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Andrea Bowers, Another Kind of Strength (after Alessandra Chiricosta’s book “Un altro genere di forza”, 2019) (detail), 2022. Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milano / New York. Ph. Andrea Rossetti. Courtesy Fondazione Furla.

 

Fondazione Furla e GAM - Galleria d’Arte Moderna presentano il PUBLIC PROGRAM della mostra FURLA SERIES - ANDREA BOWERS. Moving in Space without Asking Permission 

Il programma prosegue giovedì 24 novembre con il talk della filosofa e antropologa Federica Riva

In occasione della mostra di Andrea Bowers, Moving in Space without Asking Permission, Fondazione Furla e GAM - Galleria d’Arte Moderna, Milano presentano una serie di incontri, conferenze, workshop per approfondire i temi della mostra e le questioni che da sempre l’artista affronta nel suo lavoro: parità di genere, ambientalismo, autonomia corporea e dialogo tra le esperienze femministe di ieri e di oggi.

Il primo appuntamento del Public Program è una conferenza di Alessandra Chiricosta, filosofa e attivista che studia e insegna l’esercizio delle arti marziali come strumento di auto consapevolezza corporea e di rottura rispetto agli stereotipi di genere. La sua ricerca ha ispirato Andrea Bowers nella creazione di alcuni dei lavori in mostra. Venerdì 11 novembre alle ore 18 presso la GAM di Milano, Chiricosta parte dai contenuti del suo libro, Un altro genere di forza, per esplorare la possibilità di altre forme in cui la forza può essere concepita ed espressa, superando il nesso tra “genere” e “forza”.

Alessandra Chiricosta propone al pubblico anche la partecipazione a un laboratorio che si terrà il giorno successivo, sabato 12 novembre, presso la sede milanese dell’Unione Femminile Nazionale: una lezione performativa di autocoscienza combattente femminista, la stessa documentata dal video di Andrea Bowers In the Ballroom - Overcoming the Myth of Masculine Force (2022), prodotto in occasione della mostra. Nel laboratorio i partecipanti avranno modo di sperimentare come la “debolezza” dei corpi femminili e femminilizzati non sia un elemento naturale, ma il risultato di condizionamenti culturali e come la “forza” possa essere non solo sopraffazione, ma anche una equilibrata commistione di cura e combattimento, assertività ed empatia.

Il programma prosegue giovedì 24 novembre con il talk della filosofa e antropologa Federica Riva Ecofemminismo in movimento, dedicato alle origini dell’ecofemminismo e alle sue trasformazioni, e si chiude giovedì 1 dicembre con Le carte delle donne, un incontro, moderato dalla storica Maria Canella, con i rappresentati degli archivi presenti in mostra: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Kuliscioff e Unione Femminile Nazionale. Prendendo spunto dal modo in cui Bowers si relaziona ai materiali d’archivio e li incorpora all’interno del proprio lavoro, la conferenza propone una più generale riflessione su come attualizzare l’approccio alle fonti storiche per proporre nuove letture della storia di genere. Entrambi gli incontri si svolgono alla GAM di Milano.

Tutti gli appuntamenti del Public Program sono a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.

Moving in Space without Asking Permission è la prima mostra in un’istituzione italiana dell’artista e attivista americana Andrea Bowers, ed offre un’esperienza immersiva all’interno del suo lavoro e del suo impegno nella lotta per la parità di genere e per l’emancipazione della donna, attraverso una ricerca che combina pratica estetica e impegno politico.

Furla Series è il progetto che a partire dal 2017 vede Fondazione Furla impegnata nella realizzazione di mostre in collaborazione con importanti istituzioni d'arte italiane, con un programma tutto al femminile pensato per dare valore e visibilità al contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea.

Il Public Program della mostra di Andrea Bowers è realizzato con il supporto di Deloitte.

 



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PALAZZO LUCE Proiezione e cocktail 

Nell’ambito della decima edizione di Milano Design Film Festival un film documentario scritto e diretto da Alessandra Galletta.

