metamorfosi 

  

MINIARTEXTIL COMO presenta "MUNDUS PATET"
 

Installazione site-specific di Guido Nosari al Palazzo del Broletto ultima tappa espositiva della trentesima edizione della storica manifestazione comasca dedicata alla Fiber Art.

Un lungo weekend di visite guidate, eventi e iniziative, dopo più di due mesi di apertura e oltre 4000 visitatori, nonostante le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria, conclude la mostra diffusa in città che chiuderà domenica 18 luglio. Ultima settimana anche la mostra METAMORPHOSIS a Villa Olmo, promossa dalla Fondazione Bortolaso Totaro Sponga. 

Un’opera stratificata, un paesaggio dal sapore onirico composto da più livelli, su cui pende una pioggia di cucchiai da cucina: è l’installazione ambientale MUNDUS PATET dell’artista bergamasco Guido Nosari nel Palazzo del Broletto, che da giovedì 15 luglio arricchisce il percorso cittadino composto dalle mostre della trentesima edizione di Miniartextil, e resterà aperta gratuitamente per tutto il periodo estivo.

MUNDUS PATET conclude questa importante edizione della storica manifestazione comasca dedicata alla Fiber Art che, con le mostre alla Pinacoteca Civica, al Padiglione ex Grossisti del Mercato Coperto e la collettiva Metamophosis a Villa Olmo, compone un percorso in tutta la città e rilegge una storia trentennale ancora capace di parlare al presente, mettendosi in dialogo con la realtà contemporanea e i suoi artisti, tra opere di grandi Maestri e installazioni site specific.

Ospitata tra le mura medievali del Palazzo del Broletto, MUNDUS PATET è un lavoro commissionato da Miniartextil e nasce dal concetto della memoria collettiva creata da oggetti, tempi, ricordi di persone diverse, epoche diverse, che fa parte anche della nostra memoria personale, ricordi intimi di cui l’artista annulla la soggettività per renderli parte di un messaggio universale.

Composto da più livelli, il lavoro parte dal pavimento su cui l’artista posa alcuni centrini verdi del diametro di 3 metri e la riproduzione in calce della pianta della casa di sua nonna. Prosegue nelle tracce impresse sulla calce di mobili e oggetti, e si conclude con una pioggia di cucchiai da cucina appesi al soffitto, a 2 metri da terra.

La riapertura del Palazzo del Broletto è significativa per la città di Como. Dopo molti mesi, infatti, lo spazio oggetto di recenti e importanti interventi di ristrutturazione e messa a norma, torna a disposizione dei cittadini e lo fa proprio insieme a Miniartextil: la nuova installazione resterà aperta gratuitamente per tutto il periodo estivo sino a domenica 12 settembre, mentre il prossimo 18 luglio chiuderanno gli eventi espositivi alla Pinacoteca civica, al Padiglione ex Grossisti del Mercato coperto e a Villa Olmo.

Negli ultimi giorni di apertura della trentesima edizione della manifestazione ideata da Mimmo Totaro e Nazzarena Bortolaso, promossa e organizzata dall’Associazione ARTE&ARTE in collaborazione con il Comune di Como, Miniartextil propone un ultimo weekend di appuntamenti, visite guidate ed eventi per il pubblico, tra cui l’iniziativa che consentirà al personale ospedaliero dei due presidi cittadini, alla Croce Rossa e alle Associazioni Anpas di Como, di accedere gratuitamente a tutte le sedi espositive nei giorni di sabato 17 e domenica 18 luglio. Una proposta, d’intesa con il Comune di Como, nata nel segno della gratitudine per l’incessante lavoro profuso durante la pandemia.

E ancora, visite guidate nelle mattinate di sabato 17 e domenica 18 luglio alle ore 11.00 – per partecipare servirà prenotarsi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – per scoprire opere e artisti delle mostre.

