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 Maria Cristina Carlini, Foresta, 2021, legno di recupero base in ferro cm300x250x200 Mimmo Capurso

 

Maria Cristina Carlini partecipa alla XIII FLORENCE BIENNALE

La scultura, intitolata “Foresta”, è inserita nel Padiglione Cavaniglia, che accoglie un nuovo progetto sviluppato dal curatore Fortunato D’Amico.

Maria Cristina Carlini partecipa alla XIII edizione Florence Biennale ETERNAL FEMININE | ETERNAL CHANGE. Concepts of Femininity in Contemporary Art and Design, cui è stata vivamente invitata a prendere parte con un’opera inedita. La scultura, intitolata “Foresta”, è inserita nel Padiglione Cavaniglia, che accoglie un nuovo progetto sviluppato dal curatore Fortunato D’Amico.

La Florence Biennale, mostra internazionale di arte e design contemporanea è ospitata alla Fortezza da Basso di Firenze dal 23 al 31 ottobre 2021, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, del MIC Ministero della Cultura, della Regione Toscana, del Comune di Firenze e di ADI – Associazione per il Disegno Industriale Delegazione Toscana.

Sono circa 400 gli artisti, architetti e designer provenienti da oltre 70 Paesi del mondo, coinvolti a partecipare a questo importante evento incentrato sul tema della femminilità nelle sue più varie e molteplici sfaccettature; si parte da Madre Terra, dall’essenza e dalle origini per arrivare a tematiche molto più attuali, legate al mondo contemporaneo dal punto di vista culturale e sociale, come i femminismi e la comunità LGBTQ+.

Nel corso della manifestazione verranno inoltre conferiti, come ormai di tradizione, numerosi premi fra cui quelli alla carriera, assegnati per il 2021 alla celebre designer e attivista britannica Vivienne Westwood, al fotografo milanese di fama mondiale Oliviero Toscani e all’artista piemontese, fra i massimi esponenti dell’Arte Povera, Michelangelo Pistoletto.

Per la prima volta viene presentato un progetto speciale nel Padiglione Cavaniglia, ideato e curato da Fortunato D’Amico, tutto incentrato sulle installazioni, con una ricchezza di percorsi interdisciplinari e multiculturali di arte, design, poesia, architettura, musica e sociologia, abbinati a incontri, workshop, conferenze, letture filosofiche, sociali, scientifiche, cinematografiche, spirituali e ambientali.

I lavori sono volti ad offrire al pubblico elementi originali per l’elaborazione di una riflessione sul Femminino in tutti i suoi aspetti e su svariati piani di lettura, ma anche su argomentazioni relative la natura, l’ecologia e il benessere del Pianeta.

Da sempre sensibile a questi temi è la scultrice Maria Cristina Carlini, che per l’occasione ha realizzato Foresta una scultura monumentale in legno di recupero e ferro. L’opera, con il suo stretto legame all’ambiente naturale e alla terra, è metafora di Madre Natura, che attraverso l’immagine dei rami, abbraccia, avvolge e genera. Il legno di recupero contribuisce a rafforzare questa immagine di stabilità e di radicamento. Una visione della femminilità che viene ricondotta alle origini, ad un contesto naturale ricco di vita, con un suo ecosistema che proietta in una dimensione altra e lontana dalla realtà quotidiana. L’immersione in questa “Foresta” è l’occasione per cercare gli elementi e gli strumenti indirizzati ad attuare una svolta finalizzata al cambiamento. Se da un punto di vista macroscopico s’intende cercare i mezzi per poter raggiungere la salvaguardia dell’ambiente e delle biodiversità, da un punto di vista microscopico l’obiettivo è fornire agli spazi cittadini la possibilità di essere ripopolati dal verde e dalla natura.

Cenni biografici.