Nell’ambito della decima edizione di Milano Design Film Festival un film documentario scritto e diretto da Alessandra Galletta racconta la trasformazione di uno storico palazzo di Lecce in custode della straordinaria collezione di design e opere d’arte di Anna Maria Enselmi.

INFO

Mercoledì 23 novembre 2022 Cocktail ore 18.30 

Proiezione ore 19.30

(durata film 45')

Cinema Anteo | Sala President

Piazza Venticinque Aprile 8, Milano

Grazie alla visione di una collezionista e al contributo di artisti, architetti, designer e galleristi, lo storico Palazzo dei Conti nel centro di Lecce si è trasformato nella sede ideale di una collezione unica di design storico e arte contemporanea, un luogo di incredibile bellezza e luminosità che per questo è stato ribattezzato Palazzo Luce.

Il docufilm Palazzo Luce, scritto e diretto da Alessandra Galletta, comincia con il racconto della ricerca della collezionista Anna Maria Enselmi di una “casa di famiglia” in Puglia, per poi seguire il progetto di ristrutturazione e trasformazione del Palazzo.

Un processo che nel tempo si arricchisce di opere di arte contemporanea e progetti site-specific trasformando la dimora storica di Maria D’Enghien, Regina consorte di Napoli dal 1407 al 1414, in un luogo unico al mondo grazie al contributo di importanti designer e artisti internazionali.

 



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Luigi Ghirri, Modena, 1973. Collezione Galleria Civica, Fondo Franco Fontana, Comune di Modena – FMAV Fondazione Modena Arti Visive. © Eredi Luigi Ghirri 

 

Luigi Ghirri e Oscar Goldoni a Modena: una città per la fotografia 

Un incontro per rendere omaggio a due figure fondamentali della storia artistica della nostra città: Oscar Goldoni e Luigi Ghirri.

FMAV presenta mercoledì 16 novembre, alle ore 18, presso e in collaborazione con AGO - Modena Fabbriche Culturali e FEM Future Education Modena, un incontro per rendere omaggio a due figure fondamentali della storia artistica della nostra città: Oscar Goldoni e Luigi Ghirri, entrambi scomparsi prematuramente nel 1992. 

Nato a Modena nel 1942, Oscar Goldoni è stato per un trentennio l’anima della Sala di Cultura, poi Galleria Civica, facendone un perno della vita culturale cittadina e una protagonista della scena artistica nazionale, grazie a un’attività espositiva lungimirante e innovativa. A metà degli anni Settanta, l’amicizia e la comune passione per la fotografia spingono Goldoni e Ghirri a un sodalizio per promuovere la cultura fotografica, che porta la Galleria Civica a dedicare stabilmente un proprio spazio espositivo - una saletta in Piazza Grande - alla fotografia, caso più unico che raro per un’istituzione pubblica italiana.

La programmazione coniuga maestri del passato (da Rodchenko a Sander, da Brandt a Doisneau), ricognizioni storiche (la FSA, la fotografia francese, il pittorialismo) storia locale e ricerca contemporanea, proseguendo fino ai primi anni Ottanta. Ghirri, in particolare, invita a esporre giovani fotografi, spesso alla loro prima mostra, che sarebbero diventati maestri riconosciuti: tra gli italiani, si susseguono Salbitani, Vimercati, Chiaramonte, Leonardi, Barbieri, Cresci, Guidi, Basilico, Castella.

Ghirri riesce a promuovere la sua idea di fotografia come sguardo sull’esterno ma anche ricerca sul linguaggio, e Modena diventa una delle capitali della fotografia italiana, ospitando anche, nel 1979, il convegno sulla fotografia come bene culturale. L’esperienza della sezione fotografica della Galleria Civica rappresenta un episodio eccezionale in cui si gettano le basi della fotografia contemporanea italiana. 

L'evento, ad ingresso libero fino a esaurimento posti, rientra nelle iniziative collaterali alla mostra Luigi Ghirri e Modena. Un viaggio a ritroso, in corso fino al 20 novembre 2022 negli spazi di FMAV Palazzo Santa Margherita.

