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A Milano L'ARTE AL FEMMINILE È PROTAGONISTA DELLA MOSTRA "NARCISI FRAGILI" promossa da Cramum e Superstudio

Le artiste in esposiyione: LAURA DE SANTILLANA, DANIELA ARDIRI, FLORA DEBORAH, GIULIA MANFREDI E FRANCESCA PIOVESAN.  La mostra è a cura di Sabino MAria Frassà. 

Il 22 settembre all'interno del Palinsesto "I Talenti delle donne" del Comune di Milano nello spazio My Own Gallery (Via Tortona 27 bis) Superstudio e Cramum presentano la mostra al femminile "Narcisi Fragili" a cura di Sabino Maria Frassà che ospita le opere di cinque artiste italiane: Laura de Santillana, Daniela Ardiri, Flora Deborah, Giulia Manfredi e Francesca Piovesan.  

Narcisi Fragili insieme alla mostra di design “I Fiori della Materia” è parte dell'intenso programma a sostegno della creatività femminile “Nelle Mani delle Donne” ideato da Gisella Borioli in occasione di due eventi importanti per la ripartenza di Milano: la Milano Fashion Week (22-28 settembre) e Milano Design City (28 settembre -10 ottobre). La Direttrice di Superstudio introduce con queste parole questo ambizioso progetto: "La creatività è donna. Le donne sono sempre più protagoniste e sempre più presenti sulla scena politica, culturale e sociale, ma non ancora abbastanza."

"Narcisi fragili" come spiega il curatore Sabino Maria Frassà "è un percorso espositivo che indaga la bellezza e la precarietà dell'esistenza umana, partendo dalla riflessione di Virginia Woolf: "Ho avuto un istante di grande pace. Forse è questa la felicità". Nel buio interiore l'arte riesce a trasformare la materia in pensiero, a condividere riflessioni, dubbi e spiragli di "fugaci momenti di gloria" che diventano universali, andando al di là del proprio tempo e del vissuto dell'artista".

Protagoniste le opere di cinque artiste italiane - Daniela Ardiri, Flora Deborah, Laura de Santillana, Giulia Manfredi, Francesca Piovesan - che hanno fatto dell'uso della materia lo strumento per raccontarsi e per affermarsi in un mondo - quello dell'arte - spesso maschilista e machista. Le opere inedite in vetro soffiato "Scars" (Cicatrici) di Laura de Santillana, la grande artista scomparsa prematuramente nel 2019, costituiranno l'inizio di un percorso che condurrà lo spettatore a riflettere e a interrogarsi: su ciò che sia realmente importante grazie alla scultura di Flora Deborah; sulla fragilità delle convenzioni sociali grazie all'installazione di Daniela Ardiri; sul ruolo dell'essere umano nell'ecosistema globale con le sculture "vive" di Giulia Manfredi e infine sul ruolo del tempo e del corpo nella nostra vita con le impressioni fotografiche (off-camera) di Francesca Piovesan.

Gisella Borioli ha invece selezionato per la mostra sul design al femminile "I Fiori della Materia" otto designer e architette - Isabella Angelantoni Geiger, Vera Belikova, Mavi Ferrando, Francesca Gasparotti, Adriana Lohmann, Ilaria Marelli, Paola Navone, Elena Salmistraro - che presentano il proprio essere e il proprio lavoro impiegando in modo del tutto originale e peculiare le materie prime. Entrambe le mostre rimarranno e visitabili gratuitamente aperte sino al 29 ottobre. Un periodo di tale durata e importanza ha permesso di programmare diverse attività collaterali dove le artiste/designer possono presentare e approfondire il proprio lavoro attraverso un palinsesto di incontri e dibattiti dal titolo “People and Stories” per celebrare la donna e stimolare il confronto su problematiche ancora persistenti e radicate. Ogni appuntamento sarà la voce-intervista di uno o più talenti ospitati per raccontarsi e confrontarsi con il pubblico, chiamato ad intervenire per costruire insieme una città attenta. Diversi i temi presentati, ora più che mai scottanti, come la disparità di genere, il lavoro per i giovani artisti e la sostenibilità ambientale.

