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MASBEDO, MadamePinin 2017 single channel video  HD loop Courtesy MASBEDO SnaporazVerein 

 

 

MASBEDO Perché il bello non è che il tremendo al suo inizio

Il Museo Nazionale d'Arte della Catalogna ospita tre video del duo di artisti MASBEDO in dialogo diretto con la sezione recentemente rinnovata del museo dedicata all’arte rinascimentale e barocca. 

Dal 12 novembre al 12 dicembre 2019, il Museo Nazionale d'Arte della Catalogna ospita tre video del duo di artisti MASBEDO (Nicolò Massazza, Milan 1973, and Iacopo Bedogni, Sarzana 1970) in dialogo diretto con la sezione recentemente rinnovata del museo dedicata all’arte rinascimentale e barocca. Madam Pinin
(2017) è una riflessione sul concetto di bellezza, della sua caducità e della sua conservazione condotta attraverso la vicenda professionale della restauratrice Pinin Brambilla Barcilon che ha dedicato cinquantamila ore della sua vita al restauro del Cenacolo di Leonardo da Vinci. Anche Fragile (2016) ha come tema principale la “cura” e la fragilità dell’arte è raccontata attraverso l’immagine di un pavone malato che viene portato in braccio dal suo padrone attraverso le sale della galleria sabauda di Torino. Infine Blind Mirrors (2019) mette in scena lo scontro/incontro di due culture apparentemente lontane, quella europea-occidentale e quella indiana-tamil, nella suggestiva cornice settecentesca del salone delle feste di Palazzo Gangi a Palermo, dove Visconti girò la scena del ballo nel film Il Gattopardo (1963).

MASBEDO
Madame Pinin, 2017
Single channel video HD
Duration 2' 25'', mute
courtesy MASBEDO, In Between Art Film, Snaporazverein

Tra il 1977 e il 1999 la celebre restauratrice Pinin Brambilla Barcilon ha impegnato cinquantamila ore della propria vita nel restauro del Cenacolo di Leonardo da Vinci, tra le più controverse e complesse operazioni mai realizzate nella storia del restauro. La donna e la sua vicenda professionale ed esistenziale sono al centro del lavoro Madame Pinin. Concepita dai MASBEDO nel 2017, la narrazione rimanda ad una riflessione più ampia sul concetto di bellezza e della sua conservazione, della cura e della fragilità intrinseca dell’oggetto d’arte. Al tempo e alla storia si affida la sua condizione, seppure è la storia dell’uomo che interviene a preservare la sopravvivenza della memoria attraverso la sua presenza fisica.

Il video di Madame Pinin mostra un ritratto pittorico attraverso i dettagli delle mani, del viso e degli occhi della restauratrice Pinin Brambilla Barcilon. Gli artisti hanno ripreso questi dettagli del corpo della donna come attraverso una lente d'ingrandimento poichè sono proprio quegli stessi dettagli fisici che hanno
affrontato - in una lotta estenuante - la luce e i colori del capolavoro di Leonardo, facendoli infine riapparire.

Madame Pinin è stato esposto presso: 2018 MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo, Roma, 2018 Galleria Civica di Castelbuono, Palermo, 2018 MAMM, Multimedia Art Museum, Mosca.

MASBEDO
Fragile, 2016
Single channel video HD
Duration 7' 46'', stereo sound
Courtesy MASBEDO, Galleria Sabauda Torino, In Between Art Film, Sammlung Wemhöner

Il video Fragile (2016), prodotto dai Musei Reali Galleria Sabauda di Torino mette in scena la storia di un giovane mentre visita le sale della Galleria in compagnia di un pavone. Passeggiando tra i capolavori dell’antichità, oggetti simbolici di bellezza archetipica, la presenza del pavone sottolinea l’essenziale precarietà dell’animale vivente e della sua menomazione che lo rende inabile a rappresentare la sua stessa natura. L’immagine è altamente suggestiva perché resa ancor più drammatica nel vuoto delle sale, di fronte all’immobilità definitiva dei personaggi dipinti. Il tema principale di questi lavori è il concetto di “cura”: l’animale anziano, oggetto delle cure del suo padrone è una metafora della combinazione tra una vanità svanita e l’eterno viaggio nella bellezza, un viaggio che Rainer Maria Rilke definiva come "il tremendo al suo inizio". La fragilità dell’arte, a cui allude il titolo dell’opera, impegna lo sguardo dell’osservatore e ammonisce sulla necessità di provvedere alla salvaguardia dell’arte e del patrimonio culturale. Una metafora che rammenta la necessità della conservazione e della cura del nostro patrimonio artistico e culturale come forma di resistenza al tempo e all’incuria dell’uomo.