Maria Cristina Carlini inizia il suo percorso artistico con la lavorazione della terra nei primi anni Settanta a Palo Alto in California, successivamente prosegue la sua attività a Bruxelles e poi a Milano, dove si dedica esclusivamente alla scultura. Da questo momento, oltre al grès e alle terre entrano a far parte della sua espressività materiali come il ferro, l’acciaio corten e il legno di recupero, dando vita a sculture di piccole, medie, ma soprattutto di dimensioni monumentali. Il suo percorso artistico comprende mostre personali e collettive in numerose sedi pubbliche e private nazionali e internazionali come Roma, Parigi, Madrid, Miami, Denver, Beijing, Hong Kong e Shanghai. Le sue opere sono presenti in permanenza in tre continenti Europa, America e Asia. Negli anni ha conseguito diversi premi e onorificenze. Attualmente vive e lavora a Milano. www.mariacristinacarlini.com

Info

Sede Fortezza da Basso, Viale Filippo Strozzi 1 - Firenze

Date 23 – 31 ottobre 2021

Anteprima Stampa sabato 23 ottobre, ore 10

Inaugurazione sabato 23 ottobre, ore 11

Apertura al pubblico sabato 23, ore 11.30

Orari tutti i giorni ore 10-20 I domenica 31 ottobre ore 10-19 I lunedì chiuso

Ingresso

Biglietto intero Euro 10

Tariffe speciali Euro 7 (maggiori 65 anni, minori di 30)

Giovani euro 5 (anni 6-18)

Bambini Omaggio (inferiori 6 anni)

Biglietti acquistabili sul sito: www.florencebiennale.org

Info Pubblico Florence Biennale Tel. +39 055 324 9173 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.florencebiennale.org 

 

 



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Giulio Paolini,Opera Autentica, 2001Installation view, Palazzo Te, Mantova, 2017ph. Agostino Osi

 

La Fondazione Antonio Ratti presenta la mostra "Il sogno di Antonio: un viaggio tra arte e tessuto"

Un progetto espositivo che ricongiunge la visione e la storia dell’imprenditore Antonio Ratti ai suoi luoghi di origine, lasciando un’eredità preziosa e viva ancora oggi.

A Como dal 10 ottobre 2021 al 31 gennaio 2022 la Fondazione Antonio Ratti presenta la mostra Il sogno di Antonio: un viaggio tra arte e tessuto, a cura di Lorenzo Benedetti, Annie Ratti e Maddalena Terragni, un progetto espositivo che ricongiunge la visione e la storia dell’imprenditore Antonio Ratti ai suoi luoghi di origine, a quella città in cui la sua idea di cultura di impresa si è sviluppata, lasciando un’eredità preziosa e viva ancora oggi.

Intrecciando antichi reperti tessili, opere d’arte contemporanea e materiali d’archivio l’esposizione ripercorre la vita, l’opera e la visione dell’industriale e mecenate Antonio Ratti, uno dei grandi imprenditori che nel secondo dopoguerra hanno saputo, insieme alla sua azienda Ratti S.p.A., ricostruire l’Italia industriale a partire da una profonda concezione filantropica e culturale.

Terza mostra dedicata ad Antonio Ratti – dopo quella a Palazzo Te a Mantova nel 2017, e alle Terme di Diocleziano a Roma nel 2018 Il sogno di Antonio: un viaggio tra arte e tessuto approfondisce ulteriormente la visione e la storia dell’imprenditore, ampliando il progetto e dialogando direttamente con i luoghi in cui ha vissuto e lavorato per tutta la vita.

Il percorso di mostra si articola fra spazi pubblici e privati di grande interesse e la sede della Fondazione, creata da Ratti nel 1985, dove ancora oggi è conservata la sua collezione tessile.

Opere realizzate appositamente per l’occasione contribuiscono a creare una relazione visiva coesa tra la ricerca artistica, i tessuti antichi, la storia di Antonio Ratti e gli spazi interni ed esterni della mostra.