DOVE E QUANDO

MyOwnGallery, Superstudio Più

Via Tortona 27 bis Milano

23 settembre – 29 ottobre 2020
MA - VE h 11.00 – 19.00  SA – DO h 15.00 - 19.00

Inaugurazione Martedì 22 settembre dalle ore 17.00 alle ore 21.00

Per informazioni sullo spazio: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  || +39 02 422501

Per informazioni sulla mostra: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. || +39.334.1539578

 

 miart 2020 digital

 

miart 2020 – digital edition

miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano organizzata da Fiera Milano e diretta da Alessandro Rabottini presenta la sua prima edizione digitale, che si svolgerà dall'11 al 13 settembre 2020.

miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano organizzata da Fiera Milano e diretta da Alessandro Rabottini presenta la sua prima edizione digitale, che si svolgerà dall’11 al 13 settembre 2020 con preview riservata mercoledì 9 e giovedì 10 settembre: un preludio all’edizione 2021 che avrà luogo sia fisicamente che online.

Questo formato innovativo, ideato per l’edizione 2020 della fiera, vuole essere la dimostrazione dell’impegno di Fiera Milano nel sostenere la “ripartenza” non soltanto del sistema dell’arte ma di tutto il sistema produttivo ed economico di Milano, della Regione Lombardia e del nostro Paese.

Gallerie, artisti, musei, fiere e spazi d’arte in tutto il mondo stanno sperimentando nuove modalità per raggiungere il loro pubblico, esplorando il mondo digitale come spazio di prossimità. Siamo testimoni di uno sforzo globale di trasformazione della distanza in una forma di condivisione.

miart ha sempre sostenuto il dialogo tra differenti discipline e generazioni, cercando di mescolare linguaggi artistici che possono apparire distanti tra loro. In questo senso, con miart digital, abbiamo cercato di dare il nostro contributo al dibattito contemporaneo mettendo a disposizione una piattaforma ed una serie di strumenti per promuovere le arti visive e per farli apprezzare da tutti coloro che le amano.

Oltre 130 espositori nazionali e internazionali hanno aderito all’edizione digitale di miart – una piattaforma sviluppata in collaborazione con Artshell – confermando la loro adesione al percorso di ricerca che, negli anni, ha contraddistinto la fiera e dimostrando la solidità di un network costruito negli anni.

Quattro grandi aree tematiche sviluppate all’interno della piattaforma, riflettono l’architettura concettuale caratteristica di miart, una fiera che si fonda sul costante dialogo tra arte moderna, contemporanea, emergente e design da collezione.

Le gallerie hanno la possibilità di presentare al pubblico un’ampia selezione di opere in vendita accanto a una serie di contenuti multimediali, relativi all’attività espositiva della galleria e alle mostre, in corso o passate, nelle proprie sedi e presso altre istituzioni, degli artisti rappresentati.

miart digital offre inoltre a galleristi, collezionisti e professionisti dell'arte, un modo più immediato di comunicare grazie a una chat istantanea riservata, che consente a espositori e utenti di entrare in un dialogo diretto e di superare i limiti territoriali.

I visitatori potranno accedere a una serie di ulteriori insight della fiera e percorsi originali suggeriti dal board dei curatori.

miart conferma la collaborazione con Comune di Milano – Cultura dedicando una sezione della piattaforma alla Milano Art Week – che si tiene in varie sedi cittadine dal 7 al 13 settembre 2020 – e offrendo la possibilità a istituzioni culturali pubbliche e private di condividere contenuti inediti e promuovere le mostre aperte in città.

Si rinnova anche il sostegno di Fondazione Fiera Milano che quest’anno destina un contributo di 50.000 euro tramite l’omonimo Fondo di Acquisizione, a dimostrazione della volontà di supportare il mercato in modo concreto.

