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Sakai Hōitsu, 1761-1829, Un fagiano maschio su un ramo di ciliegio fiorito. Inizio del XIX secolo. Dipinto a inchiostro e colori su seta 99,1×41,5 cm Collezione Perino © 2020 MUSEC/Fondazione culture e musei, Lugano 

 

Al MUSEC - MUSEO DELLE CULTURE di Lugano cinque secoli di tradizione figurativa giapponese

Nella nuova sede di Villa Malpensata, ospita KAKEMONO 90 dipinti che coprono cinque secoli di arte nipponica, dal XVI al XX secolo. 

Dal 17 luglio 2020 al 21 febbraio 2021, il MUSEC | Museo delle Culture di Lugano ospita KAKEMONO, la più estesa esposizione mai dedicata alla pittura giapponese 

Dopo l’arte del Novecento, letta attraverso la lente della scultura primitivista, e dopo i capolavori di arte etnica dei popoli del Borneo, il MUSEC, nella sua nuova sede di Villa Malpensata, propone un approfondimento sull’arte orientale che costituisce, dal 2005, uno dei poli della ricerca e dello sviluppo del Museo.

La mostra, curata da Matthi Forrer, ripercorre cinque secoli di tradizione figurativa nipponica tra il XVI e il XX secolo, attraverso 90 kakemono, ordinati lungo un percorso tematico che permette di esplorare in profondità la sostanza dei linguaggi pittorici, provenienti dall’inedita collezione, raccolta con cura filologica dal medico torinese Claudio Perino.

Il kakemono, genere molto diffuso in Asia orientale, consiste in un prezioso rotolo di tessuto o di carta, dipinto o calligrafato, che è appeso alle pareti durante occasioni speciali o è utilizzato come decorazione in base alle stagioni dell’anno.

A differenza delle tele o delle tavole occidentali, i kakemono hanno una struttura morbida, e sono concepiti per una fruizione cronologicamente limitata: sono infatti opere che partecipano al tempo e al movimento, poiché esposti nell’alcova delle case giapponesi o lasciati oscillare per qualche ora all’esterno, magari in giardino, per la cerimonia del tè. Opere che, nella varietà dei loro soggetti, descrivono la bellezza ineffabile e lo scorrere del tempo, riflettendo una concezione estetica e filosofica tipicamente orientale.

«Kakemono – afferma Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano - è un progetto che nasce con un’idea precisa: raccontare cinque secoli di storia dell’arte giapponese, accompagnando per mano il pubblico in un viaggio emotivo di forme e soggetti; un viaggio capace di restituire la peculiarità non solo della pittura ma, più ampiamente, della rappresentazione visiva nella civiltà giapponese».

«L’esposizione di Villa Malpensata - prosegue Campione - è un nuovo capitolo nel percorso di studio della creatività e delle tradizioni culturali del Giappone, iniziato quindici anni fa dal MUSEC, con la rassegna dedicata alle foto sottomarine delle pescatrici di Hèkura, realizzate nel 1954 da Fosco Maraini, e proseguita con diversi altri capitoli, come quello sulle stampe erotiche (shunga) e quello sui capolavori della fotografia colorata a mano dell’Ottocento, di cui oggi possediamo una collezione di oltre 16.000 opere, di gran lunga la maggiore esistente al mondo».

«Quando il Giappone - scrive Matthi Forrer nel suo saggio in catalogo - iniziò a considerare i cinesi come “fratelli maggiori” in molti campi quali le arti, l’artigianato e la tecnologia, fu automatico riconoscere l’importanza delle fonti letterarie e teoriche cinesi sulla pittura. […] Poiché la pittura cinese era principalmente a inchiostro su carta o su seta – con regole precise che mettevano in guardia sull’utilizzo dei colori, a meno che non fosse realmente necessario – la pittura giapponese adopera principalmente inchiostro nero su carta. Tale stile pittorico sarebbe stato formalizzato a partire dal XIV secolo nella tradizione – spesso piuttosto accademica – della scuola Kano».