Fragile è stato esposto presso: 2016 Galleria Sabauda - Musei Reali, Torino
2017 MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo, Roma
2018 Galleria Civica di Castelbuono, Palermo
2018 Vestfossen Kunstlaboratorium, Oslo
2018 BerlinHaus der Kulturen der Welt, “Rencontres Internationales - New Cinema and Contemporary Art”, Berlino
2018 Forum des images, Carreau du Temple, Centre Pompidou, Cité internationale des arts, Luminor Hôtel de Ville, Parigi
2018 MAMM, Multimedia Art Museum, Mosca
2019 Sammlung Wemhoener, Palazzo Dugnani, Milan

MASBEDO
Blind Mirrors, 2019
Video monocanale 4k trasferito in H264 1920x1080
Durata 8’ 35’’, loop, stereo
Courtesy In Between Art Film

Blind Mirrors (2019) è girato interamente nella sala da ballo di Palazzo Valguarnera Gangi di Palermo.
È dalla magnificenza del luogo che Luchino Visconti trasse ispirazione per l’ambientazione del ballo nel film “Il Gattopardo”, realizzato nel 1963 e tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Questa scena rappresenta uno dei temi fondanti del film: il distacco tra la vecchia aristocrazia dell’epoca, in declino, e l’affermarsi di una nuova borghesia sempre più potente. A partire da tale riferimento gli artisti ci invitano a riflettere sulla società contemporanea, ricreando nello stesso luogo una scena tuttavia differente,
in cui il ballo è nuo- vamente protagonista. In Blind Mirrors l’elemento aristocratico è sostituito con la presenza della comunità Tamil di Palermo, invitata per raccontare, all’interno di un luogo di potere, una collettività diversa, una minoranza.

Il film si sviluppa attraverso la coreografia del Bharatanatyam, una danza indiana rituale diffusa nei templi a partire dal sesto secolo e concepita come strumento di affermazione identitaria culturale femminile in zone come il Tamil Nadu e lo Sri Lanka. Tale danza esprime temi religiosi e idee spirituali attraverso un sofisticato vocabolario costruito sui gesti delle mani, degli occhi e dei mu- scoli del viso. Ipnotica e seduttiva, sopravvisse al di fuori dei templi nonostante la censura del governo coloniale britannico nel 1910. Il titolo dell’opera Blind Mirrors, in italiano “specchi ciechi”, si ispira a un particolare notato dagli artisti legato alle riprese del film di Visconti. Regista e direttore della fotografia decisero di posizionare dei fasci di luce tungsteno verso gli specchi per amplificare la diffusione e brillantezza della luce causando, dopo molti giorni di girato, un processo chimico che ne ha alterato per sempre la superficie, ora velata e annerita. Tale nota di decadenza funge da elemento di rottura all’interno della lussuosa sala, evocando metaforicamente le implicazioni politiche, sociali e individuali della memoria e della sua
trasmissione.

Blind Mirrors è stato esposto presso:
2019 ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti, Milano

