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 Martina Magnani, Educati ad essere perfetti, 2022, Liceo R. Corso, Correggio (RE). 3° premio al concorso Premio Davide Vignali 2022. Courtesy l’artista.

 

PREMIO DAVIDE VIGNALI, MINECRAFT E IOCOSE. Tre mostre all’insegna della giovane arte 

Incontro tra talenti emergenti, sperimentazione ed esperienza ludica. 

FMAV Fondazione Modena Arti Visive inaugura il 25 novembre 2022 (fino al 26 febbraio 2023) con tre importanti mostre diffuse negli spazi di FMAV Palazzo Santa Margherita e della Palazzina dei Giardini, in un incontro tra talenti emergenti, sperimentazione ed esperienza ludica.

Si parte con la mostra dell’undicesima edizione del Premio Davide Vignali promosso da FMAV insieme alla Famiglia Vignali e all’Istituto d’Arte Venturi di Modena, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, con l’obiettivo di sostenere la creatività dei giovani talenti del territorio. Nato nel nome di Davide Vignali, ex studente dell’Istituto d’Arte Venturi di Modena scomparso prematuramente nel 2011, l’iniziativa ha visto partecipare ben 127 studenti per l’edizione 2021/2022 ed ha premiato:  Anita Schulte-Bunert (IIS Blaise Pascal, Reggio Emilia), 1° premio per Se dici che mi vedi meglio significa che non sto abbastanza male; Sara Ori (IIS Venturi, Modena) 2° premio per Persone normali; Martina Magnani (Liceo Corso, Correggio (RE)) 3° premio per Educati ad essere perfetti; Rebecca Felicelli e Sofia Kalfus (IIS Venturi, Modena) Premio Venturi per Become adult; Martina Bellapianta (IIS Venturi, Modena) Menzione speciale per Empatia; Gloria Venturelli (IIS Venturi, Modena) Menzione speciale per Non l’ho fato a posta. Scopri di più sulla mostra

Sempre a Palazzo Santa Margherita, al Museo della Figurina, apre Minecraft Museum Adventure – Viaggio nel mondo della figurina, a cura di Francesca Fontana e Lorenzo Respi. Creato nel 2009 dallo sviluppatore svedese Markus Persson, detto “Notch”, Minecraft è il videogioco più venduto al mondo.

Grazie alle meccaniche del gioco, Minecraft è considerato un utile mezzo di apprendimento e uno strumento per sviluppare la creatività, la logica, il pensiero computazionale e le capacità di problem solving. Attraverso le collezioni e i materiali conservati al Museo della Figurina - connessi al concetto di edutainment, dal momento che lo scopo della figurina era insegnare qualcosa in maniera divertente - è stato sviluppato insieme a Future Education Modena un progetto per la ricostruzione del Museo all’interno di Minecraft (Java Edition), con gli obiettivi di amplificare l’esperienza museale utilizzando il videogioco, coinvolgere i più giovani nella visita al museo e integrare l’esperienza analogica e quella digitale. Scopri di più sulla mostra

La Palazzina dei Giardini ospita invece la IOCOSE. Loops & Vectors, la prima mostra personale in un’istituzione museale del collettivo artistico IOCOSE, a cura di Francesca Lazzarini e Daniele De Luigi. Fondato nel 2006 da Matteo Cremonesi, Filippo Cuttica, Davide Prati e Paolo Ruffino, il collettivo pone al centro del proprio lavoro la ricerca di tracce lasciate nel presente dai fallimenti delle narrazioni sul futuro della tecnologia. Attraverso una lettura poetica e surreale dei miti del progresso, IOCOSE produce nuove interpretazioni degli immaginari, le iconografie e le retoriche sull’innovazione tecnologica. Fin dagli inizi, con atteggiamento ironico e visionario, il collettivo ha fatto della provocazione, del gioco, della Science Fiction le strategie centrali della propria pratica “indirizzata a esplorare in modo critico le narrazioni dominanti sul progresso tecnologico e sul futuro e a renderne palesi contraddizioni e fallimenti". 

 



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Copertina di Sistema di identificazione Olivetti (“Libri Rossi”), progetto di Clino Trini Castelli, Perry King, Hans von Klier, Direzione Relazioni Culturali e Disegno Industriale Olivetti, luglio 1972 (© ECAL / Niccolò Quaresima).

 

Fondazione Ragghianti presenta "DESIGN OLIVETTI 1970-1990 Santiago Miranda e Pier Paride Vidari" 

Un pomeriggio di studi per ripercorrere il fenomeno Olivetti nel suo insieme, la sua storia imprenditoriale e la pluralità dei suoi approcci creativi grazie al contributo di intellettuali e progettisti.