Tra i soggetti maggiormente utilizzati vi erano animali feroci come draghi e tigri, o piante, fiori e uccelli, tutti carichi di significati simbolici che contribuivano a stabilire e a consolidare lo status sociale dei possessori delle opere.

Gli esponenti di questa scuola Kano fondarono in tutto il Giappone una diffusa rete di accademie di pittura, che dal XV secolo alla fine del XIX secolo godettero del sostegno delle classi dominanti. I samurai, il clero buddhista e i benestanti si affidarono infatti a loro per la realizzazione di kakemono, seguendo la moda del periodo.

Soltanto a partire dal XVII secolo una classe urbana emergente di artigiani e mercanti incoraggiò lo sviluppo di interpretazioni pittoriche più diversificate che si focalizzarono su soggetti più naturalistici e su scene di vita reale.

Altri pittori uscirono poi dalla rigidità di questi schemi tradizionali, favorendo l’innovazione e sviluppando stili più personali.

Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni tematiche (Fiori e uccelli; Figure antropomorfe; Animali; Piante e fiori vari; Paesaggi) e propone le opere dei maggiori esponenti del periodo in questione, quali Yamamoto Baiitsu (1783-1856), Tani Buncho (1763-1840), Kishi Ganku (1749-1838), Ogata Korin (1658-1716).

La mostra si apre con i dipinti di fiori e uccelli (kacho-ga) che giocano su un’associazione allegorica tratta dalle poesie haiku, e prosegue con quelli che rappresentano figure antropomorfe, dapprima limitate ad alcune divinità buddhiste, a seguaci o discepoli del Buddha, a ritratti di figure shintoiste, o ancora a personaggi mutuati dalla tradizione cinese. Fu solo nel XVIII e XIX secolo che iniziano a comparire anche le persone comuni.

Dall’analisi dell’iconografia degli animali che, a differenza di quella degli uccelli, sono rappresentati in maniera esigua, si giunge alla sezione dei dipinti che propongono piante e fiori, collegati ai mesi e alle stagioni.

Tra le piante, il bambù riveste un importante significato simbolico che comunica un senso di flessibilità, di resistenza e di sicurezza. Per molti studiosi e letterati, la rappresentazione pittorica del bambù era un esercizio assai importante, strettamente collegato per caratteristiche tecniche alla calligrafia, tanto che alcuni artisti vi dedicavano tutta la vita.

L’esposizione si chiude con i dipinti di paesaggio che veicolano un concetto idealizzato della natura. In tali opere si trovano spesso riprodotti fiumi, laghi, corsi d’acqua, pozze o ruscelli in primo piano e picchi montuosi sullo sfondo e, in scala minore, ponti, templi, padiglioni, edifici e piccole figure umane. È particolarmente interessante notare come questo genere sia quasi sempre realizzato con il solo inchiostro, con rare note di colore.

Il percorso è arricchito da due armature originali di Samurai e da alcuni album di fotografie giapponesi di fine Ottocento, dalle copertine in lacca riccamente decorate, provenienti dalle collezioni del MUSEC.

Accompagna la mostra un catalogo Skira disponibile sia in edizione italiana, sia in edizione inglese, curato da Matthi Forrer.

L’esposizione, prodotta da Fondazione culture e musei di Lugano e Fondazione Torino Musei, si avvale del sostegno della Città di Lugano, della Repubblica e Cantone Ticino - Fondo SWISSLOS, della Fondazione Ada Ceschin e Rosanna Pilone.

Dopo Lugano, l’esposizione approderà al Museo d’Arte Orientale di Torino.

 

KAKEMONO. Cinque secoli di pittura giapponese

La Collezione Perino

Lugano (Svizzera), MUSEC | Museo delle Culture (Villa Malpensata, Riva Caccia 5 – entrata dal parco)

17 luglio 2020 - 21 febbraio 2021

 

Orari:

Dalle 11.00 alle 18.00. Chiuso il martedì

 

Informazioni:

Tel. +41.58.8666960; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.musec.ch

 

 Alessandro Guerrini courtesy Collezione Giuseppe Iannaccone

 

"The Vault" Art Defender e Artshell presentano il primo caveau digitale

Archiviare, conservare, valutare, assicurare, condividere e movimentare opere e collezioni in un ambiente digitale, con un click, in totale sicurezza e nel più completo rispetto della privacy. 