Infine è in arrivo il docufilm MINIARTEXTIL, prodotto da OLO CREATIVE FARM e girato nei lunghi mesi che hanno preceduto l’apertura delle mostre dello scorso 27 aprile: filmati storici, interviste ai curatori, immagini del lungo backstage nei mesi della pandemia; le riprese si sono svolte anche negli studi degli artisti Stefano Ogliari Badessi a Crema e Guido Nosari a Bergamo che per la trentesima edizione di Miniartextil hanno realizzato due grandi installazioni site specific. Il documentario sarà presentato nel prossimo mese di settembre, mentre in occasione della riapertura del Palazzo del Broletto sarà trasmesso il trailer.

 

 




eva 

Max Mara affida a Eva Jospin la realizzazione di un’opera d’arte site specific permanente per il flagship store di Milano

Eva Jospin è la vincitrice di un concorso di progetto indetto nel 2019 per la creazione di un’opera d’arte site specific permanente da realizzarsi presso il flagship store di Milano.

Max Mara è lieta di annunciare che l’artista francese Eva Jospin è la vincitrice di un concorso di progetto indetto nel 2019 per la creazione di un’opera d’arte site specific permanente da realizzarsi presso il flagship store di Milano, Corso Vittorio Emanuele.

L’obiettivo, da cui ha preso avvio il concorso due anni fa, è quello di valorizzare e mettere in relazione lo spazio interno del più grande negozio Max Mara al mondo e lo spazio aperto di Piazza del Liberty, punto nevralgico nel centro di Milano sul quale affaccia la terrazza che ospiterà l’installazione artistica, offrendo alle clienti, così come alla città e a tutte le persone che vi transitano, un affascinante incontro con l’arte.

La suggestione condivisa con gli artisti invitati a partecipare a questo ambizioso contest, organizzato in collaborazione con Collezione Maramotti, era quella di un’opera che, pur concepita per essere duratura, presentasse delle caratteristiche legate all’idea di impermanenza e che, inserita in un contesto metropolitano contemporaneo, stimolasse una riflessione su una diversa percezione – naturale, fisica, poetica – dello spazio.

La proposta vincente e di grande impatto di Eva Jospin, dal titolo “Microclima”, consiste in una  serra in vetro e metallo, un’architettura che racchiude un mondo intimo e allo stesso tempo in relazione con l’esterno. Ispirato ai giardini d’inverno di fine Ottocento – periodo in cui si affermava lo stile Liberty che dà il nome alla piazza – questo padiglione ospiterà la messa in scena di un paesaggio in carta e cartone, un rilievo raffigurante elementi vegetali esotici, enigmatiche rocce verticali e un sostrato minerale.
Queste forme organiche evocheranno la natura anziché ospitarne un campione, come abitualmente accade nelle serre: non ci saranno vere piante, ma sculture fatte di cellulosa, la materia che da esse deriva.
L’installazione sarà arricchita da una dimensione olfattiva sviluppata specificamente dall’artista in collaborazione con un profumiere, per restituire la sensazione immersiva di una serra tropicale.

La realizzazione dell’opera, previa autorizzazione del Comune di Milano, è prevista per il 2022.

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Eva Jospin è nata nel 1975 a Parigi, dove tuttora vive e lavora.

La natura e in particolare l’immaginario legato alla foresta occupano un posto centrale nell’opera di Eva Jospin. Intesa e sviluppata come oggetto figurativo, simbolico ed emozionale, la natura è per l’artista un luogo in cui ritrovare un orizzonte di libertà e di gioco, ma anche un avvolgente spazio misterioso che concede la possibilità di attraversare una soglia per immergersi in un’altra dimensione. La foresta diventa quindi un luogo di ricerca e conoscenza, ma anche di fuga mentale, nel quale perdersi e, forse, ritrovarsi.
Con un paziente processo di ritaglio e assemblaggio di materiali poveri, Jospin dà vita a imponenti ed eleganti installazioni, che ci interrogano anche sull’attuale condizione della natura, sulla sua instabilità e fragilità.
Le sue mostre personali più recenti sono state presentate presso: Het Noordbrabants Museum, Den Bosch (Paesi Bassi), 2021; Abbaye de Montmajour, Arles (Francia), 2020; Museum Pfalzgalerie Kaiserslautern, Kaiserslautern (Germania), 2019; Galerie Suzanne Tarasiève, Parigi, 2019; Centre culturel Jean-Cocteau, Les Lilas (Francia), 2019. L’artista ha realizzato due installazioni pubbliche permanenti in Francia a Nantes, 2019 e a Chaumont-sur-Loire, 2018.

