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 Luca Pozzi, Third Eye Prophecy, 2019. Scultura digitale, applicazione di realtà aumentata, dal progetto The Dark Collection presso Pinacoteca di Brera, dimensioni variabili.

Fondazione Modena Arti Visive annuncia il programma 2021

Un circuito virtuoso, all’interno del quale le proposte formative ed educative si intrecciano con i contenuti della mostre, divenendo così parte integrante dei percorsi espositivi e degli eventi collaterali. 

Le attività del Centro di produzione delle mostre e quelle della Scuola di alta formazione, con un accento sempre più marcato sulla rete di collaborazioni, a partire dal territorio in cui FMAV opera, la città di Modena. Sono queste le nuove linee guida che tracciano il nuovo programma espositivo e formativo per l’anno 2021 di Fondazione Modena Arti Visive.

Un circuito virtuoso, all’interno del quale le proposte formative ed educative si intrecciano con i contenuti della mostre, divenendo così parte integrante dei percorsi espositivi e degli eventi collaterali. Gli artisti chiamati a esporre, grandi protagonisti dell’arte italiana e internazionale, sono a loro volta coinvolti nelle attività progettate per gli studenti e il grande pubblico, in qualità di docenti o visiting professor. L’obiettivo principale è quello di sviluppare insieme una ricerca nel campo delle arti visive, sempre più tematizzata verso le Digital Arts e le New Technologies, in un momento in cui la rivoluzione tecnologica in atto e i complessi mutamenti sociali che stiamo vivendo richiedono una riflessione profonda sulle responsabilità della cultura.

“I giovani talenti si coltivano anche attraverso l’educazione al bello. Fin dalla sua nascita Fondazione Modena Arti Visive si è posta il duplice obiettivo della formazione e della produzione di mostre. Il programma 2021 dà un forte impulso a questa sinergia stretta per definire un circolo virtuoso dentro il quale le esposizioni, gli artisti e le attività formative si integrano e si influenzano vicendevolmente per crescere insieme, coinvolgendo il nostro territorio e convogliando qui le istanze più innovative del panorama delle arti visive contemporanee.” (Gino Lugli, Presidente FMAV)

Il calendario 2021 di Fondazione Modena Arti Visive si inscrive all’interno di un programma strategico triennale di più ampio respiro, che vede introdurre nella progettazione delle attività nuovi format ricorrenti e la pubblicazione dei primi cataloghi editi da FMAV.

Workshop con Mario Cresci nell’ambito del Master di alta formazione sull’immagine contemporanea.

LE MOSTRE PERSONALI

Computer grafica, videoinstallazioni multimediali e interattività. Cinque sono le mostre personali che il programma espositivo annuale 2021 di FMAV propone coinvolgendo artisti di diverse generazioni, noti a livello internazionale.

Luca Pozzi (Milano, 1983) è specializzato in computer grafica e tecnologia di sistema, con cui combina storia dell’arte, fisica, cosmologia e informatica, dando origine a installazioni ibride caratterizzate da sculture magnetizzate, levitazione di oggetti, disegni di luce e un uso performativo della fotografia.

Jordi Colomer (Barcellona, 1962) utilizza in particolare la fotografia e il video per mettere in scena, attraverso l’idea di teatro allargato, situazioni in cui invita gli spettatori a riflettere sullo spazio urbano e sulle relazioni sociali in chiave sociologica e ironica. È la sua prima personale italiana, oltre al Padiglione Spagna della Biennale di Venezia del 2017.

Pamela Breda (Vittorio Veneto, 1982) presenta un’unica grande opera multimediale dal titolo The Quintessence. Il progetto, nato con l’idea di promuovere un nuovo sguardo sul mondo scientifico dell’astrofisica e dell’esplorazione spaziale, è vincitore del bando Italian Council 2019 finanziato dal Ministero per i Beni e le attività culturali.

Luca Maria Patella (Roma, 1934) è tra i primi sperimentatori della multimedialità nelle arti visive. La mostra racconta l’evoluzione della sua pratica artistica, che integra linguaggio e tecnologia, dai primi lavori degli anni '60, in cui già si notavano i prodromi della successiva rivoluzione digitale, fino agli anni Duemila.