Incontro con Olivo Barbieri e Franco Guerzoni
Conduce Michele Smargiassi
Mercoledì 16 novembre 2022, ore 18
Sala ex Cappella negli spazi FEM - Future Education Modena
presso AGO Modena Fabbriche Culturali
ingresso libero

 



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Mustafa Sabbagh, onore al nero _ untitled, 2014 dittico, stampe fotografiche lambda su box in legno nero, cm 66x60x6 cad. – ed. 1 di 5 + 1 PA courtesy: l’artista, Collezione Farnesina Arte Contemporanea (Ministero degli Affari Esteri, Roma

IL PENSIERO DIETRO IL RITRATTO NELL’ARTE CONTEMPORANEA docente relatore: MUSTAFA SABBAGH 

Nell’ambito della decima edizione di Milano Design Film Festival un film documentario scritto e diretto da Alessandra Galletta.

Workshop sabato 26 e domenica 27 novembre 2022 in via Mocucco 3, Lugano con mostra finale. 

Il percorso del workshop continua per due mesi tra scambi di mail, idee e l’aggiunta di due Call con la classe e il docente Mustafa Sabbagh nella crescita personale e artistica per accompagnare gli artisti fino alla mostra.

La mostra finale dei partecipanti allo spazio Focus Artphilein in via F. Pelli 13, Lugano, partner del workshop.

Mustafa Sabbagh nasce ad Amman (Giordania, 1961, vive e lavora in Italia). Italopalestinese, allevato tra l’Europa e il Medio Oriente, l’imprinting è cosmopolita, l’attitudine è nomade. Già assistente di Richard Avedon e docente al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, dopo una brillante carriera come fotografo di moda riconosciuta dai magazines più prestigiosi del mondo, a partire dal 2012 Sabbagh concentra la sua ricerca nell’arte contemporanea per mezzo della fotografia e della video-arte, attraverso una sorta di contro-canone estetico dove il punctum è la pelle, diario dell’unicità individuale. Armonia dell’imperfezione, indagine psicologica e studio antropologico attraverso la costruzione dell’immagine e dell’installazione ambientale sono gli stilemi che Sabbagh trasferisce dalle pagine patinate, agli spazi dei musei e delle gallerie più famosi del mondo – tra cui il Musée de l’Élysée di Losanna, considerato tempio internazionale della fotografia. Spesso protagonista di interviste e documentari che indagano nelle sue visioni, nel 2013 Sky Arte HD, attraverso la serie Fotografi, lo ha eletto tra gli 8 artisti più significativi del panorama nazionale contemporaneo, e nel 2017 Rai5 l’ha indicato come il cantore privilegiato del lato oscuro della Bellezza attraverso il documentario di produzione internazionale The Sense of Beauty. Ad oggi Mustafa Sabbagh è stato riconosciuto, da uno storico dell’arte e della fotografia quale Peter Weiermair, come uno dei 100 fotografi più influenti al mondo, ed uno dei 40 ritrattisti di nudo – unico italiano – tra i più rilevanti su scala internazionale.

Mustafa Sabbagh è stato chiamato a risemantizzare, a dimostrazione che l’arte è un continuum, l’Ebe di Canova (Musei San Domenico, Forlì, 2017), la Venere Pudica di Botticelli (Palazzo dei Diamanti, Ferrara e Musei Reali, Torino, 2017), la Venere dei Porti di Sironi (Casa Museo Boschi Di Stefano, Milano, 2015), opere tutte entrate a far parte della collezione d’arte di tali strutture museali. In seguito alla sua prima mostra antologica XI comandamento: non dimenticare, il Sindaco Leoluca Orlando ha conferito a Sabbagh la cittadinanza onoraria del Comune di Palermo.