“In un’edizione di miart digitale certamente diversa da quelle fisiche cui eravamo abituati ma che saprà comunque appagare ogni aspettativa - spiega Enrico Pazzali, Presidente di Fondazione Fiera Milano - confermiamo il nostro impegno per la valorizzazione dell’arte contemporanea attraverso il nostro fondo acquisizioni. Fondo che negli anni ha contribuito ad accrescere il valore della collezione di Fondazione Fiera Milano, che oggi conta 92 opere in rappresentanza di linguaggi artistici differenti; dalla pittura alla scultura, dal film alla fotografia, dal disegno all’installazione. Le opere sono custodite nella Palazzina degli Orafi di Largo Domodossola, sede di Fondazione Fiera Milano, e sono illustrate all’interno del catalogo “Prospettiva Arte Contemporanea. La collezione di Fondazione Fiera Milano” edito da Skira. Un catalogo che “racconta” la storia di un impegno a favore della creatività contemporanea attraverso opere che hanno punteggiato il percorso di crescita e internazionalizzazione vissuto da miart negli ultimi anni”. 

(L’intera collezione è visibile su https://www.fondazionefieramilano.it/it/arte-e-cultura/fondazione-per-l-arte-e-la-cultura.html).

La giuria del Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera Milano è composta da:

> Diana Bracco, componente del Comitato Esecutivo di Fondazione Fiera Milano (Presidente di Giuria)

> Luca Lo Pinto, Direttore Artistico, MACRO - Museo d'Arte Contemporanea, Roma
> Roberta Tenconi, Curatrice, Pirelli HangarBicocca, Milano
> Marianna Vecellio, Curatrice, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino

VIP e VIP PLUS hanno accesso esclusivo alla piattaforma durante l’anteprima del 9 e 10 settembre, mentre dall’11 al 13 settembre tutti i visitatori possono accedere gratuitamente alla piattaforma previa registrazione dei propri dati.

miart digital vuole essere uno strumento per consolidare dialoghi esistenti e per intraprenderne di nuovi, in attesa di incontrarsi per un’edizione sia fisica che digitale dal 9 all’11 aprile 2021.

Tutti gli aggiornamenti saranno disponibili online sul sito www.miart.it

 

 Gianni Ruffi Giallo verde rosso 1968 Collezione Fondazione Caript

Gianni Ruffi Giallo verde rosso 1968 Collezione Fondazione Caript

 

FONDAZIONE PISTOIA MUSEI annuncia PISTOIA NOVECENTO. Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra

La mostra raccoglie, oltre alle opere degli autori pistoiesi, alcuni lavori di artisti non locali ma che con la città hanno intrattenuto rapporti di scambio e dialogo, oltre a prestiti da collezioni pubbliche e private. 

Il design radicale degli Archizoom, la logica binaria delle opere di Gianfranco Chiavacci, i collage di Remo Gordigiani, le ricerche astrattiste di Gualtiero Nativi, Mario Nigro e Fernando Melani, l’ironia pop di Gianni Ruffi: sono oltre 70 le opere che scandiscono il secondo capitolo del progetto PISTOIA NOVECENTO con il percorso di Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra, allestimento temporaneo a lungo termine a cura di Alessandra Acocella, Annamaria Iacuzzi, Caterina Toschi che FONDAZIONE PISTOIA MUSEI presenta dal 19 settembre 2020 al 22 agosto 2021 nella sua sede di Palazzo de’ Rossi.

PISTOIA NOVECENTO è il grande progetto dedicato alla collezione permanente di Fondazione Pistoia Musei con opere delle collezioni di Fondazione Caript e Intesa Sanpaolo (già Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia), pensato per consentire una lettura il più possibile esaustiva del panorama artistico pistoiese nel suo articolarsi attraverso il secolo scorso. La prima parte del progetto, conclusasi a fine agosto 2020, ha raccontato la prima metà del Novecento.

Questo secondo capitolo – PISTOIA NOVECENTO. Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra – offre un’immagine d’insieme della seconda metà del secolo a Pistoia.