Conclude il programma espositivo del 2021 la mostra headliner dedicata a un artista di fama internazionale che opera nel vasto panorama delle arti visive digitali, della performance e della musica astratta contemporanea.

IL FUTURO DELLA COLLEZIONE DEL MUSEO DELLA FIGURINA

Dagli stickers all’immagine digitale.

Tra le tante novità del 2021, c’è il nuovo format espositivo MuFi Digital, che chiama artisti, disegnatori, designer e curatori a interpretare la collezione – unica al mondo – del Museo della Figurina con una chiave narrativa inedita basata sull’uso delle tecnologie digitali, come anticipazione del futuro riassetto multimediale del Museo presso AGO Modena Fabbriche Culturali. Gli spazi esterni del Complesso architettonico di Sant’Agostino, in via di ristrutturazione, saranno inoltre animati virtualmente da MuFi OFF Digital, una serie di interventi digitali sulla storia e il patrimonio del Museo della Figurina, individuati attraverso un bando specifico.

Nell’ottica di favorire e incentivare la fruizione turistica di quella che è considerata internazionalmente un’eccellenza modenese, la Collezione Museo della Figurina sarà aperta al pubblico per tutta l’estate 2021. In concomitanza con il Campionato Europeo di calcio 2021, è prevista una mostra sulla storia del torneo calcistico internazionale attraverso oltre 40 album di figurine da tutta Europa, provenienti dalla collezione del Museo della Figurina e dalla raccolta personale di Gianni Bellini, tra i più importanti collezionisti di album sul calcio.

FMAV PER MODENA

Creatività, partecipazione e rete.

Punta sulle relazioni con il territorio ed è site-specific per vocazione, il nuovo format annuale Progetto Modena, che in questa sua prima edizione si declina in un progetto espositivo proposto da un curatore attivo in città, a cui viene affidato l’incarico della realizzazione delle opere provenienti da artisti del territorio e dell’allestimento della mostra, in collaborazione con le comunità e le realtà produttive locali.

FMAV line è un progetto territoriale su base digitale ideato da FMAV per connettere le realtà modenesi che si occupano di cultura, dal teatro alla musica, dalla danza alle arti visive. Un luogo di scambio e dialogo che si alimenta costantemente indicizzando associazioni, fondazioni, enti e imprese culturali e dando come risultato visivo una rete sempre in evoluzione. Questo consentirà di far emergere gli snodi più attivi e di stimolare le connessioni, con l’obiettivo di elaborare ogni anno insieme un progetto trasversale, che FMAV contribuirà a realizzare. Alla fine di settembre 2020 è previsto un evento pubblico di presentazione del progetto alla città.

E’ in questa ottica che Fondazione Modena Arti Visive sarà parte integrante del nuovo SpazioF, il nuovo servizio, di prossima apertura, ideato da Fondazione di Modena per favorire le relazioni sul territorio e la divulgazione delle attività di tutte le realtà culturali a cui dà sostegno, attraverso una fruizione online e digital dei contenuti prodotti. L’ampio spazio, sito al piano terra della sede di Fondazione di Modena, sarà anche luogo di incontri, presentazioni ed eventi realizzati con il coinvolgimento di FMAV.

EDUCAZIONE E FORMAZIONE

Nuove proposte e collaborazioni a distanza.

In ambito formativo, Fondazione Modena Arti Visive vede l’ampliamento e il consolidamento dei Corsi brevi ELEMENTS, la conferma del percorso biennale del Master sull’immagine contemporanea e del Corso per curatori dell’immagine contemporanea ICON e l’estensione delle collaborazioni della Scuola di alta formazione con partner internazionali, nazionali e locali. Non mancherà l’appuntamento annuale con la mostra degli studenti del Master sull’immagine contemporanea.

Dal punto di vista dell’offerta educativa, Fondazione Modena Arti Visive punterà su un incremento dell’offerta dei laboratori rivolti alle scuole di ogni ordine e grado con attività incentrate sulla didattica a distanza per famiglie, studenti e insegnanti.