BIOGRAFIA MASBEDO

MASBEDO sono Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970). Vivono a Milano, lavorano insieme dal 1999 e hanno sviluppato la loro arte nell'ambito specifico della videoarte e della installazione video. Da un punto di vista contenutistico la loro ricerca affronta il tema della incomunicabilità, sia a livello relazionale di coppia che a livello di gruppo, nella società contemporanea, ossia in quella che paradossalmente viene identificata proprio come la società della comunicazione. Ciò ha condotto alla realizzazione di opere di sapore più intimistico e, viceversa, a opere dall'esito antropologicosociale-politico. Da un punto di vista formale i MASBEDO hanno un approccio estetico, per certi aspetti addirittura pittorico, nella realizzazione dei loro video e perseguono l'obiettivo di coinvolgere lo spettatore gestendo lo spazio creato dal video concependo l'immagine in movimento in modo installativo e immersivo.
Il lavoro dei MASBEDO è una sintesi di teatro, performance, spazio, architettura e video/cinema e la dimensione narrativa legata all'immagine in movimento trova nell'installazione video una sua spazializzazione. Loro opere sono state esposte in musei, biennali e istituzioni di tutto il mondo, tra cui: 2019 - ICA Istituto
Contemporaneo per le Arti Milano, Palazzo Dugnani Milano; 2018 - MAMM Multimedia Art Museum
Moscow, Manifesta12 Palermo, Kunstlaboratorium Vestfossen Oslo, Centre Pompidou/Forum des Immages Paris, Haus der Kulturen der Welt Berlin; 2017 - Marta Herford; 2016 - Reggia di Venaria Reale Torino, Museum of Contemporary Art Zagreb, Nomas Foundation Roma, Blickle Foundation Stuttgart; 2015 -
MART Rovereto, Changjiang Museum of Contemporary Art, Art Basel Film Hong Kong Arts Centre; 2014 - Fondazione Merz; 2013 - Leopold Museum Vienna, MAMBA Museo de Arte Moderno de Buenos Aires; 2012 - Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea Torino; 2011 - Art Unlimited Basel, MAXXI Roma, OK Offenes Kulturhaus Linz, EMAF European Media Art Festival Osna brück; 2010 - Center for Contemporary Art Ujazdowsky Castle Warsaw, CAAM Centro Atlántico de Arte Moderno Las Palmas, Kaohsiung Museum of Fine, Arts Taiwan; 2009 - Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía Madrid, 53. Esposizione Internazionale d'Arte la Biennale di Venezia; 2007 - Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci Prato, Tel Aviv Museum of Art; 2006 - CCCB Centre de Cultura Contemporània de Barcelona, DA2 Domus Artium 02 Salamanca, Hangar Bicocca Milano.

 

 pistoletto negri

Galleria Continua - Pistoletto, San Gimignano, Italia, Big Sphere of Journals - Pistoletto

 

LE MOSTRE ITINERANTI E IL RELATIVO CONTRATTO DI NOLEGGIO

Articolo di Gilberto Cavagna di Gualdana, responsabile dipartimento diritto della proprietà intellettuale di Negri-Clementi Studio Legale.

Il noleggio delle mostre è un mercato in espansione. Le mostre itineranti sono, infatti, prodotti editoriali ormai maturi, spesso disponibili a catalogo, e rappresentano una grande opportunità per i curatori/gli enti che le hanno allestite di recuperare, con la vendita di un prodotto “chiavi in mano”, gli (spesso) ingenti costi necessari per la realizzazione della prima edizione.

I potenziali acquirenti di mostre sono numerosi; musei, archivi, biblioteche, istituzioni e fondazioni culturali e/o enti pubblici o privati, ma anche centri commerciali, spazi polifunzionali e fiere.

I vantaggi per chi noleggia le mostre realizzate sono notevoli. Non solo un guadagno ulteriore rispetto a quello conseguito con la prima edizione, ma anche una forte leva di valorizzazione delle opere esposte, la possibilità di individuare partner strategici e di adottare economie di scala (convenzione per tutte le edizioni con un unico trasportatore, un’unica assicurazione, etc.), maggiori occasioni di commercializzare il merchandising relativo all’evento a minori costi di produzione e l’opportunità di integrare il noleggio della mostra con ulteriori servizi “ancillari” remunerati, come la realizzazione di specifici materiali didattici o allestimenti site specific, la traduzione dei materiali e ristampe dei cataloghi, così come la possibilità di offrire servizi di pubbliche relazioni e promozioni pubblicitarie integrate e, se del caso, anche la realizzazione di eventi accademici come conferenze e convegni legati al tema dell’esposizione.

Anche dal punto di vista di chi ospita la mostra numerosi sono i vantaggi; in primis quello del contenimento dei costi. Il costo per l’affitto di una mostra è infatti mediamente il 25% del costo complessivo necessario per la sua realizzazione, con la conseguenza che un ente espositivo può, con uno stesso budget, offrire sino a quattro eventi e conseguire i relativi maggiori ritorni (sia economici che di visibilità).

Le mostre itineranti coprono le tematiche più disparate; recentemente abbiamo assistito a un proliferare di mostre interattive a carattere scientifico riguardanti diversi ambiti disciplinari: la fisica e la matematica, le scienze naturali e biologiche, l’astronomia e temi sociali come la mobilità e la sicurezza. È quasi sempre possibile noleggiare mostre tenendo conto anche degli spazi espositivi, in quanto spesso l’esposizione è composta da un nucleo di base e da moduli aggiuntivi.

I contratti di noleggio di mostre disciplinano i termini e le condizioni relativi alle mostre itineranti, partendo da impegni generici a “esporre la mostra in ambienti e mediante attrezzature che siano conformi alle caratteristiche della stessa” sino a prevedere condizioni convenute di volta in volta che considerano nel dettaglio il tipo di mostra e le opere esposte.

