menochiaraChiaro2005 Maria Cristina Carlini Senza Confine tecnica mista su ferro cm180x80x5 tre elementi Dettaglio

 Maria Cristina Carlini, Senza Confine, 2005, dettaglio

 

MARIA CRISTINA CARLINI - ALFABETO MATERICO

Online sulla piattaforma kunstmatrix.com dove si ammirano, dal 25 maggio al 29 settembre, una selezione di sculture a parete, opere su carta e un video commentato dall’artista.

Un appassionante viaggio virtuale in 3D approfondisce il lavoro della scultrice Maria Cristina Carlini nella mostra “MARIA CRISTINA CARLINI. ALFABETO MATERICO. Sculture a parete, opere su carta e video” online sulla piattaforma kunstmatrix.com dove si ammirano, dal 25 maggio al 29 settembre, una selezione di sculture a parete, opere su carta e un video commentato dall’artista.

L’esposizione, organizzata dalla galleria Artespressione a cura di Matteo Pacini e ideata da IBC Irma Bianchi Communication, mette in risalto espressioni artistiche diverse, che come lettere vanno a costituire un alfabeto caratterizzato da lavori materici che spaziano dal grès alla carta, al ferro.

In mostra alcune sculture a parete sono rappresentative di una matericità che emerge in maniera immediata e forte, come si osserva nei due trittici Ignoto, in grès e foglia d’oro e Senza confine, a tecnica mista. Di particolare rilievo Cuciture, in cui l’artista tramite un filo di ferro unisce frammenti di un’ipotetica pelle fatta di grès; anche in Le stanze di Galileo superfici in grès sono collegate con interventi in ferro. Paesaggio etrusco, attraverso piani sovrapposti ciascuno caratterizzato da una trama e da un colore diverso, pone invece l’accento sul legame dell’artista con la terra e con le sue caratteristiche naturali.

Nelle carte attraverso pigmenti e polveri prevalgono la leggerezza delle forme e le tonalità delle terre, del grigio e dell’ocra infatti, come sottolinea il curatore Matteo Pacini, “Maria Cristina Carlini affronta da scultrice ogni genere di materia: che sia grès, metallo, legno, seguendo una vocazione atavica che la spinge verso la tridimensionalità anche nelle opere su carta, creando forme impeccabili nella loro imperfezione”.

L’artista trova, infatti, nelle diverse tipologie di carta: riciclata, fatta a mano, velina e cartone valori tattili, cromatici, plastici e crea, all’interno della composizione, movimenti armonici ed equilibri espressivi, come si può osservare nella serie Carte appoggiate su supporto in ferro.

Sono inoltre presenti nel percorso espositivo alcuni collages di grandi dimensioni (cm 100x150 ca), dove forme geometriche interagiscono con proporzioni, simmetrie e colore. Da composizioni cromaticamente più contrastate come Iliade e Divinità domestiche si giunge a La Divina Commedia e a Georghiche dai toni molto uniformi.

Spessori lisci, ondulati con irregolarità e imperfezioni si sovrappongono, mantenendo il racconto originale della materia. Questa tendenza a non modificare lo stato e le caratteristiche dei materiali, a non voler cercare la perfezione delle forme è un aspetto che contraddistingue il fare arte di Maria Cristina Carlini sia nelle carte, sia nelle sculture di piccole e grandi dimensioni.

Le sfaccettature della carta sono spesso simili a quelle della terra che l’artista ama in ogni suo mutamento soprattutto laddove viene a contatto con elementi naturali come l’acqua, il vento, il fuoco, che aggiungono una storia alla condizione di partenza.

Nel video in mostra sono presenti numerose opere fra cui installazioni e sculture monumentali esposte e collocate in permanenza nel mondo; l’artista parla del suo lavoro, sottolinea la sua ricerca continua sui materiali e il fascino esercitato dagli elementi di recupero, soprattutto da quelli che hanno un ingombrante vissuto. Afferma infatti Maria Cristina Carlini: “quando lavoro sento la necessità di raccontare una storia e più il materiale è tormentato più mi suggerisce qualcosa, nella creazione delle opere la ricerca della perfezione passa in secondo piano, non mi attira, preferisco l’autenticità del gesto artistico”.

Cenni biografici

Maria Cristina Carlini inizia il suo percorso artistico con la lavorazione della ceramica a Palo Alto in California, successivamente prosegue la sua attività a Bruxelles dove contemporaneamente insegna a lavorare al tornio; si trasferisce poi a Milano e si dedica esclusivamente alla scultura.

