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Conversation Piece | Part VI alla Fondazione Memmo

Il nuovo appuntamento del ciclo di mostre, a cura di Marcello Smarrelli, dedicate agli artisti italiani e stranieri temporaneamente presenti a Roma.

La Fondazione Memmo presenta Conversation Piece | Part VI, il nuovo appuntamento del ciclo di mostre, a cura di Marcello Smarrelli, dedicate agli artisti italiani e stranieri temporaneamente presenti a Roma.

L’esposizione, aperta al pubblico dal 15 gennaio 2020 al 22 marzo 2020, vede protagonisti Corinna Gosmaro (artista, CRT Italian Fellowship in Visual Arts presso l’American Academy in Rome), Philippe Rahm (architetto, borsista presso l’Accademia di Francia - Villa Medici nel 1999/2000 e attualmente residente a Roma) e Rolf Sachs (artista e designer svizzero, che ha da poco stabilito il proprio studio a Roma).

Il sottotitolo della mostra, La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci, è una citazione contenuta nel saggio Come costruire un universo che non cada a pezzi dopo due giorni (1978-1985) dello scrittore Philip K. Dick, che ribadisce una visione positivista del reale, ancorata alla concretezza degli oggetti. La natura della realtà è anche il nucleo della ricerca del filosofo Maurizio Ferraris e del suo Manifesto del nuovo realismo (2012), secondo cui la realtà – contraddicendo alcuni “dogmi” del postmodernismo – non sarebbe infinitamente manipolabile, segnando il ritorno della “verità” e dell’“oggettività” quali strumenti validi per la lettura del presente.

La mostra, nata da una serie di conversazioni con Philippe Rahm (Pully - Svizzera, 1967) e dalla sua ricerca tra architettura, arte e design (che l’autore stesso indica come vicina alle teorie del “nuovo realismo”), testimonia, anche attraverso le opere degli altri artisti coinvolti, una fiducia negli oggetti come possibili agenti di cambiamento. Le opere, quasi tutte realizzate appositamente per la mostra, sembrano reagire a queste sollecitazioni concettuali, cercando un dialogo tra loro, con gli ambienti della Fondazione Memmo e con la città. Rahm, noto per le sue innovative teorie sull’architettura, in linea con i principi della termodinamica, presenta Climatic Apparel, due capi d’abbigliamento unisex, due prototipi di quella che l’artista definisce “moda del Nuovo realismo” e che riflettono i principi del pensiero di Ferraris: la fiducia nella possibilità di poter incidere sul reale attraverso l’unione di tecnologie, studio dei materiali e formalizzazione estetica. I due abiti – realizzati in collaborazione con la socia Irene D’Agostino e con il brand francese About a Worker – capaci di reagire alle condizioni atmosferiche, richiamano il tema dei cambiamenti climatici, campo di ricerca dell’artista da diversi anni. Saranno allestiti in un set che riproduce la variazione di luce stagionale – invernale ed estiva –, esaltando le proprietà tecniche dei tessuti e saranno indossati da due modelli in una sfilata/performance che animerà l’inaugurazione.

Corinna Gosmaro (Savigliano - Italia, 1987) sperimenta come il dato reale possa costituire il senso più profondo di un’opera d’arte attraverso l’installazione Aria calda. In un perimetro delimitato da un tappeto rosso sono esposte due tipologie di lavori: dipinti realizzati su filtri per l’aria e sculture prodotte con dei corrimani in ottone. Opere create attraverso il riscorso a oggetti d’uso comune, che si caratterizzano per la loro estrema concretezza e si muovono su un terreno liminare tra pittura, scultura e design. L’artista sfrutta le caratteristiche fisiche dei filtri (porosità, trasparenza, leggerezza, ma anche le notevoli dimensioni) per restituire immagini liriche, reminiscenze di paesaggi colti da un mezzo in movimento, mentre le sculture in ottone creano architetture ascensionali con cui il pubblico può interagire. Dipinti e sculture nascono da una presa diretta del dato reale e rimandano alla possibilità di registrare e trattenere traccia dei fenomeni connessi al loro essere in uno spazio fisico, in particolare il passaggio dell’aria e delle persone.