Tenendo conto delle parti coinvolte e della tematica e opere della mostra (e della allocazione di spese e ricavi), il contratto di noleggio di mostre disciplina poi i soggetti che devono provvedere alle operazioni di trasporto, montaggio e smontaggio della mostra, inclusi i materiali didattici come proiettori, monitor e targhette esplicative, alla promozione dell’esposizione (e alle modalità, spesso specificate, di indicazione della collaborazione tra le parti), nonché al servizio di visita guidata e/o altri servizi collaterali, come la realizzazione di bookshop con cataloghi e gadget.

Di solito, il noleggiante è responsabile della sicurezza dei materiali esposti e dei visitatori, impegnandosi a mantenere nelle sedi espositive, negli orari di apertura, personale incaricato della vigilanza. A carico del noleggiante può essere inoltre previsto l’impegno di stipulare un contratto di assicurazione “da chiodo a chiodo” che copra le operazioni di trasporto, montaggio e smontaggio e l’intero periodo di esposizione della mostra.

Specifiche previsioni disciplinano spesso le modalità di ritiro e riconsegna della mostra, con condizioni e termini di eventuali rinnovi o proroghe dell’esposizione.

Particolari previsioni regolano (o dovrebbero, perché nella prassi spesso i contratti non curano tali aspetti …) lo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale relativi alla mostra, nella misura in cui sono sussistenti e sono nella disponibilità del soggetto che noleggia l’esposizione, con le relative clausole di garanzia e manleva sul loro utilizzo: ad esempio i diritti sul format dell’evento, diritti di riproduzione delle opere esposte, diritti di pubblicazione dei contributi e delle schede riassuntive.

Il presente contributo costituisce un estratto di ART&LAW n. 1 del 2019 su LA MOSTRA (IM)PERFETTA di Negri-Clementi Studio Legale Associato (http://negri-clementi.it/wp-content/uploads/2019/02/ARTLAW-119-LA-MOSTRA-IMPERFETTA.pdf). 

 

 iulm

 

 

NEW DIGITAL ART DAY L'arte nell'era digitale, incontro alla IULM

Una tavola rotonda presso l'università IULM di Milano con numerosi esperti del settore per discutere di tematiche quali l’innovazione digitale nel settore culturale, paesaggistico e museale. 

Intelligenza artificiale, realtà aumentata e machine learning. L’innovazione digitale nel settore culturale, paesaggistico e museale. Patrimonio artistico e circular economyLa valorizzazione del patrimonio artistico a fini sociali, culturali e ambientali: un processo di economia circolare Blockchain, big data e nuove regole Trasparenza, tecnologia, normativa:l’evoluzione del mercato dell’arte e dei beni da collezione Innovazione digitale e startup Le iniziative tecnologiche e imprenditoriali di successo nel settore artistico culturale.

PROGRAMMA E RELATORI

8. 30- 9.00 Registrazione e Accoglienza

 

9.00 - 9.15 Apertura dei Lavori

Antonio De Virgiliis, Presidente ILI Editore

Vincenzo Trione,Preside della Facoltà di Arti, turismo e mercati, Università IULM

 

9.15 - 9.45 Outlook

Art, Finance & Technology

Barbara Tagliaferri, Art & Finance Coordinator, Deloitte Italia

 

9.45– 10.45 Tavola Rotonda

INNOVAZIONE DIGITALE NEL SETTORE ARTISTICO CULTURALE

Moderatore: Angela Maria Scullica, Giornalista

Gustavo Ghidini, Direttore dell'Osservatorio di Proprietà intellettuale, Concorrenza e Comunicazione,

Luiss Guido Carli 

Andrea Lori, Ceo, Emotiva

Maria Mazzone, Associate Director, Accenture Customer Innovation Network 

Giorgio Restelli, Direttore Risorse Artistiche, Mediaset

 

10.45-11.45 Tavola Rotonda

L’IMPATTO DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE, REALTÀ AUMENTATA E MACHINE LEARNING SUL SETTORE ARTISTICO CULTURALE

Moderatore: Angela Maria Scullica, Giornalista

Guido Di Fraia, Founder & CEO, Laboratorio Intelligenza Artificiale, IULM AI LAB

Alfonso Fuggetta, Direttore CEFRIEL, Politecnico di Milano

Licia Garotti, Responsabile IP e Diritto delle Tecnologie, Studio Legale Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners

Furio Ghezzi, Responsabile IP, Studio Martinez Novebaci

Alessandro La Volpe, Vicepresident Cloud&Cognitive, IBM Italia

Matteo Losi, Digital Chief Expert Emea South, SAP

 

11.45 – 12.30 Tavola Rotonda

MERCATO DELL’ARTE E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO

Moderatore: Alessia Zorloni, Co-Director Executive Master in Art Market Management, Università IULM

Ivan Drogo Inglese, Presidente, Assocastelli

Gloria Gatti, Avvocato e giornalista

Luca Passini, Ceo, CWS

Alex Ricchebuono, Collezionista ed esperto di Finanza

Alfredo Valeri, Responsabile Attività di Ricerca, Centro Studi Civita

 

12.30 – 13.30 Technology Focus

STARTUP INNOVATIVE SI PRESENTANO

Moderatore: Alessia Zorloni, Co-Director Executive Master in Art Market Management, Università IULM

Alessandra Donati, Professore di Legislazione del Mercato dell’Arte e Avvocato, Univ. Milano

Bicocca, NABA

Guido Mologni, Ceo e Founder, ARTUNE

Federico Monti, Chairman, Zerobanks

Niccolò Filippo Veneri Savoia, Ceo, Look Lateral

Bernabò Visconti, Ceo e Founder, ArtShell

 

15.00 - 15.30 Alessia Zorloni, Co-Director Executive Master in Art Market Management, Università IULM

Graduation Ceremony Master in Art Market Management

 

 Alberto La Tassa Photo Credit Gianmaria De Luca

Alberto La Tassa. Photo Credit Gianmaria De Luca

 

“Alberto La Tassa: la tradizione si intreccia con l’attualità in una collettiva a Torino”

La prima tappa di un grande progetto che intreccia la ricerca contemporanea di giovani ma affermati artisti del panorama italiano alla visione creativa delle nuove tecniche di tessitura.

Lo Studio Alberto La Tassa (Venezia), rappresentato da Zerial Art Project (Venezia) di Elisabetta Zerial, è lieto di presentare la sua partecipazione alla mostra collettiva A Collection, fino al 15 dicembre un progetto a cura di Chiara Casarin e Giovanni Bonotto, che sarà visitabile a Palazzo Barolo, Torino. 

“Parte da Torino A COLLECTION, la prima tappa di un grande progetto che intreccia la ricerca contemporanea di giovani ma affermati artisti del panorama italiano alla visione creativa delle nuove tecniche di tessitura. Il progetto prende forma in 10+1 affascinanti grandi arazzi contemporanei realizzati con straordinari filati ottenuti dalla lavorazione della plastica riciclata. Un’operazione per affermare come sia possibile, con la ricerca tecnologica e la creatività, unire l’attenzione per l’ambiente alla produzione di opere d’arte realizzando, da un prodotto considerato “rifiuto”, un oggetto contemporaneo di alto livello, di lusso in quanto opera d’arte.

Il progetto, curato da Chiara Casarin con gli arazzi realizzati dal Maestro tessitore Giovanni Bonotto, vede la partecipazione di dieci artisti invitati: Giuseppe Abate, Thomas Braida, Nebojša Despotović, Manuel Felisi, Alberto La Tassa, Elena Mazzi, Ruben Montini, Giovanni Ozzola, Fabio Roncato, Giuseppe Stampone.

La prima tappa di A COLLECTION, ideata da Giovanni Bonotto e Chiara Casarin nel 2018 e che a Torino vede la sua prima espressione pubblica, è realizzata in collaborazione con Opera Barolo, che ospita l’esposizione nel prestigioso Palazzo barocco sede dell’Ente collocato nel cuore storico di Torino. Da qui partirà e verrà presentato nelle più importanti e prestigiose sedi del contemporaneo internazionale in un percorso che si svilupperà nei prossimi anni.”