Prende forma, nuovamente, la sua idea che esperienza e conoscenza, arte e sperimentazione siano strumenti fondamentali per comprendere il proprio tempo e generare nuove idee.

La mostra è ospitata nelle sale di Villa Olmo e di Villa Sucota, nei loro parchi e in altri luoghi della città, creando una rete fra punti focali del tessuto culturale comasco.

Cuore della mostra è Villa Olmo, a pochi passi dal centro cittadino. Grazie all’allestimento firmato dall’architetto Philippe Rahm e dalla veste grafica di Wolfe Hall, materiale d’archivio e tessuti antichi dialogano con le opere d’arte contemporanea nelle sale neoclassiche della villa.

Artisti che negli anni hanno collaborato con la Fondazione, come John Armleder, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Walid Raad, Yvonne Rainer, Julia Brown, Vincent Ceraudo, Zishi Han, Moira Ricci e Oriol Vilanova, hanno realizzato opere pensate appositamente per questi spazi, capaci di raccontare la visione e l’eredità di Antonio Ratti. Un documentario realizzato da Domenico Palma, visibile all’interno della Villa, racconta Antonio Ratti attraverso le parole e i ricordi di chi con lui ha collaborato e condiviso sogni e visioni. Si compone così un ritratto vivo e intenso dell’imprenditore e mecenate comasco.

Antonio Ratti, imprenditore e mecenate comasco, creatore dell’omonima azienda e Fondazione, costruì la propria impresa sulla ricerca di innovazione e sull’attenzione costante al contesto sociale e all’ambiente lavorativo. Nel suo lavoro, l’attività culturale e artistica è stata da sempre un elemento imprescindibile per la creazione di un prodotto di estrema qualità. Antonio Ratti partiva dal presupposto che il tessuto fosse a tutti gli effetti un prodotto culturale. Nel pionieristico edificio costruito da Tito Spini nel 1958 per la Ratti S.p.A., la Palazzina dei Servizi Sociali veniva utilizzata di giorno come mensa, mentre alla sera ospitava concerti, spettacoli teatrali, corsi e dibattiti per i lavoratori. La necessità di trovare ispirazione per la creazione di nuovi disegni tessili lo portò a collezionare tessuti antichi provenienti da tutto il mondo. La prestigiosa collezione che ne è derivata è divenuta nel 1985 il cuore di una Fondazione a scopo culturale che ancora oggi porta il suo nome. Qui, oltre allo studio e alla conservazione dell’archivio tessile e della collezione, si tiene ogni anno il programma CSAV – Artists’ Research Laboratory, in cui giovani artisti di tutto il mondo hanno l’opportunità di approfondire le proprie pratiche a contatto con i grandi maestri del panorama contemporaneo. La

Fondazione Ratti è diventata negli anni un punto di riferimento per la ricerca, un’incubatrice di idee, un luogo di discussione e sperimentazione. 

Antonio Ratti che unisce i parchi di tre ville comasche - con le opere di Ilya e Emilia Kabakov, Liliana Moro, Giulio Paolini e Rä di Martino. Il percorso espositivo si conclude a Villa Sucota, tappa finale della mostra e sede della Fondazione Antonio Ratti.

Il parco della Villa, che già ospita opere permanenti di Gerry Bibby, Jimmie Durham, Liliana Moro, Matt Mullican e Richard Nonas, sarà arricchito da installazioni di artisti che negli anni hanno partecipato al CSAV - Artists’ Research Laboratory, tra i quali Invernomuto, Daniel Jablonski e Oscar Santillan. All’interno della Villa vengono raccontate altre sezioni dell’archivio tessile di Antonio Ratti: attorno ai grandi tavoli, si snodano opere di artisti che da anni collaborano con l’istituzione, da Jimmie Durham a Giuseppe Gabellone, da Mario Garcia Torres a Melanie Gilligan, e ancora Joan Jonas, Christina Mackie, Walid Raad e Karl Holmqvist, che realizzerà una performance il giorno dell’inaugurazione.