Spiazzante e non privo d’ironia l’intervento di Rolf Sachs (Losanna - Svizzera, 1955), che presenta opere realizzate a partire da oggetti di uso quotidiano o elementi naturali, trasformati e riassemblati, capaci di manifestare lo spiccato interesse dell’artista per la componente manuale e la sperimentazione sui materiali. Una dichiarazione di adesione al “nuovo realismo”, così come lo studio fotografico temporaneo allestito durante l’inaugurazione in cui l’artista realizzerà i ritratti dei visitatori, immediatamente stampati e appesi a parete, coinvolgendo il pubblico in maniera attiva, trasformandolo da spettatore ad artefice e soggetto stesso dell’opera d’arte. All’ingresso Sachs collocherà inoltre dei container colorati, identici a quelli utilizzati per la raccolta differenziata; ogni container sarà contraddistinto da un’etichetta legata a uno stato d’animo negativo, invitando così il pubblico, nel momento in cui getterà un rifiuto, a liberarsi metaforicamente di quei pensieri.

La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione in uscita nel febbraio 2020.

Molte le attività collaterali previste. Mercoledì 15 gennaio 2020, alle ore 18.00, all’Istituto Svizzero di Roma l’artista Philippe Rahm e il filosofo Maurizio Ferraris si confronteranno proprio sui temi della mostra e dell’installazione di Rahm; nel corso della mostra, inoltre, si terranno dei laboratori creativi rivolti ai bambini dai 4 agli 11 anni, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione Theodora Onlus.

PROGRAMMA INAUGURAZIONE

Ore 18.00: inizio dello shooting fotografico di Rolf Sachs. Ore 19.00: sfilata/performance con gli abiti realizzati da Philippe Rahm Conversation Piece – il progetto Conversation Piece nasce dalla volontà della Fondazione Memmo di monitorare costantemente la scena artistica contemporanea della città e, in particolare, l’attività delle accademie e degli istituti di cultura stranieri, dove tradizionalmente completano la loro formazione nuove generazioni di artisti provenienti da tutto il mondo.

Attraverso queste mostre e altre iniziative la Fondazione Memmo vuole porsi come un amplificatore del lavoro di queste istituzioni. Il titolo del ciclo si ispira a uno dei film più famosi di Luchino Visconti, Gruppo di Famiglia in un interno (Conversation Piece, 1974), una chiara metafora del confronto tra generazioni e dei rapporti di odio e amore tra antico e moderno; ma Conversation Piece era anche un genere pittorico diffuso tra XVII e XVIII sec., caratterizzato da gruppi di persone in conversazione tra loro o colti in atteggiamenti di vita familiare. La mostra, oltre a rappresentare un’occasione di confronto e di dialogo con Roma, si offre come momento di discussione tra personalità artistiche differenti tra loro nell’intento di far convergere energie, saperi e metodi diversi in un unico evento espositivo. Negli anni hanno partecipato circa trenta artisti internazionali fra cui Yto Barrada, Eric Baudelaire, Rossella Biscotti, Piero Golia, Francesca Grilli, Invernomuto, Jonathan Monk, Julian Rosefeldt.

La Fondazione Memmo nasce nel 1990 dal desiderio di Roberto Memmo di dar vita a un’attività culturale mirata ad avvicinare il mondo dell’arte al vasto pubblico attraverso la diretta conoscenza di capolavori di tutti i tempi e delle più varie civiltà. A partire dal 2012, grazie all’iniziativa di Fabiana Marenghi Vaselli Bond e Anna d’Amelio Carbone è attivo un nuovo programma espositivo interamente dedicato al panorama artistico contemporaneo. Contribuire allo sviluppo del tessuto culturale nel territorio, connettersi a realtà internazionali, aprendo un dialogo con le altre istituzioni e promuovere l'interazione fra gli artisti e la città di Roma sono tra gli obiettivi della Fondazione Memmo. Performance, residenze, talk, laboratori didattici e pubblicazioni sono quindi l’occasione per promuovere il presente, come un osservatorio dedicato alla contemporaneità, per contribuire allo sviluppo del nostro futuro. Nel 2018 la Fondazione Memmo si aggiudica il prestigioso Montblanc de la Culture Arts Patronage Award, riconoscimento grazie al quale, nel gennaio 2020, avvierà un programma di residenze a Londra, in collaborazione con Gasworks, dedicato agli artisti italiani, proseguendo in questo modo l’attività di confronto, scambio e connessione tra artisti e istituzioni di contesti diversi.

 

 critica

 

Presentazione della nuova serie della rivista «Critica d’Arte» una lunga storia che prosegue

Una delle riviste di storia dell’arte più longeve d’Italia, creata nel 1935 da Carlo Ludovico Ragghianti con Ranuccio Bianchi Bandinelli.