La mostra raccoglie, oltre alle opere degli autori pistoiesi presenti nella collezione permanente di Fondazione Pistoia Musei, alcuni lavori di artisti non locali ma che con la città hanno intrattenuto rapporti di scambio e dialogo, oltre a prestiti da collezioni pubbliche e private.

Uno specifico indirizzo di curatela ha voluto arricchire il percorso espositivo con un’ampia selezione di documenti (fotografie, lettere, manifesti, inviti, video): un’operazione inedita volta a narrare la vivacità del clima artistico pistoiese nel contesto più ampio della cultura toscana, nazionale e internazionale. L’intenzione è quella di proporre nuovi sguardi sulle principali esperienze artistiche cittadine offrendo così un quadro di contesto alle opere d’arte selezionate.

 

La selezione di PISTOIA NOVECENTO. Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra segue un andamento cronologico partendo appunto dal secondo dopoguerra ed è scandita in macro-aree tematiche: REALISMO E FIGURAZIONE; ASTRATTO, MATERICO, PROGRAMMATO; OGGETTO E IMMAGINE; NATURA E ARTIFICIO; SEGNO, GESTO, AMBIENTE.

I materiali documentari come le fotografie, le corrispondenze, i manifesti e gli audiovisivi sono disposti secondo un progetto grafico ed espositivo ideato appositamente per l’occasione e capace di offrire molteplici livelli di lettura.

 

Palazzo de’ Rossi si consolida come uno dei punti di forza del polo museale di Fondazione Pistoia Musei, connotandosi ancora una volta come centro dedicato all’arte del Novecento pistoiese, punto di riferimento per la conoscenza delle varie generazioni artistiche che si sono succedute lungo il secolo scorso: artisti che con ardimento e autenticità di ricerca hanno sempre cercato un dialogo con i grandi centri dell’arte apportando il proprio contributo in un’ottica di originalità.

 

Tra gli artisti in mostra: Archizoom, Roberto Barni, Sigfrido Bartolini, Vinicio Berti, Massimo Biagi, Franco Bovani, Umberto Buscioni, Sergio Cammilli, Alfiero Capellini, Gianfranco Chiavacci, Andrea Dami, Agenore Fabbri, Alfredo Fabbri, Aldo Frosini, Giuseppe Gavazzi, Valerio Gelli, Donatella Giuntoli, Remo Gordigiani, Renato Guttuso, Mirando Iacomelli, Lando Landini, Marcello Lucarelli, Fernando Melani, Francesco Melani, Eugenio Miccini, Adolfo Natalini, Gualtiero Nativi, Mario Nigro, Renato Ranaldi, Gianni Ruffi, Giorgio Ulivi, Jorio Vivarelli, Corrado Zanzotto.

 

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LE OGR TORINO COMPIONO TRE ANNI: dal 10 SETTEMBRE al 10 ottobre un mese di eventi nel segno del futuro

Dal 10 settembre al 10 ottobre si apre un mese di eventi per tutti, con l’evento Continuum che proporrà mostre, musica, performance artistiche, visite guidate, dibattiti e attività didattiche. 

Le OGR - Officine Grandi Riparazioni di Torino compiono tre anni nel segno del futuro: dal 10 settembre si apre un mese di eventi per tutti, che culmineranno con il lungo weekend del 10 ottobre, con l’evento Continuum che proporrà, nell’area OGR Cult, mostre, musica, performance artistiche, visite guidate, dibattiti e attività didattiche.

Prendono il via, infatti, i primi quattro appuntamenti post estivi di OGR Public Program il progetto di formazione gratuito messo in campo dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per far incontrare il grande pubblico con personalità di fama nazionale e internazionale per delineare nuovi orizzonti possibili per la società e il pianeta nell’era post Covid su tematiche di estrema attualità quali le competenze digitali, la rinascita, la cura del pianeta e delle relazioni sociali, i cambiamenti climatici e ambientali. Per la prima volta le persone di ogni età potranno entrare negli spazi delle OGR Tech, il luogo dove startupper, innovatori e grandi aziende progettano ogni giorno il futuro in campo scientifico, tecnologico, industriale in settori d’eccellenza come Big Data, intelligenza artificiale, blockchain, gaming, smart mobility.