Sabbagh è attualmente docente alla FMAV – Fondazione Modena Arti Visive, e direttore artistico della pubblicazione culturale semestrale bilingue Ossigeno – Elements of Life. Suoi lavori sono presenti in numerose monografie (tra cui About Skin, ed. Damiani, acquisita all’interno della biblioteca di libri d’arte della Tate Gallery, Londra, e XI comandamento: non dimenticare, nelle biblioteche dei più importanti poli museali italiani), in pubblicazioni accreditate internazionalmente (tra cui Faces – the 70 most beautiful photography portraits of all time, a cura di Peter Weiermair), e in molteplici collezioni permanenti, in Italia e all’estero - incluse le storiche Collezione Arte Farnesina, la collezione della Fondazione Orestiadi, la collezione di arte contemporanea del MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo.

Mustafa Sabbagh terrà una lectio magistralis di due giorni - sabato 26 e domenica 27 novembre 2022 nello studio artistico di Veronica Barbato in via Moncucco 3, Lugano, all'interno della quale sarà prevista una fase operativa, nell'ottica di un approccio one-toone con l'artista, volta alla costruzione di un progetto personale attraverso i mezzi della fotografia, della video-arte, scultura e ceramica. Installazione d’arte contemporanea.

Obiettivo puntato 

Sull'autoritratto: nell'era del "selfie ergo sum”, l’autoritratto impone una tripliceassunzione di ruoli da parte dell’artista in autore/soggetto/osservatore di se stesso. Dal Narciso di Caravaggio a una Cindy Sherman-Narciso, la storia dell’arte e della fotografia raccontano di artisti che diventano opere d’arte in virtù del loro scarto progettuale, della loro consapevolezza nello spazio che occupano, di un self-control più o meno domato che rivela intimamente, violentemente o delicatamente, la propria natura. Obiettivo di Sabbagh sarà dunque guidare i partecipanti nell’indagine artistica della propria posizione in rapporto alla propria più intima percezione.

Ceci n’est pas un selfie.

PER INFO E ISCRIZIONI:

Workshop (su iscrizione) sabato 26 e domenica 27 novembre 2022 max. 10 partecipanti

+1 INFO E ISCRIZIONI: VERONICA BARBATO +39 3665441209

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VITTORIA FRAGAPANE curatrice di ARTPHILEIN FOCUS (Lugano)

+39 3468256034 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

PROGRAMMA DELLE DUE GIORNATE

Sabato 26 novembre alle ore 10:00 - Introduzione al workshop:

Lectio magistralis sulla fotografia contemporanea e sull’autoritratto come arte, con un excursus su quanti – artisti della fotografia e della storia dell’arte, della letteratura, del teatro e del cinema – hanno tracciato un solco dal punto di vista iconografico, educativo, immaginifico secondo il docente relatore nella sapienza di costruzione della propria immagine, in figura o a parole. Quando l’autoritratto diventa arte? Importanza della capacità di concezione e realizzazione di un proprio stile, e di propri riconoscibili stilemi, a partire dall’esperienza e dall’opera omnia del docente relatore.

Uscire dai propri mezzi, usare un ribaltamento dell’idea di autoritratto come rappresentazione dei nostri pensieri e non la nostra persona fisica.

13:00 - Pausa Pranzo

14:00 - Sessione pratica

Il docente relatore assegnerà ai partecipanti il compito di realizzazione del proprio progetto, fotografico, video, installazione, in forma di opera artistica, al fine di mettere in luce quanto il contesto all’interno del quale si sceglie di operare - luce, colori, materiali, messa in scena, ecc ecc - diventi complice ed alleato nella creazione di un autoritratto che possa dirsi arte.

18:00 - Chiusura prima giornata

Domenica 27 novembre 2022 alle ore 10.00

10:00 – Proseguimento dei lavori

Il docente relatore assisterà i partecipanti nel compimento e nella finalizzazione del proprio autoritratto nella forma scelta dal partecipante, secondo un approccio one-toone, insistendo sull’importanza del momento progettuale e guidandoli nella fase più propriamente tecnica di ideazione.