Max Mara incarna lo stile e il lusso italiano; una collezione precisa e contemporanea fatta di know-how sartoriale, produzioni preziose e qualità senza tempo. Famosa per i suoi cappotti, i tailleur e gli accessori eleganti, Max Mara venne fondata dal visionario Achille Maramotti nel 1951. Oggi la collezione è disponibile in 2.500 punti vendita presenti in oltre 100 paesi. La società resta a capitale privato.

Collezione Maramotti è una collezione d’arte contemporanea privata aperta al pubblico dal 2007, nella sede storica di Max Mara a Reggio Emilia. La raccolta include diverse centinaia di opere dagli anni ’50 a oggi, di cui oltre duecento in esposizione permanente. Mostre e progetti temporanei commissionati ad artisti internazionali sono presentati con continuità.

 

 




team arte 

Team Arte dello studio alla premiazione IP & TMT Awards; da sinistra a destra Avv. Emiliano Rossi, Avv. Annapaola Negri-Clementi, Dott.ssa Giorgia Ligasacchi e Avv. Carlo Pavesio.

 

 
PAVESIO E ASSOCIATI WITH NEGRI CLEMENTI È STUDIO DELL’ANNO NELLA CATEGORIA DIRITTO DELL’ARTE PER IL QUARTO ANNO DI SEGUITO

Pavesio e Associati with Negri-Clementi è stato premiato per il quarto anno di seguito nella categoria Arte. 

Lunedi 28 giugno 2021, alla IX edizione dei IP&TMT Awards organizzata da Legalcommunity, il team arte dello studio legale Pavesio e Associati with Negri-Clementi è stato premiato per il quarto anno di seguito nella categoria Arte e, specificamente, come miglior Studio dell’Anno nel Diritto dell’Arte 2021.

Pavesio e Associati with Negri-Clementi – studio legale tra i primi in Italia a credere nelle potenzialità e nell’importanza di questa practice legale e a possedere fin dall’origine un dipartimento interno specifico dedicato con competenze giuridiche, economiche e storico-artistiche – si è distinto nella rosa dei finalisti.

“Lo studio fornisce un servizio di consulenza e assistenza specializzata nel settore, orientando la propria clientela nei mercati dell’arte antica, moderna e contemporanea. Continua ad essere fra i più segnalati sia dai peer che dai clienti per la capacità di offrire soluzioni rapide ed efficaci basate non solo sulla conoscenza del diritto, ma anche sulla conoscenza del mercato dell’arte. Veri leader in questo ambito.” Queste le motivazioni del premio, conferito da una selezionata giuria di esperti in materia.

Davanti a oltre 200 persone riunite per festeggiare insieme le eccellenze del settore legal IP&TMT, premiati da una giuria di esperti nelle principali practice della materia, gli Avv.ti Annapaola Negri-Clementi e Carlo Pavesio – name partner dello studio legale – sono saliti sul palco per ritirare il prestigioso premio che corona anni di passione, professionalità e dedizione.

La specializzazione nel diritto dell’Arte è uno dei tratti distintivi di Pavesio e Associati with Negri-Clementi, studio legale nato il 1° gennaio 2021 dall’integrazione di Pavesio e Associati con la storica boutique Negri-Clementi Studio Legale Associato. L’unione tra questi due studi, leader rispettivamente sulle piazze di Torino e Milano, ha dato vita a un nuovo modello di Studio ancora più strutturato e consolidato in grado di valorizzare le eccellenze e di creare sinergie garantendo qualità dell’offerta, soluzioni multidisciplinari integrate e servizi tailor-made sofisticati.