Da questo momento, oltre al grès e alla terra entrano a far parte della sua espressività materiali come il ferro, la lamiera, l’acciaio corten, la resina, la carta e il legno di recupero.

Maria Cristina Carlini dà vita a opere che spaziano dalle piccole dimensioni alle monumentali, la sua carriera è costellata da riconoscimenti, mostre personali e collettive in diverse sedi pubbliche e private, nazionali e internazionali, e le sue sculture monumentali sono presenti in permanenza in Europa, America e Asia.

Ha inoltre conseguito diversi premi e hanno scritto di lei importanti critici quali: Luciano Caramel, Guo Xiao Chuan, Claudio Cerritelli, Martina Corgnati, Philippe Daverio, Gillo Dorfles, Carlo Franza, Flaminio Gualdoni, Paolo Levi, Laurence Pauliac, Yacouba Konaté, Frédérique Malaval, Elena Pontiggia, Cortney Stell.

Attualmente vive e lavora a Milano, dove il suo atelier è una fucina attiva in cui l’artista prosegue la sua attività creativa, oltre a continuare ad esporre in tutto il mondo. www.mariacristinacarlini.com

 

 

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FuturDome A-I-R SUMMER IN

Gli spazi espositivi e di lavoro non prevedono l’ingresso al pubblico, ma permettono agli artisti di risiedere e di soggiornare, in piena sicurezza e autonomia, all’interno dei 2000 mq.

FuturDome A-I-R, Artist In Residence, presenta Summer In, programma di residenza che dal 18 maggio al 31 luglio 2020 concede l’accesso ai propri spazi a quattro artisti italiani: quattro artefici che lavoreranno in quattro diversi ambienti del palazzo, selezionati a seconda di diverse esigenze compositive e tecniche.

Gli spazi espositivi e di lavoro non prevedono l’ingresso al pubblico, ma permettono agli artisti di risiedere e di soggiornare, in piena sicurezza e autonomia, all’interno dei 2000 mq, dell’edificio di via Giovanni Paisiello 6. La residenza permetterà, su appuntamento, a curatori, collezionisti, giornalisti ma anche a visitatori esterni di poter assistere sia dal vivo, sia attraverso conversazioni via Instagram e Facebook, al processo di elaborazione di quattro progetti inediti.

Silvia Hell (1983, Bolzano), Domenico Antonio Mancini (1980, Napoli), Fabrizio Perghem (1981, Rovereto) e Sara Ravelli (1993, Crema) avranno la possibilità di sviluppare nuovi lavori che saranno parte di un primo percorso di avvicinamento e di familiarizzazione con gli spazi di FuturDome, in vista di futuri progetti espositivi monografici.

Durante la residenza, i quattro artisti avranno modo di utilizzare ogni elemento del palazzo e ogni materiale di cui potranno appropriarsi, appoggiandosi anche, per le loro produzioni, alle diverse aziende che hanno interagito, in questi anni, con FuturDome.

A fine della residenza verranno presentati i lavori definitivi, che saranno stati scanditi e arricchiti da sei diversi incontri, programmati ogni dieci giorni, con diversi professionisti tra cui: Diego Bergamaschi (collezionista, art manager), Elena Bordignon (direttore ATP Diary), Barbara Casavecchia (docente, curatore, critico), Annette Hofmann (art dealer, ricercatrice), Claudia Santeroni (curatrice, coordinatrice di The Blank), Mauro Mattei (collezionista, fondatore di MMAT), Maria Chiara Valacchi (critico, curatore).

Le date degli incontri tra artisti e professionisti sono: venerdì 29 maggio; mercoledì 10 giugno; giovedì 18 giugno; martedì 30 giugno; giovedì 9 luglio; martedì 21 luglio e giovedì 30 luglio.

Summer In, negli spazi domestici di FuturDome, si sviluppa come un programma di isolamento dedicato.

Oggi, attraverso una ricerca sulla luce di Silvia Hell, un progetto di delocalizzazione del proprio studio di Domenico Antonio Mancini, un’installazione sonora di Fabrizio Perghem e le nuove sculture di Sara Ravelli, come potremmo tornare a percepire lo spazio e come ricorderemo l’esperienza di avvicinamento a un’opera d’arte? Quale nuovo messaggio, quale nuova opera artistica percettiva i media dovrebbero veicolare a un piccolo gruppo di persone? Se la realtà virtuale sarà, mese dopo mese, sovrapposta ai progetti dedicati alla realtà stessa, quale sarà il suo risultato finale, la sua materia finale? Quando un’opera d’arte sarà finita, pronta per essere esposta e quando sarà considerata non finita?