Famosa in tutto il mondo per le macchine per scrivere, l’azienda Olivetti è stata allo stesso tempo innovativa e complessa, materiale e immateriale, e per questo caratterizzata da molteplici identità: tutt’oggi il marchio Olivetti è sinonimo di impresa italiana caratterizzata da una corporate identity fortemente riconoscibile a livello mondiale.

Venerdì 4 novembre alle ore 17 la Fondazione Ragghianti presenta il pomeriggio di studio Design Olivetti 1970-1990. Santiago Miranda e Pier Paride Vidari, per ripercorrere il fenomeno Olivetti nel suo insieme, cogliendone i tratti caratterizzanti in rapporto alla storia imprenditoriale e alla pluralità di approcci creativi derivanti dal contributo di intellettuali e progettisti interni ed esterni alla struttura aziendale.

L’incontro fa parte del progetto di ricerca interdisciplinare promosso dall’ECAL / École cantonale d’art de Lausanne e dall’Università degli Studi di Ferrara, in collaborazione con istituzioni culturali come la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti e l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea.

Partecipano, in conversazione con Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti, il designer Santiago Miranda e l’architetto Pier Paride Vidari, già docente al Politecnico di Milano, entrambi consulenti della Olivetti negli anni Settanta e Ottanta. Insieme a loro Davide Fornari dell’ECAL / École cantonale d’art de Lausanne, Daniela Smalzi dell’Università degli Studi di Firenze e Davide Turrini dell’Università degli Studi di Ferrara. Conclude l’incontro la scrittrice e giornalista Maria Pace Ottieri, figlia di Ottiero Ottieri, intellettuale che negli anni Cinquanta lavorò nell’ufficio per la selezione del personale della Olivetti, e che scrisse di questa esperienza nel romanzo Donnarumma all’assalto(1959): un nuovo contributo per comprendere e storicizzare l’àmbito intellettuale da cui trasse origine la sezione Corporate Image, Design e Attività Culturali Olivetti dopo la morte di Adriano Olivetti.

Dopo il convegno internazionale svoltosi a Ferrara, Venezia e Bologna (12-14 dicembre 2019) e il volume Identità Olivetti. Spazi e linguaggi 1933-1983, edito da Triest Verlag (Zurigo, 2022), Design Olivetti 1970-1990. Santiago Miranda e Pier Paride Vidari segna un’ulteriore tappa di un progetto di ricerca che ha esplorato numerosi settori, partendo dall’architettura e dal design di prodotto della Olivetti (terreni soltanto in parte indagati dagli studi), per spaziare poi a settori legati alla promozione dell’immagine e all’innovativo linguaggio della comunicazione visiva e dell’interaction design.

Vasto interesse hanno rivestito le attività culturali e formative promosse dalla Olivetti: le ricerche si sono in particolare indirizzate verso le iniziative temporanee per attività promozionali di mostre tecniche, allestimenti fieristici e progetti di comunicazione site specific, che, per il loro carattere transitorio, rischiavano l’oblio e la perdita di memoria: i nuovi studi si sono dunque focalizzati sull’analisi delle tracce tangibili ancora presenti e sulla loro valorizzazione attraverso un adeguato processo di studio e di storicizzazione.

All’interno di questo filone d’indagine si innesta il forte interesse legato alle testimonianze dirette dei protagonisti di questa stagione olivettiana: sia nel convegno sia nel volume sono state raccolte numerose interviste a coloro che facevano quotidianamente parte del mondo Olivetti, in qualità di addetti alle vendite o di incaricati della formazione della Olivetti, ma anche di progettisti e designer coinvolti in prima persona nel processo creativo dei prodotti aziendali.

 



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Prodotta dalla Fondazione Carla Fendi e dai Mahler & LeWitt Studios "The Neon Hieroglyph" di Tai Shani 

Dare un contributo alla preziosa attività degli Studios finanziando la produzione di opere di artisti contemporanei e un programma a lungo termine di residenze per giovani artisti e designer nella cittadina di Spoleto, in Umbria. 

La collaborazione tra la Fondazione Carla Fendi e i  Mahler & LeWitt Studios nasce dalla volontà di Maria Teresa Venturini Fendi, Presidente della Fondazione, di dare un contributo alla preziosa attività degli Studios finanziando la produzione di opere di artisti contemporanei e un programma a lungo termine di residenze per giovani artisti e designer nella cittadina di Spoleto, in Umbria. 