“Sono onorata di partecipare per il quarto anno di seguito a questa cerimonia di premiazione – ha commentato Annapaola Negri-Clementi – e commossa di avere l’onore di rappresentare un qualcosa di innovativo in questo campo, ma ringrazio soprattutto la giuria e i nostri clienti che hanno creduto in noi e, in particolare ringrazio il team, composto da esperti professionisti che hanno sempre lavorato con grande passione nell’accrescimento dello Studio, in termini sia di competenza che di valore”.

PAVESIO E ASSOCIATI WITH NEGRI CLEMENTI

Con la prospettiva di rafforzare la propria gamma di servizi di consulenza legale attraverso nuove competenze e professionalità altamente qualificate, in un’ottica anche di sviluppo territoriale, il 1° gennaio 2021 nasce Pavesio e Associati with Negri-Clementi con sede a Torino, Milano e Roma.

Coniugando la conoscenza delle best practices nazionali a quelle internazionali, Pavesio e Assocaiti with Negri-Clementi offre un servizio integrato di assistenza e consulenza a imprese e istituti finanziari, per la costituzione, instaurazione e gestione di rapporti con i diversi stakeholder, la riorganizzazione, ristrutturazione ed espansione in Italia e all’estero. L’esperienza è incentrata nel diritto societario e commerciale, diritto del lavoro, diritto amministrativo, diritto della concorrenza nonché nel diritto bancario e finanziario. In ambito giudiziale, Pavesio e Associati with Negri-Clementi assiste clienti italiani ed esteri in contenziosi civili, commerciali e giuslavoristici come pure in procedure arbitrali, anche internazionali.

Lo Studio ha, inoltre, una specifica esperienza in materia di diritto dell’arte e art consulting e offre soluzioni indipendenti, riservate e mirate per la creazione, la gestione, la valorizzazione, la protezione e il mantenimento del patrimonio artistico dei propri clienti. Il team arte dello Studio fornisce un servizio tailor-made e completo di consulenza e assistenza specializzato nel settore dell’arte e dei beni da collezione, orientando la propria clientela nei mercati dell’arte antica, moderna e contemporanea. Lo Studio si rivolge a fondazioni, archivi, gallerie, case d’asta, associazioni, fiere, enti e istituzioni culturali pubbliche e private, artisti, collezionisti e appassionati, fornendogli assistenza e consulenza giuridica giudiziale e stragiudiziale a livello nazionale e internazionale.

Nell’ambito del diritto dell’arte, i professionisti di Pavesio e Associati with Negri-Clementi si occupano di questioni relative ad: attività di due diligence; contratti di compravendita di opere d’arte; assistenza nella vendita e nell’acquisto in Italia e all’estero; donazioni, eredità, atti di liberalità e passaggi generazionali di singole opere o intere collezioni; consulenza nella costituzione di fondazioni, trust e società benefit o altri veicoli dell’Opera; procedure di dichiarazione di interesse culturale, di acquisti coattivi, prelazione d’acquisto da parte dello Stato italiano e assistenza nell’iter procedurale davanti al MiBACT; esportazione e importazione, temporanea o definitiva, di opere d’arte da e verso l’Italia; consulenza e supporto nella pratica di archiviazione dell’opera attraverso la gestione dei rapporti con fondazioni e archivi d’artista e tutele giuridiche per l’autenticità della stessa; attività di diritto di seguito; contratti di trasporto, assicurazione, deposito e noleggio; contratti di prestito per mostre ed esibizioni; sponsorizzazioni culturali e altre forme di mecenatismo; tutela del marchio e del merchandising museale; assistenza nella voluntary disclosure; operazioni di art lending.

I professionisti di Pavesio e Associati with Negri-Clementi non si limitano a indicare la strada migliore da seguire, ma affiancano e supportano il cliente fino alla fine del percorso. Percorso che comprende la determinazione delle strategie di gestione e di valorizzazione personalizzate, la protezione e il mantenimento dei patrimoni artistici, oltre che la consulenza tecnico-logistica e assicurativa (trasporto, custodia e restauro), con riguardo a singole opere d’arte o a intere collezioni.