La mostra si estende infine alla città, con la proiezione di Alfredo Jaar sulla facciata della Casa del Fascio in occasione dell’apertura della mostra, e l’opera di Hans Haacke installata sulla facciata del Teatro Sociale e davanti all’ex Chiesa di San Francesco (Spazio Culturale Antonio Ratti)

L’esposizione costituisce un’occasione non solo per raccontare la vita e la storia di un imprenditore visionario, ma anche per perseguire quell’idea da lui ricercata e sostenuta, di diffusione e condivisione di valori culturali.

Artisti: John Armleder, Julia Brown, Vincent Ceraudo, Rä Di Martino, Jimmie Durham, Gaia Franchetti, Giuseppe Gabellone, Melanie Gilligan, Hans Haacke, Zishi Han, Karl Holmqvist, Invernomuto, Alfredo Jaar, Daniel Jablonski, Joan Jonas, Ilya e Emilia Kabakov, Christina Mackie, Liliana Moro, Luigi Ontani, Domenico Palma, Giulio Paolini, Diego Perrone, Walid Raad, Yvonne Rainer, Moira Ricci, Oscar Santillan, Mario Garcia Torres, Oriol Vilanova.

Fondazione Antonio Ratti Villa Sucota, Via per Cernobbio 19 22100 Como, Italia fondazioneratti.org

 



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EBERHARD & CO. RACCONTA L’EMIGRAZIONE DELL’ITALIA DEL BOOM A MIA FAIR

Un progetto speciale di iO Donna sull’emigrazione.

Eberhard & Co. conferma la sua presenza a MIA Fair con un progetto speciale di iO Donna sull’emigrazione. Il tema affrontato è di grande attualità: è infatti presente sulle pagine dei principali quotidiani italiani e stranieri ed è motivo dicostante confronto politico tra le nazioni europee sulle modalità con cui affrontare unproblema di sempre maggiore entità e di complessa gestione.

La fuga di uomini, donne, bambini alla ricerca di un futuro migliore, che lasciano il propriopaese dove le condizioni di vita sono precarie, ha oggi come scenario il Mar Mediterraneo ecome attori principali i barconi stracolmi, che approdano sulle coste italiane ed europee. Ma tale fenomeno in Italia era presente già nel secolo scorso sotto una forma opposta:l’emigrazione dei cittadini italiani verso altre nazioni, al termine della Seconda Guerra Mondiale. I volti dei migranti del dopoguerra sono ritratti in una mostra fotografica dal titolo “Il lungoaddio. Storie dei nostri emigranti dell’Italia del boom” voluta da Eberhard & Co. e realizzata grazie alla stretta collaborazione con il magazine iO Donna, che ha selezionato i materialidell’archivio del Centro documentazione RCS Periodici, del Centro documentazione RCS Quotidiani e della Fondazione Corriere della Sera, a cura della giornalista e photo-editor di iO Donna Renata Ferri, con l’obiettivo di ripercorrere un momento della storia italianaattraverso scatti evocativi. Accompagna l’esposizione un testo di Gian Antonio Stella, firmadel Corriere della Sera e profondo conoscitore della storia e delle storie dei nostri emigranti. La Maison Eberhard & Co. vuole sensibilizzare il pubblico e invitarlo a una riflessione sulpresente e sul passato grazie a una selezione di 54 immagini emozionali nelle qualiprotagoniste sono persone comuni, ritratte mentre si apprestano a iniziare il loro “viaggiodella speranza”, come ad esempio un gruppo di ragazze che raggiungono in nave i promessisposi in Australia. Altri soggetti sono i lavoratori pendolari “frontalieri” che dall’Italia ogni giorno attraversanoil confine svizzero e gli italiani emigrati che lavorano nelle miniere di Marcinelle in Belgio. La Stazione Centrale di Milano ha una sezione dedicata, dove le foto evocano la memoria diun luogo visto come crocevia di persone, di partenze e arrivi, di emozioni e affetti che siintersecano. L’esposizione rappresenta un tema sociale forte che non può lasciare indifferenti e permettedi fare un parallelo tra l’emigrazione del secolo scorso, quando gli italiani lasciavano il Paesealla ricerca di nuove opportunità e il presente, in cui l’Italia è il primo attracco sulle rotte deimigranti.“Abbiamo voluto fortemente focalizzare l’attenzione su un argomento sociale di impattoimmediato nel nostro spazio a MIA Photo Fair, perché crediamo che non si possa ignorare ilnostro passato, quel momento storico in cui noi eravamo i migranti. Riteniamo che questaconsapevolezza possa essere una chiave di lettura importante per affrontare con occhiattenti il problema dell’accoglienza e dei flussi di migranti di oggi. La fotografia ha saputocatturare i volti delle persone e questi scatti riescono a esprimere, a pieno, sensazioni checolpiscono il pubblico, in una commistione perfetta tra rappresentazione della realtà e arte”- dichiara Mario Peserico, Amministratore Delegato di Eberhard Italia.