“Il progetto è la materializzazione di un semplice assunto: i filati ottenuti dal riciclo della plastica, grazie alle loro infinite cromie e matericità, possono comporre arazzi dettagliati e raffinatissimi. La plastica, proveniente per lo più dalle bottigliette che inquinano i mari, viene lavorata mediante un processo meccanico di fusione e filatura. La trasformazione della cosiddetta materia prima-seconda è condotta in maniera ecologia, sostenibile e produttiva e procede fino allo stadio finale in cui delicati sistemi di manipolazione consentono di ottenere filati che simulano alla perfezione quelli di origine naturale, anzi, le loro caratteristiche ne sono ulteriormente valorizzate.” “Gli arazzi non sono il fine, ma il mezzo. E la storia che raccontiamo è millenaria. Un linguaggio universale le cui prime testimonianze risalgono al 2000 a.C in Egitto. Dall’America precolombiana alla Francia la produzione degli arazzi è sempre stata una strategia culturale. Tessere è azione e metafora, performance e monito. L’arazzo è un oggetto considerato di lusso, richiede altissima specializzazione manuale, viene realizzato in tempi molto lunghi, troppo lunghi per essere accessibile a tutti. Ha avuto scopi decorativi, rituali, pubblici, commemorativi con significati politici, religiosi e sociali. […] Il desiderio di recuperare questo linguaggio così elegante e sofisticato, abbinandolo all’attenzione per l’ambiente e al rispetto per il nostro pianeta, ha portato dunque alla scelta dei 10 artisti che hanno progettato ciascuno un arazzo assecondando il loro linguaggio artistico.”

ALBERTO LA TASSA (Padova, 1986)

Nato in una famiglia legata al mondo delle Arti fin dal XIX secolo, La Tassa inizia ad esplorare diverse discipline fin dalla prima infanzia, sviluppando un amore non convenzionale per le Belle Arti. Dopo il diploma a Padova, si trasferisce a Venezia dove conclude con il massimo dei voti l’Accademia di Belle Arti. La Tassa vive e lavora a Venezia. Il suo atelier si trova nel cuore della città lagunare, alle spalle di Campo Santo Stefano, ai piedi del Ponte dell'Accademia. Il lavoro di La Tassa può essere definito una rarità nella scena artistica contemporanea. Eclettico e poliedrico, l'artista esplora con talento e genio diverse forme di espressione artistica: pittura, scultura, grafica e design di gioielli. La Tassa ama ricercare e applicare le tecniche più sofisticate ed utilizzare i materiali più raffinati, per creare opere d'arte che seguono le lezioni dei grandi maestri italiani. Nell'opera di La Tassa gesti antichi coesistono con un mondo moderno e stravagante, popolato da creature mistiche e mitologiche, ermafroditi e mostri, demoni e angeli, imperatori e regine. La tensione tra questi personaggi culmina con una potente fusione tra maschile e femminile, luce e ombra, opulenza e vuoto, bellezza e repulsione. Con questo collage di emozioni, l'artista apre le porte del proprio mondo interiore: un insieme di ricordi, desideri, fantasie, incubi e conflitti.

“[...] queste mie creazioni sono una parte, un frammento del mio percorso, di un mio disegno più grande, in cui temi perpetui come Erotismo, Carnalità e Spiritualità, incontrano forme e colori da me sempre amati e venerati; forme e colori che in una certa misura incarnano lo spirito, nonché il sentimento, l’ossessione, la passione. [...]” Alberto La Tassa

 

 coppola

Hannah Levy, Non-slip Solutions, 2017, resina epossidica, fibra di vetro, eco-pelliccia, acciaio, silicone, cm 53x96x95. AmC Collezione Coppola. Courtesy l'artista e mother’s tankstation, Dublino.

 

La Fondazione Coppola organizza Le nuove frontiere del contemporaneo

Un ciclo di mostre per conoscere in maniera più approfondita il lavoro di quattro figure significative del panorama artistico attuale, in programma dal 31 ottobre al 31 marzo.

La Fondazione Coppola organizza Le nuove frontiere del contemporaneo, un ciclo di mostre per conoscere in maniera più approfondita il lavoro di quattro figure significative del panorama artistico attuale, in programma dal 31 ottobre al 31 marzo. Presso il Torrione di Vicenza, sede espositiva della Fondazione, si susseguiranno interventi, installazioni e opere di Hannah Levy (dal 31 ottobre); Haroon Mirza (dal 22 novembre); Christian Manuel Zanon (dal 1 dicembre); Guglielmo Castelli (dal 14 dicembre). Le mostre, ognuna patrocinata dal Comune di Vicenza, andranno ad occupare in senso ascensionale i sei livelli del Torrione, dialogando con lo spazio architettonico e proponendo letture inedite e diversificate sia del contesto espositivo che delle opere presentate. La scelta è ricaduta su quattro artisti il cui lavoro esprime un punto di vista originale nel linguaggio che contraddistingue maggiormente il loro operato: la scultura per Hannan Levy, il video, il suono e l’installazione per Mirza, l’installazione e il disegno per Zanon e la pittura per Castelli.