 

 


 piniprize

 

Fondazione Adolfo Pini è lieta di annunciare il nuovo PINI ART PRIZE 2021-2022

Un nuovo premio dedicato agli under 35 per riprendere lo spirito dei mecenati a cui la Fondazione è dedicata. Una giuria internazionale individuerà i 3 finalisti e un vincitore tra 15 artisti invitati. 

La Fondazione Adolfo Pini, che da sempre favorisce studi e mostre e sostiene giovani artisti attivi in tutte le arti, annuncia una nuova iniziativa che rinnova e attualizza lo spirito dei mecenati Renzo Bongiovanni Radice e Adolfo Pini offrendo un'ulteriore importante occasione di crescita professionale alle generazioni emergenti nel panorama dei premi d'arte in Italia.

La prima edizione del PINI ART PRIZE 2021-2022 rivolto ad artisti under 35 - italiani o stranieri domiciliati in Italia - individuerà le ricerche che presentino particolare valore culturale e qualità artistica e che dimostrino la capacità di promuovere relazioni fra diversi soggetti e organizzazioni, di costruire reti e di attivare percorsi di collaborazione e co-progettazione.

Le tre giovani selezionatrici Lucrezia Calabrò Visconti, Virginia Lupo e Alessia Romano proporranno cinque artisti ciascuna per un totale di quindici tra i quali la giuria - composta da Valentino Catricalà, Marco Meneguzzo, Adrian Paci, Mirjam Varadinis e Roberta Tenconi - individuerà tre finalisti che esporranno un corpus di opere negli spazi della Fondazione. In occasione della mostra la Giuria proclamerà il vincitore cui verrà conferito un premio di 10 mila euro.

Con il patrocinio del Ministero della Cultura e del Comune di Milano

La nascita del Pini Art Prize rispecchia le volontà statutarie del Fondatore, Prof. Adolfo Pini, di sostegno alla giovane creatività. Il difficile contesto economico-sociale attuale, causato della pandemia, ha spinto la Fondazione ad offrire un ulteriore contributo al riconoscimento professionale della figura dell’artista. Attraverso un’opera di sostegno e di visibilità, la Fondazione Adolfo Pini con il Pini Art Prize si pone l’obbiettivo di dare nel tempo un contributo alla formazione di un panorama dell’arte emergente in Italia e offre ai giovani artisti una nuova e preziosa opportunità.

Samuele Cammilleri, Presidente Fondazione Adolfo Pini

La missione della Fondazione di sostenere i giovani talenti si esplica visibilmente nel “format” del Pini Prize, perché non si coinvolgono soltanto i giovani artisti – pratica usuale in quasi tutti i premi - ma questi vengono invitati da curatori altrettanto giovani: la “scena” dell’arte in questo modo mostra un taglio davvero generazionale.

Marco Meneguzzo, Comitato Scientifico Fondazione Adolfo Pini

Con il Pini Art Prize attestiamo la vocazione originaria della Fondazione Pini; dare spazio e sostenere i giovani artisti e la loro ricerca, diventa un obiettivo strutturato e un impegno che renderà ancora di più la Fondazione un punto di riferimento per la scena giovanile dell’arte. Mi auguro che questo impegno continui perché la sua efficacia dipenderà molto dalla sua capacità di essere duraturo e al contempo fresco.

Adrian Paci, Comitato Scientifico Fondazione Adolfo Pini 

Giuria

Valentino Catricalà, curatore della SODA Gallery di Manchester

Marco Meneguzzo, comitato scientifico della Fondazione Adolfo Pini

Adrian Paci, comitato scientifico della Fondazione Adolfo Pini

Mirjam Varadinis, curatrice del Kunsthaus Zürich

Roberta Tenconi, curatrice di Pirelli HangarBicocca

Selezionatrici

Lucrezia Calabrò Visconti, curatrice indipendente e co-fondatrice di CLOG

Virginia Lupo, curatrice indipendente e co-fondatrice …

Alessia Romano, curatrice indipendente e co-fondatrice di Artoday

Modalità

partecipazione gratuita su invito

Partecipanti

15 artisti selezionati, 3 finalisti, 1 vincitore

Tempistiche

Selezione dei 15 artisti in concorso entro ottobre 2021; mostra dei 3 finalisti e annuncio vincitore febbraio 2021