Eberhard & Co. è partner per l’ottavo anno di MIA Fair, fiera internazionale dedicata allafotografia d’arte giunta alla X edizione, ideata e diretta da Fabio e Lorenza Castelli, che apriràdomani (visitabile fino al 10 Ottobre) a Milano all’interno della superficie espositiva di SUPERSTUDIO MAXI.

Eberhard & Co. ha scandito la propria storia, lunga oltre 130 anni, attraverso creazionicaratterizzate da grande personalità, design ed eleganza inconfondibile. La Maison sostieneiniziative di particolare interesse in ambito culturale: “Mia Photo Fair fa parte del nostroimpegno nel mondo dell’arte ed è diventato per noi un appuntamento fisso, che ha il pregiodi avvicinare il grande pubblico a un “universo” spesso considerato inaccessibile ed è ilpalcoscenico perfetto dove presentare ogni anno progetti innovativi legati alla fotografia –conclude Mario Peserico.

MIA Image Art Fair | 7 – 10 Ottobre 2021 | SUPERSTUDIO MAXI – Via Moncucco 35, Milano

Mercoledì 6 Ottobre inaugurazione su invito | www.miafair.it

EBERHARD & CO.Maison di orologeria svizzera con oltre 130 anni di storia, fondata nel 1887 a La Chaux-de-Fonds, Eberhard & Co. rappresenta eccellenzae innovazione, di cui l’azienda ha fatto il proprio marchio di fabbrica, senza rinunciare al profondo legame con le origini e la tradizione.Eberhard & Co. produce circa 16.000 pezzi all’anno con obiettivi di crescita ponderata ma costante ed è presente in circa 25 Paesi,dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Estremo al Medio Oriente.La storia di Eberhard & Co. viene scandita da creazioni indimenticabili, quali il Chrono 4, l’8 JOURS, la collezione Tazio Nuvolari, l’Extrafort,la collezione femminile Gilda, fino alle riedizioni di celebri modelli degli anni 50’ e ’60, Scafograf e Contograf. Numerose sono state leconquiste del marchio: a partire dalla creazione del suo primo cronografo da polso nel 1919, fino al rivoluzionario Chrono 4, il primocronografo con quattro contatori allineati, brevetto esclusivo Eberhard & Co. A giugno 2019 la Maison ha inaugurato il Museo Eberhard& Co. a La Chaux-de-Fonds, all’interno della Maison de L’Aigle, lo storico edificio fatto costruire dal fondatore Georges-Lucien Eberhardall’inizio del XX secolo.Sito internet: www.eberhard1887.com 

 



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LA GALLERIA DI CRIPTOARTE ITALIANA REASONED ART CHIUDE UN ROUND DI INVESTIMENTO DA €310K

Reasoned Art certifica la compravendita di opere d’arte digitale tramite NFT e tecnologia blockchain. L’operazione è stata curata dallo Studio Pavesio e Associati with Negri-Clementi.