Ripartono a ottobre le attività educative gratuite rivolte alle scuole con un programma rinnovato sia a livello di proposte didattiche sia per la modalità di conduzione. Durante i mesi del lockdown il dipartimento educativo ha continuato a lavorare sperimentando nuove forme di didattica a distanza, da cui sono scaturite alcune delle nuove proposte in programma.

Per il nuovo anno scolastico FMAV punta sulla formazione e offre alle scuole una maggiore flessibilità organizzativa, personalizzando le attività in base alle esigenze della classe e all’evoluzione della situazione generale. Oltre alla conduzione tradizionale, per le Scuole Secondarie viene attivata anche una modalità a distanza. I laboratori per le Scuole d’Infanzia e Primarie sono affiancati da un percorso formativo personalizzato per docenti, durante il quale l’insegnante può approfondire i contenuti dell’attività e ricevere un kit con tutti i materiali per lavorare con gli alunni, adattando al meglio tempi e modalità e decidendo se avvalersi della presenza in classe di un operatore. Grazie alla collaborazione con MEMO questi percorsi saranno accreditati come esperienze formative.

Tra le nuove proposte in programma, il laboratorio Fiabe in figurina: un percorso per la Scuola d’Infanzia e Primaria dedicato alle fiabe e alla capacità delle immagini di raccontare storie, nel corso del quale viene proiettato un video immersivo realizzato in collaborazione con ERT.

Tra i percorsi destinati alla Scuola Secondaria: ABC della fotografia. Frammenti di realtà, evoluzione della proposta realizzata durante il lockdown con la partecipazione del fotografo modenese Franco Fontana, e ABC della fotografia. Il ritratto, la cui implementazione a distanza sarà possibile grazie all’avvio della collaborazione con FEM – Future Education Modena, nella quale si intrecciano le rispettive specializzazioni: l’educazione all’arte (FMAV) e la didattica attraverso tecnologie e approcci innovativi (FEM).

Nel 2021, infine, si festeggerà la decima edizione del Premio Davide Vignali, rivolto a tutti i giovani talenti della regione e promosso da Fondazione Modena Arti Visive, dalla Famiglia Vignali e dall’Istituto d’Arte A. Venturi.

Laboratorio didattico, FMAV - Palazzina dei Giardini, 2019.

 

Programma espositivo 2021

Luca Maria Patella

29.01 – 02.05.2021

FMAV – MATA

Luca Pozzi

12.02 – 16.05.2021

FMAV – Palazzo Santa Margherita

MuFi Digital

26.02 – 06.06.2021

FMAV – Palazzo Santa Margherita

Jordi Colomer

05.03 – 06.06.2021

FMAV – Palazzina dei Giardini

Pamela Breda

28.05 – 22.08.2021

FMAV – MATA

Mostra del Master FMAV Scuola di alta formazione

25.06 – 22.08.2021

FMAV – Palazzina dei Giardini

I Campionati Europei di Calcio in figurina

06 – 08.2021

FMAV – Palazzo Santa Margherita

Progetto Modena

06 – 08.2021

FMAV – Palazzo Santa Margherita

MuFi Digital

09.2021 – 01.2022

FMAV – Palazzo Santa Margherita

MuFi OFF Digital

09.2021 – 01.2022

AGO – Modena Fabbriche Culturali

Premio Davide Vignali

10 – 11.2021

FMAV – Palazzo Santa Margherita

Mostra Headliner

11.2021 – 01.2022

FMAV – Palazzina dei Giardini | AGO Modena Fabbriche Culturali

Il programma espositivo 2020 di Fondazione Modena Arti Visive si concluderà con le mostre che inaugurano il prossimo autunno: Broken Secrets (dal 10.09.2020, mostra digitale realizzata nell’ambito di PARALLEL - European Photo Based Platform, progetto co-finanziato dal programma Creative Europe Programme dell’Unione Europea); Mario Cresci. La luce, la traccia, la forma (12.09.2020-10.01.2021, Palazzo Santa Margherita); Anime Manga. Storie di maghette, calciatori e robottoni (12.09.2020-10.01.2021, Palazzo Santa Margherita); Quayola. Ultima perfezione (18.09.2020-10.01.2021, Palazzo Santa Margherita); Motel, mostra degli studenti del Master sull’immagine contemporanea della Scuola di alta formazione FMAV (10.10 – 8.11.2020, MATA); Willie Doherty. Where / Dove (06.11.2020-31.01.2021, Palazzina dei Giardini); POSTcard, mostra degli studenti del Corso per curatori dell’immagine contemporanea ICON della Scuola di alta formazione FMAV e Premio Davide Vignali (21.11.2020 - 03.01.2021, MATA). Per maggiori informazioni visitare: fmav.org.