Premio

10 mila euro

 

 


 projet

 

 

PROJECT ROOM #5 Sara Enrico e Fabio Quaranta

PROJECT ROOM #5, una collaborazione tra l’artista Sara Enrico e il fashion designer Fabio Quaranta, come di consuetudine ispirata alle opere di Pharaildis Van den Broeck.

Lunedì 28 giugno 2021 Archivio Atelier Pharailids Van den Broeck apre al pubblico con la PROJECT ROOM #5, una collaborazione tra l’artista Sara Enrico e il fashion designer Fabio Quaranta, come di consuetudine ispirata alle opere di Pharaildis Van den Broeck, e frutto di un’attenta ricerca su alcuni elementi formali ricorrenti nel suo lavoro degli anni Novanta.

Partendo dall'idea di drappo - ritratto in alcuni piccoli oli su tavola di Pharaildis - i due artisti riconfigurano le stanze dell'Archivio Atelier intessendo trame tra i diversi linguaggi della pittura, la scultura e la moda, alterando il modo in cui il corpo del visitatore interagisce e si muove nello spazio.

La distanza estetica e formale tra il lavoro di Pharaildis Van den Broeck e quello di Sara Enrico e Fabio Quaranta diviene terreno fertile per inedite fioriture processuali.

Il minimalismo emozionale delle sculture di Enrico a cui fa da contrappunto il rigore essenziale delle edizioni di Quaranta sono messi in contrasto con la matericità strabordante delle opere di Van den Broeck.

Sara Enrico e Fabio Quaranta mettono in scena una collezione di tracce minime, reinterpretando come due attori le pratiche tra arte e moda di Pharailids Van den Broeck e restituendo allo spettatore una dimensione emotiva rarefatta, in cui l'esuberanza materica e cromatica dell'opera di Pharaildis è filtrata da uno sguardo sottile e penetrante che, al di là dei confini disciplinari, è capace di cogliere trame, strutture e rimandi all’interno del suo lavoro.

Come la gravità agisce su un tessuto e la sua trama connotandone forma e volume, così la luce conferisce agli oggetti una dimensione pittorica al di là del fatto che si tratti di una tela, una scultura o un abito, dando vita a un ambiente siderale in cui precipitano come pioggia i residui tattili di un microcosmo intimo e sensuale.

Arte e Moda giocano nello spazio libero ma ordinato dell'Archivio riconfigurato attraverso i suoi stessi elementi modulari, alcune casse che contengono dipinti e cassette in legno che Pharaildis si fece costruire appositamente per l’atelier. Questa pratica combinatoria rivela l’essenzialità e la versatilità dell'ambiente, la sua abitabilità in quanto luogo vissuto, come fosse un abito che si è soliti portare o un’attitudine della stessa pratica artistica.

PROJECT ROOM #5 mette in luce ancora una volta una prassi volta a stimolare un confronto con la pluralità tematica e disciplinare che caratterizza l'Archivio Atelier Pharailids Van den Broeck, sia da un punto di vista materiale (dipinti, cartamodelli, sculture, modelli, libri) sia per le problematicità che l’opera e la memoria che Pharaildis Van den Broeck sottopongono dal punto di vista teorico e critico.

L'evento diviene dispositivo critico, costantemente ripensato ogni volta che un nuovo artista entra nello spazio, e immagina un nuovo scenario in cui entrare in dialogo con l'opera e la memoria di Pharaildis Van den Broeck.

In occasione di PROJECT ROOM #5 è pubblicato il quinto numero del booklet a cura di Emiliano Biondelli, una pubblicazione autonoma e complementare alla Project Room.