Nel 2019 si è chiusa l’ottava ed è partita la nona serie di «Critica d’Arte», una delle riviste di storia dell’arte più longeve d’Italia, creata nel 1935 da Carlo Ludovico Ragghianti con Ranuccio Bianchi Bandinelli. Questo passaggio consegue a fatti istituzionali importanti: l’esaurirsi dell’attività fiorentina dell’Università Internazionale dell’Arte, già proprietaria della testata, e il trasferimento di gran parte del suo patrimonio culturale e documentario alla Fondazione Ragghianti hanno condotto anche «Critica d’Arte» nel più generale ambito dell’attività dell’istituzione lucchese creata nel 1981 da Carlo Ludovico Ragghianti e da Licia Collobi, e a loro intitolata.

La nuova serie della rivista, pubblicata in coedizione dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte e dall’Editoriale Le Lettere, mantiene il formato della precedente, ma ha introdotto un assetto e un’articolazione in parte differenti, anche con l’adozione di norme redazionali e di referaggio più perentorie. Fedele alla linea indicata da Ragghianti, accoglie contributi di storia dell’arte dalla preistoria fino al contemporaneo, di storia della critica d’arte, architettura, design, museologia, restauro e cinema.

Il Comitato scientifico è stato ampliato e reso ancor più prestigioso e internazionale. A esso si affianca un Comitato editoriale, con funzioni operative e d’indirizzo.

La presentazione della nuova serie di «Critica d’Arte» si terrà Martedì 14 gennaio 2020, ore 18 nella Sala delle Colonne, Banco BPM, (Via San Paolo 12) Milano. Interverranno Alberto Fontana, Paolo Bolpagni, Francesco Gurrieri e Aldo Colonetti. Ingresso libero.

Si ringrazia Banco BPM per l’ospitalità e la collaborazione.

 

 Duomo di Parma 1 ph. Edoardo Fornaciari Parma2020

 

Al via Parma Capitale Italiana della Cultura 2020

L’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 prende ufficialmente il via con un’inaugurazione lunga tre giorni: sabato 11, domenica 12 e lunedì 13 gennaio.

L’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 (www.parma2020.it) prende ufficialmente il via con un’inaugurazione lunga tre giorni: sabato 11, domenica 12 e lunedì 13 gennaio.

In programma: l’11, People of Parma, una parata in giallo per le strade della città con tutta l’energia della cultura; il 12, al Teatro Regio la cerimonia istituzionale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella; il 13 un affascinate Viaggio nella città d’oro. Nei tre giorni l’inaugurazione di tre mostre: Time Machine. Vedere e sperimentare il tempo; Noi, il Cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile e Parma è la Gazzetta. E ancora letteratura contemporanea con Stefania Auci e Gianrico Carofiglio; concerti e musica fiore all’occhiello della città.

Ancora, la cultura arriva fino ai luoghi più lontani dal centro con Sulla Linea della Cultura: Fermate per tutti. Sabato e domenica Verdi Off ed il Teatro Regio portano la musica, energia e creatività sulle linee degli autobus cittadini, all’Ospedale dei Bambini, negli Istituti Penitenziari di Parma, nelle Case per Anziani e nei dormitori della città.

Infine, durante la tre giorni, tre luoghi simbolo della città saranno animati da videomapping che il Comune dona alla città in occasione della tre giorni: piazza Garibaldi vedrà protagoniste “Le PAROLE della cultura”, mentre Piazza Duomo sarà accesa da “TEMPUS. Il tempo del lavoro” una proiezione multimediale sulla facciata della Cattedrale, entrambi prodotti da Kifitalia, Idea Factory e Cantiere Idea; in piazzale della Pace #22.2.22 VIDEO MAPPING PER IL MONUMENTO A VERDI, curato da Karmachina e prodotto dal Teatro Regio di Parma.

Sabato 11 gennaio

Alle 11 inaugura Noi, il Cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile, la mostra prodotta da Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition in collaborazione con National Geographic Italia, per promuovere la cultura della sostenibilità alimentare e diffondere buone pratiche su cibo e ambiente. L’esposizione è composta da tre sezioni: alla Galleria San Ludovico un percorso pensato per interagire con i visitatori attraverso esperienze multimediali, allo Spazio A laboratori dedicati agli studenti e sotto i Portici del Grano una selezione di fotografie di grandi autori. Apertura dal 12 gennaio al 13 aprile, con ingresso libero.

Dalle 15.30 alle 18 i Portici di Via Mazzini saranno animati da Con-test-a Live Corner: canti, balli e arti performative di gruppi giovanili.