 

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È Caterina Riva la nuova Direttrice Artistica del MACTE

Grazie alla sua formazione ed esperienza a livello internazionale Caterina Riva guiderà per il prossimo triennio il Museo nato come polo culturale e centro per l'arte contemporanea per la città di Termoli e il Molise. 

È Caterina Riva la nuova Direttrice Artistica del MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli. Il suo nome è stato individuato dalla commissione esaminatrice presieduta da Paolo De Matteis Larivera, Presidente del MACTE, e composta da Laura Cherubini, Vincenzo de Bellis e Andrea Viliani, dopo un lungo e articolato processo di selezione che ha visto concorrere sessanta candidati di altissimo profilo provenienti da tutta Italia. Caterina Riva prenderà incarico dal 1 settembre 2020 e guiderà per il prossimo triennio il Museo inaugurato nell'aprile 2019 come polo culturale e centro per l'arte contemporanea per la città di Termoli e il Molise.

"Sono felicissima di cominciare questa avventura a Termoli – dichiara Caterina Riva – e ringrazio il Presidente e la commissione per avermi dato fiducia e aver creduto nella mia visione per la direzione artistica del MACTE. In seguito a un percorso professionale che mi ha portata da Londra alla Nuova Zelanda fino a Singapore, mi rallegro di poter tornare a lavorare nel mio Paese. In Molise porterò con me quello che ho imparato a diverse latitudini, riscoprendo orizzonti e ricercando nuove consapevolezze. La programmazione del mio triennio al MACTE si confronterà con la collezione del Museo, ponendola in dialogo con la produzione di mostre d’arte contemporanea ed eventi in un’ecosistema tra storia dell’arte, presente sociale e le esplorazioni di artisti, curatori, complici. Il MACTE che immagino sarà inclusivo, migrante, collegato, radicato, riflessivo."

 

"Esperienze di sradicamento hanno caratterizzato la storia delle comunità italiane – commenta il Presidente del MACTE, Paolo De Matteis Larivera. Gli abitanti del Molise sono oggi circa 300.000, ma nel mondo ci sono più di 1.000.000 di Molisani: questi fenomeni di emigrazione, soprattutto giovanile e intellettuale, che interessano il nostro territorio continuano a persistere, spesso frutto della necessità più che di libera scelta. Solo un anno fa il New York Times poneva il Molise come un territorio da riscoprire: nel frattempo ha preso avvio l'attività del MACTE, che non ha mai nascosto la propria ambizione a diventare simbolo di un decentramento culturale sostenibile. Oggi il nostro Museo è orgoglioso testimone del ritorno nel nostro Paese di una professionista del mondo dell’arte che – a seguito di importanti esperienze maturate a Londra, Singapore e in Nuova Zelanda – ha scelto di proseguire il proprio percorso in Italia partendo da uno dei territori simbolo dell’emigrazione. La nomina di Caterina Riva incarna l'indizio di un'auspicabile cambio di prospettiva, che sta alle nuove generazioni coltivare."

