasi due anni di assenze e di silenzi — cerca ora nuovi modi per comunicare.

miart sceglie di partire dalla poesia, strettamente intrecciata con la storia dell’arte, per costruire un percorso a tappe che si svelerà nel corso dei mesi, assecondando il tempo e il ritmo necessari a infrangere il silenzio per riempirlo di nuovi contenuti e di nuovo senso.

La campagna studiata da Studio Folder trae ispirazione dal filone della tipografia espressiva e utilizza il font Perpetua, lo stesso usato per la prima pubblicazione della raccolta di Charles Simić nel 1971.

Le lettere si scompongono in linee che svelano il messaggio attraverso il movimento, grazie all’animazione e all’Effetto Moirè — una figura di interferenza data dalla sovrapposizione di due pattern, che crea visivamente un’illusione di movimento — per i supporti analogici e digitali. In questo modo la “rottura del silenzio” avviene attraverso un’azione che diventa un gioco su supporti diversi, che ben rispecchiano la doppia natura – fisica e digitale – di miart 2021.

A partire da aprile 2021 e fino all’apertura di miart al pubblico il 17 settembre, Dismantling the Silence racconterà le tante anime di miart – il dialogo tra passato e presente, storia e sperimentazione e l'approccio interdisciplinare alla coesistenza di arte moderna, arte contemporanea, design e arti applicate – attraverso il fiorire, dopo il silenzio, di nuove parole.

Tra i clienti di Studio Folder: La Biennale di Venezia, V&A Museum London, ArkDes Museum in Stockholm, CCA in Montreal, Triennale Milano, Fundación Telefonica in Madrid, Routledge, Sternberg Press, Luma Foundation, Solomon R. Guggenheim Museum, Serpentine Galleries, TBA21, Studio Olafur Eliasson, Studio Tomás Saraceno and Fondation Cartier Paris.

miart 2021
17 - 19 settembre 2021
fieramilanocity
www.miart.it