13:00 - Pausa Pranzo

14:00 – Panel di discussione

A partire dalle opere realizzate, il docente relatore effettuerà la revisione dei lavori domandando ai singoli partecipanti quale fosse, e in cosa si ritrovi nel lavoro realizzato, l’intenzione a monte dell’opera : da lì verrà avviato un panel di discussione che farà ulteriore luce sul manufatto come arte, sulla tecnica dell’autoritratto e sulla percezione che i partecipanti hanno di loro stessi perché padroneggiare il linguaggio visivo, e soprattutto la tecnica  ell’autoritratto, significa obbligatoriamente dovere avere a che fare con se stessi...

"Esperienza autenticamente spirituale che sfonda gli spazi dell'interiorità per aprirli al di là dell'io, il pensiero per Klossowski è più una forma di azione che non di rappresentazione, al punto da identificarsi con l'atto stesso nel suo senso di esecuzione di intensità.

Eseguire delle intensità – come si dice: eseguire un’opera – assumendole attivamente in sé. Ecco il pensiero al di là della rappresentazione. Ma eseguire un'intensità significa necessariamente condurla a manifestazione, e perciò rappresentarla in qualche modo."

Guido Brivio

l’opera d’arte è uno specchio.

18:00 - Chiusura seconda giornata e saluti

Il lavoro continuerà dialogando con il docente Mustafa Sabbagh nei due mesi di sviluppo dei progetti per la mostra finale.

ATTREZZATURA RICHIESTA AI PARTECIPANTI - macchina fotografica o videocamera personale - PC o MAC con installato un software di foto/video-ritocco.

 



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PAVESIO E ASSOCIATI WITH NEGRI-CLEMENTI PER FINARTE NELL’ACQUISIZIONE DELLA PRESTIGIOSA CASA D’ASTA DI ARMI ANTICHE CZERNY’S 

È leader nella nicchia di mercato e punto di riferimento in Europa per i collezionisti di tutto il variegato mondo di armi e armature antiche e pregiati oggetti d'antiquariato asiatici.

Pavesio e Associati with Negri-Clementi – con Annapaola Negri-Clementi e Arianna Leonardelli – ha assistito Finarte S.p.A. nell’acquisizione di Czerny’s International Auction House s.r.l., una delle più prestigiose case d’asta specializzata nella vendita di armi antiche e antiquariato orientale, operante e riconosciuta worldwide.

Czerny’s International Auction House – sita a Sarzana, pittoresco borgo medievale nel cuore della Lunigiana, – è leader nella nicchia di mercato e punto di riferimento in Europa per i collezionisti di tutto il variegato mondo di armi e armature antiche (ossia, antecedenti al 1890) e pregiati oggetti d'antiquariato asiatici. Fondata dall’imprenditore bavarese Michael Czerny nel 1999, è oggi una delle case d'aste più rispettate e importanti nel settore con migliaia di lotti venduti ogni anno che spaziano da armi da taglio a armi da fuoco, da armature a elmetti, fino a documenti e tutto ciò che è stato utilizzato in battaglia, oltre a romanzi, scalpelli, intarsi e nielloing che fanno di pistole, fucili e sciabole veri capolavori molto ricercati per la loro finezza e per le storie di duelli e di nobiltà di cui sono portatrici.

Attraverso questa operazione, Finarte S.p.A. integra nel proprio business l’attività di casa d’asta specializzata in armi antiche e antiquariato orientale, che si affianca ai già operanti dipartimenti di arte (moderna e contemporanea, tra XIX e XX secolo, antica, orientale e africana), automotive, design, fotografia, fumetti, gioielli e argenti, immobiliare, libri e stampe, luxury e sneakers, numismatica, orologi, vini e distillati.

I soci di Czerny’s International Auction House s.r.l. sono stati assistiti per i profili legali dall’avvocato Andrea Lazzoni e per gli aspetti fiscali dal dottore commercialista Pierre Grassi.

 



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 Adrian Paci. Foto Graziano Folata.