E come si può stare al passo con le aspettative del pubblico, quando il solo fatto di visitare una mostra sarà considerato uno sforzo notevole? 

 

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 Scimmie come critici d'arte, olio su tavola, Gabriel von Max (1840-1915), Neue Pinakothek, Monaco - Credito fotografico: Bayer & Mitko / Artothek/Archivi Alinari

 

Il MAN di Nuoro e la Fondazione ICA Milano presentano #Connessioninventive

Un progetto inedito di committenza e produzione che nasce come risposta alla necessità per una istituzione culturale di intercettare e individuare contenuti appropriati con il tempo che viviamo.

Connessioni Inventive è un progetto inedito di committenza e produzione di un calendario di conversazioni digitali pensate come momenti di formazione e approfondimento, realizzato in collaborazione tra due istituzioni italiane di arte e cultura contemporanee, il MAN Museo d'Arte della Provincia di Nuoro e Fondazione ICA Milano. Obiettivo del progetto è dare impulso a un percorso di promozione di conoscenza umanistica in termini interdisciplinari secondo modalità e linguaggi accessibili a tutti.

In un momento di distanza sociale e scarsità di rapporti interpersonali determinato da un rivolgimento globale destinato a segnare mutamenti importanti nel vivere civile, MAN e ICA danno vita a un programma di lecture digitali per offrire un contributo di analisi e interpretazione affidato a voci italiane autorevoli nei loro ambiti di operatività.

Nel progetto Connessioni Inventive, MAN e ICA condividono un piano di specifiche committenze a ricercatori provenienti da campi diversi e tra loro interrelati: l’ambito dell’indagine, ampio e versatile, proporrà contenuti in campo filosofico, sociale, artistico ed economico. Seguendo l'ispirazione della tradizione latina del sapere aude, dell’aver coraggio di conoscere, ripresa nel XVIII secolo come un asse fondativo della cultura moderna europea, le due istituzioni avviano con Connessioni Inventive un percorso finalizzato a ispirare un'idea di conoscenza come scelta di consapevolezza e di sviluppo di sé. 

Connessioni Inventive nasce come risposta alla necessità per una istituzione culturale di intercettare e individuare contenuti appropriati con il tempo che viviamo, unitamente a nuove e fertili modalità di condivisione. Esigenza che MAN e ICA interpretano come una opportunità progettuale a lungo termine e non occasionale, per stabilire un processo di produzione culturale condivisibile che possa andare oltre l’epoca del COVID19.  

Connessioni Inventive è un progetto ideato e curato da Luigi Fassi e Alberto Salvadori.

Ogni incontro sarà fruibile in diretta streaming sulla pagina Facebook di MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro (@museoman) e sull’account Instagram di ICA (@ica_milano), ogni giovedì alle 11.00. I contributi saranno successivamente disponibili sul canale YouTube dedicato (Connessioni Inventive) al fine di costituire un archivio accessibile in ogni momento.

I prossimi appuntamenti in calendario sono: Alessandro Carrera giovedì 7 maggio, docente di Italian Studies e di World Cultures and Literatures alla University of Houston, in Texas; Francesca Recchia giovedì 14 maggio, ricercatrice e scrittrice che vive a Kabul, direttore dell’Istituto Afghano di Arti e Architettura; Maria Cristina Didero giovedì 21 maggio curatore indipendente, autore e giornalista; Anna Bortolan giovedì 28 maggio, docente di filosofia alla Swansea University in Galles, nel Regno Unito.

Programma di maggio 2020

Giovedì 7 maggio, ore 11.00

Alessandro Carrera, Per uno sguardo non gerarchico

Giovedì 14 maggio, ore 11.00

Francesca Recchia, Raccontare l’altrove

Giovedì 21 maggio, ore 11.00

Maria Cristina Didero, Design is about people and not about chairs

Giovedì 28 maggio, ore 11.00

Anna Bortolan, L’esperienza delle emozioni: sentire, valutare, raccontare

 

 01. K 131

Tenda nuziale di cotone ricamata a mano con seta. Diffusa in alcuni centri urbani del Marocco Nord-occidentale tra le famiglie arabe dell’alta società. Marocco. Rabat. 1910. Cotone, seta, carminio, pigmenti. Tessitura e ricamo. 230×300 cm. Collezione Korolnik.