Prodotta dalla Fondazione Carla Fendi e dai Mahler & LeWitt Studios, 'The Neon Hieroglyph' è un’installazione scultorea site-specific dell’artista britannica Tai Shani, vincitrice del premio Turner, collocata durante Spoleto64 Festival dei Due Mondi sulla Fontana di Piazza del Mercato, nel centro storico di Spoleto, e ora inclusa in 'The Horror Show! The twisted tale of Modern Britain', una grande collettiva alla Somerset House di Londra che mette  in mostra dal 27 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023 i lavori di alcuni tra i più importanti e noti esponenti dell'arte contemporanea britannica.

L'opera è ispirata alla ricerca dell'artista su psichedelia, femminismo e mito ed esiste anche come film in nove episodi. L'episodio 7, che si riferisce specificamente alla regione Umbria, è stato presentato nella Galleria d’arte Moderna di Spoleto, nel Museo di Palazzo Collicola, nell'ambito del progetto espositivo 'Exploring Art' realizzato sotto la direzione artistica del curatore dei Mahler & LeWitt Studios Guy Robertson e finanziato dalla Fondazione Carla Fendi.

 



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Eva Jospin "Microclima" opera d’arte permanente per il flagship store di Max Mara Milano 

Opera site specific permanente creata dall’artista francese Eva Jospin per il flagship store di Corso Vittorio Emanuele, Milano.

Max Mara, in collaborazione con Collezione Maramotti, è lieta di presentare Microclima, opera site specific permanente creata dall’artista francese Eva Jospin per il flagship store di Corso Vittorio Emanuele, Milano.

Jospin ha realizzato questa installazione artistica avendo vinto un concorso di progetto indetto dal brand nel 2019, con l’obiettivo di valorizzare lo spazio interno dello store Max Mara e di metterlo in relazione con lo spazio aperto di Piazza del Liberty, punto nevralgico nel centro di Milano sul quale si affaccia la terrazza che ospita l’opera.

La proposta vincente di Eva Jospin consiste in una serra in vetro e metallo, un’architettura che racchiude un mondo intimo e allo stesso tempo in stretta relazione con l’esterno, la cui visione muta dal giorno alla notte e con il variare delle stagioni.

Ispirato ai giardini d’inverno di fine Ottocento – periodo in cui si affermava lo stile Liberty che dà il nome alla piazza – questo pavillon ospita la messa in scena di un paesaggio in cartone, materiale grezzo pressoché monocromo prediletto da Jospin, un rilievo raffigurante elementi vegetali su un sostrato minerale, un panorama di enigmatiche rocce verticali che evocano un ambiente fisico e immaginario di cactus esotici, maestosi alberi tropicali, stalagmiti di grotte e fossili di radici.

Lo spettatore potrà immergersi completamente in questo elaborato paesaggio arrichito da una dimensione olfattiva grazie a un’essenza sviluppata specificamente dall’artista in collaborazione con il profumiere Julien Rasquinet – profumiere IFF, leader mondiale nella produzione di fragranze – come traccia impalpabile di una natura ricostituita, per restituire la sensazione immersiva di una serra tropicale, sospesa tra l’evocazione di un ricordo e l’illusione di una presenza.

 

Informazioni di visita

Ingresso dal negozio Max Mara su Corso Vittorio Emanuele, Milano.

Orari negozio: lun./sab. 10.30-20.00; dom. 11.00-20.00

L’opera è visibile anche all’esterno da Piazza del Liberty.

 



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Mirella Bentivoglio, Manuale, 1970. Courtesy Gramma_Epsilon Gallery, Athens

 

Fondazione Antonio Dalle Nogare presenta Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978–2022

È presentata un'ampia selezione delle opere originariamente esposte, insieme ad altre coeve e a materiali di documentazione.

La mostra Materializzazione del linguaggio, curata dall'artista e poetessa Mirella Bentivoglio, fu inaugurata il 20 settembre 1978 presso i Magazzini del Sale, nell'ambito della XXXVIII Biennale di Venezia. Nella sua molteplicità di immagini e parole, di pratiche individuali e collettive, essa comprendeva le ricerche verbo-visuali di 90 artiste e poetesse internazionali che, raccontando il "rapporto fra la donna e il linguaggio", materializzavano un linguaggio inteso come modalità di comunicazione non condizionata, incorporando un'espressione identitaria trasgressiva, al contempo poetica e critica, di radicale rifiuto del linguaggio patriarcale. 

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022 – in cui è presentata un'ampia selezione delle opere originariamente esposte, insieme ad altre coeve e a materiali di documentazione – si propone come il primo tentativo di ricostruzione filologica di una mostra divenuta nel frattempo un punto di riferimento per le ricerche artistiche femminili e femministe, ma anche come la riattivazione contemporanea delle sue istanze storiche. Ispirato alle opere stesse, l'allestimento parte dalla matrice dell'alfabeto quale grado zero del linguaggio, e dal rapporto opera/documento, mostra/libro, muro/vetrina, invitandoci a continuare a reinventare il linguaggio che ci è stato imposto, così da poterci riappropriare del modo più autentico e personale in cui desideriamo esprimerci e comunicare.