 

 

XNL ARTE presenta LE (MIE) STORIE DELL’ARTE 5 lezioni di storia dell’arte raccontate da Adrian Paci 

Una serie di lezioni di storia dell’arte ideate e raccontate da artisti contemporanei che per questo primo ciclo vede protagonista Adrian Paci.

Giovedì 17 novembre alle ore 18.30, XNL Piacenza, il Centro di arte contemporanea, cinema, teatro e musica di Fondazione di Piacenza e Vigevano presenta Le (mie) storie dell’arte, una serie di lezioni di storia dell’arte ideate e raccontate da artisti contemporanei che per questo primo ciclo vede protagonista Adrian Paci.

Le (mie) storie dell’arte nasce dal desiderio di coinvolgere artisti internazionali in un percorso di ricerca e scoperta delle tante storie che una singola opera d’arte può raccontare. L’artista, soggetto di una storia e autore del racconto, è invitato a valorizzare attraverso la sua esperienza il lavoro di altri “compagni di viaggio” del passato e del presente. Ogni anno un artista terrà un ciclo di cinque lezioni, accompagnate da incontri e conferenze e poi raccolte in una pubblicazione finale.

Acclamato sulla scena internazionale, dalla fine degli anni Novanta Adrian Paci (nato nel 1969 a Scutari, Albania, vive a Milano) ha sviluppato una pratica artistica che include video, film, pittura, fotografia e installazione.

Uno dei temi centrali del suo lavoro è lo spostamento, che esplora attraverso rappresentazioni della migrazione globale con un linguaggio metaforico, mutevole come la memoria personale e le relazioni tra storia, realtà e immagine in movimento. Paci appartiene a una generazione di artisti che ha abbracciato il concetto di storytelling combinando narrazione, rigore formale e riflessione sociale per tradurre visioni poetiche e problematiche delle trasformazioni politiche e umane. Nelle sue prime opere, influenzate dal clima culturale dei paesi dell’ex blocco sovietico dopo la caduta del Muro di Berlino, il tema dell’immigrazione si unisce alla riflessione sul ruolo delle immagini nel raccontare le esistenze. Partendo da questo nucleo – in cui autobiografia e cultura si sovrappongono – l’artista ha ampliato negli anni i confini del proprio lavoro, esplorando temi universali come la perdita, il movimento delle persone nello spazio e nel tempo, la ricerca di un altrove umano e geografico.

Con Paci e gli artisti che lo seguiranno, la storia dell’arte entra nella sfera privata del narratore che, pur senza parlare direttamente del suo lavoro, si nutre della propria biografia per scegliere di chi o cosa raccontare, che ordine dare alla storia, riflettendo indirettamente sui motivi che lo hanno spinto a scegliere il mestiere dell’artista e sull’opera d’arte come necessità.

Il progetto – che guarda a modelli di narrazione storiografica d’artista come le Artists on Artists lecture series della Dia Art Foundation – è motivato dal desiderio di nuovi percorsi di lettura tra discipline e generazioni, e di contribuire a sottolineare la potenza inclusiva della storia dell’arte contemporanea nei percorsi di formazione scolastica.

La voce dell’artista e il suo punto di vista unico, la possibilità di trarre ispirazione dal passato, allo stesso tempo strumento di interpretazione di un presente complesso, sono gli assi principali per veicolare significati, temi e domande aperte sul senso o il non senso dell’arte e per incoraggiare il pubblico a sviluppare un proprio punto di vista.

Le (mie) storie dell’arte desidera generare una serie di percorsi individuali che valorizzano letture inedite di un patrimonio collettivo di conoscenze creative che, come il poeta, critico e scrittore inglese Herbert Read scriveva già del 1943, era ed è “un modello fondamentale di evoluzione sociale”.

Ingresso libero sino a esaurimento posti.

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CALENDARIO

Giovedì 17 novembre ore 18.30

Giovedì 15 dicembre ore 18.30 Le date delle successive lezioni sono in via di definizione. 

Per aggiornamenti www.xnlpiacenza.it/xnl-arte