Dalle 16.30, le vie del centro storico vedranno sfilare People of Parma, una grande parata inaugurale dove la “nazione Parma” – come la chiamava Attilio Bertolucci – accoglie l’energia della cultura proveniente da tutte le città d’Italia portando in corteo parole e immagini. A seguire il discorso del Sindaco Pizzarotti, il lancio del jingle di Parma 2020 composto dal cantautore e pianista Raphael Gualazzi e un videomapping in cui saranno protagoniste le parole della cultura e le persone in piazza, in un iconico dialogo partecipativo.

Per la serata due appuntamenti con al centro la grande musica: alle 19, l’Accademia del Carmine del Conservatorio Arrigo Boito eseguirà il concerto Gran Partita di Wolfang Amadeus Mozart, all’Auditorium del Carmine; alle 21 la musica si sposta all’Auditorium Paganini, con 24 Capricci per violino solo di Niccolò Paganini eseguito dalla Filarmonica Arturo Toscanini, sotto la direzione di Roberto Molinelli e con Yury Revich al violino (ingresso a pagamento).

Domenica 12 gennaio

Si comincia con la letteratura: alle 11 al Teatro Due, nell’incontro Il ruggito della storia la giornalista Alessandra Tedesco dialoga con la scrittrice Stefania Auci, autrice del bestseller “I Leoni di Sicilia. La Saga dei Florio”.

Alle 16.30, al Teatro Regio si svolgerà la Cerimonia istituzionale di apertura di Parma Capitale Italiana della Cultura, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (ingresso su invito).

Il pomeriggio prosegue con la musica del Quintetto d’archi I Musici di Parma con il concerto Arie e fantasie Verdiane, alle 18 alla Casa della Musica, a cura del Comitato per San Francesco del Prato.

Alle 18.30 a Palazzo del Governatore inaugura, alla presenza del Presidente Mattarella, la mostra Time Machine. Vedere e sperimentare il tempo (ingresso su invito).

Nata da un’idea di Michele Guerra, e curata da Antonio Somaini con Eline Grignard e Marie Rebecchi, l’esposizione, prodotta da Solares Fondazione delle Arti con il Comune di Parma, è una riflessione sul ruolo che hanno avuto e hanno tutt’oggi i media nel modificare la nostra percezione del tempo e dello spazio, il nostro vedere, sentire e interagire con ciò che ci circonda. Cinema, video e videoinstallazioni proposte come vere e proprie “macchine del tempo”, grazie alla loro capacità non solo di registrare e riproporre fenomeni, ma anche di manipolare il flusso temporale. Accompagna la mostra, aperta dal 13 gennaio al 3 maggio, il catalogo edito da Skira con testi di: Emmanuel Alloa, Jacques Aumont, Raymond Bellour, Christa Blümlinger, Grégory Chatonsky, Georges Didi-Huberman, Philippe Dubois, Noam Elcott, oltre ai tre curatori.

Alle 20.30 al Teatro Regio va in scena la Turandot di Giacomo Puccini (ingresso a pagamento).

Lunedì 13 gennaio

La festa di Parma2020 prosegue nella giornata dedicata al patrono della città, Sant’Ilario: per l’intera giornata i musei e i luoghi d’arte cittadini effettuano orari di apertura straordinari e agevolati. Con l’iniziativa Viaggio nella città d’oro. Parma narrata dai suoi protagonisti in dieci luoghi preziosi il pubblico sarà invitato a prendere parte ad uno straordinario viaggio nel tempo arricchito da speciali narrazioni sulla storia della città, dall’antichità al Novecento.

Dalle 10 alle 18, all’Auditorium della Fondazione Don Gnocchi, la prima giornata di Parma città aperta: LegAmi Umani che propone un laboratorio didattico, una tavola rotonda aperta al pubblico con Mao Fusina, Elisabetta Musi e Roberto Papetti, atelier creativi e letture animate.

Al mattino al Teatro Regio si terrà la tradizionale Cerimonia di Sant’Ilario con la consegna da parte del sindaco di Parma del Premio Sant’Ilario a chi si è distinto per aver contribuito, con la propria attività, a migliorare la condizione della comunità o a portare prestigio alla città in diversi ambiti: arte, scienza, impegno sociale, imprenditoria.