La mostra è presentata in occasione del centenario della nascita di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt am Wörthersee, 1922 - Roma, 2017).

Il linguaggio della mostra originaria sarà periodicamente e progressivamente ri-materializzato dagli interventi di tre artiste contemporanee — Monica Bonvicini (Venezia, 1965), BRACHA (Bracha L. Ettinger, Tel Aviv, 1948) e Nora Turato (Zagabria, 1991) — e attraverso una pluralità di eventi, sia digitali che dal vivo.

In collaborazione con Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Un ringraziamento speciale a MUSEION Museum of modern and contemporary art Bolzano Bozen

Con il gentile supporto di Autonome Provinz Bozen – Südtirol / Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige; Bautechnik; Eurobeton 2000

Sponsor tecnico Campeggi

 



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Vibeke Mascini, Rendezvous, 2022, dettaglio dalla fase di ricerca e produzione. Courtesy l'artista.

 

Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta PROJECT ROOM #16 Vibeke Mascini | Rendezvous

Il secondo appuntamento dell’annuale ciclo espositivo di Project Room affidato per il 2022 alle curatrici Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone.

Dal 28 settembre fino al 18 dicembre la Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta Rendezvous di Vibeke Mascini, il secondo appuntamento dell’annuale ciclo espositivo di Project Room, progetto “osservatorio” della Fondazione, dedicato ai più recenti sviluppi del panorama artistico internazionale, affidato per il 2022 alle curatrici Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone.

In Rendezvous, progetto inedito che Vibeke Mascini (L’Aia, 1989) ha concepito per gli spazi della Fondazione, l’artista olandese mette in dialogo le sue ricerche con le suggestioni provenienti dall’approfondimento della pratica artistica di Arnaldo Pomodoro e dei documenti conservati nel suo archivio.

Interessata alle possibilità di trasformazione della materia attraverso l’uso alternativo e autogenerativo dell’elettricità – intesa come proprietà naturale o come frutto di processi industriali – Mascini realizza installazioni multimediali complesse, spesso in collaborazione con studiosi di altre discipline, giocate sull’equilibrio di concetti speculari come vita-morte, positivo-negativo, azione-stasi.

Da questi interessi nasce la curiosità dell’artista per l’uso che Arnaldo Pomodoro fa dell’osso di seppia come supporto da incidere per la creazione di gioielli e piccole sculture, nel quale resta impressa la traccia in negativo dell’oggetto realizzato.

Rendezvous riflette sul concetto di impronta, intesa da Mascini come segno fisico di un tempo dinamico che si cristallizza.

Espandendo la sua ricerca al campo delle scienze naturali, l’artista ha attivato una stretta collaborazione con il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, che ha realizzato per il progetto una serie inedita di scansioni 3D di porzioni di impronte di dinosauri del sito paleontologico dei Lavini di Marco (Rovereto), nelle quali è evidente l’incrocio tra specie animali diverse vissute a centinaia di anni di distanza fra loro.

A partire da queste scansioni, Mascini ha realizzato per lo spazio della Project Room della Fondazione alcuni calchi riempiti di acqua nella parte concava, che reagirà al passaggio del pubblico vibrando grazie alla presenza di un rilevatore di anidride carbonica.

In questo modo Rendezvous racconta e rende manifesta una stratificazione di segni caricati di nuovi significati, in grado di trasformare un tempo passato e fermo in un tempo presente e in movimento grazie alla sorpresa generata da un nuovo e inaspettato incontro.

Con questa edizione delle Project Room, Fondazione Arnaldo Pomodoro dà avvio a un nuovo corso del progetto, che intende evidenziare le assonanze tra temi e interessi di ricerca delle nuove generazioni con quelli che hanno caratterizzato il percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, oggetto delle mostre Open Studio allestite nello Studio dell'artista.

Il tema scelto dallo staff di Fondazione e dalle guest curators come chiave interpretativa trasversale delle Project Room e dell'Open Studio 2022 è quello dell’origine, da intendersi nelle sue molteplici valenze espressive, contenutistiche e materiche.

Tra le attività di indagine storica e quelle dedicate agli sviluppi del panorama artistico contemporaneo viene così a crearsi un filo diretto, non tanto nel segno di una dinamica di reinterpretazione puntuale o d'après, quanto piuttosto dell'individuazione di una affinità intergenerazionale che permette di guardare con occhi nuovi sia al passato che al futuro dell'arte.