Hannah Levy è nata a New York nel 1991, dove vive e lavora. Dopo aver conseguito un BFA alla Cornell University di Ithaca (2009-2013), ottiene il titolo “Meisterschüler” presso la Städelschule di Francoforte. Il lavoro della Levy esplora le connessioni tra arte e design, con l’intento di superare questa dicotomia. L’artista lavora principalmente con la scultura, le sue opere si pongono come una riflessione attorno agli oggetti, alle loro logiche di senso e al rapporto che tendiamo ad instaurare con essi. In mostra alla Fondazione Coppola saranno esposte cinque opere in silicone realizzate tra il 2017 e il 2019. Le opere sono state precedentemente esposte al Louisiana Museum of Modern Art, al MoMA PS1 e a Londra.

Haroon Mirza è un artista inglese nato nel 1977, vive e lavora a Londra. Ha studiato pittura presso la Winchester School of Art. Successivamente ha ottenuto un Master in Design Critical Practice and Theory presso il Goldsmiths College (2006) e un Master in Fine Art presso il Chelsea College of Art and Design (2007). È un artista conosciuto a livello internazionale per le sue installazioni complesse e immersive, che combinano suono, onde luminose, corrente elettrica, LED e diversi altri materiali. Mirza lavora quasi come un “compositore”, per riconsiderare le distinzioni percettive tra rumore, suono e musica, non sentite come forme culturali categorizzabili. In mostra saranno esposti due video installazioni: Adhãn Anthemoessa (2009), opera che ha vinto il Northern Art Prize nel 2011 e Birds of Pray (2010). Haroon Mirza ha ricevuto il Leone d’Argento alla 54ma edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 2011.

Christian Manuel Zanon è un artista visivo nato a Cittadella, in provincia di Padova, nel 1985, vive e lavora tra Pesaro e Padova. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Venezia e poi presso l’Universität der Kunst di Berlino, dove approfondisce tematiche inerenti la comunicazione visiva e la poesia. In seguito frequenta la Fondazione Studio Marangoni di Firenze, la facoltà di Arti Visive dello IUAV di Venezia e la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Ca’Foscari di Venezia. Nel suo lavoro l’artista privilegia il procedimento e la processualità: inattese e come sorprese si concretizzano le sue installazioni, i disegni progettuali, le foto e i video che si ribellano amichevolmente alla struttura architettonica del pensiero, anche teoretico.

Guglielmo Castelli è nato nel 1987, vive e lavora a Torino. Ha studiato scenografia teatrale all’Accademia Albertina. Considerato tra i giovani artisti più promettenti delle nuove generazioni, lavora principalmente con la pittura e il disegno. I suoi dipinti, dominati da atmosfere malinconiche e intimistiche, sono caratterizzati da forme fluide ed estese campiture, quasi i soggetti siano colti in un momento di trasformazione. In mostra saranno esposti quattro dipinti di piccole e medie dimensioni realizzati nel 2019. L’artista è attualmente finalista al Premio Cairo 2019.

La Fondazione Coppola ha sede espositiva nel trecentesco Torrione di Vicenza, importante architettura della città berica restaurata dallo studio UP3 Architetti Associati nel 2018. La Fondazione ha inaugurato la sua attività lo scorso aprile aprendo al pubblico “La Torre”, la prima mostra personale in Italia degli artisti tedeschi Neo Rauch e Rosa Loy, i due principali esponenti della “Scuola di Lipsia”, una corrente artistica che negli ultimi trent’anni si è imposta come punto di riferimento obbligato per molte generazioni di artisti visivi. Fondazione Coppola presenta opere di artisti per la maggior parte non storicizzati, tra giovani emergenti e affermati che hanno partecipato a esposizioni nazionali o all’estero ricevendo in molti casi notevoli riconoscimenti.

Fondazione Coppola

Corso Palladio 1, 36100 Vicenza

Periodo

31 ottobre 2019-31 marzo 2020

Apertura mostre

Hannah Levy, dal 31 ottobre 2019

Haroon Mirza, dal 22 novembre 2019

Christian Manuel Zanon, dal 1 dicembre 2019

Guglielmo Castelli, 14 dicembre 2019

Orari

Da giovedì a lunedì, 11.00-18.00

 

 flashback

 

La fiera FLASHBACK di Torino

La fiera torinese dove l’arte è atemporale giunge alla sua settima edizione.