Reasoned Art certifica la compravendita di opere d’arte digitale tramite NFT e tecnologia blockchain. Ad investire nella startup l’imprenditore e collezionista di arte contemporanea Rosario Bifulco e LVenture Group.

Reasoned Art, startup società benefit che certifica la compravendita di opere d’arte digitale tramite NFT (Non Fungible Token) e tecnologia blockchain, ha chiuso il suo primo round di investimento di 310 mila euro. Hanno partecipato all’investimento l’imprenditore e collezionista di arte contemporanea, nonché presidente della casa d’aste Finarte S.p.A., Rosario Bifulco e LVenture Group, che ha selezionato la startup per il suo Programma di Accelerazione LUISS EnLabs.  

L’investimento permetterà al team guidato dai founder Giulio Bozzo (studente di Arte, valorizzazione e mercato dell’Università IULM di Milano) e Andrea Marec (laureato in Economics and Social Sciences all’Università Bocconi di Milano e all’Università Keio di Tokyo) di programmare i prossimi step di crescita.

Reasoned Art ha organizzato e curato la prima mostra decentralizzata di criptoarte in Italia lo scorso 10 Giugno esponendo le opere di Annibale Siconolfi, fuse* e Giuseppe Ragazzini negli schermi di 30 edicole di Milano. Le opere sono state successivamente vendute nel corso della prima asta di criptoarte in Italia.

Reasoned Art, lanciata lo scorso giugno al MEET – Digital Culture Center di Milano, è la prima galleria italiana dedicata alla criptoarte: seleziona i migliori artisti digitali sul panorama nazionale ed internazionale, organizza e cura mostre fisiche e virtuali, certifica le opere d’arte digitale consentendone la compravendita attraverso NFT, che svolgono il ruolo di certificato di autenticità, salvato su blockchain.

“Siamo orgogliosi di poter essere parte attiva dello sviluppo del sistema dell’arte e della cultura digitale in Italia e in Europa. Crediamo fermamente, dopo un periodo buio come quello che abbiamo affrontato, nella rinascita del nostro Paese attraverso un nuovo modo di fruire e vivere l’arte in cui gli spettatori diventano parte attiva del processo di generazione del valore. L’utilizzo consapevole della blockchain rappresenta un punto di svolta per il futuro della nostra società. Ringraziamo LVenture e Rosario Bifulco per il sostegno e per aver condiviso la nostra visione”, hanno affermato Giulio Bozzo, CEO & Founder di Reasoned Art, e Andrea Marec CFO & CO-Founder di Reasoned Art.

“La blockchain e i Non Fungible Token stanno aprendo nuove frontiere nei settori dell’entertainment e di tutte le produzioni artistiche, catalizzando sempre più l’attenzione degli investitori. Siamo convinti che, grazie al digitale e alle nuove tecnologie, la ripartenza del settore artistico e culturale post Covid-19 potrà non solo valorizzare al meglio l’esistente, ma produrre nuova cultura generando valore. Reasoned Art affronta il nostro Programma di Accelerazione con un posizionamento ottimale su questo trend e con un primo aumento di capitale importante per la fase pre-seed”, ha affermato Giulio Montoli, Head of Acceleration di LVenture Group.

“Per un appassionato del mondo dell’arte di lunga data, come me, l’ingresso nel mondo della cryptoarte è una naturale evoluzione. L’introduzione dei token NFT sta determinando cambiamenti nel mercato dell’arte in termini di fruizione ma anche di creazione stessa, aprendo enormi possibilità a tutti quegli artisti nuovi e non che sapranno coglierne le molteplici potenzialità. La decisione di appoggiare Reasoned Art nasce dalla volontà di sostenere un progetto innovativo, ponte tra il mondo dell’arte “tradizionale” e il mondo dell’arte “che verrà”, fin dai suoi primi passi. Mi piace l’idea di voler coniugare il fisico ed il virtuale in un unico luogo dove amanti e collezionisti d’arte possano avere uno sguardo rivolto verso il futuro, senza dimenticare l’enorme tradizione artistica che ci accompagna", ha affermato Rosario Bifulco.