Nel pomeriggio, alle 16 a Palazzo Pigorini, inaugura la terza mostra, a ingresso libero: Parma è la Gazzetta. Cronaca, cultura, spettacoli, sport: 285 anni di giornalismo, dedicata alla storia del quotidiano che dal 1735 racconta le vicende del territorio e la storia della città, diventandone esso stesso parte. La mostra, prodotta da Gazzetta di Parma e curata da Claudio Rinaldi e Giancarlo Gonizzi, offre una selezione di prime pagine e oggetti memorabili ed emblematici che permetteranno di rivivere gli avvenimenti più significativi del passato di Parma.

Alle 17.30 al Teatro Due, un altro incontro dedicato gli amanti del libri: La misura del tempo con Gianrico Carofiglio.

La giornata terminerà in Cattedrale con il concerto Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini, alle 21, a cura della Società dei Concerti ed eseguito da Ars Cantica Choir. 

Tutte le informazioni su www.parma2020.it.

Periodi di apertura e orari delle mostre:

Noi, il Cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile: Galleria San Ludovico e Portici del Grano, 12 gennaio - 13 aprile | ingresso libero | lunedì-venerdì dalle 9 alle 17, sabato-domenica dalle 10 alle 18.

Time Machine. Vedere e sperimentare il tempo: Palazzo del Governatore, 13 gennaio (con apertura straordinaria gratuita per la festa di Sant’Ilario) 3 maggio | Biglietti: intero 8€; ridotto 5€ e 4€ | martedì-mercoledì dalle 15 alle 19; giovedì-domenica e festivi dalle 10 alle 19.

Parma è la Gazzetta. Cronaca, cultura, spettacoli, sport: 285 anni di giornalismo, 14 gennaio-15 marzo | martedì-venerdì dalle 16 alle 19; sabato-domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

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 Cecilia Alemani. Photo Marco De Scalzi

 

Biennale Venezia, Cecilia Alemani è il nuovo direttore

È Cecilia Alemani il nuovo direttore del settore Arti Visive della Biennale.

È Cecilia Alemani il nuovo direttore del settore Arti Visive della Biennale, con l'incarico di progettare e curare la prossima 59esima Esposizione. Lo ha deciso il cda della Biennale di Venezia, ritenendo "non più procrastinabile l'attribuzione dell'incarico di direttore del Settore Arti Visive per l'immediato avvio della progettazione della 59esima Esposizione Internazionale d'Arte 2021 (negli anni precedenti l'incarico veniva dato poco dopo la chiusura della precedente edizione)".

“È un grandissimo onore poter assumere questo ruolo in una delle istituzioni italiane più prestigiose e riconosciute al mondo. Come prima donna italiana a rivestire questa posizione, capisco e apprezzo la responsabilità e anche l’opportunità offertami e mi riprometto di dare voce ad artiste e artisti per realizzare progetti unici che riflettano le loro visioni e la nostra società.” Cecilia Alemani

 

 Heinz Mack Daphne and Chloe 2002

Heinz Mack, Daphne and Chloe, 2002, Cortesi Gallery

 

Arte Fiera Bologna: le sezioni

Si avvicina la 44a edizione di Arte Fiera, in programma dal 24 al 26 gennaio.

Si avvicina la 44a edizione di Arte Fiera, in programma dal 24 al 26 gennaio 2020 nei padiglioni 18 e 15 del Quartiere fieristico di Bologna, accessibili in auto dall’Ingresso Nord e con un servizio di navette dall’ingresso di Piazza Costituzione.

L’edizione 2020 di Arte Fiera – la seconda diretta da Simone Menegoi, affiancato da Gloria Bartoli come vicedirettrice – si presenta ricca di novità. Coinvolgerà 155 gallerie tra italiane e straniere: 108 nella Main Section e 47 nelle tre sezioni curate e su invito, Fotografia e immagini in movimento (20  gallerie) a cui si aggiungono per la prima volta Focus (8 gallerie) e Pittura XXI (19 gallerie), per un totale di 345 artisti presentati in fiera. L’elenco completo degli espositori è disponibile al link: www.artefiera.it

Le tre sezioni su invito nel dettaglio:

Focus è una delle principali novità di Arte Fiera 2020: una sezione che prende in esame le ricerche artistiche della prima metà del XX secolo e del secondo dopoguerra, con un taglio differente ogni anno. Volutamente ridotta nelle dimensioni, vuole essere un meditato approfondimento su un aspetto dell’arte del XX secolo.

L’edizione d’esordio è firmata da Laura Cherubini, critica e storica dell'arte di chiara fama. Cherubini si è concentrata sul rinnovamento e sulle innovazioni linguistiche della pittura italiana tra la fine degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta.