Davide Dattoli (CoFounder e CEO di Talent Garden) e Christian Greco (Direttore del Museo Egizio di Torino) saranno gli ospiti dei primi due incontri, giovedì 10 settembre (ore 18.30) e venerdì 18 settembre (ore 18.30), con focus rispettivamente sul coworking e sulla “Uhem mesut”, ossia la morte non come fine ma come nuovo inizio nell’Antico Egitto.

Il Public Program proseguirà lunedì 21 settembre (ore 18.30) con la rassegna dal titolo profetico “La cura del mondo”, dell’Associazione Doppiozero di Marco Belpoliti, che proporrà un intervento fortemente evocativo di Gabriella Caramore sul tempo ultimo della vita, mentre giovedì 24 settembre (ore 18.30) per l’Associazione CentroScienza Elisa Palazzi e Marco Ferrari racconteranno come il clima stia cambiando in montagna molto più rapidamente che altrove, con forti ricadute sull’intero ecosistema.

Sempre a settembre ripartirà anche OGR YOU, il progetto di formazione promosso dalla Fondazione per l’Arte CRT dedicato ai giovani tra i 18 e i 21 anni. Curato dal celebre gallerista torinese Guido Costa in collaborazione con il giovane curatore ucraino Sergey Kantsedal, il progetto si intitola NOVA CONVENTION e si configura come un esperimento di educazione alla complessità della cultura: 15 ragazzi selezionati tramite open call a inizio anno, si ritroveranno una volta al mese nella nuova Aula didattica delle OGR per confrontarsi su temi diversi con personalità illustri in diversi campi. Al termine del corso, ad ogni partecipante sarà riconosciuta una borsa di studio del valore di 500 euro.

“I progetti OGR Public Program e OGR YOU sono nati con lo scopo di offrire specifiche occasioni di formazione, apprendimento e approfondimento per tutto il pubblico OGR, insieme a iniziative specifiche pensate anche per un audience più giovane; un terreno comune su cui potersi confrontare, imparare dal passato e guardare al futuro, in perfetta armonia con l’essenza stessa delle OGR – dichiarano Fulvio Gianaria e Massimo Lapucci, rispettivamente Presidente e Direttore Generale delle OGR. Ed è proprio dal pubblico e dalla formazione che le OGR sono pronte a riprendere in presenza un dialogo che è sempre proseguito grazie a una proposta digitale di contenuti: ripartiamo a settembre con una programmazione di incontri dal vivo per la prima volta in OGR Tech, il luogo in cui quotidianamente si progetta il futuro, con focus su temi molto attuali, come le competenze digitali, la rinascita, le relazioni sociali, la cura dell’ambiente. Un mese di appuntamenti che ci avvicineranno al week end del 10 ottobre, quando sarà possibile ritrovarsi anche negli spazi di OGR Cult per continuare a vivere, tutti insieme, l’arte e la cultura”.

INFORMAZIONI PRATICHE Tutti gli incontri di OGR Public Program sono gratuiti previa prenotazione disponibile sul sito www.ogrtorino.it a partire dal 3 settembre 2020. 

 

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 Jacopo Benassi, The Belt, 2020

 

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato esce dalle sue mura per invadere le strade della città

Ci sarà una campagna di affissioni pubbliche che utilizzano le immagini tratte da The Belt, progetto fotografico di Jacopo Benassi dedicato al distretto tessile pratese in collaborazione con l’Archivio Manteco. 

Dal 31 agosto e per due settimane il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato esce dalle sue mura per invadere le strade della città con una campagna di affissioni pubbliche che utilizzano le immagini tratte da The Belt, progetto fotografico di Jacopo Benassi dedicato al distretto tessile pratese in collaborazione con l’Archivio Manteco.