Tra i primi ad adattarsi al mutato scenario socioeconomico causato dalla pandemia c’è stato il mondo dell’Arte: molte delle idee nate nel momento dell’emergenza e delle soluzioni inedite proposte in questi mesi si sono rivelate utili e innovative, e probabilmente diventeranno strutturali.

Grazie a una riflessione generata da questi mesi straordinari su come offrire ai propri interlocutori uno strumento al passo con i tempi, e grazie alla capacità di declinare la propria identità, le proprie competenze e i propri servizi, Art Defender ha realizzato in collaborazione con Artshell un progetto che a tutti gli effetti si posiziona come unicum internazionale del settore. THE VAULT: il primo caveau digitale per la gestione integrata di beni da collezione.

Art Defender, piattaforma di servizi integrati per la conservazione, gestione, valorizzazione dei beni da collezione, grazie all’utilizzo di Artshell - innovativo strumento gestionale progettato per riunire in un unico ambiente digitale tutte le funzionalità di un archivio professionale e consentire la condivisione efficace del lavoro - porta il suo core business alla versione 3.0 integrando e ampliando la sua rete di strutture high tech, con l’innovativa formula del caveau digitale: un ambiente virtuale che, grazie ai massimi standard di data protection della piattaforma Artshell, può offrire la garanzia di assoluta privacy e riservatezza e tradurre così in versione “digital” gli elevati standard che da sempre Art Defender garantisce nei suoi impianti, senza rinunciare alla fruizione delle collezioni.

THE VAULT offre la possibilità a collezionisti, gallerie, aziende, wealth manager e musei di interagire con la propria collezione da remoto, visualizzare le opere in un’architettura digitale, condividere immagini e informazioni con potenziali acquirenti, limitare le movimentazioni fisiche delle opere, ottimizzare tempi e costi di trasferte e dealing. Permette inoltre di beneficiare di un servizio tailor-made di art management istantaneo, che consente di chiedere preventivi per valutazioni, assicurazioni, trasporti, servizi fotografici, condition report e restauri con un click, in costante contatto – grazie al nuovo sistema di chat Artshell – con lo staff di Art Defender.

THE VAULT consente infine di gestire i propri beni in sinergia col deposito doganale di Art Defender, unico spazio privato in Italia in cui è in vigore, senza limiti di tempo, la sospensione dei dazi doganali e dell’IVA sull’importazione.

THE VAULT si rivolge a tutti quei soggetti che desiderano utilizzare anche temporaneamente un ambiente digitale per la presentazione e condivisione di opere, sfruttando la comodità di lavorare ovunque e in qualsiasi momento. Non solo un’architettura digitale di presentazione, ma una vera e propria sinergia di servizi che consente l’attivazione in remoto di tutte quelle operazioni legate al dealing – come la richiesta di preventivi di trasporto e di costi assicurativi, documentazione fotografica professionale o realizzazione di imballi ad artem – che spesso penalizzano le tempistiche di una trattativa.

In un momento in cui si ripensa l’utilizzo dello spazio fisico, Art Defender e Artshell vogliono offrire con THE VAULT un’inedita ed esclusiva modalità di valorizzazione delle opere pensata per collezioni, gallerie e art advisor, in cui le potenzialità del digitale si sposano con le garanzie di una custodia e gestione ottimale del bene.

Grazie alla possibilità di integrare THE VAULT, con i suoi depositi diffusi su tutto il territorio, Art Defender oggi crea una struttura unica e innovativa, in cui per la prima volta virtuale e fisico si integrano e si potenziano.