Il progetto di apertura dell’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck, ideato e coordinato dalla curatrice dell’archivio Barbara Garatti, mira da un lato a valorizzare e a far conoscere l’opera di Pharaildis Van Den Broeck e dall’altro a promuovere nuove metodologie di ricerca e produzione delle arte visive contemporanee, in continuità con la missiondel Comitato Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck di cui fanno parte Michele Sagramoso, Paola Richetti, Barbara Garatti, Anna Daneri e Cesarina Meda.

 

 


 balena

 Mathias Gmachl, Echoes - a voice from uncharted waters © 2021 LAC Lugano Arte e Cultura. Foto Studio Pagi

 

 

Echoes – a voice from uncharted waters al Parco Ciani di Lugano

L'opera di grandi dimensioni, dall’aspetto di una balena, ci invita all’ascolto e alla riflessione, mettendoci di fronte all’impatto delle nostre azioni sull'ambiente che ci circonda.

Dal 25 giugno al 12 ottobre 2021 giunge a Lugano nella cornice del Parco Ciani, l'installazione artistica Echoes – a voice from uncharted waters dell'artista austriaco Mathias Gmachl. Realizzata da LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con MuseumsQuartier di Vienna e Quartier des Spectacles di Montréal, l’opera di grandi dimensioni, dall’aspetto di una balena, ci invita all’ascolto e alla riflessione, mettendoci di fronte all’impatto delle nostre azioni sull'ambiente che ci circonda. Durante il periodo d’esposizione si terranno una serie di attività promosse attraverso il programma LAC edu.

Le tre istituzioni culturali hanno commissionato all’artista Mathias Gmachl, noto a livello internazionale per la creazione di installazioni d’arte urbana su scala architettonica, la realizzazione di un’opera d’arte pubblica, in particolare per le tematiche urgenti trattate nel suo lavoro nonché per il forte impatto dell’opera sul pubblico.

Echoes – a voice from uncharted waters è un’installazione itinerante tra Austria, Svizzera e Canada: esposta a Vienna nel cortile del MuseumsQuartier fino all’11 giugno, lascerà Lugano il 12 ottobre per essere presentata a Montréal a fine anno.

“Sin dall'apertura ospitiamo diverse iniziative nei nostri spazi pubblici, esperienze nuove, anche a carattere ludico e sempre gratuite, allo scopo di avvicinare un vasto pubblico – spiega Michel Gagnon, direttore generale del LAC –. La virtuosa collaborazione con il MuseumsQuartier di Vienna e il Quartier des Spectacles di Montréal per la realizzazione dell’opera di Mathias Gmachl rinnova ancora una volta il nostro impegno per l'inclusione, un valore fondamentale per il centro culturale, questa volta allargando l'orizzonte a temi urgenti e di stretta attualità, veicolati attraverso l’arte”.

Echoes – a voice from uncharted waters è un'opera sonora, luminosa e interattiva, realizzata in acciaio, dal peso di 5 tonnellate e 17 metri di lunghezza. Per rendere il suo aspetto più verosimile è stata progettata e sviluppata dall’artista insieme ad alcuni biologi marini sull’arco di un anno: le linee si ispirano al ventre striato delle balene, mentre i colori sono stati scelti per rappresentare tutte le creature marine.

L’opera è dotata di un sensore che delimita un’area entro cui la balena può vivere indisturbata: interagendo rispettosamente con lo spazio vitale del mammifero marino, il pubblico si immergerà nel paesaggio sonoro di mari e oceani, un universo melodico, grazie alle registrazioni effettuate da esperti del suono con speciali idrofoni; se si avvicinerà troppo, sarà confrontato con l'inquinamento acustico: l’illuminazione dell’opera si attenuerà e i suoni diverranno sempre più silenziosi fino a scomparire completamente ed essere sostituiti dal rumore dei porti industriali, attirando l'attenzione sulle minacce che incombono sulle specie marine.

L’installazione trae spunto dalla famosa campagna di Greenpeace Save the Whales degli anni Settanta e intende sensibilizzare il pubblico sull’inquinamento acustico che altera gli itinerari e gli ambienti delle balene e più in generale sulla situazione in cui versano gli oceani e sul continuo e inarrestabile cambiamento climatico.