La campagna di affissioni che anticipa la mostra Vuoto di Jacopo Benassi in apertura al Centro Pecci dall’8 settembre, risponde al desiderio del museo di varcare i suoi confini fisici e cercare un rapporto dinamico e diretto con la comunità cittadina.

Il progetto The Belt è dedicato a Prato, città d'arte e centro riconosciuto dell'industria tessile che si contraddistingue per la fitta filiera di piccole e grandi aziende d'eccellenza capaci di lavorare grandi quantità di tessuti dismessi provenienti da ogni parte del mondo producendo, attraverso procedimenti che mixano le più alte tecnologie e i vecchi saperi artigianali, materiale rigenerato di primissima qualità. I tessuti, i macchinari, i ritratti degli artigiani e le loro mani che lavorano, le persone colte in momenti di pausa o nell'atto di consumare pasti: le immagini di Benassi mescolano elementi prosaici a immagini sacre (il pulpito di Donatello per il duomo di Prato, i dipinti di Palazzo Pretorio) per mettere in relazione carnalità e materialità dell'umanità operosa che contraddistingue Prato, alle icone della sua storia e alla tradizione artistica che traspare nei luoghi della città. Il titolo del progetto, The Belt, si rifà alla Sacra Cintola, preziosa reliquia della Madonna conservata nella cattedrale di Prato quale elemento identitario della città.

Attraverso lo sguardo del fotografo e i suoi scatti dal forte contrastato bianco e nero esplosi su manifesti pubblicitari, il Centro Pecci si riversa negli spazi della città rendendo visibile una delle anime di Prato ai cittadini.

Dall'8 settembre al 1 novembre 2020 con la mostra Vuoto, prima personale in un museo dedicata a Jacopo Benassi a cura di Elena Magini, il museo di Prato offrirà poi uno sguardo completo sul lavoro potente, personalissimo, privo di mediazioni, del fotografo spezzino.

Dallo studio dell’artista parzialmente ricreato all’interno della mostra nelle sale del Centro Pecci, il progetto espositivo si sviluppa in una spazialità dilatata che accoglie alcune delle serie e dei lavori più significativi dell’autore, oltre ad alcune opere inedite legate al suo interesse per l’editoria e la produzione di libri, come ad esempio la serie The Belt.

I soggetti di Benassi sono i più disparati, dall’umanità che abita la cultura underground e musicale internazionale (a partire dall’esperienza del club Btomic, gestito dallo stesso fotografo con alcuni amici) a ritratti di modelle, attrici, artisti, stilisti pubblicati nelle più importanti riviste italiane, fino all’indagine sul corpo, che varia dalla documentazione autobiografica di incontri sessuali, allo sguardo intenso sulla statuaria antica e che può essere considerato il “filo rosso” della sua produzione pantagruelica.

Un posto speciale nell’opera di Benassi è occupato dall’autoritratto, spesso legato al suo percorso performativo: la sperimentazione sulla performance, sua o di altri, si lega costantemente alla musica e viene sempre mediata dall’immagine fotografica, soggetto e oggetto della sua ricerca.

Il titolo della mostra – Vuoto – richiama la specifica sensazione dell'autore rispetto alla sua produzione, un desiderio di mettersi a nudo, tirando fuori da sé tutto, in un percorso di auto-esposizione pubblica.

In questa mostra il fotografo si concede interamente allo spettatore, consegnando il suo studio, i suoi strumenti, il panorama creativo che l’accompagna nella gestazione del lavoro, l’insieme degli scatti che danno vita a un’indagine ventennale sui temi dell’identità, della notte, del lavoro.

Un atto di apertura verso l’esterno che costituisce un punto zero nella carriera dell’artista e, di contro, una possibile rinascita.

Si ringrazia la galleria Francesca Minini e l’Archivio Manteco per il contributo nell’organizzazione della mostra.

INFO

JACOPO BENASSI 1970, La Spezia. Vive e lavora a La Spezia.