Alessandro Guerrini “THE VAULT" si inserisce in un più ampio percorso di impiego e valorizzazione del digitale intrapreso da Art Defender, che, tra le più recenti iniziative, vede il suo coinvolgimento come Main Project Partner di Fondamenta, progetto online di relazione e interazione di Artissima.”

Bernabò Visconti di Modrone: “ THE VAULT rientra nel nuovo piano di Artshell di ampliare i propri servizi di Concierge ed offrire nuove opportunità di servizi ai propri utenti siano essi gallerie, collezionisti, artisti o semplici appassionati.”

 

 CASCINA I.D.E.A


 

CASCINA I.D.E.A. - Il nuovo progetto di  Nicoletta Rusconi Art Projects

Sei curioso di scoprire CASCINA I.D.E.A. il nuovo progetto di Nicoletta Rusconi Art Projects? 

Cascina I.D.E.A. nasce dall'evoluzione di Cascina Maria, un luogo maestoso collocato nel bel mezzo di una verzura dal sapore ottocentesco che pare, a tutti gli effetti, una riserva naturale.

Riportare gli artisti "en plain air" per offrire loro finalmente un'alternativa agli hangar o ai cubi bianchi. Non che queste ultime condizioni ambientali non offrano spunti di riflessione e occasioni di concentrazione proficui, ma forse possono essere affiancate da possibilità "altre".

Senza l'ambizione di fondare una novella scuola di Barbizon, un ritrovato rapporto con la natura può favorire e stimolare riflessioni estetiche da troppo tempo trascurate. La natura consente di vedere oltre le apparenze, ogni aspetto o forma assume un nuovo significato.

Con questa presa di coscienza si apre Cascina I.D.E.A. Un ambiente popolato da architetture rurali, un luogo di incontro e scontro per il quale ogni singolo contenuto del pensiero e ogni entità mentale può trovare una dimensione di rappresentazione.

Questo è oggetto di speculazione filosofica e letteraria a Cascina I.D.E.A., attraverso il transito di persone e cose, a volte per un breve periodo, a volte per il tempo di una mostra o una residenza d'artista.

Sei curioso di scoprire CASCINA I.D.E.A. il nuovo progetto di Nicoletta Rusconi Art Projects?

La campagna, l’architettura rurale, gli artisti, le loro produzioni e i loro progetti… Ti stai chiedendo cosa sta per succedere e quando? 

Continua a seguirci e presto ne saprai di più!

 

 centropeccimyguide


 

Centro Pecci in collaborazione con Lightbox presenta la prima edizione di My Art Guide Tuscany

"My Art Guide Tuscany" è per la prima volta in doppia lingua, inglese e italiano, e nasce dal desiderio di esplorare la Regione Toscana attraverso l’arte contemporanea. 

My Art Guide Tuscany aggiunge un’importante area geografica alla collana delle My Art Guides; il volume, edito da Lightbox, è curato dal Centro Pecci con il sostegno della Regione Toscana. My Art Guide Tuscany è per la prima volta in doppia lingua, inglese e italiano, e nasce dal desiderio di esplorare la Regione Toscana attraverso l’arte contemporanea.

La guida presenta un’istantanea della scena artistica contemporanea presente sul territorio, segnalando gli spazi d’arte più interessanti tra musei, gallerie, collezioni private, senza tralasciare i festival, le residenze, i giardini d’artista, le opere di land art e di arte pubblica, ma non solo. My Art Guide Tuscany è anche un itinerario alla scoperta delle numerose cantine disseminate sul territorio, dei laboratori e dei centri culturali, nella convinzione che l’arte, soprattutto in questa terra, possa abbracciare più ambiti. Nello stile delle My Art Guides, troviamo anche una breve selezione di ristoranti e hotel per accompagnare ulteriormente il viaggiatore nelle aree d’interesse in cui è stata suddivisa la guida.