“La pittura è certamente un linguaggio che ha fortemente caratterizzato l’arte italiana. Costituisce quindi un tema identitario e delinea un DNA dell’artista italiano. L’idea è stata, soprattutto, quella di offrire una panoramica, attraverso una sintetica campionatura, del periodo fertile e variegato che ha preceduto il cosiddetto “ritorno alla pittura”. Per scoprire che la pittura in Italia c’è sempre stata, in Italia la pittura è di casa.

Il Focus si è quindi concentrato, in particolare, sui decenni Cinquanta, Sessanta e Settanta di quello che possiamo ormai chiamare il secolo scorso. Anni in cui la pratica della pittura in Italia è stata ricca e intensa, nonostante a più riprese venisse data per morta e sepolta. All’interno del filo conduttore di questa concisa sezione potranno essere rintracciate conferme, riscoperte e qualche sorpresa. Si tratta di presenze singolari e diversificate e non etichettabili in un’unica tendenza, movimento o gruppo. Pitture italiane. Da sempre la pittura abita qui” (Laura Cherubini).

Partecipano alla sezione le gallerie A arte Invernizzi (artista: Mario Nigro), Cortesi Gallery (Giuseppe Santomaso), Galleria dello Scudo (Gastone Novelli), Michela Rizzo (Fabio Mauri, Saverio Rampin), Mazzoleni (Lucio Fontana, Gianfranco Zappettini), Richard Saltoun (Bice Lazzari), Ronchini (Franco Angeli), Tornabuoni Arte (Piero Dorazio).

Pittura XXI, a cura di Davide Ferri, è la prima sezione di una fiera, in Italia o all'estero, dedicata interamente alla pittura contemporanea. L’obiettivo del progetto è di offrire una panoramica del lavoro degli artisti emergenti e mid-career, a livello nazionale e internazionale, che lavorano con questo medium. Una proposta audace e al contempo tempestiva, poiché si colloca in una fase storica in cui la pittura si è riaffacciata prepotentemente sulla scena dell’arte.

“Individuando un territorio compatto e delimitato all’interno del contesto fieristico, Pittura XXI nasce con l’intento di provare a indicare alcuni fili conduttori che percorrono la ricerca delle ultime generazioni di pittori. Al centro della sezione, in particolare, ci sono alcuni fra i possibili percorsi della pittura figurativa del presente: l’approdo a una figurazione che sembra nascere come un dato momentaneo da una specie di magma astratto, o, al contrario, di un’astrazione che sottintende una grammatica figurativa; la proposta di una figurazione agile, perfino sfrontata, capace di sovrapporre forme e modelli del passato (anche quello che precede le Avanguardie) a un immaginario pop; all’estremo opposto, una figurazione minima, riflessiva, inevitabilmente metalinguistica.

Pittura XXI includerà il lavoro di 30 artisti mid-career, in gran parte internazionali, che hanno iniziato a dipingere dall’inizio degli anni Duemila, presentati da una ventina di gallerie, e vuole evidenziare il lavoro di quegli spazi che, soprattutto in Italia, hanno saputo sviluppare in anni recenti una programmazione in cui la pittura ha avuto un ruolo di primo piano” (Davide Ferri).

La nuova sezione includerà: 1/9unosunove (artisti: Simon Callery, Jonathan Vandyke), A+B Gallery (Markus Saile), Arcade (John Finneran), Bernhard Knaus Fine Art (Giacomo Santiago Rogado, Karim Noureldin), Boccanera (Nebojša Despotović, Andrea Fontanari), CAR DRDE (Damien Meade), Cardelli & Fontana (Mirko Baricchi, Beatrice Meoni), Eduardo Secci Contemporary (Chris Hood, Pierre Knop), Ex Elettrofonica (Federico Pietrella, Pesce Khete), Francesca Antonini (Guglielmo Castelli), Galleria FuoriCampo (Eugenia Vanni, Michele Tocca), Luca Tommasi (Mark Francis, Phillip Allen), Monica De Cardenas (Gianluca Di Pasquale, Ivan Seal), Monitor (Peter Linde Busk, Matteo Fato), Norma Mangione Gallery (Michael Bauer), P420 (Adelaide Cioni), Pinksummer (Jorge Queiroz), RIBOT (Jonathan Lux), The Gallery Apart (Corinna Gosmaro, Alessandro Scarabello).

Giunta alla sua seconda edizione, la sezione Fotografia e immagini in movimento, a cura del collettivo Fantom (rappresentato da Selva Barni, Ilaria Speri, Massimo Torrigiani, Francesco Zanot), costituisce un osservatorio puntato su alcune delle più recenti ricerche nel campo della fotografia e del video, cui si aggiungono alcuni imprescindibili punti di riferimento nel passato.