Nel 2019 ha esposto il progetto CRACK in due personali, a CAMERA – Centro italiano per la fotografia di Torino e al Festival Fotografia Europea 2019 a Reggio Emilia. Nello stesso anno ha tenuto una personale al Palazzo Bentivoglio di Bologna a cura di Antonio Grulli, Bologna Portraits. Alla fine del 2016 ha pubblicato il libro Gli aspetti irrilevanti, pubblicato da Mondadori e di cui è co-autore assieme a Paolo Sorrentino: il regista vincitore di un premio Oscar ha creato 23 piccole storie partendo da 23 ritratti di Jacopo Benassi. No Title Yet! è uno spettacolo di fotografia e performance creato con I Kinkaleri. Nel 2014 è stato presentato un magazine edito dallo stesso Benassi, prodotto al Palais de Tokyo di Parigi in collaborazione con Le Dictateur di Milano. Ha collaborato con il direttore artistico Federico Pepe a COCO, un progetto di musica e videoarte. Dal 2013 al 2015 ha esposto per tre edizioni al Si Fest di Savignano sul Rubicone. Nel 2011 ha esposto in una mostra personale alla galleria Zelle a Palermo. Ha aperto Talkinass Paper and Records e prodotto magazine e CD live di artisti della scena underground. Ha collaborato con registi e scrittori come Paolo Sorrentino, Daniele Ciprì, Asia Argento e Maurizio Maggiani. Nel 2010 ha preso parte a No Soul for Sale con Le Dictateur alla Tate Modern di Londra, un evento curato da Maurizio Cattelan e Massimiliano Gioni. Nel 2009 la 1861 United Agency ha pubblicato una monumentale monografia di Benassi: The Ecology of Image. Sempre nel 2009 ha preso parte a FotoGrafia - International Festival of Rome. Nel 2007 ha esposto nella mostra Vade retro. Arte e omossessualità, da von Gloeden a Pierre et Gilles, curata da Vittorio Sgarbi e Eugenio Viola. Ha collaborato con numerose riviste in Italia e all’estero. Nel 2005 ha partecipato a Aphotography alla Changing Role gallery a Napoli e nel 2006 - 2007 ad Artissima, Torino.

ARCHIVIO MANTECO è il ramo culturale dell'azienda tessile Manteco. L'Archivio preserva l'eredità culturale della compagnia, supportando allo stesso tempo progetti artistici radicali e ambiziosi. Manteco, fondata a Prato nel 1943 dalla famiglia Mantellassi, è leader nella produzione di lane sostenibili e di tessuti innovativi. È una delle principali eccellenze dell'industria della moda Made in Italy e collabora con i più grandi marchi mondiali del settore. Manteco è stata premiata a livello nazionale e internazionale per i suoi sforzi nell'ambito dell'innovazione sostenibile e dell'economia circolare.

The Belt è stato realizzato grazie al supporto di Archivio Manteco.

 

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ArtVerona e IULM: le prospettive del sistema dell'arte italiano

ArtVerona e il Master in Art Market Management IULM organizzano un ciclo di incontri dedicati al sistema dell’arte italiano visto da prospettive internazionali. Appuntamento dal 24 settembre. 

In collaborazione con IULM, ArtVerona, la manifestazione dedicata all’arte moderna e contemporanea in programma dall’11 al 13 dicembre 2020 e diretta da Stefano Raimondi, organizza un ciclo di incontri pensati per collezionisti e appassionati e dedicati al sistema dell’arte italiano visto da prospettive internazionali. Saranno sviluppati focus specifici sul ruolo dei musei, delle fondazioni private e dei collezionisti grazie ad ospiti autorevoli ed emblematici come Holger Reenberg (HEART - Herning Museum of Contemporary Art, Danimarca), Umberta Gnutti Beretta (imprenditrice e collezionista), Ronald Rozenbaum (The Embassy, Bruxelles), Mark Davy (Future City, Londra).