Flashback la fiera dell’arte pensata come “opera aperta” compie 7 anni, numero magico come la città che la ospita: Torino, la più contemporanea e mitteleuropea delle nostre città, da sempre quadrata ma visionaria, disciplinata ma capace di lucida follia.

Dal 31 ottobre al 3 novembre al Pala Alpitour di Torino, quasi 50 gallerie esporranno opere di altissimo livello (pittura, scultura e arti decorative) senza soluzione di continuità tra antico e contemporaneo, tra gallerie già molto affermate e gallerie di recente fondazione.
Nata nel 2013 dall’intuizione di Stefania Poddighe e Ginevra Pucci, con l’obiettivo di costruire un luogo di cultura visiva che unisse in un’unica soluzione cultura e mercato, senza vincoli di spazio e di tempo, Flashback propone un approccio all’arte più versatile, per consentire a un pubblico sempre più vasto di godere di opere non più percepite come lontane perché “antiche” ma come documenti nel nostro vissuto.
Il motto della manifestazione è ormai noto nel settore: “l’arte è tutta contemporanea” e s’ispira alla ricerca concettuale di Gino De Dominicis sul tema dell’immortalità dell’opera d’arte. Flashback trasporta il passato nel presente facendo piazza pulita di etichette temporali e di forme artistiche; conta solo l’esperienza di fruizione dell’opera e l’atemporalità della stessa.

Questo sincretismo è ciò che ha permesso a Flashback di crescere esponenzialmente negli anni ed è ciò che contraddistingue un progetto che si rinnova annualmente proprio come il tema scelto. L’edizione del 2019 è dedicata agli ERRANTI che con i precedenti titoli l’Enigma del tempo, Il Labirinto, L’Energia, In senso Inverso, Nuovo Sincretismo e le Rive di un altro mare sono i capitoli di un unico racconto.
I personaggi siamo noi, crononauti dell’arte e nell’arte, vagabondi nel suo eterno presente, fruitori erranti, popolo misterioso che ha il vezzo di impicciarsi della storia (passata e futura) di tutti i popoli. Il titolo di questa settima edizione prende spunto da un romanzo fantascientifico datato 1986 della coppia di scrittori sovietici Arkadij e Boris Strugackij. Per Flashback questi Vagabondi nel e del tempo sono Gli Erranti / The Wanderers.
Flashback non si ferma mai, è fiera dell’arte per 4 giorni e “Opera Viva” per 365 giorni l’anno. Quest’ultimo è un progetto speciale concepito dall’artista Alessandro Bulgini che, dopo aver dichiarato la fiera e tutti i capolavori presentati “Opera Viva”, ha lasciato gli spazi fieristici per inoltrarsi nel territorio. Il prossimo appuntamento è il 25 luglio con il mega manifesto, opera d’arte realizzata da Emanuela Barilozzi Caruso, che sarà posizionato in piazza Bottesini a Torino. A questo seguiranno altri momenti di “countdown” prima di arrivare all’inaugurazione della fiera il 30 ottobre al Pala Alpitour di Torino.
Sempre durante l’arco dell’anno sono attivi i “Flashback lab”, laboratori didattici che fanno scoprire a grandi e piccini le meraviglie dell’arte e sono dedicati alla conoscenza attiva e alla fruizione consapevole del patrimonio culturale.

Durante le giornate di fiera sono numerose le proposte artistiche: da Flashback sound, il palinsesto dedicato alla musica che spazia tra passato e presente; Flashback storytelling, progetto che promuove, tramite narrazione, la relazione attiva tra pubblico e arte; Flashback talk, programma di incontri con temi che spaziano nel tempo, dall’antichità alla modernità e viceversa; Flashback video, programma dedicato all’immagine in movimento, dalla video-arte al documentario; Flashback art class, lezioni di storia dell’arte “tutta contemporanea”.
L’originalità di Flashback sta senza dubbio anche nella sua comunicazione: loghi vivaci, temi insoliti, colori ricercati e allestimento sono gli elementi di un linguaggio contemporaneo e sorprendente applicati ad una fiera di arte antica e moderna che si distingue da tutte le altre. Flashback è un’importante occasione per i collezionisti, ma anche un buon amplificatore di progetti di arte urbana che inducono a riflettere.

Save the date!
31 Ottobre - 3 Novembre 2019
h 11 - 20
Pala Alpitour: Torino

Vernissage: 30 ottobre 2019: h 18 (solo su invito)