“La sezione combinerà gli utilizzi più classici e tradizionali dei due linguaggi con un approccio sperimentale rivolto allo studio e all’osservazione non soltanto dei soggetti rappresentati, ma anche del mezzo espressivo utilizzato.

La fotografia e il video invadono sempre più lo spazio del quotidiano, reale e virtuale, assumendo un ruolo di cruciale importanza nelle nostre vite. Sono macchine che consentono un’elaborazione estetica, sociale, filosofica e politica di tutto ciò che ci circonda. Ormai non si limitano a registrare cambiamenti e mutazioni, ma sono agenti cruciali della trasformazione del mondo e del nostro rapporto con esso (Fantom).

Fotografia e immagini in movimento vede la partecipazione delle gallerie aA29 Project Room (artisti: Kyle Thompson, Tiziana Pers), Dep Art Gallery (Tony Oursler), Galleria Marcolini (Aneta Bartos, Christian Thompson), Michela Rizzo (Antoni Muntadas, Katerina Šedá, Francesco Jodice), Galleria Poggiali (Goldschmied & Chiari), Gallleriapiù (Matteo Cremonesi), Marcorossi (Rune Guneriussen), Martini & Ronchetti (Lisetta Carmi), MC2 Gallery (Lamberto Teotino, Justine Tjallinks, Paolo Ciregia), Metronom (Christto & Andrew), MLZ Art Dep (The Cool Couple, Discipula, Källstrӧm+Fäldt), Otto Zoo (Paul Kooiker), Pinksummer (Luca Trevisani), Podbielski Contemporary (Giulio Di Sturco, Massimiliano Gatti, Yuval Yairi), Shazar (Giacomo Montanaro), Spazio Nuovo (Marco Maria Zanin, Edouard Taufenbach), Traffic Gallery (Mattia Zoppellaro), Umberto Di Marino (Francesco Jodice, Pedro Neves Marques, Sergio Vega), Viasaterna (Alessandro Calabrese), z2o Sara Zanin (Mariella Bettineschi, Silvia Camporesi, Ekaterina Panikanova).

Fotografia e immagini in movimento è sostenuta da Mercedes Benz, automotive partner della fiera con Stefauto.

 

PARTNER ARTE FIERA 2020

Partner: UBS

Content Partner: Flash Art

Online Partner: ARTSY

Media Partner: Corriere della Sera

Partner Premi: Mediolanum, WIDE Group, A Collection, Rotary 

Partner Courtesy Emilia-Romagna: Regione Emilia-Romagna, Alma Mater Studiorum – Dipartimento delle Arti, Spedart

Partner Culturali: ANGAMC, Fondazione Golinelli, IBC Emilia-Romagna

In kind Partner: Teatro Comunale di Bologna, Italia Zuccheri, Space World Air

Automotive Partner: Mercedes Stefauto

Champagne Partner: Club Excellence

Art Services Partner: Art Defender

Vip Lounge Technical Partner: Artemide, Melograno Blu, Julia Marmi, Dimensione Parquet, LAGO, Baboon

Style Partner: Orea Malià, Matteo Thiela 

 

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La mostra "Sirene"a cura della Fondazione Videoinsight® celebra il mondo femminile, valorizza il talento e la creatività delle Artiste donne

La collettiva di pittura "women only" a cura di Rebecca Russo, filantropa, collezionista e Presidente della Fondazione Videoinsight®, si focalizza sul genio femminile. La mostra è inserita all'interno del circuito Art City Bologna.

La Mostra Sirene, collettiva di Pittura ‘women only’, a cura di Rebecca Russo, celebra il mondo femminile, valorizza il talento e la creatività delle Artiste donne. Rebecca Russo, filantropa, mecenate, collezionista, Presidente della Fondazione Videoinsight®, sostiene da anni l’Arte delle donne in tutte le sue forme. Le Artiste fanno più fatica ad affermarsi e sono ancora troppo poco rappresentate dai Musei e dalle Istituzioni. L’Arte al femminile va rivalutata.

L’Esibizione, prodotta dalla Fondazione Videoinsight®, si focalizza sul genio femminile, esplora e omaggia gli universi creativi delle donne. È frutto di un percorso naturale di collezionismo che integra istinto e ricerca, realtà e sogno, immagini e insight. Tutte le opere d’Arte sono tratte dalla Collezione Videoinsight®.