 

"In una società digitalizzata e globalizzata ma che, al contempo, si scopre ecologicamente fragile e attraversata da strutturali ineguaglianze, il MACTE di Termoli non rappresenta solo un "altro" museo d'arte contemporanea – sottolineano i membri della commissione esaminatrice, Laura Cherubini, Vincenzo de Bellis e Andrea Viliani. Un territorio che si configura come un ecosistema della mente e del corpo, che per questo invita a un tempo rallentato, può rivelarsi particolarmente adatto a ospitare un museo che è anche uno spazio-tempo per la riflessione. Esso incarna infatti la possibilità di dedicarsi all'esercizio critico, di ascoltare e provare a comprendere prima di agire, in cui ripensare il rapporto di reciproca implicazione fra natura e cultura, centralità e decentramento, abitudine e innovazione, e in cui sperimentare nuove forme di condivisione riattivando e re-immaginando le molteplici relazioni fra gli artisti e le comunità. La proposta e l'impostazione della candidatura di Caterina Riva manifestano il desiderio di condividere innanzitutto la propria esperienza di direzione – in istituzioni anche lontane dai grandi centri, e deputate alla ricerca e all'inclusione delle comunità di riferimento – per costruire nuove forme di dialogo fra radicamento e alterità, per sviluppare e irradiare atteggiamenti di responsabilità nei confronti delle potenzialità di ciò che è considerato come minoritario o marginale ma che, soprattutto di fronte alle numerose contraddizioni della nostra contemporaneità, si pone come paradigma per nuovi metodi di pensiero e di azione, per nuovi modelli comportamentali e sociali, per un'antropologia e un'ecologia anche intellettuali e istituzionali. In tutte le fasi del processo di selezione abbiamo sentito quanto fosse Caterina Riva a interrogare innanzitutto noi su queste prospettive: le siamo grati per questo e con la stessa dedizione al compito che sta per assumere le auguriamo ora, semplicemente, buon lavoro."

 

Caterina Riva è una curatrice e critica d’arte contemporanea.

 

Dal 2004 al 2008 è stata Coordinatrice del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti di Como. Dal 2007 al 2011 è stata Direttrice e co-curatrice di FormContent, uno spazio di progetto che ha fondato a Londra con Francesco Pedraglio e Pieternel Vermoortel. Con FormContent ha curato mostre, pubblicazioni e programmi pubblici sia a Londra che su invito di centri d’arte europei. Dal 2011 al 2014 è stata Direttrice e Curatrice di Artspace, Auckland, Nuova Zelanda, dove ha lavorato con artisti come James Beckett, Peter Friedl, Maria Taniguchi e Goldin+Senneby. Tra il 2015 e il 2016 è stata Curatore Associato all’Istituto Svizzero di Roma e a Milano ha curato la programmazione di RIVIERA bookshop insieme a Dallas. Dal 2017 al 2019 è stata Curatrice presso l’Institute of Contemporary Arts Singapore, LASALLE College of the Arts, presentando le opere di Sim Chi Yin, Diego Marcon, Lawrence Lek, Joanna Piotrowska.

È stata invitata a partecipare a seminari, residenze per curatori e conferenze internazionali in Europa, Australia, Cina, Stati Uniti, Russia e Libano, ed è stata membro di commissioni di selezione e giurie di premi internazionali.

Ha ottenuto un Master in curatela dall’Accademia di Brera di Milano e uno dal Goldsmiths College di Londra. Ha pubblicato contributi critici, di recente nel catalogo della mostra The Sun Teaches Us That History isn’t Everything (Hong Kong: Osage Foundation, 2019), e scrive per riviste d’arte e di cultura come so-far (Singapore).

La commissione esaminatrice per l’individuazione del Direttore Artistico del MACTE è presieduta da Paolo De Matteis Larivera, Presidente del MACTE, e composta da Laura Cherubini, Direttore ad interim di MACTE e Docente titolare di Storia dell'Arte Contemporanea all’Accademia di Brera, Milano, Vincenzo de Bellis, Curatore e Direttore Associato, Arti Visive, Walker Art Center, Minneapolis, e Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI-Centro di Ricerca Castello di Rivoli, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino.

 


 Kenro Izu Pompei Necropoli di Porta Nocera 2016. Courtesy Fondazione di Modena Fondazione Modena Arti Visive

 Kenro Izu, Pompei, Necropoli di Porta Nocera, 2016. Courtesy Fondazione di Modena - Fondazione Modena Arti Visive 

 

Requiem for Pompei alla FMAV - MATA

Ultima occasione per visitare la mostra Requiem for Pompei del fotografo giapponese Kenro Izu. 