Prospettive è il titolo di questo progetto, realizzato in collaborazione con il Master in Art Market Management dell'Università IULM, che si svilupperà in un ciclo di appuntamenti, a partire dal 24 settembre 2020. Attraverso una conversazione a due della durata di 30 minuti, condotta da Alessia Zorloni, fondatrice di Art Wealth Advisory e Co-Direttore dell’Executive Master in Art Market Management di IULM, membro dell’Advisory Board di ArtVerona 2020, in dialogo con curatori, direttori e collezionisti, il ciclo di incontri vuole offrire una visione trasversale del sistema dell’arte italiano così come è percepito sulla scena nazionale e internazionale, grazie a dibattiti e incontri con diversi protagonisti.

Prospettive è rivolto a tutti i principali operatori del settore, agli appassionati e agli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arte, valorizzazione e mercato e la partecipazione tramite la piattaforma Zoom sarà aperta a tutti previa registrazione. Il primo appuntamento online è in programma giovedì 24 settembre e avrà come ospite Holger Reenberg, Direttore del HEART - Herning Museum of Contemporary Art, in Danimarca. Il museo di Herning è conosciuto in tutto il mondo per avere la più ampia collezione pubblica dei lavori dell'artista italiano Piero Manzoni, tra cui Base del mondo e Linea Lunga 7200 metri, oltre a numerosi lavori di Jannis Kounellis. L’incontro vuole ripercorrere le tappe che hanno portato alla raccolta di questo nucleo significativo di opere e ripercorrerà le collaborazioni avviate con istituzioni private e con l'Italia, analizzando il funzionamento del sistema museale di un paese nordico.

Il secondo appuntamento di Prospettive è in programma sabato 10 ottobre a Palazzo Monti di Brescia con Umberta Gnutti Beretta, Consigliera del Museo Poldi Pezzoli di Milano e della Fondazione Brescia Musei. Imprenditrice e filantropa, è da sempre appassionata sostenitrice di diverse iniziative del mondo dell’arte: la più nota alla cronaca e al mondo della critica d’arte è il progetto Floating Piers di Christo e Jean Claude sul Lago d’Iseo nel 2016. Tra i sostenitori del Padiglione Italia, curato da Cecilia Alemani alla Biennale di Venezia nel 2017, non si definisce una collezionista perché “più che una collezione ha una raccolta di opere d’arte”, costruita nel tempo attraverso la passione e il rapporto diretto con gli artisti.

Ronald Rozenbaum, fondatore della collezione privata The Embassy, Bruxelles sarà invece l’ospite dell’appuntamento online di giovedì 15 ottobre. Il collezionismo privato ha un ruolo centrale nell’arte moderna e contemporanea e il modo di collezionare e di essere collezionisti è cambiato radicalmente negli ultimi anni, tanto che collezionare oggi ha assunto un significato anche etico, necessario per promuovere attraverso le opere una lettura del mondo. La discussione con Ronald Rozenbaum affronterà proprio gli scenari, i significati, le implicazioni sociali e le prospettive future di una importante collezione internazionale. The Embassy ha un forte focus sulla pittura, con opere di Chris Succo e Valentin Carron, e sull’arte concettuale e minimalista, con lavori di Carl Andre, Bruce Nauman, Dan Flavin, e di una generazione più contemporanea di artisti come Sherrie Levine e Matias Faldbakken.

Infine, giovedì 22 ottobre l’appuntamento è con Mark Davy, Founder e CEO di Future City a Londra, un'agenzia inglese di placemaking culturale specializzata nell'intermediazione e nella realizzazione di progetti artistici in spazi privati e pubblici. L'incontro darà la possibilità di approfondire un modello virtuoso di promozione artistica in sfere e ambiti diversi come luoghi pubblici, trasporti e infrastrutture, ospedali, spazi commerciali e residenziali. L'agenzia ha commissionato oltre 100 installazioni in tutto il mondo, coinvolgendo artisti quali Douglas Gordon, Ryan Gander e Damien Hirst.