Il territorio infatti non è stato analizzato per province, ma per aree d’interesse, pensando al visitatore che, trovandosi in un certo punto della Regione, possa e voglia esplorare anche ciò che gli è intorno. Con questo criterio, partendo da nord e andando verso sud, abbiamo tracciato otto zone: Versilia, Pisa, Lucca e Livorno; Pistoiese e Bassa Valdarno; Chianti, San Gimignano e Volterra; Aretino e Alta Valdarno; Senese e Val d’Orcia; Maremma, Isola d’Elba e Isola del Giglio; abbiamo dedicato, infine, un capitolo autonomo a Prato e uno a Firenze, che rimangono i centri principali del contemporaneo in Regione.

My Art Guide Tuscany è dunque l’ultima nata nella serie My Art Guides, le guide ai maggiori eventi di arte contemporanea e alle mete più interessanti del mondo dell’arte, pubblicate da Lightbox. Ogni guida viene pubblicata in tre formati - cartaceo, digitale e app per iOS e Android e sarà in distribuzione presso il centro Pecci e in una selezione di gallerie e musei in Regione.

 

 museocity


 

Milano MuseoCity 2020 LE NUOVE DATE: 31 luglio – 2 agosto 2020

Per tre giorni i musei milanesi saranno protagonisti di incontri, mostre e iniziative digitali tutti accomunati dal tema DONNE PROTAGONISTE. 

 

Artiste, collezioniste, intellettuali o figure femminili ritratte in dipinti e sculture sono state scelte per celebrare il “talento delle donne” e il patrimonio artistico dei musei milanesi. 

31 luglio - 2 agosto 2020: queste sono le nuove date della quarta edizione di Milano MuseoCity, la tre giorni promossa dal Comune di Milano | Cultura e realizzata in collaborazione con l’Associazione MuseoCity per far conoscere la ricchezza dei musei milanesi e valorizzarne la funzione culturale.

Milano MuseoCity 2020 è parte del programma Aria di Cultura, il palinsensto delle attività culturali dell'estate di Milano.

La manifestazione diffusa – che negli anni è arrivata a coinvolgere in città e nell'area metropolitana oltre 85 tra musei d’arte, di storia, musei scientifici, case museo, case d’artista, archivi e musei d’impresa, protagonisti di incontri, mostre ed eventi per valorizzare la funzione culturale del proprio straordinario patrimonio– vede abitualmente l'affluenza in tre giorni di circa 80.000 persone.

Proprio per garantire la più ampia partecipazione del pubblico nel rispetto della sicurezza di tutti, le istituzioni pubbliche e private che aderiscono a questa edizione di Milano MuseoCity propongono anche numerose iniziative digitali e un programma declinato sulle nuove necessità di ingressi contingentati e distanziamento all’interno delle sale.

Da venerdì 31 luglio i musei coinvolti aprono le porte al pubblico (ove possibile in presenza, in alternativa in modo virtuale e digitale) proponendo centinaia di appuntamenti tra visite guidate, aperture straordinarie e iniziative speciali, tutte caratterizzate da un unico filo conduttore: DONNE PROTAGONISTE, tema che si accorda perfettamente con quello del Palinsesto culturale 2020 dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, I talenti delle donne. L’edizione di quest’anno di Milano MuseoCity infatti punta a mettere in luce non solo le doti di artiste, collezioniste, intellettuali, ma anche a valorizzare opere delle collezioni museali milanesi che raffigurano donne: un modo per portare all'attenzione del pubblico l'impegno, la creatività e l'intuito femminile, con la doppia finalità di valorizzare il patrimonio dei musei e promuovere una cultura che riconosca l'importante contributo delle donne alla storia e alla società contemporanea.