Ultima occasione per visitare la mostra Requiem for Pompei del fotografo giapponese Kenro Izu, allestita nelle sale del MATA di Modena: sabato 25 e domenica 26 luglio, sarà l'ultimo weekend di apertura dell'esposizione, composta da 55 fotografie inedite, donate dall’artista giapponese alla Fondazione di Modena, e frutto di una visione lirica di quanto è rimasto a Pompei, il giorno dopo l’eruzione del 79 d.C.

L'ingresso alla mostra è libero e avviene applicando le prescrizioni di sicurezza, con una capienza massima di 10 persone e mascherina obbligatoria

Sede

FMAV - MATA

via della Manifattura dei Tabacchi 83, Modena

Orari

Fino al 26 luglio > ogni sabato e domenica: 11-19

Informazioni

Tel. +39 059 4270657 | www.fmav.org

A tutti i visitatori che acquisteranno il libro Kenro Izu. Requiem sarà data in omaggio una copia del volume Pompei il tempo ritrovato di Massimo Osanna.

 

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Call for Musicisti alla Fondazione Nicola Trussardi

Per il prossimo progetto, la Fondazione Nicola Trussardi sta cercando musicisti che sappiano cantare e contemporaneamente suonare l'organo. 

Per il prossimo progetto, la Fondazione Nicola Trussardi sta cercando musicisti che sappiano cantare e contemporaneamente suonare l'organo. I candidati devono essere esperti e praparati nel canto così come nello suonare l'organo o il pianoforte.

Modalità di partecipazione alle audizioni:

Si prega di contattare Barbara Roncari - responsabile della produzione, Fondazione Nicola Trussardi -  per segnalare il vostro interesse e ricevere ulteriori informazioni.

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Alla Collezione Maramotti apertura serale straordinaria mercoledì 22 luglio 2020

In questa occasione sarà possibile visitare liberamente i due piani della collezione permanente e la mostra temporanea "Two Thoughts di Svenja Deininger".  

Collezione Maramotti è lieta di annunciare una serata di apertura straordinaria mercoledì 22 luglio, come segnale di ripartenza della cultura a Reggio Emilia e nella cornice della rassegna Restate 2020.

In questa occasione sarà possibile visitare liberamente i due piani della collezione permanente e la mostra temporanea Two Thoughts di Svenja Deininger. 

La Collezione Maramotti, che ha aperto al pubblico nel 2007 all’interno della sede storica di Max Mara a Reggio Emilia, è dedicata all’arte contemporanea.
Oltre duecento opere sono in esposizione permanente e rappresentano alcune delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali della seconda metà del XX secolo. Nel 2019 le ultime sale del percorso sono state riallestite per accogliere alcuni dei progetti presentati nei primi dieci anni di apertura: Enoc Perez (2008), Gert & Uwe Tobias (2009), Jacob Kassay (2010), Krištof Kintera (2017), Jules de Balincourt (2012), Alessandro Pessoli (2011), Evgeny Antufiev (2013), Thomas Scheibitz (2011), Chantal Joffe (2014), Alessandra Ariatti (2014). 

Two Thoughts, mostra personale della pittrice austriaca Svenja Deininger, raccoglie un ciclo di nuove opere pittoriche in dialogo con quattro dipinti degli anni Venti dell’avanguardista polacco Władysław Strzemiński, in prestito dal Muzeum Sztuki di Łódź. Partendo da un quadro del 2018 e prendendo spunto dalla ricerca di Strzemiński e dalle sue Architectural Compositions realizzate quasi un secolo fa, Deininger ha lavorato su numerose opere contemporaneamente per giungere alla selezione finale dei dipinti, alla “frase” che essi compongono sulle pareti della sala. 

Informazioni:

Per consentire la visita, nel rispetto delle norme vigenti in materia di distanziamento sociale, gli accessi alla Collezione saranno soggetti a prenotazione e organizzati in due turni orari, ciascuno riservato a 100 persone, fino ad esaurimento posti:
Primo turno: ore 18.30 – 20.30
Secondo turno: ore 21.00 – 23.00
L’ingresso è gratuito e consentito soltanto ai visitatori dotati di mascherina personale.
È disponibile un parcheggio interno (capienza: 50 auto).