I mari e gli oceani hanno un proprio paesaggio sonoro, importante per molti animali marini che usano i suoni per comunicare tra loro, orientarsi e sfuggire ai pericoli. Le attività umane, responsabili di varie forme di inquinamento acustico sono diventate sempre più rumorose, a scapito di molte specie animali, dai grandi cetacei alle meduse; i rumori che provocano compromettono le capacità uditive di questi animali, causando cambiamenti fisiologici e comportamentali, e in alcuni casi la loro morte.

Con il suo lavoro, Gmachl ci ricorda che dobbiamo agire ora: “È il momento di sensibilizzare la gente e far conoscere i suoni sottomarini. Se come collettività riusciamo a rispettare gli spazi della balena, essa ci ripagherà con suoni misteriosi che giungono dagli abissi; se non saremo in grado di farlo ‘annegheremo’ nel rumore. La balena ci invita ad ascoltare, a riflettere e a raccontare storie. Storie che renderanno più tollerabile una situazione insopportabile".

Durante il periodo di esposizione sono previste attività e iniziative per bambini e famiglie, giovani e adulti, promosse dalla mediazione culturale del LAC, attraverso il progetto LAC edu, tra cui laboratori creativi, workshop di movimento e suono e atelier dedicati alla sostenibilità. Tra luglio e agosto non mancheranno le occasioni per immergersi nel mondo della danza, per dedicarsi a passeggiate sensoriali alla scoperta della fauna e della flora locali, per studiare da vicino i suoni delle balene tramite le nuove tecnologie e per trovare inediti spunti di riflessione e analisi. Le attività ruoteranno attorno al tema della sostenibilità, del riciclo e della cura nei confronti dell’ambiente che ci circonda. Queste ultime saranno promosse settimanalmente a cadenza regolare, con alcune proposte anche in tedesco e francese, dedicate ai visitatori provenienti dal resto della Svizzera. Nel corso dell’autunno saranno invece organizzate attività per le scuole e incontri per un pubblico di adulti e ragazzi con momenti di approfondimento scientifico, proiezioni e conferenze. Tutte le attività saranno organizzate in partnership con enti che indagano il tema della sostenibilità e del rapporto tra uomo e ambiente, tra i quali il Museo cantonale di storia naturale, L’Ideatorio, l’Associazione Nel, e altre associazioni pubbliche e private. Il calendario completo sarà disponibile sul sito web del LAC.

L'impegno del centro culturale con Echoes – a voice from uncharted waters è in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, programma d'azione delle Nazioni Unite al quale la Città di Lugano ha aderito attivamente, e il cui obiettivo, tra gli altri, è la conservazione e l'utilizzo in modo sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine. La campagna di sensibilizzazione #luganosostenibile è promossa dalla Divisione Socialità della Città di Lugano con il sostegno dell'Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE: www.luganosostenibile.ch

L’artista 

Mathias Gmachl è un artista, designer e ricercatore interdisciplinare. Nel 2003 ha fondato e diretto lo studio Loop.pH a Londra, con cui ha realizzato installazioni urbane su scala architettonica che fondono arte, design, architettura, scienza e tecnologia allo scopo di trasformare lo spazio urbano, coinvolgendo il pubblico. Ha collaborato con fondazioni, istituti culturali e di ricerca, quali la Royal Academy – Kensington Palace, il Medical Research Council, il Centre of the Cell, l’Audi Design Foundation e con aziende, tra cui Nike, Swarovski, Lexus, Belvedere. Alcuni suoi lavori sono conservati al Victoria & Albert Museum di Londra e al MoMA di New York, e sono stati esposti, tra gli altri, alla Biennale di Venezia.

Dal 1996 Gmachl è membro di Farmers Manual, un gruppo di artisti che spazia tra gli ambiti della musica elettronica e delle arti visive più sperimentali. È Research Associate presso il Royal College of Art di Londra, e svolge regolarmente conferenze e workshop presso università e centri di ricerca.