Come ogni anno l’Associazione MuseoCity cura alcune tra le più importanti iniziative speciali: l’incontro MUSEO INVISIBILE, grazie al quale i musei hanno l'occasione di presentarsi e raccontarsi al pubblico, sarà un podcast che verrà caricato sui canali di MuseoCity a partire da venerdì 31 luglio; dal 31 luglio al 2 agosto l’itinerario MUSEO SEGRETO, a cura di Gemma Sena Chiesa, dedicato a Le signore dei musei, che permette ad ogni istituzione partecipante di far conoscere una o più opere della propria collezione ispirate al mondo femminile in un’accezione molto ampia: dalla donna raffigurata nell’arte alle collezioniste e donatrici di opere d’arte, dalle testimonianze dell’amore per l’arte di grandi personaggi femminili all’attenzione dedicata alle pari opportunità nelle collezioni d’impresa e scientifiche; sabato 1 agosto la conferenza internazionale dal titolo Donne e Innovazione nel Museo contemporaneo, trasmessa con dei video caricati sul canale Youtube dell’Associazione: un dibattito pubblico dedicato alle best practices di tutte quelle donne impegnate a cambiare la percezione comune del museo, rendendolo un luogo di accoglienza e di formazione per pubblici diversi.

Il podcast di Museo Invisibile e i video della Conferenza Internazionale saranno disponibili online anche dopo la tre giorni.

Inoltre l’edizione di quest’anno sarà arricchita da MUSEO DIFFUSO, un percorso per conoscere i Musei aderenti a Milano MuseoCity: una APP con tutte le informazioni sui musei partecipanti, sulle opere d'arte presenti sulle facciate degli edifici milanesi del Ventesimo secolo e su oltre 40 opere di Street Art in realtà aumentata, concesse da MAUA-Museo Arte Urbana Aumentata, per scoprire itinerari cittadini fuori dal centro e dai circuiti ordinari dell'arte. Tra gli edifici milanesi: Palazzo Castiglioni, in corso Venezia, con le sculture di Ernesto Bazzaro;  Palazzo dell'Informazione, in piazza Cavour, con i bassorilievi di Sironi;  Palazzo Mezzanotte, in piazza Affari, con sculture di Leone Lodi e, all'interno, decorazioni di Gio Ponti.

Il programma completo di tutte le iniziative sarà disponibile su www.museocity.it e www.yesmilano.it.

 braglia

Giacomo Jack Braglia, Same Outcome, Ph: Barbara Cardini


 

GIACOMO “JACK” BRAGLIA Conversations with a Changing World

Il giovane artista e fotografo svizzero Giacomo “Jack” Braglia torna in Italia per presentare Conversations with a Changing World: un nuovo progetto di sculture e installazioni ambientali a cielo aperto 

Dopo la partecipazione alla 58ma Biennale di Venezia con la mostra #MayYouLiveToHelpWalkers e la vincita del Visvamitra International Award of Excellence 2019, il giovane artista e fotografo svizzero Giacomo “Jack” Braglia torna in Italia per presentare Conversations with a Changing World: un nuovo progetto di sculture e installazioni ambientali a cielo aperto, a cura di Beatrice Audrito, esposte sul lungomare di Forte dei Marmi da Giugno a Settembre 2020.

Da alcuni anni Giacomo “Jack” Braglia conduce una ricerca molto interessante al confine tra fotografia e scultura. Servendosi di una tecnica innovativa, l'artista travalica il concetto di immagine bidimensionale dando corpo alla fotografia tradizionale, utilizzando supporti fotografici alternativi: busti in gesso, scudi, sfere e altre forme scultoree che Braglia riveste di immagini fotografiche per permettere alla fotografia di conquistare la terza dimensione, superandone i limiti. La ricerca di Giacomo “Jack” Braglia si occupa da sempre di temi sociali di stringente attualità come l'inquinamento ambientale e la migrazione dei popoli, raccontando le contraddizioni del nostro tempo. Una narrazione visiva condotta servendosi di medium diversi come la fotografia, la scultura, il colore, che confluiscono in un unico output per instaurare cortocircuiti semantici tra oggetto e soggetto rappresentato.