La Mostra si realizza nel Cubiculum Artistarum del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna, gioiello storico e architettonico rinascimentale. Le opere d’arte dialogano con gli affreschi che rappresentano sulle pareti le Arti e gli Elementi della Vita: Terra, Acqua, Aria e Fuoco.

L’evento è inserito nel circuito Art City Bologna, in collegamento con Arte Fiera 2020. L’Opening è previsto per il 24 Gennaio 2020 dalle 17 alle 19. 

Alle ore 18 è programmata una Lecture Poetica, a cura della Poetessa Achiropita Palermo, intitolata ‘La Sirena e l’Unicorno’. La pubblicazione di un Catalogo accompagna l’Esibizione. 

Dieci Artiste internazionali rappresentano metaforiche Sirene contemporanee: Silvia Argiolas, Cornelia Badelita, Romina Bassu, Zhang Hui, Silvia Idili, Ewa Juszkiewicz, Iva Lulashi, Tala Madani, Jesse Mockrin, Aryan Ozmaei.

Esistono due versioni mitologiche di Sirene, quella antica, che le vede come donne - cigni piumati e quella medievale, che le vede come donne - pesci senza ali. Le prime incantano con la musica e il canto poetico, le seconde ammaliano con il corpo.

Le Sirene sono creature leggendarie e misteriose, esseri mitologici, archetipi primordiali, enigmi irrisolti. Metafore dell’incanto e del desiderio, continuano da secoli a galleggiare nell’immaginario universale. Simboli arcaici, magici ed enigmatici, emblemi della bellezza, dell’attrattività e della pericolosità, racchiudono la complessità e la ricchezza di secoli di cultura. Come l’Arte: gesto divino, eterno, universale, che trasporta, provoca, rapisce.

Dichiara Rebecca Russo: “Il tema delle Sirene mi appartiene. Sono cresciuta nella Terra delle Sirenuse. La leggenda colloca l’Isola delle Sirene narrata da Omero in corrispondenza delle Isole Sirenuse, situate di fronte alla costiera amalfitana. Sin dall’infanzia ho vissuto in una casa ubicata sopra l’Hotel Le Sirenuse di Positano, ho imparato a nuotare nella Spiaggia dell’Incanto, ho subito la suggestione di queste isole denominate Gallo Lungo, La Rotonda e La Castelluccia. Ho frequentato le Sirenuse, isole magiche e affascinanti, ricoperte di erba e di narcisi, luoghi incantati e romantici, aree marine protette con una natura vergine, un vero Paradiso, il mio Paradiso segreto. Credevo che le Sirene esistessero, le sognavo a occhi aperti.”

La Sirena è metafora dell’energia archetipica femminile, della spinta pulsionale inconscia, nelle sue valenze sessuali e aggressive. Nella Sirena Eros e Thanatos coesistono e si contrappongono. La Sirena esprime erotismo e seduzione, ma anche aggressività, pulsione distruttiva, annientamento. Induce in tentazione. Le tentazioni sono sempre pericolose, mettono a rischio il sentimento di sicurezza e l’integrità dell’Io, rendono deboli, possono danneggiare. Spesso portano alla sofferenza e all’infelicità.

La Sirena è sinonimo d’attrazione fatale, d’incantamento, di fantasia amorosa, di piacere, di trasgressione, di passione. Carismatica, incantatrice, brillante, non annoia, intriga. Appare fantastica, bellissima, ammaliante, perfetta, coinvolgente, ma è tormentata, inquieta, perseguitata dal senso d’impossibilità, dai sensi di colpa e di limite, dalle insicurezze cosmiche. La Sirena è il simbolo di ciò che attrae in modo irresistibile, dell’istinto e del desiderio non mediati dalla ragione, del fascino soggiogante, della soddisfazione pulsionale immediata. Le vittime delle Sirene sono prima stregate e catturate dall’avvincente, avventuroso e vittorioso canto, poi divorate, smarrite, lasciate cadere.

La Sirena è per sua natura emblema del contrasto, del conflitto insolubile, essendo sia donna sia pesce, né donna completa né pesce completo.

È una creatura chimerica dalla doppia natura, ha una femminilità fatale e seduttiva, è un insieme indistinto di opposti, è ambivalente: promette amore e conoscenza, ma poi fa inabissare i naviganti. È una dolce tentazione, perchè riporta a una dimensione primigenia dell’esistenza. Attrae l’uomo sessualmente e spiritualmente. Lo incanta e lo annega con un canto che è come un pianto.