L’investimento si è realizzato tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi convertibili in quote. I profili legali dell’operazione sono stati curati da Pavesio e Associati with Negri-Clementi, studio leader nel mercato legale e con una specifica specializzazione in diritto dell’arte, con un team composto dal partner Annapaola Negri-Clementi e dall’associate Arianna Leonardelli, e con il contributo di Giorgia Ligasacchi, art consultant.

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Reasoned Art è la prima startup società benefit italiana che si occupa di criptoarte, ossia di arte digitale certificata e venduta tramite l’utilizzo della tecnologia blockchain e dei token NFT. Una galleria “onlife” di criptoarte che ha l’obiettivo di unire il mondo dell’offline (mostre fisiche di arte digitale, eventi, workshop) con il mondo dell’online (piattaforma digitale di vendita, tecnologia blockchain e token NFT).

www.reasonedart.com

 

 



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Ritratto di Refik Anadol Credits Efsun Erkilic

MEET Digital Culture Center dedica il mese di ottobre a Refik Anadol

L’artista sarà protagonista del celebre format Meet the Media Guru sabato 2 ottobre 2021 alle ore 18.30.

Artista digitale e star dei social con più di 400mila followers: per tutto il mese di ottobre MEET Digital Culture Center celebra Refik Anadol con una serie di iniziative che dal MEET si irradiano nella città di Milano, arrivando fino a Londra e New York.

Appuntamento cardine di questo calendario il talk di sabato 2 ottobre alle 18.30, che vedrà Anadol protagonista del celebre format Meet the Media Guru nel Teathre del MEET. L’incontro in cui Anadol parlerà del rapporto tra arte, scienza e nuove tecnologie, raccontando il suo percorso professionale sarà trasmesso anche in streaming sul canale Facebook e sul sito di MEET.

Refik Anadol è ideatore della grande installazione Renaissance Dreams, opera site-specific commissionata da MEET nel 2019 e creata appositamente per la Sala Immersiva del Centro internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale nato a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo. Renaissance Dreams – inaugurata nell’autunno del 2020 con l’apertura di MEET e visibile fino all’inizio del 2022 – è generata a partire da un milione di immagini e testi prodotti tra il 1300 e il 1600 in Italia, composta da quattro capitoli: pittura, scultura, letteratura e architettura. I dati di ciascun capitolo sono stati elaborati dall’intelligenza artificiale per mezzo di algoritmi GAN (Generative Adversarial Network), capaci di identificare caratteristiche comuni nelle immagini e nei testi del Rinascimento Italiano e produrre creazioni originali. Il risultato è una passeggiata ipnotica nell’arte, una composizione di forme multidimensionali dinamiche a cui l’intelligenza artificiale ha attribuito volumi e colori nuovi ed associato un sound design ad hoc. L’opera d’arte è un flusso audiovisivo della durata di trentacinque minuti: davanti agli occhi scorre una parte del corpus artistico rinascimentale, lasciando l’impressione di un bellissimo sogno ad occhi aperti. Una cavalcata emozionante e ipnotica che “risveglia” il legame con le tracce vive della storia dell’arte italiana. Renaissance Dreams sintetizza il lavoro pluriennale di Refik Anadol e del suo team internazionale di designer, data scientist, programmatori e architetti – quasi una bottega rinascimentale contemporanea – che esplora l’intersezione tra media, scienza e tecnologia per creare esperienze poetiche e coinvolgenti.