Per informazioni e prenotazioni:
tel. +39 0522 382484
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 CASCINA I.D.E.A


 

COMING SOON chapter n.2 CASCINA I.D.E.A. - il nuovo progetto di  Nicoletta Rusconi Art Projects

Sei curioso di scoprire CASCINA I.D.E.A. il nuovo progetto di Nicoletta Rusconi Art Projects? 

Le forme prendono consistenza grazie alla luce che le sottrae al buio. Dal carboncino come fondo, di una tipologia estremamente morbida, prendono corpo le foglie. Tutto questo attraverso una progressiva cancellazione. Inizialmente Giulia Dall’Olio ha desunto la morfologia del fogliame che viene a costituire il soggetto primario della sua composizione dall’erbario di Ulisse Aldrovandi o di Jacopo Ligozzi, per l’estrema perizia nella definizione dei particolari. Poi l’esperienza diretta della natura ha attivato nella Dall’Olio la presa di coscienza di una più profonda necessità, ovvero quella di addentrarsi nel mistero di cui la natura stessa è portatrice. Dormire di notte nel bosco, nuotare nell’acqua fosca e rischiarata unicamente dalla luce lunare l’ha messa a contatto con una dimensione dello spirito che le era, fino a quel momento, apparentemente sconosciuta. Nelle sue composizioni su carta, le verzure si dissolvono per un inganno dell’occhio, assumendo sembianze altre, di volta in volta diverse: crini di cavallo o capelli umani, pur restando piante.

Un mese fa, per la prima volta, cogliendo l’occasione di essere invitata a lavorare presso Cascina I.D.E.A., questa artista antica e modernissima ha approcciato un muro come supporto per il suo lavorio, ha affrontato un muro, sì, quello di recinzione della proprietà che ospita questa I.D.E.A. di Nicoletta Rusconi. Cosa c’è di strano in fondo? Nulla! La preparazione ha sempre i toni del carbone e, di fatto, le piante che lei significa con i suoi gesti pittorici o meglio, torno a dire, di cancellazione, ben si addicono ad una parete di recinzione che è già, di per sé stessa, espressione di muffe, incrostazioni fungine, germogli che trovano una possibilità nello spazio di una crepa. Proprio una crepa può diventare l’occasione di nuove possibilità espressive e come tale viene accettata da questa artista visionaria e caparbia che proprio da questo contrasto o dialogo tra manufatto e realtà terrestre trova la sua ragione di operare.

Non è per caso se uno dei suoi autori preferiti è il Gilles Clemént del “Manifesto del Terzo paesaggio” o il Marc Augè di “Rovine e macerie”. I “Momenti di felicità”, per dirla sempre con Marc Augè, di Giulia Dall’Olio sono e restano nella natura e nella sua difesa. Anche se la dall’Olio è ferma nella convinzione di una redenzione che non può che passare attraverso l’intelligenza delle piante; Giulia sostiene con le sue immagini le teorie di Stefano Mancuso. Giulia auspica un’architettura meno invasiva per il futuro ed è per questo che attingendo dai segni del passato, più o meno remoto, come dai segni del presente più presente che ci sia o addirittura dai simboli che immaginiamo per quello che ci deve ancora accadere, fa fare capolino tra i suoi boschi e le sue siepi selvagge e ordinate delle architetture che paiono archeologie del passato e del futuro, come quelle Maya o vestigia iperboliche quali quelle di Bomarzo, furenti e al contempo addomesticate dalla natura. Ma il concetto di Grottesco non viene dalle esplorazioni degli scavi romani ad opera di artisti spavaldi che sottraevano splendide forme alle tenebre? Tutto torna! Ci sono anche i deliri Radical Giapponesi o le architetture dai boschi verticali nelle composizioni della dall’Olio. A Giulia Dall’Olio piacerebbe cimentarsi con il colore e per questo è alla perenne ricerca di pastelli altrettanto morbidi come i suoi carboncini. Intanto la sua parete a Cascina I.D.E.A. ha oltrepassato il possibile polverizzando idealmente il muro di cinta per creare una continuità con la dimensione boschiva del luogo.

Marco Tagliafierro