Il progetto Conversations with a Changing World, promosso dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia e curato da Beatrice Audrito, presenta tre grandi sculture site-specific, frutto dell’ultima fase di ricerca dell'artista, che riflette ancora su temi di straordinaria attualità come la salvaguardia dell’ambiente. “Le nuove opere Same Outcome e Pollution Suppliers sono il frutto di alcuni miei viaggi in Paesi dove la natura è costantemente violentata”, spiega l'artista. “Mari invasi dalla plastica, impianti industriali inquinanti, cemento che giorno dopo giorno sottrae spazio all'agricoltura”. In mostra anche la grande scultura ambientale The Twin Bottles. Message in a Bottle, un'installazione realizzata a quattro mani insieme allo scultore internazionale Helidon Xhixha, che raffigura in scala aumentata due bottiglie di plastica schiacciate e gettate come rifiuti abbandonati, per lanciare un forte messaggio di denuncia dell'inquinamento dei mari a causa della dispersione della plastica. L'opera, presentata lo scorso luglio a Venezia, in Canal Grande di fronte a Ca' Vendramin Calergi, grazie al suo messaggio di straordinaria attualità e alla grande attenzione ricevuta dai media internazionali, è divenuta il simbolo della lotta contro la plastica nei mari. Esposta a dicembre 2019 nel prestigioso giardino della Triennale di Milano -che ogni anno ospita l'osservatorio sui cambiamenti climatici condotto da LifeGate-, e poi nello spazio acqueo dello Yacht Club de Monaco Marina, l'opera oggi raggiunge Forte dei Marmi per portare il suo messaggio per un mondo più pulito.

Giacomo “Jack” Braglia è un giovane artista e fotografo svizzero (Lugano, 1996) che vive a Londra. Jack ha collaborato con fotografi svizzeri e con un fotografo della rivista National Geographic, e nonostante la giovane età, ha già presentato mostre personali a Londra, Venezia e Cortina d’Ampezzo con la Galleria d’Arte Contini, ed anche partecipato ad ArtRooms a Londra. Attraverso la sua passione per immagini, fotografia e l’arte Jack ha trovato un nuovo modo di usare la macchina fotografica e creare conversazioni tra il mondo esterno e le sue emozioni interiori. Rende le foto 3-D utilizzando materiali e forme diverse come gesso, alluminio, ferro e acciaio per costruire diverse forme ispirate al periodo ellenico e più recentemente scudi e sfere. Con le sue fotografie 3-D è in grado di inviare un messaggio molto forte e di creare sentimenti profondi in ogni persona che osserva le sue opere. In 2019, Jack ha presentato le sue opere #MayYouLiveToHelpWalkers alla 58ma Biennale di Venezia al Padiglione della Repubblica Araba Siriana (11 maggio – 24 novembre), attraverso le quali, grazie alla sua esperienza di viaggi e di volontariato in Africa, analizza i contrasti del nostro tempo ed in particolare, l’importanza del problema irrisolto dell’emigrazione che affligge molte zone del mondo segnatamente l’Africa, il Medio Oriente e la Siria. L’"#" è presente come didascalia in tutti i lavori precedenti di Jack che quale Millennial si rifà alle tecnologie come uso quotidiano e non come dipendenza. #MayYouLiveToHelpWalkers è un grido immaginario per far capire al pubblico la necessità di trovare un aiuto a casa loro di milioni di “Walkers” che camminando lasciano i loro paesi di origine verso mete di aiuto per un miglior presente e futuro. Nel 2019, Jack e lo scultore Helidon Xhixha hanno voluto lanciare un importante messaggio ambientalista, presentando prima in Canal Grande a Venezia, e successivamente nel Giardino della Triennale Milano, due grandi sculture metalliche raffiguranti due bottiglie galleggianti, The Twin Bottles: Message in a Bottle, per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento dei mari a causa dalle innumerevoli bottiglie in plastica gettate da consumatori superficiali e da gestori di rifiuti irresponsabili. Nel novembre 2019, il Visvamitra Award Internazionale 2019, Eccellenza in Arte viene assegnato a Giacomo “Jack” Braglia, a Siracusa, Sicilia.

20 giugno | 20 settembre 2020

GIACOMO “JACK” BRAGLIA

Conversations with a Changing World

a cura di Beatrice Audrito

Inaugurazione: Sabato 11 luglio, ore 19.30

Piazza Garibaldi, Forte dei Marmi