Grazie alla collaborazione tra MEET e Luxottica, per tutto il mese di ottobre Renaissance Dreams sarà al centro anche del progetto Luxottica for Art. Nel 2020, nel pieno della pandemia, con i musei chiusi al pubblico e le sale vuote di visitatori, in collaborazione con le maggiori istituzioni culturali milanesi Luxottica ha acceso i suoi schermi digitali nelle più importanti vie e piazze della città per dare voce alla cultura e rendere l’arte accessibile a tutti. A ottobre, nei punti strategici del centro di Milano – Piazzale Cadorna, Piazza Cordusio e Corso Matteotti – i grandi schermi di Luxottica trasmetteranno per la prima volta un'opera digitale: pillole di tre minuti, pianificate in momenti strategici della giornata (12.57 e 18.57), regaleranno ai passanti la visione dei colori, delle luci, dei dettagli e delle emozioni dell’opera site-specific presente al MEET, dove potrà essere vista nella sua versione integrale.

Sempre nell’ambito di Luxottica for Art, a ottobre la pillola di Renaissance Dreams sarà trasmessa anche negli schermi Luxottica di Covent Garden a Londra e di Times Square a New York.

REFIK ANADOL

Refik Anadol (1985, Istanbul) è un media artist turco che risiede a Los Angeles, dove ha fondato il Refik Anadol Studio di cui è direttore creativo. La ricerca di Anadol sta al crocevia di arte, scienza, e tecnologia ed esplora i modi in cui macchine intelligenti e tecnologie digitali consentono di creare ambienti immersivi che cambiano la nostra percezione del tempo e dello spazio.

Nei suoi lavori pavimenti, muri e soffitti si dissolvono, interi edifici prendono vita da grandi quantità di dati e ciò che una volta era invisibile all'occhio umano diventa visibile, offrendo una nuova prospettiva e narrativa del mondo. Anadol non si limita ad integrare i linguaggi espressivi delle tecnologie negli ambienti, ma sintetizza le caratteristiche dei new media nel design degli spazi, pubblici e privati.

Il media artist turco ha all’attivo numerosi riconoscimenti tra cui il premio Lorenzo il Magnifico per la New Media Art della Biennale di Firenze; il SEGD Global Design Awards e del Google's Artists and Machine Intelligence Artist Residency Award.

Le performance site-specific di Anadol sono state presentate alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles e all’Artechouse di New York (USA); in musei come The National Gallery of Victoria (Australia); santralistanbul (Turchia) e l’usine (Svizzera); presso festival e rassegne come Ars Electronica Festival di Linz (Austria); Sydney City Art (Australia); Seoul Haemong (Corea del Sud) e International Digital Arts Biennial di Montréal (Canada).

Refik Anadol è docente e ricercatore presso il Dipartimento di Design Media Arts di UCLA a Los Angeles.

MEET (www.meetcenter.it) è il centro internazionale per l’arte e la cultura digitale di Milano. Nato con il supporto di Fondazione Cariplo, vuole contribuire a colmare il divario digitale italiano nella convinzione che l’innovazione sia un fatto culturale, prima ancora che tecnologico. Oltre al ciclo di incontri Meet the Media Guru con i protagonisti dell’innovazione mondiale, MEET promuove programmi di cross-fertilizzazione fra creativi digitali ed imprese, azioni e percorsi dedicati all’innovazione per la cultura, progetti espositivi ed allestimenti site-specific per istituzioni italiane ed internazionali. Uno spazio di 1500mq che Carlo Ratti Associati ha reinterpretato a partire dal concept del centro di cultura digitale lavorando sull'idea di fluidità, interconnessione e partecipazione. Lo spazio accoglie al suo interno anche la Cineteca di Milano, che firma un palinsesto autonomo di rassegne e proiezioni dedicate al cinema contemporaneo internazionale. Main partner di MEET è Intesa Sanpaolo. Sono partner del centro di cultura digitale Artemide, Mediatrade, Peugeot e George Brown College di Toronto.