 

Riapre il MUSEC di Lugano "Ripartire con la cultura in totale sicurezza"

Il Museo delle Culture di Lugano (MUSEC) sarà nuovamente accessibile al pubblico a partire da lunedì prossimo 11 maggio.

Il Museo delle Culture di Lugano (MUSEC) sarà nuovamente accessibile al pubblico a partire da lunedì prossimo, 11 maggio, secondo i suoi orari regolari (11:00-18:00, chiusura settimanale il martedì).  La salvaguardia dei visitatori e dei collaboratori sarà garantita grazie all'adozione di rigorosi standard di distanziamento sociale. 

Il Museo riapre presentando al pubblico una nuova esposizione temporanea ("Fiori sul ciglio della strada. Tappeti e tessuti del Marocco. La Collezione Korolnik") , il cui allestimento è stato portato a termine nei mesi della tempesta virale. 

Le misure di distanziamento sociale  non ci permettono di organizzare una presentazione generale alla stampa. I curatori, Paolo Maiullari del MUSEC e Annette Korolnik, si tengono a disposizione per visite su appuntamento. 

 

exibart

 

Exibart prize

Exibart prize vuole essere una piattaforma di scambio e confronto creativo.

Pensato per dare voce ai nuovi talenti dell'arte italiana e internazionale, con una veste dinamica e innovativa, exibart prize vuole essere una piattaforma di scambio e confronto creativo,un sostegno ai giovani grazie agli strumenti di comunicazione messi in campo dal gruppo editoriale,creando una community di artisti italiani e internazionali. 

Attenzione, comunicazione, condivisione, sostegno contraddistinguono questo premio

nato dalla passione per i talenti emergenti e da 20 anni di storia nel mondo dell'arte contemporanea.

Le iscrizioni scadono il 22 novembre 2020

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Morella Goccia leggero

 

Fulvio Morella porta la tornitura del legno nell'arte contemporanea

Il suo progetto Square the Circle è in mostra (virtualmente) alla mostra di Ventura Projects "Channelling Change: Inside A Designer’s Brain".

Fulvio Morella porta la tornitura del legno nell'arte contemporanea. Il suo progetto Square the Circle è in mostra (virtualmente) fino al 30 giugno alla mostra di Ventura Projects "Channelling Change: Inside A Designer’s Brain" all'interno della Virtual Design Festival promossa da Dezeen. Pochi gli italiani in protagonisti di questa prima edizione del Festival virtuale del design che sostituisce il Salone del Mobile per quest'anno. Fulvio Morella è stato selezionato da Cramum insieme a Ventura Projects per "esser riuscito a portare la secolare arte della tornitura nell'arte e nella contemporaneità". 
Con questo progetto di Fulvio Morella Cramum porta avanti la riflessione sull'intimo rapporto tra materia, arte e design che ha visto tra i precedenti artisti selezionati e supportati Maestri del calibro di Laura de Santillana per il vetro (da Gaggenau DesignElementi di Milano nel 2019) e di Franco Mazzucchelli per il PVC (da Ventura Centrale e Gaggenau DesignElementi di Milano nel 2018).

In inglese con l'espressione "square the circle" si intende il tentativo di unire elementi ritenuti tanto diversi da non poter coesistere. Fulvio Morella, caratterizzato dall'unione di una forte ricerca tecnica a un'estetica essenziale e minimalista, ha lavorato per unire elementi inediti e ritenuti "impossibili" nel settore della tornitura: queste nuove opere sono tutti esemplari unici, sculture che prendono la forma di piatti in legno torniti, che invece di essere rotondi sono quadrati. Ogni opera di questo ciclo è caratterizzata dall'inserimento di elementi circolari in metallo (acciaio marino e rame). Il risultato finale è una fusione di opposti tanto innovativa, quanto ipnotica: la brillantezza dei metalli, tagliati al laser e lucidati a mano dell'artista, risalta sulle essenze dei legni rari e pregiati, riflettendo in modo caleidoscopico lo spettatore e le venature del legno. Il quadrato e il cerchio, come nell'Uomo Vitruviano di Leonardo, trovano in queste opere una quadratura e un forte senso di armonia. Alla fine tutto è diverso, ma nulla stona e nulla è in eccesso. Qualcosa di nuovo è nato per sempre: "il cerchio quadrato".